Lezioni
di Volo
TenTen cammina per strada, indossa un vestitino giallo pallido di seta, con una cinta di vernice nera ed ha ai piedi un paio di all star nere.
Non ce la fa a non pensare a lui.
Neji, così onnipresente ed invadente, quasi un tormento per
lei, che non ha tregua e non riesce a cancellarlo dalla sua vita.
Ma per fortuna che c’è Kankuro.
Lui la capisce, lui sì che la ama.
Così, TenTen decide di andarlo a trovare: lo vuole vedere,
vuole giacere tra le sue braccia, vuole sentire i suoi baci sulla sua pelle,
vuole sentire il suo peso addosso, vuole quel respiro vibrante sul collo,
quell’emozione unica che si fa viva quando le divarica le gambe…
Trova il portone di casa del ragazzo distrattamente aperto.
Entra, sorridente, andando verso le scale che portano al
piano superiore, dove sono le camere da letto.
“C’è nessuno? Kankuro, sono io, TenTen…” dice a voce alta.
“Hey, TenTen! Come stai?” grida Temari, uscendo dal bagno
ed afferrandola per il braccio.
La mora nota una strana espressione sul volto della
ragazza.
“Tutto bene, grazie, ero venuta per fare un saluto a
Kankuro, c’è?” domanda impaziente.
“A-aspetta s-solo un attimo c-che te lo c-chiamo…” risponde
quella, correndo poi verso la stanza del ragazzo.
TenTen aspetta nel corridoio, appoggiandosi al mancorrente.
Che diavolo sta succedendo in quella casa?
Dopo una decina di minuti, si dirige come una furia verso quella maledetta porta e la spalanca, per trovarsi davanti uno spettacolo sconvolgente: Temari in piedi, davanti al letto del fratello, nel quale sono stesi Kankuro ed una biondina.
“TenTen?” dice stupito lui.
Non ha parole. Si porta le mani davanti alla bocca,
arrossendo, nel tentativo di soffocare un grido.
“Chi è lei, amore?” chiede la ragazza bionda, stretta nel
suo abbraccio, con voce assonnata.
“Nessuno, piccola, una vecchia amica, tutto qui.” Le
risponde con dolcezza, dandole un bacio sulla fronte e stringendola ancora più
forte.
TenTen scappa via dalla stanza e poi giù per le scale,
correndo lungo la strada fino allo sfinimento, senza alcun posto dove recarsi,
solo continuando ad andare, senza indugiare un attimo.
Sente la gola seccarsi e le gocce di sudore scendere lungo
l’incavo della schiena.
Si ritrova nel giardino comunale, la ghiaia le rende
difficile la corsa, il respiro affannoso la implora di fermarsi, i nervi la
obbligano ad accelerare ulteriormente.
Ad un tratto poggia il piede in malo modo a terra e cade,
sbattendo il viso sui ciottoli mentre grandi lacrime le scorrono lungo le
guance, inarrestabili.
Stringendo i pugni, fa forza sui palmi per rialzarsi, senza
però riuscirci.
Ha perso tutto.
Il suo Neji, l’amore di una vita.
Kankuro, la sua consolazione, il suo amico e confidente.
Non c’è più nulla per lei.
“Che ci fai sdraiata sul sentiero, Ten-chan?”
Una voce conosciuta la obbliga a spostarsi da quella
posizione e a rannicchiarsi, stringendo le ginocchia al petto.
“Nulla.”
Quel nulla che invece significa sto soffrendo,
che contiene un’implicita ma non per questo meno importante richiesta d’aiuto,
richiama l’attenzione del ragazzo che la osserva, incuriosito e dispiaciuto.
Si siede in terra accanto a lei e le porge un fazzoletto,
regalandole uno di quei suoi irresistibili sorrisi ottimistici.
“G-grazie…” dice lei, abbozzando a sua volta un sorriso e
asciugandosi i grandi occhi scuri.
Si limita a guardare dritto davanti a sé, assorta nei
frammenti di ricordi vari che le attraversano la mente come una serie di
diapositive.
Le lunghe ciglia cercano di ostacolare il raggio di sole
che, ostinato, le illumina prepotentemente il volto, generando uno splendido
gioco di luci ed ombre con i suoi lineamenti regolari e precisi.
“Sei molto carina, Ten-chan.” Commenta lui, tentando di
risollevarle il morale abbattuto.
