Anime & Manga > Ranma
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Autore: Violet2013    04/02/2014    18 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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tango
-Io ti rispetto troppo.
-Oddio, siamo passati da "ti amo" a "ci tengo a te" a "ti rispetto". Fra un po' mi regali una borsa dell'acqua calda!
Woody Allen- La maledizione dello scorpione di Giada







''Butta quella pistola, Esteban!''

Si accarezzò i baffi sicuro di sè, aggiustandosi il cappello che faceva ombra alla sua pelle abbronzata e gettando il sigaro a terra, puntando il dito contro la donna che lo aveva tradito.
''Taci, Mercedes! Il disonore in cui ti ha gettata quest'uomo va lavato col sangue!"
''Esteban, per favore, ragiona...''
Guardò il suo completo bianco sporco di schizzi di sangue ed il suo avversario, gravemente ferito ma ancora vivo, accasciato per terra intento a piangere e chiedere pietà.
Senza battere ciglio posò un dito sopra il grilletto, mirando al cuore.
''Di' le tue preghiere, Juan Antonio. E' giunta la tua ora''.



Si svegliò di soprassalto, spaventato da quel sogno tanto realistico quanto insensato e percependo una minaccia nell'aria, come se si fosse trattato di una sorta di premonizione.
Scendendo in cucina, ancora in pigiama, si rese conto che non era affatto presto. La sua famiglia aveva già fatto colazione e nel salotto di casa imperversavano febbrili i preparativi per la cena della viglia di Natale.
''Hibiki, che ci fai qui?''
''Saotome, che bello vederti gironzolare in pigiama in casa della ragazza che amo mentre io sono all'opera da più di tre ore...''
''Non è certo colpa mia se sei povero... Hai visto Akane?''
''Cos...? Come ti permetti, scroccone che non sei altro? Se solo non stessi lavorando, io...''
''Cosa mi faresti? Dimmelo, dai''
''Ti farei a pezzi''
''Intanto portami la colazione... Anzi, visto che sono gentile me la prendo da solo. Vuoi un caffè?''
''No, grazie, non voglio niente da te''
''Fa' come ti pare. Se vedi Akane dille che la cerco''
''E' da Mousse''
''Tanto per cambiare'', sbuffò entrando in cucina.

''Mi amor! Dammi qualcosa da mangiare!"
''Eh no, bimbo, io ora ho da fare! Il tacchino da cuocere, le ostriche da pulire, la cristalleria da lavare! Ahi, povera me! Che condizione ingiusta la mia, anni e anni al servizio de una casa y nemmeno un po' di libertà alla vigilia de Natale! Proprio yo che soy cattolica e sarei l'unica realmente in diritto de festeggiar!"
''Non cucinare tutta quella carne, potremmo preparare qualche ricetta vegetariana insieme"
''Non ti ci mettere anche tu, che già la bimba questa mattina me ha fatto la paternale... E i cadaveri, e i video dei maialini che piangono come bambini, e l'apporto proteico sbilanciato... E poi Nabiki che è a dieta, tuo padre che vuole el vino francese, el Padrone che ha invitato mezza città... Io non ce la faccio più, se continuate tutti così me licenzio!''
''Non fare così, anche se sono tutti cattivi ci sono io che ti amo''
''Però baci le altre, eh? Akane me ha detto. Tutto me dice ella, non como te che hai i segreti con la tua seconda mamma!"
''Ma no, non c'è stata occasione! Te l'avrei detto, giuro...''
''Claro...''
''E... Che ti ha detto? Non che m'interessi, è solo... Curiosità''
''Eh no! Anche io ho i miei segreti! Ora vai via che devo lavare per terra, vai!''
Si allontanò, fermandosi sulla porta e voltandosi verso la donna.
''Solo una domanda: cosa sappiamo di un certo Juan Antonio?''
''Ahi, Juan Antonio! Che schifoso, quello! No te le ricordi le puntate che vedevamo i primi giorni che stavi qui? E' un bastardo quello lì, ha portato via Mercedes a Esteban facendo finta de essere el più bravo!"
''Ma Esteban non stava con Paloma?''
''Per forza! Juan Antonio gliel'ha portata via, ma era Mercedes il suo grande amore! E' da quel momento che è entrato nel traffico con i colombiani ed ha ucciso suo padre, scappando con l'eredità!''
''Bel casino. Ti lascio lavorare, io devo andare a fare shopping. Cosa vuoi che ti regali?''
''Un nuovo lavoro, bimbo. Un nuovo lavoro''


