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Autore: reve99    05/02/2014    1 recensioni
un certo signor Thomas Handrison, stanco della sua solitudine vuole dare vita ad un circolo formato da un certo numero di individui. sotto le piogge incessanti di una new York in piena età del jazz, raccatta personaggi di ogni genere. il nuovo gruppo di sconosciuti ha le sue riunioni nel vecchio scantinato di un locale dove si suona jazz e si canta.
si ritroveranno così persone diversissime tra loro in completo contrasto dal quale nasceranno profonde storie d'amore, rancori e gelosie, amicizie sincere, eventi curiosi e strane casualità che faranno di questo circolo una boutique del mistero, un circolo della stranezza che si ambienterà in modo assurdo con il mondo travolgente della capitale statunitense.
una commedia agrodolce velata da un sentimento di ironia, di sarcasmo e di magia capace di far suscitare nello stesso momento le emozioni più contrastanti.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thomas ci mise molto per riuscire a rendersi conto che di fianco a suo figlio c’era una giovane donna.
La donna era molto bella, dolce e provocante. I capelli rossi e folti gli scivolavano sul candido viso con indicibile grazia ed il sole che spuntava li illuminava di una luce dorata e freschissima. Il suo viso era un'immensa perla di bellezza, chiaro e luminoso come una rosa cresciuta sotto i rami del Paradiso, tra i rami del cielo. Gli occhi riflettevano il mare sconfinato, il cielo eterno di una mattina di primavera. Il suo morbido corpo si conformava in curve armoniose e tutto in lei era equilibrato, elegante ed estremamente passionale. Le labbra carnose e vermiglie erano perennemente ferme, in una posizione languida e invitante. Tutta la sua persona poteva benissimo adattarsi ad una giovane donna di alto rango, ma dai facili costumi verso i primi anni del Novecento nella capitale francese, la così detta Bell Epoque .

 Il giovane la presentò al padre:

“Oh, papà, ecco, lei è Angèlie!”
il vecchio non guardava molto le belle curve e il seno fiorente e abbastanza scoperto, ma la fissava negli occhi penetranti.
Angèlie non doveva essere molto abituata ad essere guardata nel volto e si trovò in quel momento, in una posizione scomoda, tra l’imbarazzo e la vergogna. Allo stesso tempo il padre guardò il figlio: il quadro di felicità e beatitudine si squamava lentamente sullo sfondo della sua mente ed inesplicabilmente nell’animo di Thomas si infiltrarono le più tristi supposizioni.
Thomas disse: “Complimenti figliolo! Vedo che ti stai cominciando a costruire una famiglia. A quando il matrimonio?”
“Il matrimonio?” disse John con una punta d’imbarazzo mentre fissava Angèlie diventata paonazza “Il matrimonio… beh papà, per il matrimonio è ancora un po’ presto…poi la musica, gli affari… in verità per il matrimonio… siamo fidanzati da solo tre anni!”

“Io e tua madre ci sposammo dopo sei mesi di fidanzamento, figliolo."
Il discorso si chiuse così, senza altri interventi.

La metropolitana sarebbe passata tra dieci minuti e Thomas aveva già fatto ospiti l’amato figlio e la dolce compagna in casa sua, per tutto il periodo della loro permanenza a New York.

Una volta arrivati a casa i due, John e la sua dolce e provocante compagna si sistemarono nell’umile appartamento. Ovviamente non immaginerete che tutto si sia svolto senza dialoghi: si chiesero molte cose, ma sarebbe un tantino seccante riportarle tutte.

Il momento centrale si svolse all’ora di pranzo: i graditi ospiti si misero a tavola con un modo un po' troppo aristocratico, che variava molto con il comportamento di John prima della partenza per l'Europa, tanto che il padre ebbe a dire: “Ti hanno rieducato bene lì in Europa, non è vero, John?”

“Oh beh, lì i modi sono ancora aristocratici come una volta! Invece tu? Hai ancora in mente la cara mamma?”

“Come potrei dimenticarla? Lei mi accompagna ogni sera ed ogni mattina. Vive nella mia mente.”

“Sei triste?”

“Ora non più, ho accettato il fatto che l’amore è eterno. Ho accettato l’eternità, John. Ti dirò… si vive molto meglio. L’amore è eterno, lo sarà per sempre.”
Stranamente, dopo ore di silenzio ed indifferenza la compagna accattivante diede in una risatina sommossa. John non ci fece caso, o per così dire, non volle farci caso, ma Thomas gli disse:

“Cosa c’è, mia cara? Non credi forse che l’amore sia eterno?”

“Con tutto il rispetto, signor Thomas, non credo che l’amore sia eterno, anzi credo che sia una tra le cose più allucinate ed irreali!”

“Sai, dolce fanciulla, mi ricordi una giovane donna bella e promettente che non ha mai incontrato l’amore. Se solo l’avessi incontrato in uno sguardo, vedresti riflettere quello sguardo nei bagliori dell’eternità.”

Angèlie si alzò, quasi sdegnata e si diresse verso la camera: tutte le premure e l’educazione sembravano svanire per far riapparire una persona altezzosa e poco rispettosa. l'ambiente diventava aspro e dissonante con quella che si può immaginare pensando ad un'oasi di pace: si respirava rancore, rabbia, mistero e soprattutto tanta solitudine.

La cena si concluse nel silenzio e toccò a John il compito di lavare i piatti. Thomas trovava sempre più forte la sensazione misteriosa che lo tormentava ed ogni cosa sembrava apparire sempre più chiara ed allo stesso tempo più tenebrosa: andò al piano superiore dove si era ritirata la ragazza e riuscì ad udire dei lamenti. Si avvicinò alla porta e lì sentì chiaramente: Angeliè stava piangendo sul letto, mentre ripeteva sotto voce:
“L’amore, l’amore, l'amour…”

Thomas si ritirò nella sua camera da letto macinando violentemente queste cose nella sua anima, mentre dalla camera affianco si sentivano ancora lievi i lamenti e le parole disperate lasciate alle rive del silenzio e nel salotto inferiore anche il figlio camminava senza tregua in pesanti passi di inquietudine.
il padre non chiuse occhio quella sera e lo stesso fecero i due ospiti: l'una a piangere, l'altro a camminare inquieto per tutta la notte.

La luna inondava il cielo di luce: una rosa profumata sbocciata dal cielo tenebroso.
“Fly me to the moon…” rispondeva il silenzio
 
  
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