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Autore: daniele_giuly    03/02/2014    3 recensioni
soli in casa, tutto fa paura
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corridoio era lungo e di un bianco accecante, nonché inquietante per via delle numerose porte che lo fiancheggiavano a destra e a sinistra. Percorrendolo si avvertiva un senso di oppressione e di mancamento di fiato. Nessuna apertura a spezzare la teoria di quel candore abbagliante. La sola soluzione era di attraversarlo alla svelta, senza soffermarsi troppo sui particolari, trovare la propria porta, entrare e chiudersi tutto alle spalle e riprendere respiro. Questa era l'architettura moderna: spazi o troppo vasti, da agorafobia, o troppo angusti da claustrofobia. E poi il silenzio: assordante, una morsa sul petto. Neppure i passi riuscivano a spezzarlo, attutiti dal pavimento insonorizzato. Dovevi augurarti che non ci fosse un black-out che neppure le sbiadite lampade d'emergenza sarebbero bastate a fugare del tutto le ombre spaventose annidate in alto e negli angoli, alle svolte. L'uomo, quando vi entrò, dimenticò subito se fosse giorno o notte, che ora fossero, che giorno segnava il calendario. Lì le convenzioni erano del tutto azzerate. Si procedeva in un'altra dimensione, un vortice di assenze temporali tranne che quello spazio che poteva contenere una sola persona. Se ne incontravi un'altra, proveniente in senso opposto, ti dovevi appiattire contro una parete per farla passare. Qualcosa di allucinante. Una struttura creata ad hoc per farti impazzire, se ci permanevi per un p' di tempo, nonché pericolosa, adatta ad ogni tipo di agguato. Lì nessuno ti avrebbe udito, se chiedevi aiuto: eri belo e fottuto. Questi erano i pensieri dell'uomo che, velocemente, lo stava attraversando, alla ricerca della sua porta. Fischiettò un'arietta per darsi un tono ed anche per sentirsi vivo e presente. In fondo al corridoio, intravide l'angolo di una svolta ed aumentò l'andatura. Sperò che il corridoio non continuasse ancora e che non ci fossero altre giravolte in quel budello. A un terzo del cammino, o a metà, non gli fu chiaro, l'uomo avvertì un freddo improvviso che gli attanagliò le viscere. Si abbracciò il corpo istintivamente e continuò spedito, ma, ad un tratto, inspiegabilmente, scivolò e si trovò con le terga a terra. Borbottò un maledizione dentro di se e cercò di rialzarsi, appoggiando una mano alla parete. Percepì, però, una forza che lo bloccava al suolo e, mentre faceva sforzi per recuperare la posizione eretta, guardò in avanti e, a pochi metri di distanza, gli parve di distinguere una trasparenza aerea, vaporosa, alta quanto una persona, dapprima biancastra e, successivamente, verdastra. A mano a mano la figura sembrò prendere consistenza, trasformandosi nell'abbozzo d'una forma umana. Il sudore imperlò la fronte dell'uomo e il cuore gli prese a sbattere spasmodicamente. Un senso di paura gli strinse la gola. La figura, pur mantenendo la sua trasparenza, s'andava mutando in qualcosa di più preciso e riconoscibile. Diventò mobile e dal nucleo si staccarono quelli che potevano essere definiti arti, inferiori e superiori. In quel punto del corridoio la luce, stranamente, era fioca. Nello stesso momento si sentiva un acre odore di ozono. Dopo qualche istante, quelle sembravano braccia si abbassarono, afferrarono le gambe dell'uomo e cercarono di trascinarlo violentemente in avanti. L'uomo, in principio, rimase paralizzato dal terrore, ma l'istinto di conservazione prese il sopravvento. Con sforzo sovrumano tentò di liberarsi da quella stretta possente che lo attirava a se. Non urlò: sarebbe stato inutile,nessuno avrebbe udito un granché in quel labirinto. Disperatamente scalciò, furiosamente annaspò con le braccia , si puntellò con le mani sul pavimento, spinse all'indietro la schiena e riuscì a sfuggire a quella presa terribile. Scattò in piedi, si girò e prese a correre in senso inverso. La forma sembrò inseguirlo, rapida, ma giunta sotto una luce più intensa, si ritrasse ed arretrò fino a dissolversi del tutto. Lasciò, però, dei residui in forma di filamenti fluttuanti nell'aria. L'uomo correva a perdifiato per mettere quanta più distanza possibile da quell'orrore. Riuscì a guadagnare l'uscita nel sole e all'aria aperta e respirò profondamente Cercò di riguadagnare il controllo di se stesso. Si guardò attorno: mai come allora la città gli sembrò più bella, nonostante lo smog e il traffico.
  
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