- Anche voi…Gojyo…Hakkai…perdonate i miei errori! -
Detto questo tornò a guardare il volto di quel ragazzino che un tempo esprimeva vivacità e tenerezza,ma ora sembra solo una bambola senz’anima.
Il monaco alza lo sguardo al cielo…un cielo cupo, con nuvole tinte di rubino e ombre che sembrano voler riflettere la devastazione terrestre...una lacrima percorre il suo viso e con le sue ultime energie rivolge una preghiera agli dei supplicandoli di permettergli di mantenere la promessa fatta alla sua piccola scimmia.
La vista di Sanzo comincia a farsi annebbiata,le forze lo stanno abbandonando…appoggia la sua fronte di semidio sui capelli castani del demone eretico tra le sue braccia e respirando per l’ultima volta il profumo di quel dolce ragazzo,lascia che la vita scorra via dal suo corpo…
Quello fu l’ultimo duello combattuto dai quattro ragazzi ,che dopo aver risolto l’anomalia del togenkyo,si stavano avviando verso est,ma erano stati circondati dagli scagnozzi di gyokumen koshu.
Anche se sfiniti,il gruppo di sanzo aveva lottato con le loro ultime forze che erano bastate a eliminare tutti quei demoni,ma non a salvarli.
I loro corpi giacevano su quel terreno color cremisi ed erano al centro di una distesa di cadaveri.
Ormai più nessun barlume di vita si scorgeva in quel territorio dimenticato dagli dei,ma tutto questo non impediva ad una preghiera invocata da soavi labbra candide di raggiungere le orecchie della dea della misericordia..
500 ANNI DOPO In una scuola di tokyo…
Delle urla si sentono provenire da un’aula. sembrano una professoressa sclerata e un alunno indisciplinato che stanno litigando molto vivacemente. Ad un certo punto si riesce a distinguere dal groviglio di urla un - Douji, TI SBATTO DAL PRESIDE! – un brusco spostamento di una sedia che poi cade a terra e l’alunno che replica - LE RISPARMIO IL DISTURBO,PROFESSORESSA DEL MIO CAZZO! -
Ed ecco l’alunno in questione che esce sbattendosi la porta alle spalle:capelli biondi con gli spyke tirati su con la colla di pesce, frangetta e due ciuffi di capelli che scendono lungo le guance candide, occhi suadenti del color dell’ametista,un viso da angelo dai tratti dolci e femminei aggrottato in un espressione collerica,abbigliamento punkeggiante adagiato su un corpo perfetto con borchie a seguito. la cartella su una spalla fa intuire quanto sia “tanta”la sua voglia di rimanere tra le mura scolastiche.
- sempre a combinare guai.. vero Konzen? - Konzen si volta e guardare un ragazzo appoggiato sulla porta della sua classe:lunghi capelli rossi e occhi dello stesso colore,il fisico atletico interamente rivestito da pelle nera,anelli e catene varie e le mani vicino alla bocca nell’atto di accendersi una sigaretta.
- che vuoi anche tu,Kenren? - gli domanda con fare burbero il biondino.
- Non credi che facendo questo daresti un cattivo esempio a Goku? -
La risposta alla domanda del metallaro fu un – tsk - molto irritato.Ma il punkettone girò sui tacchi, tornò in classe risbattendo la porta e ignorando le strilla della prof. intanto il rosso che lo aveva osservato aveva bofonchiato tra sé: - che tipo strano! - ed era tornato in classe con le mani incrociate dietro la testa. sapeva che konzen si stava impegnando molto facendo dei lavoretti partime dopo la scuola per mantenere il suo goku che era come un fratellino per lui, e kenren cercava un po’ di aiutarlo a dargli l’esempio frenando gli istinti da teppistello di Konzen che a volte riaffioravano dal passato.