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Autore: B_Fede93    06/02/2014    2 recensioni
"E' tutto finito.
Non riesco a rendermene conto, ma è davvero tutto finito. Tutte le emozioni, le risate, la pienezza di quest'amore mai vissuto, sono andate via per sempre. Lui, è andato via per sempre.
E' tutto un turbinio di emozioni, di sensazioni..."
Questa storia ha come protagonista un personaggio nominato solo una volta nella storia (mi sono potuta dare alla pazza gioia! ^_^) e Fred, parla della loro amicizia...
Lasciate qualche parere che vi piaccia o no la storia, è la mia prima fan fiction e voglio migliorare... Grazie infinite a chi lo farà :D
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia, Spinnet, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Lee, Jordan | Coppie: Angelina/George
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Erano passati quasi due mesi dal tentativo di aggressione di Black e dalla sua fuga indisturbata. Due soli, infiniti, stressanti mesi. Incredibile quanto queste situazioni mi costringessero ad annegare in un mare di ansia: non avevo il minimo controllo di me stessa, dei miei pensieri o della mia vita, in genere. Ricordo come era difficile seguire le lezioni, studiare o concentrarsi con tutta quell'angoscia. Non ero l'unica in quello stato da quel terribile Halloween: la scuola fu teatro di molte crisi di terrore in quelle settimane; alunni preoccupati per le loro famiglie e per quello che Black avrebbe potuto fare, nemmeno Hogwarts era più un luogo sicuro. Almeno, pensavo, avevo Fred... Sapevo che lui era troppo grande per me e non intendevo il nostro rapporto come destinato ad evolversi in qualcosa che fosse più di un'amicizia, anche perché con quell'amicizia credevo di aver raggiunto davvero il massimo della felicità... Cosa poteva esserci di più bello, innocente e intenso? La cosa che più mi rendeva felice era rendermi conto che lui si fidava di me: non mi considerava una stupida tredicenne e non mi lasciava mai sola; anche quando passava le settimane con George, impegnato in uno dei loro mille “doveri”, ai nostri sguardi bastava incontrarsi per caso in un corridoio per allargarsi in un sorriso sincero che coinvolgeva con entusiasmo tutto il viso. Ero consapevole dell'entusiasmo che riempiva i miei occhi quando incontravano i suoi, ma avevo sempre creduto di essere troppo presuntuosa quando pensavo di scorgerne anche in quelli di lui, eppure... Ogni volta il messaggio che leggevo in quegli occhi, così verdi da colorare tutto della stessa tonalità quando mi ci immergevo, era chiaro:
“Non sei sola.”

E non lo fui mai, in effetti, grazie a lui.
Ovviamente, non era l'unica persona con cui passassi del tempo, ad Hogwarts: avevo compagne di corso con cui andavo molto d'accordo e a cui volevo e voglio bene; ma con Fred era diverso... Non c'era imbarazzo, nè bisogno di dimostrare nulla, dovevo solo essere me stessa! Non importava che fossi ancora in un mondo tutto mio, un mondo in cui le parole “fidanzato”, “appuntamento” e “primo bacio” non erano contemplate e in cui una bella amicizia era capace di riempirmi il cuore di gioia ma le mie amiche non lo capivano. Fred, invece, era capace di farmi toccare il cielo con un dito anche nei periodi più neri e quello era un periodo nerissimo, per me! Anche se cercavo di non darlo a vedere, lui lo sapeva: lo capivo da come mi guardava preoccupato e dal fatto che si impegnasse più del normale per farmi ridere, e questo è tutto dire.

Una sera in sala comune, ero l'unica a tentare di studiare ma intorno a me la sala era ancora “piena”, per i miei gusti. Non erano molti gli studenti rimasti a scuola per le vacanze natalizie, soprattutto a causa di Black, ma ne erano anche troppi nell'aula comune che di solito era vuota già da un pezzo a quell'ora. Per di più, condividevo il divano con i gemelli e, con loro vicino, era praticamente impossibile concentrarsi sullo studio!
