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Autore: Liris    14/06/2008    6 recensioni
Pensando di aver definitivamente messo la parola fine alle avventure,
due persone capiranno quanto il destino a volte,
si diverta a prendersi gioco dei piccoli umani

Dopo "I Promise You" ecco a voi il seguito tanto atteso^^ dove l'amore fra Edward e Roy sarà messo a dura prova dalla volontà del fato.
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti, a parte uno, non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura
Raiting:Arancione
Riassunto Capitolo: -ORA!- gridò Lilith, e FullMetal non poté far altro che picchiare la punta del bastone che teneva saldo, sentendo solo un forte bruciore alla mano che lo stringeva, e tutto davanti a lui dissolversi in un secondo.

“come hai fatto? È stupefacente!” aveva affermato Alphonse ridendo, mentre il fratello aveva preso in mano la pesca, scuotendo la testa, incredulo
“Bisogna soprattutto pensare al luogo dove si vuole andare, oppure alla cosa che ci preme di raggiungere” aveva spiegato Lilith, sedendosi divertita accanto a loro


“Roy…..Roy, ti prego” aveva pensato come un desiderio represso Edward


Quello che avvenne dopo fu solo un tremendo vuoto sotto e intorno a loro che fece perdere al biondo conoscenza






-Fratelli degeneri: quando si cade in mani sbagliate-







-Roy..- una voce melodica, calma e quasi serafica che lo chiamava.
-Roy, è tardi..- avrebbe voluto sentire ancora il suo nome su quel tono così bello
-Roy..dai, svegliati..- mugolò ora la stessa voce, mentre un piccolo sorriso si allargava sulle labbra dell’uomo in questione, che se ne stava beatamente accomodato, in modo scomposto, sul grande letto.
“Ancora una volta, Mame-chan…mi piace quando mi chiami” pensò il grande eroe di Ishbar, senza però tener conto della poco pazienza di un certo biondino.
-Maledizione, Roy, vuoi alzarti?!- ringhiò questa volta Edward, prendendo un cuscino e sbattendolo in faccia al moro, che di colpo si tirò su, con l’unico occhio antracite stralunato.
-Ma….ma…TI SEMBRANO I MODI?- gridò in direzione del ragazzo, che di tutta risposta gli fece una linguaccia.
-Quando uno non vuole svegliarsi dopo tutta mattina che lo chiamo….SI!- affermò, non calcolando però la prontezza di movimenti di Mustang, che in un batter di ciglia l’aveva afferrato, tirandolo sul letto.

L’aveva gabbato con la falsa sfuriata!.

Edward cercò di liberarsi dall’abbraccio dell’uomo che si faceva sempre più poco casto, mentre i baci che questo posava sul suo collo lasciavano evidenti segni.
-ROY!! Lasciami dai, siamo in ritardo, accidenti a….- un tocco più marcato sul suo fondoschiena gli fece mordere il labbro inferiore, mentre Mustang prendeva questo attimo di incertezza, facendolo amabilmente cadere supino sul materasso, proprio sotto di lui.

I dorati occhi del biondino si fecero grandi e meravigliati dalla facilità del Furher di atterrarlo e piegarlo al suo volere.

-Maniaco! Pervertito!! Non hai in mente altro!- affermò, cercando di svincolare dalla sua presa, mentre Roy gli baciava la pancia scoperta per colpa di quei movimenti impacciati.
-Shh, che la vicina potrebbe spaventarsi..- mormorò lui, sorridendo sotto i baffi, mentre mordeva la parte più sensibile del fianco destro del suo Mame-chan. -Che ora che ci penso, ormai dovrebbe essersi abituata a certi rumori molesti- aggiunse ridacchiando
Edward, per effetto del morsetto, si inarcò di poco, mugolando un dissenso che però non fu preso in considerazione da Roy che ripartì all’attacco.
“L’hai voluta tu!” pensò il biondino, cambiando d’un tratto espressione, trasformando quelle polle dorate di ira in un mare di miele, pieno solo di sensualità.
Mustang notò quel cambiamento, e pensando di averla fatta franca, catturò le labbra del suo fagiolino, sentendo le sue gambe stringergli intorno ai fianchi.

Poi tutto gli sembrò confuso e troppo veloce per la sua testa.

Come diamine si era ritrovato per terra?

Massaggiandosi il fondoschiena, notò il sorriso vittorioso di Edward, mentre questo si era alzato sul letto, con le mani sui fianchi, e la vittoria stampata negli occhi.

Roy ci mise qualche minuto ad ingranare, indicando poi con dito tremulo il suo tenero angelo.
-Mi hai fregato!!- affermò, con l’occhio sgranato.


Altro che “tenero angelo”
Quello era un diavolo con tanto di corna, coda e forchettone


Edward si sistemò la divisa nera, scendendo con un balzo dal letto, mentre prendeva ad intrecciarsi i capelli nell’abituale treccia.
Roy sospirò, alzandosi, sconfitto.
1 a 0 per Mame-chan.
-Almeno un piccolo regalo me lo fai?- domandò, guardando a terra, il Flame Alchemist, il grande eroe di Ishbar, il Furher, l’uomo più importante di Amestris.

Un uomo innamorato.

Edward alzò un sopracciglio, arrivando quasi alla fine della treccia, con le dita, osservando il SUO uomo.
-Cosa?- domandò curioso, preparandosi psicologicamente a qualche richiesta assurda di Roy.
Questo si grattò la testa, alzando il viso, per puntare la sua iride pece in quel miele dorato.
-Fatti la coda…- sussurrò, avvicinandosi a lui, che rimaneva stranamente immobile, con un leggero sorriso spuntato sulle labbra.

Il personale sorriso di Roy..
Solo per lui.

L’uomo più grande disfò in un abile gesto la treccia appena conclusa da Edward, facendolo girare così che potesse dargli le spalle, e con lentezza alzò i capelli, raccogliendoli con maestria.
Il maggiore degli Elric gli passò l’elastico, e Mustang legò quella cascata di lino dorato in un alta coda, baciandone poi le punte.
Edward sbuffò piano, sentendosi le guance andare un pochino in fiamme, chiedendosi se avrebbe mai superato quelle fasi da “prima cotta”
Rigiratosi di fronte all’uomo che amava, lo guardò in viso, notando come l’occhio dal taglio orientale sembrava avere quella sua solita luce particolare.
Il biondino si avvicinò a lui, alzandosi un pochino per raggiungere quelle labbra perfette, in un dolce bacio del buongiorno, e poi lo sospinse in bagno.

-Muoviti ora, e tralascia le cavolate! Siamo come al solito in ritardo, e se non ti sbrighi ti lascio qui, così poi dovrai..- Edward fece una piccola pausa, puntando il dito sulle labbra, mentre Mustang sbiancò.
-Non….non mi lascerai vero..da solo ad entrare in ritardo al Quartier Generale..?- mugolò, quasi come un bambino che ha paura di essere sgridato da una maestra severissima, dopo essere arrivato tardi alla lezione.

Beh….il paragone non si allontanava tanto dalla realtà.

