Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Tomoko_chan    02/02/2014    10 recensioni
Tokyo, inverno. Naruto si imbatte in una buffa ragazza tremendamente goffa e impacciata.
All'inizio nascono alcune incomprensioni, ma poi i due cominceranno a frequentarsi assiduamente. Lei è la ricca ereditaria degli Hyuga, ma da sempre in contrasto col padre. Lui è un cantante, un chitarrista, un ex teppista e il leader di una band.
E così, fra risate, amici folli, musica e rock'n'roll, quale sarà il destino degli Origin e della giovane Hyuga?
[NaruHina doc] [Accenni SasuSaku, InoShikaTema, KibaHanabi]
****
Eccomi qui con una fic del tutto nuova. Ho accennato che nella storia si parlerà di musica: in ogni capitolo sarà presente una Song.
Tutte le canzoni saranno dei Negrita! Più che altro per le loro bellissime poesie.
Vi consiglio di aprire questa fic nonostante non amiate il genere Rock o Pop/Rock. E' pur sempre una storia d'amore!
Tratto dal testo:
Non ringrazierò mai abbastanza chiunque lassù abbia deciso di affidarmi a te. O forse devo ringraziare qualcuno all’inferno, perché non ho ancora deciso se sei l’angelo custode o il diavolo tentatore.
ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hanabi, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gli ultimi sognatori.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Filosofia di vita.
-
Dannato vivere.

[Rialzarsi sempre.]
 
[Dannato vivere - Negrita, da sentire assolutamente!]

Avrei bisogno di sfogarmi
E non so più nemmeno piangere.
Com’è difficile aspettare quando arrivi
Alla mia età. Dovrei parlare con qualcuno
E non c’è campo in tutto l’etere
E sento il peso delle stelle
Che non ho afferrato mai
Però è qualcosa che ho provato
E una volta tornerà
A scivolare giù nella corrente
Per risalire su dolcemente
Irresistibile, stupendo, inconcludente
Dannato vivere
Dannato vivere.
E penso al tempo che ho sprecato
A far programmi senza agire mai
Stordito pallido e incazzato,
non importa sono qua.
E ho camminato sul pianeta
Scalzo, disperato e libero.
E certe cose che ho provato non le proverò mai più
Ma ho già volato per amore e una volta tornerò
A scivolare giù nella corrente
Per risalire su dolcemente
Irresistibile stupendo inconcludente
Dannato vivere
Waiting, I’m waiting for the sun…
 

Naruto cantava, stringendosi le cuffie con la base alle orecchie, il microfono di registrazione vicino alla bocca. Cantava tranquillo quella canzone che aveva scritto un po’ per lei, un po’ per far vedere a tutti che davvero ci credeva a quello che diceva: era stato solo un momento di frustrazione, presto sarebbe tornato sull’onda. Era la canzone che avrebbe concluso l’album.
Erano passati alcuni giorni da quando Naruto era tornato a casa, chiedendo umilmente scusa per la sua follia. Hinata lo aveva riempito di attenzioni. Hanabi prima lo aveva rimproverato, poi se lo era abbracciato manco fosse un orsacchiotto, stritolandolo.
Il tempo era trascorso piacevolmente e alla fine avevano passato tutti insieme un bel Capodanno, anche se c’erano stati alcuni imbarazzi piuttosto notevoli.
Ino non degnava di uno sguardo Shikamaru, che scocciato aveva finito per dormire per gran parte della serata. Sakura si era portata dietro Sasori e Sasuke finì per guardarli tutto il tempo, per guardare lei con sguardo sognante e nostalgico più che altro, cosa che allo sguardo materno e affettuoso di Hinata non era passato inosservato.
Lo stesso Sasuke la raggiunse proprio in quel momento e la affiancò. Entrambi mirarono silenziosamente Naruto che cantava attraverso il vetro che li separava.
<< Pensi che si sia ripreso? >> chiese titubante la ragazza, guardandolo infine con a coda dell’occhio.
