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Autore: _Francesco_    04/02/2014    1 recensioni
"Un semplice incontro può stravolgere un'intera esistenza."
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{9.989 A.C}
[...]Undici anni. Undici anni sono passati dall'inizio dell'interminabile guerra tra Atlantide e Mu.
Una guerra infinita,che porterà alla distruzione completa una mentre la gloria eterna attenderà l'altra.
Entrambe le parti sono distrutte,migliaia di persone morte,adesso rimane solo un modo per concludere la guerra: Due fra i più potenti eroi si scontreranno in un duello mortale. Uno solo sopravviverà,gloria eterna porterà al suo popolo,l'altro rimarrà sconfitto,schiavo perenne del nemico.

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Julian Hackett , semplice ed innocente ragazzino, ignaro dei suoi maestosi poteri. Scoprirà la sua vera natura, cambiando caratterialmente e fisicamente, diverrà un imperioso Ranger. Nascituro e combattente di Atlantide, metterà come posta la sua intera vita pur di difendere la sua patria.
Cyrus Hardey , orgoglioso, sgarbato ed autorevole, fiero della sua strabiliante forza fisica. Principe ereditario al trono di Hyades: capitale del potentissimo esercito di Mu, si allenerà fin dalla nascita per divenire il più grande Aviatore della storia del pianeta, irrompendo nelle vite dei cittadini di Atlantide come se fossero schiavi.
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STORIA IN RIELABORAZIONE
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 5

Amare è umano. Provare dolore è umano. Amare ancora nonostante il dolore è angelico. (Gialal al-Din Rumi)

La solitudine regnava nel povero ragazzo che non sapeva più a che filo aggrapparsi, non sapeva più come fare nel creare un qualcosa intorno a lui, un qualcosa che non fosse solitudine e prese in giro, come fino ad adesso si stava tristemente dimostrando. A Julian non pareva di essersi comportato male, in nessuna situazione. Eppure Lucinda l’aveva quasi ucciso, mentre Arianna era apparentemente infuriata con lui e piangeva senza motivo. Mentre lui se ne stava lì, seduto sul letto di sua nonna, a pensare a che cosa fare adesso. Una volta uscito da quella camera, sarebbe dovuto andare obbligatoriamente da Lucinda a chiedergli delle scuse, anche se molto probabilmente lo sventurato ragazzo non aveva un minimo di colpa. Mentre sarebbe dovuto andare anche da Arianna, la ragazza che gli aveva fatto fermare il cuore, a chiederle il motivo per cui era uscita dalla stanza piangendo. Forse sarebbe stato meglio non essere andato ad ascoltare il discorso tra Arianna e Lucinda, forse era meglio se rimaneva a farsi i fatti suoi nella stanza dove la ragazza gli aveva detto di rimanere, ma in quel caso non avrebbe saputo niente sui suoi poteri che apparentemente doveva avere… Adesso doveva solamente affidarsi al destino e sperare che tutto andasse per il meglio. Nel giro di poche ore aveva conosciuto due splendide persone e nel giro di pochissimi minuti le aveva perse entrambe, una cosa inaccettabile. Eppure nonostante Lucinda ha fatto pensare ad Arianna di uno sfruttamento dei poteri di Julian, lui pensava che doveva fidarsi di loro due, che doveva fidarsi ancora per un po’, fino a quando non avrebbe trovato una giusta compagnia con cui vivere in pace e senza pensieri. Una compagnia che però tardava sempre di più ad arrivare. Julian non aveva la forza né fisica né mentale per alzarsi dal letto ed andare da Arianna. La vista dell’incendio lo aveva segnato, gli aveva lasciato una paura interiore molto profonda. Eppure Lucinda pareva una donna innocua.. Era sempre più allibito dall’incredibile potenza che Lucinda gli aveva dimostrato, solamente con lo sguardo lo aveva quasi ucciso. Una cosa l’aveva imparata: Non doveva mettersi contro quella donna, almeno per adesso. Decise che sarebbe andato a parlare con Arianna, voleva saperne di più su Lucinda, voleva sapere che cosa doveva fare con lei. Era sicuro che Arianna lo avrebbe accolto come il primo giorno, anche perché solamente pensare il contrario gli dava fastidio al cervello. Eppure quelle ore trascorse parevano mesi, parevano anni. Era rimasto su