Edward sogghignò, guardandolo crudelmente -si, mio caro, ti lascerei nelle mani della Hawkeye, che ti accoglierebbe con un bellissimo scaricamento del suo intero caricatore addosso.- finì il ragazzo, rigirandosi per tornare in sala, tutto fischiettante.

Roy rimase li impalato, quasi pronto per piangere.

Demonio…

Era innamorato del peggiore dei diavoli.

Si rinchiuse in bagno, preparandosi a tempo di record, sperando davvero che il suo Mame-chan lo aspettasse.


***





-Il problema si fa sempre più serio, mano a mano che andiamo avanti- mormorò Huges, osservando la mappa stesa davanti a loro, controllando come i punti rossi erano concentrati su West City in modo impressionante.
Si grattò distratto la sua barbetta mora, mentre i piccoli occhi, dietro alle spesse lenti, andavano da Dublith a Rush Valley, in cui altri episodi di disordini si erano verificati, ma di minore importanza.
Edward, accanto a lui, faceva passare con attenzione, il dito indice su un foglio che teneva fra le mani, sul quale erano riportati gli esatti giorni in cui questi erano avvenuti.
-Direi che il problema si è incentrato su West City. I ribelli devono aver iniziato da Dublith, per poi passare a Rush Valley, e vedendo che la cosa non funzionava, si sono spostati su questa.- spiegò in breve Roy, dopo aver ricontrollato le due date che il maggiore degli Elric gli aveva fatto saltare all‘occhio, mentre con un dito sostava sulla città quasi del tutto punteggiata di rosso.

Erano riuniti nel suo ufficio, lui, Huges, Edward, Riza e Armstrong, più un altro paio di sottoposti con il grado alto.
-Sarà meglio controllare anche le prime città, Signore- mormorò il Colonnello Hawkeye, alzando il viso sull’uomo, mentre Maes annuiva, convinto anche lui che un esame più accurato sul territorio sarebbe stato l’ideale.
Mustang si massaggiò una tempia, decidendo sul da farsi, e poi si girò verso gli altri due ufficiali che attendevano solo un suo ordine.
-Bene, allora Colonnello Anderther, voi con alcuni dei vostri uomini controllerete Rush Valley, mentre lei, Maggiore Elpast, andrà con la sua truppa a Dublith. Non voglio schieramenti di forze in massa, ma solo pochi soldati. Non vogliamo allarmare la cittadinanza.- concluse Mustang, guardando i due ufficiali, che con un gesto militare accettarono l’incarico, uscendo per prepararsi alla partenza.

Rimasti solo in cinque, Roy osservò i suoi sottoposti, non che amici, e sospirò piano.
-Credo che dovremo prendere e andare a West City per risolvere questa situazione una volta per tutte.- affermò, tornando ad accomodarsi sulla sieda dietro alla scrivania, mentre Edward alzava un sopracciglio perplesso.
-Roy…..spiegami che diamine ci fa mio fratello a West City..- disse, puntando i suoi dorati occhi sul Generale, mentre Huges, incuriosito, si avvicinava all‘alchimista d‘acciaio, notando dove il dito indice della mano destra si era fermato sul foglio che aveva in mano.

-Effettivamente questi appunti sono firmati dal SoulHands Alchemist…- affermò il Generale di Brigata, sorpreso, mentre come il maggiore degli Elric, puntava lo sguardo su Mustang.
Questo alzò le mani, come a discolparsi, notando l’irritazione del suo Mame-chan.
-Ehi ehi! Non guardatemi così, io non c’entro nulla. Alphonse era già a West City per una faccenda con sua moglie! Mi ha solo chiesto se poteva rimanere sul luogo a controllare e gli ho dato il via libera.- spiegò, mentre Riza sistemava le ultime disposizioni con Armstrong.
-E tu non c’entreresti niente, eh? Gli hai dato il permesso di stare in una città presa da assalto da un gruppo di rivoltosi!- gli ringhiò contro il biondo, mentre Huges annuiva convinto nelle parole dell’Elric.
-Ed, calmati..è un alchimista, e poi…beh…me l’ha chiesto insistentemente…e…non dovevi neanche venirlo a sapere, però..- Roy si morse il labbro inferiore, notando un luccichio pericoloso nel miele che erano gli occhi di FullMetal.

-Con te…faccio i conti dopo..- sibilò Edward, lasciando il foglio sul tavolo, prima di uscire e sbattere la porta dietro di se, diretto come una furia verso il primo telefono, per fare una lavata di capo ad Alphonse.

Huges si grattò il mento, pensieroso, notando come il viso di Mustang era sbiancato di colpo, e all’uscita del biondino, era tornato lentamente di un bel rosa.
-Quanto vorrei esserci alla punizione…- affermò Maes, sospirando mesto, mentre una vena ballerina pulsava sulla fronte di Roy.
-Lasciamo perdere…- ridacchiò il generale di Brigata, mentre il suo superiore si infilava uno dei suoi immancabili guanti, guardandolo piuttosto malevolo -Cambiando…hm, si, discorso, hai già pensato a chi portare con te a West Valley?- domandò l’uomo, tornato di colpo serio, mentre Roy tralasciava, per il momento, i suoi propositi omicidi, grattandosi una guancia.
-Avevo già fatto una lista dei probabili sottoposti, lasciando via naturalmente Edward…ma ora che sa che il suo adorato fratellino è nel punto della missione, credo che dovrò cambiare i piani- sbuffò Roy, grattandosi nervosamente la testa, spettinandosi così i neri capelli, già di per se, in disordine.
Huges si sedette su una delle poltroncine, prendendo il foglio che stava revisionando prima Edward, notando come SoulHands, o meglio, Alphonse Elric fosse stato meticoloso nella ricostruzione dei fatti e nelle date.

-Era davvero già sul posto per un lavoro con Winry?- domandò Maes, senza alzare gli occhi dai numeri.
Riza in quel momento lasciò un plico a Mustang, e poi uscì, seguita dal Generale Armstrong, dopo un saluto militare, da parte di entrambi.
Roy osservò perplesso l’amico occhialuto, e poi sorrise, chiudendo l’occhio antracite, mentre si appoggiava allo schienale della sedia.

-Credevi che sarei rimasto vivo, se avessi detto ad Edward che Alphonse ha espressamente chiesto di partire in missione?- mormorò, con un sospiro, notando il sorriso di Huges.



-Tu che dici? Se ci avviciniamo morde?- bisbigliò Havoc a Breda, entrambi con gli occhi fissi su un biondino alquanto irritato, rilegato alla sua scrivania.
-Edward, il Furher ha richiesto la tua presenza- disse Riza, fermatasi davanti a lui, notando come una vena ballerina comparve sulla fronte del FullMetal.
-Gli dica che può anche andare al diavolo.- affermò tranquillo, sistemando alcuni fogli che si trovava sul ripiano di lavoro, sbuffando alle manifestazioni del Colonnello Hawkeye.
Difatti questa si mise con le braccia conserte, guardando il ragazzo con cipiglio.
-È un diretto ordine del tuo superiore, Edward- riprese lei, mentre finalmente gli occhi dorati di lui si posarono sul viso di lei.
-Me ne sbatto, Colonnello- rispose, e Havoc e Breda poterono constatare come la cosa sembrava familiare.

