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Autore: Cyanide_Camelia    12/06/2008    7 recensioni
In una cittadina americana, trasposizione dei personaggi di Naruto e delle loro patologie psichiche che verranno esaminate in un centro di riabilitazione. In particolare, l'attenzione e' dedicata alle giovani ragazze di Naruto, che nascondono piu' segreti di quanto si possa pensare...
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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TenTen cammina per strada, indossa un vestitino giallo pallido di seta, con una cinta di vernice nera ed ha ai piedi un paio d

Lezioni di Volo

 

TenTen cammina per strada, indossa un vestitino giallo pallido di seta, con una cinta di vernice nera ed ha ai piedi un paio di all star nere.

Non ce la fa a non pensare a lui.

Neji, così onnipresente ed invadente, quasi un tormento per lei, che non ha tregua e non riesce a cancellarlo dalla sua vita.

Ma per fortuna che c’è Kankuro.

Lui la capisce, lui sì che la ama.

Così, TenTen decide di andarlo a trovare: lo vuole vedere, vuole giacere tra le sue braccia, vuole sentire i suoi baci sulla sua pelle, vuole sentire il suo peso addosso, vuole quel respiro vibrante sul collo, quell’emozione unica che si fa viva quando le divarica le gambe…

 

Trova il portone di casa del ragazzo distrattamente aperto.

Entra, sorridente, andando verso le scale che portano al piano superiore, dove sono le camere da letto.

 

“C’è nessuno? Kankuro, sono io, TenTen…” dice a voce alta.

 

“Hey, TenTen! Come stai?” grida Temari, uscendo dal bagno ed afferrandola per il braccio.

 

La mora nota una strana espressione sul volto della ragazza.

 

“Tutto bene, grazie, ero venuta per fare un saluto a Kankuro, c’è?” domanda impaziente.

 

“A-aspetta s-solo un attimo c-che te lo c-chiamo…” risponde quella, correndo poi verso la stanza del ragazzo.

 

TenTen aspetta nel corridoio, appoggiandosi al mancorrente. Che diavolo sta succedendo in quella casa?

Dopo una decina di minuti, si dirige come una furia verso quella maledetta porta e la spalanca, per trovarsi davanti uno spettacolo sconvolgente: Temari in piedi, davanti al letto del fratello, nel quale sono stesi Kankuro ed una biondina.

 

“TenTen?” dice stupito lui.

 

Non ha parole. Si porta le mani davanti alla bocca, arrossendo, nel tentativo di soffocare un grido.

 

“Chi è lei, amore?” chiede la ragazza bionda, stretta nel suo abbraccio, con voce assonnata.

 

“Nessuno, piccola, una vecchia amica, tutto qui.” Le risponde con dolcezza, dandole un bacio sulla fronte e stringendola ancora più forte.

 

TenTen scappa via dalla stanza e poi giù per le scale, correndo lungo la strada fino allo sfinimento, senza alcun posto dove recarsi, solo continuando ad andare, senza indugiare un attimo.

Sente la gola seccarsi e le gocce di sudore scendere lungo l’incavo della schiena.

Si ritrova nel giardino comunale, la ghiaia le rende difficile la corsa, il respiro affannoso la implora di fermarsi, i nervi la obbligano ad accelerare ulteriormente.

Ad un tratto poggia il piede in malo modo a terra e cade, sbattendo il viso sui ciottoli mentre grandi lacrime le scorrono lungo le guance, inarrestabili.

Stringendo i pugni, fa forza sui palmi per rialzarsi, senza però riuscirci.

Ha perso tutto.

Il suo Neji, l’amore di una vita.

Kankuro, la sua consolazione, il suo amico e confidente.

Non c’è più nulla per lei.

 

“Che ci fai sdraiata sul sentiero, Ten-chan?”

 

Una voce conosciuta la obbliga a spostarsi da quella posizione e a rannicchiarsi, stringendo le ginocchia al petto.

 

“Nulla.”

 

Quel nulla che invece significa sto soffrendo, che contiene un’implicita ma non per questo meno importante richiesta d’aiuto, richiama l’attenzione del ragazzo che la osserva, incuriosito e dispiaciuto.

Si siede in terra accanto a lei e le porge un fazzoletto, regalandole uno di quei suoi irresistibili sorrisi ottimistici.

 

“G-grazie…” dice lei, abbozzando a sua volta un sorriso e asciugandosi i grandi occhi scuri.

