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Autore: Giulia23    02/02/2014    12 recensioni
SEGUITO DELLA FANFICTION "TIMELESS" DA ME SCRITTA e senza la quale non capirete poi molto =)! Non posso scrivere molto della trama senza spoilerare la prima parte, ma spero che questo vi piaccia e vi invogli a leggere la storia : < Devi smetterla, devi smetterla di metterti in mezzo.> le ringhiò contro Klaus, afferrandola rudemente per un braccio e portandola contro di sé. Era furioso con lei, ma il desiderio di stringerla tra le braccia era sempre stato più forte di qualsiasi turbamento, qualsiasi furibonda discussione.
< Volevo aiutarti, non volevo mettermi in mezzo ma se è questo che pensi, puoi stare tranquillo! Non entrerò più nella tua vita!> urlò per tutta risposta Caroline mentre si dimenava furiosamente tra le braccia di Klaus, ma una fitta alla schiena la fece tremare sulle sue stesse gambe. Klaus accorse a sorreggerla prontamente e la cullò contro di sé e chiuse gli occhi nel tentativo di cancellare la visione della sua Caroline così sofferente.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve ragazze! Allora vorrei specificare una cosa prima di lasciarvi al capitolo, il pargoletto verrà chiamato con appellativi buffi come “esseruncolo” nel corso del capitolo. Non perché io odi i bambini, ma perché penso come penserebbe Caroline che non ha ancora accettato la sua gravidanza in pieno. E poi la trovo una cosa sarcastica e giocosa, un po’ megalomane ( per non dire affettuosa ) proprio come è Caroline! Detto questo vi lascio alle innumerevoli rivelazioni del capitolo, buona lettura ;)!
 
 
 
 
Allontanare le sue labbra frementi da quelle anelanti, ingorde e disperate di Klaus fu un vero problema. Avrebbe fatto l’amore con lui in quel medesimo istante, esaudendo il desiderio colmo di disperazione dell’ibrido, affogando i problemi nella carne morbida di lui, ma dovevano parlare. Caroline doveva raccontare ogni cosa a Klaus, dovevano capire quale fosse la minaccia che anche in questa epoca l’avrebbe uccisa, portandola via da quelle forti braccia che la stavano stritolando contro il corpo marmoreo di Klaus. Nessuno spazio, nessuna parte del loro corpo che non fosse a contatto.
Sentire la pressione delle braccia di Klaus che la faceva schiantare contro ogni centimetro del suo pezzo di paradiso le toglieva sempre il respiro. Non si sarebbe mai abituata a questo, a quell’amore totalizzante e cieco. Quella passione bruciante che a volte poteva ferire più del dovuto.
< Per quanto tempo sono mancata?> sussurrò Caroline prima che le labbra di Klaus piombassero di nuovo su quelle di lei, zittendola. Era un ottimo modo per farla stare zitta, pensò Caroline sorridendo.
Le mani di Klaus corsero al suo viso, per premerlo possessivamente contro il suo. Aumentando la pressione sulle loro labbra ormai arrossate.
< Tre giorni.> le rispose in un gemito di piacere misto ad angoscia. Un lamento che le comunicò tutto il cordoglio che lo aveva afflitto in quei pochi giorni in cui non aveva saputo nulla di lei.
Carolino tirò un sospiro di sollievo. Tre giorni, beh poteva andare molto peggio.
In quell’istante, senza preavviso le sue mani corsero alla sua pancia. Un pensiero quasi selvaggio, primitivo le aveva attraversato la mente senza realmente apparirle come un concreto pensiero. Era stato più un campanello d’allarme che l’aveva resa in un attimo nervosa, preoccupata.
Avrebbe potuto sforzarsi per sentire il battito del cuore di quel moscerino, ma riuscire a sentire quel piccolo rigonfiamento sotto le sue dita le aveva trasmesso una sensazione nuova, più concreta. Sorrise di sottecchi, rilassandosi mentre Klaus si allontanava quel poco da lei per osservare le mani di Caroline posate contro la sua pancia ed un nuovo, inaspettato sorriso illuminarle il viso.
L’Originale la guardò con espressione piacevolmente scioccata e sorrise. Un sorriso fiero, orgoglioso. Il sorriso di un padre, pensò Caroline mentre notava la scintilla di preoccupazione apparire e svanire sul suo viso l’attimo seguente. Si era concentrato sul battito del cuore dell’esseruncolo e si era subito tranquillizzato.
Avrebbe dovuto dire qualcosa, Caroline lo sapeva ma si sentiva pietrificata.
Si sentì soffocare. Non era pronta per parlarne, non era pronta a vedere quella scintilla di orgoglio negli occhi di Klaus. Lo avrebbe deluso, lei non era … pronta!
Non aveva accettato ancora nulla di quella soluzione, non poteva illuderlo così e non poteva sentire la pressione dovuta alla sua inadeguatezza. Perché era così che si sentiva, terribilmente inadeguata.
Realizzò in un attimo che doveva parlare con Liz. Con sua madre. Avrebbe aperto una battaglia senza fine con il suo ibrido super protettivo se fosse servito, ma doveva rivelare la sua gravidanza a sua madre, doveva avere dei consigli da lei… era un ibrido con diciannove sofferti anni sulle spalle, era diventata una donna ma aveva un dannato bisogno della sua mamma! Non aveva paura ad ammetterlo.
 < Sei tornata appena in tempo.>  la voce calda di Klaus la riportò alla realtà. L’Originale le avvolse le braccia attorno alla vita e la baciò sulla fronte, facendola rabbrividire al contatto della sua pelle con la bocca soffice dell’ibrido.
 < Per cosa?> domandò Caroline ad occhi chiusi, beandosi della perfezione che il suo uomo sapeva essere quando si trattava di capirla al volo, senza nemmeno parlare. Era sempre stato così, persino quando Caroline non faceva altro che allontanarlo, accecata da tutto il male che aveva fatto ai suoi amici, alla sua famiglia. Era stato l’unico a capire che lei non avrebbe mai voluto prendere quella maledetta cura e a dirla tutta era stato anche l’unico a chiederle se la volesse per sé.
Non le aveva fatto alcuna domanda sull’affaruncolo che portava nella pancia, nessuna pressione. Lui l’amava troppo per forzarla in alcun modo, anche quando si trattava del loro … loro. Punto.
 Era strano pensarlo. Effettivamente era loro, come mai nessun’altra cosa lo era stata nella sua vita.
