Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: DoctorFez1988    08/02/2014    4 recensioni
La mia prima storia "Fanfiction", dedicata al film di Frozen - Il Regno di ghiaccio. In questa storia, una specie di seguito del film, le due sorelle e i loro incredibili amici saranno protagonisti di un'avventura ancora più incredibile della prima. Spero che la trama possa piacere a tanti.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hans stava assaporando il momento della vendetta, mentre si apprestava a trafiggere con la punta della tenebrosa spada il cuore di Elsa. Fu allora che Hans ebbe la sensazione che ci fosse qualcuno allo sue spalle che lo guardava. Hans si voltò di scatto, mantenendo la lama puntata contro la regina delle nevi, e vide Anna, immobile sulla soglia dei portoni dal castello in rovina, con la testa chinata verso il basso.
 
“Oh, ma guarda un po’ chi c’è, giusto in tempo!” Esclamò Hans leggermente sorpreso, mantenendo comunque la sua espressione piena di arroganza e spietatezza. Anna sembrava una statua, sembrava quasi che non respirasse nemmeno.
 
“Sei ancora arrabbiata con me perché ho fatto a pezzi il tuo tenero cuoricino e sto per uccidere la tua amata sorella?” come unica risposta a quella crudele domanda di Hans, le mani di Anna sui fianchi si strinsero in pugni carichi di rabbia.
 
“Direi di si, a quando pare! E sia, voglio essere clemente con te. Prima ti tolgo di mezzo, cosi non sarai costretta a vedere la fine di tua sorella! Perciò… addio…” con quelle ultime e spietate parole, Hans alzò la spada, che fino a quel momento era diretta al cuore di Elsa, e la puntò verso Anna, che rimaneva immobile e silente.
 
“È tutta vostra, signori!” ordinò Hans ai cinque lupi oscuri, che ulularono di modo orribili prima di lanciarsi contro la ragazza per sbranarla. Hans guardava la scena con un sorriso pieno di crudeltà pari a quella di un demone. Anna, che fino adesso aveva lo sguardo fisso per terra ed era rimasta nel silenzio più totale, alzò di scatto la testa. Hans si accorse subito allora che le pupille negli occhi di Anna non erano celesti come sempre, ma rosse, con sfumature dorate, scintillando come fiamme. Inoltre, sul viso della ragazza c’era una smorfia di rabbia fusa con la severità che però, miracolosamente, non intaccava il suo fascino. anzi, la risaltava. Questa volta Hans rimase veramente sorpreso. Non aveva mai visto un volto in grado di avere una bellezza cosi folgorante, unito ad un espressione piena di collera inflessibile. Inoltre una nuova sensazione si era instaurata nell'animo di Hans, che gli rivelava che la ragazza che aveva di fronte non era più la stessa che aveva visto l’ultima volta, prima di essere rispedito legato su una nave diretta nel regno delle isole del sud. Infatti Hans non sapeva ancora che aveva scelto il giorno veramente sbagliato per tornare al castello di Arendelle e cercare di annientare Elsa, perché era il giorno in cui i poteri latenti di Anna si sarebbero risvegliati. Quando ormai i lupi delle tenebre stavano per spiccare il balzo e scagliarsi contro Anna per sbranarla, lei aprì di scatto la mano e , alzandole il braccio, la punto contro i suoi feroci assalitori. In un unico istante, la mano alzata della ragazza venne avvolta da un magico fuoco rossastro scaturito dal nulla. Dal palmo di quella mano rivolta verso i lupi furono scagliati cinque sfere infuocate contro di loro. Uno alla volta, i lupi vennero trapassati dagli incandescenti globi e, mentre venivano scagliati in aria, presero fuoco istantaneamente, i corpi fatti d’oscurità di quegli essere vennero consumati prima di cadere a terra e si dissolsero, ritornando alle tenebre da cui erano stati evocati. Ciò che era appena successo bruciò e consumò tutta l’arroganza, la spavalderia e la disinvoltura dal volto di Hans, che vennero sostituiti dallo sgomento  e dal terrore.
 
