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Autore: Chiara F    05/02/2014    1 recensioni
I sogni sono davvero di ispirazione. Infatti ringrazio essi, uno in particolare, che mi ha dato una mano a creare questa storia. Spero che sia di vostro gradimento!
Dal primo capitolo:
«No ti prego, no altri orchetti» mi alzai lentamente, scostando dalla mia spalla la lunga treccia ormai scomposta, e invece di arrivare chi non stavo di certo bramando, vidi circa una dozzina di uomini dai lunghi capelli castani, corvini e biondi che si stavano avvicinando nel punto in cui mi trovavo.
Non sapendo chi fossero mi spostai davanti al corpo di Giulia, che di svegliarsi non voleva proprio, e puntai contro di loro il mio piccolo coltello. Li guardai un ad uno fin quando il mio sguardo si posò su uno di loro che si stava pericolosamente avvicinando verso di me con passo sicuro. Era vestito con i colori della natura, aveva lunghi capelli biondi e azzurri ipnotici occhi che mi mettevano a disagio. Ritrassi di qualche passo, ma lui continuava ad avanzare. «Che faccio?» Venni risvegliata dai miei frustanti pensieri quando sentii una mano che che abbassava le mie braccia. Trasalii. «Chi sei?» chiesi con molto coraggio.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio, Orchi, Thranduil
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1


«Abbiamo sbagliato il sentiero o stiamo girando intorno allo stesso punto?» chiesi 

«Quel cespuglio di mirtilli neri l’abbiamo incrociato minimo tre volte.» conclusi esasperata girandomi verso la mia amica di avventure.

Giulia era intenta a schiacciare i tasti del suo i-Phone e lo alzava ogni tanto verso l’alto, di sicuro per prendere campo «Siamo inoltre isolate dal mondo. Tecnologia inutile.» disse posando malamente il cellulare in tasta. Risi sotto i baffi, «non capisco perché si sforzi ancora a dare possibilità a quegli obbrobri moderni”.

«Qual è il sentiero che dovevamo percorrere?» chiese mentre si avvicinava a me. «Doveva essere questo» le dissi indicandole il percorso 6 sulla mappa «Ma credo che all’incrocio tra il sentiero 4 e 3 abbiamo girato verso il 7.» «Bene.» Confuse e smarrite iniziammo a girarci intorno per trovare qualche cartello segnaletico, ma con scarso risultato. Vidi la mia amica sconfortata dall’idea di esserci perse, così le misi una mano sulla sua spalla «Giù tranquilla. Sai chi siamo noi, no?» la vidi annuire «Te lo voglio sentir dire» ricurvò leggermente le labbra e rialzò il volto verso di me «Noi siamo le Verdi Guardiane!» gridò mettendosi in posa da super eroina e ridemmo insieme allegramente al ricordo di quello stupido nomignolo che ci eravamo date.

A un tratto si sentì il suono di un corno e di sottofondo la marcia di quel che sembrava di un esercito di uomini obesi. Con un solo sguardo decidemmo di nasconderci dietro una siepe e quando rialzammo il capo per capire chi fossero vidimo in lontananza un orchetto. UN ORCHETTO?!

«Non possiamo restare qui: sentiranno il nostro odore. Siamo in tempo per scappare, andiamo!» fui trascinata da Giulia via dal nostro nascondiglio e ci dirigemmo nel folto della foresta «Nella mappa c’era indicata una grotta non molto lontano da dove siamo» mi urlò mentre correvamo «Lì sarà più sicuro da certi nasi investigatori» Sorrisi al pensiero di quegli orchetti con il viso tumefatto che avrebbero annusato la scia del nostro profumo e non mi accorsi di un ramo di un albero troppo basso in cui sbattei la fronte.

«Dio mio che dolore!» gridai fermandomi e portandomi una mano nel punto in cui avevo sbattuto. Prontamente la mia bocca fu tappata dalla mano di Giulia «Zitta o ci trover..» Troppo tardi: due orchetti si precipitarono verso di noi; per fortuna entrambe eravamo munite di un coltellino ed anche se non avevamo mai ucciso qualcuno, per la nostra salvezza era meglio iniziare subito. Aprì cautamente il meccanismo e l’unica cosa che ricordo, o semplicemente voglio ricordare, erano i corpi inermi dei due esseri.

«Bella sorella» le dissi battendole il cinque. Tuttavia il nostro momento di gloria terminò presto quando altri sette orchetti si avventarono su noi due. Ci difendemmo nel migliore dei modi ed improvvisamente vidi Giulia volare di mezzo metro ed atterrare sulla folta erba. Non ci pensai due volte ed uccisi, con qualche difficoltà e con un taglio sulla guancia sinistra, un macabro essere  che si stava avvicinando alla mia amica. Mi abbassai sul corpo di quest’ultima per constatare che stesse bene, però fui colta di sorpresa quando sentì il suono di un corno diverso dal precedente.

«No ti prego, no altri orchetti» mi alzai lentamente, scostando dalla mia spalla la lunga treccia ormai scomposta, e invece di arrivare chi non stavo di certo bramando, vidi circa una dozzina di uomini dai lunghi capelli castani, corvini e biondi che si stavano avvicinando nel punto in cui mi trovavo.

Non sapendo chi fossero mi spostai davanti al corpo di Giulia, che di svegliarsi non voleva proprio, e puntai contro di loro il mio piccolo coltello.  Li guardai un ad uno fin quando il mio sguardo si posò su uno di loro che si stava pericolosamente avvicinando verso di me con passo sicuro. Era vestito con i colori della natura, aveva lunghi capelli biondi e azzurri ipnotici occhi che mi mettevano a disagio. Ritrassi di qualche passo, ma lui continuava ad avanzare. «Che faccio? Che faccio? Che faccio? Lo uccido? No no no, ci sono troppi altri uomini da uccidere in seguito, non ci riuscirei. Che faccio?» Venni risvegliata dai miei frustanti pensieri quando sentii una mano che abbassava le mie braccia. Trasalii. «Chi sei?» chiesi con molto coraggio. «Tranquilla, sono un elfo. Siamo elfi.» Si corresse «Elfi?» Ero più confusa che persuasa. «Sì. Chi c’è dietro di te?» Chiese curioso sporgendosi oltre il mio corpo. Io ero completamente bloccata, lo vidi spostarsi di lato per poi prendere la mia amica in braccio. «Che stai facendo?» Chiesi rialzando il coltello verso di lui. Lo vidi sorridere, «Sono così imbranata che non riuscirei a fermarlo ecco perché ride.» «Non fare domande e seguimi. E per l’amore dei Valar abbassa quell’arma non ti faremo niente.» Sentii qualche risatina di sottofondo e con le guance rosse eseguii il suo ordine. Camminai a testa bassa sotto lo sguardo degli altri elfi e prima di mettermi dietro l’alta figura di quel che sembrava il capo, vidi due grandi occhi verdi di un giovane elfo che si affiancò a me.
  
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