Avvertì un nuovo brivido farsi strada fino al suo cuore. Ed era una sensazione nuova … possesso. Possesso animalesco, selvaggio. Era suo e nessuno glielo avrebbe portato via. Non glielo avrebbe permesso.
 < Il tuo compleanno.> sussurrò Klaus contro le sue labbra, prima di chiuderle in un bacio dolce, lento ma calibrato.
Si era dimenticata persino del suo compleanno, non poteva crederci. Tutti quei viaggi nel passato le avevano dovuto friggere il cervello. Aveva sempre adorato il suo compleanno, essere al centro dell’attenzione, delle coccole dei propri amici … era come una giornata in cui viveva il suo sogno da principessa. Lo adorava. Ma in quel momento c’era davvero altro a cui pensare.
 < Klaus dobbiamo parlare. Bonnie ti avrà detto di Tatia …> Caroline proferì il nome della sorella con voce strozzata, quasi flebile. Il dolore di averla persa, la paura di poter ancora leggere negli occhi di Klaus una qualche specie di attaccamento nei suoi confronti, la rendevano ansiosa.
L’Originale fece scorrere le mani lungo le braccia di Caroline sino ad intrecciarle alle sue mani. Solo allora la ragazza si accorse che la maglietta di Klaus era stropicciata, i suoi capelli spettinati e quelle occhiaie… avevano il colore della notte. Cosa aveva passato in quei tre giorni, per ridursi così?
 Liberò la mano destra dalla presa di Klaus e corse ad accarezzare quel viso … che la faceva impazzire. A partire da quel naso all’insù per arrivare ai suoi zigomi scolpiti, a quegli occhi così profondi, in grado di rispecchiare ogni più tenebroso meandro dell’anima di quell’essere così complicato … per arrivare  a quelle labbra. Oh le sue labbra carnose, soffici, umide … non c’erano termini in grado di descriverle.
 < Si … ma non sono riuscito a farle dire altro. Voleva che fossi tu a raccontare.> disse a denti stretti, con voce roca e rabbiosa. Ma il sorriso che accennò l’attimo dopo, agli angoli della bocca le fece capire che aveva rispettato Bonnie per quella decisione e sicuramente per la sua determinazione. Doveva essere stato duro resistere ad i metodi persuasivi di Klaus.
 < È un’amica leale, come Stefan.> osservò l’Originale, parlando più con se stesso che con lei. Era felice di sapere Caroline accerchiata di persone fidate, nonostante avesse pensato per un attimo di strappare le budella dei due” cari amici” e mostrarle ai loro occhi sino a quando non gli avessero detto dove Caroline si trovasse e soprattutto perché.
 < Hai dormito?> gli domandò all’improvviso Caroline mentre Klaus portava entrambe le mani della ragazza contro le sue labbra, per baciarle con una devozione tale da farla commuovere. La guardò di sottecchi e le rispose con un sorriso sghembo, malizioso.
 < Ti ho cercata ovunque, senza sosta. Ho mobilitato tutti per trovarti, ma sapevo saresti tornata da me.> quelle parole la fecero tremare dalla gioia e dal  … terrore.
 < Tornerò sempre da te. Devi saperlo.> sussurrò lei con le lacrime agli occhi prima che Klaus la stringesse di nuovo contro di lui e la baciasse. Era come se non la vedesse da anni, quel terrore che riusciva a percepire provenire dall’anima di Klaus … la faceva sentire vuota a sua volta.
 < Anche tu devi sapere delle cose. Ma vorrei prima celebrare il tuo compleanno, il giorno in cui … ho capito che non avrei più potuto fare a meno della tua presenza nella mia vita. Tu ed il tuo modo di tenermi testa ed insultarmi persino quando potevo essere la tua unica fonte di salvezza.> Klaus sorrise a quel ricordo e scrollò leggermente la testa, divertito. Posò la fronte contro quella di Caroline e fece scorrere le mani lungo il corpo della ragazza, saggiandone la consistenza familiare.
Caroline gli sorrise, solare e dolce come solo lei sapeva genuinamente apparire ed intrecciò le dita dietro la nuca di Klaus.
 < Mm … non mi sta bene.> sussurrò contro l’orecchio di Klaus che voltò il viso per guardarla sorpreso, ma divertito.
 < Non puoi salvarti facendomi un solo regalo. Compleanno ed anniversario insieme, non è giusto.> scherzò la ragazza mentre Klaus la prendeva in braccio, senza preavviso.
 < Non ho alcuna intenzione di farlo amore.> le rispose malizioso, prima di schizzare via da quella casa alla velocità della luce. Aveva aspettato il ritorno di Caroline tra quelle quattro mura tutto il giorno, tormentato dalla sua impotenza.
Caroline rise e chiuse gli occhi mentre il vento le scompigliava i capelli. Una volta fermi li riaprì e rimase stupita da quello che vide.
Erano a casa loro, a New Orleans ma la camera che si parava davanti ai suoi occhi era differente da come la ricordava.
Il quadro che aveva adorato fin dal primo momento in quella camera che per lungo tempo era stata la sua, nel ‘500 era appeso sopra il loro, nuovo letto. Il ponte in pietra, la cascata del quadro che le rimandavano alla mente i momenti perfetti della prima volta in cui si erano amati…il letto a baldacchino dai colori chiari e poi … sollevò la testa e sorrise come mai aveva fatto in vita sua.
Scese e fece un passo avanti per ammirare meglio quello splendore.
La favola di Amore e Psiche era affrescata con colori chiari ma vivaci lungo tutto il soffitto, non apparendo affatto pesante.
 < Mi sono ispirati alla loggia di Raffaello a Roma. Avevo in mente di portarti lì per il tuo compleanno, ma le cose si sono complicate e non possiamo lasciare New Orleans, così ho portato Roma da te. > disse mentre le prendeva la vita tra le mani e faceva aderire il suo petto alla schiena di Caroline. Lei non sapeva cosa dire.
 <  Ricordo che fosse la nostra favola. Ti sei gettata dalla rupe per me alla fine e non ti avrei mai lasciato cadere, per nulla al mondo Caroline.> le sussurrò sul collo mentre le scostava i capelli. Caroline chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalla sensazione delle mani di Klaus che scivolavano lungo la sua pancia, sempre più giù mentre la lingua dell’ibrido lasciava una scia di fuoco sul collo di Caroline.
