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Autore: cristal_93    08/02/2014    3 recensioni
[Prequel alla storia Una speranza per il futuro, prende spunto sia dal videogioco che dai brevi episodi della serie animata] Leah, una giovane apprendista sensitiva, è in viaggio nel mondo dei Pokémon. Arriva a Borgo Tesoro, e appena scopre che quella è una comunità di soli Pokémon, decide di esplorarla sotto le mentite spoglie di un Espeon di passaggio. Le sue capacità psichiche, però, sono notevoli anche per il Pokémon che ha scelto di impersonare, difatti attirano l’attenzione di un team di giovani esploratori...
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Piplup
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Appena entrati dovettero sbattere gli occhi un paio di volte prima di riuscire ad abituarsi all'improvviso  cambio
di luminosità: finché erano rimasti  all'aperto la luce era stata forte, ma in quella grotta regnava la quasi totale oscurità.
L’atmosfera era rischiarata, seppur di poco, da cristalli incastonati nelle  pareti, che emanavano una tenue luce azzurrina che conferiva un che di spettrale a quel posto.
Leah rabbrividì e sperò con tutto il cuore che non ci fossero Pokémon Spettro nei paraggi. Chimchar camminava parecchi metri davanti a tutti a passo spedito; Piplup stava al fianco di Leah, e si guardava attentamente intorno. Continuarono a camminare per un pò, poi la ragazza, che voleva a tutti i costi distrarsi dal pensiero dei fantasmi, si rivolse a Piplup :
<< Senti, Piplup >>.
<< Sì? >>
<< Ecco… non voglio sembrarti invadente, però… mi dici che tipo di missione dovreste svolgere tu e Chimchar? >>
<< Va bene >> fece lui, poi si prese qualche secondo per pensare. << Ieri è venuto alla Gilda uno Shinx in lacrime..>> cominciò, ma Leah lo interruppe subito.
<< La Gilda? Intendi la Gilda di Wigglytuff? >>
<< Sì, la conosci? >>
<< Eh… no… veramente no. Ho solo sentito il nome da qualcuno, credo… >> ammise la giovane.
<< Non ti preoccupare, neanch'io ne conosco molto, è Chimchar quello che sa tutto su questo genere di cose. 
Comunque è lì che abbiamo fondato la nostra squadra: il giorno che ci siamo incontrati, io e lui siamo andati a iscriverci
in questa Gilda, perché a detta di Chimchar è il posto migliore della zona dove poter imparare seriamente a diventare
degli esploratori. Il Capitano Wigglytuff ci ha accolto e registrato come squadra d'esplorazione >>.
<< Ma in cosa consiste l’addestramento? Seguite delle lezioni? >>
<< Non proprio: più che altro, è tutta esperienza sul campo. A seconda della capacità della squadra gli viene assegnato un incarico più o meno difficile, e mano a mano che la squadra dimostra di sapersela cavare gli incarichi diventano sempre più impegnativi >>.
<< Ah, e voi finora, che incarichi avete svolto? >>
<< Recupero di oggetti smarriti, per la verità. Chimchar è molto impaziente, e si lamenta perché vorrebbe ricevere
qualche incarico più avventuroso e degno di un esploratore, ma Chatot lo ha ammonito dicendogli che non siamo ancora
pronti per qualcosa di simile, e allora… >>
<< Chi è Chatot? >>
<< E’ il braccio destro nonché portavoce del Capitano, ed è gli occhi e le orecchie della Gilda, oltre a dispensatore di
utilissime informazioni a proposito di Pokémon e Dungeon >>.
<< Wow, mi piacerebbe conoscerlo >>.
<< Non te lo consiglio: è piuttosto irritabile, ed è molto ligio al dovere. Guai a non rispettare le regole se c'è lui nei paraggi >>.
<< Ma è lui il capo o è Wigglytuff? >>
<< E’ Wigglytuff, ma penso che la maggior parte delle sue decisioni passino sotto Chatot prima di essere dichiarate agli apprendisti della Gilda, e penso che, sotto sotto, in realtà sia Chatot a comandare >>.
