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Autore: harry smile cuore    02/02/2014    1 recensioni
 
"E così il leone si innamorò dell'agnello..che agnello stupido, che leone pazzo e masochista"
-Devo dedurre che ti piace il gioco difficile se hai scelto me come agnello..-
-Beh, in effetti mi piacciono le sfide, mi intrigano..-
-Prego leone, tocca a lei farmi innamorare-
-L'avverto agnello, anche io sono un lupo difficile da conquistare..-
-Questo é tutto da vedere-
**
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lui si muoveva sicuro mentre la donna ansimava il suo nome. Improvvisamente si staccò da lei e facendo leva sul braccio si alzò dal letto sbirciando l'ora dal cellulare che era posato sul comodino. 
La donna mugugnò e si rannicchiò tra le coperte mentre il ragazzo usciva dal letto e si dirigeva verso il bagno. 
-Zayn ancora cinque minuti!- supplicò lei levandosi a sedere.
 -É già tardi- rispose il giovane entrando nella doccia. 
Pochi attimi dopo si udì lo scroscio dell'acqua e Valerie rimase sola nel letto che stava iniziando a raffreddarsi. Si convinse che tanto valeva alzarsi e, dopo essersi infilata una vestaglietta di pizzo, iniziò a raccattare la biancheria sparsa sul pavimento della camera dell'hotel. Appoggiò un reggiseno e delle mutandine su un armadietto poi scrutò il suo riflesso nello specchio a muro. 
Era innegabilmente una bella donna, capelli corvini, occhi di un verde scuro e una bocca rossa e piena. Aveva il fisico asciutto di una ventenne nonostante gli anni della scuola fossero passati da tempo per lei. 
Poco dopo Zayn tornò nella stanza con un'asciugamano intorno ai fianchi e il petto, ornato di tatuaggi, ancora bagnato. Valerie si mosse verso di lui e gli passò un dito sugli addominali scolpiti. 
-Devi proprio andare?- supplicò una seconda volta. Per tutta risposta il ragazzo iniziò a vestirsi frettolosamente sotto il suo sguardo attento.
Zayn si allacciò una felpa e passò le mani tra i capelli umidi per riordinarli. Proprio prima di uscire rivolse uno sguardo alla donna che ancora lo stava osservando. Lei gli si avvicinò e posò le labbra scarlatte su quelle di lui.
 -Questa notte é stata una delle mie preferite..- sussurrò lei. 
Il ragazzo sogghignò e le voltò le spalle: -Arrivederci Valerie- 
-Ciao Zayn- 
Il giovane indossò il casco e salì sulla moto nera posteggiata fuori dall'hotel. Mise in moto e sfrecciò lungo la strada diretto al college. L'aria era fresca e non c'era traffico data l'ora di mattino presto. Mentre guidava ripensava alla notte con Valerie e come ogni volta si ripropose di smettere. 
Doveva finirla di pensare solo al divertimento. 
Doveva stare attento a non mettersi nei casini.
Doveva smettere di andare a letto con la sua professoressa. 
La relazione tra i due era cominciata qualche mese prima, quando Zayn era andato a casa di Valerie per delle ripetizioni di chimica. Fin dal primo incontro era stato chiaro che di scuola si sarebbe parlato ben poco.
 I due fecero l'amore per la prima volta circa dieci minuti dopo che Zayn aveva varcato la soglia della casa di Valerie. Era a malapena riuscito a prendere un libro dallo zaino che lei si era sbottonata la camicetta e poco dopo aveva iniziato a spogliarsi senza ritegno sotto lo sguardo deliziato del giovane. Valerie non aveva mai opposto alcuna resistenza alle mosse del ragazzo, era quasi compiaciuta del fatto di far l'amore con uno che avrebbe potuto essere suo figlio.
 Avevano scopato sul tavolo del salotto, Zayn era entrato in lei prepotentemente mentre Valerie gemeva e gli graffiava la schiena. Mentre il ragazzo veniva, lei urlava di piacere senza provare la minima vergogna di ciò che stava facendo.  Era sesso non amore. 
Nessuno dei due si era mai posto alcun problema su quanto la cosa fosse sbagliata, Zayn non si era mai chiesto se Valerie avesse un marito e una famiglia e non si era nemmeno insospettito quando lei gli aveva chiesto di spostare i loro incontri, ormai sempre più frequenti, in una camera d'albergo. A Valerie piaceva andare a letto con gli uomini più giovani, la faceva sentire ancora piacente. Anche se fare l'amore con uno studente poteva essere pericoloso per un'insegnante non le era mai passato per la mente di porre fine a quegli incontri clandestini.