***


''E quindi Scusascusascusa?''
''Sì, tutto d'un fiato, ripetuto tre volte: scusa- scusa- scusa''. Si lasciò cadere sul letto del suo migliore amico, portandosi le mani davanti agli occhi.
''E poi?''
''E' scappato''
''E non vi siete più visti? Eppure vivete insieme''
''Stamattina non si è fatto vedere, l'ho anche aspettato un po' prima di venire da te perchè volevo parlargli, ma non è uscito dalla sua stanza''
''Ok, ma che tipo di bacio è stato? Passionale?'', sorrise allusivo alzandosi gli occhiali sulla fronte e prendendole il naso tra due dita, ridendo.
''Non prendermi in giro! Mousse, non lo so nemmeno io come sia successo. Stavamo lì a dirci che dobbiamo essere amici e che non vogliamo legami e poi all'improvviso s'è chinato e mi ha baciata. Non ho neanche fatto in tempo ad accorgermene che si era già staccato. Dovevi vederlo dopo! Da come si dimenava, sembrava che l'avessero beccato a rubare in un negozio"
''Credi che c'entri Shampoo?''
''Mi ha giurato e spergiurato che è tutto finito...''
''Lo spero per lui''
''Oh andiamo, non hai speranze con lei. E meno male, aggiungo io''
''Akane, tu non capisci''
''Esatto, non capisco. Che ci troverai mai in un elemento del genere? Eppure sei intelligente, non sei uno sprovveduto...''
''Temo di essere predestinato. Lo sai che mio padre è di origine cinese, no? Ebbene, indovina di chi era innamorato da giovane?''
''Non dirmi di Claudia...'', spalancò gli occhi.
''Ti prego, si chiama Ying Lan Zhou, non facciamo gli americani per forza''
''Beh, io lo sono per metà, non dimenticarlo. In ogni caso, Raviolo al Vapore è una donna raffinata, di classe e bellissima. Tutto il contrario della figlia. E' molto più credibile tuo padre innamorato di una super modella di te che sei un mezzo genio e corri dietro a quell'ammasso di plastica e ciglia finte''
''La odi proprio, eh?"
''Non mi ha dato molte alternative, da quando si è fissata su quella faccenda di Ataru si è posta come missione di vita il rendere impossibile la mia. E meno male che eravamo migliori amiche!''
''Strano che non si sia portata a letto anche chi sai tu...''
''Non credere che non ci abbia provato. Ma lo conosci, lui non è certo un porco come Ranma!''
''Ed ecco che ritorniamo a Ranma di cui non ci interessa assolutamente niente...''
''Infatti, non me ne frega proprio niente''
''Certo, certo. Trovo solo singolare che tu non l'abbia spedito sulla luna, dopo quel tu-sai-cosa''
''Ma... Se- se solo ne avessi avuto il tempo, io...''
''Ne sono sicuro. Vieni, andiamo a scegliere il regalo che mi farai''