quel letto a pensare per non più di una quindicina di minuti, e gli erano parse ore. Decise di dire basta. Si alzò dal letto e si avviò verso la porta. La aprì piano, avendo cura di non fare troppo rumore. Uscito dalla stanza, si guardò attorno per vedere se c’era qualcuno in giro, ma non vide nessuno, di Lucinda nemmeno l’ombra. Adesso il dubbio era uno solo: Dove andare? Julian decise ad istinto. Prese la parte sinistra e si incamminò verso la porta della stanza di Arianna. Non sapeva perché ma era sicuro di trovarla esattamente lì. Arrivato di fronte alla porta era incerto se bussare o entrare subito. Bussando aveva la probabilità di essere rifiutato, per cui agì d’istinto, entrando subito nella stanza, anche se magari gli mancava di rispetto. La porta non era chiusa a chiave e a Julian bastò girare la maniglia per trovarsi Arianna di fronte. Il cuore gli si fermò nuovamente, come la prima volta che l’aveva vista. Era là, stesa per terra con la testa appoggiata alla parte inferiore del letto, quella in legno. Aveva ancora gli occhi lucidi di una ragazza che aveva pianto fino a poco tempo fa. Era rimasta tutto il tempo che lui era stato a parlare con Lucinda distesa per terra a piangere, a piangere per chissà quale motivo. La cosa sicura era una sola, uno di questi motivi era Julian. Appena Arianna vide il ragazzo abbassò nuovamente lo sguardo senza dire nulla, ed una nuova lacrima gli scese nuovamente dagli occhi. Prima ancora che si mettesse a piangere, Julian seppe come agire. Sapeva come si faceva in questi casi, l’aveva letto nei libri. Si mise accanto ad Arianna, senza dire nulla, gli si era bloccato il cervello solamente a stare vicino a lei. Era una cosa che non accadeva mai, era una cosa che accadeva solamente con Arianna. Lei iniziò a piangere profondamente, ed era la cosa che Julian voleva evitare, ma ovviamente non ci era riuscito. Fece una cosa che sapeva che avrebbe fatto piacere ad Arianna, o almeno sperava che gli facesse piacere. Allungò la mano sinistra e la strinse lungo la spalla sinistra di Arianna, abbracciandola e stringendola a se stesso. Lei reagì di conseguenza appoggiando la testa sul petto di Julian. Adesso il ragazzo non sapeva che cosa dire, era estremamente colpito dal gesto della ragazza, che credeva di aver perso. E invece no, era di nuovo lì, di nuovo abbracciata a lui. E pensò che alla vita non voleva chiedere di meglio, gli bastava avere lei tra le braccia. Però si disse che il momento di dolcezza non doveva durare all’infinito, doveva parlare. Voleva sapere tutto, anche per il bene di Arianna. - Che cosa è successo prima nella stanza di Lucinda? Perché ti sei messa a piangere? - Io non sono come lei.. capiscilo.. capiscilo almeno tu ti prego… io ti conosco solamente da qualche ora ma sai da solo benissimo che non ti sfrutterei mai.. non lo farei mai, Julian io non lo farò mai te lo prometto. – Disse fra un singhiozzo e l’altro. Io non sono come lei.. che significava? Chi era veramente Lucinda? Era così malvagia come aveva dimostrato all’ultima occasione? Era la persona che pareva più innocua di tutte ed invece eccola qua, la più cattiva che aveva mai conosciuto.. allora c’era un motivo se Edgar aveva scavalcato il muro e se ne era andato subito.. Il volto di Julian cambiò espressione, adesso dava motivo di un espressione che acconsentiva quello che aveva appena detto Arianna, e lei se ne accorse subito. Prima ancora che Julian potesse controbattere, parlò Arianna. - Che cosa ti ha fatto? Non ti avrà fatto del male spero.. – Arianna spostò la testa dal petto del ragazzo e si tirò su mettendosi di nuovo distesa con la schiena appoggiata alla parte inferiore del letto. - Non proprio. – concluse Julian forse mentendo un po’, ma non voleva dare troppo l’idea della malvagia a Lucinda, in fondo la conosceva da pochissimo, non poteva giudicarla. - Che cosa è successo? Lo sapevo che non dovevo andarmene… - disse lei preoccupata. Così Julian gli raccontò tutto della foresta e di come lei se ne fosse andata sbattendo la porta. Lei ne rimase leggermente sorpresa ma non del tutto scossa, pareva come se non fosse la prima volta che Lucinda facesse una cosa del genere. - E’ capitato anche a te? – disse il ragazzo a questo punto molto incuriosito dal discorso. - Una volta soltanto, quando avevo all’incirca l’età di tredici anni, forse un po’ di più. Era una giornata piovosa e fredda, ed io stavo tornando dal corso di istruzione politica. Erano circa le undici e mezzo, quella mattina avevo finito prima, così me ne rimasi per un po’ nel bosco qua vicino ad allenarmi con la spada, visto che a casa non avevo nulla da fare. Non sai come me ne sono pentita amaramente.. tornai a casa qualche ora dopo l’ora in cui dovevo tornare, non l’avessi mai fatto! Lucinda mi lanciò un’occhiataccia talmente aggressiva da incenerirmi, ed io la offesi. Qualche secondo dopo mi trovai in mezzo al mare aperto sopra uno scoglio che affondava lentamente, ed io ero lì libera di scegliere se tuffarmi in mare e affogare o se aspettare che lo scoglio affondasse, per poi affogare in ogni caso. Furono i minuti più brutti della mia vita. Dopo quell’evento, non parlai a Lucinda per giorni, ma non mi permisi mai più di mancargli di rispetto nemmeno una singola volta. – Julian rimase sconvolto da quanto raccontato adesso da Arianna. Allora non era la prima volta che Lucinda faceva questo tipo di tortura a qualcuno.. eppure ancora non riusciva a capire se facesse così solamente per farsi portare rispetto, ma lo faceva per il bene delle persone che amava, o se lo facesse veramente per cattiveria, e questo interrogativo lo avrebbe risolto solamente col tempo, conoscendola e vedendo il suo comportamento con lui e con Arianna. Ma la vera domanda che il ragazzo si poneva era un'altra, e non esitò nemmeno un secondo a chiederla alla ragazza: - Come ha acquisito questo tipo di “potere” Lucinda? – Arianna stavolta non esitò a rispondere. - Ci sono due modi per acquisire un potere soprannaturale: Il primo, molto semplice e preciso: Ti viene tramandato da un tuo parente (lontano o vicino dipende dal tipo di forza che viene passata, ad esempio alcuni si passano di generazione in generazione mentre per altri dobbiamo aspettare anche dieci generazioni. Il secondo, ancora più semplice del primo: Uccidi il possessore attuale. Uccidendo chi detiene un certo potere ti impossessi automaticamente di esso, è per questo che molti Imperatori e Tiranni antichi sono diventati talmente potenti da distruggere interi continenti. Essi si facevano catturare tutti i migliori detentori di poteri per poi portarli al castello ed ucciderli, prendendosi dunque i poteri.– Adesso tutto era già molto più chiaro.. Ecco come il suo famoso antenato Lucius aveva conquistato tutti quei poteri. Tutto appariva già in modo diverso al giovane ragazzo prodigioso. Ma adesso non voleva pensare a questo, non voleva pensare al suo di potere, voleva pensare a Lucinda e a sapere in quale dei due modi aveva conquistato lei il potere. - Come ha acquisito il potere lei? – domandò subito il ragazzo. - Ci sono molte cose che devi sapere su Lucinda. Lucinda fin da piccola è stata addestrata ad usare la magia. Sua madre Asia, era una strega di livello molto avanzato ed estremamente potente, discendeva direttamente da Irina Storm IV, la principessa mai diventata regina di Ayland. Asia ha insegnato alla sua figlia primogenita tutti i segreti della magia oscura. La piccola Lucinda non ha frequentato i corsi che tutte le normali bambine frequentavano, sua madre ha voluto un insegnamento del tutto unico per lei, voleva che seguisse le sue orme, voleva che diventasse potente come lo era lei. Passò quasi tutta la sua infanzia unicamente con la madre, nella sua abitazione segreta: La casa invisibile all’interno della Foresta Nera. Una casa invisibile costruita interamente da Asia, dopo aver sviluppato ad un livello altissimo il potere dell’invisibilità della materia. Questa casa era visibile solamente a lei e a chi lei volesse. Era lì dentro che ha insegnato a Lucinda ogni tecnica della magia oscura più potente, della magia oscura bandita. Uscendo di casa le faceva provare gli incantesimi mortale sugli animali, innocenti vittime dell’ascesa al potere di Lucinda. Ben presto la piccola e innocente Lucinda crebbe, ed iniziò a diventare sempre più potente e arrogante. All’età di