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Autore: kymyit    06/02/2014    9 recensioni
Uno scoop sconvolgente turba le menti dei due poveri capitani. Killer e Penguin sono costretti a sorbirsi i loro sfoghi tutt'altro che sani di mente, ma d'altro canto, come reagireste voi se il mondo sapesse che...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Absalom, Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: scrivendo questa storia ho provato tanta nostalgia per la mia prima PenKira *^* Certo che Kirachan è proprio un pettegolo, Penguin l'aveva inquadrato bene già da allora. Se siete nuovi lettori, è probabile che non capiate bene tutti i riferimenti, la storia in questione era "I pinguini sono perfide e astute creature" (attenzione che è rossa). E, nulla. Buona lettura ^^




Scoop






-Trovate quel reporter e scuoiatelo vivo!!-
L’urlo di Kidd echeggiò per tutta la nave come il ruggito di un leone inferocito.
-Ammetterai che ve la siete anche cercata.- gli disse Killer, sempre imperturbabile, mentre il resto degli uomini correva su e giù per la nave, in preda all’agitazione. Kidd  stesso camminava nervosamente per la sala, con i nervi a fior di pelle e un quotidiano straziato fra le mani che non smettevano di agitarlo come se stringessero il collo di una gallina da fare in brodo.
-Guarda che non me lo stavo scopando in un giardino pubblico, ma in una stanza d’albergo.- si sentì in dovere di replicare l’altro -E non siamo entrati a braccetto.-
Annuì, Killer, un giorno avrebbero dovuto farlo santo.
Lo sapeva che Kidd era sempre restio a far sapere al mondo quanto intimo fosse il suo rapporto con Trafalgar Law. Era già tanto se si gli diceva qualcosa di socievole davanti alle ciurme. E di fronte a quel pubblico ristretto quante volte si erano baciati?
Ci pensò su.
Forse una, due volte.
-Ammettilo, Kidd. Tu ti vergogni della tua relazione con Trafalgar.-
-Senti, non me ne frega un cazzo se trapelano certe notizie, ma ti pare che QUESTE interessino a qualcuno?-
-Se smettessi di agitarmi il giornale in faccia, forse vedrei cosa c’è scritto.- protestò Killer, che iniziava ad avere i nervi a fior di pelle.
-Se ti levassi quel cazzo di maschera, forse vedresti bene.- lo rimbeccò Kidd e il suo vice alzò gli occhi al cielo.
-E non fare quell’occhiata!-
Uno dei misteri del Capitano Kidd era come cavolo facesse a scoprirlo sempre.
L’altro mistero era la sua ingenuità. Ma si poteva essere più ingenui? O forse è meglio chiedersi: si poteva essere più duri di comprendonio?
Si levò il casco integrale, la sacra maschera del Massacratore, e si ravvivò i capelli, per poi tergersi il sudore. Freddo. Perché a parlare con Kidd, c’era da avere gli incubi per mesi. A volte gli sembrava di dover parlare con un ragazzino. Gli anni di differenza con il suo migliore amico erano pochi, ma c’erano dei momenti, come quello, in cui li sentiva tutti!
-Kidd, anche senza quell’Absa, il mondo sa benissimo che te la fai col dottorino dagli occhi chiari.-
-Sanno anche che tu ti fai sbattere da un pinguino masochista.-
-Cresci un po’, cazzo. Ti da fastidio che il tuo vice non si metta problemi? Quelli li lascio agli altri.- ghignò il biondo sfoderando una delle sue lame e leccandola con quello sguardo folle che persino Kidd temeva. Il Massacratore non si era rammollito, se era quello che temeva. Sbuffò, il Capitano, dopo aver esitato un poco.
-Beh, comunque sai com’è… - riprese Killer -I veri-
Kidd lo interruppe agitando la mano per aria.
-Lo so, lo so: “I veri uomini la prendono nel culo”.-
Killer sgranò gli occhi.
-Come fai a- -E’ una delle pillole di Law.- il Capitano fece un’alzata di spalle.
Il Massacratore sbuffò divertito e si accomodò meglio sul divano.
-Già, è vero... l’avevo dimenticato.-
