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Autore: elekus483    02/02/2014    1 recensioni
WARNING: Spoiler ottava stagione: 8x06
Continuava a ripetersi che cosa aveva fatto e più guardava il fratello più il senso di colpa aumentava. A malapena si accorse di Garth che lo stava chiamando;la sua voce era lontana, o forse era lui stesso che era lontano e non si rendeva pienamente conto di quello che gli aveva detto il ragazzo, finchè nella sua visuale non entrò un uomo e gli disse di allontanarsi che ci avrebbero pensato loro a Sam; ma Dean non era di questa opinione. Non voleva lasciare Sam, non dopo tutto quello che gli aveva detto, e fatto. Venne allontanato con la forza, mentre chiamava il fratello e tentava di rassicurarlo: “Sammy! Resisti Sammy, sono qui. Resisti!”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Eccovi come promesso il secondo e ultimo capitolo :) ho  impiegato mesi per scrivere un finale decente e non mi convince granchè :/ spero che a voi possa piacere :) E spero che vi piaccia anche tutto il resto, sarei anche curiosa di sapere che cosa ne pensate :P  Grazie per quelli che la leggono/seguono/ recensiscono etc...:) Alla prossima:) 

CAP.2

Erano passate quattro ore dall'incidente e Sam non si era ancora svegliato.
I dottori avevano rassicurato Dean e Garth sul caso, dicendo loro che la ferita non era così grave, che Sam non aveva avuto nessun problema durante l'intervento ed erano abbastanza fiduciosi nel suo risveglio. Garth era sollevato, e dopo tante ore potè sorridere di nuovo. Lo stesso non si poteva dire per Dean; sebbene fosse più tranquillo sapendo che Sam era ormai fuori pericolo, provava per sé stesso rabbia e disgusto: come aveva potuto fare una cosa del genere al suo fratellino? Come aveva potuto cercare di ucciderlo?
“Non eri in te Dean! Quello che parlava in quella stanza era lo spirito, era lui che si è impossessato della tua mente e ti ha fatto dire quelle cose! Non è colpa tua” cercava di farlo ragionare Garth, ma fu inutile.
“Ok, sarà stata anche colpa della maledizione, ma io ero veramente arrabbiato con lui, ero veramente furioso e volevo ucciderlo! Avrei potuto combattere per oppormi a questo..desiderio ... e invece non ho fatto niente”
Si passò una mano sul viso e chiese gentilmente a Garth di lasciarlo da solo. Garth annuì ed uscì fuori dalla stanza.
Dean una volta calmatosi, si voltò verso suo fratello, disteso sul letto ancora addormentato. Aveva il viso pallido e alcuni tubicini attaccati alle braccia; non poteva sopportare di vederlo in quello stato, e voleva invece che si risvegliasse e che andassero via da quel posto al più presto. Eppure aveva anche paura del suo risveglio, poiché non sapeva se Sam l'avrebbe mai perdonato per quello che gli aveva fatto.
“Mi dispiace Sammy, non ero in me..mi dispiace” gli sussurrò, chinando la testa e facendosi piccolo di fronte al senso di colpa che lo stava distruggendo.
“Non sei tu quello a dover chiedere scusa, Dean” mormorò Sam all'improvviso, voltandosi verso il fratello.
Dean, sorpreso, alzò di scatto la testa e sorrise nel vederlo sveglio.
“Ti sei svegliato....” sussurrò, ma poi guardandolo il sorriso gli scomparve dalle labbra
“Come sarebbe a dire che non sono io a chiedere scusa? Ti ho sparato Sam...e..”
“No, Dean” lo interruppe il fratello “E' stato un incidente...”
Fu la volta di Dean a interromperlo.
“Non dirlo ancora una volta, Sam. Sappiamo entrambi che non è stato un semplice incidente! Ti rendi conto che potevo ucciderti? Ti rendi conto che saresti potuto morire?”
Al pensiero Dean chiuse gli occhi e scosse la testa, non volendo nemmeno immaginare quello che sarebbe potuto succedere.
“Ok,” disse tranquillo Sam “Ma...sta di fatto ..che ...tutto quello che hai detto è vero”
Dean alzò lo sguardò sul fratello e tutto quello che vide sul viso di quest'ultimo fu un grande senso di colpa e un'infinita tristezza.
“Non dire che non lo pensavi veramente; è la verità. Erano tutte scelte quelle che ho fatto, ma avevano uno scopo, non le ho fatte a caso, solo perchè mi andava o perchè non me ne importava niente di te” la sua voce tremava, e sentiva già un bruciore agli occhi. Continuò, sotto lo sguardo preoccupato di Dean:
“Scusami se non ti ho cercato, scusami se sono scappato da quello che facciamo, da quello che siamo, ma...”
Una lacrima scese per la guancia prima che potesse fermarla, tremò leggermente al solo ricordare tutto quello che aveva patito in quei momenti.