 < È bellissimo, grazie Klaus.> sussurrò in un gemito di piacere Caroline mentre portava una mano indietro per accarezzare il viso del suo uomo.
Dall’altro lato della stanza, vicino al camino scoppiettante c’era un piccolo tavolo tondo era elegantemente apparecchiato. Due candele ed un piccolo bouquet di fiori erano a centro tavola e la lunga tovaglia bianca toccava quasi il terreno. Klaus sapeva certamente come farla sentire benvenuta.
< Buon compleanno amore. Ma non è finita qui.> soffiò contro il suo collo, prima di pararsi davanti  a lei e prenderla per mano.
Caroline lo osservò dubbiosa. Cosa poteva volere più di quello? Era stata una sorpresa stupenda, all’insegna del ricordo.
Ma la cosa che la fece rimanere più sorpresa fu la scintilla di paura che notò negli occhi del suo sicuro e spavaldo ibrido. Lo seguì fino all’altra parte della loro grande camera da letto, oltrepassando il camino.
Klaus sciolse la presa dalle sue mani e portandosi dietro di lei la avvicinò ad uno strano oggetto coperto da un lenzuolo bianco. Era basso, o meglio era poggiato a terra, sembrava grande e non era più alto di un metro.
Caroline sorrise e voltò un poco la faccia per vedere il viso di Klaus che si era posato sulla sua spalla.
 < Cos’è?> domandò con voce gioiosa. Adorava le sorprese!
 < Devi sollevare il lenzuolo per saperlo amore, altrimenti che sorpresa sarebbe?> gli domandò saccente e sarcastico, facendola ridere. Allungò una mano e con una mossa fluida fece cadere a terra il telo.
Una sensazione dolorosa le si aprì al centro esatto dello stomaco e si sforzò con tutte le sue forze di non piangere mentre il suo respiro diventava irregolare.
Era una culla. Una grande culla in legno scuro, di quei modelli che si vedono solo nei vecchi film. Era bellissima.
 < Rebekah l’ha scelta per me. > le sussurrò in un orecchio prima di spostarsi verso il fianco di Caroline per studiare la sua reazione.
Caroline era pietrificata. Allora era proprio vero… stava accadendo. Stava per avere un cosino piccolo e urlante tra le mani.
 < Dovremmo parlarne prima o poi.> le disse Klaus con voce seria, ma provata. Sembrava turbato, quasi seccato. La cosa la fece sentire ancora più sofferente. Si stava vergognando di se stessa e per di più lo stava deludendo… fantastica realizzazione!
 < Non ora.> sputò fuori Caroline prima di uscire di corsa dalla stanza e dirigersi nell’ampio salone. Si avvicinò ad una delle grandi porte finestre e scostando la testa osservò il sole ormai basso nel cielo. Doveva riprendere fiato da tutto quello.
 < Caroline non credi che anche io abbia i miei dubbi? Non sei la sola che deve accettare tutto questo!> la voce arrabbiata di Klaus la fece voltare di scatto con le lacrime agli occhi.
Sembrava sul serio essere arrivato il momento di parlare dell’argomento tabù.
 “Un altro viaggio nel tempo, proprio in questo momento, no?” implorò mentalmente Caroline.
Klaus si era fermato all’ingresso del salone con lo sguardo ferito, esasperato ma non appena notò l’espressione addolorata di Caroline fece due passi avanti, pronto ad andare a stringerla tra le sue braccia.
 < No Elijah, mi dispiace ma non riesco … > la voce di Bonnie che entrava in casa seguita dall’Originale li costrinse a rimanere in silenzio.
Bonnie rimase ferma sul ciglio della porta con i suoi pesanti libri tra le mani. Stava osservando Caroline con una sorpresa paragonabile a quella dei bambini alla vista di Babbo Natale.
Gettò a terra i libri e corse verso di lei, ignorando Klaus che venne raggiunto da Elijah.
Caroline accolse con calore l’abbraccio che sapeva stava per arrivare ma quando delle forti braccia l’avvolsero all’altezza della schiena capì che c’era qualcosa che non andava. Ricambiò in modo automatico l’abbraccio e si ritrovò a contemplare le spalle del suo migliore amico.
 < Stefan.> sussurrò felice la ragazza mentre osservava l’espressione scocciata di Bonnie che era stata battuta sul tempo.
 < Temevamo di averti persa.>sussurrò l’amico con voce provata prima di sciogliere l’abbraccio.
In quel momento Rebekah piombò nella stanza a velocità vampiresca.
 < Stefan non puoi lasciarmi nel bel messo di una convers…> ma la voce le si strozzò in gola ed un sorriso solare, ampio si formò sulle sue labbra alla vista di Caroline che stava abbracciando calorosamente Bonnie.
 < Lo sapevo che saresti tornata. L’erba cattiva non muore mai.> osservò felice la vampira.
Caroline scrollò la testa ed andò ad abbracciare Eliajh, lasciando l’Originale per un attimo basito. Sorrise del calore della sua amica e la strinse a lui col calore di un fratello.
 < Lo vedo Rebekah, lo vedo. Quante volte hanno provato a metterti fuori gioco senza riuscirci? > scherzò Caroline mentre con riluttanza si allontanava dall’abbraccio di Elijah. Dopo la quasi discussione con Klaus aveva davvero bisogno di un porto sicuro come le braccia dei suoi amici per non crollare.
 < Troppo poche.> sorrise l’Originale prima di dare un buffetto sulla spalla di Caroline e mettersi a sedere comodamente sul divano.
 < Bene, visto che siete tutti qui devo parlarvi di una cosa. A dire il vero di un po’ di cose, spero che abbiate tempo.> osservò Caroline prendendo in mano le redini della situazione mentre si portava al centro della sala.
 < Forse dovremmo chiamare Damon ed Elena allora.> commentò Stefan mentre si metteva seduto vicino a Rebekah sul divano in pelle scura.
 < Non credo che…> bofonchiò Caroline. Non voleva escludere Elena dalla sua vita, ma … la situazione era davvero complicata e l’astio che quei due provavano per Klaus non li avrebbe di certo aiutati.
 < No, Stefan. Per quanto mi riguarda tutte le persone che ritengo abbastanza vicine da condividere ciò che riguarda me e Caroline, sono in questa stanza.> la voce sicura, autoritaria di Klaus la sovrastò. Bonnie gli rivolse un’occhiataccia facendola sorridere mentre Elijah si accomodava sulla poltrona posta di fronte a lei.