-Tu piuttosto, com’è che la conosci?-
-Me lo sono portato a letto.- rispose con un sorriso strafottente.
-Sì, certo.- fece Kidd, neppure prendendo in considerazione l’idea. Killer e Law? Sì, certo e Gold Roger girava in tutù rosa e scarpette da ballo.
-E’ stato Penguin, quando ci siamo conosciuti.- continuò il Massacratore, con una punta di nostalgia nella voce e un sorriso davvero dolce per essere suo.
-Tsk, altrettanto per me. Law crede che basti a convincere le persone. Beh, credeva anche che baciando i rospi morti si trasformassero in principi.- fece Kidd, buttandosi a sedere accanto all’amico che rise a crepapelle.
-Principi morti?-
-Che ne so, secondo me è anche necrofilo.- rispose ridendo a sua volta, per poi sospirare.
-A volte mi chiedo come funzioni il cervello di quei due.-
-Sembrano sempre in combutta.- gli rispose Killer, con lo stesso tono grave.
-E’ spaventoso… Law è un mostro pestifero.- ammise Kidd -Voglio dire, tu pensi che sia stronzo, ma è molto peggio.-
-Penguin sembra innocuo in confronto ma è lì che ti frega.-
E gli raccontò di quella sera in quel locale nell’arcipelago Sabaody, quando grazie a una stupida distorsione (stupida quanto grave) era finito nell’infermeria dei pirati del Cuore a farsi levare le mutande da un pinguino. E la maschera. Senza di essa fu come sentirsi nudo.
-Sembra incosciente.- disse Killer, ripensando al momento in cui Penguin gli aveva dato un leggero colpetto all’elmo e gli aveva detto: -Attento tu a quelle chiappette sode. Sono irresistibili per i maniaci.-
E lui aveva assentito.
-Uno ce l’ho davanti.-
-Allora, giacché siamo in confidenza, ti dirò… non ho fatto altro che guardartelo.-
In quel momento, quando il biondo era saltato in piedi e aveva sguainato le lame imprigionando il collo dell’altro fra esse, come una tenaglia, aveva davvero pensato che a quel duro avvertimento, a quel “Vuoi morire?”, Penguin avrebbe risposto tranquillamente che non poteva ucciderlo.
Come se lui non potesse toccarlo.
Destino volle che fosse ancora vivo.
-Io lo dicevo che era uno stupido pinguino.- ribatté Kidd con un ghigno, poi, nervosamente, confessò anche lui una cosa che gli premeva molto. La sua prima volta con Law, gli sembrava giusto, dopo che Killer si era confidato con lui e poi,  beh, voleva capire come facesse l’altro ad accettarlo così su due piedi.
Killer non fece una piega, si trattenne con tutta la sua forza di volontà, perché vedere il suo Capitano rosso in volto e nervoso come una scolaretta alla prima cotta lo stava facendo morire dal ridere.
-E’ stato umiliante… - commentò il rosso -E’ umiliante ancora.-
-Sei tu che gli dai troppa importanza. E’ normale… e poi godi di più, sotto.-
Quello sbuffò.
-E l’orgoglio dove lo metti?-
-Lo conosci l’aforisma di Trafalgar sulle seghe mentali?-
-Sì, grazie, non ho bisogno che lo citi.- sbuffò. Era davvero irritato e nervoso, aveva il tic alla gamba e continuava a muoverla come se ne andasse della sua vita.
-Allora, fammi vedere quel giornale, che tanto lo so che il problema non è solo che ogni tanto stai sotto, va’.-
Kidd strinse a sé la pagina incriminata, con un impeto di rabbia e vergogna. Ma anche Killer sapeva essere persuasivo e semplicemente gli porse la mano.
Ancora nulla, di solito funzionava.
-Capitano, la prego di farmi comprendere cosa l’angustia.- tentò.
Ma nulla.
-Ok, va bene.- fece allora Killer, voltando il capo, non senza sorridere -Allora io non ti dirò un’altra cosa su Trafalgar che so solo io.-
Nel cervello di Kidd scattò qualcosa.
C’era un qualche segreto su Law che lui non sapeva?
Esitò, poi cedette e porse la pagina spiegazzata all’amico, ma prima di lasciargliela impose -Prima tu.-
Killer afferrò il ritaglio, onde evitare che Kidd si ritirasse all’ultimo, poi vuotò il sacco.