***


Camminava senza sosta da ore, totalmente incapace di concentrarsi sul da farsi.
Aveva passato quasi tutti i Natali della sua vita in giro per il Giappone con suo padre, non ne festeggiava uno da quando era un bambino e non aveva la minima idea di cosa si dovesse regalare in un'occasione del genere.
Soprattutto di cosa si dovesse regalare ad una ragazza.
Nessuno si aspettava da lui che si mettesse a fare regali, dunque non si era preoccupato troppo di sua madre o, men che meno, di suo padre, ma a lei voleva comprare qualcosa, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti. Il problema era cosa.
I Tendo erano molto ricchi e le ragazze di casa avevano l'abitudine di andare a fare shopping più spesso di quanto lui l'avesse di aprire i libri di scuola. Nonostante Akane non fosse una fashion victim come le sue sorelle, aveva notato che anche il suo guardaroba, sebbene da maschiaccio, era piuttosto nutrito. Inoltre le aveva già regalato un vestito in occasione del loro viaggio a Las Vegas e sapeva che Nodoka le avrebbe fatto recapitare a casa, proprio quella mattina, l'intera collezione primavera/estate della sua linea, scarpe e borse comprese.
Escludendo vestiti e musica, cui aveva provvidenzialmente pensato quello scemo di Ryoga, rubandogli l'idea e presentandosi in casa con un vinile rarissimo del suo gruppo preferito, a Ranma rimanevano pochissime opzioni.
Voleva un regalo che avesse un'anima, che non fosse impersonale come un braccialetto o un mazzo di fiori, ma purtroppo l'idea geniale che gli passava in testa da settimane era irrealizzabile per motivi di tempo ed organizzazione.
Si sentì uno stupido a pensare che, forse, se la sarebbe potuta giocare come jolly per il regalo di San Valentino.
Era talmente distratto dal prendersi a pugni la testa a causa di quel pensiero tanto stupido quanto fuori luogo, da non rendersi conto del ragazzo alle sue spalle, che lo guardava assorto.

''Sì?''
''Perdona la domanda: sei giapponese?''
''Sì''
''Oh bene, allora posso parlare nella nostra lingua. Per caso sapresti indicarmi dove si trova l'abitazione dei Karuga?''
''Intendi casa di Shampoo?''
''Proprio lei! La conosci anche tu? Scommetto che sei del Furinkan!''
''Esatto. E tu sei... Il suo fidanzato?'', chiese speranzoso. Se la cinesina e quel bell'imbusto dagli occhi verdi fossero stati amanti, lui avrebbe potuto lasciarla inscenando il ruolo del bravo fidanzato tradito, sarebbe stato perfetto.
''Oh no! Shampoo è solo un'amica, anzi, in realtà è più una conoscente... Manco da New York da un po' e ieri ho ricevuto un' e-mail in cui mi invitava a passare le feste insieme. Purtroppo non ho un'ottima memoria ed ho dimenticato l'indirizzo che mi aveva scritto''
''Non preoccuparti, siamo vicinissimi. Vieni, ti faccio vedere''




***




Il salone era addobbato con gusto e tutti gli invitati si stavano godendo il momento dell'aperitivo.
Soun si era decisamente lasciato prendere la mano con gli inviti, ogni singolo giapponese residente a New York City era presente al ricevimento ed Estrella, rassegnata, aveva proposto un'apericena a buffet, una sorta di mega aperitivo per stare insieme fino all'arrivo della mezzanotte.
Mentre il preside Kuno gli faceva la predica sul suo taglio di capelli, proponendogli per l'ennesima volta di rasarsi a zero mentre suo padre, calvo dai trent'anni, gli dava man forte probabilmente mosso dall'invidia, Ranma si guardava intorno, cercandola con lo sguardo.
Mousse era sceso in salone da circa mezz'ora, ma di Akane nemmeno l'ombra, ed erano già le dieci passate.
''Ranma, dude, che ne pensi di mia figlia Kodachi? Isn't she beautiful?''
''Che stronzata!''
''What?''
''Oh, m-mi scusi preside, ero sovrappensiero. Diceva?''
''Dicevo... Oh, nothing. Guarda quelle tartine al salmone! Mi scusi! Cameriera? Inserviente? Impiegata? Oh, God! Cosa si deve fare qui per essere considerati dalla servitù?''
''Provi a chiamarla col suo nome. Estrella, querida. Ven aquì, por favor!''
''Hey, Saotome! Il tuo spagnolo è very good!'', alzò un pollice in segno di assenso.
''Non si può dire lo stesso del suo inglese, eh?'', scherzò, per fortuna l'uomo era troppo impegnato ad ingozzarsi, per sentirlo.
D' improvviso sentì una minaccia, l'ennesima, quel giorno. Si voltò lentamente.

