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Autore: angyp    04/02/2014    4 recensioni
Seguito della storia: "Strade inaspettate".
L'atmosfera tranquilla che sembrava instauratasi sembra lontana: nuovi cupi presentimenti fanno ingresso nella famiglia Lupin, che lotta per acquistare la serenità. Intanto Remus deve vedersela con i suoi incubi e le sue paure, perchè chi gli ha già fatto del male vuole ancora vendetta ...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La cena era stata lasciata intatta nel piatto e, nonostante fosse tutto ormai freddo e molliccio, Tonks insisteva affinché Teddy mangiasse qualcosa:
-Musone che non sei altro! Guarda che non è il momento di fare lo sciopero della fame, sei solo un bambino e dei ancora crescere per Tosca!
-No! –urlò il bambino, i capelli rossi per la rabbia.
-Avanti, Teddy, per favore –lo incitò sua sorella.
-Ho detto di no!
-Ted, non farmi arrabbiare  e non rispondere alla mamma–intervenne deciso suo padre.
Il piccolo, vedendo tutti contro di lui, sentì le lacrime pizzicargli gli occhi, per cui si alzò e corse in camera sua nonostante i richiami dei genitori.
-Non capisco cosa gli sia preso! Tu ne sai qualcosa, signorina? –domandò Tonks a sua figlia.
-No no, proprio no.
-Considerando che passano la maggior parte del tempo a litigare, non credo che la piccola abbia mentito, Dora. –replicò Remus –oltretutto immagino, purtroppo, il motivo per cui Teddy stia così.
-Non sarà forse perché è geloso di James? Da quando è nato tuo figlio ha sempre il musone.
-Harry non gioca più né con Teddy né con Ellie.-disse Diana.
-Beh, Harry deve occuparsi del suo bambino e Teddy lo deve capire. Remus, fila sopra a fargli un bel discorsetto.
-Vado anch’io mamma.
-Tu resta qui, è una cosa tra uomini.
Remus rise e fece l’occhiolino a sua moglie e, con fatica, si trascinò verso la camera da letto dove dormivano i suoi bambini. Teddy singhiozzava sul cuscino e i capelli avevano assunto un colore grigiastro, con un brivido il mago pensò che erano molto simili ai suoi. Erano passati sette anni da quando aveva goduto del piccolo periodo di guarigione dalla luna piena, dopo, tutto era diventato di nuovo insopportabile: le trasformazioni più dolorose, le ferite che si riaprivano, la gamba che non guariva. Si sentiva nuovamente più vecchio, se non fosse per l’energia e la vitalità di Tonks, che con il suo intramontabile ottimismo gli dava la forza per affrontare le difficoltà di ogni mese. Oltretutto, si stancava parecchio anche al lavoro, ma fingeva di star bene pur di non perderlo. John si era accorto della sua sofferenza e Remus lo aveva trovato molto dispiaciuto, in colpa, perché forse avrebbe potuto aiutarlo prima che Samantha finisse di completare l’opera, in modo da salvare quell’arto.  Remus invece aveva cancellato il collegamento tra il Dolus e l’aguzzina ormai morta e sepolta, trovando invece un altro caro amico speciale, come lo erano tutte le Creature che avevano a che fare con Hagrid. John era fatto di lui, era come se fosse un figlio, per cui il licantropo era felice che, al contrario di lui, il Dolus diventava sempre più vitale e allegro, tanto che passava molto tempo con i ragazzini. Ormai anche l’ultimo alunno della classe del 1999 aveva concluso gli studi e non  era rimasto più nessuno ad aver vissuto la terribile vicenda del sequestro di Hogwarts. Certo, Hagrid più di una volta lo aveva fatto ubriacare, ma il tutto si era concluso con una divertente sgridata da parte del preside Piton.
-Teddy, andiamo, basta piangere. –disse Remus dolcemente, accarezzando la testolina del suo bambino.