 < Li informeremo a tempo debito.> intervenne Caroline prima di voltarsi ad osservare Klaus appoggiato contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate e lo sguardo inceneritore. Non voleva che lei parlasse del bambino, o forse la stava quasi sfidando a farlo. Ah non era ben sicura di quello che intendesse il suo ibrido, ma non gliel’avrebbe di certo data vinta, di questo era sicura!
 < C’è una maledizione che grava sulla mia testa …> esordì con voce tremante Caroline mentre Klaus si allontanava istintivamente dal muro, per raggiungerla e la sua espressione diveniva preoccupata.   <  E su quella di Klaus.> ammise infine la ragazza, incatenando i suoi occhi tristi a quelli dell’ibrido.
 < E di che maledizione si tratta?> domandò allarmato Elijah, sollevandosi nervosamente dalla poltrona.
 < Una maledizione fattaci tanto tempo fa … dagli Spiriti.> sentì Klaus ringhiare sommessamente, nel tentativo di contenersi.
  < Sapevo che non ci avrebbero semplicemente fatto vivere la nostra vita senza ripercussioni.> ruggì fuori Klaus avvicinandosi di un altro passo a Caroline.
 < È molto peggio di questo. La maledizione che hanno fatto ci ha colpiti la prima volta nel 900.> confessò Caroline mentre il cuore batteva freneticamente.
Osservò tutti i suoi amici guardarla come se fosse uscita di senno, ma grazie al cielo Rebekah intervenne in suo aiuto.
 < Ma non abbiamo alcun ricordo di te nel 900.> la sua amica era sveglia. Aveva capito già quale fosse il problema, Caroline le sorrise fiera. Si assomigliavano molto loro due.
  < Ed è proprio questo il problema.> disse Caroline portandosi le mani tra i capelli. Persino lei aveva le idee incasinate, come avrebbe fatto a spiegarsi?
 < Ok, parlerò a macchinetta perché è quello che mi riesce meglio e vi renderò partecipi di tutte le informazioni che ho, ma non dovete interrompermi!> sbottò la ragazza e senza aspettare il consenso dei presentì continuò nel suo sproloquio.
 < Ho vissuto la mia prima vita, quella che doveva essere l’unica nel 900. Io e Tatia eravamo sorelle.> e qui non le sfuggì la faccia scioccata e ferita di Elijah al suono del nome di sua sorella.    < Credo che fino al momento della sua morte i vostri ricordi non siano stati mutati troppo, se non per il fatto di esserne stata cancellata completamente. È il dopo che non coincide affatto.
Io e Klaus ci siamo innamorati, ma Esther ha scoperto che ero incinta di suo figlio, ovviamente e … mi ha uccisa. Da lì credo si sia innescata la maledizione, con lo zampino degli Spiriti o forse no … forse è iniziata a causa della mia seconda apparizione. Nel dodicesimo secolo sono tornata in vita, o meglio sono solo tornata. Sono nata, cresciuta e poi … ti ho incontrato di nuovo.> disse Caroline abbandonando il sarcasmo di poco prima per rivolgere uno sguardo dolce a Klaus che ormai era a pochi centimetri da lei. La osservava scioccato e ferito.
 < Ci siamo innamorati, ignari di tutto perché la nostra memoria era stata cancellata e … sono morta, di nuovo. Poco dopo e con modalità del tutto diverse. So solo che Tatia voleva avvisarmi… credo abbia innescato lei le visioni ed il viaggio nel tempo. Per avvertirci. Accadrà di nuovo. Verrò uccisa e non so come o il pechè …so solo che gli Spiriti non vogliono che … > ma la voce le mancò e lacrime amare le inumidirono gli occhi. Klaus la avvolse in un abbraccio protettivo e quasi soffocante. Caroline affondò il viso nel petto di Klaus e si sentì finalmente completa.
 < È orribile.> sussurrò scioccata Rebekah. Stefan era rimasto pietrificato, una statua di ghiaccio mentre Bonnie aveva voltato la testa per nascondere le lacrime che le pizzicavano gli occhi. Tutte le sue paure avevano trovato conferma e senza Tatia ad aiutarli … non avevano molte possibilità di farcela.
 < Non riusciranno a toccarti nemmeno con un dito.> ringhiò con tono rabbioso Klaus prima di affondare le labbra tra i capelli di Caroline.
 < Perché mandarti nel passato allora, al mio posto? È un controsenso. Gli spiriti in questo modo vi hanno solo dato un’altra opportunità per rincontrarvi.> osservò dubbioso Elijah, attirando l’attenzione di tutti.
 < Hai ragione … > osservò sicuro Klaus, mentre scioglieva l’abbraccio e avvolgeva la vita di Caroline, per tenerla stretta al suo fianco.
 < Non se gli Spiriti non hanno fatto altro che trasportare la nostra Caroline nel passato facendole prendere il posto di una delle sue vite passate. Non possiamo sapere quante ne ha vissute.> sussurrò Stefan mentre fissava con aria concentrata il volto di Caroline.
 < Anche questo non ha molto senso.> sbuffò Rebekah mentre accavallava elegantemente le gambe.
 < Riflettete. C’era qualcosa di diverso quella volta. Caroline odiava Klaus ed era pronta a metterlo a dormire per sempre quando l’hanno spedita nel passato. Volevano risolvere il problema col problema stesso.> disse Bonnie con aria concentrata.
 < Ma certo! Senza contare il fatto che ero una vampira e che avevo la capacità di farlo. > tutto cominciava ad acquisire un significato, forse erano vicini alla soluzione.
 < Ed il senso del martirio. Sapevano che lo avresti messo fuori gioco, morendo inevitabilmente. Si sarebbero liberati di voi due in colpo solo.> osservò Stefan, beccandosi un'occhiataccia.
 < Era un piano geniale.> osservò Elijah, scioccato.
 < Non potevano immaginare che anche questa volta, nonostante l’odio che provavi per Klaus vi sareste innamorati comunque.> anche Rebekah era arrivata alla inevitabile conclusione.
 < Ma anche questo non ha senso! Perché lo odiavo all’inizio? Siamo anime gemelle e devo ammetterlo se non fosse stato per quel viaggio nel passato… Non so se sarei mai riuscita a capire.> confessò Caroline senza trovare la forza di guardare Klaus negli occhi.
 < Un altro incantesimo forse?> osservò Rebekah mentre lanciava occhiate nervose ai suoi fratelli.