''Ranma, ragazzo mio!"
''E tu che ci fai qui, vecchiaccio?''
Suo nonno lo guardava facendo quella che, secondo i suoi dubbiosi canoni estetici, doveva essere una faccina tenera. In qualche modo gli ricordava il Gatto con gli stivali di Shrek, e lui odiava i gatti.
''Perchè, un amorevole nonnino non può passare un po' di tempo con il suo adorato nipote? Ma... Genma? Che ci fai dietro quella tenda? Vieni subito ad abbracciare il tuo vecchio!"
La pesantezza dei lenti ed incerti passi di Genma gli fece venire in mente la camminata idiota di un panda che avevano visto allo zoo qualche anno prima. Suo padre sorrise imbarazzato ad Happosai e lo abbracciò, sudando freddo. Ranma lo prese per il colletto della camicia.
''Ma tu non lo volevi uccidere? Cosa c'è? Non parli, eh, padre degenere! Che ci fa qui? Se ne va, vero? Papà? Non dirmi che hai paura di questo nanetto!"
Genma, che sembrava soffrire di mutismo, prese un tovagliolino ed una penna dal taschino della giacca, scrivendo un biglietto al figlio e porgendoglielo:
-Io non c'entro niente, io non volevo!
''Parla, imbecille, parla!''
-E' rimasto senza soldi, s'è giocato anche la casa e non ha un posto dove andare!
''La vuoi smettere di scrivere bigliettini? Cosa sei, una tredicenne alla prima cotta?''
-Ranma, dobbiamo essere caritatevoli, fa parte della famiglia!

Soun li raggiunse, raggiante in un completo blu da migliaia di dollari e sorridendo, come al suo solito. Ranma spesso si era sorpreso a chiedersi se quell' uomo facesse uso di qualche droga particolare e, nel caso, perchè non offrisse.
''Maestro!''
''Soun, discepolo mio, ne è passato di tempo! Quanto sei invecchiato...''
''Lei invece è sempre un ragazzino, Maestro. Quanti anni ha adesso? Io direi 35 al massimo!''
''Ognuno ha l'età che si sente, Tendo, ed io sono lo stesso mandrillo di quando avevo vent' anni e non vedo l'ora di conoscere le tue figlie! A proposito... Vieni qui, bella bambina! Se sei figlia di quest'uomo la tua verginità mi spetta di diritto!''

''Hey, giù le mani! Non sono una Tendo, io!'', Ukyo gli tirò uno schiaffo, divincolandosi dalla sua presa. Ranma era felice che la sua amica avesse accettato il suo invito ma, allo stesso tempo, imbarazzato per la scena a cui aveva dovuto assistere.
''Ucchan, questo è mio nonno. Vecchio, lei è una di quelle che non te la daranno mai. Se volete scusarci, noi andiamo a bere qualcosa"


''Chi era quel pazzo?''
''Il degno padre di mio padre''
''Tu hai preso dalla mamma, eh?''
''Non quanto vorrei. Hai visto quanto è bella stasera?''
Ukyo si voltò a guardare Nodoka, elegantissima in un vestito grigio polvere, e sorrise intenerita all'amico. Ranma vide che conversava amabilmente con una splendida Kasumi ed il suo ragazzo, Ono Tofu. Sapeva che la maggiore delle Tendo aveva deciso di presentarlo al padre proprio quella sera e che era molto agitata. Salutò l'amica invitandola ad andare a parlare con Ryoga, per il quale aveva un palese interesse, e la raggiunse.

''Kasumi, mamma, siete bellissime"
Le due donne sorrisero e lo baciarono sulla guancia mentre il giovane uomo insieme a loro sorrideva impacciato. Il volto dell'imbarazzo. Gli tese la mano.
''Ciao, io sono Ranma. Ti va di bere qualcosa?''


