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Autore: Ginny90    29/11/2004    3 recensioni
Il tempo. Lontano. Inafferrabile.
Non possiamo vederlo, eppure ci cammina sempre accanto.
Spesso và troppo veloce.
Lo vediamo distante e, con lui, i nostri ricordi.
E' il vero padrone delle nostre vite.
Siamo schiavi del tempo che passa.
Ma c'è una favola che spezzò quelle catene. La favola che trovò un lieto fine, nonostante tutto.
Perchè c'è un "e vissero tutti felici e contenti" anche oltre il confine del tempo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due paroline prima di cominciare

Lasciatemi qualche recensione ç___ç !!! Non vi faccio un pò di pena T_T ?!?

 

TIME

- Capitolo 4 -

Perchè?

 

La luce chiara e argentea della luna lambiva le pareti della stanza, la tappezzeria classica, i mobili finemente intagliati, il portagioe impreziosito dagli intarsi raffinati.

Tutto ciò che la cortina di seta bianca non riusciva a ricoprire era avvolto dalla penombra.

In quegli istanti sembrò che i secondi si dilatassero. Immobili, l'uno di fronte all'altra. I loro sguardi parevano scambiarsi una preghiera silenziosa, incapaci soltanto di emettere un suono, perchè ogni parola poteva rompere quel prezioso equilibrio.

Un silenzio per nulla imbarazzante. Un silenzio che avevano atteso a lungo. Un silenzio che in sè racchiudeva mille parole, mille parole che avrebbero voluto dirsi e che non potevano essere espresse meglio che con quello stesso silenzio.

Un silenzio...

Alle volte può risultare più assordante di qualsiasi discorso.

Niente è più chiaro di un silenzio. Non ha bisogno di parole, eppure dice più cose di quante se ne potrebbero dire.

Ti arriva dritto all'anima e non ha bisogno di lunghi monologhi perchè ciò che dice sta scritto negli occhi.

Basta uno sguardo per capire, eppure c'è bisogno del silenzio, altrimenti si è troppo storditi da quell'inutile chiasso per ascoltare le parole dell'anima.

Ma nonostante un silenzio risolvi tanti guai quanti se ne potrebbero causare aprendo bocca, agli occhi di colui che vi avrebbe potuto assitere, quella scenetta sarebbe risultata alquanto stupida, per di più qualcuno avrebbe potuto giurare che, imbambolati l'uno di fronte all'altra, si fossero addormentati..

- Aehm... -

Con un colpo di tosse, Peter si schiarì la voce, poi abbassò lo sguardo e lo posò sui ricami delle lenzuola avvolte e ammucchiate ai piedi dei letti, fissando con apparente interesse ogni singolo intreccio della stoffa.

Wendy, invece, stringeva convulsamente l'orlo, ricamato meticolosamente, di una manica della sua camicia da notte e sembrava che da quell'operazione dipendesse la vita dell'umanità intera, tanto si stava applicando.

Dopo un'arco di tempo che sembrò durare l'eternità, Peter fece risalire il suo sguardo lungo tutta la figura della ragazza, tornando a fissare gli occhi di lei, e finalmente parlò.

- Un bambino sperduto mantiene sempre le promesse! -

Così dicendo, portò una mano al petto, assumendo un'aria che, presumibilmente, doveva ispirare fierezza.

Wendy rise.

- Solo che si fa aspettare un pò troppo, Peter! -

- Beh, meglio tardi che mai! -

- Sì, ma la prossima volta, vedi di accorciare i tempi o potrei pensionarmi nell'attesa! -

Repentinamente, tornò il silenzio. Quella frase, detta così, scherzosamente, nascondeva una triste verità.

Per lei il tempo sarebbe continuato a scorrere.

- Co..come mai.. hai fatto tanto rumore, prima di entrare dalla finestra?

Wendy indicò, con un movimento degli occhi, la finestra dietro di lei.

