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Autore: Youhavesavedme_    08/02/2014    9 recensioni
"Tutto questo significa che ogni volta che ci si muove si deve stare attenti a ciò che si fa, per non creare problemi alla propria famiglia, ma i miei genitori credono che il mio comportamento non sia adatto alle mondanità legate alla nobiltà, quindi sono costretto ad avere lezioni di comportamento. In più, i miei genitori mi tengono recluso in casa, non mi fanno respirare non mi fanno incontrare nessuno, quindi voi siete l’unica persona che in questo momento mi stia salvando, voi siete l’unica persona nuova che potrò vedere quindi ve ne prego, non abbandonatemi."
"La mia vita è completamente ed assolutamente controllata da LORO."
"Semplicemente sono in una gabbia, che tiene rinchiusa la mia anima."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C
apitolo dodici: We will be strangers.

Pov’s Emilie.       
Dopo qualche ora, riuscii a trovare un alloggio per la notte, che mi assicurava anche i pasti per il giorno seguente. Presa la chiave per la mia stanza, la raggiunsi entrai ed immediatamente mi stesi sul letto. Non appena fui stesa, cominciai a pensare ad Harry, e a quanto credessi sarebbe stata facile questa situazione, ma come sempre mi sbagliavo, era più difficile del previsto. La parte più dolorosa era accettare che l’uomo di cui sei innamorata era già promesso sposo di un’altra donna, ed io una semplice, in questo caso balia, cosa avrei potuto fare nei confronti di tante persone nobili, che non avrebbero mai compreso ed accettato l’amore di loro figlio per una donna inferiore a loro?

Forse avevo sbagliato anche ad accettare di incontrarci nel parco in cui l’avevo portato, per farlo sentire di nuovo bambino. Infondo andare lì, cosa avrebbe cambiato? Cosa avremmo risolto vedendoci di nuovo? Tutto questo ci avrebbe portato solo tanta sofferenza, forse era veramente meglio che non ci vedessimo, ma non sapevo se realmente ero disposta a rinunciare a quest’ultima possibilità, per potergli stare accanto.

Pov’s Harry.
Emilie si era allontanata da poco da me, ed io non riuscivo a fare a meno della sua presenza,  di nuovo stavo facendo gestire la mia vita dai miei genitori, di nuovo non ero in grado di impormi, di far vedere quanto io fossi “cresciuto”. Come avevo fatto a lasciarla andare via? Come avevo fatto a non oppormi alla decisione dei miei genitori scappando comunque con Emilie? Comunque in ogni caso, mi sarei sentito meglio vedendola l’indomani sera, così almeno sarei riuscito ad andare avanti, infondo sapevo che avremmo fatto qualcosa per impedire tutto questo, sapevo che lei non avrebbe accettato tutto questo, come non lo stavo accettando io. Venni allontanato dai miei pensieri dall’irruzione del maggiordomo nella mia stanza che mi avvisava del fatto che i miei genitori volessero vedermi, così controvoglia scesi in salotto, dove non appena si accorsero della mia presenza, mi invitarono a sedermi.

«Figlio mio, come sapete tra qualche giorno dovrete sposarvi con la figlia del barone di Gran Bretagna, per questo, domani mattina dovremmo andare a fare la prova per il vostro abito, anche perché una persona nobile, non può vestirsi come si vestono le persone comuni, perché come vorrei ricordarvi, noi non siamo persone comuni.»

«Madre, ma per quale motivo io dovrei sposarmi con questa donna? Infondo nemmeno la conosco, e sapete che sono innamorato di Emilie.» dissi quest’ultima parola sussurrando.

Mio padre subito interruppe la conversazione e prese parola, sovrastando la mia voce, le mie parole.

«Noi non dobbiamo darvi spiegazioni di nulla, semplicemente voi dovete fare quello che noi decidiamo, infondo questo è per il vostro bene. Adesso, potete tornare nelle vostre stanze, la discussione è conclusa.»

Non appena fui congedato dovetti salire nelle mie stanze, anche se avrei voluto rispondere che non mi sarei sposato con quella donna, perché amavo Emilie, avrei voluto gridarlo, ed invece l’avevo sussurrato, permettendo a mio padre, ancora una volta di prendere parola su di me. Tornai nelle mie stanze e mi addormentai, con il pensiero fisso verso la mia Emilie.