 -Dove sei stato stanotte?-la voce del compagno di stanza giunse alle orecchie di Zayn appena entrò nella camera. 
-Affari miei..- 
-Eddai!- la testa riccia di Harry spuntò dal bagno e fissò Zayn con aria interrogativa. 
-Da Valerie..- butto lì lui sdraiandosi sul letto a pancia in giù. 
-Ancora?- fece Harry con un'espressione preoccupata. 
-Harry te l'ho detto, é conveniente..-rispose l'altro tranquillamente, accendendosi una sigaretta. 
-É conveniente finché continui a prendere A nei compiti in classe, ma se qualcuno vi scoprisse?- 
-Dio Harry..che senso hanno queste paranoie? Se mi espellessero dal college non avrei niente da perdere sul serio..- 
-E me? E i ragazzi?- chiese il riccio aprendo le ante dell'armadio per cercare una t-shirt. 
-Troverei un modo per vedervi, lo sai, siete l'unico motivo che mi tiene in questa scuola di merda!- 
Il riccio si vestì fischiettando e lasciò l'amico perso nei suoi pensieri. 
-Io vado a far colazione- annunciò Harry qualche minuto dopo. 
-Aspettami, vengo pure io..- Zayn si trascinò in piedi e seguì il riccio nel corridoio. 
-Cazzo, se mi va male anche questo test devo dirvi addio ragazzi..- stava dicendo Louis quando Harry e Zayn arrivarono nella mensa. Harry scrutò l'amico che si affrettò a spiegare. 
-Come al solito ho insufficienti tutte le materie della Garret e se entro questo trimestre non riesco a recuperarle il mio vecchio mi manda a lavorare- Zayn fece una smorfia e afferrò una tazzina di caffé dal tavolo. 
-'fanculo quello era mio!- sbottò Louis poco dopo. 
-E tutto dipende da questo test?- domandò Harry molto più preoccupato per le sorti dell'amico che per il caffè. 
-Già. Uno stramaledetto test di letteratura che sicuramente andrà da schifo- Louis sprofondò la testa tra le braccia. Harry aggrottò le sopracciglia come se stesse pensando a qualcosa.
-Zayn accompagnami a prendere da mangiare- disse Harry. 
-Non ho voglia, Haz. Ce n'è già abbastanza no?- fece il moro guardando scocciato l'amico. 
-Zayn..- intimò il riccio, al che l'altro si alzò di malavoglia. Una volta che si furono allontanati dal tavolo Harry parlò piano controllando di non essere ascoltato. 
-Zayn non puoi permetterlo. Non puoi permettere che Louis vada a lavorare quando potresti benissimo evitarlo- 
-Io?- chiese l'altro giocando distrattamente con un biscotto.
 -Si tu. Puoi convincere la Garret a promuoverlo nelle sue materie-
 Zayn alzò gli occhi verso Harry.
 -Te la porti a letto e il gioco é fatto- spiegò Harry, -La tieni in pugno, Zayn-
 -Mmm..credo sia contro le regole della scuola-
 -ZAYN! L'avete già fatto decine di volte e non ti sei mai posto il problema, questa volta c'è in ballo il futuro di uno dei tuoi amici e tu vieni a parlarmi di regole?- Harry fece per andarsene ma Zayn lo trattenne per una spalla. 
-Ok, si può fare. Ma tu stai zitto con loro- accennò con lo sguardò agli a amici poco distanti. Harry strizzò un occhio e gli diede una pacca sulla spalla: -Grande amico!-
 Zayn sorrise ad Harry. Lui era il suo migliore amico, era l'unico che sapeva la verità. 
-Ragazzi, studiate bene per il prossimo test, mi raccomando! - annunciò Valerie Garret appena prima del suono della campanella. Louis Tomlinson si passò preoccupato una mano tra i capelli mentre il compagno di banco Niall Horan tentava invano di incoraggiarlo. I ragazzi sciamarono velocemente dalla classe tranne Zayn che rimase indietro.
 -Oh, Zayn, ti serve qualcosa?- chiese Valerie notandolo. Il ragazzo sollevò lo sguardo da terra e fissò gli occhi verdi della donna.