Si diressero al bar ed ordinarono due analcolici, iniziando a chiacchierare del più e del meno, dopodichè l'artista marziale prese le redini della situazione.
''Allora dottore, hai già conosciuto il padrone di casa?''
''Hem... No. Ranma, secondo te come mi dovrei comportare? So che anche tu sei fidanzato con una delle sue figlie. Co-cosa mi consigli di fare?''
''Beh per me la situazione è diversa, io ed Akane non siamo veramente fidanzati'', si morse la lingua, ''E-E poi ha deciso tutto lui insieme a mio padre, quindi ovviamente mi vede di buon occhio''
''Non dirmi che l'essere fidanzato con una ragazza così bella e solare ti crea dei problemi!''
Bella e solare.
Solare.
Akane Tendo.
''Scusa se te lo chiedo, ma... Tu la conosci da tanto?''
''Oh sì, pensa che quando lei era ancora una bambina io ero già al liceo e, nel tempo libero, le davo ripetizioni di matematica. Inoltre è stata una delle mie prime pazienti quando ero tirocinante, non hai idea di quante volte sia riuscita a farsi male! Sì, posso dire con sicurezza di conoscerla molto bene''
''E la definiresti una ragazza solare?''
''Senza dubbio. Akane è fantastica''
Studiando l'espressione del dottore si rese conto che, quando non parlava di Kasumi, era una persona molto sicura di sè ed aperta. Si avvicinò al suo orecchio con fare cospiratorio, forse poteva dargli una mano.
''Digli che hai intenzioni serie, sorridi e mostrati aperto. Se ti dice di chiamarlo papà è fatta''.
''Grazie Ranma, sei molto gentile. Ma-ma... Chi ha invitato quel vecchio? Cosa vuole dalla povera Akane?''
Ranma si voltò di scatto e prese a correre seguendo la voce di suo nonno, senza nemmeno sincerarsi di cosa stesse accadendo.


''Akanuccia, sei qui anche tu! Cosa ci fai a casa dei Tendo?''
''Lasci la mia mano, schifoso! Io ci vivo, qui!"
''Ma che bella coincidenza, anch'io!''
Yuka e Sayuri assistevano inermi alla scena. Era singolare vedere un uomo tanto coraggioso da avvicinarsi ad Akane in quel modo e senza remore, in pubblico, per giunta.
''Che cosa?''
''Sì, Akanuccia, te lo giuro! Soun Tendo era un mio allievo nonchè il migliore amico di mio figlio e mi ha gentilmente proposto di passare un po' di tempo qui da voi. Ma... Non dirmi che tu sei sua figlia! Oh tesoro, sono così felice!''
''Non ci credo'', sospirò esasperata. E se avesse detto la verità? Se davvero quell'idiota di suo padre avesse invitato anche quel maniaco a vivere con loro? Come avrebbe fatto a spiegargli del loro primo incontro?
''Akane, vieni qui dal tuo nuovo fidanzato!''
La abbracciò e, essendo più basso di lei, non fece troppa fatica a posare la testa sul suo seno. Ranma lo raggiunse appena in tempo, prendendolo per un orecchio e tirandolo su.
''Giù le mani, vecchio''
L'anziano lo fulminò con lo sguardo.
''Che vuoi, Ranma?''
Alzò il mento, sicuro di sè. Happosai continuò: ''Per caso vuoi dirmi che per qualche inspiegabile ragione non posso fidanzarmi con Akane?''
Il codinato annuì sorridendo, divertito dalla totale mancanza di senso autocritico dell' uomo.
 ''Già presa''
''E chi sarebbe il fortunato?''
''La fortunata è lei!'', fece l'occhiolino ad Akane, che si avvicinò ai due arrabbiata come Ranma non l'aveva mai vista.

''Hey tu, Saotome. Dobbiamo parlare, io e te!'', gli puntò un dito al petto, spingendolo fino a fargli male.
La poca sicurezza che era riuscito a tirare fuori con suo nonno si dissolse immediatamente come una nuvoletta di fumo quando si rese conto che Akane era davanti a lui, che l'aveva sentito rivendicare il loro fidanzamento, ancora, e che dovevano chiarire la faccenda del bacio della sera prima.
Per l' ennesima volta fu quel bamboccio di Ataru Dakashi a salvarlo. I Silver Coral stavano suonando ininterrottamente da più di due ore sul palco ricavato sotto la scalinata centrale ma, proprio in quel momento, si erano fermati per lasciare che il loro bassista, l'unico non abbastanza ubriaco da riuscire ancora a formulare un discorso di più di una frase, spendesse due parole per gli invitati, che si erano fermati ad ascoltarlo in religioso silenzio.

