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Autore: Backyard Bottomslash    05/02/2014    3 recensioni
Percorsi di vita che si intrecciano sulle rotaie di una metropolitana.
Dal testo: "Quinn Fabray aveva scelto di dedicare la sua intera vita al lavoro.
Non aveva avuto figli, non si era sposata, non aveva mai provato l'amore.
Una sorte piuttosto triste e paradossale per chi l'amore lo scriveva."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A penny for your thoughts
Capitolo 3





Se fosse stata una situazione normale, probabilmente avrebbe finto di parlare un'altra lingua o di essere sorda.

Se fosse stata Miss Joyce a porle quella domanda, le avrebbe risposto cortesemente, con un sorriso che avrebbe fatto invidia a chiunque.

Poi, durante la notte, avrebbe decapitato Gongolo.

Se la ragazza al suo fianco non avesse avuto la voce più bella che avesse mai ascoltato, avrebbe sputato fuori una risposta sarcastica.

A malapena riuscì a blaterare un: «Mi scusi?» prima di venir abbagliata da un sorriso tanto ampio quanto fuori luogo.

Si tenne per sé anche quella considerazione.

In fondo era davvero un gran bel sorriso.

«Mi sembrava particolarmente assorta.»

«Lo ero.» Rispose con sincerità.

Era sempre sincera con gli sconosciuti. Se non altro, poteva dire che almeno qualcuno conoscesse dei veri aspetti della sua personalità... Per lo meno fino a quando non entrava in scena la curva dell'oblio e il vero volto di Quinn Fabray finiva nel dimenticatoio.

«Sono spiacente di aver interrotto i suoi pensieri.»

«No, non lo è.» Constatò dopo aver studiato l'espressione della ragazza.

«No, non lo sono.»

Sconosciuti e sincerità: vincente accoppiata!

«Sfacciata!» Commentò Quinn in tono apertamente compiaciuto.

«Sincera.» Puntualizzò la ragazza.

«Curiosa.» Giudicò con sufficienza.

«Intraprendente.» Si vantò, correggendola.

«Interessante...» Ebbe l'ardire di lasciarsi sfuggire.

«Prego?»

Bingo!

«Sei interessante.» Ripeté Quinn, senza mostrare la minima titubanza.

«Sei abituata a dare del tu agli sconosciuti?»

«Solo a quelli particolarmente intraprendenti.»

«Touchè.» Concesse, arricciando le labbra e alzando gli occhi al cielo.

Un adorabile sorrisino fece capolino sul viso di Quinn, ma lo contenne stringendo le labbra e Rachel amò all'istante le piccole fossette che presero vita ai lati della sua bocca.

E quella situazione fu improvvisamente scomoda.

Rispondere ad improbabili domande di una sconosciuta con altrettanto improbabili risposte andava bene, fissare senza alcuna apparente ragione era imbarazzante.

«Credi nel destino...»

Quinn si fermò, dando alla sconosciuta l'opportunità di essere la prima conoscente a godere della sua sincerità.

«Rachel!»

E proprio quando credeva che quella voce non potesse essere più bella, aveva pronunciato il suo stesso nome ed era stata contraddetta.

«Rachel... Credi ci sia una sorta di percorso per ognuno di noi, prefissato da una qualche entità superiore?»

«Credo che troppo spesso ci si perda nella ricerca di risposte piuttosto inutili. Non vorrei sembrare impertinente, ma se anche fosse? Seppur esistesse un fatidico piano superiore, questo ci renderebbe realmente meno artefici delle nostre stesse azioni? Trovo che sia una prospettiva triste ed anche alquanto riduttiva.»

«Rachel: sfacciata, curiosa, interessante e logorroica.» Valutò Quinn, guadagnandosi un'occhiataccia ed un ringhio da parte della ragazza. «Ma si tratta di una prospettiva più che intrigante.» Le diede atto.

Un po' perché realmente lo credeva, un po' perché non avrebbe avuto il coraggio di obbiettare.

Per essere una nanerottola sapeva come terrorizzare le persone.

«Sarebbe carino se anche tu ti presentassi.» Le fece notare Rachel, senza preoccuparsi di celare il disappunto nel suo tono.

«Sarebbe carino che questa metro arrivasse con qualche minuto di anticipo, sarebbe carino che tutti coloro che hanno intenzione di entrare nel campo vitale di qualcun altro usassero il deodorante o per lo meno il sapone, sarebbe carino che la mia sveglia suonasse all'ora in cui è programmata per farlo. Persino i tuoi occhi sarebbero carini al momento, se non li stessi usando per incenerirmi.»

Silenzi imbarazzanti: mai provocarli di spontanea volontà.

 «Quinn...» Gliela diede vinta.

«Piacere, Quinn.»

«Pensavo avessimo già superato i convenevoli.» Insinuò con fare pungente.

Grazie a Dio esisteva ancora chi semplicemente ignorava le stupidaggini che era in grado di tirar fuori.

«Perché la domanda sul destino?»
 
«Perché le persone si scelgono.» Spiegò, mentre, ne era certa, il suo sopracciglio sinistro si alzava irrimediabilmente. «Centinaia di volti scorrono davanti ai nostri occhi, marciando verso l'anonimato. Un lago di visi dimenticati, destinato ad ingrandirsi sempre più, fino a quando non entra in scena l'eccezione. Tra tanti volti ce n'è uno che ricorderemo, che scegliamo di voler ricordare. Tu mi hai scelto, volevo essere certa che ne fossi consapevole.»

Una voce robotica annunciò che la fermata di Quinn e, nel silenzio generato dalle sue ultime parole, si alzò, dirigendosi verso le porte.

Non un saluto.

Non uno sguardo.

Non un gesto di cortesia.

«Nulla è così semplice come sembra, né così complicato come crediamo.»

«Come?»

«È quello a cui stavo pensando.»

__________________________


Note:
Hey there!
Perdonatemi se ho impiegato un po' troppo tempo a realizzare questo nuovo capitolo, ma la collaborazione con ManuKaikan mi ha risucchiata e non riuscivo a scrivere altro. Spero comunque di aver soddisfatto le aspettative e di non aver deluso nessuno.
Non ho molto da dirvi se non che ringrazio tutti coloro che stanno dimostrando interesse nei confronti di questa... cosa strana che onestamente non so neanche io come classificare. Ovviamente vi invito a farmi sapere cosa ne pensate e bon... Credo sia tutto.
Ci aggiorniamo presto!

- BB
   
 
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