 < La tua alleanza con Marcel si sta rivelando provvidenziale a quanto pare fratello.> osservò Elijah che stava già passando a buttare giù un piano d’attacco. Pragmatico e fiero, un secondo in comando perfetto.
Caroline voltò il viso per guardare negli occhi Klaus, con aria sorpresa.
 Klaus si allontanò da lei con un ghigno irritato. Stava per litigare con Caroline, lo sapeva e non ne aveva di certo intenzione o le facoltà mentali al momento. Si sentiva impotente… e per questo, infuriato.
 < Ho dovuto. Sophie ed il clan di streghe che ho radunato non sono riuscite a fare nulla mentre la sua strega … è lei la sua fonte di potere. Davina, e la sua potente magia appare più che necessaria in questo momento. > si spiegò con tono poco collaborativo Klaus.
 < Forse è il caso di parlarle anche dei clan di ibridi che hai creato e che hai soggiogato per formare un esercito pronto ad esaudire i tuoi ordini.> la voce sicura e velatamente di rimprovero di Stefan la costrinse a voltarsi. Caroline spalancò la bocca per lo shock. Era mancata solo per tre giorni, dannazione  e tutto era cambiato fino a questo punto?
Klaus fulminò Stefan e fu costretto a stringere i pugni per frenare la voglia di staccare la testa al vampiro che in quei tre giorni si era dato tanto da fare, almeno quanto lui, per ritrovare Caroline. Era stato inevitabile che inciampasse nel branco di ibridi che aveva creato.
 < Il lupo nel bosco.> sussurrò Caroline, riuscendo finalmente a capire. Era un ibrido, uno di quelli trasformati a sua insaputa da Klaus … e pensando a come aveva cercato di attaccare il fantasma di Tatia, doveva essere il suo personale-non-voluto-ibrido-da-guardia. Un bodyguard sovrannaturale. L’istinto protettivo di Klaus nei suoi confronti, a volte poteva sfiorare la pazzia!
 < Forse è il caso di lasciarli da soli.>bofonchiò Santa Bonnie. Mentre tutti quanti in un silenzio imbarazzato lasciavano la stanza.
Caroline e Klaus non avevano smesso neppure per un secondo di fissarsi negli occhi mentre si trovavano  agli estremi opposti della sala, guardinghi.
Quando furono finalmente soli Caroline fu la prima a prendere la parola.
 < Quanti ibridi?> domandò sicura.
Klaus aprì la bocca e scrollò la testa di lato, alzando gli occhi al cielo ma Caroline non gli lasciò il tempo di controbattere.
 < Quanti Klaus? E da quanto tempo?> domandò ancora più autoritaria di prima.
 < Venti, ho iniziato a tramutarli un mese fa quando ho capito che un clan di streghe non sarebbe bastato a difenderti.> disse con aria saccente, sicura mentre avanzava fiero e certo delle sue scelte, verso Caroline.
 < E non chiederò scusa Caroline. Ho fatto quello che dovevo fare.> aggiunse severo mentre continuava ad avanzare.
Caroline si morse un labbro per non insultarlo pesantemente come avrebbe fatto. Borioso del cavolo!
 < Ne tramuterai altri e farai credere a Marcel di essere il suo più grande amico  se servirà a prendere il suo posto in comando e così Davina ed il suo esercito di vampiri saranno nostri. > disse Caroline contro ogni aspettativa.
Klaus rimase immobile per un momento e la guardò stranito. Era veramente Caroline quella che era tornata dal dodicesimo secolo?
Un sorriso malizioso, quasi scuro apparve sul viso di Klaus prima che a velocità vampiresca si gettasse contro Caroline, inchiodandola al muro e baciandola.
Le mani di Caroline afferrarono i riccioli di Klaus e con uno strattone violento allontanò la bocca del suo ibrido dalla sua. Non prima di aver ricambiato quel bacio passionale e violento.
 < Ma …> sussurrò col fiatone la ragazza. Klaus alzò un sopracciglio e portò le mani contro il muro costruendo un invitante prigione attorno al corpo di Caroline.
 < Tramuteremo solo le persone che vorranno diventare ibridi in cambio della loro fedeltà. Soggiogheremo quelli che non accetteranno  a dimenticare e …> ma le sue labbra furono di nuovo catturate da quelle dell’ibrido mentre una mano risaliva lungo il suo addome, sollevandole la maglietta.
 Caroline lasciò che la lingua di Klaus si insinuasse prepotente nella sua bocca e sorrise, gemendo della passione che solo l’ibrido sapeva accendere in lei.
Quando Klaus scese a baciare il suo collo, Caroline fu libera di parlare.
 < E parlerò con le streghe. Niente ricatti, troveremo un accordo. Conquisteremo questa città e spezzeremo la maledizione. Farò tutto quello che serve per difendere ciò che è mio.> gemette fuori Caroline, mentre portava la testa indietro per far scivolare Klaus tra i suoi seni.
 < Sono tuo.> sussurrò seducentemente Klaus mentre sbottonava il primo bottone della camicetta di Caroline.
Sentì all’improvviso il corpo di Caroline farsi più rigido e la presa lussuriosa che stringeva contro il suo bacino divenne immediatamente più forte. La sorresse per non farla cadere a terra mentre perdeva i sensi.
 < Caroline! Caroline!> urlò l’ibrido, facendo accorrere tutti i loro amici nella stanza.
 
 
 
Aveva il fiatone, si sentiva turbata, si sentiva … incompresa.
Caroline reclinò la testa all’indietro, per prendere un profondo respiro e tranquillizzare i suoi battiti.
Quello che aveva appena visto non poteva essere assolutamente vero … lei e Tatia erano sempre state un corpo ed un’anima sola fin da quando erano state piccole. Così diverse fisicamente, in comune avevo solo ripreso la vertiginosa altezza del padre,  ma così vicine caratterialmente. Almeno così aveva sempre pensato Caroline. Evidentemente si era sbagliata.
Quando era andata in cerca della sorella, che ne era certa, si doveva essere di nuovo persa tra i vari sentieri si era imbattuta in qualcosa che non avrebbe mai osato immaginare.
Tatia amava Klaus, quell’uomo che era in grado di far rabbrividire Caroline di terrore e soggezione ogni volta che la guardava.
Aveva trascorso mille notti a raccontarle quanto quell’uomo fosse gentile, ma autoritario allo stesso tempo. Lo era con tutto il mondo tranne che con i suoi genitori o con i suoi fratelli.