“E tu sei molto gentile, Naruto-kun.” Risponde, indicando
una panchina dove sedersi.
Restano lì, sul ferro battuto freddo, in silenzio.
Naruto ha paura di chiederle come vada la sua storia con
Neji: e se fosse così triste proprio per colpa di un qualche problema con quel
ragazzo? Meglio evitare di fare figuracce.
TenTen non sa che cosa dire: da una parte teme di dargli
noia parlandogli dei suoi problemi, dall’altra non vuole assolutamente
intraprendere il tanto ostico discorso “Hinata”, sapendo bene che potrebbe
finire col dire qualcosa di sbagliato, mentre in quel frangente l’unica cosa
che desidera è stare serena.
“Ten-chan?”
“Naruto-kun?”
“Ti va di mangiare qualcosa insieme e parlare un po’ dei
tuoi problemi?”
Richiesta goffa.
Goffa ed azzardata.
Con altissima percentuale di rifiuto e, conseguentemente, di
umiliazione.
Ma per ogni 90%, esiste sempre un 10%.
E Naruto spera di rientrare in quella fortunata parte.
Nella vita lui è sempre stato l’eccezione, perché
non esserlo anche questa volta?
“Va bene.”
Si sorridono.
Improvvisamente, lei gli sembra talmente adorabile, con
quella sua espressione dolce: le labbra leggermente inarcate, gli occhi chiusi,
la frangetta castana che ondeggia sulla fronte minuta, le braccia dietro la
schiena.
Lui le appare così cambiato: più maturo, gentile,
simpatico, addirittura galante.
Sentono che qualcosa è cambiato tra loro due.
Prima si salutavano appena, ma ora…si è instaurata
un’affinità particolare, una sorta di atmosfera di confidenza, di quelle facili
da infrangere perlomeno quanto da approfondire.
Naruto la porta a casa sua.
E’ ancora disordinata dalla mattina, TenTen nasconde un
risolino nel vedere il ragazzo affaccendarsi per sistemare il sistemabile e va
dritta verso il frigo, dove trova quanto basta per preparare il piatto che le
riesce meglio: il ramen.
Glielo aveva insegnato la nonna e lei adorava prepararlo,
ma Neji non aveva mai apprezzato le varie versioni che gli aveva proposto più
volte.
“Di’, a te piace il ramen?” chiede al ragazzo, che si volta
assumendo un’espressione comica quanto gioiosa.
“Se mi piace? Ma io adoro il ramen!!! Ten-chan, non mi dire
che…”
“Perfetto, perché è l’unico piatto che so preparare!”
soggiunge lei, per poi scoppiare in una fragorosa risata, cui si accoda anche
lui.
Così, TenTen si mette a ripulire i ripiani ed il tavolo
della cucina prima di darsi da fare per preparare la cena, Naruto invece porta
giù la spazzatura e mette a posto il resto della casa spoglia.
Un appartamento piccolo, con poche suppellettili, qualche
foto sparsa intorno, costituito da un bagno, una cucina, un salottino ed una
camera da letto. Il tutto per un massimo di 60metri quadrati.
“E’ pronto!” annuncia con un sorriso soddisfatto lei.
Lui corre come un fulmine in cucina, inspirando a fondo
l’odore delizioso che si levava dalle ciotole messe a tavola, nelle quali
TenTen aveva servito elegantemente il ramen.
“Mmm…ha un profumino fantastico…” commenta Naruto, prima di
sedersi con lei.
“Allora, buon appetito!” dice la ragazza con fare allegro.
Cenano senza star troppo a pensare ai propri problemi,
quasi dimentichi di tutto.
Ed infine si siedono sul divano, rilassati, ed in quel
momento le sovviene il viso di Neji, che lei cerca di cacciare via scrollando
vigorosamente la testa.
Si guardano, prigionieri l’uno dell’incantesimo degli occhi
dell’altro, incapaci di fare altro che non sia osservarsi.
Oceano…mai visto nulla di così intenso e vivo come le
iridi del ragazzo davanti a lei: piene di pathos, comunicative, di quel colore
che ispira libertà e coraggio, dotate di uno sguardo determinato, coraggioso,
gentile e sensibile.
Un oceano in cui perdersi senza temere di soffrire,
semplicemente godendosi l’incanto del naufragio.