<< Ancora non del tutto >> asserì, squadrando l’amico << ma questa canzone è la prova che lui stesso ci sta provando con tutto il cuore. >>
Sentirono un rumore provenire dall’entrata della saletta ed entrambi si voltarono. Sakura e Sasori scherzavano, abbracciati, e poi all’improvviso lei gli saltò addosso, baciandolo con voracità. Per tutto il tempo, Sakura tenne gli occhi fissi su Sasuke, quasi con sfida.
<< E tu, Sasuke? >> mormorò la mora, guardandolo triste per lui << Quando tornerai sull’onda? >>
Lui finalmente la guardò, concentrando il suo sguardo sui suoi occhi bianchi.
<< Che intendi dire? >> domandò, ermetico.
<< Credo che tu sia tornato a desiderare Sakura, adesso >> affermò, schietta e sincera << Hai fatto passare qualche mese, ti sei concentrato su altro, ma il tuo cuore le appartiene. >>
Sasuke tornò a guardare verso il corridoio: Sakura e Sasori erano spariti all’improvviso.
<< E lei ci gioca a calcio. >>
Un sorriso amaro fiorì sul viso di Hinata.
<< Mi dispiace, non so perché si stia comportando così. >> mormorò, delusa << A dire il vero, ultimamente credo di essermi avvicinata così tanto a voi da aver perso di vista le mie amiche. Tenterò di parlarle. >>
<< No, non serve. >> le disse, regalandole un mezzo sorriso << Non mi serve aiuto per conquistare le donne. >>
Hinata rise, sinceramente felice, e lo salutò. Continuò ad ascoltare Naruto mentre registrava la sua canzone, pronto ad affrontare tutto, pronto ad essere felice.
Dei rumori richiamarono nuovamente la sua attenzione. Si voltò verso l’uscio e notò che Hanabi era appena arrivata. Kiba era già accorso ad accoglierla. Li vide salutarsi, scherzare, punzecchiarsi.
Poi, all’improvviso, lui bloccò il viso di lei con le mani e la baciò dolcemente, tanto a lungo da farle perdere il fiato. Erano così dolci, insieme, così vivi. Per molto tempo aveva temuto che la sua piccola sorellina fosse così tanto influenzata dal non avere una madre, che prima o poi si sarebbe abbandonata allo sconforto, al buio. Invece era arrivato Kiba e tutto era cambiato. L’aveva presa in giro e l’aveva fatta risalire su, dolcemente.
Nostro padre avrebbe voluto vederci sposate a diciotto anni con dei signorotti, pensò, per un attimo divertita da quel gioco del destino, e tu, mamma? Sei felice delle persone che abbiamo trovato? 
Si portò una mano sul cuore, lì dove stava sua madre, certa che la risposta sarebbe stata affermativa.
Due braccia l’avvolsero, gentili, da dietro. Sentì il profumo di Naruto, che sapeva di arance, e si appoggiò al suo petto, continuando a mirare la felicità della sorella.
<< Come stai? >> le chiese lui premuroso, che aveva appena finito di registrare << Come ti senti? >>
<< Sto bene. >> affermò lei, con un sorriso sulle labbra, sentendo le mani di Naruto scivolare sul suo ventre << Mi sento felice. Non sono carini, insieme? >>
<< Quel cane di Kiba non può essere carino, ha le pulci! >> disse ridendo l’altro, stringendola più forte a sé.
Lei si voltò, lo abbracciò più forte, avvinghiandosi al suo collo.
<< Sono contenta che sei qui. >> bisbigliò, vicinò al suo orecchio << Se non ci fossi stato, avrei vissuto momenti come questo con tristezza. >>
Lo baciò, senza dargli il tempo di rispondere. Si staccarono solo per respirare, poi Naruto si appoggiò alla fronte di lei e sorrise.
<< Sembri stanco. >> mormorò la ragazza, accarezzandogli i capelli arruffati.
