Capitolo 25: Scelte e confessioni
N |
ei
secondi che seguirono la ricezione del disastroso messaggio vocale dalla
Sensitiva di Asuka a quella di Haneoka, nel disgraziato organismo trasmettitore
si concretizzarono i seguenti accadimenti:
1) Blackie Wolfe (Metabolica) riferì che la temperatura
corporea era scesa a 32 gradi centigradi.
2) Dick Tracy (Cardiaca) segnalò che la frequenza di
pompaggio era salita a 47 pulsazioni al secondo e la pressione del sangue aveva
superato i 138.
3) Tim Murdock (Neuro), oltre a segnalare che il C.R. di
quella furbina aveva perso non meno di 173 punti (tornando quindi a quota 837) avvertì
che le scorte di adrenalina erano quasi del tutto esaurite.
Lew
“A1” Harper scosse infine la testa, abbozzando una smorfia sconsolata. Dopodiché,
dimostrando uno spirito sportivo veramente notevole, espresse la seguente
autocritica: “Questa fesseria fa il paio con la vostra, signora Orion…
***
Quando
l’ineffabile Gus Chandler riuscì a ripristinare completamente tutti i cinque
sensi, la prima cosa a riapparire sul monitor della percezione visiva fu
l’immagine della signorina Haneoka, non più seduta sulla panchina accanto al
loro assistito, ma bensì di nuovo in piedi con la borsetta sottobraccio e in
palese procinto di andarsene…
Rip
Kirby dovette lasciare momentaneamente i comandi degli arti superiori, tanto
vibravano nel ricevere il tremito delle mani di Alan! Su ordine della Centrale
Operativa si concentrò allora sui comandi di quelli inferiori, ma i muscoli
degli stessi erano seriamente intorpiditi. Ciò apparve chiaro anche a Chandler,
che registrò un formicolio di preoccupante entità, tanto che dovette ordinare a
Tracy: “Cardiaca da Sensitiva: pompare più sangue!! Pompare più sangue!!”
Vedere
la ragazza cominciare ad allontanarsi dalla panchina, diede però al povero Alan
quell’ultimo guizzo di energia sufficiente a riscuoterlo: “Lisa, dove…” dovette
schiarirsi la voce “…dove vai?!”
La
ragazza non rispose, continuando a camminare e Alan perse quasi la testa. Con uno
scatto, la sopravanzò per fermarla.
“Aspetta…!!”
esclamò, già con il fiatone.
Lei
cercò di incenerirlo con lo sguardo più feroce che poteva… ma non era affatto
semplice, con gli occhi che le lacrimavano!
“Non
è successo niente, Lisa… non abbiamo fatto niente…!!” dichiarò deciso lui,
puntualizzandolo con la testa.
Lei
scosse il capo a sua volta, poi gridò: “BUGIARDO…!!!”
e portò velocemente indietro il braccio destro… stavolta, però, Kirby non si
fece sorprendere e lo afferrò al volo!
“NO…!!!
ASCOLTAMI!!” il giovane esitò un attimo, davanti alla gravità di quello che
stava per dire. Ma poi, di fronte allo sguardo di lei, che si faceva sempre più
opaco, prese coraggio e proseguì “Te lo giuro sull’anima della mia povera mamma:
lei ha solo dormito di fianco ha me. Nient’altro!”
Sembrò
che le pupille di Lisa tornassero lentamente a brillare… e Chandler si augurò
che non fosse soltanto un’illusione ottica. Le labbra, comunque, le tremavano
ancora.
“E
ti par poco? Eh, Alan…? Ti pare poco…??!”
“Aria”
invocò con angoscia il capo della Neuro, da poco rinvenuto “ha bisogno d’aria,
Tracy, per rispondere!”
“Agli
ordini!” rispose il collega della Cardiaca.
Il
ragazzo, dopo aver introitato un’abbondante porzione d’ossigeno, mise una mano
sulla spalla di lei: “Credimi… non l’avevo invitata io” le spiegò, sempre
negando col capo “me la sono ritrovata nel letto quando mi sono svegliato…!”
Il
povero Marlowe aveva ormai le dita completamente attorcigliate. Non si faceva
soverchie illusioni: non erano molte le donne che avrebbero creduto a una
spiegazione del genere![2]
Fortunatamente, la direttrice della Neuro haneokiana non era una femminista
troppo radicale e la stessa ragazza aveva abbastanza voglia di credergli…
conoscendo poi il carattere di Rina Takamya, la cosa dopotutto era plausibile.
