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Autore: ILoveRainbows    07/02/2014    2 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
"Figlio di puttana"... Quelle tre parole mi riecheggiavano nella mente come l'eco di una spada che fenda l'aria. A quell'accusa rimase interdetto. Volevo correre in suo corso, ma sentivo di non dovermi intromettere. Come se io fossi il centro del ciclone e quindi non venivo distrutta da questo a meno che non provassi a uscirne.
- Come hai potuto farlo? -
- Bryan. So tutto. Puoi smetterla di fingere. -
- Non so di cosa stai parlando. E non rigirare la frittata. Mi hai tradito! E per di più mi hai tradito con... Una ragazza?! - Mi indicò con ferocia. Michael al contrario, dopo il primo shock, era calmissimo. Continuò le accuse - tu, Mika, il cantante dichiaratamente gay che parla di omosessuali nelle sue canzoni tradisce il fidanzato, che si trova in Africa ad aiutare i bambini, con una donna. Ha-ha-ha la stampa ci andrà a nozze. -
- La stampa non saprà mai niente. Così come ho difeso la tua identità difenderò anche quella di Clara. - Di nuovo venni indicata. - E non provare a farmi sentire in colpa. Non funzionava più da tempo. Lo sappiamo entrambi. Così come sappiamo entrambi che nemmeno tu ha le mani pulite in questa faccenda. -
Okay, chi lo seguiva adesso? Io no di certo. Di cosa stava parlando?
Si fronteggiavano nel salotto. A prima vista si sarebbe potuto dire che aveva la meglio Bryan. Alto, muscoloso, capelli biondi, occhi chiari... Il contrario di Mika. Allora è vero che gli opposti si attraggono. Dall'altra Mika. Alto, ma con corporatura esile... E con solo un asciugamano in vita. 
Sembrava che Michael però sapesse qualcosa che non sapevo. Qualcosa che poteva completamente ribaltare la situazione attuale. Ero quasi tentata da prendermi i pop-corn e godermi lo spettacolo. Appena Bryan era entrato mi ero subito sentita morire. Quella poteva essere la nostra fine. Ma, come ho detto, Michael aveva l'aspetto di uno che sa di avere un asso nella manica e sembrava infondere tutta la calma di cui era in possesso su di me.
Il momento di silenzio che era seguito all'affermazione di Mika era ormai durato parecchio.
A quel punto parlò Bryan. - Tu non sai di cosa stai parlando! -
- Oh sì che lo so. Se non sbaglio si tratta di te che mi tradisci con Sean. -
Ora si spiegava tutto. Anche se non sapevo chi era Sean.
- Siamo innamorati! Mi fa sentire speciale! -
- E io?! Non dicevi che ti facevo sentire speciale?! -
- All'inizio forse. Poi non più. Quello che provavo per te è difficile da spiegare. Era nuovo per me. Voglio che tu capisca che... -
Lo interruppe - per favore vai via da questa casa. -
- Voglio farti capire che... -
- Per favore. - Era sul punto di scoppiare in lacrime, ma non gli urlava. Non era arrabbiato. Era solo distrutto. Dal tradimento. Se pur di una persona che non amava via.
Bryan non sembrava avere intenzione di andarsene. A quel punto decisi di intervenire. - Vattene - Dissi in modo che mi sentisse. - Fuori di qui. -
- Chi sei per dirmelo? -
Mi sentivo ribollire. Una cosa che odiavo di più era perdere il controllo, ma non ce la feci più. Mi avvicinai a lui se pur molto più piccola. Lo spinsi fuori di casa chiudendo la porta dietro di lui.
Mi appoggiai alla porta con le mani e le braccia tese prendendo fiato. Girandomi mi accorsi che Mika si era rannicchiato sul divano con aria stravolta. Scossi la testa sconsolata. Mi sedetti sul divano e lui si aggrappò alla mia maglia stringendomi a sé e facendomi una doccia di lacrime. Il suo dolore si riversava su di me in fiumi di lacrime. - Ssh... Everything's gonna be just right... - Bisbigliavo nel suo orecchio accarezzandogli i capelli. - Slow down...  Slow down... Sssh... Long deep breaths... Slow down. -
- I can't... I don't... I can't... I don't... - respirò profondamente e poi disse - I don't want... I don't wanna lose you. - Disse fra mille singhiozzi.
- You won't. You won't. - gli bisbigliai di nuovo.
- I'm terrible. I distroy everything good. -
- No, you don't. -
- You'll leave me soon or later. Everyone does. -
- Never. I'm going to be here 'till you want me. -
- Thank you little Clara. -
- Always. - Poi, poggiando la testa sulle mie gambe si addormentò in un attimo nonostante fosse mattina, e io continuai ad accarezzargli i ricci. - Always - dissi un'altra volta parlando all'aria.