Il piccolo voltò il viso verso il padre: era davvero tenero, con gli occhi rossi per il pianto.
-Harry non mi pensa più! –confessò il piccolo, gettandosi in un abbraccio e continuando a singhiozzare.
- Ma no! Cosa dici, Teddy? Harry è solo molto impegnato, lavora tanto, James è molto piccolo e deve aiutare Ginny. Non si è dimenticato di te! Dai piccolo, non essere triste. Harry è un uomo molto coraggioso. Ti ho già raccontato tutte le cose belle che ha fatto?
-Si! Il mio padrino è un eroe! –disse Teddy alzando le braccia.
-Esatto. Essere eroi comporta fare delle scelte coraggiose, avere delle priorità, essere istintivi –sospirò –se mi prometti che smetterai di piangere, ti racconterò un’altra storia. Ma l’eroe questa volta non è Harry.
-No? E chi sarebbe?
-La tua mamma, Teddy.
-Mamma?
-Si, piccolo, la tua mamma che ha salvato il tuo papà dalla strega cattiva.
-Oh … si papà, la voglio sentire. Prometto che farò il bravo.
-D’accordo, d’accordo …
                                                                    ****
Severus Piton non tornava quasi mai a casa sua. Mai. Ma in quella serata aveva deciso di metterci pure un po’ di ordine, stare ad Hogwarts con gli elfi domestici a compiere tutte le faccende era comodo, ma voleva mantenere il suo alloggio di Spinners End in uno stato che si potesse definire “almeno decente”. Ma, probabilmente, aveva scelto la serata sbagliata. Qualcuno aveva cominciato a suonare il suo campanello. Piton pensò di ignorarlo, ma le sue orecchie non erano così pazienti, per cui, dopo l’ennesimo squillo, si precipitò con rabbia verso la porta. Dannati Babbani scocciatori!
Fu molto stupito di ritrovarsi davanti quella figura molto piccola. Una bambina con i capelli rossi e un lunghissimo ciuffo corvino. Questo a conferma che aveva fatto male, molto male, a tornare a casa sua.
-Cosa ci fai qui?
-Zio Severus … io … ho freddo.
-Tua madre sa che sei qui?
La bambina scosse la testa e sembrava prossima al pianto. Severus le fece segno di entrare e la piccola  si accomodò su una delle sedie, con le gambe dondolanti. Piton non perse tempo e avvisò Lily, lasciando Eillen a bocca aperta mentre guardava la splendida cerva d’argento andare via.
-Come quello della mamma! –esclamò sorridente.
-Ti sta venendo a prendere. Allora: come ci sei arrivata qui? E perché? Non mentirmi ragazzina, scappare di casa per venire da me non è stata una buona idea.
Eillen non sembrò offesa dal tono duro con cui il suo padrino aveva pronunciato quelle parole, a tal punto che scoppiò a ridere.
-Mi-prendi-in-giro?
-Come sei strano quando parli!
Piton voltò la faccia alla mocciosa: era tutto inutile, più cercava di essere sgradevole con lei, più la piccola lo prendeva in simpatia. Ovviamente la vera identità della bambina non era a portata di tutti, per cui molti non riuscivano a capire perché James e Lily Potter avessero scelto Severus Piton come padrino per la bambina. L’odio con Potter era di dominio pubblico, ma lo era anche il fatto che Severus era stato fondamentale per la sconfitta di Lord Voldemort, unica possibile giustificazione al gesto dei coniugi.
-Ero in camera, un po’ triste, perché tutti pensano al piccolo James. Mi sono affacciata alla finestra per vedere le stelle e ho pensato ad un posto dove non potevo più essere triste, ma solo pensato,  e mi sono ritrovata davanti alla tua porta, zio!
-Stai dicendo la verità?
-Lo giuro! –la piccola poggiò le mani sul suo petto.