Il giorno dopo, un urlo echeggiò fra le pareti metalliche del sottomarino dei Pirati del Cuore. Pochi secondi dopo che fu emesso, Penguin, Shachi e Bepo si incastrarono nella porta della stanza di Law per sapere che cosa l’avesse fatto urlare come un dannato.
Perché Law non urlava mai!!
-Capitano, cos’è successo?- esclamò Penguin.
-Capitano!- gli fece eco Shachi.
-Captain!!!- urlò istericamente Bepo.
Law era furente, potevano vedere la sua testa fumare. Per tutta risposta, il chirurgo afferrò Penguin e lo trascinò nella stanza, chiudendo la porta in faccia agli altri due.
-C-capitano?- domandò quello, resistendo alla tentazione di raggomitolarsi in un angolino della stanza o sotto il letto. Era sicuro che Law l’avrebbe stanato, a costo di trascinarlo per i piedi fuori dal suo nascondiglio.
Invece di affettarlo, come temeva, Law batté la mano sul ripiano della scrivania, dove c’erano diversi ritagli di giornale e tutti riguardavano lui e Kidd.
-Ehm… capisco… non sarà facile ora che la vostra relazione è diventata pubblica… - disse.
Ma la pensava come Killer: quei due lo nascondevano malissimo.
-Non è questo!! Leggi!!- esclamò istericamente sventolandogli davanti un ritaglio in particolare. L’articolo recitava.
-“Trafalgar  'Chirurgo della Morte’ Law: l’innocenza dietro la maschera di morte.”- Penguin iniziò a leggere, poi quasi scoppiò a ridere -Davvero baciavi i rospi mor- non finì la frase, l’occhiataccia di Law gli consigliò di cucirsi la bocca.
-E’ davvero imperdonabile.- disse correggendosi -Insomma, questi reporter di oggi non hanno il minimo rispetto.-
-Fai poco l’accondiscendente e continua a leggere.-
Obbedì, Penguin, e impallidì.
-Ehm… -
-Già.- ribatté quello, sconsolato, chino sulla scrivania. -In quella stanza d’albergo non doveva esserci nessuno, ma questo Absa come ha saputo quello che è accaduto?-
-Dai, capitano, non è poi così grave.-
-Sa anche del mio quasi matrimonio. Ti rendi conto che potrebbe spiarci in questo preciso momento?!-
La prospettiva era terrificante, persino Penguin rabbrividì.
-Non è possibile… com’è potuto succedere? Come, come, come?- era seriamente sull’orlo di una crisi di nervi ed era persino molto tentato di cantargliene quattro al signor Massacratore e al signor Eustassya, perché erano gli unici a sapere quelle due cose imbarazzanti su di lui. Ma Kidd non avrebbe mai ammesso la terza cosa neppure sottotortura, lui stesso stentava a crederci e, in effetti, era ciò che più lo turbava.
Che il mondo sapesse pure che il glorioso culo di Eustass Kidd era suo (e viceversa, dettagli), ma non che…
Scaraventò le carte giù dalla scrivania, con sul viso l'espressione più omicida del suo repertorio, con la quale fece quasi morire Penguin sul posto.
-C-comunque… sono cose che capitano… cioè, anche io e Killer…. Ogni tanto facciamo cilecca… -
-Tutti e due!?- ruggì sommessamente Law, come una bestia ferita.
-…. Capitano, siete esseri umani anche voi.-
-Sono sicuro che è colpa del servizio in camera… - borbottò Law senza ascoltarlo -E’ colpa del pane, ne sono sicuro… e poi, chi diavolo l’ha chiamato il servizio in camera? Maledetto cameriere, che quella mancia se la spenda in medicine… maledette rosette, dannato pane bianco… -
A quel punto, Penguin lasciò Law alle sue elucubrazioni mentali sconclusionate.
Brutta bestia le cilecche…
Ad ogni modo la storia non finì lì.


Una settimana dopo, il reporter Absa(lom) tentò un servizio estremo intrufolandosi nel bagno di Law per coglierlo di sorpresa e scattargli foto osé che le riviste erotiche di tutto il mondo avrebbero pagato fior di quattrini. Peccato che Kidd fosse un amante molto geloso.
Il reporter è tuttora scomparso e i negativi dei suoi scatti sono stati fatti sparire nel cassetto della scrivania del Capitano Eustass Kidd. Ma questo è un segreto di cui nessuno verrà mai a conoscenza, tantomeno Law.


   
 
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