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Autore: Kotoko_chan    08/02/2014    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction. Kyoko si rende finalmente conto dei suoi sentimenti nei confronti di Ren. Ma come reagirà? Come potrà affrontare una nuova storia d'amore dopo l'enorme delusione che ha avuto con Sho? Come riuscirà a gestire i suoi sentimenti?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Musical
“… e sono tre! Tre mesi! Yeaaah!” esclamò Kyoko cerchiando sul calendario la data di quel giorno.
Era nella sua camera ed osservava con aria sognante quel cerchietto. Tre mesi con Ren. Un sogno.
Felice sistemò la sua camera canticchiando l’ultima canzone di Sho. Dopo che avevano fatto pace si erano visti e sentiti spesso. Ren non approvava questi incontri ma vedendola in pace con se stessa la lasciava andare. Recuperare i fili della sua vita le aveva fatto raggiungere un equilibrio perfetto. Amicizia, amore, lavoro… tutto funzionava alla perfezione.
“Si può essere così felici?” si chiese mentre raddrizzava la foto di Ren.
Ora il suo enorme specchio era cosparso di fotografie. Di lei e Ren abbracciati al loro primo vero appuntamento, di lei e Moko-chan infastidita da quella foto, e alcune con Sho. Era soprattutto foto idiote, le avevano scattate in una cabina per purikura quando erano stati beccati dai fan di Sho in un bar. Si erano rifugiati in quella cabina e per passare il tempo avevano fatto quelle foto assurde. Ren non era molto felice però poi è scoppiato a ridere quando in una foto entrambi si massaggiavano con aria dolorante la fronte perché si erano scontrati.
Si vestì velocemente e scappò via da casa sua per raggiungere la LME. Erano state convocate lei e Moko-chan da Sawara-san per un nuovo progetto ed era entusiasta di poter lavorare di nuovo con lei.
Arrivò contemporaneamente con Moko che con un sorriso le si affiancò raggiungendo l’ufficio di Sawara. Dovettero attendere un quarto d’ora perché era impegnato in una telefonata.
“Chissà di cosa si tratta…” disse Kyoko pensierosa.
“Me lo sto chiedendo anch’io” rispose Moko.
“Prego ragazze potete entrare” disse Sawara-san affacciandosi.
Dopo degli inchini di saluto si accomodarono sulle sedie di fronte alla scrivania.
“Allora ragazze… avete fatto i compiti a casa?” chiese entusiasta Sawara-san.
“Compiti?” risposero perplesse le ragazze all’unisono.
“State seguendo il corso di canto e ballo o no? Qui alla Lme!”
“Ah si si”.
Infatti un paio di mesi prima era state costrette a seguire entrambe le lezioni di canto e ballo. Loro seguivano solo quelle di recitazione perché intraprendere una carriera nel ramo della musica non le interessava.
“Come sta proseguendo?” continuò lui.
“Direi abbastanza bene” disse Moko.
“Tu Mogami-san?”
“Posso dire lo stesso” rispose sempre perplessa.
“Ottimo, perché è arrivata la vostra grande occasione!” esclamò Sawara-san.
Ad entrambe le ragazze brillarono gli occhi di entusiasmo.
“Ossia?” chiesero.
“Qualche mese fa nell’aria si era diffusa la voce che avrebbero messo su un musical con tutti attori emergenti. Ecco perché vi ho detto di seguire quei corsi” spiegò “Ieri ho avuto la conferma ufficiale! Rifaranno “High school musical” adattandolo al nostro paese ovviamente. Hanno già scelto il protagonista maschile e faranno presto i provini per gli altri personaggi. Allora cosa ve ne pare?”
“Sarebbe magnifico!” esclamò Kyoko alzandosi in piedi.
“Hai ragione! Ma come mai hanno già scelto il protagonista maschile?” chiese Moko.
“E’ per dargli più visibilità. Lui è già un cantante abbastanza famoso, Mogami-san è un tuo amico se non sbaglio”.
“Fuwa Sho?” chiese sbalordita.
“Si proprio lui. E’ una sorta di trovata pubblicitaria, ti conviene chiedere i dettagli a lui. Tra due settimane ci saranno i provini quindi dovete preparare delle coreografie e dei pezzi da cantare. Mi raccomando impegnatevi e fate vedere chi siete!” disse con enfasi Sawara-san.
“Siii!” risposero risolute le ragazze. Uscirono dall’ufficio con una forte carica e voglia di fare.
“Moko-chan! Mettiamoci subito al lavoro!”
“D’accordo. Andiamo a parlare con i nostri insegnati e vediamo cosa ci consigliano”.
“Non è meglio vedere prima il musical? Io non lo conosco”.
“Va bene, procuriamoci un dvd e studiamocelo alla Love-me section”.
Riuscirono a trovare il dvd in fretta e dopo averlo visto il loro entusiasmo salì alle stelle raggiungendo di corsa i loro insegnanti per scegliere i pezzi per le coreografie e quelli da cantare.
Non fecero neanche la pausa pranzo per provare le canzoni e scegliere i passi. A fine giornata uscirono esauste ma soddisfatte, c’era ancora tanto lavoro da fare ma a loro non importava. Non vedevano l’ora di partecipare ai provini.
Arrivate all’ingresso si salutarono stancamente e Kyoko si avvicinò alla sua bici con passo barcollante. Inciampò e cadde a terra lamentandosi per il colpo.
“Kyoko tutto bene?”
Si voltò e vide solamente delle forti braccia che la sollevarono.
“Buonasera Ren” disse dandogli un delicato bacio sulla guancia.
“Kyoko!” esclamò guardandosi intorno.
La portò verso la sua auto e dopo averla fatta accomodare mise in moto.
“Potevano vederci! E non voglio che i giornalisti distruggono la nostra intimità” disse indignato.
“Scusa… è stato un gesto spontaneo… dopotutto oggi festeggiamo i nostri tre mesi insieme” rispose lei sorridendo stancamente.
Lui si avvicinò a lei e la baciò sulle labbra.
“Ren!” esclamò lei imbarazzata “Guarda avanti!”
Un altro bacio.
“Il semaforo è rosso”.
“Ci possono vedere dal finestrino” replicò.
Un altro bacio.
“Vetri oscurati”.
La strinse a sé approfondendo il bacio con passione crescente.
“Ren…” ansimò quando la mano di lui le percorse tutto il corpo.
Clacson in lontananza li fecero ritornare alla realtà. Lui, senza scomporsi, riprese a guidare.
“R-Ren come mai sei ve-venuto qui oggi?” chiese balbettante in fase di recupero.
“Non ho avuto più tue notizie da ieri sera e inoltre non hai risposto alle mie chiamate”.
“Ah!” pescò il telefono dalla sua borsa e trovò diverse chiamate perse e un’infinità di messaggi.
“Scusami! Dopo avermi lasciato ieri sera ho ricevuto una chiamata da Sawara-san!”
“Buone notizie?” chiese distratto a causa di un incrocio.
“Si! Per me e Moko-chan! Ci ha costretto tempo fa ha frequentare le lezioni di canto e ballo per poter partecipare ai provini di un musical!” disse eccitata.
“Capisco. Sono contento per voi” commentò sorridendo.
“Sarà una versione di “High school musical” giapponese e il protagonista è Sho e…”
“Fuwa?” chiese irritato all’istante.
Parcheggiò l’auto nel garage e salirono al suo appartamento.
“Si. A proposito devo chiamarlo perché non mi aveva detto nulla di questa storia! Lui che fa l’attore? Non si può!” ritrovò il suo telefono e compose il numero ma Ren glielo tolse dalle mani spegnendolo.
“Ren!” esclamò lei saltellando per recuperare il telefono. Lui per tutta risposta la prese in braccio ritrovandosi appoggiata sulle sue spalle. Le si mozzò il respiro per l’impatto, le gambe ciondolarono nel vuoto e i suoi capelli, che negli ultimi mesi stava facendo allungare, le coprirono il viso. Un braccio d’acciaio le bloccò le gambe.
“Ren! Mettimi giù!” disse con voce soffocata.
“Uhm… no. Oggi facciamo tre mesi insieme e pensi che ti permetti di dedicare le poche ore rimaste di questo giorno al telefono con Fuwa? Te lo scordi mia cara” disse divertito entrando in casa.
“Lasciami andare! Brutto antipatico!” ribatté lei ridendo. Giocosamente iniziò a tempestarlo di pugni sulla schiena e agitò le gambe.
Lui puntò la camera da letto sedendosi a bordo del letto liberando la stretta sulle sue gambe.
“Sei libera” disse semplicemente.
Lei si mise a sedere a cavalcioni su di lui e rimase un attimo con gli occhi per riprendere fiato. Quando li riaprì trovò Ren con la sua espressione da cucciolo bastonato a cui lei non poté resistere. Gli afferrò con delicatezza il viso portandolo verso il suo e iniziò a stuzzicargli le labbra con leggeri morsi. Le sue iridi divennero più scure per il desiderio soprattutto quando dai morsi passò alla lingua, invadendo la sua bocca con un tocco caldo, deciso, passionale.
Non resistendo si staccò da lei per avventarsi sul suo collo facendola gemere sonoramente. Non riuscendo a stare ferma riuscì a togliergli la maglia mentre lui scese più in basso, affondando la testa negli incavi dei suoi seni.
“Mi piace la camicetta” commentò divertito mentre gliela sbottonava.
“Scemo” rispose Kyoko dandogli un leggero buffetto sulla testa.
Ridacchiando lui le sbottonò il gancetto del reggiseno per poter assaporare i suoi seni.
“Ren” ansimò lei mentre lui li stuzzicava sempre con maggiore intensità.
Iniziò ad agitarsi muovendo i fianchi verso il suo basso ventre. Lui abbandonò i seni e la fece sdraiare sul letto sotto di lui spogliando entrambi di qualsiasi cosa e penetrandola con forza. Lei lo accolse con un gemito di dolore iniziando la dolce danza della passione.
 
