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Autore: MC_Gramma    04/02/2014    1 recensioni
Ditemi che non sono l’unica a shippare Peter e Melissa.. a quanto pare sì, ma a me piace andare controcorrente! ^^
“Tu dovresti essere morto”
Si nascose nell’ombra a quelle parole.
Lei sapeva. Scott le aveva raccontato tutto ed ora Melissa aveva paura di lui, lo percepiva dalla leggera variazione del suo odore, e per nascondere l’angoscia che gli trasmetteva si nascose celando il proprio viso, la smorfia di.. dolore, sì, faceva fisicamente male! E wolf gli mordeva, anzi sgranocchiava le costole per invogliarlo a fare qualcosa, qualsiasi cosa, invece di starsene lì impalato.
“Avete tutti questa reazione” commentò.
Il cuore di lei accelerò, al suono della sua voce, e Peter si illuse che non fosse solo la paura a farlo battere così forte.

NB: in teoria il titolo è provvisorio, in pratica.. ho la sensazione che resterà così! xD
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Melissa McCall, Peter Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A/N: in teoria pubblico nei giorni dispari e sempre in teoria questo capitolo doveva essere diviso in due ma visto il ritardo accumulato – perdono! – ho deciso di accorpare il tutto e.. ah, giusto! La sorpresa è che questa volta abbiamo il punto di vista di Melissa x)
N1: Sam e Grace sono i protagonisti della trilogia letteraria “I lupi di Mercy Falls” di Maggie Stiefvater.
N2: è sottinteso che mi riferisco a Dexter il serial killer che uccide i serial killer, non Dexter il bimbo col Ciuffo, ciuffo rosso. Naso all’insù!  
 
 
 


alla mia sorellina
che il primo del mese ha compiuto gli anni, facendomi sentire una vecchia ciabatta,
e probabilmente non leggerà mai questa storia.



 
 