Cioccolata…gli occhi di lei gli ricordano
la cioccolata. Dolci ed espressivi come quelli di un cucciolo, pieni di
tenerezza e di bisogno di amore, troppo a lungo sottovalutati, stretti nella
morsa dell’indifferenza di Neji.
In grado di suscitare compassione in chiunque le si trovasse davanti, ricchi di sfumature emozionanti.
“Devo andare, Naruto-kun…ci sentiamo presto!”
Si alza e gli lascia un bacio sulle labbra.
Leggero, come un fiore di buganvillea.
Caldo, come un soffio di scirocco.
Sfuggevole, come una farfalla.
E già lontano appena lui riesce a realizzare, come i passi
di lei.
***
Villa Uchiha
Karin si volta tra le lenzuola, tastando il letto alla ricerca del corpo di Sasuke.
Lo individua ben presto e gli si avvicina, cominciando ad
accarezzargli la schiena con delicatezza, temendo di svegliarlo.
Lui, svegliatosi comunque, mugola un brontolio con la
faccia ancora immersa nel cuscino, prima di voltarsi verso di lei con un
broncio fittizio.
Le passa un braccio intorno alla vita, abbozzando un
sorriso nella penombra della camera.
“Buongiorno..”dice lei.
“Hmm…come stai?” chiede Sasuke.
“Non c’è male.” Risponde, baciandolo.
Si stringono più forte, scoppiando a ridere sottovoce,
fissandosi negli occhi.
Neri, ed ancora più neri.
Veloci, le mani di Karin scorrono sulla sua schiena,
spostandosi poi sulle anche e carezzandogli l’addome glabro.
Sasuke si fa strada tra le gambe di lei con estrema
delicatezza, quel suo fare raffinato ed elegante, essenziale, che non lascia
nulla al caso, gli permette di abbattere facilmente ogni qualsivoglia
resistenza e di giungere esattamente alla sua personale fonte di gioia.
La ragazza si lasci sfuggire un sospiro di sorpresa dalle
labbra sottili, accompagnando i desideri di lui, senza indugiare.
Perché farlo, dal momento che le sue stesse intenzioni sono
uguali?
Lascia che Sasuke scivoli su di lei e che la prenda di
colpo, soffermandosi solo ed esclusivamente sul piacere provocato da questo
gesto ripetuto, pieno di una grazia tutta sua, un fascino misterioso e
conturbante che li avvolge.
“Sei calda.” Dice lui, stringendola nel suo abbraccio
forte.
“No Sasuke. Sei tu che sei sempre freddo.”
“Allora devi tenermi stretto.”
Lo guarda, perplessa, per poi lasciare che lui affondi il
volto sul suo petto, inspirando a fondo il profumo della sua pelle.
Restano così, senza dire altro, senza muoversi, osando
appena respirare.
Poi, all’improvviso, Karin si solleva, scostando il braccio
di Sasuke.
“Devo andare.”commenta arida.
Scivola via dal letto disfatto e si inizia a rivestire
svogliatamente.
Lui non risponde.
Non dice nulla, non tenta di fermarla, la osserva e basta.
Ma questi sono i compromessi cui bisogna scendere, se si
vuole essere la compagna ideale per una persona come lui.
Apparentemente invulnerabile ed apatica, dotata di un
sarcasmo violento e deciso, inoppugnabile, insensibile.
Per stare con Sasuke vige una regola fondamentale: non
innamorarsene.
Per quanto lui possa essere coinvolto, non bisogna mai
mostrare il fianco scoperto: non esiterebbe un solo momento a trafiggerlo,
facendone il suo divertimento.
E Karin se ne va.
Con quell’amaro in gola che caratterizza ogni loro
incontro.
Sapere di essere amata da lui, ma di non amarlo
altrettanto.
Di non potersi permettere un solo secondo di debolezza per
potergli sopravvivere.
Dover continuamente dimostrarsi di essere diversa da
quella ragazzina fragile e assoggettata.
Tiene il viso basso mentre cammina per strada.
Davvero dovrà per sempre accettare quella realtà, fino ad
esserci assuefatta?
“Dove stai andando?”
Si volta di scatto, richiamata alla realtà così
bruscamente. Già, dove sta andando? A saperlo sarebbe già qualche cosa…
“Da nessuna parte, e tu, Suigetsu?”