 

Si limita a guardare dritto davanti a sé, assorta nei frammenti di ricordi vari che le attraversano la mente come una serie di diapositive.

Le lunghe ciglia cercano di ostacolare il raggio di sole che, ostinato, le illumina prepotentemente il volto, generando uno splendido gioco di luci ed ombre con i suoi lineamenti regolari e precisi.

 

“Sei molto carina, Ten-chan.” Commenta lui, tentando di risollevarle il morale abbattuto.

 

“E tu sei molto gentile, Naruto-kun.” Risponde, indicando una panchina dove sedersi.

 

Restano lì, sul ferro battuto freddo, in silenzio.

 

Naruto ha paura di chiederle come vada la sua storia con Neji: e se fosse così triste proprio per colpa di un qualche problema con quel ragazzo? Meglio evitare di fare figuracce.

 

TenTen non sa che cosa dire: da una parte teme di dargli noia parlandogli dei suoi problemi, dall’altra non vuole assolutamente intraprendere il tanto ostico discorso “Hinata”, sapendo bene che potrebbe finire col dire qualcosa di sbagliato, mentre in quel frangente l’unica cosa che desidera è stare serena.

 

“Ten-chan?”

 

“Naruto-kun?”

 

“Ti va di mangiare qualcosa insieme e parlare un po’ dei tuoi problemi?”

 

Richiesta goffa.

Goffa ed azzardata.

Con altissima percentuale di rifiuto e, conseguentemente, di umiliazione.

Ma per ogni 90%, esiste sempre un 10%.

E Naruto spera di rientrare in quella fortunata parte.

Nella vita lui è sempre stato l’eccezione, perché non esserlo anche questa volta?

 

“Va bene.”

 

Si sorridono.

Improvvisamente, lei gli sembra talmente adorabile, con quella sua espressione dolce: le labbra leggermente inarcate, gli occhi chiusi, la frangetta castana che ondeggia sulla fronte minuta, le braccia dietro la schiena.

Lui le appare così cambiato: più maturo, gentile, simpatico, addirittura galante.

Sentono che qualcosa è cambiato tra loro due.

Prima si salutavano appena, ma ora…si è instaurata un’affinità particolare, una sorta di atmosfera di confidenza, di quelle facili da infrangere perlomeno quanto da approfondire.

 

Naruto la porta a casa sua.

E’ ancora disordinata dalla mattina, TenTen nasconde un risolino nel vedere il ragazzo affaccendarsi per sistemare il sistemabile e va dritta verso il frigo, dove trova quanto basta per preparare il piatto che le riesce meglio: il ramen.

Glielo aveva insegnato la nonna e lei adorava prepararlo, ma Neji non aveva mai apprezzato le varie versioni che gli aveva proposto più volte.

 

“Di’, a te piace il ramen?” chiede al ragazzo, che si volta assumendo un’espressione comica quanto gioiosa.

 

“Se mi piace? Ma io adoro il ramen!!! Ten-chan, non mi dire che…”

 

“Perfetto, perché è l’unico piatto che so preparare!” soggiunge lei, per poi scoppiare in una fragorosa risata, cui si accoda anche lui.

 

Così, TenTen si mette a ripulire i ripiani ed il tavolo della cucina prima di darsi da fare per preparare la cena, Naruto invece porta giù la spazzatura e mette a posto il resto della casa spoglia.

Un appartamento piccolo, con poche suppellettili, qualche foto sparsa intorno, costituito da un bagno, una cucina, un salottino ed una camera da letto. Il tutto per un massimo di 60metri quadrati.

 

“E’ pronto!” annuncia con un sorriso soddisfatto lei.

 

Lui corre come un fulmine in cucina, inspirando a fondo l’odore delizioso che si levava dalle ciotole messe a tavola, nelle quali TenTen aveva servito elegantemente il ramen.

 

“Mmm…ha un profumino fantastico…” commenta Naruto, prima di sedersi con lei.

 

“Allora, buon appetito!” dice la ragazza con fare allegro.

 

Cenano senza star troppo a pensare ai propri problemi, quasi dimentichi di tutto.

Ed infine si siedono sul divano, rilassati, ed in quel momento le sovviene il viso di Neji, che lei cerca di cacciare via scrollando vigorosamente la testa.

Si guardano, prigionieri l’uno dell’incantesimo degli occhi dell’altro, incapaci di fare altro che non sia osservarsi.