<< In effetti un po’. >> concordò l’altro << Ti dispiace se vado a riposare un po’ nel tuo ufficio? >>
<< No, vai pure. >> gli diede un bacio sulla guancia e lo lasciò andare via, richiamando Sasori per rimettersi al lavoro sul l’ultimo brano dell’album.
Non si era mai dovuto sforzare tanto per una ragazza. Nemmeno lo aveva mai voluto!
Eppure, ascoltando i consigli di una espertissima Hinata, si era messo di impegno. Ogni giorno aveva fatto arrivare a casa Yamanaka i fiori più rari e costosi, ricercandone ogni qualvolta il significato. Fiori comprati nei negozi Yamanaka per una Yamanaka, ovviamente, cosa alquanto rischiosa e… stupida. Le aveva fatto recapitare tanti di quei cioccolatini, perché Ino amava il cioccolato, non c’era dieta che tenesse, che adesso lui stesso ne provava il disgusto.
Orsacchiotti, peluche, di tutto e di più arrivava in quella casa – sarebbe meglio dire castello, difatti Shikamaru era convinto che Ino avesse preso tutti suoi regali per poi chiuderli in una delle tante stanze mai usate – ma niente, niente bastava per farsi richiamare.
A volte si era pure arrischiato a tampinarla – a volte, diciamo appena si liberava dagli impegni con gli Origins – in modo da beccarla nel momento giusto per parlarle, ma troppe volte gli era mancato il coraggio. E nonostante il suo comportamento fosse perseguibile dalle legge, che lui aveva studiato per anni interminabili, in quanto stalker, non si riteneva affatto coraggioso ma piuttosto un vigliacco della peggior specie, che tiene nascosto figli inesistenti e non ha la forza di fronteggiare una donna, la sua donna, per riconquistarla. Certo, la sua donna era Ino Yamanaka, la donna più permalosa e violenta di tutta Tokyo, alla pari soltanto di Sakura Haruno, suo violentissima amica, ma questo era un dettaglio che non giustificava la sua paura.
Quel giorno si era lanciato all’inseguimento subito prima di pranzo. L’aveva vista prendere una strada mai presa, verso un quartiere troppo poco chic per essere volontariamente frequentato da lei, e l’aveva seguita. Aveva posteggiato davanti un’osteria, un ristorantino di poche pretese, ed era entrata tranquilla sui suoi tacchi 12 fiammanti. Era vestita troppo, troppo bene per un posto del genere.
Velocemente, aprì il cruscotto e prese il suo travestimento migliore. Sbuffando scocciato, si slegò i capelli, indossò un paio di occhiali da sole e un cappello. Adesso era irriconoscibile.
Seguì la bionda dentro all’osteria. Si sedette ad un tavolo e si nascoste dietro al menù.
Allungò un occhio alla ricerca della ragazza e, quando la trovò, boccheggiò stupito.
Ino era ancora in piedi, vicino ad un tavolo. La vide togliersi il cappotto costoso, per poi sfoggiare un bellissimo abito corto rosso e nero, in tinta con le scarpe. Si sedette, fiera di sé, mentre guardava con aria di sfida davanti a sé. Seduta proprio dall’altro lato del tavolo, con due occhi cerchiati da far invidia anche a Gaara, Temari sedeva rigida e composta, le mani intente a giocare con un tovagliolo pur di non saltarle addosso.
Non si salutarono. Semplicemente, ordinarono i loro antipasti, con finta calma. Shikamaru dava loro le spalle, ma era abbastanza vicino da poter sentire i loro discorsi. Anche lui ordinò qualcosa da mangiare, anche se gli si era completamente chiuso lo stomaco.
<< Sono venuta, visto? >> cominciò Ino << A cosa devo la tua chiamata? >>
<< Sono qui per… >> rispose la ragazza, violentandosi per non ucciderla.
<< A no, aspetta, lo so, sei qui per minacciarmi ancora! >> riprese Ino, con un sorriso sulle labbra << Non mi importa, guarda che lo so che non sei incinta! >>
<< Ino… >>
<< Devo ammettere che mi sarebbe piaciuto vederti grassa quanto una balenottera! >> disse, tutto d’un fiato, con occhi di fuoco.