 -Avrei bisogno di una cosa..- iniziò imbarazzato. Gli risultava sempre difficile chiedere aiuto alle altre persone, preferiva sentirsi indipendente ed autonomo. 
-..cioè, non sono io ad averne bisogno ma un mio amico- si corresse subito dopo.
 La donna lo stava ad ascoltare attentamente e lui continuò:
 -Tomlinson, Louis Tomlinson rischia di lasciare la scuola per le insufficienze nelle tue materie..-
 -Davvero?- fece la donna meravigliata. Zayn non comprese lo stupore di Valerie e continuò: 
-Vorrei aiutarlo, in fondo siamo amici..cosa vuoi per promuoverlo a fine trimestre?- 
Valerie alzò le sopracciglia perfette e corrucciò il viso. 
-Mi stai chiedendo di alzare i voti ad un tuo compagno? Non credo di poterlo fare sai?-
Zayn, che si aspettava una risposta simile inclinò il busto in avanti, in modo che la donna dalla sua posizione riuscisse ad intravedere i muscoli dalla scollatura della felpa; sapeva che Valerie era molto sensibile a lui, bastava molto poco per tentarla: Harry aveva ragione, la teneva in pugno. 
-Allora niente..- disse lui avviandosi alla porta.
 -Zayn!- Il giovane si girò. -Aspetta! Possiamo parlarne!- 
Rimase fermo tra la cattedra e la porta in attesa d'altro. 
-D'accordo, cambierò i voti a Tomlinson ma..ma voglio qualcosa in cambio!- disse nervosamente la donna. 
-Certamente- fece Zayn compiaciuto. -Qui ed ora!- strillò la donna elettrizzata alzandosi in piedi. -Non é rischioso? Qui a scuola?- 
-Mi piace il rischio..regalami un pò di brivido..- Zayn scrollò le spalle e chiuse la porta a chiave. Poi si diresse verso Valerie che si stava sbottonando la camicetta con mani tremanti.
 -Faccio io..- tolse le mani della donna e iniziò a spogliarla con mani esperte accarezzandole la pelle. Ormai completamente nuda, la stese sulla cattedra e iniziò a divertirsi. Poco prima di entrare in lei si fermò. La donna ansimando gli chiese il motivo e lui le porse il registro e una penna. 
-Facciamolo subito- la donna che non vedeva l'ora di tornare a quello che stava facendo si affrettò a tramutare le F che ornavano la colonna di voti di Louis in splendide B. 
-E gli metti una B anche nel prossimo test? -Oh si, sicuramente...- ansimò Valerie stendendosi di nuovo sul tavolo. 
Asia raccolse i lunghi capelli biondi in una coda lasciando però ricadere la ciocca rasta che si era fatta qualche giorno prima sulle spalle. Sua madre l'aveva guardata schifata appena era tornata a casa e le aveva mostrato il rasta biondo che le arrivava sotto le scapole. Infilò le scarpe e mise il borsone a tracolla. 
-Ciao a tutte ragazze!- fece prima di lasciare lo spogliatoio. Praticava hip hop da anni e le sue compagne di corso erano oramai come sorelle per lei. Uscita prese la metropolitana che la riportava sotto casa e si rannicchiò in un sedile con le cuffie tre nelle orecchie.
 Stava ripassando mentalmente la coreografia provata poco prima quando squillò il telefono. 
-Ciao bella!- la voce vivace di Georgia le ruppe i timpani. 
-Ehilà, che fine hai fatto?- rispose Asia sorpresa.
 -Ho cambiato quartiere e scuola ma sono ancora viva- raccontò la ragazza dall'altro capo del telefono.
 -Che bello risentirti..mi mancano i pomeriggi con te Geo- 
-Non sai quanto mancano a me..- le due amiche rimasero alcuni secondi in silenzio finché Georgia non riprese a parlare: 
-Questo sabato c'è una festa nella discoteca del mio quartiere..che ne dici di fare un salto? Io ci sono di sicuro e così possiamo recuperare un pò di tempo perso- 
-É un'ottima idea- accettò di buon grado Asia ficcandosi in bocca il ciondolo portafortuna che aveva preso due estati prima. 
-Non dirmi che hai in bocca quella collana!- esclamò Georgia.
Diamine, quella ragazza la conosceva troppo bene e naturalmente conosceva altrettanto bene la collana che Asia  portava sempre al collo. Non la toglieva mai.