“Cosa… anche tu… è assurdo…” balbettò Hans, per la prima volta con la voce piena di paura. La mano destra di Anna continuava ad essere avvolta dalle fiamme, senza essere consumata o ustionata. La ragazza abbassò il braccio con la quale aveva incenerito i mostri neri e, con lo sguardo pieno di collera verso Hans, lasciò la soglia della braccia e s’avvicinò a passi gravi e severi nella sua direzione. Ad ogni suo passo, Anna lasciava dietro di delle orme che prendevano fuoco in un baleno, bruciando senza mai spegnersi
 
“Stai indietro, mostro! Non ti avvicinare!” gridò Hans, indietreggiando e allontanandosi  da Elsa, ancora svenuta, tentando inutilmente di non mostrarsi spaventato. In realtà, Hans cercava di raggiungere l’entrata del piazzale per poter fuggire. Il dono infuocato di Anna non era previsto nei suoi piani.
 
“Qui l’unico vero mostro sei solo tu!” esplose Anna, con una voce forte e piena di collera, mentre continuava ad avanzare verso Hans inesorabilmente, lasciandosi dietro di se una striscia infuocata che scoppiettava e crepitava furiosamente.
 
“Stai indietro, ti ho detto!” gridò ancor più disperatamente Hans, puntando la spada verso il viso di Anna. La ragazza si fermò ad un centimetro dalla lama nera, senza cambiare espressione. L’altra mano di Anna venne avvolta anch’essa da fiamme incantate e, con una mossa improvvisa e inaspettata, afferrò di scatto la lama. La spada prese subito fuoco e Hans la dovette mollare per non rischiare di rimanere scottato, guardando con maggior timore verso la principessa dal viso impassibile. Anna allora lasciò la presa, senza che sulla sua mano di fossero ferite, e la spada cade a terra con terribile tonfo, mentre veniva completamente consumata dalle fiamme, fino a essere ridotta in cenere e poi dissolta nel nulla come era successo ai lupi. Le mani di Anna continuava ad essere avvolti dalle fiamme, senza che sentissero il minimo dolore, solo un grande calore. Avvicinandosi sempre più verso Hans, Anna passo vicino ad Elsa, ancora svenuta. Anna vide Elsa con la coda dell’occhio e questo non fece altro che alimentare l’incendio di rancore e rabbia che si scatenava nel suo animo posseduto dalle fiamme. Hans continuava ad indietreggiare da quella ardente visione che cercava di raggiungerlo, sperando di raggiungere all’accesso al ponte per poter scappare verso la capitale prima di finire male. Ad un certo punto però Hans inciampò e cade all’indietro, proprio a pochi centimetri di distanza dal ponte. Hans cercò di rialzarsi, ma la rabbia negli occhi di Anna era cosi intensa che paralizzò il suo corpo. Poi Hans, muovendo la testa in ogni direzione, riacquistò di colpo uno scintillio di lucidità quando si rese conto che forse poteva ancora scampare dalla furia di Anna.
 
“Venite a me, creature di Miðgarðsormr!” ordinò Hans ai due corvi d’ombra giganti, che fino a quel momento avevano continuato a volare in circolo sopra il piazzale. I due neri uccelli volarono in discesa, gracchiando in modo demoniaco, e atterrando proprio tra il loro condottiero e la principessa di fuoco, per impedire a quest’ultima di avanzare verso il suo obbiettivo.
 
“Levatevi di Torno!” Intimò furiosamente Anna, la cui espressione sul viso si fece più feroce. Nonostante la rabbia, la sua voce non sembrava venire deformata da essa, anzi, ne veniva accentuata in bellezza e armonia, come se a parlare fosse un angelo furente. In risposta alla voce di Anna, i corvi gracchiarono spietatamente, minacciando Anna di beccarla con i loro lunghi e affilati becchi.
 
“L’avete… voluto… voi…” esclamò Anna con ferocia angelica nella voce. La ragazza strinse i pugni avvolti dalle fiamme. Allora quelle fiamme iniziarono a mutare forma. I fuochi scaturiti dalle mani di Anna si allungarono verso il basso fino a toccare terra e assunsero la forma di due lunghissime catene fiammeggianti. Come delle fruste, Anna faceva schioccare le ardenti catene e, con la grazia e l’agilità di una fenice, attaccò i corvi che gli impedivano di punire Hans. ogni di quelle catene s’avvolse come un serpente intorno al collo del proprio corvo. I corvi gracchiarono sofferenti mentre i loro corpi fatti di tenebre presserò fuoco, scomparendo poi dissolti nel nulla tra le ceneri. Hans ormai si rendeva conto che nemmeno la stregoneria oscura che gli era stata concessa dal signore delle ombre poteva arrestare il rovente potere che si era appena risvegliato in Anna. Anna s’avvicinò al principe traditore disteso per terra all’indietro e si fermò a pochi passi da lui. Hans era in preda ad un indicibile terrore, osservando scioccato lo sguardo della principessa, che aveva lo sguardo simile a quello di un giudice che stava per emettere una sentenza di pena capitale.
 