dodici anni, Lucinda ebbe i primi impatti col mondo reale. Era stata addestrata affinché diventasse una strega oscura predominante, ed infatti proprio come tale si mostrò al mondo. Aggressiva con tutto e tutti, utilizzava la magia proibita per commettere furti e omicidi in maniera totalmente indisturbata senza preoccuparsi di niente e nessuno. L’unica persona a cui teneva era sua madre Asia. Asia però… - Arianna dovette improvvisamente fermare il racconto della storia di Lucinda perché un imprevisto inaspettato la colse di sorpresa. La porta dell’entrata si aprì, Lucinda era lì. Aveva ascoltato tutto, tutto fin dal primo discorso che i due avevano fatto. A Julian gli si bloccò improvvisamente il cuore, temeva il peggio, temeva di tornare nuovamente nella foresta infernale, temeva la morte. Il ragazzo lanciò un occhiata ad Arianna che esprimeva tutta la sua paura, e dagli occhi della compagna potette capire lo stesso: un pensiero di terrore colmava il cuore dei due ragazzi. Ed invece non accadde così, ma totalmente al contrario di ciò che i due giovani si aspettavano. Lucinda entrò nella stanza, in silenzio, senza dire una parola. Si mise davanti ai due ragazzi in piedi, così che i due la potessero guardare dal basso verso l’alto, esattamente pareva che volesse sempre. Ma invece di fare l’aspettata e temuta ramanzina ai due, fece una cosa totalmente diversa. Socchiuse gli occhi, emise un sospiro di sollievo e parlò. - Penso che potremmo continuare il discorso fuori nel giardino all’aria aperta che ne dite? C’è un bellissimo sole ed è una giornata molto calda, starsene qua al chiuso sarebbe uno spreco… - Parlò con un incredibile leggerezza e calma tale da far paura. Quelle parole apparentemente potevano sembrare di conforto e delicatezza alla quale avevi una possibilità di scelta, ma in realtà non era così. Era un ordine implicito. Però per Julian ed Arianna che temevano il peggio era già molto confortevole che avesse detto in quel modo anziché spedirli chissà dove solamente con lo sguardo. Rispose Arianna per entrambi: - D’accordo. – una risposta secca e precisa. I tre si incamminarono verso la porta di uscita (Lucinda guidava il terzetto mentre Julian ed Arianna stavano dietro di lei. Usciti dalla porta principale, Julian potette notare la strada con i quattordici sassolini che aveva notato subito il primo istante, ma stavolta non gli parve poi così strana. Intanto Lucinda li condusse in un posto dove il ragazzo non era mai stato, il giardino dalla parte opposta della casa. Un posto tanto fantastico quanto irreale. Il prato era verde lucente e tutto fantasticamente uguale e perfetto. Qualche metro più a sud della casa, si estendeva uno splendido albero, un albero che solitamente non si tiene nei giardini di una casa: era un magnifico salice piangente in piena vita. L’albero aveva una chioma molto larga e di forma ovale al di sotto della quale sono presenti ramificazioni pendenti, alcune delle quali toccavano addirittura il terreno rendendo l’albero ancora più incantevole. Le foglie,invece erano disposte a spirale, erano di colore verde molto brillante, e tendenti al grigio nella parte inferiore dell’albero. Julian capì subito che in quell’albero c’era qualcosa di speciale, un qualcosa che Lucinda aveva reso speciale. Ne era sicuro, lo sentiva dentro di lui. Prima ancora che potesse finire di contemplare la bellezza estrema di quell’albero, Lucinda lo riportò alla realtà. - Ah Julian, questo è Dessy, l’albero che ci protegge dai nemici, l’albero che ci nutrisce, l’albero che ci osserva, insomma è Dessy. Da quando si da un nome agli alberi? Il ragazzo rimase sorpreso forse più di sempre sentendo questo. Un nome ad un albero gli parve abbastanza esagerato, tuttavia non si permise di domandarne il motivo. Julian non rispose ed abbassò lo sguardo verso il terreno, osservando il prato verde che si estendeva sotto di lui. Arianna invece se ne stava lì accanto a lui, sempre più vicina, evidentemente provava paura nei confronti di Lucinda. I due ragazzi se ne stavano in silenzio senza accennare una minima parola, fu Lucinda ad introdurre un discorso: - Molto bene, sono certa che Dessy ci darà un’enorme mano