Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehikidrauhl    03/02/2014    2 recensioni
-eih piccola, un giorno sarai mia.- mi girai -uh, mi sente anche quando è in coma profondo.- continuava ad accarezzarmi dolcemente, sentivo il suo respiro sulle mie labbra, cercai di non sorridere, di restare ferma -vorrei sapere se tu mi vuoi come ti voglio io. Mi sto rendendo conto che è inutile parlarti se tu dormi, quanto sono stupido...-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-L'ultima volta che ti è venuto il mal di testa così?- chiese Elena, prendendo i biscotti dalla mensola. 
-Tre anni fa.- dissi.
-Cosa hai fatto nella tua vita per meritare questo?- 
-Non dormo da un giorno.- si sentì il rumore di una chiave entrare nella serratura di casa MIA. El mi guardò spaventata. -Oh mamma.- 
-Okay, io vado.- disse El vedendo entrare Justin. -Ciao tesoro, ci sentiamo dopo.- corse via. 
-Oh no... Va bene prendo le mie cose.- COME SCUSA? -Sì, ehm...- 
-Justin dritto e poi a sinistra.- dissi con tono ovvio prendendo il tablet. 
-Sì lo so, mi ricordo. Okay, nulla hai una sacca?- 
-Ho una valigia, sotto i cassetti della biancheria.- dissi. 
-Ti serve?- 
-Se me la porti la prossima settimana no.- 
-Okay. Dove vai?- 
-A Parigi.- dissi. 
-Wow.- 
-Già.- dissi tornando al tablet. "our love was made, made in the usa...no aspetta..." i miei tweet erano sempre così tanto profondi, come un pozzo, nell'altro senso, come una galleria. "vi siete lasciati?" "dateci qualche segno di vita, siamo settimane che aspettiamo" erano troppi tweets, mi si chiuse l'app, feci una foto al culo di Justin e la postai "di chi sarà questo bel culetto? @justinbieber" 
-Smettila di postare il mio culo su twitter.- disse Justin ridendo. 
-Hai i miei tweet sul telefono?- 
-Certo!- 
-Mi stai spiando?- 
-Sì. Ma qui ci avevo portato il mondo?- chiese. 
-Ci vivevi...- dissi. -Oh, ti posso offrire qualcosa?- 
-Sì... aiuto.- disse con tono disperato. 
-Fai schifo a fare le valige.- dissi. 
-Odio fare le valige.- presi le magliette e mi sedetti vicino a lui. -Le fanno sempre gli altri al posto mio.-
-Guarda prendi la maglietta e la pieghi così, non alla cazzo.-  dissi, involontariamente prendemmo la stessa maglia. 
-Io piego i pantaloni.- disse arrossendo, sorrisi. -E' strano...- 
-Cosa?- 
-Tornare qui, senza preavviso, come se nulla fosse successo...- 
-Justin capisco, per te non andava non volevi più stare con me, non te ne farò una colpa.- dissi, in cinque minuti piegai di tutto, e alla fine tutto era pronto lui stava veramente andando via, volevo piangere, volevo rompere tutto. Ero più distrutta di prima, perché il vero amore distrugge? Non intendo quella distruzione che puoi vedere, ma quella dentro, ti senti gli organi bucati, ridotti a brandelli, il cervello è inattivo, il cuore è stanco, lacerato, rotto, a pezzi, insomma nel peggiore degli stati, e nessuno può vedere che muori dentro. Nessuno vede come stai veramente, forse neanche le persone che ami di più, e resti lì a marcire, come se non ci fosse un domani, fingendo che tutto vada bene, quando ti manca una parte, quella più importante di te, che è andata via. Lui non rispose, si alzò e prese la valigia andando verso la porta. Io restai lì mi asciugai le lacrime e gli andai dietro. -E forse è stata colpa mia, non dovevo farmi baciare da Ryan...- 
-...Sono io che ti ho lasciato.- 
-Sono io che l'ho permesso.-
-Io ti vedevo triste con me.- 
-Sono sempre stata la donna più felice del mondo con te, la mia felicità ha il tuo nome, ha persino i tuoi occhi, la tua risata, il tuo sorriso.- continuai a piangere -E la cosa più brutta è che niente tornerà come prima, tu non resterai qui, non tornerai dallo studio, non saremo neanche più amici, due persone che si amano non posso essere amiche, io non ti posso neanche dimenticare, non c'è nulla di concreto che io possa fare.- gli asciugai le lacrime, sentendomi male, solo male. mi girai un attimo e poi non capii più nulla, solo ci stavamo baciando e io avevo un terribile mal di testa fino a cinque secondi prima, e tutto si bloccò quando mi sfiorò delicatamente la schiena, stavo andando in tilt, non ragionavo, non riuscivo a capire il perché. Era quel bacio che aspettavo da quasi due settimane, e non ero spaventata, o sorpresa, ero solo felice.
-Devo andare.- disse velocemente. Mi diede una lettera, perché sempre le lettere? Dico poteva anche sibilare un "addio", no una lettera, ma l'intelligenza non ha confini, Tuts ti ha mangiato la lingua? -ci si sente.- annuii e chiusi la porta. Aprii la lettera e ci trovai un mucchio di "ti amo, non avrei mai voluto farlo, scusa, ma non voglio più continuare", ow grazie. Per l'ennesima volta scoppiai a piangere disperatamente. Solo non riuscivo a capire il perché, era tutto così bello. Evidentemente quello che stava male nella coppia era lui, e non si sapeva il perché. Non capivo cosa c'era di sbagliato in noi. Forse io? Forse la troppa fama. O forse, lui era semplicemente troppo depresso come mi faceva sempre notare, ed io non riuscivo mai ad aiutarlo. O magari la sua depressione non centrava nulla. Forse non funzionava e basta. Era proprio così. Per lui non funzionava, per me la nostra relazione era la cosa migliore del mondo, per lui era un grandissimo errore, probabilmente mi amava troppo, aveva paura di perdermi. C'erano così tanti punti di domanda nella mia mente che non riuscivo a pensare.
  
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