“Tu non farai più del male a nessuno! Mai più!” Gridò Anna, battendo le mani che ancora reggevano le catene di fuoco, da cui si scaturì una potente scoppio accecante. Quell’esplosione costrinse Hans a coprire gli occhi con l’avambraccio destro per non rimanere accecato, per poi toglierlo non appena la luce rovente si attenuava, e allora vide che le catene di fuoco erano state fuse e trasformate in un'unica spada che ardeva di giustizia e collera ed era stretta nella mano destra di Anna. Entrambe le mani della ragazza continuavano ad essere avvolte dalle magiche fiamme. Le pupille rosse della principessa sembravano ardere con maggiore intensità di prima e l’espressione sul volto sembrava quello di un serafino, sceso dal cielo per punire i malvagi. Anna alzò il braccio che reggeva la spada infuocata verso il cielo, pronta a farla ricadere su Hans, mettendo cosi fine a tutte le sue crudeltà e tradimenti. Hans guardò pietrificato e ammutolito dalla paura la principessa, che stava ormai per far calare la spada su di lui. Fu allora che Anna sentì alle sue spalle una voce famigliare che la chiamava. Una voce che gli impedì di far scendere l’ardente lama sul capo di Hans. L’espressione sul viso di Anna iniziò a sostituire la furia con la sorpresa e i suoi occhi, dal rosso infuocato, si tinsero del loro colore originale, l’azzurro. Con ancora il braccio a mezz’aria che reggeva la spada fiammeggiante, Anna si volse nella direzione della voce che l’aveva chiamata e vide allora sua sorella Elsa, che aveva appena ripreso i sensi da poco e stava cercando di alzarsi e di tenersi in piedi, appoggiandosi al bordo della fontana.
 
 
 
La prima cosa che Elsa percepì intorno a se quando riprese i sensi, fu un calore vicino a lei e, aprendo gli occhi, notò le impronte ardenti che Anna aveva lasciato mentre cercava di raggiungere Hans per punirlo. Quando poi si era rialzata da terra, appoggiandosi al bordo, guardandosi intorno e cercando di ricordare le idee, Vide finalmente Anna, che stava per fendere con lama di fuoco Hans, disteso a terra e impietrito dal terrore, senza possibilità di scampo. Questo inorridì la regina, anche se sapeva lucidamente che Anna l’aveva salvata da una possibile morte. Anche se era vero Hans aveva compiuto atti infami e doveva essere punito, Elsa sapeva che non era questo il modo di compiere giustizia e chiamò sua sorella per cercare di fermarla. Quando gli sguardi delle due ragazze s’incrociarono,  non sapevano cosa provare l’una per l’altra. Forse per effetto di quegli sguardi incrociati e confusi, la spada infuocata in mano ad Anna si spense come una candela. Per tutta la durata di quel momento, Anna provò il desiderio di andare incontro alla sorella per aiutarla a stare in piedi, ad abbracciarla, a piangere assieme a lei e trovare conforto a vicenda nei loro visi. Hans, approfittando di quel momento di esitazione da parte di Anna, decise che per ora era meglio attuare una ritirata strategica. S’alzò da terra e iniziò a correre via per il ponte che portava in città. Peccato che il rumore dei suoi passi ebbe l’effetto di ravvivare la fiamma della rabbia nel cuore di Anna, che non si completamente spenta, le pupille nei suoi occhi passarono dal celeste al rosso infuocato, l’espressione sul suo viso ritorno a reclamare vendetta e il suo animo fu di nuovo annebbiato dalla collera.
 
“Dove stati scappando, vigliacco!” gridò Anna piena di rabbia, volgendo lo sguardo verso Hans che scappava per il ponte. Anna strinse la mano destra, che s’incendiò di nuovo dal suo fuoco magico. Le fiamme scaturite dalla mano formarono un lungo arco, come quelli usati dai cacciatori per abbattere animali come orsi e cinghiali. Anna iniziò allora a inseguire Hans per il ponte, con l’intenzione di giustiziarlo una volta per tutte. Dietro di se, Anna lasciava una striscia di fuoco
 
“Anna, no! Aspetta!” gridò disperatamente Elsa, cercando inutilmente di riportare sua sorella alla ragione.
 