Il ciondolo era una piccola spirale d'argento che un mercante ambulante le aveva donato due estati prima mentre passeggiava sulla spiaggia.
-Ti porterà fortuna, ragazza- aveva detto il vecchio mercante fissandola dritta negli occhi, -La spirale é il simbolo della vita che si evolve, é un segno di armonia e amore, vedrai che ti sarà utile..-
Asia aveva preso la lettera le parole dell'uomo da quel giorno non si era mai tolta il ciondolo.
-Asia? Ci sei?- domandò Georgia dall'altro capo del telefono.
-Si scusa, Geo ma sto scendendo dalla metro-
-Oh niente bella; ci vediamo sabato quindi?-
-Perfetto- sorrise Asia pur sapendo che l'amica non poteva vederla.
Mentre risaliva le scale per tornare in superficie incontrò un gruppo di ragazze che conosceva di vista mormorò qualche parola di saluto.
Loro ricambiarono e tirarono dritto.
S'incamminò verso casa con le cuffiette  nelle orecchie benché i suoi genitori le avessero ripetuto un infinità di volte di non ascoltare la musica per strada perché prima o poi sarebbe finita sotto ad una macchina.
Asia però adorava farsi cullare dalla musica mentre camminava sola, le sembrava di essere in una sorta di mondo parallelo.
Il semaforo rosso la salutò dall'altra parte della strada e lei si fermò con uno sbuffo.
Solita sfiga.
Le macchine le sfrecciavano davanti scompigliando i capelli mentre Asia osservava le persone nelle auto.
Una coppietta che pareva più intenzionata a sbaciucchiarsi che a stare attenta alla strada, una mamma con la macchina piena di bimbetti assonnati, un uomo d'affari dalla faccia imperscrutabile.
Mentre il semaforo verteva al verde una moto lucente e nera passò lenta davanti a lei.
Asia posò gli occhi sulla figura snella del ragazzo che la guidava.
Attraverso il casco intravide due occhi scuri e profondi, sembrava che...sembrava che il ragazzo la stesse osservando.
Asia si torturò il labbro inferiore e cercò la forza di attraversare la strada ma le gambe rimanevano immobili. Pietrificate.
Non riusciva ad interrompere il contatto visivo con quegli occhi magnetici che a stento vedeva da dietro il casco. Cercò di reagire ma tutto dentro di lei sembrava tenerla ancorata a quel marciapiede. 
Il semaforo si colorò lentamente di rosso e le macchine ferme ripartirono. Il ragazzo si voltò verso la strada e in pochi secondi era già sparito in fondo alla via.
Asia avrebbe giurato di averlo visto sorridere prima di allontanarsi.

Lui si muoveva sicuro mentre la donna ansimava il suo nome. Improvvisamente si staccò da lei e facendo leva sul braccio si alzò dal letto sbirciando l'ora dal cellulare che era posato sul comodino. La donna mugugnò e si rannicchiò tra le coperte mentre il ragazzo usciva dal letto e si dirigeva verso il bagno. -Zayn ancora cinque minuti!- supplicò lei levandosi a sedere. -É già tardi- rispose il giovane entrando nella doccia. Pochi attimi dopo si udì lo scroscio dell'acqua e Valerie rimase sola nel letto che stava iniziando a raffreddarsi. Si convinse che tanto valeva alzarsi e, dopo essersi infilata una vestaglietta di pizzo, iniziò a raccattare la biancheria sparsa sul pavimento della camera dell'hotel. Appoggiò un reggiseno e delle mutandine su un armadietto poi scrutò il suo riflesso nello specchio a muro. Era innegabilmente una bella donna, capelli corvini, occhi di un verde scuro e una bocca rossa e piena. Aveva il fisico asciutto di una ventenne nonostante gli anni della scuola fossero passati da tempo per lei. Poco dopo Zayn tornò nella stanza con un'asciugamano intorno ai fianchi e il petto, ornato di tatuaggi, ancora bagnato. Valerie si mosse verso di lui e gli passò un dito sugli addominali scolpiti. -Devi proprio andare?- supplicò una seconda volta. Per tutta risposta il ragazzo iniziò a vestirsi frettolosamente sotto il suo sguardo attento.Zayn si allacciò una felpa e passò le mani tra i capelli umidi per riordinarli. Proprio prima di uscire rivolse uno sguardo alla donna che ancora lo stava osservando. Lei gli si avvicinò e posò le labbra scarlatte su quelle di lui. -Questa notte é stata una delle mie preferite..- sussurrò lei. Il ragazzo sogghignò e le voltò le spalle: -Arrivederci Valerie- -Ciao Zayn- Il giovane indossò il casco e salì sulla moto nera posteggiata fuori dall'hotel. Mise in moto e sfrecciò lungo la strada diretto al college. L'aria era fresca e non c'era traffico data l'ora di mattino presto. Mentre guidava ripensava alla notte con Valerie e come ogni volta si ripropose di smettere. Doveva finirla di pensare solo al divertimento. Doveva stare attento a non mettersi nei casini.Doveva smettere di andare a letto con la sua professoressa. 
