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Autore: EriChan92    05/02/2014    5 recensioni
Hyukjae e Donghae, due ragazzi tormentati che chiedono solo pace e tranquillità.
Due ragazzi soli che si sentono incompleti.
Due ragazzi che lottano contro il destino.
[EunHae]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ciao a tutti, sono stata colta da una vena creativa questa sera e mi sono prosciugata le energie per scrivere questa OS.
Spero che vi piaccia, ci ho messo tutta me stessa a scriverla~
Buona lettura! ♥

EriChan92~
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In The Middle
Lee Hyukjae


Hyukjae è un ragazzo semplice e pieno di vita. Se qualcuno chiedesse ai suoi amici come lo considerano, direbbero che è una persona solare,
avvolto da una sorta di magnetismo che per un motivo o per un altro ti porta a volerti avvicinare a lui e ad essergli amico, con un carattere forte, allegro e spavaldo.
Direbbero che è il loro idolo, capace di far cadere ai suoi piedi qualunque ragazza della scuola e non; direbbero di voler essere come lui, o meglio, di voler essere lui.

Ma Hyukjae, se qualcuno gli chiedesse cosa pensa di se stesso, risponderebbe che non è nessuno.
Risponderebbe che in realtà quello che i “suoi amici” idolatrano come un dio sceso in terra, è una persona debole, incapace di provare amore o gioia o serenità.
E' in realtà una persona fragile, indossa la “maschera” quando si trova con altre persone che non siano se stesso.
Questo è un suo modo di fuggire dalla realtà e dalla vita.
A questa vita che gli sembra sempre e comunque incompleta.

Hyukjae è un ragazzo tormentato da una sofferenza che non sa definire.
Una sofferenza radicata nel profondo della sua anima che solo la notte,
quando la sua mente è libera di viaggiare per le lande della sua fantasia, trova un po' di pace.
Ma al risveglio, quella pace tanto ricercata, diviene la sua più grande paura.
Perché, nonostante trovi la pace nel sonno, preferirebbe non dormire mai.

Hyukjae fa lo stesso sogno da sempre.
Fa lo stesso sogno da quando riesce a ricordare.

Sogna una stanza immersa nella luce, e di trovarsi in quella stanza con un ragazzo di nome Donghae.
Donghae.
Quante volte si è ritrovato la notte ad urlare il suo nome, chiedendogli di lasciarlo in pace, di non tormentarlo e di lasciarlo vivere la sua vita.
Tutte le notti, da quando riesce a ricordare, si sveglia dopo quel sogno così intenso e doloroso, piangendo e gridando.

Tante volte Hyukjae ha pregato, e tutte le volte le sue preghiere non sono state ascoltate.

Tante volte Hyukjae ha provato a confidarsi con i suoi amici, ma tutte le volte i suoi amici si allontanavano dandogli del pazzo.

Così, sopratutto nell'infanzia, si trovava a giocare da solo.
Quei rifiuti gli hanno insegnato che non bisogna mai essere se stessi con chi non ti fidi.
Se ti fidi troppo di qualcuno, questo prima o poi ti tradirà.

Hyukjae quindi è in realtà un ragazzo solo e vive la sua solitudine circondato da tante persone.


Questa notte si è svegliato con il corpo sconvolto da tremori, è spaventato e vorrebbe chiedere aiuto, ma sa per esperienza che l'aiuto non gli verrà dato.
Si rivolgerebbe ai suoi genitori, se non fossero morti in un incidente di cui lui stesso è stato l'unico sopravvissuto.
L'orfanotrofio dove ha passato l'infanzia non si è curato di lui come avrebbe dovuto, non si sono mai chiesti il perché quel povero bambino si svegliava urlando e piangendo nel cuore della notte, erano semplicemente certi che fosse un bambino capriccioso e viziato.
E questo è quello che ha voluto sempre far credere da quando fu in grado di ragionare.


Hyukjae come ogni mattina si prepara per andare all'università.
Come ogni mattina rimane minuti interminabili a guardare il suo riflesso nello specchio.
I suoi occhi piccoli e scuri sono sempre cerchiati da occhiaie inguardabili, il suo viso scarno e spigoloso
è sempre di quel colorito più simile al latte che a pelle umana, sovrastato da quella bocca inappropriatamente grande e carnosa;
il petto e gli addominali, se pur allenati, non riescono a nascondere le costole che caparbie si vogliono far notare.

