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Autore: Butterfly9    05/02/2014    0 recensioni
Amo The Vampire Diaries immensamente. Adoro la sua trama, la sua mitologia e i suoi personaggi... In particolare Damon Salvatore su cui ho deciso di scrivere questa storia.
Damon dopo anni passati lontano da tutto e tutti, in compagnia solo di sé stesso e del bourbon, si ritrova a dover fare i conti col destino. Ed ecco che una sera incontra Ksenia, una ragazza solare, allegra ed espansiva... che travolgerà da subito il suo mondo.
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Non è possibile!” esclamò Stefan dopo svariati secondi di silenzio, guardandomi sconcertato. “Bene.. Credo di aver bisogno d’altro bourbon!” lo seguì a ruota Katherine, alzandosi dal divano su cui erano seduti e dirigendosi con leggera fatica verso il mobiletto contente la mia vasta riserva d’alcool.
“Anche io sono rimasto al quanto incredulo quando me la sono ritrovata davanti ed è per questo che ti ho chiamato… Dobbiamo scoprire cosa si nasconde dietro tutta questa faccenda assurda!” risposi, camminando avanti e indietro mentre con la mente ripercorrevo i momenti del mio incontro con Ksenia.
“Io te l’avevo detto che era meglio non rispondergli, Stefan… Sicuramente ci saranno altri guai in vista” mormorò Katherine giocando col suo bicchiere stracolmo di whiskey.
La guardai con sufficienza prima di voltarmi verso mio fratello. “Seriamente… Dovevi proprio portarla?” chiesi retorico, indicando la doppelganger con un dito.
“Hey…. Non è colpa mia se, da quando sono umana, ho perso un po’ la stoffa nel proteggermi da sola. Non poteva lasciarmi a Mystic Fall in balia di possibili pericoli” la sentì borbottare con sguardo offeso.
Feci spallucce disinteressato. “E allora come mai non sei ancora tornata vampira?”
“Il mio corpo ripudia il sangue di vampiro…” mi rispose Katherine, tornando a sedersi di fianco alla sua dolce metà. “Stiamo cercando di trovare una soluzione simile ma sembra che la cura che ha ingerito, dia soltanto effetti collaterali!” intervenne Stefan, posandole delicatamente una mano sulla gamba.
Che fantastico e mieloso quadretto di famiglia.
“Che peccato…” mormorai teatrale.
“Tutto merito della mia carissima e dolcissima nipotina Elena!” biascicò Katherine, calcando con disgusto il finale della sua frase.
Il nome della mia dolce Elena, pronunciato con quel leggero disprezzoo, mi entrò dentro e mi squarciò in due il petto. Strinsi i pugni per evitare di saltare addosso a Katherine e lanciarla dall’altra parte della stanza mentre Stefan, intuendo cosa la sua amata aveva scatenato, assunse un atteggiamento guardingo.
Feci un profondo respiro come se ne dovessi realmente aver bisogno prima di rispedire giù tutto il mio odio e dolore. “Nominala un’altra volta e giuro che ti ammazzo!” sibilai rabbioso con uno sguardo di fuoco. La vidi trasalire mentre mio fratello, sussurrandole qualcosa all’orecchio che non volevo sentire, le tolse il bicchiere dalle mani e lo posò sul tavolino in mezzo a noi.
"Damon.." sussurrò poi guardandomi con un’espressione schifosamente dispiaciuta e comprensiva.
Anche se non lo volevo ammettere, anche se lo nascondevo dietro al mio – in cuor mio – finto disprezzo nei suoi riguardi, anche se ero così dannatamente orgoglioso per mostrarlo… Sapevo che nessuno poteva capire il mio stato d'animo come poteva farlo Stefan. Ma ero pure a conoscenza del fatto che nonostante questo, lui non poteva capirlo pienamente.
Lui era riuscito a ‘ricominciare’… Aveva fatto tesoro dell’insegnamento avuto da Elena e non aveva mollato. Per lui era diverso.. Come del resto lo era stato il suo rapporto con Elena.