per aiutarci in quello che dobbiamo fare. – Disse, e poi iniziò ad incamminarsi verso l’albero. Perché che dobbiamo fare? Era la domanda che si ponevano i due ragazzi dentro le loro menti, e la perfidia di Lucinda non gli dava tregua. - Tienimi la mano Julian, ho paura. – sussurrò Arianna a Julian in modo molto silenzioso per non farsi sentire dalla donna davanti a loro. Julian che era un ragazzo abbastanza timido, inizialmente si vergognò, ma poi le dette la mano e si incamminarono dietro Lucinda verso il misterioso salice piangente. L’albero da vicino sembrava ancora più imperioso. In vicinanza potette notare che ramificazioni toccavano terra fino a formare un cerchio completo attorno al tronco dell’albero, con una lunghezza interna di circa tre metri. Lucinda spostò le foglie esterne ed entrò nella parte interna dell’albero, ed i due ragazzi la seguirono. - Dessy, mi sei mancata! Era un po’ che non venivo a farti visita.. – “Questa è pazza parla con un albero” pensò dentro di se il ragazzo, ancora più stupito dal comportamento adottato da Lucinda. Dopo di che la donna si spostò ed andò ad abbracciare fortemente il tronco dell’albero, in segno di affetto evidente. E, con un enorme sorpresa accadde una cosa sensazionale. Le foglie che toccavano terra si mossero e l’albero girò straordinariamente su se stesso, come se avesse sentito l’affetto portatogli da Lucinda. Julian ne era sicuro, quell’albero non era come tutti gli altri. - Ragazzi dovete sapere, parlo anche con te Arianna queste cose non te le ho mai raccontate, che quest’albero ha qualcosa di speciale per me, così come io per lui. Innanzitutto è la dimora del mio canarino Blue, che vive sui rami più alti dell’albero, e scende da lì solamente se viene chiamato da me. – Disse soddisfatta e con moltissima pace interiore. Poi guardò in alto per vedere se con lo sguardo vedeva il canarino, senza riuscirci. Improvvisamente si fece seria e cominciò a parlare. - Poi.. il seme è stato piantato da mia mamma poco prima che… poco prima che venisse catturata e uccisa da quel bastardo di Darius.. ed ho giurato vendetta prima o poi la avrò, quel bastardo avrà la fine che si merita. Dessy ha sentito la mancanza della sua vera padrona.. prima si muoveva e di tanto in tanto ci faceva giocare con lui.. adesso ogni tanto muove le foglie e gira su se stesso solamente per farmi capire che è vivo. – Ma la cosa che principalmente interessava a Julian non era sapere dell’albero, né della madre di Lucinda, adesso voleva sapere chi era quel Darius, e visto che ha ucciso la principessa Asia che deteneva un enorme quantità di poteri, adesso doveva essere lui a detenerli.. Non stava nella pelle, doveva obbligatoriamente saperlo. Così corse il rischio, ma lo chiese a Lucinda. - Chi è questo Darius? – Lucinda fortunatamente non esitò a rispondere, anzi parve dirlo con piacere. - Darius, l’Imperatore dei Pirati, vive solamente in mare, a bordo del suo vascello caraibico Grey Revenge, l’onnipotente bastimento che solca e domina tutti i mari del pianeta da decenni. Lui attualmente ne è al comando e viaggia sempre in cerca di nuovi tesori e di nuove prede da uccidere per aumentare il suo potere già immenso. Non fa mai porto, non scende mai a terra se non per uccidere. Vive unicamente in mare, l’acqua è diventata la sua dimora, molti pensano che riesca addirittura a respirare sott’acqua. Nessuno sa mai la posizione del Grey Revenge all’interno degli oceani, ma se ti trovi di fronte alla leggendaria nave, ti conviene fuggire. Le leggende narrano che la ciurma del Grey Revenge sia composta da soli maschi, tutti muscolosi e fortemente addestrati, pronti a combattere per qualsiasi cosa, pronti alla morte. Si dice che Darius sia praticamente invulnerabile a qualsiasi tipo di attacco, nessun essere vivente che l’ha visto in faccia è rimasto vivo. Il suo volto rimane tutt’ora una leggenda.