 
 
Hans scappava, esasperato dal terrore attraverso il ponte, inseguito da Anna, armata di un arco di fuoco. Ad un certo punto, quando ormai erano già a metà ponte, Anna si fermò di colpo, mentre Hans continuava a correre per sfuggire alla sua ira. Anna, guidata dall’istinto del fuoco, tesse l’arco e, come per’incanto, apparve una freccia di fuoco, pronta ad essere scoccata. Anna prese la mira… e scagliò la freccia nella direzione di Hans. la bruciante freccia schizzò sibilando nell’aria, lasciandosi dietro una scia di scintille roventi. Fu un miracolo che il dardo mancò di striscio Hans, con il solo risultato che le scintille bruciacchiarono un poco la divisa nera da condottiero delle ombre. La freccia iniziò poi a schizzare verso il cielo, come se avesse una volontà tutta sua e, una volta che si trovava proprio sopra il confine tra il ponte e la capitale, scoppiò come un fuoco’artificio. Da quell’esplosione vennero generati decine di darti infuocati che, come la pioggia torrenziale, caddero sul ponte ad una decina di metri da Hans, proprio alla fine del ponte. Le frecce poi si unirono e mutarono in un'altra infuocata forma, trasformandosi in un unico muro di fuoco altissimo, che sbarrava completamente l’accesso dal ponte alla capitale, fermando cosi la corsa del principe decaduto. Hans era in preda al panico, a due metri dal muro di fuoco che gli sbarrava la fuga. Hans si girò e vide Anna, che aveva mutato di nuovo la sua infuocata arma che reggeva in mano. L’arco era infatti diventato una spada, molto più grande, affilata e rovente della precedente. Anna s’avvicinava velocemente verso Hans, senza che niente e nessuno riuscisse a fermare l’istinto, la rabbia e la magia del fuoco, che insieme guidavano la ragazza verso la sua vendetta. Nel percorrere il ponte, la principessa aveva tracciato con i suoi passi un sentiero di fuoco che percorreva quasi tutto il ponte.
 
 
 
Elsa, che a fatica rimaneva in piedi, non riusciva ancora a capacitarsi del fatti che quella ragazza, che generava fuoco dalle mani per magia ed era in preda ad una rabbiosa sete di vendetta contro Hans, fosse sue sorella Anna. Anna era la persona più ottimista, coraggiosa, premurosa e gentile che Elsa conosceva, che non potrebbe mai ferire qualcuno, neanche se fosse costretta. Allora Elsa, camminando a fatica verso il ponte, quasi priva di tutte le forze a causa dello scontro contro i mostri ombra che aveva sostenuto poco fa, iniziò a pensare che fosse stato proprio il potere del fuoco a condizionare l’animo di Anna. Seguendo il tracciato incandescente che seguiva il ponte, Elsa vide Hans in ginocchio, bloccato da un altissimo muro di fiamme, e Anna, pronta a giustiziarlo con la rovente spada che teneva in mano. Fu a quel punto che Elsa percepì alle sue spalle un suono simile al vetro che si incrina e si rombe. La regina si girò e vide infatti i bozzoli di cristallo purpureo evocati da Hans, che imprigionavano Kristoff, Sven e i sudditi, si stavano incrinando e scheggiando, ricoprendosi si crepe sempre più numerose. Evidentemente l’ardente magia che Anna aveva scatenato finora stava indebolendo il maleficio di Hans ed era già sul punto di spezzarsi definitivamente. Elsa si sentì sollevata nel constatare  che le vittime della magia scatenata da Hans si sarebbero liberate da essa, ma fu subito presa anche dall’angosciante preoccupazione quando si rese conto di un particolare agghiacciante. Se le persone imprigionate nei bozzoli di cristalli si fossero liberati e avessero visto Anna mentre scatenava la sua infuocata magia in preda all’ira, le conseguenze sarebbero state terribili. Elsa temete infatti che, a parte Kristoff e Sven, I sudditi potessero avere timore di Anna,  come era successo a se stessa quando i suoi glaciali poteri furono rivelati durante il giorno della sua incoronazione come regina di Arendelle. Ciò avrebbe significato che Anna avrebbe patito tutto il dolore, la solitudine e la disperazione che sua sorella aveva provato sulla sua pelle, forse anche di più. Nel suo cuore, Elsa sapeva che Anna non meritava di subire tutta quella sofferenza che lei stessa aveva provata. Mentre le prigioni di cristallo continuavano ad riempirsi di crepe e a perdere pezzi sempre più grossi, Elsa volse di nuovo lo sguardo verso la fine del ponte, dove Anna stava iniziando a sollevare solennemente, con entrambe le mani, l’infuocata spada verso il cielo, che l’avrebbe poi fatta calare su Hans per giustiziarlo alfine. Elsa sapeva che doveva fermare sua sorella prima che potesse commettere  il più grande errore della sua vita. Un errore che Anna non si sarebbe mai perdonata e che forse sarebbe persino impazzita a causa di ciò. Fu in quel momento che il potere di ghiaccio nel cuore della regina emerse, come se volesse correre in suo aiuto, per far si che riuscisse a fermare il rabbioso fuoco che si era impossessato della sorella. Il corpo di Elsa venne infatti avvolto da un iridescente aura bianca, fatta di puro freddo, guarendolo da tutte le ferite ricevute in battaglia e recuperando tutte le forze. Elsa sapeva che solo lei era in grado di calmare Anna e il suo potere incandescente. Il suo corpo continuava a risplendere di un bianco chiarore, facendo scintillare il suo abito blu ghiaccio ed emanando un fresco colmo di serenità e conforto. La regina non perse tempo e iniziò a correre sul ponte in direzione della sorella, mentre i bozzoli di cristallo che imprigionavano il montanaro, la renna e sudditi erano sul punto di rottura, visto l’intenso rumore di crepatura che aumentava sempre di più. Mentre Elsa correva per raggiungere sua sorella, l’aura bianca che l’avvolgeva lasciava dietro di se una luminosa scia, proprio come faceva una stella cadente, spegnendo al suo passaggio il sentiero di fiamme.
 