La mattina seguente venni svegliato dal maggiordomo, con l’avviso che sarei dovuto andare a provare l’abito nuziale.
Scesi in salotto, salii sulla macchina con mia madre e venimmo accompagnati al negozio. Arrivati lì, subito mi fecero provare il vestito, e non appena lo indossai, cominciai a pensare alla mia Emilie, cominciai a pensare al fatto che fosse stata lei a venirmi incontro davanti all’altare bellissima, come sempre, avvolta in un meraviglioso abito bianco, ma fui allontanato dai miei pensieri dalla voce di mia madre, che si emozionava vedendomi vestito in quel modo, e continuava a sussurrare che sarei stato benissimo con la donna con cui mi sarei dovuto sposare.

Pov’s Emilie.
Quella mattina mi svegliai particolarmente agitata, non riuscivo a non pensare al fatto che la sera stessa avrei incontrato il mio Harry, ed avrei dovuto dirgli quello che pensavo sarebbe stata la cosa migliore per poter andare avanti. Sarebbe stato doloroso, ma dovevo farlo per lui, per me, per noi, non potevamo continuare ad andare avanti convincendoci del fatto che saremmo riusciti a fare qualcosa o che saremmo riusciti a ricreare quel legame, che era nato, ma che inevitabilmente, essendo lontani, si sarebbe dissolto e ovviamente, non ne sarebbe rimasto nulla, se non qualche ricordo.

Sai, probabilmente sembrerò pazza, ma credimi Har, se ti dico che sento il battito del tuo cuore nelle mie orecchie.
Sento rimbombare il rumore di quando rallenta ed aspetta un tuo respiro per prendere ossigeno. Ormai sento tutto di te, e tu sei lontano da me, tutto questo perché ho pensato di avvicinarmi a te, nonostante io avessi paura, nonostante avessi combattuto contro me stessa per non legarmi a te.

Passai tutta la giornata in camera, e quasi non mi sentii male pensando a quello che avrei dovuto dirgli, avrei fatto più male a me che a lui, ma forse era necessario, era l’unico modo per renderci liberi, almeno dal mio punto di vista, lui in questo modo non si sarebbe mai sentito libero, si sarebbe sentito ancora più chiuso in gabbia ed ancora di più sotto il controllo dei suoi genitori, ma era l’unico modo per poter andare avanti, dovevo farlo.

Non appena cominciò a farsi buio, mi incamminai verso il parco, arrivata lì, trovai Harry seduto sull’altalena dove avevamo deciso di sederci quando l’avevo portato qua. Lo raggiunsi, e non appena mi vide cercò di baciarmi, ma io lo allontanai. Lui, subito cercò di capire le motivazioni per questo mio gesto, e non appena incontrai i suoi occhi delusi cominciai a sentirmi male, quasi volevo andarmene e ricominciare questo incontro da capo, arrivando qui e baciandolo, per riprendere quel contatto che tanto mi era mancato, ma non potevo farlo, così, non appena mi fui tranquillizzata decisi di cominciare a parlare.

«Harry, devo parlarti, non posso farne a meno, dobbiamo fare qualcosa, per risolvere questa situazione.»

Subito Harry sorrise, ma cambiò espressione, non appena incontrò il mio sguardo, così, non appena fui riuscita a prendere coraggio, decisi di riprendere a parlare.

«Harry, non vorrei dirtelo, non sai nemmeno quanto mi faccia male fartelo sapere, ma devi comprendere che io non sono mai stata realmente innamorata di te, ho sempre finto, solo per convincerti a fare qualcosa che ti avrebbe creato problemi, ma in realtà, per me ogni momento è stata pura finzione. Non credere che io ti stia mentendo, perché non è così, ti sto finalmente dicendo la verità, lo so, è difficile da accettare, ma è così, ed ho deciso di fartelo sapere adesso, in modo da farti vivere libero e lontano da me.»

