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Autore: mellapumpkin    03/02/2014    0 recensioni
Harry Styles indossa delle converse nere, un paio di pantaloni dello stesso colore, un maglione grigio scuro ed è davanti allo specchio, mentre legge i messaggi di buongiorno della sua classe, sul gruppo chiamato FINALMENTE IN TERZA su Whatsapp.
Quella che sente è una sensazione a lui quasi estranea: l’adrenalina per le novità. E Harry non lo sa ancora, ma un sacco di cose cambieranno.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Hey ladz, sono io.
Ho deciso di continuare questa povera storia perchè la porto nel cuore da tanti mesi.
Tutto qui.
Baci, mella.



A STILLNESS.


Chapter II,




Lo vede nei corridoi ogni giorno.
Cammina sempre da solo, lo sguardo basso e il cappello a coprirli i capelli. Le mani in tasca, i maglioni troppo larghi e le scarpe rotte.
E’ sempre lo stesso scenario: al suono della campanella Harry esce correndo dalla classe fino al corridoio principale, si appoggia a una colonna e lo aspetta. Louis arriva sempre puntuale, ma non alza mai lo sguardo, per nessuno. Esce invece in giardino, dove saluta i suoi amici e fuma insieme a loro, stringendosi nei vestiti per il freddo.
Harry non sa cosa fare. E’ risaputo che i suoi sentimenti non sono quasi mai sopportabili.
Quando è felice non è mai solo felice, è raggiante. Quando è triste non è mai solo triste, è disperato. Quando invece prova tutte le altre combinazioni di sentimenti, Harry è distrutto. Non riesce a pensare ad altro se non a quella situazione specifica, a quella persona, a quel giorno, a quelle ore. Harry segna le ore di tutto perchè il controllo è l’unica cosa che gli manca. Per questo Harry ha un diario dove scrive tutto.
Da un paio di settimane il suo diario parla solo di Louis Tomlinson.
“Hazza! Ti ho preso un waffer” Niall porge il cibo a Harry, che lo prende in mano senza dire niente, senza neanche guardarlo o aprire il pacchetto.
“Cazzo, ancora Tomlinson?”
Non risponde neanche ora, ma aspetta il suono puntuale della campanella. Quando Louis entra di nuovo nell’edificio ha il viso alzato, cammina a passo lento e Harry vede i suoi occhi arrossati e incisi da occhiaie che aveva cercato di nascondere prima. E’ allora che Harry capisce: gli occhi di Louis sono così tristi da essere fraintesi.
Gli vengono in mente i suoi occhi dopo le intere notti passate a piangere quando guardava film tristi, o quando moriva un personaggio di un libro, o quando era semplicemente distrutto.
“Senti, oggi torno a casa con Tom, okay?”
Niall non si aspetta una risposta, per questo se ne va prima di Harry, che invece rimane qualche altro minuti a guardare Louis scoparire dietro a un muro, con ancora il pacchetto di wafer in mano.


***

Quando escono di scuola sembra che la stagione sia cambiata: fa freddo, il vento è fortissimo e Harry è sicuro che quello sia un cielo da neve.
Cammina accanto a Niall che sta messaggiando da quasi due ore con Tom, sorridendo.
Louis è già in cortile quando Harry esce. Lo vede con le mani in tasca, lo zaino troppo vuoto e una sigaretta. Ha le cuffie e sembra che non sia sullo stesso mondo di chi lo circonda. Harry fa in modo di passargli davanti e lo guarda, senza spostare la testa. Quando Louis alza lo sguardo, e si guardano, Harry ne è sicuro, entrambi accennano un sorriso, una piccola smorfia, un muscolo involontario.
“Scusa se te lo dico” Niall si mette il telefono in tasca e “ma siete abbastanza ridicoli”.
Harry si sitema il cappello di lana e “Scusa se non mi interessa” risponde, per poi aggiungere “comunque di sicuro meno ridicoli di uno che parla con il ragazzo del proprio migliore amico, anzi, che flirta con il ragazzo del proprio migliore amico”
Quando Harry decide di vincere, vince. Non c’è niente da fare per nessuno. Niall l’ha imparato a proprie spese, quando hanno deciso di vedere chi sarebbe riuscito ad avere gli addominali per primo, quando hanno fatto a gare  di sigarette fumate in un’ora, o di birre bevute alla goccia in due minuti.
Niall non capisce, però, perchè Harry non stia vincendo anche stavolta. Perchè Louis sembra un ostacolo per Harry?
Il telefono vibra e Niall sorride.