“In giro. Passeggiamo?” chiede quello, porgendole il braccio.
Lo guarda con occhi colpiti, poi accetta, aggrappandocisi.
Non sarebbe forse bello non dover nascondere il proprio
amore, la propria vera gioia, la semplice soddisfazione, senza dover sentire
costantemente il gravoso giudizio di Sasuke?senza dover pensare che l’amore
equivalga ad una debolezza?
Sorride di nascosto, Karin. Con lui è stato bello, non c’è
che dire.
Però…
“Sakura
Haruno…a stare con lui sei senz’altro più brava di me…i miei complimenti.”
***
Villa Sabaku
Temari si fionda ad aprire il portone prima ancora che Shikamaru abbia il tempo di suonare il campanello, ritrovandoselo così davanti con una faccia fra il perplesso e lo stupito, l’indice ad un centimetro dal pulsante in ottone ed un sorrisetto inebetito.
Senza dargli il tempo materiale di salutarla, lo bacia
fulminea sulle labbra e lo attira a sé, divertita.
“Ciao piccola!” dice lui, con un tono forzatamente
seducente che su di lui risulta goffo e caricaturale, tanto da causare
un’allegra e sincera risata nella ragazza, che lo osserva a mo’ di pantera.
“Ciao…vieni.” Risponde lei, prendendolo per le mani e
portandolo su per le scale in una corsa infantile ed estremamente tenera.
Si sdraiano sul letto di lei, guardandosi negli occhi per
qualche istante, pronti a scattare e a fare quello che tanto desiderano.
Temari si acquatta sul piumone, avvicinandosi a Shikamaru,
evidentemente già preparato a quello che li aspetta.
Tre…
Due…
Uno…
Le braccia della ragazza scattano lungo i fianchi di lui, e le sue dita affusolate e minute vanno premendo sulle costole del fidanzato che si contorce dalle risate, tentando in vano di ostacolare quella dolce sevizia.
“Hahaha…dai a-amore smettila! Hahaha!!!” implora, guardando
il suo viso soddisfatto con gli occhi appena socchiusi.
“No!”
Temari si porta sopra di lui, abbandonandosi sul suo corpo,
e lo bacia una volta. E ancora, e ancora, fino a non separarsi più, ma ad
avvincersi l’uno all’altra.
Shikamaru decide, quindi, di prendere il controllo della
situazione, e ribalta improvvisamente le posizioni.
Lei assume un’aria molto più dimessa, seppure continui a
mantenere quella sua usuale vena di sfida nel sorriso fiero.
Naturalmente, lui non può fare a meno di cogliere l’occasione,
e cattura immediatamente quelle labbra tra le sue, per poi spostarsi lungo la
mascella, la nuca, il collo sinuoso, causandole ripetuti brividi di piacere ed
un impeto di voluttà.
Ed ancora baci, e improvviso calore, e desiderio, e
tenerezza, e sospiri profondi lussuriosi si susseguono ininterrotti.
Si cercano spasmodicamente, come se non fosse mai
abbastanza; le loro dita si stringono sul corpo dell’altro, quasi ci fosse da
temere di essere strappati lontano ineluttabilmente; le loro labbra si intrecciano
in un gioco di estasi nel quale lui insegue e lei scappa divertita.
Di colpo Temari si rende conto che in quel frangente
qualcosa è cambiato.
Quello non è il ragazzino tremendamente impacciato che ha
conosciuto.
Quello che ha davanti…è l’uomo che ha sempre desiderato, ed
ora che lo ha finalmente con sé vorrebbe dilungarsi in uno dei suoi ingorghi di
parole, ma non riesce a spiccicare nemmeno una sillaba.
In fondo, non c’è nulla da dire.
Quella gioia è così completa e così intima che, anche se
tentasse di renderlo partecipe alla sua eccitazione, riuscirebbe a farlo solo a
metà, quindi scegli di godersela momentaneamente da sola, compiaciuta, per poi
parlargliene in un altro momento.
Con il dorso della mano passa, lieve, sulla guancia di lui,
ora disteso supino con lei raggomitolata a fianco.
Reclina la testa sul suo petto caldo, sente il suo braccio
che le cinge le spalle con infinita tenerezza, e a sua volta lo stringe
delicatamente.