«Sally, dai! Come fai a studiare con le vacanze appena iniziate? Hai ancora tutto il tempo!» Era George, mi guardava con quell'espressione del tutto simile a quella che Fred aveva mentre si divertiva da pazzi! Che poi era anche l'espressione che aveva in quel preciso momento... Era incredibile quanto fossero UGUALI in quel momento: il divertimento era la loro essenza, la loro linfa vitale! La sostanza che univa le loro anime...
Scoppiai a ridere in faccia a entrambi, e mi guardarono confusi.
«Che hai da ridere?» chiese Fred, con un'aria tra il divertito e l'offeso. Ancora piegata in due dalle risate, chiusi i libri e li abbandonai sul tavolo.
«Siete troppo buffi!»
«Che intendi con “buffi”?» Chiese Fred,
«Hey, ragazzina! Non sei ubriaca, non ci vedi doppio: io non sono Fred, quindi non prenderti troppa confidenza!» Gli fece eco George, facendomi una linguaccia.
«Ok, ok! Quanto siete suscettibili... E' che siete talmente divertiti entrambi, e avete la stessa identica faccia!»
«Sally» Sospirò George, «Quando si è gemelli, capita di avere la stessa faccia...» Risero di cuore.
«Beh... Lo so!» Dissi, un po' risentita «Ma, normalmente, non faccio fatica a distinguervi... Invece adesso siete identici più del solito!» Risposi, decisa a non passare per una menomata, «Comunque avete ragione, basta con i libri!» Decisi di arrendermi: avrei continuato più tardi... O almeno così credevo.
«Finalmente!» Sorrise Fred. Passammo il resto della serata divertendoci spensieratamente anche con gli altri Weasley, si unirono anche il famoso Harry Potter e la brillante Hermione che formavano un fantastico trio insieme a Ron, che era anche il più divertente, a quanto sembrava! Harry appariva spesso molto provato, dopo tutto quello che stava passando mi chiedevo come facesse a reggersi ancora in piedi, e Hermione era troppo impegnata a non farli bocciare per riuscire a divertirsi... Stavo così ad osservare i miei compagni di corso, che però non avevo mai conosciuto, e d'un tratto ci pensò Fred a riscuotermi dai miei pensieri:
«Hey, allora?»
«Allora, cosa? Dov'è George?» Chiesi senza capire e guardandomi intorno,
«E' andato a dormire, ti ha anche salutato! Ma, quindi, non mi hai ascoltato?»
«No Fred, scusa! Ero sovrappensiero...» Lo guardai dispiaciuta ma il suo sguardo mi confuse: era molto su di giri, come se stesse per combinarne una delle sue! «Cos'hai in mente? Non me la conti giusta....» Dissi, con un mezzo sorriso. Mi guardò con aria colpevole, confermando i miei presentimenti.
«Ecco, vedi...» Si avvicinò all'orecchio sussurrando: «Ho notato che sei un po' giù di morale di questo tempi, e non mi va di vederti depressa per tutte le vacanze!»
Mi sentii toccata nel vivo: «Beh, mi dispiace. Se vuoi possiamo evitarci finché non mi passa!»
«Dai, non intendevo dire questo... Voglio solo ritrovare la mia amica, la mia Anne! Sei troppo “Sally” in questo periodo, e Sally sa di yogurt!» Mi diede un colpo sulla spalla ridendo, e mi rilassai ridendo a mia volta. Perché ero così stupidamente acida? Voleva solo aiutarmi!
«Invece Anne di che sa?» Lo stuzzicai.
«Mmmm... Credo di miele, ma non troppo! Insomma, sei dolce ma non sdolcinata quindi, direi miele salato! Non so se mi spiego...»
«Sì, certo che ti spieghi: sono una pazza dalle mille personalità!»
«Esatto!!! Non avrei saputo dirlo meglio! Haha»
«Hahaha non ci sono molti modi per dirlo... E mi sa che hai ragione!» Ridemmo entrambi.
«Eccola la mia Anne! Lei è auto ironica, non acida come “Sally”!»