“Parlando di cattivi” commentò, sollevando il mento.
Scott era stato chiaro a riguardo: Peter era un bastardo. Magari con un sorriso da gran figo, ma comunque un bastardo. Anche se sapeva di acqua di colonia e terra bruciata e una leggera traccia di sudore, un mix particolare e inequivocabilmente virile che.. No, Melissa. NO! Lui non è Sam e tu non sei Grace. Non ti sta salvando perché gli importa, come non ti ha chiesto di uscire perché gli interessi e per favore non cadiamo nel solito cliché della cretina di turno che si innamora del tizio pericoloso, perché Peter lo è nel vero senso della parola.
Si diceva tutto questo Melissa, cercando di guardarlo male, eppure in quegli occhi c’era.. no, hai già fatto una volta la stronzata, vediamo di non ripetere!
“Corri” le disse senza interrompere il contatto visivo “È un alpha, non potrò trattenerlo a lungo.”
Non capì quel gesto, cosa ci guadagnava aiutandola?
Inutile cercare di entrare nella mente di uno psicopatico, pensò solo ad allontanarsi il più possibile ma stranamente non si diresse verso l’uscita.
Dicono che una madre lo sente quando il sangue del suo sangue è in pericolo e dopo aver visto il suo bambino – lupo mannaro o no era sempre il suo bambino – strapazzato da quel marcantonio Melissa ne era convinta più che mai: stordirlo col defibrillatore fu un’illuminazione improvvisa, ma si rivelò efficace.
“Come ti è venuto in mente?” chiese Scott, con aria ammirata, mentre si allontanavano in fretta dai gemelli.
“L’hai detto tu che gli Argent usavano l’elettricità per immobilizzare Derek e impedirgli di trasformarsi..”
Suo figlio rise, commentando il fatto che se lo ricordasse, e lei fece uno sbuffo che sembrò riconducibile alla corsa. In realtà, si chiese come potesse pensare Scott che lei avrebbe mai dimenticato qualcosa del genere: fin dall’adolescenza era appassionata di racconti fantasy, anche se aveva sempre prediletto i vampiri ai licantropi, e tante volte aveva sognato che capitasse a lei qualcosa di insolito e le sconvolgesse la vita.. e adesso, a distanza di anni, suo figlio se ne usciva con “Ehi, mamma, sono un lupo mannaro!” e come se non bastasse “Indovina chi mi ha morso.. già, proprio..”
Si fermò, con gli occhi sbarrati e il cuore in gola. Scott la superò di qualche passo ma poi tornò indietro chiedendole cosa avesse, se si fosse fatta male, per fortuna fino a un attimo prima avevano corso a perdifiato altrimenti sentendo il suo battito irregolare avrebbe potuto pensare che.. sì, insomma, che lei.. assurdo!
“Peter!”
“Ah, l’hai visto..” mormorò Scott, passandosi una mano tra i capelli “Possiamo parlarne più tardi? Non mi sembra il momento per..”
“No, Scott, ascoltami.. per quanto stenti a crederci io stessa, se sono qui è perché Peter ha attaccato.. il cattivo.. oddio, come si chiama.. l’alpha col bastone da cieco..”
“COSA?! Non può farcela contro Deucalion, ancor meno dopo averle prese dai gemelli.”
Il suo cuore perse un altro battito, ma Scott era troppo agitato per accorgersene.
“Devo tornare indietro.. prima mi ha aiutato, anche se poi mi ha lasciato nella merda ma è stata un’idea mia dividersi.. oh, insomma! Vado a prenderlo, tu intanto prosegui e magari.. ecco, portati dietro il carrello delle emergenze e se..”
Annuì ad ogni sua parola, cercando di sembrare convincente anche se in realtà ne sentì neanche mezza.
“Scott, dobbiamo.. Scott?”
Si guardò attorno, scoprendosi sola – ma quanto corre veloce quel ragazzo?! – poi sentì un rumore provenire proprio da dietro l’angolo: caricò le piastre e le impugnò saldamente, pronta a friggere.. tirò un sospiro quando comparve Isaac con Allison e suo padre, che naturalmente aveva una pistola.
Gli adolescenti le chiesero all’unisono di Scott, scambiandosi poi un’occhiata strana, mentre Chris insisteva per portarla al sicuro, che tanto suo figlio era in gamba e se la sarebbe cavata.
“Non potrò trattenerlo a lungo.”
“Sono preoccupata per lui, Chris, ti prego..”
Quello sospirò, non immaginando a chi si riferisse, e acconsentì.
Melissa recitava nella sua mente il mantra una vita per una vita per giustificare quell’eccessivo interessamento nei confronti di Peter: l’aveva salvata, e ora lei si sarebbe accertata che si salvasse anche lui. Tutto qui. Nulla più. Solo perché lui era un bastardo non doveva abbassarsi al suo livello. E nessuno merita di morire, soprattutto con degli occhi così.. dannazione, Melissa, stavi andando così bene! Perché devi sempre rovinare tutto?
 