Le lezioni mattutine sono da sempre il rimedio alla sua perenne stanchezza, gli permettono di schiacciare in pace dei piccoli sonnellini, dove è sicuro che quel sogno non lo raggiungerà.

La pausa pranzo come al solito Hyukjae è circondato dagli “amici”.
E come al solito nessuno si accorge che in realtà lui non è minimamente interessato ai loro discorsi o alle loro iniziative.
Ha da sempre solo un pensiero in testa.
Un nome che ha paura a pronunciare e che non ha mai sentito pronunciare se non dalle proprie labbra: Donghae.

Non si è mai chiesto chi sia Donghae.
Non ha mai voluto porsi quella domanda, e mai si sarebbe aspettato che quella domanda proprio questo giorno gli verrà fatta.

Hyukjae è un ragazzo solo, e nonostante sia sempre circondato da amici, qualcuno con occhio esperto è riuscito a capirlo.

La pausa pranzo è finita e viene chiamato nell'ufficio dello psicologo della scuola.
Si chiede cosa possono volere da lui, il suo comportamento è esemplare.

-Signor Lee- saluta il Dottor Park lo psicologo della scuola -grazie per essere venuto- Hyukaje rimane interdetto dal sorriso angelico del dottore, splendente e delimitato sulle guance da due adorabili fossette.
-Cosa voleva?- chiede lui una volta ripresosi da quella visione tanto particolare e fuori dal comune.
-Ecco, volevo parlarti. Ti ho osservato parecchio negli ultimi giorni, anche se sono qui da poco ho notato degli sbalzi di personalità in te.-
Il ragazzo è stupito di quel che ha sentito, nessuno si era mai veramente interessato a conoscerlo o a capire chi sia davvero.
-Cosa intende?- chiede dubbioso -Beh, spesso sei circondato da parecchie persone, e quando sei in compagnia hai uno sguardo allegro e solare,
ma quando sei solo, o credi di esserlo, sembri un'altra persona.- si guardano intensamente negli occhi.
Hyukjae ha timore di come questa conversazione possa svilupparsi, ma non portandola avanti non lo saprà mai,
perciò risponde incatenando prima gli occhi a quelli del dottore di fronte a lui
-Lei cosa crede che sia?- Il dottor Park fa un respiro profondo -Non lo so signor Lee, se vuole può dirmi lei cosa pensa che sia.-

Cosa pensa che sia?
Lo sa benissimo, ma è sicuro di volersi aprire con un estraneo?
Uno psicologo poi?
No, non lo è.
Ma la sincerità e la dolcezza dello sguardo di quell'uomo, che più che un uomo gli pare un angelo,
gli da la forza di raccontargli chi veramente è Lee Hyukjae.