Sembrava quasi che davanti ad Edward ci fosse Mustang, e quel Colonnello fosse rivolto a lui.

Bei tempi…

Havoc sghignazzò, mentre spense il resto della sigaretta nel posacenere, tornandosene alla sua postazione, mentre Breda grugniva, stufo del lavoro di oggi.
Riza intanto stava ancora impalata davanti alla scrivania, fissata da Edward, che sperava ardentemente che questa se ne andasse a firmare qualche plico di fogli.
-Colonnello, le ripeto che..- la sua affermazione fu fermata da un colpo di proiettile passato più o meno a cinque centimetri dal suo orecchio destro.

Quello che poterono constatare le persone di quell’ufficio, fu che Riza Hawkeye sapeva farsi rispettare, a differenza di un certo ex-Colonnello di loro conoscenza.


***





Caldo.
Solo un inesorabile ed impossibile calore
Tutto bruciava e lui era completamente in balia delle fiamme.
-R-Roy!- cercò di urlare, ma il fumo lo fece tossire e piegare in due dal dolore.
Sentiva i polmoni quasi ostruiti e l’impossibilità di respirare ora non era più un pensiero, ma una certezza.
Con le lacrime agli occhi, per colpa dell’aria satura, cercò la figura a cui sapeva di potersi aggrappare in un momento così disperato.
-Roy!- riuscì a trovare la forza di urlare, trovando finalmente l’uomo davanti a lui, a pochi passi.

Ma quei pochi metri sembravano un intera strada, impossibile da percorrere in pochi secondi.

L’uomo era girato su un fianco, e Edward poté distinguere il suo occhio antracite vagare avanti, fino a fermarsi su di lui, guardandolo così di traverso.
Fece finalmente un passo, certo di riuscire ad avere la forza di raggiungere quella stabile colonna avanti a se.
Bruciava ancora, il mondo intorno a lui, ma non gli importava.
Tese una mano tremante, sentendo il calore del fuoco intorno, e forse dentro di se.
-R..Roy- lo chiamò disperatamente, mentre gli afferrava la manica della camicia nera che l’uomo indossava.
Un piccolo e faticoso sorriso vittorioso comparve sulle labbra di Edward, mentre si avvicinava a colui che amava, che gli circondò la vita con un braccio, mentre intorno a loro il fuoco continuava a bruciare ogni cosa, alimentato dal nulla.

Una presa che si sciolse quasi subito

Una spinta

E tutto intorno ad Edward, le lingue delle fiamme, divennero ancora più alte.

La mano stringeva ancora quella manica, come un ultimo disperato appiglio.

Gli occhi del biondo si spalancarono increduli, mentre un sorriso che non aveva mai visto sul volto di chi amava più della sua stessa vita, si apriva beffardo su quelle labbra.
-Roy!!- gridò Edward, sentendo la presa su quella manica farsi minore e con uno strattone si ritrovò a terra, circondato dalle fiamme, mentre Roy era al di là, tranquillo, con le mani in tasca e di lato, come per far vedere solo quella parte in cui specchiava il suo occhio antracite.


Cosa aveva lui da temere?

Il fuoco lui lo dominava.

Era piegato al suo volere, e non l’avrebbe minimamente toccato


Che bruciassero gli altri.

Edward lo continuò a chiamare, mentre le fiamme gli lambirono il corpo, circondandolo in un calore mortale.


-Edward! Per l’amore del cielo, apri gli occhi!- affermò una voce, e lui ubbidì, spalancando le iridi color del miele, che non ricordava di aver chiuso.


Roy lo stava guardando con dipinto sul viso uno sguardo preoccupato.
-Ed…mi hai fatto prendere un colpo! Ti dimenavi e chiamavi il mio nome, e non volevi svegliarti- affermò l’uomo, stringendosi al petto il più giovane, mentre questo rimaneva turbato.
Dopo poco portò le braccia intorno al corpo di Roy, affondando il viso nel suo petto, mentre una mano di questo gli stava facendo piccole carezze sul capo.
-West City! Ripeto, West City, Capolinea signori!- l’urlo del controllore arrivò a tutti i passeggeri del treno, e Edward si tirò su, guardandosi intorno, riconoscendo la loro cabina presa sul treno per West City, appunto.
Roy lo lasciò libero di alzarsi, mentre lui si massaggiava una guancia.
-Mi hai tirato una manata, e grazie al cielo che non era con l’auto mail.- mormorò, tirandosi su, mentre Edward guardava basso, cercando di scusarsi.

Era ancora scosso da quello che aveva sognato; non ricordava esattamente cosa, però sapeva solo di aver provato un dolore terribile.


E c’era del fuoco.


Qualcuno bussò alla porta della cabina, e la faccia di Havoc fece capolino, con la sua immancabile sigaretta fra le labbra.
-Capo, siamo arrivati- affermò tranquillo, osservando poi curioso il più giovane, che guardava a terra.
-Ehi Ed, tutto a posto?- domandò ora leggermente preoccupato, ricevendo però un sorriso da questo, che alzò il pollice in alto, rassicurandolo.
Jean alzò le spalle, facendogli l’occhiolino, e poi li lasciò di nuovo soli.
Roy osservò il suo amante, notando come sembrava aver ripreso l’aspetto di sempre, mentre indossava la mantella rossa.
-È davvero tutto ok?- domandò l’uomo, infilandosi il pastrano nero, senza staccare gli occhi dalla sua testolina bionda preferita, mentre Edward si fermava un secondo.
Si girò poi, annuendo piano.

-Tutto bene, Roy, sta tranquillo- mormorò, sorridendogli.

A Mustang quell’espressione serena bastò.






Di una cosa era sicuro Roy, in quel momento.

West City era la città più odiosa

Per quale motivo?
Semplice…il tempo era orribile.

O meglio, il clima faceva schifo.

Strizzò per l’ennesima volta i suoi guanti, buttandoli poi sul tavolo, sconsolato, mentre Havoc e Huges se la ghignavano.
-A quest’ora Riza le aveva sparato per aver trattato così male un oggetto del mestiere- affermò Jean, osservando fuori il tempo che peggiorava.
Erano arrivati da solo un tre giorni e non avevano ancora notizie di Alphonse, né si erano creati scompigli in città.
In quel momento solo l’acquazzone che si stava scatenando su West City sembrava l’unica nota diversa.

Edward entrò in quel momento nella stanza, completamente zuppo di pioggia.
Si tolse la rossa mantella, ormai inutile, e la lasciò all’attaccapanni.
-A quanto pare il tempo non migliorerà nei prossimi giorni- affermò, guardando gli altri, mentre un gemito di dolore provenne da Mustang.

Se fosse successo qualcosa, qualunque cosa, lui era inutile con la pioggia.