- - Ma se nessuno l’ha mai visto in faccia.. tu come fai a sapere che ha ucciso tua madre? – Domandò il ragazzo molto perplesso. - Ho visto il suo corpo a terra sulla riva del mare, e l’ho visto nei suoi occhi. Nei suoi occhi ho visto Darius tagliargli la gola mentre due scagnozzi la tenevano immobilizzata. Quel bastardo non ha avuto nemmeno la decenza di affrontarla in duello. – Julian rimase shockato dal racconto appena detto da Lucinda. Aveva visto il corpo di sua madre senza vita su una spiaggia.. Forse questo l’aveva resa così fredda e talvolta aggressiva.. Ben presto si accorse c’erano ancora molte cose da scoprire su di lei, molte cose che avevano influenzato il suo comportamento nel corso della sua vita, e ben presto l’avrebbe scoperte tutte. Tuttavia il ragazzo non trovò le parole adatte per rispondere alla donna, e non lo fece. Lucinda era rassegnata, pareva addirittura triste, ma trovò tutta la forza necessaria per non piangere, voleva farsi vedere forte di fronte ai due ragazzi che dipendevano praticamente da lei. - Bene, meglio non pensare a questi momenti, godiamoci la vita finché possiamo.- Enunciò Lucinda adesso, che tentava di tirarsi su il morale. Arianna ancora teneva stretta la mano di Julian, e non accennava a dire una minima parola, era terrorizzata dall’idea di cosa gli avesse potuto fare Lucinda. Ma Julian non era più impaurito, senza un motivo particolare, adesso il ragazzo sentiva un sentimento di supporto e fiducia verso quella che doveva essere sua nonna. Tuttavia, nessuno dei due ragazzi rispose alle ultime due frasi pronunciate da Lucinda, che non sembrò interessarsene più di troppo, e continuò indisturbata a parlare. - Adesso vi mostrerò una cosa, una cosa che non ho mai mostrato a nessuno. Una cosa che vi farà capire molte cose su di me e sulla mia vita. Vorrei che tutto quello che vedrete non uscirà mai e poi mai per nessun motivo dalle vostre bocche, una volta che sarà finito, dovrete far finta che non abbiate visto niente, non parlatene mai, possibilmente nemmeno tra voi. – Che cosa ci mostrerà adesso? Julian era impaurito quanto curioso e speranzoso. Arianna era incredibilmente impassibile. Non accennava la minima espressione, ma dava l’idea di una ragazza terrorizzata. E di nuovo, nessuno dei due rispose a Lucinda, solamente Julian fece un segno di consenso con la testa. - Dessy, sai cosa devi fare. Rispondi ti prego. – Disse Lucinda all’albero. Non appena finì di pronunciare l’ultima lettera, l’albero fece una cosa totalmente irreale. Il suo troncò si aprì creando una specie di arco alto circa due metri e largo abbastanza per far entrare due persone una accanto all’altra. - Grazie, grazie di cuore Dessy. – disse la donna come in segno di risposta. Sembrava lo avesse fatto apposta per far entrare i due ragazzi, e così era. - Andate, fidatevi di Dessy. Andate e vedrete. – I due ragazzi si scambiarono un’occhiata di paura, un’occhiata di terrore che esprimeva morte. Fu Julian a fare il passo decisivo, non aveva la minima idea di mettersi contro Lucinda; e se proprio doveva morire, preferiva farlo all’interno di un albero che in posto immaginario di Lucinda. Così, senza accennare una minima risposta verso la loro nonna, Julian si mosse, trascinando Arianna per la mano. Arianna che invece era totalmente contraria a farlo, ma si arrese al volere di Julian, che le lanciò un’occhiataccia. Arianna bofonchiò solamente una decina di parole, una decina di parole che però rimasero nel cuore di Julian. - Qualunque cosa succeda adesso, sappi che ti voglio bene. – E nel frattempo una lacrimuccia gli scese dagli occhi, lei temeva seriamente di morire, e forse faceva bene. Ma Julian preferiva essere forte, non voleva dare troppe soddisfazioni a Lucinda. Tuttavia non trovò sul momento le parole adatte per rispondere ad Arianna, era troppo teso, era concentrato sull’albero. I due si mossero e si avviarono verso l’interno del salice piangente. Non appena i due giunsero dentro, l’arco si chiuse. Tutto quello che riuscivano a vedere era un nero completo, non riuscivano a riconoscere un minimo colore, non vedevano niente di niente. E là dentro non c’era ossigeno, i due cominciarono a sentire sempre più caldo, cominciarono a sudare. Passarono i secondi, secondi che sembrarono anni. Iniziarono a pensare di morire, iniziarono a pensare a come sarebbe stata la vita nell’aldilà. In mezzo ai pensieri di morte, accadde l’impossibile.
  
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