-Dottor Park, io faccio un sogno. Sempre lo stesso, da quando ho memoria. Che tipo di sogno è questo? E' un sogno bellissimo.
Da cui ogni notte non mi vorrei mai più svegliare. Ma quando invece apro gli occhi, quel bellissimo sogno diventa la mia più grande sofferenza e paura.-
Pronuncia quelle parole con una mano sul cuore, credendosi incapace di esprimere a parole quel sentimento così contrastante
che prova nei confronti di quelle immagini, di quei suoni, che tutte le notti gli si ripropongono insoddisfatte di avergli già rovinato abbastanza la vita.
-Un sogno dici? Un sogno bellissimo ma che ti fa soffrire...- Hyukjae annuisce sconvolto -Capisco... E che cosa sogni?-
-Sogno di essere in una stanza luminosa, con aria fresca e profumata... In questo sogno c'è una persona, Donghae. Lui è un ragazzo e mi tiene stretto a se, tra le sue braccia.- Il dottor Park riflette bene sulle parole del giovane, rimane in silenzio qualche minuto prima di
porgere quella fatidica domanda -Chi è Donghae?- A quella domanda Hyukjae si alza spaventato dalla sedia.
Quel nome pronunciato da una voce diversa dalla sua gli fa provare una gelosia che mai pensava di poter provare.
Quel nome è suo, da sempre, suo e di nessun altro. E quella domanda, che neanche lui aveva mai avuto il coraggio di porsi, lo spaventa.
-Non lo so chi è...- il dottor Park non è convinto di quelle parole, perciò in sussurro gli chiede se ne è davvero sicuro di non sapere chi sia.
-Io... Non lo so dottore...- soffia con il respiro accelerato e le lacrime agli occhi -O meglio, adesso non lo so. Ma nel sogno io lo so chi è. Solo che quando mi sveglio, anche se la mia mente lo sa, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima, se lo dimenticano...-
Intanto Hyukjae non ha più retto, ed è crollato in un pianto isterico e, in un certo qual modo, liberatorio.
-Lui, quando sogno, è la persona più importante, lui e amore, è il mio amore, è gioia e serenità.
Ma quando apro gli occhi, quando mi rendo conto di essere tornato alla realtà, un dolore mi stringe il petto e sento quell'amore abbandonarmi...
Poi c'è sempre una parte, l'ultima prima del risveglio, dove Donghae guarda la porta e mi dice che non la varcheremo mai, che nessuno ci dividerà.-
Il dottor Park ha lasciato che Hyukjae parlasse e si sfogasse di tutta quella sofferenza che mai aveva condiviso con qualcuno;
ha atteso che il pianto del ragazzo cessasse e che il suo respiro tornasse normale. -Signor Lee... Rifletterò molto sulle sue parole,
questo è un problema piuttosto difficile da affrontare da soli, e mi stupisce che tu ti sia portato tutto questo dentro... La prego di accettare di venire nel mio studio domani pomeriggio, li avremo modo di parlare senza aver timore di venir disturbati.-

Hyukjae ringrazia il dottore e stanco torna a casa sua.
Il pomeriggio dopo si recherà presso il suo studio, è felice di essere riuscito a parlare con qualcuno di questo suo tormento.
 


Il pomeriggio dopo Hyukjae si reca come concordato allo studio del dottor Park.
La porta viene aperta quasi subito dopo il suono del campanello.
Viene accolto da quel sorriso meraviglioso e da un caloroso abbraccio.

-Vieni Hyukjae, da questa parte.-
Il dottor Park indica al ragazzo di seguirlo.
Appena varcata la soglia della stanza Hyukjae sente un profumo familiare.
Un profumo a lui fin troppo conosciuto e che riporta alla mente un sentimento che da sveglio non ha mai provato.

Non capisce da dove proviene quel profumo meraviglioso.
Si guarda attorno e cala un pesante silenzio.
Un sentimento al di mezzo tra la gioia e la paura gli attanaglia il cuore.

Davanti a lui, in piedi e a pochi metri di distanza, si trova quella persona.
Quella persona che tutte le notti lo stringe a se in un abbraccio pieno di amore e gioia,
che tutte le notti gli sussurra parole dolci e che promette di non lasciarlo mai.
Quella persona che puntualmente tutte le notti lo abbandona e che, tornato alla realtà, prende ad odiare più di se stesso.

-Donghae-
-Hyukjae-

Insieme pronunciano il nome dell'altro, e insieme trasaliscono nel sentire il proprio nome pronunciato dalla bocca dell'altro.

-Donghae, Hyukjae, scusatemi se mi sono permesso di chiamarvi qui lo stesso giorno, facendovi incontrare senza la vostra consapevolezza...
Ma è chiaro che voi siete legati. Donghae, il ragazzo che hai di fronte fa il tuo stesso sogno da quando riesce a ricordare.
E Hyukjae, come avrai capito, Donghae ti sogna tutte le notti, da che ha memoria.-

I due ragazzi rimangono in silenzio, agitati, sconvolti, spaventati e allo stesso tempo curiosi.
Entrambi sentono uno strano calore nel petto.

-Donghae, Hyukjae... Vedete, come ho già detto voi siete legati...-

I due si girano a chiedere spiegazioni al dottore che in quella stanza sembra avvolto da un'aurea particolare e luminosa.

-Le vostre anime sono legate, e questa non è la realtà. Almeno non ancora...-

I ragazzi, senza più capire le parole di quell'uomo, che come già detto, più che un uomo sembra un angelo,
si guardano e insieme parlano, mischiando le loro voci per la seconda volta -Non è la realtà?- si guardano intensamente.
Hyukjae studia a fondo quei lineamenti dolci e sinceri, quegli occhi lucidi e carichi di lacrime, in cui riconosce la sua stessa sofferenza, la stessa paura, ma anche la stessa gioia.