***
“Kyoko”.
“Mmm…”
“Kyoko, svegliati”.
“Nnoo”.
“Forza oggi si lavora”.
Aprì gli occhi contrariata e trovò Ren al suo fianco intento ad accarezzarla.
“E’ già giorno?” chiese sbadigliando.
“Si, e oggi dobbiamo tornare nelle vesti dei fratelli Hell”.
“Noooo, non voglioooo” disse lei coprendosi la faccia con il cuscino.
“Siamo capricciosi stamattina” commentò lui dandogli dei baci leggeri sull’intero corpo.
“Non voglio fare la parte dei fratelli”.
“E perché?”
“Perché non ti potrò saltare addosso quando voglio!” commentò imbarazzata. Era la verità dopotutto. Essendo fratelli non possono certo entrare in intimità.
Questo commentò imbarazzò Ren che con una risata prese in braccio Kyoko. Lei cercò di coprirsi in qualsiasi modo per non farsi vedere nuda.
“Cosa ti copri visto che conosco ogni angolo di te?”
“E’ imbarazzante comunque!”
“Bene, allora ora faremo qualcosa di ancora più imbarazzante!”
Detto ciò entrò in bagno portandola sotto la doccia.
“E’ fredda!!!” esclamò lei mettendosi lontana dal getto.
“Ci riscalderemo” rispose maliziosamente.
“Come??”
“Sei stata tu a provocarmi! Quindi possiamo essere ancora un po’ degli amanti!” chiuse la tenda dietro di sé agguantando una ridacchiante Kyoko.
 