«Scusa, hai ragione... Comunque, il fatto che Anne si prenda in giro già da sola, non ti autorizza ad approfittarne!» Lo ammonii, poi rimasi un momento interdetta e confusa dalle mie stesse parole... «Davvero sto parlando di me stessa in terza persona?»
«Sì, lo dico che sei pazza! Haha»
«Come darti torto!» Ridemmo fino a sentirci male. «Scusa Fred! Non so cosa mi stia succedendo, mi dispiace tanto... Sei un grande amico, dovrei capire che quello che mi dici è solo per aiutarmi...»
«Sì, dovresti. Anche quello che ti sto per proporre è solo per aiutarti.»
«Cioè?» I suoi occhi era di nuovo pieni di entusiasmo.
«Sei mai andata in giro per il Castello, di notte?»
Spalancai gli occhi: «Certo che no, è vietato!»
«Shhh, non urlare!» Disse, ridendo della mia espressione sconvolta. «Dai, solo per una volta... Devi provare! Se non la assaggi di notte, non potrai mai dire di aver vissuto la vera Hogwarts, credimi.»
Rimasi lì a fissarlo, ancora stupita per la proposta. Ci pensai per un paio di minuti mentre lui mi sorrideva, fiducioso nel potere delle sue parole. Dopo un po' lo guardai tentata:
«Non lo so, Fred... Non sono il tipo che fa queste cose.» Abbassai lo sguardo, sconsolata.
«Cosa ti preoccupa di più?»
«Ah, non so» Dissi, sarcastica; «Forse il poter essere espulsa, il fatto che la scuola sia piena di dissennatori, il fatto che in giro ci sia anche Black...»
«Haha ok, ok, ho afferrato il concetto.» Disse ridendo, «Ma è proprio per questo che devi venire! Devi combattere ciò che ti tiene in ansia e con il fiato sospeso, altrimenti le tue azioni non risponderanno alla tua volontà, ma alle tue paure.»
Alzai lo sguardo, sorpresa da quelle parole, e incontrai il suo: non lo avevo mai sentito parlare così e aveva maledettamente ragione, perciò decisi di prenderlo in giro:
«Come siamo profondi, signor Weasley!» Dissi, facendogli una linguaccia.
«A volte capita.» Disse, tutto impettito. Scoppiammo a ridere! Improvvisamente poi, come suo solito, prese le mie mani tra le sue facendomi sussultare ed iniziò a pregarmi mettendosi in ginocchio, ai piedi del divano. Già, in ginocchio ai piedi del divano! Ricordo lo stupore e l'imbarazzo di quel momento: le mie guance rosse come i capelli di Fred e la gente che ci guardava. Ormai rossa come un pomodoro, mi affrettai ad accettare pregandolo, in cambio, di mettermi a sedere. Quando si decise a sedersi, aveva un atteggiamento gongolante e vittorioso:
«Sapevo che ce l'avrei fatta a convincerti!» Disse, facendomi un occhiolino.
«Sai essere molto persuasivo.» Lo guardai indispettita, ma poi scoppiai a ridere: come si faceva a tenere il broncio a quel sorriso che avrebbe messo allegria anche a Piton?
«Allora, quando vorresti portarmi a “vivere” la vera Hogwarts?» Dissi, in fine.
«Appena tutti andranno a dormire.» Rispose, guardandoli infastidito, mentre io mi trovavo costretta a spalancare gli occhi ancora una volta:
«Stasera?!» Esclamai.
«E quando, sennò? L'anno prossimo?» Mi prese in giro, ridendo.
«Che ne so, io credevo... Non sfottere che cambio idea!»
«Non ti conviene, potrei sempre tornare a inginocchiarmi!»
«Ti odio.»
«Haha no che non mi odi! Ci divertiremo, vedrai...!»
Lo guardai scettica, anche se sapevo che non avrei potuto far altro che divertirmi con lui!
«Ti fidi di me?» Chiese lui, di rimando al mio scetticismo.
«Certo...» Risposi, abbassando lo sguardo, imbarazzata.
«E allora non fare quella faccia!» Rise,
«Ok, ok, affare fatto!» Mi arresi, ricambiando la risata.