***


“Ti ricordi quella volta che hai preso A+ a quel compito di fisica e Liam ha preso A?”
“Come non ricordarselo. Ha discusso col Prof mezz’ora sul fatto che ‘A è già l’eccellenza, come si può superare l’eccellenza?’. Credo sia stato uno degli ultimi giorni con lui in classe”
Niall e Harry ridono e si siedono sull’autobus. Liam era stato in classe con loro fino all’anno prima, quando aveva deciso di cambiare sezione per evitare lo stress da prestazione. In realtà Liam non riusciva a competere con Harry, avevo un complesso di inferiorità nei suoi confronti che lo teneva sveglio la notte. Cosa di non poco conto, visto che Harry proprio non capisce come sia possibile invidiare uno come lui. Tutto ciò che ha è una buona memoria, niente di piu’.
“Hey, c’è Louis!” lo avvisa Niall prima di premere ‘invio’ sul suo telefono.
Il corpo snello di Louis si fa strada tra i ragazzi, si appoggia a un sedile e rimane fermo.
Indossa una t-shirt nera, scolorita, e dei jeans vecchi. I suoi capelli sono spettinati e gli occhi, che Harry adesso non può vedere, ma che ha accuratamente osservato prima, hanno ancora le occhiaie marcate dei giorni prima, e il suo sguardo è sempre stanco.
Quando Michael dei Franz Ferdinand inizia la riproduzione sul suo mp3, Harry non riesce a pensare ad altro che alle sue unghie conficcate nella schiena compatta di Louis, alle sue labbra sulla sua pelle, ai suoi baci sugli occhi stanchi e alle sue dita tra i capelli.

 

***

Lo vede cosi’ tante volte in quel mese che spesso è costretto a strofinarsi gli occhi, per assicurarsi di non essere addormentato.
Passa tanto tempo fuori dalle classi, usando ogni scusa, sperando di trovarlo in corridoio, appoggiato a un termosifone, che gioca con l’accendino, o che semplicemente guarda fuori dalla finestra.
Louis però è spesso assente. Niall è costretto ad accompagnare Harry in bagno piu’ volte durante le lezioni, perchè ha ricominciato ad avere attacchi di panico. “Mi dispiace. Ti sto trascinando in tutto questo, non te lo meriti” dice, mentre è ancora in ginocchio davanti alla tazza del cesso. Niall, fuori dalla porta, sorride e risponde solo con un “tranquillo”, coperto dal rumore dello scarico.
La verità è che Niall ha pensieri troppo leggeri per potersi concedere di essere triste, nostalgico o in qualche modo infastidito. Si sistema la sciarpa a righe nere e bianche, toglie il telefono dalla tasca della sua felpa azzurra e risponde al messaggio di Tom.
 

***

Zayn ha le prove due volte a settimana, per tre ore. Il martedì e il giovedì non torna a casa, ma pranza da Perrie: sua madre cucina piatti deliziosi, ha una voce soave e ha capito, a differenza della madre di Zayn, che le domande sono sempre indiscrete. Per questo parla sempre lei, quando tutti e tre, seduti a tavola, mangiano. Perrie e Zayn si scambiano occhiate che da qualche mese non vogliono intendere la stessa cosa. Prima nei loro sguardi c’era desiderio, affetto, malizia e furbizia: ora l’azzurro cristallino di Perrie sembra dire vattene, e il castano scuro di Zayn è simile a un ti odio.
Così, avendo parlato appena, arrivano entrambi all’accademia: Zayn si dirige verso lo studio prove, Perrie si volta veloce e scatta verso la sala di danza.
Si rivedono solo la sera, quando Perrie, profumata e pulita, si aggrappa al busto di Zayn con ripulsione, mentre lui accende la moto e si sbriga ad arrivare a casa di Perrie, per non dover far finta di trovarla sopportabile.