Tuttavia la domanda le sorse spontanea: “E cosa ci faceva, quella, in casa tua?!”
Alan
sospirò, poi annuì conciliante. Se voleva davvero recuperarla, era il caso che
le dicesse tutto. Con un gesto le indicò la panchina e i due tornarono a
sedersi.
***
“E
questo è quanto…!” terminò di spiegarsi il detective, con un tono di voce
abbastanza flebile, mentre si fissava le mani giunte, poggiate sulle ginocchia.
Lisa
rimase per molto in silenzio, guardando fissamente davanti a sé. Il suo
compagno non aveva omesso nulla: né la “proditoria imboscata” di Rina quand’era
rientrato dopo aver scoperto la sua identità, né il confronto serrato avuto con
lei, né la “resa psicologica” che l’aveva indotto a confessarle tutto e nemmeno
la crisi finale che lo aveva spinto ad abbandonarsi piangente sul suo grembo,
accettandone il conforto più o meno spontaneo.
La
rivelazione di quell’ultimo particolare aveva chiaramente fatto sobbalzare
Lisa, mentre una fitta dolorosa si faceva sentire all’altezza del petto. Era piuttosto
duro constatare che un’altra ragazza (e proprio quella per di più) fosse riuscita a incrinare in quel modo la spessa
scorza del suo “duro” segugio, prima ancora che potesse riuscirci lei!
I collaboratori
di Marlowe erano sbiancati mentre il loro responsabile autorizzava quell’incredibile
serie di messaggi e Watson, da parte sua, s’era detto che il collega doveva
essere proprio partito!
Al
contrario, il capo della Neuro aveva deciso di perseguire la strada della
massima trasparenza. In fin dei conti la sua sezione era rimasta profondamente
colpita dal coraggio di quella ragazza che, dopo essersi vista scoperta, invece
di rendersi irreperibile, aveva atteso gli eventi, forte della sua tranquilla coscienza.
Questo
ad Alan bastava per accettare - pur non condividendole in linea di principio -
le ragioni che avevano spinto Lisa Haneoka a trasformarsi in Saint Tail,
continuando a celargli la sua vera identità anche dopo avergli manifestato i
suoi sentimenti nella propria veste di ladra. Perciò, se adesso lei, una volta dichiaratasi
esplicitamente anche come Lisa, pretendeva da lui la massima sincerità, quella
avrebbe avuto. Costasse quel che costasse!
“Non
avrei mai pensato” ruppe lei finalmente il silenzio “che Rina sapesse mostrare
questo lato di sé…. né che tu avresti mai parlato di lei con tanta
benevolenza!”
Alan
si girò, notando il suo viso scuro e gli occhi puntati a terra. Spostando lo
sguardo si accorse anche delle braccia rigide e delle mani chiuse. Avvertì allora
un leggero brivido…
“Beh,
vedi… il fatto è che… frequentandola continuamente…” anche Lisa si girò dalla
sua parte e l’incrocio del suo sguardo gli procurò un secondo brivido, un po’ più
forte “…sul lavoro, intendo…” puntualizzò “…ho constatato che… era molto meglio
di quello che sembrava!”
“Ah…!
Ma davvero?!”
Arrivò
un terzo brivido, ancora più forte… e Marlowe si rese tardivamente conto di
aver calcato un po’ troppo la mano.
“No,
voglio dire…” deglutì, sentendo improvvisamente una vampata di caldo “…ho solo capito
che… non era poi così boriosa e superficiale come credevano tutti! Sai…”
“E
perché l’hai baciata?”
Lui
trasalì e prese tempo, studiando attentamente il disegno formato dai cubetti di
porfido del piancito: “B… beh…”
Non
si sentiva più così in forma come aveva dichiarato per convincere Lisa ad
accompagnarlo fuori. I brividi di freddo non volevano cessare e la fronte
continuava ad idratarsi, nonostante lui la tergesse con insistenza. Comunque,
Philip Marlowe stava molto peggio di lui!
“Cosa
facciamo?” si domandò, angosciato, comprimendosi la testa “Cosa posso mai fargli
rispondere…?!”
“Digli
che ha risposto a una sua avance, Phil” gli suggerì Sam Spade, attraverso il
comunicatore intersezionale “è l’unica soluzione!”
Figurarsi!