***
 
“Ti ho trovato” disse una voce inconfondibile. Il suo peggior nemico.
Si girò impugnando la pistola sparando un colpo a vuoto. Si era nascosto e non riusciva a capire dove fosse. I ruoli si erano invertiti. Da cacciatore era diventato preda.
“Non mi sfuggirai!”
Iniziò a correre arrampicandosi su una scala anti incendio per avere una visuale migliore ma senza successo. Le sirene della polizia si fecero più insistenti. Quel maledetto li aveva avvisati e ora sapevano dove fosse.
Salì all’apice della scala iniziando poi a scappare tra i tetti, seguito dalla sua preda. Fu costretto a fermarsi quando si rese conto di aver raggiunto un punto di non ritorno. Il tetto successivo era troppo lontano per poterlo raggiungere con un balzo e non poteva tornare indietro perché era stato raggiunto.
“Sei in trappola bastardo!” disse l’uomo puntandogli contro la pistola.
“Ne sei sicuro?” chiese beffardo.
“Non puoi più andare da nessuna parte!” sparò un colpo.
Lui scivolò all’indietro cadendo dal tetto. L’altro corse verso il bordo per vedere dove fosse il corpo ma senza alcun risultato.
Una fitta di dolore alla spalla lo fecero sobbalzare. Si accasciò a terra e guardando in lontananza lo vide su un camion che rideva freddamente dopo aver sparato il colpo. Era illeso.
“BASTARDO!” urlò.>