''Ciao, siamo i Silver Coral!"
Ranma storse il naso mentre il bell'imbusto di fronte a lui si godeva l'applauso scrosciante del pubblico.
''Benvenuti a casa Tendo! Speriamo che vi stiate divertendo, noi ce la stiamo spassando a suonare per voi!''
Ranma fece una smorfia, scimmiottando sottovoce le parole del bassista mentre Akane lo minacciava con lo sguardo.
''La prossima canzone è il mio personale regalo per una persona speciale. Sai chi sei, e sei bellissima. Buon Natale''
Akane, ingenua come sempre, continuava a bere champagne e sorridere all'amico, inconsapevole di essere lei stessa l'oggetto delle sue attenzioni. Jason, barcollante, la sollevò dall'onere di capire come stessero veramente le cose.
''Hey tu, sorella di Nabiki! Ciao!'', alzò il braccio ridendo e salutandola, mentre lei si voltava dall'altra parte imbarazzata.



"A questo punto balliamo''
''Ranma? Ti senti bene?'', lo guardò sconcertata spalancndo gli occhi. Ranma Saotome le stava davvero chiedendo di ballare?
Lui sorrise, fintamente sicuro di sè. Akane era fasciata in un tubino senza maniche in seta color cioccolato regalatole da Nodoka che le stava divinamente. Il Cretino aveva ragione, era particolarmente bella quella sera. Non ci sarebbe stato nulla di male se le avesse concesso un ballo.
Inoltre l'espressione da cane bastonato assunta dal suo rivale non appena le aveva cinto la vita con un braccio l'aveva ampiamente ripagato dell'enorme sforzo fatto per decidere di umiliarsi e mettersi a ballare in un luogo pubblico.


''Ranma, dobbiamo parlare''
''Non vuoi ascoltare la canzone che ti ha dedicato Dakashi?''
''Stai sviando il discorso, vero?''
''No'', la fece indietreggiare di due passi, prendendo il controllo della danza. Akane aggiustò immediatamente il tiro, facendo un passo avanti e recuperando il timone, ''Assolutamente no''.
Altri due passi indietro.
''Possiamo parlare di quel bacio?''
''Quale bacio?'', chiese innocente.
Mentre volteggiavano passarono davanti a Soun, che sorrideva a Tofu chiedendogli di chiamarlo papà. Ranma fece l'occhiolino al nuovo amico e strinse più forte la mano della fidanzata posata sulla sua spalla.
''Non fare lo stupido. Ieri sera tu-tu mi hai...''
Akane fece un altro passo avanti non previsto dal fidanzato, che non fece in tempo ad indietreggiare. Gli inciampò addosso, trovandosi troppo vicina al suo viso. Ranma la rimise al suo posto e le prese la mano.
''Lascia a me il controllo, tu non sei capace'', altri due passi indietro.
''Cos... Cosa? Come ti permetti? Proprio tu che sei cresciuto in una stalla!''
Strinse la presa sulle sue spalle e riprese a guidare.
''Dimentichi che anch'io sono stato un bambino ben educato dell' Upper East Side. Prima di partire con mio padre nemmeno io ero esente da noiosissime lezioni di danza obbligartorie, purtroppo''
''Ah sì? E cos' avresti imparato?'', alzò un sopracciglio sarcastica.
Spostò tutto il peso sulla fidanzata, facendole fare il famoso casquet che vedevano sempre nelle sensuali scene di danza della loro soap opera preferita, poi si tirò su, sorridendo: ''Innanzi tutto che, anche se la musica non è delle più appropriate, quello che stiamo ballando ora è un tango''.
''Cazzate'', sbottò la mora, ''E' decisamente un valzer''
''Oh no'', sorrise, facendola arretrare altre due volte, ''Il nostro insegnante diceva sempre che il tango è come l'amore: due passi avanti ed uno indietro. E' l'unica cosa che ricordo, ma ne sono certo''
''Va bene, Esteban. Un tango. Ora, per cortesia, mi dici perchè diavolo mi hai baciata?''
''Te la sei presa così tanto?'', chiese con tono denigratorio per nascondere il suo imbarazzo: effettivamente non era in grado di dire cosa gli fosse preso, visto che era successo tutto indipendentemente dal controllo che normalmente sapeva esercitare sul suo corpo, ''Era solo un bacetto, dai!''
''Sei proprio uno stupido, Ranma. Vuoi dirmi che l'hai fatto così, tanto per fare?''
''Esattamente, sì'', mentì spavaldo.
''Lo sai che fai schifo?'', sussurrò a un palmo dalla sua faccia, gli occhi ridotti a due fessure da cui sembrava uscire veleno liquido.