 
 
Anna guardava, con una ferocia magnifica e terribile negli occhi, il meschino  essere inginocchiato davanti a lei, spaventato e disperato alla vista dell’ardente lama che si sarebbe abbattuta su di lui.
 
“Anna, aspetta… possiamo parlarne… non c’è bisogno che questa storia finisca in questo modo…“ cercava di dire Hans con la voce pieno di balbettante terrore, ma Anna lo zittì in modo severamente furioso:
 
“Fai silenzio! Tu non hai esitato ad approfittare dei sentimenti del mio cuore per raggiungere il tuo scopo. Tu non hai esitato a cercare di prendere il regno di Arendelle con la crudeltà e l’inganno! Tu non hai esitato a far del male a mia sorella, cercando poi anche di ucciderla! È ora di mettere fine a tutto questo!” Anna, in preda ad una tempestosa ira, era sul punto di calare l’incandescente spada si Hans, con uno sguardo che chiedeva pietà. Fu allora che una figura avvolta in un’aura bianca e sfavillante si parò davanti al principe decaduto, impedendo così all’infuocata spada di scendere su di lui. Questo perché, davanti agli occhi di Anna, davanti sua sorella. La regina splendeva di un candito bagliore come un angelo e guardava sua sorella con uno sguardo severo, ma anche dolce e comprensivo allo stesso tempo. Dagli occhi blu di Elsa sgorgavano lacrime che ebbero l’effetto di spegnere di colpo la spada incantata che Anna reggeva, mentre le mani di quest’ultima continuavano ad ardere nel fuoco, ma con meno intensità di prima.
 
“Anna, lo so che Hans ha compiuto atti imperdonabili, tradendo Arendelle, me e anche il tuo cuore! È giusto che sia punito per ciò che ha fatto, ma non in questo modo! Tu sei migliore di lui, non devi abbassarti al suo livello, e so che in cuor tuo non vuoi che questo succeda! Ti conosco sa sempre, sei una ragazza allegra, piena di sogni e speranze, pronta a perdonare tutto e tutti! Nonostante il fuoco che si è risvegliato in te, il tuo vero cuore non risiede nella rabbia e nella vendetta, ma nell'amore e nella compressione! Io lo so, perché tu una volta, tempo fa, mi hai salvato dal mio gelido potere e dalla lama di Hans in nome di questi sentimenti! Dimostra a me e a te stessa che non sei un mostro come Hans e che sei ancora la magnifica sorella che ho sempre voluto bene.” mentre Elsa pronunciava quelle bellissime, severe e disperate parole, quasi sul punto di urlarle, l’animo di Anna, avvolto in un infuocato furore, iniziò a calmarsi sempre di più e gli occhi ritornarono ad essere celesti. L’espressione sul suo volto mutò poco alla volta, passando da quello di un rabbioso angelo a quello di una bimba in lacrime. Le fiamme che avvolgevano le sue mani si estinsero, senza lasciare ferite o ustioni sulla pelle. Dagli occhi di Anna iniziarono a sgorgare grosse lacrime.
 