Temari, per rabbia, infilzò con la forchetta un pezzo di salsiccia. Prese a mangiare, tentando invano di calmarsi.
<< Allora? >> intervenne Ino, intrepida.
<< E allora non capisco perché Shikamaru desideri stare con te. >> rispose l’altra, finalmente alzando lo sguardo serio per guardarla << Ma sono qui per aiutarlo. >>
Ino spalancò gli occhi, mentre Shikamaru sentiva rivolarsi le viscere dentro al corpo.
<< L’ho ingannato per tutto il tempo. Ho detto di essere incinta solo per riacciuffarlo, per un bel po’ ho finto di esserlo, ma mi ha beccata. >>
<< Sì sì, queste cose le so già. >> rispose sbrigativa la ragazza, gesticolando << Ma tu che vuoi da me, adesso? >>
<< Sto cercando di giustificarlo, perché l’ho preso in giro ma merita qualcosa di più. >> sbuffò, cercando nella borsa il suo pacchetto di sigarette << E se pensa di essere felice con te, devo aiutarlo un po’, per farmi perdonare. >>
Ino la guardò contrariata, inarcò stupida un sopracciglio biondo, per poco non sbottò in una risata. Poi, più calma, le fece cenno di continuare.
<< Come ho detto, Shikamaru è stato imbrogliato. Per tutto il tempo in cui è stato con me, non mi ha mai sfiorata, né parlato come una volta: l’unica cosa a cui pensava era il suo bambino. >> si portò una sigaretta alle labbra incurante del divieto e l’accese, per poi inspirare << Pensò abbia avuto dei dubbi fin dall’inizio, fin da quando gliel’ho scritto, per questo non ti ha detto niente, credo. E ti è rimasto fedele, non ti ha tradito con me da quando è tornato. >>
<< Ciò non giustifica il suo comportamento. Non mi ha mai detto niente. >> ripensò a ciò con rabbia, tanta da farle uscire una smorfia di dolore << Ha ignorato il problema. >>
<< Oh andiamo >> sbottò la ragazza di fronte a lei << chi ogni tanto non scappa dalle proprie responsabilità? Abbiamo tutti bisogno di staccare da tutto e tutti, e lui voleva soltanto occuparsi del suo tour, coltivando intanto l’amore per te. >>
Shikamaru si irrigidì sulla sedia: i loro discorsi erano così azzeccati, così giusti da rendersi conto che quelle donne, due esseri provenienti da Venere, per lui, lo conoscevano talmente bene da capirlo meglio di quanto facesse lui. Ciò venne confermato da quello che, poco dopo, disse Ino, con voce titubante.
<< Lo so, lo so bene… >> rispose, cercando di nascondere quell’emozione che si stava impadronendo del suo corpo << Credo anche di capirlo, ma non riesco… non riesco a… >>
 << A perdonarlo? >> Temari sorrise, lasciando uscire dalla sua bocca una zaffata di fumo << Perfetto, così me lo riprendo. >>
Istintivamente, lo sguardò di Ino si fece più duro, cercando di gelarla sul posto.
<< Non ti azzardare. >> borbottò, minacciandola in preda alla gelosia << Non ti azzardare a toccarlo o ti macello al momento. >>
<< Cos’è, rivuoi il tuo giocattolo? >>
<< Sì, appunto perché è mio. >> enfatizzò con rabbia l’ultima parola, poi si alzò ed elegantemente andò via, lasciandole il conto da pagare.
La ragazza rise, sbuffando un altro po’ di fumo.
<< Ehi, Shikamaru! >> richiamò, ad alta voce.
Lui sbuffò, scocciato, dopo essere rimasto impietrito per un attimo. Si alzò, voltandosi verso la ragazza. Lo aveva beccato.
<< Come hai fatto a capire che ero io? >> mormorò, legandosi i capelli e togliendo quel travestimento idiota.