Che altro poteva proporre il responsabile della Genetica?
“Non
ha risposto a una sua avance… non posso fargli dire questo! Se Lisa parlasse
con Rina e scoprisse che non è la verità, sarebbe un disastro totale!”[3]
“Non
credo sia il tipo da andarglielo a chiedere!” intervenne Watson, sorprendendo
sé stesso *Adesso mi tocca pure aiutarlo…!* pensò.
“Ok,
Jim: convengo che è improbabile! Ma se succede…?!”
“Allora
digli che ha ceduto alla libido” disse ancora Spade “ma sbrigati!”
“Sei
il solito porco, Sam! Io…”
“Phil,
faccia come dice. È un ordine!” comandò, secco, A1.
Il
capo della Neuro non ebbe altra scelta. Fece assumere ad Alan un sorrisetto
tirato, lo lasciò arrossire quanto voleva e lui rispose: “Beh… è stato un
momento… così… sai come siamo, noi ragazzi, no? Mi disp…”
“L’ami…?”
“Co…
come…?” chiese, la voce tremante per un nuovo brivido.
“Non
fare finta di non capire, Alan…!!” sbottò lei, veemente.
“Beh,
io…”
La
compagna, esaurita la pazienza, lo afferrò per le spalle e lo scosse come un
pupazzo. Gli organici che non fecero in tempo ad aggrapparsi a qualcosa, finirono
inesorabilmente con le chiappe per terra!
“ALLORA…??!”
gli gridò poi, direttamente sul muso, dopo avere ripreso fiato “LA AMI O
NO…?!!”
I
rilevatori acustici registrarono dei parametri superiori a quelli del grido di
Rina quando aveva sorpreso i due “avversari” a baciarsi nella pinacoteca… mentre
i sensori termici di Wolfe constatarono che ad Alan era indubbiamente tornata
la febbre!
Il
giovane teneva il capo abbassato e sembrava incapace di muoversi; tanto meno di
rispondere. Ma Lisa non si dette per vinta.
“Alan”
sibilò “guarda che, se non mi rispondi entro cinque secondi, fra noi sarà tutto
finito!! E guardami” aggiunse, sollevandogli il mento di scatto “non fare il
vigliacco!!”
Il
ragazzo la fissò, come ipnotizzato. Da quegli occhi azzurro cielo non stavano
sgorgando lacrime, ma solo tutta la risolutezza che può detenere una donna
innamorata. E gelosa.
“Tu sei il mio eroe, non un vigliacco” dicevano quegli occhi “e
non ti consentirò di comportarti come tale!”
A
questo punto Philip Marlowe, direttore dell’Emotiva asukiana, smise di
comprimersi la testa. Prese quindi un profondo respiro e drizzò le spalle. La
sua collega saintailliana gli aveva dato la scossa mancante. Non gli occorreva
altro.
“Sì…”
rispose finalmente lui, senza più abbassare la testa “…mi sono innamorato di
lei, Lisa!”
***
Di
fronte a quella tranquilla confessione, la ragazza chiuse gli occhi e li
strizzò… il ragazzo la sentì respirare, percependone chiaramente gli sforzi per
non emettere un eventuale singhiozzo. Poi tornò a riaprirli, ma girò la testa
di lato per non guardarlo.
Alla
Neuro, Marlowe strinse i pugni, imponendosi il massimo della concentrazione. Da
quel momento in poi, non sarebbero più stati consentiti errori!
“Lisa…
ora ascoltami bene…”
“No…!!”
rispose lei, con voce soffocata, cercando di contenere l’improvviso tremito
delle spalle.
Lui
respirò ancora a fondo e insistette: “Ti prego, ascoltami: tu mi hai chiesto la
verità… e io te l’ho detta. E lo sai che sono incapace di mentire!”
“Lo
so… purtroppo!”
Perplesso,
Alan corrugò leggermente la fronte: “Come purtroppo…??!”
“Già,
purtroppo” ribadì la sua compagna, sempre girata dall’altra parte “magari stessi
dicendo una bugia!”
Il
ragazzo afferrò il concetto e si concesse un sorriso lusingato, approfittando
del fatto che lei non poteva vederlo.
“Ma
vedi, cara” a quell’appellativo, il tremito delle spalle di Lisa sembrò
accentuarsi “il fatto che mi sia innamorato di Rina, non mi impedisce di amare
anche te!”
“Bella
consolazione…!!” esclamò lei, lasciandosi suo malgrado scappare un singulto.
