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Autore: hamsjk    02/02/2014    1 recensioni
‘’Sei piccola, goditi le cose che puoi fare in quest’età e smetti di fare la donna vissuta!’’.
Le parole di Samantha rimbombavano in tutta la casa, sempre, tutti i giorni, ininterrottamente; io e mia sorella non siamo andate mai d’accordo eppure la differenza d’età era minima, solo tre anni, ma credo che il vero problema sia la differenza radicale tra di noi, non credo capirebbe mai il mio mondo, e io probabilmente non capirei il suo.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       Inner War.
                   
                                                                           02. imagine demons.


Demon sapeva che quello era un colpo fin troppo duro, anche per Charlotte, aveva pensato più volte, nei giorni precedenti, alla sua possibile reazione, tutte erano una più adatta dell’altra, ma nessuna si avvicinava, neanche lontanamente, a quella che ebbe.
Gli scoppiò a ridere in faccia.
«Ridi?» sussurrò confuso «Perché ridi?».
«Un demone? Ma per favore!» fece la ragazza, ridendo talmente forte che i passanti quasi si fermarono.
«Non mi credi?» replicò lui.
«Certo che no! Per chi mi hai preso? Per una bambina?» esclamò agitando le mani arrabbiata.
«Spiegami perché dovrei mentirti. Dammi una motivazione, avanti.» pretese il ragazzo.
«Che ne so io! Sei sempre stato difficile da capire, non so cosa ti frulla nel cervello che ti ritrovi.» disse vacillando.
«Ah si? Ora sono difficile da capire?»
«Oh si, eccome.»
«Ma che blateri?»
«Cosa cazzo hai per la mente? Cosa vuoi da me?» gridò sul punto di un esaurimento nervoso Charlotte.
«Non voglio niente da te.»
«Perfetto.»
«Voglio te.» sussurrò tirandola a sé e circondandole la vita con le braccia «Per la testa ho solo te, ma devi credermi, Lottie.»
La ragazza fu sorpresa dal suo gesto e quasi non credette a quello che fece, voleva svegliarsi, ma quello non era un sogno.
«Demon, non capisco.»
Il ragazzo la lasciò e si sedette sul muretto di fianco a lei.
«Vedi, Charlotte, essendo un demone, non pericoloso, chiariamo, non ho il DNA di voi umani
Quando disse ‘’umani’’, Demon, parve come se volesse dividere radicalmente le due specie, come se volesse liberarsi dell’etichetta ‘’umano’’, il suo era come a dire ‘’io non sono come voi, sono diverso e non faccio parte della vostra ‘’setta’’, siamo due cose opposte, non mescolateci’’, come se volesse distaccarsi da loro, gli umani.
«E quindi?» pronunciò confusa.
«Quando siamo andati a letto, io ti ho attaccato dei miei geni, ecco, si.Quand»
«Eh?» borbottò, Charlotte, confusa «Spiegati.»
«In pratica, ora, anche tu sei un demone
Le pupille di Charlotte si dilatarono a vista d’occhio, proprio come la sua bocca, che rimase aperta per qualche secondo.
«Cosa?»
«Non sei completamente un demone.» fece una pausa «Ma non sei neanche un’umana.»
«Vai a fanculo, Demon.»
«Charlotte, devi ascoltarmi.»
«Allora parla.»
«Qui sei in pericolo, non sei come tutti loro
«Magari ora dovrei pure andarmene, eh?»
«Devi. Dobbiamo.»
«Io con te non vado da nessuna parte, sia chiaro.»
«Ma cosa diavolo ho fatto?»
«Te ne sei andato, con una scusa ridicola, e mi hai lasciata sola.»
«L’ho fatto per proteggerti.»
«No, basta, non ti credo.»
«Non mi credi? Ok, rimani qui, e se ti succede qualcosa, non venire a chiamarmi.» disse mettendosi le mani in tasca e camminando sempre più lontano da lei.
Anche questa volta, Charlotte, era rimasta sola, e forse lo sarebbe rimasta a lungo.
 
                                                                                                                 *
 
  
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