Ci stringemmo la mano, a mo' di patto, e aspettammo che tutti andassero a dormire: non ci volle molto, per fortuna. Ero molto agitata ma, quando eravamo ormai soli già da mezz'ora, mi sussurrò che era ora di andare. Ci alzammo e, in silenzio, raggiungemmo il passaggio dietro la Signora Grassa – o meglio, dietro Sir Cadogan – usciti fuori ero quasi tentata di tornare in dietro prima che il passaggio si chiudesse alle mie spalle, ma Sir Cadogan urlava «Avanti, vigliacco!» e ci sarebbe voluto poco prima che le sue urla venissero considerate troppo rumorose anche per lui; io mi immobilizzai, ma Fred mi sorrise e mi porse la mano:
«Coraggio, devo farti vedere una cosa!»
Gli presi la mano e lui strinse forte la mia e cominciammo ad addentrarci tra i corridoi bui del Castello. Rimanemmo in silenzio, alla ricerca di qualunque benché minimo rumore che annunciasse pericolo, ma fummo costretti a nasconderci solo da Mrs Purr, la gatta di Gazza: Fred, fulmineo, nascose entrambi nell'aula più vicina appena prima che Mrs Purr svoltasse l'angolo. Una volta sicuro di aver scampato il pericolo si voltò con un sorriso immenso:
«Allora? Pura adrenalina, no?»
«Ehm, direi proprio di sì» Risi: tremavo per la tensione, ma ero felice. «Cos'è che mi volevi far vedere?»
«Siamo quasi arrivati! Pronta a ripartire?»
«Certo!» Dissi, ormai contagiata dall'entusiasmo di Fred!
«Seguimi, allora!»
Continuammo a camminare per un bel po' salendo rampe e rampe di scale senza incontrare più nessuno, per fortuna. Eravamo ormai al settimo piano ed io sussurrai:
«Menomale che mancava poco!» Lo sentii sogghignare.
«Mi chiedevo quando ti saresti lamentata! Sei una pigrona, non te l'ho detto per non farti scoraggiare.» Mi fece una linguaccia, stavo per controbattere indignata, ma non mi lasciò il tempo:
«Ora, siamo davvero arrivati.» Si fermò; io mi guardai intorno ma vidi solo l'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll"
«Ma cosa...?»
«Shhh, non fare domande e stai là.»
«Ok... Antipatico!»
Mi sorrise, poi si voltò e iniziò ad andare su e giù lungo la parete di fronte all'arazzo. Rimasi a guardarlo chiedendomi se non fosse diventato completamente pazzo, ma poi apparve una porta:
«Oddio! Ma... Come...?»
«Vieni, chiudi gli occhi.» Mi premette una mano sugli occhi e mi guidò verso la porta; si fermò solo per richiuderla alle sue spalle raccomandandomi di restare con gli occhi chiusi. La mia curiosità aumentava: l'aria profumava di fiori esotici, ma c'era anche qualcosa di pungente e forte che mi invase i polmoni. Quando Fred mi permise di aprire gli occhi, rimasi incantata: davanti a me c'era una stanza in perfetto stile orientale! Gli odori dell'India e i colori della Cina, i misteri delle loro lingue e i piatti della loro cultura che riempivano un tavolo imbandito poco più avanti, piante di ogni genere, tappeti ricamati erano ovunque, e un sottofondo di scroscii di acqua si diffondeva dall'aria stessa: era tutto fantastico. Quando ebbi finito di contemplare la stanza mi voltai sbalordita verso Fred che era rimasto a guardarmi, sorridente:
«Allora, che te ne pare?»
«E'... è tutto stupendo! Ma come... Come è possibile? Come hai fatto? La porta è apparsa dal nulla e...»