La relazione tra i due era cominciata qualche mese prima, quando Zayn era andato a casa di Valerie per delle ripetizioni di chimica. Fin dal primo incontro era stato chiaro che di scuola si sarebbe parlato ben poco. I due fecero l'amore per la prima volta circa dieci minuti dopo che Zayn aveva varcato la soglia della casa di Valerie. Era a malapena riuscito a prendere un libro dallo zaino che lei si era sbottonata la camicetta e poco dopo aveva iniziato a spogliarsi senza ritegno sotto lo sguardo deliziato del giovane. Valerie non aveva mai opposto alcuna resistenza alle mosse del ragazzo, era quasi compiaciuta del fatto di far l'amore con uno che avrebbe potuto essere suo figlio. Avevano scopato sul tavolo del salotto, Zayn era entrato in lei prepotentemente mentre Valerie gemeva e gli graffiava la schiena. Mentre il ragazzo veniva, lei urlava di piacere senza provare la minima vergogna di ciò che stava facendo.  Era sesso non amore. Nessuno dei due si era mai posto alcun problema su quanto la cosa fosse sbagliata, Zayn non si era mai chiesto se Valerie avesse un marito e una famiglia e non si era nemmeno insospettito quando lei gli aveva chiesto di spostare i loro incontri, ormai sempre più frequenti, in una camera d'albergo. A Valerie piaceva andare a letto con gli uomini più giovani, la faceva sentire ancora piacente. Anche se fare l'amore con uno studente poteva essere pericoloso per un'insegnante non le era mai passato per la mente di porre fine a quegli incontri clandestini.

 -Dove sei stato stanotte?-la voce del compagno di stanza giunse alle orecchie di Zayn appena entrò nella camera. -Affari miei..- -Eddai!- la testa riccia di Harry spuntò dal bagno e fissò Zayn con aria interrogativa. -Da Valerie..- butto lì lui sdraiandosi sul letto a pancia in giù. -Ancora?- fece Harry con un'espressione preoccupata. -Harry te l'ho detto, é conveniente..-rispose l'altro tranquillamente, accendendosi una sigaretta. -É conveniente finché continui a prendere A nei compiti in classe, ma se qualcuno vi scoprisse?- -Dio Harry..che senso hanno queste paranoie? Se mi espellessero dal college non avrei niente da perdere sul serio..- -E me? E i ragazzi?- chiese il riccio aprendo le ante dell'armadio per cercare una t-shirt. -Troverei un modo per vedervi, lo sai, siete l'unico motivo che mi tiene in questa scuola di merda!- Il riccio si vestì fischiettando e lasciò l'amico perso nei suoi pensieri. -Io vado a far colazione- annunciò Harry qualche minuto dopo. -Aspettami, vengo pure io..- Zayn si trascinò in piedi e seguì il riccio nel corridoio. 