Dovevo averlo svegliato.
Dopo un'ora che dormiva ero andata a cambiarmi e farmi una doccia veloce, ma quando tornai non era più sul divano. Andando in cucina lo trovai seduto al piano da bar (sì, aveva un piano da bar che ho sempre amato) con una bottiglia di "Single Malt Scotch" davanti e un bicchiere da Whisky pieno di liquido dorato. Il volto era asciutto e negli occhi non si leggeva più dolore, ma solo rassegnazione. Quando mi vide non diede segno di felicità, ma gli occhi gli si illuminarono di gioia e questo mi bastò. Andai a prendermi un bicchiere e mi versai anch'io dello Scotch. Erano solo le undici di mattina e c'era la possibilità che andassimo avanti così a lungo. Mi sedetti di fronte a lui e ci fissammo negli occhi. Accennò a un sorriso e poggiai la mia mano sulla sua sul tavolo.
Si sporse verso di me e mi diede un bacio che sapeva di alcool e lo ricambiai con passione. - Grazie. -
- E di cosa? -
- Di tutto. -
- Avresti fatto lo stesso per me. - Mi morsi il labbro inferiore e mi guardò con amore e il sorriso gli si allargò.
- Probabilmente. - Accennando al mio labbro disse - amo quando lo fai - e con un sorriso ormai a trentadue denti scattò in piedi e svuotò il suo bicchiere in un sorso. Venne accanto a me e mi avvolse fra le sue braccia, per me un porto sicuro. Si avvicinò con sicurezza a me e pose le sue labbra sulle mie.
- Ho voglia di fare qualcosa di pazzo oggi. - Disse con aria spavalda.
- Okay, e sentiamo, cosa potrebbe essere? - Mi avvicinai a lui in modo provocante.
- Non era questo che intendevo, ma credo che me lo farò bastare. Fece un sorriso malizioso e ammiccò.
Gli cinsi i fianchi con le gambe e mi alzò senza difficoltà dalla sedia.

Andammo in camera. L'alcool ci aveva reso un po' brilli.
Si sdraiò su di me infilandomi le mani sotto la maglietta giocherellando con i miei capezzoli e aiutandomi a sfilarla. Poi scese verso gli slip e me li tolse. Fu il mio turno, mi misi sopra di lui facendolo eccitare ancora di più e gli strappai i boxer accarezzandogli il membro. Per la seconda volta in meno di ventiquattro ore finii per sentirmi completa.

- Usciamo. -
Era sdraiato accanto a me sul letto. Mi guardava e io guardavo lui cercando di non scoppiare a ridere.
- Dove vorresti andare? -
- Boh... - dissi giocando con una ciocca di capelli. - In centro? -
Il suo viso si rabbuiò.
- Ti prego, ti prego, ti prego - mi avvicinai a lui finché non gli fui a pochi centimetri.
- Sai cosa comporterebbe per te? -
- Per me sì, ma per te? - Mi ero fatta più seria, realista. Quello era stato un attimo di... Non so esattamente, ma non ero io quella che pregava qualcuno. Mai. - Lascia perdere. Domanda stupida. Sarebbe la nostra rovina. -
- Mi dispiace. -
Seguì qualche istante di silenzio. Ognuno perso nella propria mente. - Ho un'idea! - Esclamò entusiasta il Riccio accanto a me. - Ti presento come una vecchia amica. Girando in centro ci vedrà un sacco di gente. Vorrà sapere chi sei... Beh, Clara Gauthier. Sei appena diventata la mia migliore amica. -
- Ah, perché prima non lo ero? -
- Certo che sì. Ma sei anche altro. - Si lanciò su di me facendomi il solletico. 
- Piantala... basta... Mi arrendo! Hai visto tu. - Dissi buttandomi all'indietro.
- Allora. Ci prepariamo e poi arriviamo in centro da due posti differenti. Non dobbiamo dare nell'occhio. -
- Come facciamo? -
- Mi sembra elementare mio caro Watson. Tu passerai dal retro. -
Scoppiammo a ridere.

La folla era già acclamata intorno a lui nella speranza di una foto o un autografo.
Adorava i suoi fan. Si vede da come li trattava che si ricordava di come essere uno di loro e di quanto importante potesse essere una firma su un pezzo di carta. Si concedeva a loro quasi ogni volta.
Mi vide da lontano sopra molte altre teste e mi fece un breve cenno di raggiungerlo con la testa di cui nessuno si accorse.
Cercai di farmi strada fra la folla per raggiungerlo. Ero quasi arrivata quando un'altra ragazza mi spintonò perché non potevo superare tutti e mi fece perdere l'equilibrio. Finì rovinosamente a terra.
Avevo catturato l'attenzione di tutti che ora mi guardavano ridendo. L'unico che non lo fece fu Michael, che appena mi vide cadere si precipitò ad aiutarmi ad alzarmi lanciando un'occhiataccia a chi mi aveva fatto cadere.
- Vieni, andiamo via. - Ci incamminammo alla ricerca di un posto dove pranzare con me avvolta nell'ala protettiva del suo braccio.

ANGOLO SCRITTRICE: è corto e ci ho messo tanto. Scusate, la Dea Ispirazione mi ha fatto viva solo adesso e comunque non mi piace. 
Ora, considerando che sto letteralmente dormendo vado a, appunto, dormire.
Perdonatemi errori e fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto, ILoveRainbows
  
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