In realtà non le importava granchè, era ben altro ciò che voleva sapere, ma dal tono con cui aveva pronunciato quella frase, sembrava attribuirgli la serietà di una gravissima problematica a livello mondiale.

- Beh, pare che Nana nutri una profonda attrazione verso la mia ombra! L'ha acchiappata subito dopo averla vista poco distante dalla sua cuccia! -

- Non dovrò ricucirtela, spero! -

- Fortunatamente, no! Come sarta non sei un granchè.. -

- Scusatemi se oso contraddire vostra maestà, ma mi ritengo la migliore nel mio campo, visto e considerato che la sua ombra è ancora ai vostri piedi! -

- Modestia a parte, non è l'unica ad essere, caduta, ai miei piedi! -

I loro sguardi si incontrarono ed entrambi parvero cogliere solo in quell'istante quell'allusione imbarazzante.

Per qualche secondo sembrarono trovare spunti particolarmente interessanti fissando la moquette del pavimento, poi si guardarono nuovamente e i loro volti assunsero un'espressione grave.

Anche la tenue luce della luna, dapprima chiara ed evanescente, che rendeva l'atmosfera quasi impalpabile, si offuscò, forse a causa di qualche nube passeggera, così la camera fu avvolta dalla penombra.

Peter si accostò ai letti dove dormivano Micheal e Jhon, sfiorando le spalliere lavorate minuziosamente, e, con passo lento e strascicato, si avvicinò al letto che sapeva appartenere a Wendy. Poggiò entrambe le mani sulla spalliera fredda e per pochi istanti si soffermò a ricordare la sera in cui si conobbero. Gli sembrò quasi di rivederla dormire lì. I ricordi cominciarono a susseguirsi, nella sua mente, come scene di un film. Lo sguardo era perso nel vuoto davanti a lui e con le dita continuava a tracciare, più volte, con lentezza, i contorni del cuore intagliato accuratamente nella spalliera del letto. Poi riportò le braccia lungo i fianchi e, lentamente, si voltò in direzione di Wendy che si trovava a poca distanza da lui.

- Io...io credo che dovremmo parlare.. -

La stanza era buia, eppure gli sembrò di vedere Wendy annuire con un moto del capo.

- Quanto tempo è passato? -

La ragazza lo guardò stranita.

- Un anno...perchè? -

Aveva ridotto gli occhi a due fessure per cercare di cogliere, nella semi oscurità, l'espressione di Peter e leggervi la risposta alla sua domanda.

- Perchè io non lo potevo sapere, Wendy.. -

Fece qualche passo nella sua direzione, finchè si ritrovarono di nuovo faccia a faccia e tornarono a fissarsi negli occhi. Lui dovette chinare un pò il capo.

- Cosa..cosa è successo in quest'anno? -

- Beh...la nostra è una vita tranquilla.. Credo che i bambini sperduti si trovino bene...ah, a proposito! Adesso dormono nella camera adiacente. E' piccolina, prima veniva utilizzata come sgabuzzino, ma sono molto accomodanti, non si sono mai lamentati.. -

- ...intendo, a te.. -

- Ah.. -

-...-

- Sono successe tante cose.. -

- Cosa? -

- Cose che mi hanno cambiata... -

Wendì abbassò nuovamente lo sguardo. La distanza tra i loro corpi si era ulteriormente ridotta e, quando Wendy tornò a guardare il pavimento, Peter le portò le dita sotto al mento e le rialzò il capo per fissarla negli occhi.

- Cosa? -

Le voci erano appena udibili e sussurrate, per non svegliare i bambini.

- Domani mi daranno in moglie, Peter! -

Così dicendo, allontanò il corpo del ragazzo dal suo e si avvicinò alla finestra.

Le tende ondeggiavano ad ogni soffio di vento.

- Perchè? -

- Perchè è giusto che io cresca.. -

- No, Wendy...no.. -

- Sì..invece..-

Si voltò e, improvvisamente, si ritrovò pericolosamente vicina al ragazzo dietro di lei. Non si era accorta che si fosse avvicinato tanto...

 

continua...

  
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