Il
capo della Neuro si appoggiò un lato della fronte sulle dita, come per
richiamare tutte le sue facoltà… e il fedele Murdock si premurò di tamponargli
il sudore sul lato opposto.
“Sì,
mi rendo conto… però, vedi… io amo te da molto prima! Cioè… quando volli
incontrarti nel parco e ti parlai da quella cabina laggiù… quella sera io capii
che mi ero innamorato di Seya… cioè di te… e quando mi dicesti che non avresti
voluto venir catturata da nessun altro… io divenni il ragazzo più felice del
mondo… perché capii di essere ricambiato dalla fantastica ragazza che inseguivo!”
“…e
che dicevi di voler catturare a tutti i costi… a prescindere dalla sua vera identità!”
Lisa
si era voltata di nuovo verso di lui. I loro sguardi tornarono a incrociarsi.
“Deglutire,
Metabolica!” ordinò Marlowe.
“Ricevuto!”
rispose Wolfe.
“Ed
era vero… ma poi, vedi… quando mi sono accorto di essermi innamorato anche di
Lisa… mi sono sentito… come dire… confuso!”
“Confuso…?”
“Cioè…
non capivo cos’era ad attirarmi verso di te - verso Lisa - a dispetto della
passione che provavo per Seya… insomma,
non mi sembrava di essere il tipo portato a tenere il piede in due scarpe!”
“Ah,
no, eh…??!”
Il
detective ebbe un sussulto… e Marlowe si diede una pacca sulla fronte, dandosi
dell’idiota. Chiese poi a Tracy di riempire al massimo i polmoni e a Kirby di
alzare una mano.
“Aspetta…
fammi finire… se m’ero innamorato di entrambe le tue identità… era perché mi
ero reso conto… che ciò che mi attirava in Lisa era la sua somiglianza con
Seya… e anche quando inseguivo Seya… mi sembrava sempre più simile a Lisa!”
“E
allora…?” chiese impaziente lei, incrociando le braccia.
“Beh…
non è facile da spiegare” si terse di nuovo la fronte “comunque… Seya mi
piaceva per il suo coraggio e la sua generosità… mentre Lisa mi piaceva per la
sua dolcezza e la sua spontaneità. Scegliere una di voi due… avrebbe significato
rinunciare alle qualità dell’altra! E così, da quel momento… ho desiderato
ardentemente… che voi due foste la stessa persona!”
Lei
gli rivolse un sorriso affettuoso, ma triste: “Volevi la donna ideale… eh, Alan?!”
chiese.
Lui
tacque per un istante, ma poi annuì, con decisione: “Sì… e l’ho trovata: sei
tu!”
A
parte un discreto rossore spuntatole sulle guance, la donna ideale non fece una
piega, rimanendo a fissarlo con le braccia conserte: “E Rina…?”
Lui
riabbassò lo sguardo, sospirando: “Quando… ho scoperto la verità su di te… sono
stato assalito dal dubbio che i tuoi sentimenti non fossero sinceri… ero
disperato!! E lei… beh, mi è stata vicina!”
“Già…
altrochè…!” commentò Lisa, con amaro sarcasmo.
Il
povero Marlowe si diede dell’idiota un’altra volta, mentre Watson commentava polemicamente
che, se non altro, la biondina aveva evitato di spogliarlo nudo!
“Già…
beh… ammetto che mi ha sorpreso! Insomma, l’avevo sempre considerata una
ragazza presuntuosa e superba… mi aspettavo che mi schernisse per il fatto che,
in fin dei conti, aveva avuto ragione lei: cioè sul fatto che tu fossi Seya. E invece…
niente di tutto questo!”
“L’hai
proprio rivalutata, eh?!”
“Come
potevo non farlo, Lisa? Non ha nemmeno cercato di tirarmi dalla sua parte
rinfacciandoti l’inganno della tua doppia identità! Tu non ci crederai… ma ha
persino ammesso di capire un po’ le tue ragioni!”
“Ma
non mi dire! E naturalmente tu sei più che certo che fosse sincera! Mm…?” gli
chiese, con uno sguardo decisamente obliquo.
“No,
non lo penso: ne sono sicuro!”
“Davvero?!
E in base a cosa…?” ribatté la ragazza, sarcasticamente.