<< Riconoscerei quei capelli ad ananas ovunque, Cry baby. >> rispose lei, con tutta calma << Penso che anche lei se ne sia accorta. >>
Per un attimo mise il broncio, deluso che la sua performance fosse stata scoperta. Poi guardò Temari, ancora intenta a fumare tranquilla, il cibo di infima qualità davanti.
<< Grazie. >> disse, cercando i suoi occhi per poi trovarli leggermente incupiti.
<< Quando vuoi. >> rispose lei, spegnendo la sigaretta quasi senza forze proprio mentre la sua figura tanto amata scompariva dietro la porta d’ingresso.
Dolore.
 
 
Dolore. Quella visione gli provocava un tale grado di dolore che, dentro di sé, urlava disperato, sperando che quel supplizio potesse semplicemente finire, scomparire in un buco nero, qualsiasi cosa. Il vederli così vicini, così affiatati gli provocava un moto di gelosia. Qualcosa si era semplicemente smosso e Sasuke sapeva che per tornare a scivolare giù avrebbe dovuto passare tante volte attraverso quel dannato vivere.
Lui però non era il tipo che aspettava, paziente e tranquillo. No, assolutamente! Lui era quello che prendeva tutti a pugni per eseguire la sua vendetta!
Così, quando quella sera si ritrovò l’occasione perfetta, occasione che in realtà era stata abilmente redatta dalle mani affusolate di quella che era diventata ben più di una amica per lui, per meglio dire Hinata, la colse al volo.
Avevano finito l’album nel pomeriggio, per la gioia di tutti, e ora non restava che programmare il lancio, le interviste e molto altro, cose di cui solo Hinata stessa poteva occuparsi. Lei però non si era sentita molto bene, e questo era vero, dato che aveva vomitato un bel po’, così aveva deciso di sbrigare solo le cose urgenti e di tornare a casa e lavorare da lì.
Purtroppo però aveva dimenticato il portatile, e questo no, non era vero, così aveva chiesto a Sakura se gentilmente poteva andare a prenderlo nel suo ufficio e portarglielo a casa.
Lo aveva detto a Sasuke che, nonostante odiasse essere aiutato a conquistare le ragazze, men che meno da una ragazza stessa, si disse mentalmente carpe diem! ed era tornato in fretta e furia alla Moon’s Eyes.
Lì, con la sigaretta in bocca, entrò con l’aria di  non-so-cosa-diavolo-fai-qui, trovandosi di fronte una Sakura che stava rivoltando mezzo ufficio.
<< Che accidenti fai qui? >> disse infatti, poco gentilmente.
<< Tu che cavolo ci fai qui! >> rispose la ragazza alzando la voce, come ai vecchi tempi << E non parlarmi così, stronzo! >>
<< Ehi carina, calmati un po’. >> esordì lui, sorridendo vittorioso fra sé << Scusa tanto se sembra che tu stia rubando nell’ufficio del mio capo. >>
<< Ma sei idiota? >> chiese lei, isterica << Si da il caso che il tuo capo, idiota, sia una delle mie migliori amiche, idiota. >>
<< Sì, sì. >> rispose lui << In tanto hai distrutto mezzo ufficio, casinista. >>
<< Non lo trovo quel cavolo di portatile! >> rispose Sakura, alzando per la prima volta gli occhi su di lui << Te lo dico io, quella è incinta. Prima vomita, poi ricorda dove mette le cose… Te lo immagini? >>
<< Sì certo, è la stupidità del bambino di Naruto che la rende stupida. >> rispose lui, avvicinandosi di un passo, con la scusa di aiutarla a cercare, distrattamente, il portatile.
<< Proprio quello che intendevo! >> concordò la ragazza, che in preda all’isteria gli prese la sigaretta dalle labbra portandola sulla sua per poi continuare a cercare.
Lui non obbiettò, anzi, con la bocca libera le baciò sensualmente il collo.
Un brivido pervase la ragazza, che comunque, rossa in viso, si voltò arrabbiata.