Caroline lo aveva visto più di una volta venir preso a schiaffi da suo padre, aveva persino tentato di intervenire in suo aiuto una volta, ma Elijah l’aveva portata via. Lontano da quella tragedia familiare che non la riguardava.
Eppure quel giorno, Klaus l’aveva guardata in modo diverso. Era steso tra la polvere ed al suono della sua voce acuta e stridula, che lo difendeva apertamente, le aveva sorriso. Un sorriso strano, quasi sadico ma nei suoi occhi aveva notato un cambiamento.
Tatia si era immediatamente invaghita di lui e lo aveva fatto suo, adottando ogni tecnica di seduzione, di cui lei era evidentemente priva. Non aveva mai amato nessun uomo e mai aveva dormito con uno di loro.
Solo in quello lei e Tatia erano differenti. Lei doveva essere la sposa di qualcuno per riuscire soltanto a pensare di concedersi ad un uomo, Tatia non l’aveva mai pensata così.
Caroline ricordò con l’amaro in bocca la volta che ebbe la malaugurata idea di parlare di quell’argomento con Niklaus, che in realtà aveva introdotto per primo il discorso.
 < Quindi, fatemi capire. Vi priverete di ogni piacere della carne perché volete assolutamente dare un’etichetta alla vostra relazione? > le domandò tra il divertito ed il sorpreso mentre si metteva seduto sull’umile sedia di legno della cucina della casa in cui viveva con i suoi genitori e Tatia. Ma come diavolo erano arrivati a parlare di quello? Niklaus aveva un vero talento nel dirottare le conversazioni dove voleva.
Sua sorella era uscita assieme a loro per andare al mercato nel paese più vicino mentre Caroline era rimasta a casa per finire le faccende e per badare al piccolo Alan, suo nipote, che in quel momento stava beatamente dormendo nella stanza affianco.
 < Prego accomodatevi.> bofonchiò con sarcasmo Caroline mentre afferrava uno straccio e si metteva a pulire il lavabo della cucina come se quell’oggetto  l’avesse offesa apertamente.
 Klaus ridacchiò ma non si scompose poi molto, la cosa la fece solo irritare il triplo.
 < Tatia sarà di ritorno fra un paio di ore, forse vorreste andare a fare una passeggiata nel bosco, una caccia pomeridiana o che ne so… potreste andare ad importunare qualcun altro?>  osservò scocciata Caroline senza rivolgere nemmeno uno sguardo all’uomo bellamente accomodato in cucina. Quel lavabo stava già splendendo come non aveva mai fatto prima, ma non le interessava. Doveva sfogare la sua rabbia.
 < Potremmo andare insieme.> lo sentì rispondere e la frustrazione toccò le stelle. Aveva avuto poche occasioni per vederlo, ma ogni volta qualcosa di inspiegabile le infiammava il cuore e tutto quello che riusciva a fare era…provocarlo a sua volta.
Forse era offesa con lui. Klaus aveva scelto Tatia senza degnare lei nemmeno di uno sguardo e poi si permetteva di prendere libertà non concesse. La guardava troppo a volte, cercava sempre di parlarle e troppo spesso di prenderla in giro. Non lo sopportava!
 < Penso che Tatia non apprezzerebbe e ad ogni modo, per rispondere alla vostra inopportuna domanda, i piaceri della carne non sono l’unica cosa importante nella vita! E quando accadrà voglio che sia con mio marito! Un uomo che mi ami e mi rispetti totalmente.> sbuffò fuori prima di cominciare a lucidare il tavolo al solo scopo di disturbare Klaus. Magari in quel modo se ne sarebbe andato!
 < Allora volete andare in giro a sbattere in faccia a tutte le zitelle di Mystic Falls il fatto di esservi sposata, è questo in realtà il vostro nobile scopo.> Caroline sollevò lo sguardo e si morse le labbra. Il viso divertito e saccente di Klaus si ergeva a pochi centimetri dal suo. Si era sporto in avanti con il busto ed aveva afferrato la mano di Caroline che stava lucidando l’impossibile.
A quel semplice contatto Caroline sentì il cuore battere all’impazzata e la salivazione azzerarsi. Osservò quelle labbra carnose ed incurvate in un sorriso accattivante. La verità era che aveva cominciato a sentirsi legata a lui… in un modo sbagliato. Klaus era il compagno di sua sorella. Doveva toglierselo dalla mente.
 < Non solo.> rispose con sincerità la ragazza mentre notava una scintilla nuova attraversare gli occhi blu di quell’ammaliatore. Sembrava sorpreso, ma ben presto ritrovò la sua solita aria di alterità. Aria odiosa che adottava esageratamente quando Caroline si trovava nei paraggi.
  < Non mi dispiacerebbe … aiutarvi a cambiare idea.> un sorriso sghembo apparve sul viso di Klaus senza illuminare però i suoi occhi.
Caroline si allontanò da lui di scatto, quasi con furia mentre liberava la sua mano.
 < Voi avete già fatto una scelta. Ora vi prego di andare via e lasciarmi da sola. Alan si sveglierà tra poco.> gelida, indifferente. Così voleva apparire agli occhi di Klaus. Allora perché le sue mani stavano tremando?
Klaus si alzò con furia dalla sedia, facendola quasi cadere a terra e si avvicinò a lei.
 < Vi credevo più debole, più … indifesa. Ovviamente mi sbagliavo.> sibilò a denti stretti, mascherando la sua delusione con la rabbia.
Non attese una risposta di Caroline, si voltò ed uscì in fretta dalla casa.
Era stato poco prima che … Caroline scrollò la testa e si sentì sul punto di piangere. Ricordò le soffici labbra di Klaus posarsi dolcemente contro le sue. La corteccia ruvida contro la pelle, le mani calde di quell’uomo lungo il viso …
Quelle parole.
 < Siete splendida Caroline. Temevo foste un fiore troppo delicato per far parte del mio mondo, ma vi sbagliavo. Più vi vedevo, più scoprivo cose di voi e più capivo che mi ero innamorato della sorella sbagliata. Siete molto simili voi e Tatia, ma voi … non fingete mai. Non mentite mai. Siete voi stessa, anche nel torto. Lo apprezzo infinitamente.>
E al suono di quelle parole, Caroline non aveva potuto far altro che capitolare. Ricambiare quel bacio prima rubato. Lasciar cadere a terra il cesto dei panni che si era recata a lavare al fiume, per stringere le braccia attorno al collo di Klaus e baciarlo, e lasciarsi amare.