Alan
si alzò in piedi: “Lisa… ti ripeto che, se vuoi, puoi anche non credermi” aveva
assunto il suo stesso tono ironico “ma le ho chiesto di permettermi di parlare
con te… le ho detto che non ti avrei voluto arrestare e che avrei tentato di
convincerti a smettere di fare la ladra” adesso la fissava con severità “tu pensi
proprio che, se lei non fosse stata sincera, adesso saresti ancora a piede libero?”
La
ragazza trasalì e rimase senza fiato. Per quanto fosse assurdo e incredibile, i
postumi dei traumi di essere prima scoperta da Alan, poi da Rina, poi di sapere
che quei due si erano (più volte) baciati le avevano impedito di riflettere sul
pericolo corso. Così, non aveva nemmeno pensato d'andare a rifugiarsi, per
esempio dalla sua amica Mara (la novizia della cappella dell’Istituto Saint Paulia)... era
semplicemente rientrata a casa, con l’ovvio rischio di vederci arrivare i
poliziotti per arrestarla e condurla in prigione!Come aveva potuto essere così incosciente?
Possibile che il pensiero di perdere il suo amato inseguitore a vantaggio della
sua “nemica” avesse completamente cancellato il pensiero di subire una severa
punizione dalle autorità e soprattutto quello di angosciare sua madre e di
sconvolgere suo padre (che nulla sapeva delle sue gesta notturne)?
Possibile.
Perché, quando il solo pensiero del ragazzo amato ti fa sospirare… quando la
sola vista del suo profilo sul banco di scuola ti fa rabbrividire… quando il
rumore dei suoi passi che ti inseguono nella notte ti fa ribollire il sangue
nelle vene… quando il suo abbraccio nel salone di una pinacoteca ti scalda
dolcemente il cuore assieme alle sue parole affettuose (che avrebbero dovuto
invece essere dure)… quando infine il suo bacio fantastico ti fa salire
direttamente in paradiso… solo questo ti importa veramente: non fartelo
soffiare da nessuna: sarebbe proprio
il colmo dei colmi per una ladra…!
C’era
poi un altro particolare che la sconvolgeva ancora di più: il fatto che Rina
non l’avesse fatta arrestare di sua propria iniziativa!
Sarebbe
stato facile: bastava che la denunciasse a suo zio… e Alan non l’avrebbe potuta
coprire, perché il suo senso dell’onore non gli avrebbe consentito di
mortificarla attraverso le menzogne. Rina si stava dimostrando una persona
fondamentalmente onesta: era innamorata del suo
Alan, ma lo lasciava libero di scegliere fra loro due! Da una parte tutto ciò
la compiaceva, dal momento che avrebbe sicuramente apprezzato il fatto di diventarle
amica; ma dall’altra la riempiva di timore, perché constatava che anche Alan,
in quei giorni eccezionali, aveva decisamente rivalutato le qualità della sua
“assistente coatta”, tanto da essersene - testualmente - innamorato!
“Cosa
devo fare…?” chiese a sé stessa. Ma, inconsciamente o meno, lo fece a voce
alta.
“Devi
scegliere, Lisa: o me o Seya!”
Lei
si volò di scatto e lo fissò, corrugando la fronte.
“Che
vorresti dire…?!” gli chiese, severamente “Che se io continuerò ad agire come
Seya, tu mi arresterai?”
Alan
sorrise e scosse la testa: “No… ed è ciò che ho detto anche a Rina. Non ti farò
finire in galera, solo per avere aiutato tutte quelle persone truffate!”
“E
allora che cosa farai?” insistette la ragazza, respirando di sollievo.
“Mi
ritirerò, Lisa. Dirò al sindaco che rinuncio all’incarico. Ma è chiaro che, se
tu continuerai la tua attività illegale, lo zio di Rina ti farà inseguire da
qualcun altro… magari da sua nipote stessa!”[4] al
pensiero gli scappò un involontario risolino.
“La
cosa ti divertirebbe?!” chiese lei, con voce chiaramente irritata.
“No”
rispose lui, tornato subito serio “ed è per questo che mi auguro di cuore che
tu accetterai di smettere!”
La
ladra sospirò e parve meditare a lungo.
“Alan…
non è solo per farmi inseguire da te che indossavo i panni di Seya. Tu lo sai, vero…?”