Donghae dall'altra parte nota ogni particolarità del ragazzo che da sempre gli ruba la notte e i sogni.
Si accorge dei sentimenti contrastanti che egli prova, e che lui stesso condivide.
Si focalizza sui lineamenti del suo volto, così spigolosi ma meravigliosi al tempo stesso,
su quelle labbra che lo hanno fatto impazzire tante volte al solo pensiero.

-No, non è ancora la realtà... Ma dovrà esserlo presto. E adesso, sarà il caso che voi andiate a dormire.-
Il dottor Park schiocca le dita e come se fossero stati ipnotizzati, i due ragazzi cadono al suolo privi di sensi.
 


Aprono gli occhi e si trovano in quella stanza che da sempre sognano tutte le notti.
E come tutte le volte sono stretti in un abbraccio che non dovrebbe mai avere fine.
I due si guardano e adesso sono consapevoli del loro amore.
Si amano di un amore non possibile da descrivere a parole.
Esistono l'uno per l'altro e in questo momento il loro più grande desiderio è che il risveglio non avvenga mai più.
Ma entrambi ripensano alle parole del dottor Park.
Se quella dall'altra parte non è la realtà, o meglio, non lo è ancora, che cos'è? O quando è?
Le loro domande troveranno a breve una risposta.

Hyukjae e Donghae sentono una forza sconosciuta provenire da quella porta che in tutti i loro sogni hanno sempre temuto.
Non una forza cattiva o negativa. E' una forza potente e buona.
Ma ne hanno paura.

-Hyukjae ho paura, non voglio svegliarmi...-
Il ragazzo lo guarda con occhi pieni di amore e devozione
-Anche io ho paura Donghae. Tu sei l'anima per me, e io l'anima per te, nessuno può separarci-
finite di pronunciare quelle parole che mai in tutti i sogni si sono mai sentite, quella porta di cui i due hanno paura di spalanca.
Una luce ancora più intensa li investe, e da essa, con passo leggero e armonioso,
ne esce una creatura che mai più pensavano di vedere.

Un angelo, che più che un angelo sembra un uomo.
Un angelo dalle grandi ali, con lunghe e morbide piume bianche.
Un angelo in bianco e dal sorriso delimitato da due fossette stupende.

-Donghae, Hyukjae, sapete chi siete?-
I due ragazzi, sconvolti della visione, si rendono conto di non saperlo,
la vita che hanno fatto dall'altra parte gli sembra lontana e a loro sconosciuta.
-No- pronunciano insieme.
-Voi siete due anime in paradiso. Siete due anime che non vogliono separarsi per reincarnarsi. Diciotto anni fa fui incaricato di imporvi la reincarnazione, e per tutto questo tempo ho vegliato su di voi, sperando che con il tempo le vostre anime si separassero da questo amore che vi portate dietro da quando la vostra essenza è stata generata la prima volta.
Avete vissuto per diciotto anni una vita a metà, tra il paradiso e la vita sulla terra. Ma è il momento che vi lasciate andare.
Purtroppo il tempo è scaduto. Io sono Leeteuk, l'angelo senza ali che veglia sulle anime legate come voi, che rimangono sospese tra la vita e la stanza. Che veglia sui vostri corpi mortali nelle vesti del dottor Park.
E' giunto il momento che varchiate quella soglia, che passiate da quella porta e che ricominciate a vivere.-

Leeteuk, l'angelo senza ali dalle ali incantevoli, pronuncia quelle parole serio, ma con il viso dolce e gentile che ha sempre mostrato.

Hyukjae e Donghae non vogliono reincarnarsi.
Adesso che sanno la verità, che sanno cosa sono e non chi sono, si stringono ancora più forte l'uno all'altro,
vorrebbero fondersi in una sola essenza se potessero.