Aveva ceduto … ma non fino in fondo. Il pensiero di Tatia era riuscito a fermarla, a farla fuggire dal più bello dei suoi sogni.
Da quel giorno aveva ignorato Klaus in ogni modo, da quel giorno Klaus le aveva fatto patire le pene dell’inferno. Lo aveva ferito e quell’uomo bello quanto imprevedibile l’aveva inseguita, corteggiata, odiata, amata, fatta ingelosire e ricoperta della più totale indifferenza.
E tutto questo per… per vedere Tatia fare l’amore nel bosco assieme ad Elijah.
A cosa era servito il suo sacrificio, tutto il suo stupido autocontrollo ed i suoi insulsi valori?
Caroline aveva lasciato ad una donna che non lo amava abbastanza, l’uomo per il quale avrebbe combattuto fino alla fine, vero… ma non contro sua sorella!
 
 
 
L’aria tornò violenta ad inondarle i polmoni, costringendola e sollevarsi per mettersi seduta.
Klaus era al suo fianco, la stava sorreggendo e la stava osservando con aria estremamente preoccupata e vigile. Poteva capirlo da quel suo cipiglio che a volte riusciva ad irritarla a morte, a volte a farla sorridere.
 < Nik mettila sul divano!> la voce squillante di Rebekah la aiutò a tornare, con una fitta alle orecchie, alla realtà. Stava bene, era stato solo un flashback … un flashback senza senso a dire il vero. Era solo riuscito ad avvalorare le sue ipotesi… durante il vero inizio della loro tormentata storia d’amore, lei aveva provato immediatamente un’attrazione irrazionale verso di lui. E come poteva biasimarsi.
 < Sto bene, tranquilli. Credo che l’incantesimo di Tatia sia un po’ più complesso di quello che ci ha fatto credere.> sussurrò Caroline mentre si lasciava tirare sù, come se fosse stata una bambola, da Klaus che non si allontanò minimamente da lei una volta rimessala in piedi.
  < Cosa hai visto Care?> domandò impaziente Stefan mentre le forti mani di Klaus le avvolgevano la vita ed un bacio si posava contro la sua tempia. Sorrise, ma cercò di mantenere la lucidità.
 < Me e Klaus … Elijah e … Tatia.> confessò inizialmente con aria sognante e subito dopo preoccupata. Notò Elijah deglutire rumorosamente mentre Klaus si irrigidiva al suo fianco. Era un argomento scottante.
 < Non so… non so cosa volesse dirmi Tatia. So solo che mi scoppia la testa e che dobbiamo trovare un modo per riportarla indietro. Se c’è qualcuno che può aiutarci a capire qualcosa e ad evitarlo è lei.> ordinò perentoria Caroline mentre si portava una mano alla testa dolorante.
 < Per oggi è tutto. Caroline deve riposare. Domani organizzerò un incontro con Marcel e Davina e tu Bonnie verrai con me.> lapidario ed autoritario, molto più di quanto era apparsa lei, Klaus si indirizzò verso le scale che conducevano al piano superiore intrecciando la mano in quella di Caroline.
Salirono le scale in silenzio mentre Caroline si voltava per sorridere ai suoi amici.
Sarebbero rimasti a confabulare in salotto ancora un altro po’, era evidente.
 Entrarono nella loro camera. C’era ancora il tavolo apparecchiato e quell’aria romantica che sembrava distare anni luce in quel momento.
 < È ancora il tuo compleanno.> osservò con disinvoltura Klaus mentre scostava una delle sedie per farla accomodare. Caroline sorrise e scrollò la testa.
 < Vuoi dirmi che non hai voglia di farmi mille domande o di andare immediatamente a tirare Marcel giù dal letto per capire cosa succede?> domandò Caroline accennando un sorriso divertito mentre Klaus si sedeva davanti a lei ed afferrava una costosa bottiglia di champagne.
 < Con chi credi di avere a che fare amore, un animale?> domandò lui, nascondendo l’irritazione e la sensazione piacevole che quella frase aveva scaturito in lui. Caroline lo conosceva bene, forse fin troppo.
 < A volte.> puntualizzò Caroline, facendolo ridere e ridendo a sua volta. Era sensazionale come il semplice ritrovarsi da soli, a chiacchierare, riusciva a gettare fuori da quella stanza, dalle loro vite, tutte le preoccupazioni e le trame per il potere.
Fu una cena intima, sensuale, romantica … a tratti divertente. Il camino crepitante, la mano di Klaus che giocherellava con le sue dita, che risaliva sensuale sotto la gonna della corta vestaglia di seta che aveva deciso di indossare solo per stuzzicarlo un po’.
Era tutto quello di cui aveva davvero bisogno. Un romantico, normale Klaus. Per quanto Klaus potesse esserlo. Lui era straordinario, maniacalmente perfetto in tutto quello che era, che faceva. Normale era un aggettivo che non gli si addiceva affatto.
 < Ho sete.> sussurrò Klaus, malizioso, roco. Aveva abbassato un  poco la testa e le aveva rivolto un’occhiata famelica.
 < Abbiamo finito una bottiglia di champagne.> osservò Caroline con tranquillità. Sapeva benissimo di chi avesse sete Klaus.
L’ibrido sorrise facendo apparire due invitanti fossette ai lati della sua bocca e si alzò dalla sedia per portarsi dietro a Caroline che non si mosse di un solo millimetro.
 < Devo dire che … in realtà è il tuo compleanno. Dovresti essere tu a darmi ordini.> sussurrò lascivo Klaus contro l’incavo del suo collo mentre le sue grandi mani risalivano dai fianchi della ragazza, ai suoi seni.
 < Mordimi.> sussurrò Caroline ad occhi chiusi. Stava già ansimando, quell’uomo aveva un’ascendente assurdo su di lei. E lo voleva, voleva tutto di Klaus. Non pensava sarebbe mai potuto succedere ma anche lui la stava cambiando. Le stava facendo apprezzare quelle sfumature di grigio che prima era solida allontanare, odiare, temere.
Klaus la sua perdizione e la sua salvezza.
I canini dell’Originale affondarono nella sua carne facendole sfuggire di un gemito di piacere mentre Klaus portava il polso davanti le labbra di Caroline che non attardò a nutrirsi di quel nettare prelibato, quella droga liquida e densa che riusciva ad invadere ogni parte del suo corpo crepitante.