 

Oceano…mai visto nulla di così intenso e vivo come le iridi del ragazzo davanti a lei: piene di pathos, comunicative, di quel colore che ispira libertà e coraggio, dotate di uno sguardo determinato, coraggioso, gentile e sensibile.

Un oceano in cui perdersi senza temere di soffrire, semplicemente godendosi l’incanto del naufragio.

 

Cioccolata…gli occhi di lei gli ricordano la cioccolata. Dolci ed espressivi come quelli di un cucciolo, pieni di tenerezza e di bisogno di amore, troppo a lungo sottovalutati, stretti nella morsa dell’indifferenza di Neji.

In grado di suscitare compassione in chiunque le si trovasse davanti, ricchi di sfumature emozionanti.

 

“Devo andare, Naruto-kun…ci sentiamo presto!”

 

Si alza e gli lascia un bacio sulle labbra.

Leggero, come un fiore di buganvillea.

Caldo, come un soffio di scirocco.

Sfuggevole, come una farfalla.

 

E già lontano appena lui riesce a realizzare, come i passi di lei.

 

 

 

 

***

 

 

Villa Uchiha

 

 

Karin si volta tra le lenzuola, tastando il letto alla ricerca del corpo di Sasuke.

Lo individua ben presto e gli si avvicina, cominciando ad accarezzargli la schiena con delicatezza, temendo di svegliarlo.

Lui, svegliatosi comunque, mugola un brontolio con la faccia ancora immersa nel cuscino, prima di voltarsi verso di lei con un broncio fittizio.

Le passa un braccio intorno alla vita, abbozzando un sorriso nella penombra della camera.

 

“Buongiorno..”dice lei.

 

“Hmm…come stai?” chiede Sasuke.

 

“Non c’è male.” Risponde, baciandolo.

 

Si stringono più forte, scoppiando a ridere sottovoce, fissandosi negli occhi.

Neri, ed ancora più neri.

Veloci, le mani di Karin scorrono sulla sua schiena, spostandosi poi sulle anche e carezzandogli l’addome glabro.

Sasuke si fa strada tra le gambe di lei con estrema delicatezza, quel suo fare raffinato ed elegante, essenziale, che non lascia nulla al caso, gli permette di abbattere facilmente ogni qualsivoglia resistenza e di giungere esattamente alla sua personale fonte di gioia.

La ragazza si lasci sfuggire un sospiro di sorpresa dalle labbra sottili, accompagnando i desideri di lui, senza indugiare.

Perché farlo, dal momento che le sue stesse intenzioni sono uguali?

 

Lascia che Sasuke scivoli su di lei e che la prenda di colpo, soffermandosi solo ed esclusivamente sul piacere provocato da questo gesto ripetuto, pieno di una grazia tutta sua, un fascino misterioso e conturbante che li avvolge.

 

“Sei calda.” Dice lui, stringendola nel suo abbraccio forte.

 

“No Sasuke. Sei tu che sei sempre freddo.”

 

“Allora devi tenermi stretto.”

 

Lo guarda, perplessa, per poi lasciare che lui affondi il volto sul suo petto, inspirando a fondo il profumo della sua pelle.

Restano così, senza dire altro, senza muoversi, osando appena respirare.

Poi, all’improvviso, Karin si solleva, scostando il braccio di Sasuke.

 

“Devo andare.”commenta arida.

 

Scivola via dal letto disfatto e si inizia a rivestire svogliatamente.

Lui non risponde.

Non dice nulla, non tenta di fermarla, la osserva e basta.

Ma questi sono i compromessi cui bisogna scendere, se si vuole essere la compagna ideale per una persona come lui.

Apparentemente invulnerabile ed apatica, dotata di un sarcasmo violento e deciso, inoppugnabile, insensibile.

Per stare con Sasuke vige una regola fondamentale: non innamorarsene.

Per quanto lui possa essere coinvolto, non bisogna mai mostrare il fianco scoperto: non esiterebbe un solo momento a trafiggerlo, facendone il suo divertimento.

 

E Karin se ne va.

 

Con quell’amaro in gola che caratterizza ogni loro incontro.

Sapere di essere amata da lui, ma di non amarlo altrettanto.

Di non potersi permettere un solo secondo di debolezza per potergli sopravvivere.

Dover continuamente dimostrarsi di essere diversa da quella ragazzina fragile e assoggettata.

 

Tiene il viso basso mentre cammina per strada.

 

Davvero dovrà per sempre accettare quella realtà, fino ad esserci assuefatta?