''E' mezzanotte, buon Natale a tutti!''

Le parole di Ataru decretarono la fine delle danze e, soprattutto, della conversazione.
Tatewaki Kuno, in un abito tradizionale giapponese, si avvicinò alla coppia.
''Il Natale rievoca in me dolci ricordi, celestiale Akane Tendo. La stella cometa che squarcia la buia e fredda notte del tuo cuore ha indicato la strada ai Re Magi e ti ha portato il dono più grande, il Tuono Blu Tatewaki Kuno. Dolce Akane, ti prego di accettare il simbolico dono che vorrei offrirti per questa becera festività consumista che tanto si allontana dalla nostra millenaria tradizione quanto mi fa sentire vicino a te, che sei per metà occidentale. La fusione delle nostre anime e dei nostri corpi...''
''Hey, piano con questi corpi, tu!''
''Saotome, non ti hanno insegnato che è maleducazione interrompere una persona quando sta parlando?''

''Buon Natale a tutti! Kuno, la smetti d'importunare mia sorella?''
Kuno guardò disperato Akane allontanarsi, seguita da Ranma, approfittando della sua momentanea distrazione.
''Nabiki Tendo, ti detesto con ogni fibra del mio essere''
''Felice di saperlo''.







''Sei un idiota, va bene? Oh ciao papà, auguri. Salve Genma. Nodoka. Hey, Ryoga! Auguri!'', socchiuse gli occhi, tornando a rivolgere la sua attenzione al fidanzato e puntandogli un dito contro, ''Non permetterti mai più di fare quello che hai fatto, hai capito? Hey, Yuka! Certo, arrivo! Parlo sul serio, Ranma, io...''
''Potresti almeno degnarmi della tua attenzione quando mi parli, maleducata. Oh ciao, Daisuke! Auguri, Hiroshi!''
''Dicevi, scusa?''
Guardò la ragazza che lo fissava con le mani sui fianchi ed un cipiglio autoritario che gli ricordava quello di una maestra d'asilo che rimprovera i suoi bambini e la trovò profondamente comica. Aveva voglia di ridere con lei, magari di ballare un'altra volta e di farle gli auguri, invitandola a salire in camera e dandole il suo regalo; ma l'orgoglio era uno degli aspetti più prominenti del suo carattere, e gli fece fare un passo falso.
O meglio, due passi falsi.
Indietro.
''Senti, pensi davvero che smaniassi per baciarti? E' stato uno sbaglio, ok? Un grosso sbaglio. Non accadrà mai più, credimi, non ci tengo proprio a metterti strane idee in testa''
''Ma di cosa stai parlando?'', grugnì.
''Intendo dire che tra la rottura con Shampoo e la mia lite con Mikado potresti aver pensato che fossi d'accordo con quell'idiozia che hanno deciso i nostri genitori e, magari, iniziare a prenderli in parola''
''Tu sei totalmente deficiente, io me ne vado''
''Bene''
''Bene!''
''Buon Natale anche a te, Akane''
''Vaffanculo!''



Appena Akane uscì dal suo campo visivo vi entrò qualcun altro. Shampoo aveva appena varcato la soglia di casa Tendo e si stava guardando intorno insieme al bel ragazzo che aveva incontrato quel pomeriggio. Entrambi sembravano alla ricerca di qualcuno ed il codinato temeva di essere l'oggetto delle loro attenzioni.
Posò un veloce bacio sulla guancia della mamma e si ritirò in camera sua, stendendosi sul letto e rigirandosi tra le mani il regalo che aveva comprato ad Akane.
Forse aveva esagerato un po'.




