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Autore: telesette    03/02/2014    0 recensioni
Se la Falce avesse avuto un effetto collaterale per le Cacciatrici, e se per estinguere tale effetto sia necessario un elemento "speciale" per consentire a Buffy di sopravvivere, chi mai sceglierebbe un Limbo Eterno di sofferenze?
Una What If, suddivisa in tre pezzi, dedicata a chi ha visto gli ultimi episodi della settima stagione...
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike, Willow Rosenberg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Spike...

Buffy ebbe appena il tempo di riprendere conoscenza che, stringendola con tutto l'affetto che aveva, la piccola Dawn rischiò di toglierle il fiato un'altra volta con il suo abbraccio. Tutti erano sollevati, comprese Faith e le altre, tuttavia Buffy sembrava già a conoscenza di ciò che era realmente accaduto.
Interrogando Angel con lo sguardo, pure se questi preferiva evitare di risponderle, la Cacciatrice si rese conto da sola di quello che non andava.

- Dov'è Spike? - domandò.

Nessuno pareva in grado di risponderle, anche quando ripeté la domanda, senonché Willow entrò nel soggiorno con il cappotto di Spike in una mano e la Falce delle Cacciatrici nell'altra.
D'istinto avrebbe dovuto rallegrarsi, vedendo Buffy perfettamente in salute, ma anche lei era profondamente dispiaciuta per l'infelice sorte cui il vampiro aveva scelto di andare incontro.
Per Buffy fu più che sufficiente l'espressione sul volto di Willow, per non avere più dubbi.
Le mani premute davanti alla bocca, scuotendo la testa nel vano tentativo di scacciare la triste e dolorosa realtà, la Cacciatrice prese atto che Spike non c'era più.
Voleva piangere.
Voleva urlare.
Incapace di manifestare apertamente le proprie emozioni, quasi barcollando nei movimenti, Buffy avanzò verso Willow per prendere il nero cappotto di Spike dalle sue mani.

- Buffy, io...

Silenzio.
Qualunque cosa fosse possibile fare o dire, in quel momento, niente poteva riportarlo indietro ormai.
Spike era andato, prigioniero in una dimensione ove sia le parole che tutto il resto non potevano raggiungerlo...
E per causa sua!
Se Willow si sentiva male, per aver eseguito materialmente l'incantesimo, certo Buffy non avvertiva minor senso di colpa. Stringendosi il cappotto di Spike, quasi temendo che anche quello potesse sparire da un momento all'altro, Buffy si allontanò dal soggiorno perché gli altri non potessero vederla.
Non aveva mai ammesso di provare qualcosa per Spike.
Nemmeno con sé stessa.
E lui, credendo di non lasciare appunto alcuna ferita nel suo cuore, aveva scelto di scomparire per la donna che NON ricambiava i suoi sentimenti.
Non apertamente, almeno.
E ora era troppo tardi, troppo tardi per tutte quelle cose non dette, e le lacrime erano tutto ciò che restava.

- Buffy - mormorò Angel, avvicinandosi silenziosamente alle sue spalle.
- Ti prego, lasciami sola - rispose lei senza voltarsi.
- Era l'unico modo per salvarti - spiegò l'altro. - Lo avrei fatto io stesso, se Spike non mi avesse fermato!
- Perché?
- Perché era necessario: l'unico modo per salvarti la vita... sperava che così, se anche lo avessi saputo, non avesti sofferto!

Colpita.
Dunque Spike, mettendo da parte ogni desiderio personale, preferiva rinunciare persino ad esistere. La povera Buffy sentiva su di sé tutto il peso della propria angoscia, non avendo infatti più l'occasione di rimettere le cose a posto con lui, e doveva anzi sforzarsi di accettare che Spike l'aveva amata incondizionatamente... dandole tutto, senza aspettarsi né pretendere nulla per sé.

- L'ho ucciso io, Angel - sussurrò. - E' stata colpa mia...
- Tu non hai fatto niente - provò a ricordarle l'altro. - Spike ha "scelto" di farlo, nessuno lo ha obbligato!
- Ma perché non gli ho detto la verità - gemette. - Gliel'ho nascosta, non l'ho voluta ammettere, e lui credeva di non essere niente per me... Non era lui il "mostro", Angel, io lo sono!
- Oh, Buffy...

Non potendo far altro, per cercare di consolarla, Angel si rese conto di avere ben pochi argomenti.
Che cosa poteva dirle?
Poteva forse guarire le ferite del suo cuore, con la sola logica?

- Buffy, ascolta - mormorò il vampiro, guardandola più che altro con affetto quasi paterno. - Qualunque errore tu abbia potuto commettere con lui, qualunque cosa tu possa avergli fatto o meno, Spike sapeva di amarti al punto da sacrificare sé stesso... Ti amava per come sei, non per come voleva che fossi, e se fosse qui ti direbbe la stessa cosa!
- Ma io... perché... perché non l'ho voluto ammettere? Perché non gliel'ho detto ?!?
- Perché si può sbagliare - incalzò Angel, carezzando le guance di lei con tenerezza. - Tutti possiamo sbagliare, o non avere tempo per rendercene conto, e ci accorgiamo dei nostri errori solo quando è troppo tardi per farlo!
- E questo che significa?
- Che hai ancora una possibilità, per non commettere altri errori - concluse Angel sincero. - Quelle ragazze contano su di te, noi abbiamo bisogno di te, tutti hanno bisogno di te... Non buttare via l'ultimo regalo di Spike, il suo sacrificio estremo, o butterai via tutto quello che lui è stato!

Buffy annuì, sia pure con gli occhi rossi e le guance lucide di pianto.
Se Spike aveva sopportato un grande dolore, solo per amor suo, certo lei sentiva di dovergli almeno questo.
Il suo sacrificio aveva un immenso valore e un profondo significato, tanto più per la donna che amava, e tale sarebbe rimasto nel cuore di colei che aveva inteso proteggere a costo della sua intera esistenza.

FINE

   
 
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