-Cazzo, se mi va male anche questo test devo dirvi addio ragazzi..- stava dicendo Louis quando Harry e Zayn arrivarono nella mensa. Harry scrutò l'amico che si affrettò a spiegare. -Come al solito ho insufficienti tutte le materie della Garret e se entro questo trimestre non riesco a recuperarle il mio vecchio mi manda a lavorare- Zayn fece una smorfia e afferrò una tazzina di caffé dal tavolo. -'fanculo quello era mio!- sbottò Louis poco dopo. -E tutto dipende da questo test?- domandò Harry molto più preoccupato per le sorti dell'amico che per il caffè. -Già. Uno stramaledetto test di letteratura che sicuramente andrà da schifo- Louis sprofondò la testa tra le braccia. Harry aggrottò le sopracciglia come se stesse pensando a qualcosa.-Zayn accompagnami a prendere da mangiare- disse Harry. -Non ho voglia, Haz. Ce n'è già abbastanza no?- fece il moro guardando scocciato l'amico. -Zayn..- intimò il riccio, al che l'altro si alzò di malavoglia. Una volta che si furono allontanati dal tavolo Harry parlò piano controllando di non essere ascoltato. -Zayn non puoi permetterlo. Non puoi permettere che Louis vada a lavorare quando potresti benissimo evitarlo- -Io?- chiese l'altro giocando distrattamente con un biscotto. -Si tu. Puoi convincere la Garret a promuoverlo nelle sue materie- Zayn alzò gli occhi verso Harry. -Te la porti a letto e il gioco é fatto- spiegò Harry, -La tieni in pugno, Zayn- -Mmm..credo sia contro le regole della scuola- -ZAYN! L'avete già fatto decine di volte e non ti sei mai posto il problema, questa volta c'è in ballo il futuro di uno dei tuoi amici e tu vieni a parlarmi di regole?- Harry fece per andarsene ma Zayn lo trattenne per una spalla. -Ok, si può fare. Ma tu stai zitto con loro- accennò con lo sguardò agli a amici poco distanti. Harry strizzò un occhio e gli diede una pacca sulla spalla: -Grande amico!- Zayn sorrise ad Harry. Lui era il suo migliore amico, era l'unico che sapeva la verità. 
-Ragazzi, studiate bene per il prossimo test, mi raccomando! - annunciò Valerie Garret appena prima del suono della campanella. Louis Tomlinson si passò preoccupato una mano tra i capelli mentre il compagno di banco Niall Horan tentava invano di incoraggiarlo. I ragazzi sciamarono velocemente dalla classe tranne Zayn che rimase indietro. -Oh, Zayn, ti serve qualcosa?- chiese Valerie notandolo. Il ragazzo sollevò lo sguardo da terra e fissò gli occhi verdi della donna. -Avrei bisogno di una cosa..- iniziò imbarazzato. Gli risultava sempre difficile chiedere aiuto alle altre persone, preferiva sentirsi indipendente ed autonomo. -..cioè, non sono io ad averne bisogno ma un mio amico- si corresse subito dopo. La donna lo stava ad ascoltare attentamente e lui continuò: -Tomlinson, Louis Tomlinson rischia di lasciare la scuola per le insufficienze nelle tue materie..- -Davvero?- fece la donna meravigliata. Zayn non comprese lo stupore di Valerie e continuò: -Vorrei aiutarlo, in fondo siamo amici..cosa vuoi per promuoverlo a fine trimestre?- Valerie alzò le sopracciglia perfette e corrucciò il viso. -Mi stai chiedendo di alzare i voti ad un tuo compagno? Non credo di poterlo fare sai?-Zayn, che si aspettava una risposta simile inclinò il busto in avanti, in modo che la donna dalla sua posizione riuscisse ad intravedere i muscoli dalla scollatura della felpa; sapeva che Valerie era molto sensibile a lui, bastava molto poco per tentarla: Harry aveva ragione, la teneva in pugno. -Allora niente..- disse lui avviandosi alla porta. -Zayn!- Il giovane si girò. -Aspetta! Possiamo parlarne!- Rimase fermo tra la cattedra e la porta in attesa d'altro. -D'accordo, cambierò i voti a Tomlinson ma..ma voglio qualcosa in cambio!- disse nervosamente la donna. -Certamente- fece Zayn compiaciuto. -Qui ed ora!- strillò la donna elettrizzata alzandosi in piedi. -Non é rischioso? Qui a scuola?- -Mi piace il rischio..regalami un pò di brivido..- Zayn scrollò le spalle e chiuse la porta a chiave. Poi si diresse verso Valerie che si stava sbottonando la camicetta con mani tremanti. -Faccio io..- tolse le mani della donna e iniziò a spogliarla con mani esperte accarezzandole la pelle. Ormai completamente nuda, la stese sulla cattedra e iniziò a divertirsi. Poco prima di entrare in lei si fermò. La donna ansimando gli chiese il motivo e lui le porse il registro e una penna. -Facciamolo subito- la donna che non vedeva l'ora di tornare a quello che stava facendo si affrettò a tramutare le F che ornavano la colonna di voti di Louis in splendide B. -E gli metti una B anche nel prossimo test? -Oh si, sicuramente...- ansimò Valerie stendendosi di nuovo sul tavolo. 