«Non è merito mio!» Mi disse compiaciuto dalla mia sorpresa, «Questa è la Stanza delle Necessità Per farla apparire bisogna passarci per tre volte davanti pensando alla propria "necessità" molto intensamente e ho creduto fermamente di aver bisogno di un ambiente... Orientaleggiante, haha! Mi hai detto delle origini cinesi di tua madre, ricordo dell'entusiasmo con cui parli del tempo passato con la tua famiglia cinese d'estate, di come solo lì ti senti a tuo agio e in pace con il mondo, beh... Volevo farti ritrovare questa pace e farti rilassare, anche se era impossibile portare qui la tua famiglia. Questa storia di Black ti sta distruggendo, non sei più quella di una volta e così tutto quello che ho fatto è stato pensare all'Oriente. La stanza è fantastica ma, decisamente, non credevo ci sarebbero stati anche i tappetini per lo yoga! Haha» Lo guardai emozionata e sbalordita da tanta premura e da quanto ascolto avesse prestato alle mie farneticazioni sulle estati in Cina.
«Ti sbagli, non è vero che non è merito tuo.» Affermai decisa ed emozionata, «La stanza avrà fatto apparire tutto, ma è grazie a te che ora mi trovo qui: sei stato tu a desiderarlo con tutto te stesso solo per farmi felice... E' grazie a te che ora, per la prima volta da mesi, riesco a respirare a pieni polmoni, a sentirmi a casa. E' grazie a te e alla tua amicizia, al tuo sostegno, che resisto ogni giorno. Amo questa scuola, ma lo stress di questi ultimi due anni mi ha sfiancata e... Non so, senza te sarei stata sola: completamente sola. Non importa se la mia famiglia non è qui, loro sono speciali ma avere te qui con me è altrettanto speciale, io... Grazie di cuore, Fred!» Conclusi, con il viso ormai inondato di lacrime.
«Anne, vieni qui.» Mi prese per mano e ci sedemmo a terra su uno dei fantastici tappeti dai colori sfavillanti, ornati di caratteri il cui significato rimandava alla pace e alla gioia dei sensi. Ovunque c'erano cuscini, ne usammo un paio per appoggiare la schiena. Fred mi prese per mano:
«Anne, dovresti smetterla di sorprenderti per ogni mio gesto di affetto: meriti tutto l'affetto del mondo, più di quanto io meriti il tuo. Non ti sono amico per compassione o perché sei una ragazzina indifesa da proteggere; sono tuo amico perché mi piace passare del tempo con te, perché sei spiritosa, auto ironica, semplice, solare e perché hai un cuore d'oro. Da te, che hai due anni in meno di me, ho imparato cosa significhi fidarsi di qualcuno che non è cresciuto con me, da te ho imparato a dare il giusto valore alle parole, ai gesti e ai sentimenti. Ad esprimerli a cuor leggero ed è quello che sto facendo ora facendoti capire che ti voglio bene. Tutto questo non lo faccio per te, ma per me. Mi manca la mia amica sorridente e felice, sincera e gentile, sempre attenta agli altri e spensierata. So che credi che il fatto che siamo amici abbia dello straordinario, ma anche io non riesco a credere che una persona genuina come te possa essere amica di uno scansa fatiche come me quindi, come vedi, siamo pari! Haha»
«Haha sei sempre il solito! Ma davvero, dovresti passare il tempo ad uscire con le ragazze del tuo anno non a cercare di ristabilire la mia salute mentale...» Risi, ma poi tornai seria «Non voglio chiederti questo.»
«Non mi hai chiesto niente e non devi sentirti in colpa, per me aiutarti non è uno spreco di tempo come non lo è per te, aiutare me! O sbaglio?» Mi chiese facendo il finto offeso.
«Certo che mi scoccia aiutarti, ma purtroppo non ho scelta!» Risi,
«Ah sì? E allora me ne vado a passare il tempo con qualche “ragazza del mio anno”.» Disse impettito, «Che poi, tra parentesi, non dovresti preoccuparti perché sono loro a cercarmi tutto il giorno: già a prima mattina ne ho già decine ai miei piedi!» Disse, facendomi un mare di linguacce.
«E certo, quella puzza deve essere soporifera!» Incalzai e dopo due secondi mi ritrovai un cuscino in piena faccia,
«Hey!» Esclamai, indignata.
«Che c'è? Nessuno può insultare i miei piedi ed essere capace di raccontarlo!»