***




''Capisci? E' proprio un bastardo!''
''Entiendo, bimba, entiendo. Ma vedi, Ranma no è cattivo. E' solo estupido''
''Muy estupido'', borbottò la giovane mentre asciugava i calici in cristallo che la cameriera le passava, dopo averli tirati fuori uno ad uno dalla lavastoviglie.
''Sei gentile a darme una mano Akane, potresti star di là a divertirte''
''Avevo bisogno di stare con qualcuno che mi volesse veramente bene. In quest'ambiente mi sembra tutto così falso! Oh Estrella, non sai quanto mi manchi mia madre. Da quando non c'è più, io...''
''Lo so, bimba. Lo so che questo periodo es el màs difficile por te''
''E' che mi sento così sola, certe volte...''
''Hai me'', le accarezzò la testa dolcemente, Akane notò che qualcosa al suo polso brillava particolarmente.
''Che bello questo braccialetto, è nuovo?'', chiese meravigliata, osservandolo.
''Me l'ha regalato el tuo fidanzato. Senza che lo sapesse ne ha comprato uno che se abbina perfettamente alla collana che me hai regalato tu''
''Per una volta ha fatto qualcosa di buono...'', commentò sarcastica, ''Hai mangiato i biscotti che ti ho messo insieme alla collana? Li ho fatti io stanotte, sai? Solo per te!"
''Hem... Sì, bimba... Li ho mangiati...'', deglutì.
''E com'erano?''
''Immangiabili como siempre, ma ho apprezzato tanto, piccolina mia. Solo prima di cucinare per il tuo fidanzato aspetta di essere sicura che te ami. Tanto.''
''Non cucinerò mai per quel deficiente!''
''Dagli una possibilità, non te ne pentirai. No es colpa di Ranma. Es el amor. L'amore è così, niña. Un passo avanti e due indietro, como un tango. Solo che quel Casanova ad ogni casquet ne lascia per terra una''
''E questa massima in che telenovela l'hai sentita?''
''Lo sanno tutti''
''Sono le tre. Andiamo a letto, finisco io domattina. Buon Natale, Estrella. Sono fortunata ad averti nella mia vita''
''Buon Natale, Akane. Sono molto più fortunata io, credimi''


Corse in camera sua senza nemmeno passare in bagno a struccarsi. Il brusio proveniente dalla stanza di Ranma le fece intendere che nemmeno lui era rimasto a festeggiare con gli invitati. Stava guardando un film. Probabilmente un cartone animato, vista la musica che si sentiva.
Scivolò fuori dal vestito e si infilò un ampio maglione in lana e dei pantaloncini, allungò la mano sulla scrivania per prendere gli occhiali ed il libro che leggeva sempre prima di addormentarsi e lo vide: un piccolo pacchetto, rosso e rettangolare, faceva capolino sulla sua scrivania, ben lontano dalle pile di borse di Tiffany e Chanel che aveva buttato in un angolo subito dopo averle ricevute, promettendosi di resistere fino alla mattina del giorno dopo per aprirle, come faceva sempre da bambina.
Ma in fondo la mezzanotte era già passata, si disse, Babbo Natale non avrebbe avuto nulla in contrario se avesse scartato quel pacchetto anonimo che tanto la incuriosiva.
Aprì la carta con cura, per evitare di strapparla, e ne estrasse un dvd di uno dei suoi film preferiti: ''La bella addormentata nel bosco''
Lesse e rilesse il biglietto che lo accompagnava, incredula e confusa allo stesso tempo. Ciò che stava provando era indecifrabile anche per se stessa, ma di una cosa era certa: Quello era decisamente un passo avanti in quello strano tango scoordinato che era il loro rapporto.



-Impara da una sedicenne più furba di te, maschiaccio.
A volte quel bacio ci vuole e basta.
R.






Ed eccomi qui!
Scusate, scusate e scusate ancora il ritardo, so che è da giorni che dico ad alcune di voi: ''No no, oggi posto! AL MASSIMO stasera!'', ma la verità è che questo capitolo è stato davvero difficile da scrivere per via del caos takahashiano che volevo ricreare. C'era tantissimo da dire e scusatemi per la lunghezza molesta ma mi sono ancora trattenuta.
Domani prometto di rispondere alle mail e recensioni e di recensire a mia volta le storie di cui sono indietro: ho letto tutti i vostri aggiornamenti, mi manca solo di commentarli!
Anche oggi ho fatto le 4 del mattino, quindi non mi dilungo nei commenti finali che già vi ho dato abbastanza da leggere.
Un bacione e grazie come sempre!




  
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