Shikamaru le bacia sulla fronte, affettuoso, senza riuscire
a trattenere un sorriso alla vista della sua leonessa addormentata alla
stregua di una gattina. Impossibile descrivere l’adorazione che prova
per quella ragazza.
La sua “tiranna” e allo stesso tempo la sua “piccola”.
E forse è proprio di questo che si è innamorato, di quelle
mille contraddizioni che la rendono un essere unico nel suo genere, di quel
modo in cui riesce ad essere benissimo tutto e il contrario di tutto, di
quell’energia quasi inesauribile e di quella calma così adatta a lui.
“M-mi sono addormentata?” domanda lei, leggermente
imbarazzata.
“Sì. Eri bellissima con gli occhi chiusi, così
rilassata.”risponde Shikamaru, dandole un ennesimo bacio sulla punta del naso.
Per tutta risposta Temari nasconde il viso sul suo collo,
sentendo il buonissimo profumo del ragazzo inebriarla, e vi segna un cerchietto
con la lingua, cosa che lo fa sobbalzare e tirare un sospiro piacevolmente
sorpreso.
Dopodiché lei torna col viso rivolto verso di lui.
“Cosa c’è?”
L’inarrestabile curiosità di Temari compie un nuovo tentativo
si annidarsi nei pensieri di Shikamaru.
“Nulla…mi chiedevo quando fosse stata l’ultima volta in cui
sono stato così felice.”
Sorride soddisfatta, strusciando il naso sulla sua guancia.
“Probabilmente questa è la prima.”
“Sì. Immagino di sì.”
La tiene stretta, impaurito che, un giorno, come è
arrivata, se ne possa andare. Shikamaru, invece, la vuole sua per sempre.
“Ti amo, Temari.”
“Non dirle troppo spesso frasi importanti come queste, che
poi ti dimentichi cosa vogliano realmente dire.”
“No, non posso dimenticarmelo…non con te.”conclude lui
questa digressione, senza darle alcuna possibilità di replicare.
La prende tra le braccia, per la vita, e la guarda nei
profondi occhi verde scuro.
Con quella ragazza la sua vita così assuefatta dalla consuetudine
ha finalmente cominciato a prendere delle fantastiche lezioni di volo.
Spazio Cos:
Questo capitolo l’ho adorato dall’inizio alla fine, devo dire.
Ho pareggiato i conti con TenTen, in primo luogo, ed ho
tentato l’esperimento NaruTen: secondo me lo si può portare avanti, ma
naturalmente poi sta a voi lettori farmi sapere che ne pensate.
La storia SasuKarin, come vedete, va a creparsi, puntando
sempre più verso una SuiKarin…vedremo successivi sviluppi!
In ultimo, la ShikaTema. Allora, questa parte è
semplicemente la descrizione di un pomeriggio con il mio Shikamaru, il quale si
è prestato per conferirmi l’ispirazione giusta. Ergo, gli eventi narrati e le
frasi riportate sono reali ^^’.
Ballerinaclassica:mmm…effettivamente non so cosa
dica esattamente Karin nel manga, ma se così fosse…beh, eccola accontentata!
LOL!
Arwen5786:grazie mille neesan <3, sono
sempre felicissima delle tue recensioni positive! Karin è Karin, mi ha fatto
gioco per progetti futuri riguardanti la storia e che scoprirete in seguito…
Bambi88:grazie tante mia cara! Dai, da questo capitolo si
dovrebbe essere capito com’è finito quel famoso appuntamento, no?
Talpina Pensierosa:°___________________° oh
Baby-chan, grazie grazie grazie *bacino*
Triadine:*gongola nell’angoletto* Chibi,
grazie tante, ti voglio bene (e w Deidy-chan).
littlemoonstar:purtroppo non sono brava ad
aggiornare presto, è un mio grande, grandissimo limite! Spero potrai perdonarmi
T_Tun bacione!
lilithkyubi:guarda anche io sono per Temari e
Shikamaru (se non si fosse notato XD), ma secondo me Ino non dev’essere
penalizzata per questo…E’ un personaggio che amo molto, devo ammetterlo! Grazie
mille!
Kurenai88:grazie mille! E grazie anche al
cell, ovviamente! Si devo ammettere che ero piuttosto ispirata quel giorno! Bacini!
Vi saluto, e perdonatemi il ritardo!
Un bacione,
Cos <3