«Non riesco a crederci, tu realmente non puoi dirmi che non hai mai provato niente, non puoi dirmi che non sei mai stata innamorata di me, non puoi, non dovresti dirmi tutto questo, anzi dovremmo trovare insieme un modo per non farmi sposare, perché infondo sai anche tu, quanto sia sbagliato questo matrimonio.» disse gridando, e tra le lacrime.

«Devi dimostrarmi che per te tutto questo è stata una finzione, ora guardami negli occhi e ripetimi che non sei innamorata di me, che non hai mai provato niente. Se realmente lo farai, per me le cose si potranno chiudere qui, per me sarai un capitolo chiuso, ma ti prego, non dirmele, per favore, non sai quanto male tu mi stia facendo.»

Presi un respiro profondo, mi avvicinai a lui e guardandolo negli occhi ripresi a parlare.

«Harry Edward Styles, io non sono mai realmente stata innamorata di te, tutto quello che è successo per me è stata solo finzione, quindi per me tutto questo può concludersi qui.»

Subito smisi di guardarlo negli occhi, altrimenti avrei cominciato a piangere, e lui non mi avrebbe creduto, cosa che volevo che facesse, semplicemente perché se almeno avesse creduto che io non fossi mai stata innamorata di lui, la cosa si sarebbe risolta, perché mi avrebbe dimenticata, avrebbe vissuto la propria vita, stessa cosa per quanto riguardasse me.

Anche se pareva che Harry non volesse guardarmi, non volesse parlarmi, decise di prendere parola, con le lacrime agli occhi, con la voce incrinata dal dolore per tutto quello che gli stavo facendo passare.

«Cosa farò senza di te? Senza il tuo sguardo, senza le tue labbra, senza la tua vicinanza, senza la tua presenza? Sai, mi sento fuori di testa, mi sembra di sentirmi male. Perché? Beh, perché tutto di me ama tutto di te, ama tutte le tue perfette imperfezioni. Per favore, ti chiedo ancora una volta “dammi il tuo tutto, io ti darò tutto il mio tutto” tu sei la mia fine ed il mio inizio, ed anche quando perdo, vinco perché ti do tutto di me e tu mi dai tutto di me. Sai, sei colei che mi fa crollare, sei colei che mi fa del male, sei colei che mi fa soffrire, ma sei anche la mia musa, sei la mia peggiore distrazione, sei la colonna sonora del mio amore. La mia testa, è completamente colma di te, la mia testa è per te. Per favore, giochiamo questo gioco a carte scoperte, non facciamolo giocare ad altri. Perché io ti ho dato e ti do tutto di me, e vorrei che anche tu mi dessi tutto di te.»

E quando finì di parlare, il mio mondo crollò, e desiderai tante volte che questo mondo fosse risollevato da lui, che piangeva che mi pregava di donargli tutto di me, che mi scongiurava di non andarmene.

Ma purtroppo non risollevò il mio mondo, perché io continuai a fingere, continuai a non guardarlo, continuai a rimanere forte per fargli credere che la mia vita fosse migliore senza di lui, per fargli credere che non desiderassi donargli il mio tutto.

Così, costretto dal mio silenzio Harry, continuò silenziosamente a piangere, successivamente si avvicinò a me, mi accarezzò la guancia e mi lasciò un bacio a stampo prima di andarsene, mi guardò quasi implorando di non lasciarlo andare così, ma dovetti farlo per noi. Non appena fu abbastanza lontano per non vedermi, cominciai a piangere comprendendo che mi ero appena rovinata la vita.

And I’m sorry it’s this way.
But I’m coming home, I’ll be coming home.


*Angolo scrittrice*
Ed ecco a quale punto siamo arrivati, i due giovani si allontanano, ed io scrivendo questa parte non sapete quanto abbia pianto, forse perché ci tengo, forse perché ho immaginato il tutto, o semplicemente perché sarebbe una cosa triste da vivere, quindi mi è stato difficile da scrivere. Comunque, spero che questa storia continui a piacervi, anche perché mancano ormai pochi capitoli per la fine, quindi tenetevi pronti per la fine. Spero che continuiate a seguirla fino al termine, anche perché mi dispiacerebbe non avere una vostra impressione finale dopo tutto il mio lavoro.
Alla prossima.
Carol.
 
  
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