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Autore: Melany23    03/02/2014    9 recensioni
Dalla storia - prologo -
< Cos’è? >
L’osservo bene, e mi sembra quasi familiare.
< E’ un diario. Di una directioner. >
Lo sfoglio, osservando le tante pagine scritte di nero in inglese, con qualche traccia di blu qua e là, come se fossero correzioni.
< E come hai fatto ad averlo? > gli chiedo.
Lui alza lo sguardo, come se dovessi già sapere la risposta.
< Me lo ha dato lei. >
Restiamo in silenzio, e una piccola consapevolezza cresce dentro di me.
< Mi ha fatto promettere che, una volta che ci fossimo fatti delle nuove vite, avrei dovuto consegnartelo >
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno 11 Mese 1 Anno 2013
( 29 marzo )
 
Se potessi descrivere la mia attuale vita, sarebbe un costante ripetersi di mali e gioie.
Perché non c’è dolore più forte che sentirsi dire che stai morendo, che i tuoi diciotto anni stanno per andare a farsi fottere per un sangue troppo bianco, che la tua vita è stata inutile.
Perché non c’è gioia più grande nel vedere cinque bambini, i quali stanno morendo pure loro, piangere dalla felicità vedendo dei giocattoli nuovi.
E a completare il puzzle, è venuto anche Tommy.
Quando ho aperto le braccia per stringerlo, si è rintanato dietro le gambe della mamma. Allora ho preso i giochi che aveva deciso di regalare all’ospedale, gli ho sparsi per la stanza dei giochi e sono andata a chiamare i bambini.
Gli ho detto di chiudere gli occhi e di pensare a qualcosa di bello.
L’immagine di cinque bambini pieni di speranze e sogni che, ad occhio chiusi, sognano un mondo migliore resterà impressa nella mia mente come se fosse la fotografia della mia vita.
E il momento in cui gli ho detto di aprire gli occhi? Magia, pura magia.
Daniel e Sebastian si sono catapultati sulle macchinine, e ci hanno giocato fino alle undici della sera stessa, credo che Daniel ne abbia portata una anche a letto.
Mary è rimasta ammaliata da una delle mie vecchie bambole, e ha pianto quando gli ho detto che poteva tenersela.
L’ho abbracciata, chiedendogli perché piangeva, quando doveva essere felice.
< Non pensavo che una bambola tanto bella potesse farmi piangere >
Ho praticamente sprecato tutte le mie forze per trattenermi.
Ma è stato tutto invano, una volta visto Isahia di fronte alle navicelle spaziali di Tommy.
Mi sono avvicinata a lui, circondandogli la vita. < Che c’è, Isi? > gli ho chiesto, usando il soprannome a cui solo io ho diritto di usare. O almeno è quello che mi ha detto lui.
Senza rispondermi, ha preso in mano una delle navicelle più grandi, accarezzandola come se fosse oro pregiato. Ho osservato il movimento delle sua mani, che quasi cullavano quel giocattolo come se fosse l’unica ancora a cui aggrapparsi.
Cindy mi ha detto che è peggiorato, che la chemio, benché avesse sempre tenuta la sua situazione stabile, adesso è pressoché inutile.
Me l’ha raccontato anche Isahia. Mi ha detto che avrebbe raggiunto Dio prima di quanto avesse mai creduto. Era scioccato, ma allo stesso tempo calmo. Incredibilmente troppo calmo per un bambino di sei anni.
Guardando come toccava delicatamente i giochi, all’improvviso hanno iniziato a bagnarsi; ho alzato lo sguardo, e il visino del mio Isi era bagnato di lacrime, eppure neutro come se non stesse affatto piangendo.
< Isahia, che c’è? Stai male? Chiamo Cindy? >
Ha scosso la testa. < No, Aly >
Ha afferrato con l’altra mano un modellino della luna, bucherellata come un formaggio.
< Perché piangi allora? Non ti piacciono i nuovi giocattoli? > gli ho chiesto, asciugandogli il volto.
< No. Li adoro >
< Bene! Allora non piangere! >
< Aly? >
Mi sono bloccata. < Si? >
< Io da grande volevo fare l’astronauta >
Una pugnalata in pieno petto.
Come se un criminale mi avesse perforato con una mannaia affilata. Sono praticamente scappata in camera mia, sbattendo la porta contro tutto il mondo e contro questo Dio.
Cindy e i miei genitori hanno iniziato a bussare forte, li ho cacciati urlando come un’isterica.
Poi sono andata in bagno, e con tutta la forza che potevo, mi sono tagliata nel polpaccio, soffocando le mia urla in un asciugamano che stavo mordendo.
Volevo vedere il mio sangue colare come un fiume in piena che straripa, stanco e troppo pieno d’acqua per resistere.
Volevo troppo e non potevo avere più niente. Isahia voleva un futuro tra le stelle ma forse non avrà neanche un mese di sole.
Tommy voleva i miei capelli, e adesso ha una testa calva.
Tayla mi voleva al concerto degli One Direction, mentre ha ottenuto un pomeriggio a piangere chiusa in camera.
Ho strappato tutti i poster, ho buttato tutta l’aria, sporcando tutto con il mio sangue che sgorgava come non mai.
Non mi era mai tagliata così profondamente. Ma tanto ormai non conta più un cazzo, il mio sangue è bianco, se è così bianco, allora non macchierà un bel nulla.
Ho chiusa la porta a chiave, prendendo il mio diario e iniziando a scrivere.
E adesso sono qui, in una pozza di sangue, a scrivere con le mani sporche e il cuore che palpita come un cavallo al galoppo. La testa gira, probabilmente vomiterò a momenti, e tutto quello che riesce a distrarmi, sono gli occhi di Zayn che mi osservano sorridenti dal poster che ho appena strappato.
Lui è felice. Lui è ricco. Lui è vivo. Lui respira. Lui ama. Lui canta. Lui sogna. LUI VIVE.
E io che cazzo faccio adesso?
Quando morirà Isahia, che cazzo farò?
Quando moriranno tutti questi bambini e resterò sola, che cazzo farò?
Dove sono andate a finire tutte le mie certezze, tutti i miei sogni, tutte le mie volontà di vivere? Sono finite nel cesso insieme al vomito dell’altro giorno? O sono uscite insieme al sangue fuoriuscito poco fa?
 