A confronto dello scenario che si presentò loro, il set di Dexter poteva definirsi pulito.
Scott era in ginocchio vicino a Deucalion, che giaceva con gli occhi rivoltati e la lingua penzoloni dalla bocca, con le mani, i vestiti, persino i capelli che grondavano sangue. Non il suo, ovviamente, ma Allison e Isaac dovettero per forza accertarsene: mentre la ragazza gli prendeva il viso tra le mani, il giovane beta gli tastava la schiena e il petto per accertarsi che fosse tutto intero.
“Sto bene.” disse Scott aprendo gli occhi, di un rosso vivo “Sono un alpha, adesso.”
(Nel caso vi chiedeste dove il piccolo Scott abbia trovato la forza necessaria per togliere di mezzo il grande Deucalion alias alpha-degli-alpha ecc, la risposta è talmente ovvia e banale.. e no, niente vero alpha o jolly dell’ultimo minuto.. quel brutto cattivone ha minacciato la sua mamma e la storia del “ma ovviamente non le avrei torto un capello, sarebbe stato il mio gesto di misericordia” non se l’è bevuta: Scotty sarà un po’ tonto, ma a tutto c’è un limite! u.u N.d.A.)
Normalmente anche Melissa sarebbe corsa da suo figlio invece che da lui, ma si giustificò dicendosi che quelle decisamente non erano circostanze normali. Una persona normale ridotta in quello stato avrebbe già smesso di respirare da un pezzo, mentre vedeva distintamente il suo petto sollevarsi e se il viso – il suo bellissimo viso – non fosse per metà ricoperto di sangue sembrerebbe semplicemente addormentato.
Scott era stato chiaro a riguardo: Peter era un bastardo. Ma in fondo che ne sa un ragazzino? Anche i bastardi hanno un cuore che batte nel petto, ed a giudicare dal fiotto di sangue che sgorgava ritmicamente dalla profonda ferita al braccio – merda, quello è il bianco dell’osso! – Melissa doveva agire in fretta: un’arteria recisa poteva essere fatale per chiunque, persino lui che.. aspetta..
“Perché non guarisce?!” chiese, prendendo delle garze “È uno di voi, no.. perché non guarisce?”
“Spostati.”
Deglutì sentendo il tono glaciale di Chris, ma continuò a fasciare il braccio.
“Come?” fece la finta tonta.
“Spostati.” ripeté l’uomo, che probabilmente impugnava l’inseparabile semiautomatica “Quel cane rabbioso ha ucciso mia sorella.”
“E tua sorella gli ha tolto la sua famiglia e sei anni di vita, non ti pare abbastanza?”
“Te lo dico per l’ultima volta, Melissa.. Spostati!”
Accadde tutto molto in pochi istanti, ma lei lo visse al rallentatore.
Quando sentì caricare la pistola, Peter aprì gli occhi e la spinse da parte, ma era debole per l’ingente perdita di sangue e nel tempo – infinito – che Chris impiegò per prendere la mira e sparare successero tre cose contemporaneamente: Scott scattò fulmineo verso il cacciatore e lo afferrò da dietro, slogandogli il polso per fargli cadere l’arma; Allison, riconoscendo il responsabile dei suoi incubi, aveva già impugnato i ring dagger ma Isaac l’afferrò per i polsi bloccandola a terra; in ultimo, ma non meno importante, Melissa tirò a sé Peter e si accorse di stringerlo in un abbraccio protettivo solo quando il colpo non arrivò e il suo fievole respiro le accarezzò la pelle.
Lo allontanò, sorreggendogli con attenzione la nuca, e probabilmente avrebbe dato un’occhiata attorno se non fosse rimasta nuovamente incatenata al suo sguardo: non badò alle urla di Allison, che intimava ad Isaac di lasciarla andare; né a Chris che imprecava, schiacciato a novanta contro il banco informazioni da Scott. Provò a pensare qualcosa da poter dire, accampare la scusa del giuramento di Ippocrate magari.. okay, lei era una semplice infermiera, ma in fondo lui che ne sapeva di quel genere di.. la sua mente si svuotò all’istante quando le accarezzò la guancia, esattamente come quella volta in macchina, e le parve che bisbigliasse anche la stessa frase – “Ti dispiace..?” – ma forse se l’era solo immaginato o forse.. no, non poteva essere reale, non poteva essersi avvicinato e non potevano essere le sue labbra quelle sulle sue.. e non poteva piacerle, no, era completamente insensato, fuori luogo, malato e.. non ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che Peter s’era già staccato.
Dio, tu non sai da quanto volevo farlo..”
Non poteva averlo detto e, anche in caso contrario, lei non poteva credergli, non poteva permettergli di avvicinarsi di nuovo.. eppure lo fece e poi.. lo sentì sussurrare il suo nome, come se fosse l’unica parola a dare senso al mondo, poi perse nuovamente i sensi e lei lo sostenne, facendogli appoggiare la testa sulla propria spalla.
“Mamma..”
Si riscosse a quel familiare richiamo.
“Qualcosa non va, Scott, non guarisce.”
“Me ne sono accorto, è meglio se lo portiamo insieme a Cora da..” s’interruppe, scostandole una ciocca di capelli per studiarle il volto “Quello è.. come ti è finito del sangue ?”
Solo allora Melissa avvertì qualcosa di umido sulle labbra e pulendosi col dorso della mano evitò di guardare la striscia rossa lasciata dal sangue di Peter.
  
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