«Hahaha, ne sei tanto convinto?» Presi il primo cuscino che avevo a portata di mano e iniziammo una battaglia assurda e decisamente infantile. Poi esausti ridemmo per dieci minuti finché decidemmo che era il momento di calmarci e iniziammo ad esplorare meglio la stanza. Era piena di piante strane dell'arte magica orientale, profumi particolari e libri antichi: spiegai a Fred qualche significato e lo osservai accorgendomi di come riuscisse a prendere come spunto anche molte delle tecniche di medicina cinese per i suoi scherzi!
«Tutta questa roba è fantastica!» Esclamò all'improvviso
«Perché, avevi dubbi?»
«Sinceramente sì! Credevo che i cinesi fossero bravi solo a fare foto, haha.»
«Sei un po' razzista, Haha!»
«Scherzo, però sono davvero sorpreso! Ho imparato più stanotte che in anni e anni di scuola!»
«Si vede che non stai attento!»
«Non ne ho bisogno, il mio è un intelletto sopraffino e so capire tutto da solo!»
«Ah, davvero?» Risi di cuore alla sua espressione convinta.
«Certo! Donna di poca fede...» Rise, «Comunque mi sa che dobbiamo andare... Mi dispiace!» Disse, afflitto.
«Beh anche a me, ma hai ragione, ormai è tardi... Ancora grazie Fred, è stato stupendo! Ti adoro!»
Lo abbracciai così forte che quasi lo strozzai, ma lui si mise solo a ridere e ricambiò l'abbraccio. Restammo un po' così mentre io lasciavo cadere qualche lacrima, svuotata ormai da ogni peso, mentre lui mi dava colpetti gentili sulle spalle:
«Allora, va meglio?»
«Sì, certo. Quando sto con te va sempre tutto alla grande!»
Mi accarezzò le guance un po' umide poi, tenendomi le mani sul viso e guardandomi con uno sguardo serio, disse:
«Sei una ragazza forte, anche da sola: lo sei, ma non te ne rendi conto. Sbagli quando credi che la tua forza dipenda da qualcuno, sei forte di natura. Non ho intenzione di lasciarti verificare se sia vero o no, ma saresti in gamba anche senza il mio aiuto.» Sorrise. Lasciai cadere qualche lacrima prima di rispondere:
«Ti credo sulla parola, nemmeno io ho voglia di scoprire se è vero...»
«Non ti preoccupare, non vado da nessuna parte... Anche io ho bisogno della mia amica.»
«Ti voglio davvero bene, Fred.»
«Te ne voglio anche io» Mi sorrise e ci guardammo per qualche minuto, poi mi prese per mano, «Andiamo.»
Ci incamminammo cauti verso la sala comune, una volta arrivati rischiammo di farci scoprire a causa di Sir Cadogan, ma per fortuna riuscimmo ad entrare appena prima che arrivasse Gazza.
«Quel Sir Cadogan è proprio un pazzo!» Escalmò Fred.
«Senti chi parla!» Risi,
«Qualche problema?»
«No... Anzi! Haha»
«Buon per te! Haha, tutti quegli odori mi hanno fatto venire il mal di testa, comunque! Meglio andare, buonanotte Anne!» Sorrise.
«Buonanotte, Fred!»

Quella che seguì, fu la prima notte tranquilla da mesi.

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Eccomiiii! Scusate il ritardo imperdonabile ma i capitoli di prima ce li avevo già quasi tutti pronti, e ho pronti anche gran parte di quelli successivi, solo che ho voluto aggiungere questo capitolo nel mezzo per arricchire la storia! :)
Per farmi perdonare, però, l'ho fatto decisamente più lungo del solito come avrete notato... Anche se non c'è voluto molto, quei due fanno tutto da soli! In realtà il ritardo è dovuto soprattutto alla sessione di esami che mi sta tenendo occupata!
In ogni caso, spero che la storia vi stia piacendo e vi invito a lasciare qualche recensione. Non so se ho accordati bene i tempi verbali, a volte mi confondevo e scrivevo al presente ma credo di aver aggiustato tutto... Fatemi sapere se mi è sfuggito qualcosa e... Alla prossima! ^_^


 

  
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