“Elsa… io… io… non volevo… perderti…” singhiozzò Anna, mentre cadeva in ginocchio e si aggrappava alla veste di ghiaccio di sua sorella, con la testa chinata all'ingiù, senza il coraggio di alzarla, in cerca di perdono e consolazione per ciò che era appena successo e del terribile atto che stava per compiere.
 
“Lo so Anna… e ti posso assicurare che mi hai salvato la vita ancora una volta, perciò di ringrazio… volevo solo fermarti prima che tu potessi commettere uno sbaglio irreparabile…” disse Elsa con uno sguardo pieno di gratitudine, guardando Anna con gli occhi di una madre che sa consolare e perdonare la propria figlia. Elsa s’inginocchio anche lei e abbracciò forte sua sorella per dagli conforto e pianse dolci lacrime di commozione, felice di aver risvegliato la vera Anna dal furore del fuoco. L’Aura bianca che avvolgeva Elsa ricoprì anche Anna, da quale scaturirono delle splendenti sfumature dorate che emanavano un calore confortante. Caldo e freddo si univano in armonia in nome delle due sorelle. Era come se anche il magico fuoco nel cuore di Anna avesse ritrovato la pace e si fosse ricongiunto con il ghiaccio incantato in quello di Elsa.
 
“Hans è stato cattivo… ha fatto cose terribili… stava per ucciderti… volevo solo proteggerti da lui…” continuava a piangere Anna come una fontana, trovando il coraggio di alzare la testa e guardare negli occhi di Elsa in cerca di sollievo, ricambiando il suo abbraccio.
 
“È vero Anna… ti prometto che farò tutto quello che è in mio potere per far si che Hans venga giudicato, in modo equo e imparziale, per i misfatti che ha compiuto…” rincuorava dolcemente Elsa, guardando negli occhi straziati dalle lacrime di pentimento di sua sorella, accarezzando teneramente i suoi capelli rossi. Fu allora, improvvisamente, che quel commovente momento tra sorelle venne interrotto da una voce disumana, terribile e antica, che sembrava provenire dal nulla, echeggiando intorno a loro:
 
“Spiacente, sciocche  mortali, ma adesso Hans non ha tempo da sprecare con voi!” le ragazze alzarono la testa sgomente, cercando di capire da dove venisse quella voce fantasma. Fu allora che s'accorsero che Hans non c’era più e che al suo posto c’era un grosso buco di vorticante oscurità sospeso a mezz’aria, che si stava rinchiudendo su se stesso fino a scomparire nel nulla.
 
“Chi sei tu e che fine ha fatto Hans?” esclamò risoluta Elsa, stringendo Anna tra le sue braccia per proteggerla, come se qualcuno minacciasse di portagliela via.
 
“Quello che devo fare con il mio condottiero non è affar tuo, e per quando riguarda me, Hans ti aveva già detto chi sono io!” disse la voce sovrannaturale, che sembrava provenire dall’aldilà, e infine disse:
 
“Non so come tu e la tua sorella possiate avere dei simili poteri come i vostri, ma non riuscirete a fermare il mio ritorno! Il ritorno di Miðgarðsormr!” in una tremenda risata, come era apparsa, la voce del signore delle ombre scomparve nella notte, lasciando sole le due ragazze. Elsa si guardò intorno e poi rivolse la sua attenzione sul viso rigato da copiose lacrime di Anna. Sul volto della principessa c’era confusione e smarrimento ed Elsa aveva cosi compresso che sua sorella si era resa conto di ciò che era veramente successo, anche se non riusciva a crederci.
 
“com’è possibile… anch’io ho dei poteri… e non mi rendevo neppure conto che li stavo usando… era come se fosse il fuoco a comandare la mia volontà… come se io non fossi in me… Elsa, ho paura… cosa mi sta succedendo?...” pianse Anna, mentre appoggiava la testa nel petto di sua sorella, cercando conforto tra le sue braccia e nel suo volto angelico.
 
“Stai tranquilla, piccola mia… ti proteggerò io… ci sarò sempre per te quando avrai bisogno di me…” diceva Elsa, cercando di consolare, come se la ragazza che stringeva tra le sue braccia fosse un cucciolo smarrito. La regina delle nevi era però anche preoccupata perciò che era appena successo e si chiese se fosse mai stata in grado di aiutare sua sorella a superare il momento drammatico della scoperta dei suoi poteri sul fuoco.
  
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