Stefan era in grado di amarla e ascoltarla, accettando e rispettando qualsiasi sua decisione anche quando queste potevano essere davvero assurde e pericolose. Con difficoltà, una volta ripreso dalla terribile pena causatagli da Silas dentro quella maledetta cassa, era riuscito ad accettare l’amore di Elena nei miei confronti e non aveva, di certo, smesso di essere al suo fianco. Stefan la capiva, l'appoggiava e cercava in un modo o nell'altro di salvaguardarla sempre trovando con lei un punto d’incontro. Io no.
Io semplicemente l'amavo.
Il mio amore per lei mi rendeva sordo di fronte alle sue richieste folli, cieco davanti alla sua vita perché niente e nessuno valeva di più e mi rendeva spericolatamente coraggioso dinanzi a qualsiasi cosa volesse ferirla.
Io ero totalmente succube di ogni suo respiro. Da lei avrei accettato pure l'odio estremo se questo voleva dire saperla viva; saperla qui dove le mie orecchie potevano percepire il battito del suo cuore o il calore della sua voce... Saperla qui con noi, non nel mondo dei morti. Forse è per questo motivo che la sua morte è, e sarà sempre, per me un tormento.
Perché non mi perdono di averla persa... Lei doveva vivere.
Lei era vita.
La mia vita.
"Scusami" biascicò Katherine. "Non dovevo, davvero. Perdonami....  Ti permetterei di spezzarmi il collo per farmi perdonare ma, ora, non credo sia una buona idea!" aggiunse ingenuamente, azzardando un timido sorriso che, inaspettatamente, riuscì ad addolcirmi.
"Tranquilla. Lo farò appena troveremo il modo di renderti nuovamente vampira.." dissi più calmo, usando volutamente il plurale e vedendola sorridere più rilassata.
Pure Stefan sorrise leggermente e in quel suo sorriso potevo leggervi il ringraziamento che tacitamente mi stava dando.
“Ma… Lo faremo dopo aver chiarito la questione Ksenia!” aggiunsi con accentuato entusiasmo.
“Tu che idea ti sei fatto?” mi chiese Stefan.
“So che questa forse è la cosa più assurda che possa aver mai pensato ma ci sono troppe coincidenze: sono identiche, le loro date di nascita coincidono, Ksenia è stata trovata davanti ad un convento non troppo distante Mystic Falls proprio il giorno in cui Elena fu accolta dai Gilbert e in teoria, se due più due fa quattro… credo fortemente che Elena e Ksenia possano essere gemelle!”
A quella mia ipotesi seguirono ulteriori minuti di silenzio. “Quindi è un’altra doppelganger…” dedusse Katherine con tono ovvio.
“Non lo so ma eviterei il rischio farla scoprire anche da altri, no?! Non si sa mai che a qualcuno tornino manie di protagonismo…” mormorai, alludendo a Klaus.
"Sì, bisogna mantenere un profilo basso ma dobbiamo andare da lei!"
Mi voltai verso mio fratello totalmente sconvolto. "Il tuo periodo in salamoia vedo che non ti ha fatto più furbo, fratellino… Già aver incontrato me l’ha messa in pieno campo minato. Andare tutti insieme da lei sarebbe come metterle una taglia in testa” osservai contrariato, scuotendo la testa.
“Appunto per questo dobbiamo andare da lei, Damon. Pensaci… Dobbiamo proteggerla e per farlo dobbiamo esserle attorno!” mi spiegò Stefan, avvicinandosi a me caparbio.
Rimuginai in silenzio sulle parole di Stefan… Non aveva tutti i torti ma questo significava anche esporre Ksenia a rischi e pericoli, visto l’esperienza precedente.
“Damon…” continuò Stefan, posandomi le braccia sulle spalle e inchiodando il suo sguardo fisso su di me.
“Tu che dici Petrova?” chiesi, non so per quale motivo, a Katherine.
“Che è l’unico modo per capire cosa si nasconde dietro tutto questo!” rispose lei avvicinandosi a noi.
Sospirai intensamente. “So già che succederà un fottuto casino…” biascicai tra me e me, cercando disperatamente qualche altra soluzione plausibile, prima di ruotare gli occhi esasperato. “Va bene, andiamo! Speriamo solo di non innamorarci pure di lei…” commentai divertito, dando una pacca sul braccio a mio fratello.
"Non sei divertente, sappilo" borbottò Katherine indispettita. 

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