Ammirevole. Pensò lui. Una ragazzina di soli sei anni capace di Smaterializzarsi senza riportare alcun danno! Solo bambini particolarmente dotati erano stati in grado di farlo, non era semplice come far comparire un fiore, trasportare un vaso o far scomparire un vetro: era portare il proprio corpo da un capo all’altro del mondo! Lui conosceva solo un bambino che avesse mai compiuto tale impresa, e per il quale Eillen Piton aveva quasi avuto un infarto.
-Sono venuta qui perché voglio vedere le tue pozioni, zio.
-A quest’ora?
-Ma tu lavori la notte!
-Non è affar tuo quando io gradisca lavorare, signorina!
-Ma io voglio imparare, voglio essere brava come te! Mamma dice che sei il migliore con le pozioni.
-Le imparerai quando andrai ad Hogwarts.
-Ma tu non insegni, sei solo il Preside! Io voglio imparare da te. Posso? Sei il mio padrino e non stai mai con me.
-Non metterai mai le mani sulle mie pozioni, ragazzina.-Piton decise di non farsi intimorire da quell’affetto ingiustificato che aveva la bambina nei suoi confronti.
-Allora starò buona buona a guardarti. Me lo permetterai? E, zio Sev?
Severus lo aveva sempre saputo: quella bambina gli avrebbe dato del filo da torcere. Non sapeva se fosse stata Lily a condizionare la bambina in quel modo, oppure se Eileen in fondo sentiva che Severus aveva qualche legame di sangue con lui. Certo, lui era suo padre. Non riuscì nemmeno ad evitare di sentirsi orgoglioso nel sapere che la sua unica figlia sarebbe stata una strega con i fiocchi, amante delle pozioni. Somigliava a lui più di quanto avesse mai potuto immaginare. Mancava un’ultima soddisfazione: vederla seduta tra i banchi dei Serpeverde.
-D’accordo, ogni tanto potrò farti vedere.
-Oh, grazie. –gli occhi di Eillen si illuminarono, ma lui fu contento che lei non si alzò ad abbracciarlo: certe sdolcinatezze non erano per lui.
                                                                                       *****
Remus rimboccò le coperte a Teddy, che aveva smesso di piangere e si era addormentato, soddisfatto. Il suo bambino stava crescendo, e la sua principessina anche; non poteva non essere preoccupato ogni volta che c’era la Luna Piena: la pozione Anti-Lupo lo rendeva vigile e cosciente, ma dopo aver vissuto tutti gli effetti dannosi possibili causabili da parte di una pozione, aveva sempre il timore che qualcosa potesse andare storto e potesse far del male alle sue creature. Non se lo sarebbe perdonato. Mai.
Nel piccolo salotto, sul divano, dormivano anche le sue donne, per cui, con estrema delicatezza, prese con un solo braccio la bambina e pregò Godric che rimasse così leggera per almeno un po’ di tempo. Fu dopo aver messo a letto anche Diana che poté accovacciarsi vicino a sua moglie.
-Remus … -Tonks si stropicciò gli occhi –ma Diana? Era qui!
-L’ho messa a letto. Dormiva, come te del resto.
-Ma se ti avevo detto che non devi affaticarti! L’hai presa in braccio, scommetto?
-Non posso? –chiese Remus irritato.
-Non dico questo,  però amore puoi usare la magia.
-Non è la stessa cosa. Per fortuna non sono deperito a tal punto da non poter più prendere in braccio i miei figli! Ho solo una dannata gamba malandata, tutto qui. Il resto funziona tutto!
Tonks lo guardò maliziosa: -Lo so, Remus, lo so eccome. E per la cronaca: no, non sei da buttare.
Lui le si avvicinò raccogliendola in una grande abbraccio e iniziando a baciarle il collo.
-Aspetta, aspetta! Prima che replichiamo la puntata dell’altra sera, voglio sapere se hai calmato la piccola peste e se dobbiamo ancora preoccuparci della sua gelosia.
-Oh, è tutto sistemato, Dora. Il suo papà gli ha raccontato una storia così bella che dubito penserà ad Harry come unico, grande, paladino della giustizia, d’ora in poi.