“Quando ..sei...sparito ..io, mi sono trovato completamente solo Dean ed è stato terribile. Avevo perso tutta la mia famiglia, Bobby, Castiel e perfino te, non mi era rimasto più nessuno al mondo. Ero disperato, n-non...riuscivo a reprimere questo grande dolore, questa sofferenza che provavo, mi stava uccidendo, e se da una parte mi dicevo che sarebbe stato meglio non pensare a quello che era successo e darsi da fare a cercarti, dall'altro pensavo che sarebbe stato tutto inutile, che non sarei mai riuscito a trovarti , perchè....” a fatica represse un singhiozzo, che fu notato ugualmente da Dean, il quale si avvicinò di più a Sam e dolcemente gli chiese:
“Perchè Sam?”
Le sue parole però non ebbero l'effetto desiderato, l'unico risultato fu Sam che cercava di allontanarsi da lui, e si agitava sempre di più.
“Hey..Sammy, calmati. E' tutto a posto, andrà tutto bene.” lo rassicurò Dean e aggiunse piano : “Sono qui.”
“Scusami” rispose Sam, cercando di ricomporsi.
Dean scosse la testa e disse:
“Non scusarti; continua a raccontarmi. Perchè pensavi che sarebbe stato inutile cercarmi?”
“Quando sei andato all'inferno, io mi ero promesso che avrei trovato un modo per salvarti. E invece non ce l'ho fatta. Tu sei ricomparso all'improvviso, salvato da un angelo e non da tuo fratello, che si era alleato con un demone” sbuffò, ridendo tristemente “La verità è che sono stato un incapace e per paura di fallire ancora non ti ho cercato dopo che sei sparito; sono solo un codardo” altre lacrime scesero dai suoi occhi seguite da un pianto liberatorio.
Dean lo guardava desolato, mai aveva pensato che suo fratello potesse pensare di sé stesso una cosa simile e mai aveva pensato a quello che aveva dovuto subire in quell'anno.
“Sammy, hey, Sammy guardami” Dean gli prese il volto con le mani, cercando un suo contatto visivo.
“Tu non sei un fallito, hai capito? Non lo sei mai stato! E ancora meno un codardo!”
“Ma se non lo fossi stato, ti avrei cercato...”
“Non dopo quello che hai dovuto passare”
Sam lo guardò confuso e Dean continuò:
“Mi dispiace Sammy, non avevo pensato a quello che hai dovuto sopportare quando mi hai visto sparire così all'improvviso, davanti ai tuoi occhi. Mi dispiace se da quando sono tornato ti tratto male, solo perchè non mi hai cercato e invece hai trovato quello che desideravi da sempre: una vita normale, con una ragazza, una casa e un po' di felicità. Sono stato solo uno stupido..”
“Lo siamo stati entrambi allora” disse Sam sorridendo tra le lacrime.
Dean pure sorrise, ma non lasciò il contatto visivo con lui.
“E' tutto a posto allora?” chiese Sam, con precauzione.
“Si..” sussurrò Dean “Si, siamo a posto” sorrise. Prima che potesse aggiungere qualcosa, Garth si fiondò all'interno della piccola camera d'ospedale e col sorriso a trentadue denti esclamò:
“SAAM!!!Ti sei svegliato!!”
Prima che Dean potesse fermarlo, Garth era già ad abbracciare Sam, che seppur ancora debole rispose con calore anche lui.
“Come ti senti?E' tutto ok?” chiese Garth una volta scioltosi dall'abbraccio.
“Si, Garth, ora si. ...” rispose Sam con un sospiro.
“Bene..e..” si volse a guardare Dean il quale lo anticipò nella risposta:
“Siamo a posto”
Garth sorrise sollevato dalla piacevole notizia.
“Ah..e cosa ne è stato del penny..?” chiese Sam improvvisamente ricordandosi.
“L'ho fuso...” rispose Garth sorprendendo Dean che a differenza di Sam si era completamente dimenticato di quel penny. Nelle ultime ore aveva avuto un solo pensiero in mente ed era suo fratello.
“Ah....ma, non è successo niente quando l'hai toccato??” chiese Sam sbalordito.
“No, niente di niente...” rispose Garth, sempre sorridendo.
“Com'è possibile?Come mai non ti ha fatto impazzire come tutti gli altri?” chiese Dean “Insomma, capisco il ragazzo che l'ha rubato, giovane e innocente ma ..tutti ad un certo punto della vita sentono di essere stati fregati....?”
“Non io, amico. Mi sono liberato di tutto con l'aiuto del mio yogi...il mio Sega Mega Drive...”
“Dovresti farlo anche tu...” aggiunse rivolgendosi a Dean.
“Subito...” rispose quest'ultimo per poi mettersi a ridere seguito da Sam.
Per la prima volta dal suo ritorno dal Purgatorio Dean si sentì completamente rilassato e sereno. Aveva parlato con suo fratello, avevano chiarito, si erano perdonati a vicenda e sentiva che le cose tra loro da quel momento in poi sarebbero state migliori.

 

 

  
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