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Autore: BornOfVengeance    03/02/2014    0 recensioni
Un James Hetfield un po' speciale, all'età di 31 anni, decide di trascrivere alcuni passaggi della sua vita per ripercorrere tutto quel che gli è accaduto e riconnettersi al suo passato, per lui ancora doloroso, con la speranza di far vivere ai lettori tutto quello che ha provato in prima persona.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hate

Qualche giorno dopo ecco che John torna a casa. Odio tutte le smancerie di papà nei suoi confronti. Non appena l’ha visto gli è corso incontro e l’ha abbracciato, riempiendolo di domande con un’aria molto interessata. L’attenzione di papà era stata incentrata tutta su John finche lui non ha chiesto di vedere Lisa, così avendo ascoltato i loro discorsi dal piano di sopra, mi precipito in camera mia e della nuova arrivata per controllare che John sia delicato con lei, fosse per me non la toccherebbe neanche. La prima reazione di John sembra l’indifferenza, poi guarda papà e con uno strano tono gli dice

<< Somiglia tanto a Cynthia...proprio come James >>
<< E’ vero, ma è molto carina, non trovi? >>
<< Lo è...>>

Tutto va avanti mentre io li fisso con aria imbronciata, non voglio che quello lì guardi con sufficienza mia sorella! Lei è bellissima, come la mamma e per fortuna non somiglia per niente a papà! Poi lo sguardo di John si sposta su di me e nota che non lo sto guardando nel migliore dei modi.

<< E tu che hai? >>

Non rispondo e continuo a guardarlo male, finche non vedo che papà comincia ad alterarsi, così decido di girarmi da un’altra parte. Dopo averla fissata ancora un po’, sia papà che John scendono al piano di sotto, lasciando me e Lisa in pace. Anche se non sono più il più piccolo mi sento ancora come se lo fossi e mi sento ancora meno considerato, ma dopo tutto le uniche persone da cui voglio attenzione sono mamma e Lisa, nessun’altro.
La giornata è trascorsa in modo molto noioso, non ho fatto nulla, se non tenere le orecchie ben aperte percepire un possibile litigio tra mamma e papà e fare la guardia a Lisa, che oggi è stata particolarmente tranquilla. Ogni volta che ho voglia di prenderla in braccio trascino un piccolo sgabello fino alla culla e mi ci arrampico fino a che le mie braccia non arrivano a prenderla, dopo di che scendo dallo sgabello e mi siedo sul letto mentre la tengo in braccio. Stare con Lisa è l’unica cosa che mi rende felice oltre ai sorrisi di mamma, che diventano sempre più rari e poco convinti, ogni volta che prendo in braccio la mia sorellina mi sento utile e sento anche di piacere a qualcuno visto che, ogni volta che lei mi vede, tira fuori un sorrisino sdentato davvero tenero, che ammorbidirebbe anche il più duro dei cuori, come quello di papà. Proprio mentre la faccio ridere facendo le smorfie che più la divertono sento aria di burrasca, ormai sono capace di percepire i litigi prima che accadano ed in un certo senso vado fiero di questa dote, così vado a mettere Lisa dentro la culla e mi metto in allerta. Ancora una volta il mio intuito non sbaglia, sento la voce esasperata di mamma che dice a papà che non ce la fa più e lui ribatte, e lei ribatte, così iniziano in modo più serio. Ad un tratto il tutto si sposta dalla loro camera al corridoio, la mamma esce piangendo con aria spaventata e papà la segue, minaccioso e mal’intenzionato.

<< Cynthia vieni qui! >>
<< Non sei tu a dirmi quello che devo fare! >>

Lui la e per un braccio e la fa voltare verso di lui, così da farsi guardare in faccia, poi le da un ceffone sulla guancia, che emette un rumore tremendo, deve averle fatto molto male, poi eccone un altro sulla guancia opposta, e un altro sulla prima guancia. Al quarto ceffone decido che non voglio più che quello tocchi la mamma, così faccio ciò che non ho mai fatto, vado da loro e tiro papà dai pantaloni, riuscendo ad allontanarlo da mamma e facendolo infuriare anche con me. Mi guarda con espressione indiavolata e si gira completamente verso di me, io ho paura ma non lo dimostro, lui mi prende dal colletto della maglietta e da un grosso ceffone anche a me, peggiore di quelli che ha dato alla mamma, che vedendo la scena, piange ancora di più.

<< Non ti azzardare a farlo di nuovo, piccolo moccioso! >>
<< Non toccare più la mamma, Lisa e me, non siamo tuoi! >>

Proprio quando sta per schiaffeggiarmi un'altra volta, mamma mi sottrae alle sue grinfie e mi porta in camera mia. Mi guarda con un’aria di rimprovero misto a sollievo per aver messo fine alla tremenda situazione in cui eravamo.

<< Ma che ti è venuto in mente James?! >>
<< Non deve toccarti! >>

Il suo sguardo, che si era fatto severo, si ammorbidisce, accompagnato da un velo di disperazione.

<< Ho sempre saputo che sei un bambino speciale tu e ti ringrazio, ma preferisco che faccia del male a me piuttosto che a te >>
<< Ma io no! >>
<< Ti prego animaletto mio, non farlo più. Io sto bene >>

Ed ecco uno dei suoi sorrisi poco convinti, ma con un fondo di speranza ancora vivo, so che lei spera ancora di riuscire ad amare papà come prima, ma non può, io lo so. Non voglio bene a papà, non mi importa nulla di lui, voglio solo la mamma. Dopo avermi tranquillizzato un pachino la mamma torna in camera sua e di papà e per fortuna il litigio non prosegue, ma io continuo a sentire il ceffone di papà sul mio viso e il rumore di quelli che ha dato alla mamma. Poco dopo la porta si apre ed entra John con aria preoccupata, lui era l’ultima persona che volevo vedere in quel momento.

<< Che ti è saltato in mente? Papà poteva anche ammazzarti >>
<< Non deve importarti >>
<< Certo che mi importa, sei mio fratello! >>
<< Non è vero, e lo sai >>
<< Magari non abbiamo la stessa madre ma siamo fratelli e io ci tengo a te >>

Lo guardo e non riesco a non intenerirmi, è davvero preoccupato e questo mi fa piacere, vuol dire che almeno a qualcuno importa di me. Lo abbraccio e piango per un po’, non mi sono mai sentito solo come in questo momento, in cui a starmi vicino c’è una persona da cui non mi sarei aspettato benevolenza. John mi guarda e mi sorride, accarezzandomi i capelli.

<< Tu sei piccolo, ma ti comporti da adulto, non va bene. Devi divertirti alla tua età, non essere un cervellone >>
<< Come faccio a divertirmi così? E poi lo sa anche la mamma che sono diverso, e lei è contenta >>
<< Almeno non fare così il duro con me, che tu ci creda o no io so cosa ti passa per la testa, so che hai bisogno d’affetto >>

A quelle parole non rispondo, mi limito a guardarlo come per dirgli che ha ragione e, proprio quando stavo per dirlo ad alta voce, rischiando di esporre un mio sentimento, Lisa inizia a piangere e vengo interrotto dal fare una cavolata.


Salve gente!! Vedo che il primo capitolo è piaciuto abbastanza, quindi mi sento molto incoraggiata a continuare, ringrazio chi ha recensito nel primo capitolo e spero che questo secondo piaccia almeno quanto il primo. Buona serata a tutti!!
  
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