“Sì,
lo so! Se ti può consolare, ho chiesto a mio padre di avviare delle indagini
accurate sugli affari di Genzo Katamura. Sono sicuro che prima o poi riusciremo
a incastrarlo e il quadro che tu eri andata a prelevare tornerà finalmente al
suo autore. Ci sono anche dei metodi legali per proteggere le persone oneste
dai mascalzoni. È anche per questo motivo che ho deciso io stesso di diventare
un detective!”
“Anche…? E quale sarebbe, allora, il
motivo principale?” domandò lei, con un sorriso più che spontaneo.
“Beh,
ma che domande” fece lui, con fare da uomo vissuto “quello di inseguire le
ladre, no?”
Pochi
secondi dopo i due ragazzi scoppiarono a ridere. Quindi si abbracciarono
teneramente e si diedero il loro terzo bacio… che, con i suoi 290 punti, riportò
il C.R. di Lisa/Seya a quota 1127, nuovamente nella zona dell’amore.
Quando
le loro labbra si staccarono, però, il viso di Haneoka era tornato ad assumere
un’espressione severa: “E se io sceglierò te… tu chi sceglierai? Me o Rina…?”
Lui
sorrise impercettibilmente e le rispose: “Quella che bacia meglio…!”
“SPADE…!!!”
gridò Marlowe, sinceramente scandalizzato. Il collega della “Ripro” non aveva
resistito alla tentazione di inserirsi nel canale della Sensitiva!
“Era
per allentare la tensione… volevo solo aiutarti, Phil!”
“Quando
avrò bisogno del tuo aiuto, te lo chiederò io!! E adesso prega il tuo dio che
non s’incazzi…!”
Non
s’incazzò… non troppo, perlomeno.
“Non
sapevo fossi anche un pervertito” replicò, col faccino tutto rosso “è proprio
una settimana interessante, questa qui! E quando uscirà il verdetto, si può sapere?”
“Molto
presto… credo!” disse lui, con tono leggero.
La
ragazza sbuffò, stizzita: “Andiamo, dai” disse poi “ti accompagno a casa!”
***
Lana
Orion, nome in codice “LS1”, Coordinatrice Organica di Lisa Haneoka/Saint Tail,
guardò espressivamente la sua responsabile neurologica.
“Ambiguo,
il ragazzino, eh…?”
“Non
si preoccupi, signora” rispose Virginia Breed[5], la
direttrice della Neuro “noi abbiamo pur sempre questa…!” e le mostrò la chiave
di blocco relazionale, a suo tempo sottratta alla Neuro di Asuka[6] “quando,
nell’elaboratore emotivo di Marlowe, il punteggio di Lisa raggiungerà quello di
Rina, il C.R. di quest’ultima crollerà inesorabilmente!”
LS1
annuì: “Già… vero. A meno che la signorina Takamya non effettui qualche mossa particolarmente
drastica!”
La
subordinata impallidì: “Crede che lo farebbe…?!”
“Beh,
dati i precedenti… non dimentichiamo che gli si è già infilata nel letto!”
L’altra
parve meditare per qualche momento. Poi replicò: “Se lei pensa che esista
questo rischio, signora… allora ritengo sia il caso di prevenirlo!”
“Si
spieghi meglio, miss Breed!” l’esortò la Coordinatrice, fissandola
attentamente.
“Ecco…
pensavo… e se la effettuassimo prima noi, una mossa particolarmente drastica…?”
LS1
sgranò gli occhi, incredula e, nel medesimo istante, Sammy Spade venne scosso
violentemente da un telepatico brivido…!
“Che
le succede, signore…?” gli chiese un assistente.
“Fa
freddo, quaggiù…!” rispose il capo-sezione, fregandosi le braccia “Accidenti a
chi ha avuto l’idea di strutturare le genetiche maschili all’esterno…!”
L’altro
non fece commenti.
[1] L’Organic Coordinator di Alan intende riferirsi a quando Lisa, a scuola, aveva dato al ragazzo del “superinsensibile” dopo che già lo aveva fatto in precedenza nelle vesti di Seya (cfr. sempre l’episodio 4).
[2] Sarebbe interessante, a questo proposito, proporre un sondaggio fra le lettrici… ma forse è meglio di no!
[3] Come ricorderete dal capitolo 11, il primo bacio fra Alan e Rina è partito del tutto spontaneamente da parte del ragazzo, impressionato dalle dichiarazioni di lei durante quella famosa colazione (…da Tiffany)!
[4] Questa frase l’aveva suggerita Watson!
[5] In onore della collega Breed107.
[6] Vedi nota 4 del capitolo 6.