Il Quartier Generale di West City aveva accettato di buon grado l’arrivo del Furher, mettendo a disposizione quei pochi uomini di cui disponevano, e le informazioni che avevano reperito in quelle settimane, grazie anche al SoulHands Alchemist.
Quelli che stavano portando disordini in città era un gruppo di uomini sulla trentina, tutti pregiudicati per piccoli furti in diverse campagne fuori dal paese.
Sembrava che i motivi di quelle rivolte, per ora finite con solo pochi feriti, fosse un malcontento, o meglio, odio profondo verso il Furher.

-Ma si può sapere che ho fatto a questa gente?- borbottò Mustang, revisionando per la centesima volta i file dei pregiudicati, comodamente seduto sulla poltrona della stanza, mentre sui divanetti ai lati stavano Huges, Havoc, Fury e Armstrong, mentre Edward si stava asciugando i lunghi capelli biondi, davanti alla porta del bagno di servizio dell’ufficio.

Non lo dava a vedere, ma era preoccupato per Alphonse.
Aveva deciso di rimanersene buono, li al Quartier Generale, solo perché immaginava che sarebbe stato il primo posto in cui il suo fratellino sarebbe tornato.
-Glie lo chiederemo di persona, appena avremo appurato che questo casolare sia il loro covo.- affermò Huges, indicando un punto cerchiato sulla mappa della città.
-Non ci sono dubbi, Signore. Le intercettazioni telefoniche parlano chiaro: il luogo è quello- disse Fury, abbassando le cuffie sul quale stava ricontrollando tutte le registrazioni fatte in quei pochi giorni.

Erano riusciti ad individuare uno del gruppo, e avendo nome ed indirizzo, avevano atteso e controllato ogni telefonata.
Come organizzazione potevano anche essere scaltri, ma lasciavano molto a desiderare.

-Allora è deciso. Domani sera potremo dar via all’operazione di scovo e cattura.- affermò Havoc, guardando come gli altri Roy, ricevendo un cenno positivo di via libera.
-Bene signori, allora domani faremo tuonare i muscoli e schiacceremo ogni forma di rivolta!- affermò il Generale Armstrong, saltando in piedi e liberando il suo petto dall’inutile divisa.
Edward si abbatté una mano sul viso, scuotendo piano la testa, mentre gli altri sorrisero faticosamente, sciogliendo per così dire quell’improvvisato raduno.

Stavano giusto in quel momento lasciando l’ufficio messo a loro disposizione, quando un soldato arrivò trafelato, facendo il saluto militare al gruppo, ma più precisamente al Furher.
-Signore! Un incendio nell’ala sud degli alloggi!- affermò, ricevendo poi spicci ordini dal Generale per risolvere la situazione, mandando giu una squadra con tutto il necessario.

Edward rimettendosi la mantella, anche se totalmente inutile, osservò Roy e gli altri.
-Un attacco così diretto?- disse perplesso, notando il viso corrugato dell’uomo, mentre Armstrong e Havoc erano partiti per dare una mano e a radunare quanto più aiuto possibile.
Fury si era diretto, invece al centro di comunicazioni per tenere d’occhio la situazione.
Gli unici rimasti nel corridoio erano Roy, Huges, e Edward, che presero a dirigersi verso l’ingresso.

-Maledizione, non perdono un minuto..- disse il primo, certo che quell’incidente fosse causato dai rivoltosi.
-La migliore tattica è la sorpresa, Roy. Non ci saremmo mai aspettati un attacco così basso sotto un temporale del genere.- affermò Maes, portandosi due dita al mento.

Rimasero poi tutti e tre perplessi.

Dopo essere usciti sotto l’acqua torrenziale, notarono più avanti, dove si stavano consumando i soccorsi per salvare almeno in parte l’ala sud degli alloggi, il Generale Armstrong intento a stringere qualcuno.

Una frangia biondiccia, una coda alta, una mantella identica a quella di Edward, solo di colore azzurro e alle mani dei guanti con simboli alchemici sui palmi.

Il maggiore degli Elric prese a correre sotto l’acqua, vedendo come il Generale lasciò andare proprio in quel momento il suo fratellino.
-Nii-chan! Ma dove diavolo eri finito??- lo riprese Edward, mentre l’altro si grattava la testa, col viso basso, a mo’ di scusa.
Non fece in tempo ad aspettare la risposta, che qualcosa si strusciò ai suoi piedi miagolando, e per poco il Tenente Colonnello Edward Elric, non che FullMetal Alchemist non fece un balzo per lo spavento.

Furono raggiunti da Huges e Roy, di cui quest’ultimo continuava a imprecare verso la pioggia che si insinuava nel suo cappotto nero, scivolandogli lungo la schiena, bagnandola con tocco gelato.
-Beh, ero impegnato in un sopralluogo fuori città. Uno dei casolari era stato usato come raduno per il gruppo rivoltoso, ma a quanto pare è stato abbandonato da molto.- spiegò Alphonse, salutando i due ufficiali appena giunti, con un gesto militare.
Roy e Huges ricambiarono, felici almeno di vedere che il giovane alchimista fosse tutto intero
Suo fratello invece lo guardava con sguardo di sufficienza, anche se dentro di se tirava un respiro di sollievo.
-Dovrei pigliarti a calci, Alphonse! Che diamine ti è saltato in testa di venire qui a immischiarti in questo casino?- domandò irritato Edward, mentre Huges andava a dirigere i soccorsi su un punto lasciato scoperto.
-Ma Nii-san, sono pur sempre un Alchimista di Stato! È mio dovere prendere parte a queste operazioni. E poi ero già qui..- rispose Al, guardando distrattamente Roy, che nascose un sorriso sotto un colpo di tosse.

Il tempo era davvero uno schifo, e non accennava a smettere di piovere.
Solo ora Edward puntò nuovamente gli occhi sul nero micio.
-A proposito…che diamine ci fa con te Temistocle??- chiese, alzando un sopracciglio perplesso, mentre notava il suo fratellino grattarsi distrattamente una guancia, ridacchiando imbarazzato.
-Non….ehi, non è colpa mia se..- ma le sue parole furono interrotte dalla discussione che si stava creando più avanti.

-Non è posto per una ragazza! Dovresti essere a Central City!- diceva una voce.
-Ho promesso a Winry che avrei fatto tornare indietro Alphonse, con ogni mezzo! E non sono così indifesa!- rispondeva l’altra.

Edward osservò Lilith da una parte, che agitava il bastone concentricamente, aiutare a spegnere con la sua magia le alte fiamme che prendevano gran parte dell’edificio.
Vicino a lei, Havoc passava i secchi pieni d’acqua all’ufficiale davanti a lui, che a sua volta lo passava al soldato accanto, in una catena fatta per velocizzare il processo.
-Almeno potevi avvertirmi! Così ti avrei messo quella testaccia a posto!- continuò Jean, passando un altro carico d’acqua.
Lilith pestava il piede a terra, e sembrava che l’incanto proveniente dal suo bastone diventasse più forte, come la sua irritazione. -Mi annoio a stare a casa! Non ho niente da fare! E comunque non mi avresti fatto demordere dall‘idea di venire qui!- lo riprese lei.
-Stupida!-
-Rompiscatole!-

Un pezzo dell’edificio venne giu e il Generale Armstrong prese entrambi per il coppino, tirandoli indietro.
-Fra tutti e due non so chi è più testardo.- affermò, sbuffando, mentre Edward e Alphonse si erano avvicinati per dare una mano.

