La mattina seguente Castle attaccò la foto di Mary Ellen
O’Neill sulla lavagna delle indagini, che era ancora quasi vuota.
«Un’amica di Jenny ha avuto due gemelli» stava dicendo Ryan.
«I gemelli hanno lo stesso DNA, giusto?»
«Esatto» rispose Castle.
«Allora queste due donne sono gemelle. Ecco la spiegazione.»
«Mary Ellen è morta quando questa ragazza non era ancora
nata. Non si sono mai visti due gemelli nati a vent’anni di distanza.»
Beckett si avvicinò con un bicchiere di caffè in mano.
«Non avete mai sentito parlare di fecondazione in vitro?»
«Ciao Beckett. Sì, ne ho sentito parlare. Anch’io vivo su
questo pianeta.»
«Ecco trovata la spiegazione.»
«Per nulla!»
Kate lo interrogò con lo sguardo.
«Ho già fatto una ricerca. I primi esperimenti di fecondazione assistita sono della fine degli anni ’70. Mary Ellen per
quell’epoca era già nata da circa dieci anni.»
Castle sorrise.
Beckett preferiva pensare che il suo fosse un sorriso da odioso saputello. In caso contrario, l’avrebbe trovato affascinante.
«Ryan, hai delle novità con le tue ricerche?»
«Ne parlavo poco fa con Castle. Nessuna ragazza scomparsa corrisponde alla descrizione.»
Entrò il detective Esposito. «Ehi, ragazzi.»
«Javier. Hai delle buone notizie?»
«Non molte, Beckett. Ricordi la vernice sul cassonetto? Ebbene, appartiene ai mezzi della nettezza urbana.»
«C’era da aspettarselo. E le impronte dei pneumatici?»
«Sono di una macchina. Abbiamo identificato il modello.»
Esposito citò una berlina, uno dei modelli di punta di una grande casa automobilistica.
«Macchine di quel tipo ce ne sono in giro a migliaia!»
«Proprio così.»
«Videocamere di sorveglianza?»
«Nel vicolo nessuna. Sto lavorando alle registrazioni di un paio di incroci lì vicino.»
Beckett annuì.
Le piaceva pensare che la sua squadra fosse la migliore del Dodicesimo distretto e forse dell’intera polizia di New York, ma
stavano lavorando con elementi troppo scarsi.
Non avevano testimoni, non avevano l’arma del
delitto. Lanie era ancora chiusa in obitorio a lavorare all’autopsia e,
fino a quando
non avesse finito, non avevano nemmeno la causa del decesso.
Kate sapeva che il tempo gioca a sfavore degli investigatori: col passare dei giorni, diventa sempre più difficile
trovare il colpevole. Ammesso che un colpevole ci fosse davvero.