 

“Dove stai andando?”

 

Si volta di scatto, richiamata alla realtà così bruscamente. Già, dove sta andando? A saperlo sarebbe già qualche cosa…

 

“Da nessuna parte, e tu, Suigetsu?”

 

“In giro. Passeggiamo?” chiede quello, porgendole il braccio.

 

Lo guarda con occhi colpiti, poi accetta, aggrappandocisi.

 

Non sarebbe forse bello non dover nascondere il proprio amore, la propria vera gioia, la semplice soddisfazione, senza dover sentire costantemente il gravoso giudizio di Sasuke?senza dover pensare che l’amore equivalga ad una debolezza?

Sorride di nascosto, Karin. Con lui è stato bello, non c’è che dire.

Però…

 

Sakura Haruno…a stare con lui sei senz’altro più brava di me…i miei complimenti.

 

 

 

 

***

 

 

Villa Sabaku

 

 

Temari si fionda ad aprire il portone prima ancora che Shikamaru abbia il tempo di suonare il campanello, ritrovandoselo così davanti con una faccia fra il perplesso e lo stupito, l’indice ad un centimetro dal pulsante in ottone ed un sorrisetto inebetito.

Senza dargli il tempo materiale di salutarla, lo bacia fulminea sulle labbra e lo attira a sé, divertita.

 

“Ciao piccola!” dice lui, con un tono forzatamente seducente che su di lui risulta goffo e caricaturale, tanto da causare un’allegra e sincera risata nella ragazza, che lo osserva a mo’ di pantera.

 

“Ciao…vieni.” Risponde lei, prendendolo per le mani e portandolo su per le scale in una corsa infantile ed estremamente tenera.

 

Si sdraiano sul letto di lei, guardandosi negli occhi per qualche istante, pronti a scattare e a fare quello che tanto desiderano.

Temari si acquatta sul piumone, avvicinandosi a Shikamaru, evidentemente già preparato a quello che li aspetta.

 

Tre…

 

Due…

 

Uno…

 

Le braccia della ragazza scattano lungo i fianchi di lui, e le sue dita affusolate e minute vanno premendo sulle costole del fidanzato che si contorce dalle risate, tentando in vano di ostacolare quella dolce sevizia.

 

“Hahaha…dai a-amore smettila! Hahaha!!!” implora, guardando il suo viso soddisfatto con gli occhi appena socchiusi.

 

“No!”

 

Temari si porta sopra di lui, abbandonandosi sul suo corpo, e lo bacia una volta. E ancora, e ancora, fino a non separarsi più, ma ad avvincersi l’uno all’altra.

Shikamaru decide, quindi, di prendere il controllo della situazione, e ribalta improvvisamente le posizioni.

Lei assume un’aria molto più dimessa, seppure continui a mantenere quella sua usuale vena di sfida nel sorriso fiero.

Naturalmente, lui non può fare a meno di cogliere l’occasione, e cattura immediatamente quelle labbra tra le sue, per poi spostarsi lungo la mascella, la nuca, il collo sinuoso, causandole ripetuti brividi di piacere ed un impeto di voluttà.

Ed ancora baci, e improvviso calore, e desiderio, e tenerezza, e sospiri profondi lussuriosi si susseguono ininterrotti.

Si cercano spasmodicamente, come se non fosse mai abbastanza; le loro dita si stringono sul corpo dell’altro, quasi ci fosse da temere di essere strappati lontano ineluttabilmente; le loro labbra si intrecciano in un gioco di estasi nel quale lui insegue e lei scappa divertita.

 

Di colpo Temari si rende conto che in quel frangente qualcosa è cambiato.

Quello non è il ragazzino tremendamente impacciato che ha conosciuto.

Quello che ha davanti…è l’uomo che ha sempre desiderato, ed ora che lo ha finalmente con sé vorrebbe dilungarsi in uno dei suoi ingorghi di parole, ma non riesce a spiccicare nemmeno una sillaba.

In fondo, non c’è nulla da dire.

Quella gioia è così completa e così intima che, anche se tentasse di renderlo partecipe alla sua eccitazione, riuscirebbe a farlo solo a metà, quindi scegli di godersela momentaneamente da sola, compiaciuta, per poi parlargliene in un altro momento.

Con il dorso della mano passa, lieve, sulla guancia di lui, ora disteso supino con lei raggomitolata a fianco.

Reclina la testa sul suo petto caldo, sente il suo braccio che le cinge le spalle con infinita tenerezza, e a sua volta lo stringe delicatamente.