In meno che non si dica il fuoco fu domato, grazie alla prontezza di spirito di Armstrong e Havoc, l’alchimia degli Elric, la magia di Lilith, e la guida di Huges e Roy.

Quando tutti poterono prender un bel respiro di sollievo, il tempo sembrò prenderli in giro, smettendo in quel momento di piovere.

Havoc stava seduto su un secchio capovolto, guardando con occhi alzati sua moglie che rimaneva a braccia conserte davanti a lui, con addosso una coperta.
-Ti voglio subito a casa.- affermò piano, poggiando una mano sul ginocchio, mentre l’altra andava alla bocca, per riprendere la sigaretta appena accesosi.
Lilith fu più veloce e glie la prese, buttandola a terra, mentre lui rimaneva immobile a guardarla perplesso.

Sembrava quasi una bambina dispettosa e inviperita.
Qualcuno che nasconde in realtà, dietro ad una maschera arrabbiata, tanta tristezza e dolore.
Havoc sospirò piano, passandosi una mano fra i capelli fradici, guardando a terra, mentre si alzava.
Strinse poi a se la ragazza, accarezzandogli la schiena coperta dal caldo tessuto, sentendosela stringere addosso.

Edward e Alphonse rimanevano distanti, insieme agli altri, anche loro coperti da pesanti coperte, per cercare di asciugarsi almeno in parte.
Il maggiore si passò un lembo sul viso, ripulendolo dalla pioggia, mentre il più piccolo osservava la scena fra i due.
-Pensa se Havoc sapesse..-
-Ringrazia il cielo che non ne sa ancora nulla Al, altrimenti avrebbe preso a calci tua moglie..- sbuffò Edward, interrompendo il suo Nii-chan.

E faceva solo bene, si ritrovò a pensare l’Elric più grande, guardando per un momento i due che si stavano avvicinando, sentendo poi vicino a se la presenza di Roy e Huges.
-Per stasera direi che abbiamo fatto il possibile..- affermò quest’ultimo, arruffandosi i neri capelli, mentre si toglieva gli occhiali per ripulirli dalle gocce rimaste.
L’edificio preso di mira era per metà bruciato, anche se l’intervento era stato tempestivo.
-Domani mattina vedremo di ricostruirlo. Adesso siamo troppo stanchi anche solo per pensarci.- disse Edward, lasciando li la coperta che sarebbe stata ritirata.
Lui con gli altri avevano affittato delle camere in un Hotel li vicino, dopo aver saputo che Alphonse aveva preso anche lui li una stanza.

-Stavi dicendo che sei stato a fare un sopralluogo in un casolare, o sbaglio?- domandò Huges, prendendo così l’attenzione del minore degli Elric, che annuì.
-Si, era il covo dei rivoltosi, ma l’hanno abbandonato ormai da giorni.- spiegò notando il viso corrugato di Mustang.
-Bene, così il nostro piano va a farsi benedire..- sospirò questo, portandosi due dita al mento, pensando come avrebbero agito ora.
Maes diede ancora l’attenzione su Alphonse -Hai per caso scoperto qualcosa su un probabile nuovo rifugio?- chiese ancora, mentre questo faceva segno di no con la testa.
-Potrebbe essere qualsiasi cosa, da una casa ad uno scantinato.- mormorò Roy, guardando Huges, che chiudeva gli occhi, affranto.

-L’unica cosa che possiamo fare ora è andarcene a letto. Forse la notte porta consiglio davvero- affermò questo.
Mustang si tolse la coperta, trovando fastidioso la divisa bagnata, che sembrava pesar più di prima.

E forse non era neanche un impressione.

-Voi andate pure, noi vi raggiungiamo più tardi.- disse Roy, girandosi a guardare Edward e Alphonse, che annuirono, mentre Lilith si era fatta vicina a loro.
Havoc era stato richiamato da Armstrong, e fece un segno ai due fratelli, come a dire di tenere d‘occhio sua moglie.
Le guance della ragazza si gonfiarono leggermente, mentre portava le braccia incrociate al petto, ancora stizzita.
Gli Elric scuoterono la testa e salutato il resto dei compagni si diressero verso l’albergo.


Sarebbero volentieri caduti su un bel letto comodo, dopo una buona doccia….

…se qualcosa non l‘avesse impedito loro prima.


***





Il dolore alla guancia era qualcosa di imparagonabile a quello che sentiva dentro di se.
Sapeva perfettamente che ora quel lembo di pelle del suo viso stava diventando rosso, per colpa della forza impiegata nel gesto.

E ancora, lui, non ci credeva.

Guardava davanti a se l’uomo che si era permesso di dargli uno schiaffo.

Solo un’altra volta l’aveva preso a schiaffi, ma era passato tanto tempo…erano solo all’inizio, e l’aveva fatto terribilmente preoccupare.

E sapeva per certo che quel gesto aveva tutt’altro scopo.

-Che diamine ti prende?!- gli ringhiò contro, mentre sentiva il suo orgoglio riaffiorare con forza nel suo animo.
Di tutto si poteva dire di Edward Elric, ma non che era un debole, una donnina facile da prendere a schiaffi.

Il ragazzo prese il colletto della camicia nera dell’uomo con la mano sana, non riuscendo però minimamente a spostarlo.
Questo di tutta risposta gli afferrò il polso, facendogli mollare la presa, e torcendolo indietro, così che un gemito di dolore mal represso uscì dalle labbra del biondo.
Cercò di chiudere l’auto mail a pugno, ma questo sembrava inerme, come se fosse rotto.

Effettivamente era rotto..

Alzò il viso per guardare nell’unico occhio antracite dell’uomo, non capendo perché non si girava a fronteggiarlo.
Voleva rassicurarsi vedendo quella benda nera che gli copriva metà viso sulla sinistra.

Perché non poteva vederlo interamente?.
-Non giocare col fuoco, Edward..- gli sussurrò nell’orecchio Roy, mentre lo mollava e con una spinta lo faceva cadere a terra, torreggiando su di lui.

-O vuoi morire ancora?- domandò con quel sorriso che il biondo aveva visto solo una volta, mentre intorno a lui vi erano solo fiamme.


E come quella volta, il tocco di qualcuno e la sua voce lo riportò alla realtà.

-Nii-san! Nii-san, svegliati!- lo chiamò Alphonse, mentre Lilith accanto a lui si guardava intorno spaesata.
-D..dove siamo..- mugolò Edward, cercando di tirarsi su, mentre teneva una mano sulla tempia, sentendo una consistenza densa.

Bene, gli avevano dato una bella botta in testa, tanto da fargli un bel taglio.
Alphonse controllò che non fosse nulla di grave, e tirò un respiro di sollievo vedendo che era solo una piccola ferita.
Vedere però, all’inizio, i biondi capelli del fratello sporchi di sangue l’aveva mandato letteralmente in agitazione.
-Al…dove siamo..?- mormorò ancora Edward, ora seduto, con la mano del suo Nii-chan dietro la schiena, a sorreggerlo.
-Dalla padella alla brace, Ed…- mormorò Lilith, guardando il gruppo di uomini entrato in quel momento.