<< Ehi, ma che fai? >> chiese, guardandolo negli occhi.
Ancora una volta, quegli occhi magnetici la attrassero, ma tentò di combattere quella naturale propensione a stargli vicino, molto più vicino di come erano ora. Non notò così il sorriso malizioso di Sasuke.
<< Guarda che lo so che lo vuoi anche tu. >> rispose, calmo, il timbro di voce stranamente profondo e irrisorio << Per giorni non hai smesso di tentare di farmi ingelosire con quel Sasori… >>
Sasuke si avvicinò ancora e le premette le lebbra sul collo sinuoso, mentre una mano si infilava fra i suoi capelli rosa, ormai molto più lunghi di come li ricordasse, cresciuti.
La ragazza gemette al contatto, mentre con le mani tentava debolmente di spingerlo via.
<< Non è vero. >> obbiettò la ragazza, pervasa da mille emozioni diverse << Io non tradirei mai Sasori! >>
Il moro le baciò delicatamente la clavicola, poi lasciò una scia fino alla spalla, mentre con una mano si intrufolava sotto la sua maglietta, accarezzandole un fianco.
<< Guarda che hai la mia sigaretta fra le labbra. >> esplicò lui, mordendole la pelle nivea << Prima era tra mie labbra, è come se ci stessimo baciando. >>
Salì, mentre lei retrocedeva e si appoggiava alla scrivania, fino alla sua mascella delicata, che baciò con voracità.
<< L’hai già tradito. >> sussurrò sensuale contro il suo lobo << Lasciati andare, amore. >>
La sigaretta cadde sul pavimento, una maglia volò via mentre un’altra faceva ancora resistenza.
Sakura gli baciò i pettorali, mentre lui lascivo le stuzzicava collo. Poi, con una mano sulla sua nuca e l’altra sul suo collo, l’avvicinò a sé facendola cozzare con le sue labbra. Si baciarono, un bacio rude, ricco di passione repressa, di amore nascosto. Si baciarono, mordendosi ai vicenda, le lingue calde in lotta, mentre l’ordinata scrivania veniva liberata con un gesto frettoloso dal braccio di Sasuke. Un’altra maglia scivolò via, mentre fra gemiti e sussurri lui tornava a baciare quella pelle delicata e amata dopo tanto tempo, troppo, troppo tempo. Lei lo feriva, gli graffiava la pelle, ma ciò che contava era che lo stringeva a sé, bisognosa di quella pelle fresca e nivea sulla sua.
Bisognosa di lui.
 
 
Avevano davvero passato tutti un dannato vivere, in quei giorni. Hinata ci ripensava, stesa sul letto con lo sguardo sul soffitto decorato a volute, esaminando tutti i vari pro e contro. Erano stati giorni terribili, giorni in cui aveva temuto di perdere qualcosa di importante, qualcuno, giorni in cui era stata diffamata, giorni di confusione e molto altro ancora. Paragonati agli anni precedenti però, anni senza Origins, anni di apatia e sofferenza muta, almeno era stata parte di qualcosa, almeno aveva qualcosa da perdere. Rimpiangeva quei giorni passati senza fare niente, e penso al tempo che ho sprecato a far programmi senza agire mai , cantava Naruto in quell’ultima canzone, e mai più adatte erano quelle parole per lei. Quello era stato un dannato vivere decisamente peggiore, di cui pentirsi, di cui piangere. Eppure, adesso non poteva che sorridere.
Aveva così tanto motivi per essere felice… tutti così belli, così inaspettati.
Dopo alcuni passi leggermente ovattati, Naruto sbucò dal bagno, i capelli bagnati, un asciugamano sulla testa e i pantaloni del pigiama addosso. Ecco uno dei suoi personalissimi motivi per essere felice, pensò, mettendosi a sedere.
Naruto la guardò, per un attimo preoccupato, poi vide il suo sorriso che prontamente ricambiò e riuscì a tranquillizzarsi.
<< Stai bene? >> le chiese, avvicinandosi a letto strofinandosi i capelli bagnati.