 

Shikamaru le bacia sulla fronte, affettuoso, senza riuscire a trattenere un sorriso alla vista della sua leonessa addormentata alla stregua di una gattina. Impossibile descrivere l’adorazione che prova per quella ragazza.

La sua “tiranna” e allo stesso tempo la sua “piccola”.

E forse è proprio di questo che si è innamorato, di quelle mille contraddizioni che la rendono un essere unico nel suo genere, di quel modo in cui riesce ad essere benissimo tutto e il contrario di tutto, di quell’energia quasi inesauribile e di quella calma così adatta a lui.

“M-mi sono addormentata?” domanda lei, leggermente imbarazzata.

 

“Sì. Eri bellissima con gli occhi chiusi, così rilassata.”risponde Shikamaru, dandole un ennesimo bacio sulla punta del naso.

 

Per tutta risposta Temari nasconde il viso sul suo collo, sentendo il buonissimo profumo del ragazzo inebriarla, e vi segna un cerchietto con la lingua, cosa che lo fa sobbalzare e tirare un sospiro piacevolmente sorpreso.

Dopodiché lei torna col viso rivolto verso di lui.

 

“Cosa c’è?”

 

L’inarrestabile curiosità di Temari compie un nuovo tentativo si annidarsi nei pensieri di Shikamaru.

 

“Nulla…mi chiedevo quando fosse stata l’ultima volta in cui sono stato così felice.”

 

Sorride soddisfatta, strusciando il naso sulla sua guancia.

 

“Probabilmente questa è la prima.”

 

“Sì. Immagino di sì.”

 

La tiene stretta, impaurito che, un giorno, come è arrivata, se ne possa andare. Shikamaru, invece, la vuole sua per sempre.

 

“Ti amo, Temari.”

 

“Non dirle troppo spesso frasi importanti come queste, che poi ti dimentichi cosa vogliano realmente dire.”

 

“No, non posso dimenticarmelo…non con te.”conclude lui questa digressione, senza darle alcuna possibilità di replicare.

 

La prende tra le braccia, per la vita, e la guarda nei profondi occhi verde scuro.

Con quella ragazza la sua vita così assuefatta dalla consuetudine ha finalmente cominciato a prendere delle fantastiche lezioni di volo.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Cos:

Questo capitolo l’ho adorato dall’inizio alla fine, devo dire.

Ho pareggiato i conti con TenTen, in primo luogo, ed ho tentato l’esperimento NaruTen: secondo me lo si può portare avanti, ma naturalmente poi sta a voi lettori farmi sapere che ne pensate.

La storia SasuKarin, come vedete, va a creparsi, puntando sempre più verso una SuiKarin…vedremo successivi sviluppi!

In ultimo, la ShikaTema. Allora, questa parte è semplicemente la descrizione di un pomeriggio con il mio Shikamaru, il quale si è prestato per conferirmi l’ispirazione giusta. Ergo, gli eventi narrati e le frasi riportate sono reali ^^’.

 

 

Ballerinaclassica:mmm…effettivamente non so cosa dica esattamente Karin nel manga, ma se così fosse…beh, eccola accontentata! LOL!

Arwen5786:grazie mille neesan <3, sono sempre felicissima delle tue recensioni positive! Karin è Karin, mi ha fatto gioco per progetti futuri riguardanti la storia e che scoprirete in seguito…

Bambi88:grazie tante mia cara! Dai, da questo capitolo si dovrebbe essere capito com’è finito quel famoso appuntamento, no?

Talpina Pensierosa:°___________________° oh Baby-chan, grazie grazie grazie *bacino*

Triadine:*gongola nell’angoletto* Chibi, grazie tante, ti voglio bene (e w Deidy-chan).

littlemoonstar:purtroppo non sono brava ad aggiornare presto, è un mio grande, grandissimo limite! Spero potrai perdonarmi T_Tun bacione!

lilithkyubi:guarda anche io sono per Temari e Shikamaru (se non si fosse notato XD), ma secondo me Ino non dev’essere penalizzata per questo…E’ un personaggio che amo molto, devo ammetterlo! Grazie mille!

Kurenai88:grazie mille! E grazie anche al cell, ovviamente! Si devo ammettere che ero piuttosto ispirata quel giorno! Bacini!

 

 

Vi saluto, e perdonatemi il ritardo!

 

Un bacione,

 

Cos <3

  
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