Il maggiore degli Elric cercò di fare mente locale, riconoscendo in cinque di quegli uomini, i loro assalitori

Stavano tornando in albergo, e su li non ci si sbagliava.
Alphonse gli stava raccontando di come Lilith era arrivata una settimana prima, e di come avevano iniziato a svolgere insieme le indagini, visto che lui era irremovibile sulla questione del rimanere li.

E poi?

Giusto.
Li avevano agguantati e spinti in un vicolo.
Ricordava vagamente di aver atterrato due di loro, ma qualcosa di pesante l’aveva colpito alla nuca, facendogli così perdere i sensi.


Ora quello che assomigliava al capo, si era messo davanti a loro, con le mani sui fianchi e un sorriso sghembo che faceva mentalmente desiderare a tutti e tre di prenderlo a pugni.
Era alto, di buona corporatura, vestito con semplici stracci da montanaro; lunghi capelli neri erano legati in una bassa coda, mentre una cicatrice passava lungo la guancia destra, fino ad arrivare sotto al mento, lungo tutto il collo.
Due vivaci e divertiti occhi verdi osservarono il trio li a terra, mentre il corpo si piegò, per essere alla loro stessa altezza.
-Bene, e così abbiamo qui due alchimisti, e la giovane amante del Furher. Direi un ottimo bottino di fine serata- affermò questo.

Sei occhi lo guardarono perplessi.

-Come, prego?- disse, sperando di aver capito male, Lilith.

Amante?

Di Mustang?

Lei??

Avevano le idee chiare i tipi li davanti a loro.

-Non credevo che una bella ragazza potesse essere anche sorda. Come stavo dicendo, avere fra le mani la compagnia del Furher potrebbe finalmente fruttarci la vittoria tanto sperata.- riprese l’uomo, posando due dita sotto il mento della brunetta, sollevandoglielo, per vedere meglio i suoi occhi color nocciola .

Edward notò il cipiglio sul viso di Lilith, e sperò vivamente che quella situazione non peggiorasse…ovvero che quello scemo non dicesse altre fesserie per scatenare l’irritazione della maga.

-Potremmo sapere dove ci troviamo?- domandò d’un tratto Alphonse, richiamando così l’attenzione dell’uomo, mentre alcuni uomini si appostavano vicino alla finestra a sbarre, da dove potevano controllare la situazione fuori.
-Nel nostro nuovo rifugio, visto che l’ultimo è stato scoperto da voi dell’esercito.- sputò con veemenza il capo del gruppo, lasciando andare Lilith, che rilassò la mano che aveva tenuto fino a quel momento stretta a pugno.
Lo scantinato dove si trovavano doveva essere uno di quelli dei grandi magazzini. Vi erano contenute scatole di ogni dimensione, con riportati sopra fogli e scritte per identificarne il contenuto.
Naturalmente doveva essere abbandonato, perché da come le scatole erano ingiallite e da come i topi si sollazzavano nei rifiuti in un angolo, di certo li dentro non vi era entrata anima viva da molto tempo.

-King Bradley è sempre stato abile in certe cose…siamo riusciti a star lontano da tutte quelle assurde vicende di guerra che creava per anni, finché abbiamo deciso di scendere in campo e sistemarlo una volta per tutte.

Edward e Alphonse parvero ancora più perplessi.

-Scusate, ma….King Bradley non è più il Furher ormai da anni…- mormorò accigliato Ed, mentre il minore degli Elric annuiva.
L’uomo tirò su di peso Lilith, stringendola per un braccio, mentre i due fratelli si tirarono su di botto, alla reazione allarmata della ragazza
Due paia di fucili furono puntati però alle loro gole, facendoli così desistere dal provare ad aiutare la giovane.

-Questa l’abbiamo già sentita anche a Rush Valley e Dublith, ma non siamo stupidi. Chi altri potrebbe esserci al potere, con una benda all’occhio sinistro?- ringhiò l’uomo, lasciando Lilith in mano ad un suo sottoposto accanto a lui.
-Dovreste rivedere la vostra capacità intuitiva, allora, perché al potere ora c’è Roy Mustang, e guarda caso ha una benda all’occhio sinistro- affermò Edward di rimando, sentendo il freddo metallo del fucile puntato sul suo collo.
-Il Flame Alchemist? Quel bastardo ha ammazzato metà dei nostri nella guerra a sud! Altasar, se questi qui dicono la verità, allora il nostro nemico è cambiato!- sbraitò uno degli uomini dietro il capo, che rispondeva al nome di Altasar.

“Oh, bene…Roy ha nemici anche fra i montanari….

No, retifico, ha nemici SOLO fra montanari rimbecilliti“ si ritrovò a pensare Edward, trovando nel suo Nii-chan lo stesso suo sguardo da sufficienza.

-Ma dove avete vissuto negli scorsi dieci anni?- domandò perplessa Lilith, cercando di farsi levare le mani di dosso da quel bestione che la teneva ferma.
Altasar la osservò, imbronciato.
-Abbiamo passato più della metà di questi dieci anni confinati in un paesino sulle montagne, a nord di qui. Eravamo scappati alle distruzioni giu a sud, e abbiamo cercato di vivere in pace fino a che non ci siamo decisi a scendere per dare una fine a tutto. Le informazioni arrivavano da un nostro fidato amico, ma ormai da molti mesi non ne abbiamo avuto più notizia.- spiegò sbrigativo l’uomo, riprendendo il polso di Lilith, valutando il viso della ragazza, quasi come se fosse una perla pregiata.
-Direi però che Mustang si tratta bene…ci hanno dato delle immagini del grande eroe di Ishbar niente male, ma noi l’abbiamo visto in azione, e sappiamo che quell’uomo non prova certo emozioni…- ringhiò Altasar, e qui Alphonse e Edward iniziarono ad avere le loro preoccupazioni.

Potevano anche essere degli ignoranti , ma quella nota di rabbia non prometteva niente di buono.
E l’irritazione, quasi palpabile, non proveniva solo dal capo.

-Sai, piccola, che questa cicatrice me l’ha provocata proprio il tuo uomo?- sussurrò, estraendo dalla fondina che teneva dietro la schiena, un pugnale, passandolo con attenzione sulla pelle della ragazza.
Questa rimandava uno sguardo di sfida ad Altasar, che lo fece sorridere -Un tipino bello coraggioso…che ne dite, ragazzi? Potremo restituirla a Mustang con ogni ferita che lui ha provocato a noi.- affermò l’uomo, prendendo Lilith per i capelli, tirandogli leggermente indietro la testa.

Alphonse in quel momento scattò insieme ad Edward; mentre uno disarmava il rivoltoso che lo teneva a terra, l’altro trasmutava il pavimento, stringendo in una morsa il piede di Altasar, che sorpreso, lasciò Lilith.