Fu un secondo e senza sapere come, Caroline si ritrovò ancorata al bacino di Klaus che la stava portando verso l’enorme letto a baldacchino.
Non c’era stata notte in cui non avevano fatto l’amore, non avevano dormito nudi l’uno abbracciato all’altro eppure… era come la prima volta, ogni volta. Intensa, disarmante, eccitante e persino inaspettata.
 < Aspetta. Aspetta … ascolta.> sussurrò Caroline contro le labbra affamate di Klaus che si era portato sopra di lei.
Non le servì spiegare cosa le era passato nella mente, Klaus affondò le mani tra i capelli di Caroline e fu inondato da un mondo di colore e luci a lui sconosciuto. O ancor meglio… dimenticato.
Eccola lì. Tutta la verità. Tutto ciò che lei aveva visto e provato nel passato. E non solo nel dodicesimo secolo, non si trattava solo del suo primo viaggio nel tempo, nel ‘500. Si trattava di tutto. Caroline voleva renderlo partecipe di tutto. Tutto l’odio che aveva provato inizialmente verso di lui e poi… la sensazione di lotta, perenne, costante e straziante per resistere a quel diavolo tentatore. A lui.
E l’amore. Tutto l’amore che le inondava il cuore e la mente quando Klaus la sfiorava, quando pensava che lui era suo. Davvero, concretamente e per l’eternità.
Lo sentì gemere, sussultare e persino ringhiare alla vista di Caroline ricoperta di sangue e condotta in catene al suo maniero medievale. Lo sentì respirare piano, quasi sommessamente al ricordo o meglio i ricordi di Tatia, come se volesse documentarsi. Capire.
Quando il flusso di pensieri finì le labbra di Caroline furono circondate da quelle bramanti dell’ibrido che la prese in quel medesimo istante. Bisognoso, bruciante, famelico e disperato di lei. La sua Caroline, la ragione di ogni sua essenza.
 
 
 
 
 
 
Fare l’amore con Klaus quella notte era stato… intenso. Coinvolgente, unico, disarmante… no ancora meglio… totalizzante.
Caroline avvertì il battito accelerato di Klaus sotto il suo orecchio. Il primo suono che da mesi ormai sentiva al mattino, era diventata la sua dolce melodia, il suo meraviglio buongiorno.
Sentì le dita dell’ibrido passarle tra i capelli, accarezzandoli, districandoli e si sentì terribilmente rilassata. Prese un profondo respiro ed aprì gli occhi.
 < Stavo pensando…> la voce roca e scura di Klaus la fece allarmare. Cercò di sollevare la testa ma l’ibrido la afferrò gentilmente per le spalle e la fece tornare accoccolata contro il suo petto.
 < A cosa?> domandò allora con un filo di voce la ragazza.
 < Ad uno dei pensieri che sono sfuggiti al tuo maniacale controllo ieri sera.> lo sentì sbuffare e sorridere e così si tranquillizzò visibilmente anche lei.
 < Non ho controllato un bel niente. Sai tutto e se poi anche lo avessi fatto… c’è bisogno di indipendenza e privacy anche in un coppia! > squittì nervosa la ragazza. Aveva egregiamente omesso i dettagli della sua vita… da umana. Delle sue relazioni … di Tyler o dei pensieri che ogni tanti vagano a lui. Chissà dove fosse e cosa stesse facendo… chissà se la odiava.
 < Tu hai tutto di me, perché anche io non dovrei avere tutto di te?> domandò Klaus con così tanta naturalezza da far apparire la sua domanda, una domanda dolcemente retorica.
Caroline sollevò il viso e depositò un bacio veloce quanto dolce sulle labbra di Klaus che si dischiusero automaticamente al loro tocco.
 < Non ho alcuna intenzione di sapere con quante donne sei andato a letto in quasi mille anni.> osservò stizzita la ragazza mentre cominciava a giocare con l’addome scolpito di Klaus, passandovi le dita.
 < Io non … non intendevo quello.> ringhiò all’improvviso Klaus, al pensiero di altri uomini che avevano solo osato posare il loro sguardo sul corpo e sull’anima di Caroline.
 < Allora cosa?> domandò distrattamente Caroline mentre si beava del calore del corpo nudo di Klaus, contro il proprio.
 < Il bambino.> disse con voce sicura, netta.
Caroline sentì una fitta allo stomaco e sbarrò gli occhi. Da quando in qua si facevano domande così dirette senza il minimo preavviso?
Klaus sentì il respiro di Caroline rallentare, mentre il suo cuore aumentava i battiti. Sapeva che quell’argomento era lungi dal voler essere intrapreso da Caroline, ma aveva bisogno di sapere. Solo una cosa, poi sarebbe tornato a far finta che si fosse dimenticato di quella cosina che cresceva indisturbata nella pancia della sua donna.
 < Temi che non sarò un buon padre. Per questo hai così tanta paura?> domandò con voce concentrata, velatamente triste ma tenacemente atona, mentre osservava il soffitto sopra di lui.
Perché se era certo di una cosa era che ieri notte Caroline si era aperta a lui, completamente. Ma un angolino buio nella sua mente veniva represso e allontano da lui. E l’aveva sentita… la tremenda paura di Caroline.
Paura che non aveva potuto far altro che placare donandole tutto il suo amore incondizionato, facendola sentire sua, ma nel corso della notte un pensiero si era fatto avanti prepotente nella sua testa. Di cosa poteva avere paura Caroline se non di lui?
 
 
 
 
 
Lo so, lo so mi interrompo sul più bello! Non odiatemi ma … era necessario per questioni di tempistica e per quello che ho in mente per il prossimo movimentato capitolo. =) Questo è stato evidentemente un capitolo di riflessioni, supposizioni e chiarimenti che ritenevo necessario e che spero con tutto il cuore vi sia piaciuto. Ho molti dubbi al riguardo quindi…fatemi sapere per favore. Come è ovvio, molto altro è nascosto sotto la rete che piano piano i nostri amici cominciano a svelare e chissà se la supposizione sul viaggio nel 500 è giusta e chissà perché Caroline odiava apertamente Klaus nel ventunesimo secolo? Ah beh poi c’è la storia della maledizione… ma non preoccupatevi! Svelerò ogni cosa. Un grande bacio e vi prego, l’ispirazione comincia a vacillare, siate sincere e dirette! Sapete che lo apprezzo infinitamente ;). Un bacione, GRAZIE AD OGNUNA DI VOI, Giulia.
  
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