<< Sì, tranquillo >> rispose gentile, mentre lo guardava sedersi sul bordo del letto.
Gli si avvicinò e gli baciò le spalle, le scapole che si muovevano agili seguendo i movimenti delle braccia muscolose. Hinata gli sfiorò con due dita la colonna vertebrale, poi il collo e Naruto rise per il solletico, voltando il viso per guardarla con quegli occhi vivi e guizzanti.
La ragazza si inginocchiò sul letto e si appoggiò alla schiena di lui, avvolgendo in un abbraccio la pelle bagnata, incurante della leggera vestaglia di chiffon che si inumidiva. Avvinghiò le dita affusolate alle ciocche bionde e ancora umide, giocando con quei tenui raggi di sole che tanto adorava.
Lui appoggiò la nuca sulla spalla di lei, completamente rilassato, e chiuse gli occhi, lasciandosi baciare e accarezzare, cullato dall’amore di lei.
<< Davvero saresti scomparso per sempre? >> sussurrò lei, pentendosi un attimo dopo della domanda che aveva fatto.
<< Sì, per il tuo bene. >> rispose lui, continuando a tenere gli occhi chiusi << Ma avrei sbagliato. Non sapevo cosa mi sarei perso… sarei stato profondamente infelice. >>
Si avvicinò un poco alla sua bocca e premiò quella risposta con un bacio lunga e dolce.
Naruto si rilassò, si svincolò dall’abbraccio per mettersi sotto le coperte, coricandosi al centro, subito raggiunto dalla mora, che si mise a cavalcioni su di lui per baciarlo ancora e ancora.
<< Pensi che andrà meglio? >> chiese ancora, titubante << Pensi che potrai sopportare ciò che la notorietà comporta?  Riuscirai a riprenderti? >>
Il ragazzo le regalò un sorriso caldo e genuino, mentre lasciava scivolarle una spallina.
<< Te lo prometto, Hinata. >> rispose, mentre lei si abbassava per baciargli il collo << E so che mi aiuterai ad essere felice. >>
Dolcemente le baciò una guancia, poi i capelli, che accarezzava morbidamente.
<< Tu sei già la mia felicità. La mia salvezza. >>
 
 
<< Comunque… tu e Sasuke che dormite insieme siete davvero dolcissimi, sai? >>
 





 
 
E con questa battuta finale, chiudo Filosofia di vita...
Sì, certo, volevate voi! Sembra tornare tutto per il 
meglio vero? Ma io ho promesso un finale drammatico
e so già che nessuno di voi leggerà il sequel!
Ma non sono stata io a decidere come
devono andare le cose, lo giuro, la storia
si sta scrivendo da sola! E non mi importa se 
non leggerete, mi basta scrivere per me
( Naruto: Sì, certo, ora fai l'orgogliosa.
NdMe: Zitto tu! ) u.u
Che dire di questo capitolo? Si apre con 
una delle mie canzoni preferite, un Naruto
che tenta di convincere tutti che tutto va bene,
Kiba e Hanabi si sbaciucchiano, Sakura e Sasori
si sbaciucchiano, Hinata e Naruto si sbaciucchiano,
Sasuke e Sakura si sbaciucchiano... Eh? Aspetta un pò!
Mi sa che Sasuke ha fatto il biricchino n.n con l'aiuto della
dolce Hinata, of course. E poi ci sono Ino e Temari che 
litigano per il loro giocattolo infilzando Salsiccie... vabbè.
Dopo questo inutile riepilogo, mi congedo.
Mancano 5 capitoli! E sto giusto ultimando l'ultimo!
Secondo voi come finirà la storia?
Vabbè, vi ringrazio tutti per le recensioni e ringrazio
i miei cari lettori silenziosi, siete sempre di più n.n
Vi lascio il link della mia nuova NaruHina qui in fondo!
Kiss kiss
Tomoko-chan.


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2426253&i=1

Mamma mia quanto ho sproloquiato :/



 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Tomoko_chan