Ponendosi davanti all’amica, il maggiore degli Elric atterrò altri due uomini, mentre suo fratello aveva ingaggiato una lotta con una daga appena trasmutata con un altro rivoltoso.
Erano però svantaggiati in partenza, e Alphonse venne ferito ad una gamba e rispedito a terra.
-Nii-chan!- Edward controllò subito che stesse bene, mentre uno sparo fece come fermare il tempo.

-Direi che una collaborazione da parte vostra sia d’obbligo, amici miei…- affermò Altasar, guardando i due Elric e Lilith, mentre teneva puntato contro di loro un fucile.
Fece segno poi a due suoi uomini di prendere la ragazza, ma Edward si mise in mezzo.
-Lei non c’entra niente- affermò, guardando con le iridi dorate il capo di quell’accozzaglia di pazzi.

Non poteva di certo lasciare Lilith in mano a quel folle. Jean lo avrebbe sicuramente pestato.

-Cos’è, vuoi sostituirti a lei?- domandò Altasar con una risata, notando però lo sguardo risoluto del ragazzo che aveva davanti; tornò di colpo serio, portandosi due dita sul mento.
-Hai abbastanza lineamenti femminili, per passare quasi per una donna, sai?- affermò questo, al che Edward si trattenne dal saltargli addosso e picchiarlo a sangue.
-Comunque, non può essere il tuo momento di gloria, mi spiace. Mi serve la ragazza del Furher, non un suo sottoposto.- affermò l’uomo, facendo segno ai suoi uomini di prenderla, ma ancora Edward non si tolse da davanti.
-Non credo di essere stato chiaro…LEI non è la donna del Furher.- riprese il maggiore degli Elric, mentre Altasar sembrava allibito.

-Non vorrai farmi credere che tu…- l’uomo incrociò le braccia al petto, incredulo. -Bene, allora prenderemo te, avanti- affermò, convinto il capo, mentre i suoi uomini afferrarono Edward per le spalle, buttandolo in avanti, in modo che lui potesse prenderlo per il bavero della divisa nera.
Altasar sembrò soppesare il suo viso, sorridendo mellifluo -interessante vedere come l’uomo più conosciuto come grande donnaiolo di tutta Amestris si sia dato ai bei ragazzi..- disse tranquillo, trascinandolo verso l’uscita, mentre Lilith e Alphonse rimanevano sotto tiro di due uomini.

Un boato, seguito da degli spari però fecero bloccare il capo, e i tre prigionieri presero la palla al balzo, cercando di scappare.

A quanto pare, all‘esterno di quell‘edificio si stava svolgendo un attacco in piena regola

-Dite che la cavalleria è arrivata?- fece Lilith, prendendo per un braccio Edward, salvandolo così da un colpo da parte di uno dei rivoltosi.
-Non fateli scappare!! Se li rivogliono allora si troveranno i loro cadaveri! Lasciate in vita solo il ragazzo- gridò Altasar indicando il maggiore degli Elric, parandosi davanti all’entrata dello scantinato, insieme ad altri due uomini, mentre altri si erano lanciati all’attacco consci del fatto che fuori poteva essere ben peggio.
Edward cercò di trasmutare il suo braccio in lama, ma il pugnale di uno degli uomini lo fece indietreggiare, prima che potesse colpirlo.
Alphonse afferrò Lilith e insieme si tuffarono dietro a degli scatoloni, prima di ricevere una scarica di proiettili.
-Situazione brutta, Li- affermò il ragazzo, notando come gli occhi nocciola della ragazza avevano preso una leggera tonalità verde.
-Per loro- ringhiò questa, facendo apparire il bastone, per poi scaraventare addosso all’uomo che gli dava contro, le scatole di bottiglie dietro il quale si erano riparati.

Quello scantinato diventò un vero inferno, tanto che alla fine Edward e Lilith si ritrovarono vicini, mentre Alphonse di nuovo in un angolo, con la gamba ferita che tornava a dolere, mentre intorno a loro stavano cinque rivoltosi a terra, privi di sensi.
Un uomo arrivò accanto ad Altasar, tenendosi un braccio ferito.
-Siamo circondati, capo! Ormai la resistenza alla porta sta cedendo!- affermò questo, mentre i tre prigionieri esultarono mentalmente.

Era questione di minuti, e li avrebbero tirati fuori di li sani e salvi.

Dovevano solo resistere ancora un po’
Il problema era che il lavoro all’incendio dell’ala sud degli alloggi aveva tolto loro forze, e la stanchezza nei movimenti stava già dando i suoi frutti.

Alphonse in un angolo cercava di riprendere fiato, mentre si parava grazie ad una parete di pietra appena trasmutata dal muro; Lilith usava la sua magia per difendere sia lei che Edward dai colpi di un fucile dei rivoltosi, resistendo a stento.

I colpi fuori si fecero più forti e vicini, segno che la resistenza alla porta d’accesso era caduta, e i loro salvatori stavano arrivando.
Fu in quel momento che la magia di Lilith si interruppe e lei lasciò cadere il bastone e scivolò a terra.
Fu sorretta da Edward, che preoccupato la prese tra le braccia stringendola a se; per aiutare la ragazza non era riuscito ad ergere un muro con l’alchimia, così alcuni colpi gli sfiorarono il fianco, facendolo cadere in ginocchio e stringere i denti dal bruciore.

Nel caos generale, a quanto pare quegli stupidi montanari si erano scordati l’ordine del loro capo, che difatti fece sentire il suo dissenso con parole sconnesse.
Quando però delle bombe fumogene ruppero due finestre, il caos fu assoluto.
Tanto che Edward riuscì a capire fra le grida, le imprecazioni, e gli spari, l’ordine di Altasar di uccidere tutti i prigionieri.
-Ed, il bastone…- mugolò Lilith, stretta a lui, cercando a tentoni con una mano, in mezzo a tutto quel fumo, l’oggetto.

Se volevano salvarsi da quell’inferno, dovevano trasferirsi subito.

Lilith glie l’aveva mostrato molte volte, quando se ne stavano comodi comodi sulle verdi distese di Reesembol; l’amica amava spiegare cose del suo vecchio mondo, come un insegnante ai piccoli alunni coscienziosi.

FullMetal cercò il bastone dell’amica, trovandolo dopo pochi secondi, mentre un proiettile sibilava vicino al suo orecchio, facendolo buttare a terra per lo spavento.
-Dov’è Alphonse?? Al!!- chiamò il fratello, sentendo la sua voce poco più in là.
-Nii-san, non riesco a vedervi! Se mi sposto da qui potrei essere colpito! Non ti preoccupare per me!- gridò il ragazzo, riparandosi dietro al muro che aveva creato, sentendo anche lui solo un grande caos e fumo.

Edward cercò di alzarsi in piedi, stringendo il bastone in una mano, mentre l’altro braccio era intorno alla vita di Lilith, che teneva gli occhi chiusi perché avevano preso a bruciare per il fumo
L’ombra che si parò davanti a loro li fece desistere dal proseguire, mentre il fucile che teneva in mano Altasar fu puntato proprio a pochi centimetri dal viso del biondo, nell’istante che Lilith aveva aperto gli occhi.

“….è facile, bisogna picchiare a terra il bastone, così” e lei glie l’aveva mostrato, scomparendo davanti ai loro occhi, per ricomparirgli con in mano una pesca rubata all’albero che Winry aveva accanto a casa.