-No, noi vogliamo restare qui. Per sempre.-
L'angelo senza ali che di ali ne ha due e bellissime, sorride alla loro contemporanea esclamazione.
-Lo dite tutte le volte-

E così che i due ricordano tutte le vite umane passate sulla terra, a cercarsi, a conoscersi e ad amarsi.
Ricordano tutte le volte che Leeteuk, l'angelo senza ali, si è presentato alla porta della loro stanza in paradiso
a chiedergli con gentilezza di lasciare fare al destino. Ma ricordano anche che ogni volta quell'angelo gli spiega che anche
se le loro anime saranno sempre e solo l'una destinata all'altra, c'è la possibilità che nella vita che andranno a vivere,
non si incontreranno e conosceranno mai, che una volta definitivamente dall'altra parte non si ricorderanno l'uno dell'altro,
e che dovranno mettere un'altra volta le loro anime in mano al destino.

-Donghae, Hyukaje, anime inseparabili, non c'è più tempo. Dovete reincarnarvi.-

Leeteuk li scuote dal ricordo vivido delle loro vite passate, e ancora una volta chiedono di poter restare insieme in quella stanza,
per sempre, perché il solo pensiero che una volta tornati in vita potrebbero non ricordarsi l'uno dell'altro,
come poi è successo in questi diciotto anni se non per quei tormentati sogni, farebbe troppo male.

-Dovete reincarnarvi adesso. Le vostre anime sono in sospeso da troppo tempo, se non lo fate ora vi consumerete, non esisterete più,
ne come anime, ne come esseri umani in vita, e non potrete più ritrovarvi e ricongiungervi. Non potrete più stare insieme.-

I due ragazzi, le due anime, si guardano negli occhi con la paura di quello che hanno appena sentito.
Non vogliono non esistere più, vogliono stare insieme per l'eternità.

Hyukjae piange lacrime silenziose, lacrime di speranza e amore.
Con una mano carezza quel viso dolce e gentile e con la delicatezza di un petalo di rosa
sfiora le labbra del ragazzo davanti a sé, stretto a sé, con le proprie, in un bacio carico di bisogno e di un amore indescrivibile.

-Donghae, promettimi che mi ricorderai.-

Donghae con le lacrime agli occhi ripete le gesta della sua anima gemella.

-Lo prometto.-

Dopo un tempo che a loro è parso infinito, sciolgono quell'abbraccio da cui traevano forza e sentimento, e, mano nella mano,
oltrepassano la soglia di quella porta di cui hanno sempre avuto paura, immergendosi in quel mare di luce che viva li rapisce e trasporta lontano.




Hyukjae è un ragazzo semplice e pieno di vita. Se qualcuno chiedesse ai suoi amici come lo considerano, direbbero che è una persona solare,
avvolto da una sorta di magnetismo che per un motivo o per un altro ti porta a volerti avvicinare a lui e ad essergli amico, con un carattere forte, allegro e spavaldo.
Direbbero che è il loro idolo, capace di far cadere ai suoi piedi qualunque ragazza della scuola e non; direbbero di voler essere come lui, o meglio, di voler essere lui.

Se qualcuno chiedesse a Hyukjae cosa pensa di se stesso direbbe di essere una persona gentile e positiva, forte e piena di sé, ma che si sente incompleto.

Fu in quel giorno, che non sa di aver già vissuto, che incontrerà per la prima volta, ma allo stesso tempo per l'ennesima,
la persona che più amerà nella sua vita e nella storia della sua anima.

Girò l'angolo della via che porta a casa sua, e si scontrò rovinosamente contro un ragazzo poco più basso di lui.

Un profumo a lui fin troppo conosciuto e che riporta alla mente un sentimento e dei ricordi che non sapeva di aver mai provato e vissuto,
colma quella parte di sé che sentiva mancargli.

Alzò lo sguardo che incrociò con quello del ragazzo bellissimo e dal viso dolce.
Entrambi sorrisero, colmi di una felicità che nei passati diciotto anni di vita non avevano mai provato.

Si sporsero l'uno verso l'altro, dando inizio ad un abbraccio che vorrebbero non avesse mai fine.
Piansero in silenzio ringraziando l'angelo senza ali dalle ali bellissime,
di avergli dato questa ulteriore possibilità di vivere un amore che a parole non si può descrivere.

-Finalmente di nuovo insieme-

Entrambi sussurrarono le loro prime parole per l'altro, e da quel momento continueranno a vivere un amore eterno,
in cui nessuno riuscirà mai a dividerli, neanche il destino.
 
  
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