 
 
 
Giorno 11 Mese 1 Anno 2013
( Sempre 29 Marzo, ore 3.00 del mattino )
 
Mi sono addormentata appoggiata alla porta della mia stanza.
Mi guardo intorno, osservando il gran casino che ho fatto. Che imbecille, dovrò trovare un modo miglior per sfogarmi, tanto fare così non porterà a nulla.
E Isahia? Forse starà dormendo. Domani mi alzerò presto e lo andrò a trovare.
No aspetta… fra un paio di ore lo andrò a trovare.
Guardo dalla serratura se c’è qualcuno fuori che aspetta un qualche segnale da me, e non vedendo nessuno giro la chiave, tenendo sempre chiusa la porta.
Così domani mattina… cioè, fra un paio d’ore, Cindy potrà entrare e farmi una romanzina come si deve.
Mi pulisco la gamba come meglio posso, domani mi metteranno i punti sicuramente… cioè, tra un paio d’ore!
Ho sognato un concerto da favola, in cui il finale era un astronauta che portava Isi a morire sulla luna.
Mi addormenterò con una consapevolezza: quell’unica certezza che pensavo di aver abbandonato, in realtà non se n’è mai andata.
Li incontrerò. In qualche modo l’incontrerò. E sarà allora che potrò finalmente abbandonare tutto, arrendermi a questo bianco mortale.
Fino ad allora… combatterò.
 

YEPNOPE
Sappiate che ho pianto come una dannata, yeah!
Lo so che è triste, ma d’altronde come situazione non è facile, e purtroppo ci sono più cose negative che altre. E amo Isahia. Per sempre e comunque! :’)
Ho pubblicato ora perché in questa settimana sarà difficilissimo scrivere, quindi…
Spero che vi piaccia! Fatemi sempre sapere, e vi ricordo che aiuterò chiunque mi aiuti a far crescere questa storia!
Notte!
Mel xx
  
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