-ORA!- gridò Lilith, e FullMetal non poté far altro che picchiare la punta del bastone che teneva saldo, sentendo solo un forte bruciore alla mano che lo stringeva, e tutto davanti a lui dissolversi in un secondo.

“come hai fatto? È stupefacente!” aveva affermato Alphonse ridendo, mentre il fratello aveva preso in mano la pesca, scuotendo la testa, incredulo
“Bisogna soprattutto pensare al luogo dove si vuole andare, oppure alla cosa che ci preme di raggiungere” aveva spiegato Lilith, sedendosi divertita accanto a loro



“Roy…..Roy, ti prego” aveva pensato come un desiderio represso Edward


Quello che avvenne dopo fu solo un tremendo vuoto sotto e intorno a loro che fece perdere al biondo conoscenza



***





La figura era immobile davanti a lui, e lo guardava di traverso, mentre stava in posizione di fianco, rispondendo veloce a qualcosa che un uomo gli stava riferendo.
Il suo sguardo era terribile, quasi come se l’avesse voluto trapassare da un momento all’altro.

Ancora e ancora l’avrebbe visto, ne era sicuro

Ormai occupava anche i suoi sogni e i suoi incubi.
Terribile e splendente in quell’aura che si portava dietro.

Il sorriso che si apriva con una nota quasi derisoria su quelle labbra, e l’unico occhio antracite che lo studiava.

Aspettava Edward, che una voce rassicurante lo svegliasse
Che lo riportasse alla realtà, perché quello che aveva davanti non era davvero il suo amato Mustang.

Non poteva esserlo.
Era solo frutto di un incubo.

-Edward. Tutto bene?- domandò preoccupata una voce accanto a se, e girandosi vide il viso di Lilith tremendamente preoccupato, che portava i suoi grandi occhi nocciola sulla ferita che il biondo aveva al fianco.

Un incubo

Solo un brutto sogno


Allora perché quando si girò di nuovo, Roy, quel Roy Mustang rimaneva ancora li, ora perfettamente girato verso di lui?

-Edward, mi dispiace, è colpa mia..- sussurrò con sguardo colpevole Lilith, mentre gli stringeva il polso sano, guardandolo.
-D-dove siamo..?- mormorò Ed, sentendo l’antracite pura puntata nel suo miele dorato che erano i suoi occhi.


-Nel mondo di Huges…- mugolò Lilith, puntando anche i suoi occhi verso l’uomo che l’amico stava guardando.

Due paia, perfettamente sani, color della pece squadrarono i due giovani a terra, mentre un sorriso derisorio si apriva sulle labbra.


-Più comunemente detto inferno, FullMetal…- disse Roy, incrociando le braccia al petto, mentre il fumo di un esplosione si alzava poco più in là, e i sottoposti di quell’uomo scattarono per raggiungere il punto colpito.










“Amicizia non vuol dire solo
Conoscere qualcuno.

Ma significa voler bene
Ed essere pronti a sacrificarsi
per gli altri

Per proteggere un legame
così bello“














E finalmente eccomi giunta al secondo capitolo
Sinceramente all’inizio non mi soddisfaceva molto, ma credo che sia iniziato ad andarmi a genio quando l’ho riletto per la miliardesima volta XD
Cosa dire, le parti più interessanti sono i sogni che si ritrova il povero Edward, e che iniziano a prendere forma solo dopo che si ritrova davanti a Roy…naturalmente non il suo Roy XD
Come sono finiti in un altro mondo?
Che casino hanno combinato?
Cosa li aspetta ora li?

Ma soprattutto….
Riusciranno a tornare a casa? XD

(Le domande della vita *annuisce*…n.d.Roy)(si si *.* n.d.me)(*gratta sullo schermo* n.d Ed)(sta buono su v.v..n.d.me) XD

Contenta che mi sono arrivati almeno 4 commenti XD anche se la mia povera ficcina è finita in senconda pagina per colpa di un invasione di fan Roy/Ai XD mio dio, quel giorno sono rimasta basita davanti al pc XD

Bene, che dire? Spero di riuscire a postare il prossimo capitolo A_A ahah! Il pc come potete vedere è rimasto in mano mia *-* e i miei non mi hanno maciullato (non ancora v.v n.d. Ed)(shhh >.< non portare sfiga! n.d. me)
Questo anche era un capitoletto abbastanza tranquillo (ma sei matta?? >.< n.d. Al)(*-* su tesoro, sei stato lontano da Winry, no? Quindi fai il bravo v.v n.d.me)(ç.ç Nii-san.. n.d. Al) e i guai seri inizieranno penso nel prossimo…anzi, di sicuro nel prossimo ^^’ sento già l’accetta delle mie fan incombere su di me XDD

Un bacio e alla prossima^^



Ringraziamenti:

FightClub: oddio, mi puntano un coltello alla gola o.o…mi sa che diventerà la regola minacciare con oggetti contundenti l’autrice XD ghghg *-* uh, vero, vero?? Son teneri *___* mi piace descriverli insieme al lavoro o anche a casa *si crogiola* anche se cado nell’ovvietà >.< e nella ripetizione XD


mua: contenta che tu sia riuscita a vedere il disegno finale di là ^^
Ahhh, tata, aspettavo il tuo commento ghghgh sicura che ti avrei attirata come l’ape col miele *-* (attenta è pericolosa…o.o n.d. ed)(v.v..n.d.me)
Ohh, shi, povero Roy XD pensare che certe situazioni a me capitano ogni volta che mi sveglio v.v con ogni mattina un gatto diverso XD
*-* i disegni tesora li faccio prima a mano e poi li coloro con la tavoletta grafica a photoshop (tranne alcune volte, come in questo, che ho dovuto aggiungere Alphonse che mi ero scordata XD e allora se non ho voglia di ri-scannerizzarlo, lo aggiungo con un disegno veloce fatto a tavoletta^^
A colorarli mi va insieme la vista >.< XD però mi piase*-*


shikadance: oddio, l’abbraccio alla Armstrong mi ha ucciso XD
Visto che ho aggiornato? Uahauhaua A_A Pensa che la storia degli slip è una vicenda di vita vissuta i colpevoli mio padre e i suoi amici XD da morire ogni colta che me lo raccontano^^’’
Ahahah vedo che Temistocle è piaciuto mentre si fa le unghiette sul visino di Roy XD amore lui XD


Elmeren kun: non dovevo passartela Nonciclopedia XD ormai ti ho perso XDD
E si, Temistocle*-* come non chiamarlo così? XD d’altronde Lilith non avrebbe mai scelto un nome normale per il suo gatto….ma siete sicuro che l’ha chiamato lei così? Ghghgh chi vi dice che non sia il gatto stesso che le ha detto il suo nome XD v.v un micio politico ehi XD
Bene….so che potrei morire fra atroci dolori ç.ç ma su…doveva accadere no?….povero Al v.v…in realtà se la fa con i 20 gatti uahauaha XD
Ho la bocca cucita sulla storia di Lilith v.v ihihi XD



   
 
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