 ***

Sta apparecchiando la tavola, aiutato dalle gemelle, quando il telefono squilla. Con un piatto in mano risponde con un “pronto” insicuro, dopo aver visto un numero non salvato in rubrica.
“Hey, Lou, sono Harry”
La prima cosa che gli passa per la testa è grazie.
Ciò che dice è “come hai avuto il mio numero?”
“Me l’ha dato Niall”
Louis pensa meno male.
Ma dice “cosa vuoi?”
“Avrei bisogno di, sai, quella cosa” risponde esitando “il fumo, ecco” dice abbassando la voce.
Louis sorride mentre poggia il piatto sul tavolo.
“Ci vediamo a scuola, a ricreazione”
Louis pensa principessa.
Louis dice “non portare soldi, domani offro io”
Riattacca senza sentire la risposta. Ma sorride, mentre versa la Coca-Cola nei bicchieri delle sorelle.

 ***

Quando Liam lo bacia, va tutto meglio. Non ci sono ragazze che se la fanno con altre ragazze di nascosto, non ci sono madri che mollano i figli per andare con il primo uomo che capita, non ci sono sorelle da consolare e letti da rifare. Non c’è neanche Zayn, a dire il vero: ci sono solo le labbra di Liam, grosse e bagnate, c’è la sua lingua, ci sono i suoi denti, ci sono i segni sulla pelle di entrambi, ci sono le sue mani, la sua barba incolta, i suoi occhi lucidi. C’è solo Liam, mentre Zayn non c’è.

 ***

Il suo telefono squilla quella sera stessa alle 23:30, e Louis ha dimenticato di chiudere la finestra. Accetta la chiamata senza nemmeno vedere chi è, mentre si porta il telefono all’orecchio e si copre con le sue tre coperte. Non parla, però.
“Pronto?”
Louis cerca di parlare, ma non riesce a muovere i muscoli. Ha dormito malissimo e scomodo.
“Lou, sono io” sente la voce roca accentuata su quell’ultimo io, come se fosse il suo nome di battesimo.
“Scusa se stavi dormendo. Io non ci riuscivo, così..”
“Così hai pensato che nemmeno io stessi dormendo, giusto?”
Harry sospira, prima di rispondere con un “sì” timido e rauco.
“Avevi ragione” dice Louis prima di lui.
“Mi dispiace”
“A me no, Harry”
Il silenzio che segue è così placido che Louis crede di addormentarsi di nuovo.
“Quando ero in campeggio e avevo paura chiamavo mia sorella. Lei mi cantava sempre al telefono, e io mi addormentavo”
Louis apre gli occhi e non respira, aspettando il continuo della frase.
“Canta per me, Louis”
E’ totalmente inappropriato: è tardi, Louis è stanco, le sue sorelle dormono, sua madre pure, domani ha il turno di mattina, Louis dovrà occuparsi delle bambine, delle colazioni e dell’autobus, dovrà andare a scuola e dopo in negozio, eppure, quello che fa è totalmente fuori dal suo controllo.
Non se ne accorge nemmeno, quando dalla sua gola escono le prima note di una canzone che Harry fa fatica a riconoscere. Louis ha la voce mozzata dal sonno, interrota dal telefono difettoso e bassa a causa del rumore che non vuole fare. Eppure canta. Canta per Harry, canta così tanto che si dimentica il motivo per cui lo sta facendo.
Quando non sente piu’ niente dall’altra parte, attacca, non prima di aver detto “buonanotte principessa” a Harry.

 
   
 
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