“Stop! Ottimo lavoro ragazzi!” disse il regista con un applauso.
Setsu guardò suo fratello che snobbò tutti per raggiungerla. Lei gli porse un asciugamano.
“Puoi fare di più” commentò solo per irritarlo.
“Facciamo una pausa!” disse il regista.
I due fratelli non se lo fecero ripetere due volte e si diressero ai camerini.
“Vai avanti, io vado in mensa per recuperare il pranzo” disse Setsu sistemando la sua gonna aderentissima.
“Non ho fame” commentò Cain sbuffando.
“Io si, e anche tu mangerai” rispose irritata allontanandosi.
Lui trattenne un sorriso che sarebbe stato molto Tsuruga Ren e non Cain Hell. Entrò in camerino e si avvicinò al mini frigo per recuperare una bottiglia d’acqua. Bevve con gusto e desiderio finendola in un niente. Si liberò dal pesante costume di scena e si diresse verso lo specchio per potersi togliere le lenti a contatto che doveva indossare per poter interpretare quel personaggio così violento.
Dopo averle tolte trovò di fronte a sé lo sguardo di Kuon, il vero se stesso, quel Kuon violento dagli occhi azzurri da angelo e da i capelli biondi. Kyoko lo aveva conosciuto quando era bambino, prima di diventare violento e non le aveva mai detto nulla. Non le avrebbe mai detto nulla.
Sospirando recuperò le lenti castane di Ren Tsuruga.
“Ehi Cain ho portato il pran…”
Setsu si fermò sulla soglia osservando il ragazzo con gli occhi bicromatici.
Quell’azzurro degli occhi la fecero tornare indietro nel tempo, al suo incontro con Corn, al principe delle fate che l’aveva consolata tante volte. Ma perché Ren aveva quel colore degli occhi?
“Re…”
“SSSSHHHH chiudi la porta!” esclamò.
Lei eseguì e portò il vassoio al tavolo.
“Non puoi pronunciare il mio nome lo sai! Siamo sotto copertura!”
“Lo so… ma… qual è il vero colore dei tuoi occhi?” chiese mentre i battiti del suo cuore accelerarono.
“Che domande? Ovviamente castani. Ho messo una lente a contatto azzurra per vedere come sto. Sai pensavo di cambiare look” disse cercando di depistarla.
“Ho capito” rispose ancora scossa.
Come un automa servì il pranzo. Lui senza farsene accorgere si mise l’altra lente a contatto marrone per poi abbracciarla.
“Cosa c’è?” chiese ansioso.
“Niente, niente… mangiamo” rispose con un sorriso.
Ma ormai un piccolo dubbio si era insediato nel suo cuore.
 
 
 
Ciao! Sono tornata con un nuovo capitolo! :D Spero che vi piaccia ^^ Abbiamo una Kyoko nel finale dubbiosa… cosa accadrà? =P E questo musical… poi capirete perché ho deciso di inserirlo nella storia. Ho scelto “High school musical” perché m sembrava il più adatto per dei ragazzi della loro età. Il Glee sarebbe stato troppo impegnativo, Dirty dancing troppo assurdo. Grease è un classico talmente bello che non vorrei rovinarlo xD
Poi capirete =P Alla prossima ;)
 
P.S. commentate!!!
 
Note: Sawara-san è una sorta di agente di Kyoko.
Kuon e Corn sono sempre Ren. Cambia solo la pronuncia.
Purikura: sono delle foto a stick che puoi decorare come vuoi.

 
   
 
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