-Ah si? Cosa gli hai raccontato?
-La storia della sua mamma che ha salvato il suo papà.
-Come? Cioè, intendi … oh. Glielo hai raccontato? Cosa gli hai detto?
La strega cattiva aveva rapito il  papà, tutti lo davano per disperso, ma la mamma  non si diede per vinta e cominciò a cercarlo. Sembrava impossibile trovarlo, la strega lo aveva nascosto lontano e nessuna magia riusciva ad aiutarli. Fino a quando, la  strega cattiva usò una magia sul papà, una magia che lo fece addormentare, e il papà fece un sogno bellissimo, perché sognò la mamma! Non si vedevano da tantissimo e i due rimasero per lungo tempo abbracciati, poi parlarono, e la mamma scoprì dove la strega cattiva stava portando il papà.
Per la mamma non fu semplice convincere Harry e i suoi amici ad andare laggiù, ma decisero di ascoltarla e, mentre il papà era rinchiuso circondato da lastre di vetro coperte dalla neve, la mamma corse ad aiutarlo. La strega cattiva aveva evocato una tempesta e mosso gli alberi che stavano lottando contro i maghi. Ma la mamma fu forte: catturò la strega cattiva che a quel punto fu costretta a spezzare l’incantesimo, e il papà venne liberato.
La strega venne imprigionata, ma non si diede per vinta: aveva creato un esercito di maghi oscuri, pronti a distruggere tutto e tutti. Riuscì a catturare di nuovo il papà, ma nemmeno questa volta la mamma si arrese e riuscì a salvarlo.
-Cavolo, Remus, raccontato così sembra tutto … molto figo!
- Anche Teddy lo ha pensato. Per cui, il suo eroe sei tu, adesso! Come lo sei per me, visto che mi hai salvato.
-Fosse stato davvero stato tutto così semplice …
-Già Dora. –disse Remus cupo, volgendo lo sguardo verso la gamba mai più guarita. –Mi ami ancora, Dora?
-Come?
-Mi ami anche se sono così … ecco, sciupato? – le domandò senza guardarla negli occhi.
-Primo: quando ti ho conosciuto e mi sono innamorata di te eri così, se non peggio. Secondo: sciupato? Mi fai vedere quanto sei sciupato? –gli disse circondandogli la faccia con l’indice.
-Ah, torniamo a dove eravamo rimasti …
-Ovvio! –Tonks si sfilò la maglietta come se ci fossero 50 gradi.
-L’hai voluta ascoltare tu la quasi- favola.
-Si. Dunque è giunto il momento di un lieto fine.
-Lo sarà sempre.
 
 
Eccomi giunta alla conclusione! Ne avevo in mente un’altra, ma spero di non avervi deluso. Dunque, riassumendo:
-John è ad Hogwarts e si è piazzato moolto bene! Buon per lui.
-Remus non sta molto bene fisicamente, è stato segnato per sempre e, come temeva John, la gamba non è più guarita.
-Sono passati 7 anni e Harry si è sposato e ha avuto il suo bambino, che ha una zia molto giovane (Eillen, no).
-Piton non è certo il padrino ideale, ma Eillen lo vuole bene lo stesso e, le somiglia molto, moltissimo ;)
-Ovviamente non tutti sanno chi sia il vero papà di Eillen!
Grazie a tutti coloro che pazientemente hanno seguito e anche recensito questa storia! In modo particolare a fri rapace, perché non ha perso un capitolo e mi ha sempre lasciato una bella recensione, grazie davvero! Il mio grazie va a tutti gli altri, davvero!
Il finale ammetto che non doveva essere questo, l’ho cambiato più volte e spero non vi abbia delusi!
Forse forse userò il filo logico di questa storia per un’altra, ma è un progetto di un futuro prossimo prossimo!
Direi che, beh, è tutto, davvero. Grazie di cuore!
 
 
 
  
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