Asia raccolse i lunghi capelli biondi in una coda lasciando però ricadere la ciocca rasta che si era fatta qualche giorno prima sulle spalle. Sua madre l'aveva guardata schifata appena era tornata a casa e le aveva mostrato il rasta biondo che le arrivava sotto le scapole. Infilò le scarpe e mise il borsone a tracolla. -Ciao a tutte ragazze!- fece prima di lasciare lo spogliatoio. Praticava hip hop da anni e le sue compagne di corso erano oramai come sorelle per lei. Uscita prese la metropolitana che la riportava sotto casa e si rannicchiò in un sedile con le cuffie tre nelle orecchie. Stava ripassando mentalmente la coreografia provata poco prima quando squillò il telefono. -Ciao bella!- la voce vivace di Georgia le ruppe i timpani. -Ehilà, che fine hai fatto?- rispose Asia sorpresa. -Ho cambiato quartiere e scuola ma sono ancora viva- raccontò la ragazza dall'altro capo del telefono. -Che bello risentirti..mi mancano i pomeriggi con te Geo- -Non sai quanto mancano a me..- le due amiche rimasero alcuni secondi in silenzio finché Georgia non riprese a parlare: -Questo sabato c'è una festa nella discoteca del mio quartiere..che ne dici di fare un salto? Io ci sono di sicuro e così possiamo recuperare un pò di tempo perso- -É un'ottima idea- accettò di buon grado Asia ficcandosi in bocca il ciondolo portafortuna che aveva preso due estati prima. -Non dirmi che hai in bocca quella collana!- esclamò Georgia.Diamine, quella ragazza la conosceva troppo bene e naturalmente conosceva altrettanto bene la collana che Asia  portava sempre al collo. Non la toglieva mai.Il ciondolo era una piccola spirale d'argento che un mercante ambulante le aveva donato due estati prima mentre passeggiava sulla spiaggia.-Ti porterà fortuna, ragazza- aveva detto il vecchio mercante fissandola dritta negli occhi, -La spirale é il simbolo della vita che si evolve, é un segno di armonia e amore, vedrai che ti sarà utile..-Asia aveva preso la lettera le parole dell'uomo da quel giorno non si era mai tolta il ciondolo.-Asia? Ci sei?- domandò Georgia dall'altro capo del telefono.-Si scusa, Geo ma sto scendendo dalla metro--Oh niente bella; ci vediamo sabato quindi?--Perfetto- sorrise Asia pur sapendo che l'amica non poteva vederla.Mentre risaliva le scale per tornare in superficie incontrò un gruppo di ragazze che conosceva di vista mormorò qualche parola di saluto.Loro ricambiarono e tirarono dritto.S'incamminò verso casa con le cuffiette  nelle orecchie benché i suoi genitori le avessero ripetuto un infinità di volte di non ascoltare la musica per strada perché prima o poi sarebbe finita sotto ad una macchina.Asia però adorava farsi cullare dalla musica mentre camminava sola, le sembrava di essere in una sorta di mondo parallelo.Il semaforo rosso la salutò dall'altra parte della strada e lei si fermò con uno sbuffo.Solita sfiga.Le macchine le sfrecciavano davanti scompigliando i capelli mentre Asia osservava le persone nelle auto.Una coppietta che pareva più intenzionata a sbaciucchiarsi che a stare attenta alla strada, una mamma con la macchina piena di bimbetti assonnati, un uomo d'affari dalla faccia imperscrutabile.Mentre il semaforo verteva al verde una moto lucente e nera passò lenta davanti a lei.Asia posò gli occhi sulla figura snella del ragazzo che la guidava.Attraverso il casco intravide due occhi scuri e profondi, sembrava che...sembrava che il ragazzo la stesse osservando.Asia si torturò il labbro inferiore e cercò la forza di attraversare la strada ma le gambe rimanevano immobili. Pietrificate.Non riusciva ad interrompere il contatto visivo con quegli occhi magnetici che a stento vedeva da dietro il casco. Cercò di reagire ma tutto dentro di lei sembrava tenerla ancorata a quel marciapiede. Il semaforo si colorò lentamente di rosso e le macchine ferme ripartirono. Il ragazzo si voltò verso la strada e in pochi secondi era già sparito in fondo alla via.Asia avrebbe giurato di averlo visto sorridere prima di allontanarsi.

 

  
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