<< Ma è davvero così rinomata questa Gilda ? >>. Piplup fece le spallucce.
<< A quanto pare sì, e ho sentito che da lì sono uscite ottime squadre di esplorazione, anche se dicono che l’allenamento sia durissimo… >>
<< Con gli incarichi che vi hanno affidato finora non mi sembra che vi abbiano ammazzato di lavoro, no? Senza offesa, eh >>, aggiunse in fretta Leah. Piplup non sembrò prendersela.
<< Siamo solo dei principianti, chi può dire che le cose saranno sempre così? Comunque, quest’ incarico ci è capitato
per pura fortuna, ma è la prima vera missione che abbiamo ricevuto finora >>.
<< Ah già, prima ti ho interrotto, scusa: cosa dicevi di Shinx? >>
<< Ieri è venuto uno Shinx in lacrime, e ha chiesto aiuto alla Gilda per la sua sorellina: è molto malata, e ha detto
che per farla guarire aveva bisogno di una Gabitesquama, perché a quanto sembra ha il potere di curare ogni malore,
ma è possibile averla solo affrontando un Pokémon chiamato Gabite, e lui era troppo debole per andare a procurarsene una , e allora… >>
<< …ha chiesto di qualcuno che andasse a cercare un Gabite per chiedergli una squama al posto suo, giusto? >>.Il Pokémon d’ Acqua annuì.
<< Sì, è andata così. Chatot ha detto che Gabite si trovava proprio qui, nella Grotta Labirinto, ma ha specificato
subito che era un avversario incredibilmente forte. Quando Shinx ha fatto la richiesta, però, io e Chimchar eravamo
gli unici disponibili, ma nonostante le proteste di Chatot, Chimchar ha giurato a Shinx che gli avremmo portato
quella squama per sua sorella a qualunque costo, perché non sarebbe stato giusto ignorare la richiesta di un
Pokémon bisognoso solo perché c’erano a disposizione dei pivelli.
Ci siamo messi in viaggio, ma Chimchar si è  così fatto prendere dall'entusiasmo che non ha fatto molto attenzione alla strada, e così, nonostante la mappa, ci siamo persi quasi subito, e ci abbiamo messo un sacco a ritrovare la direzione giusta. Ad ogni modo.. ti devo confessare che non ci credo pronti ad affrontare Gabite: già quegli Shiftry ci hanno
messo in serie difficoltà, e se tu non ci avessi aiutato non so proprio come ce la saremmo cavata… >> disse il piccolo pinguino, accennando un mezzo sorriso. Leah gli sorrise con affetto.
<< E’ stato un piacere >> disse. Piplup, però, si fermò e assunse un aria pensierosa.
<< Piplup, che cos'hai? >> gli chiese Leah, preoccupata. Lui guardò in basso e prese a disegnare per terra con i piedi.
<< Leah, io…vorrei confessarti una cosa. Tu però… mi prometti di non farne parola con Chimchar, per favore>>. Leah fece cenno di sì, anche se era molto confusa: pensava che Piplup non si fidasse ancora di lei, e ora invece era lì pronto a dirle qualcosa di compromettente che a quanto pare non voleva far sapere a Chimchar.
Era forse segno che stava vincendo la sua diffidenza? Piplup riprese a camminare lentamente, e Leah lo seguì. Piplup poi  guardò davanti a loro verso il compagno di Fuoco, che non era molto distante, ma abbastanza lontano da non riuscire cogliere eventuali bisbigli. Rassicurato da questo fatto, si chinò verso la ragazza e ammise, sussurrando:
<< Io… sto pensando di dire a Chimchar che voglio andarmene >>. Leah si fermò di botto e guardò il Pokémon con
gli occhi sgranati.
<< Piplup, vuoi davvero mollare tutto? >>. Lui rispose con un debole cenno del capo.
<< Perché…? >> chiese ancora la ragazza, incredula.
<< Io…non so più cosa fare >> continuò Piplup. << Vorrei tanto riuscire a capire chi sono e  da dove vengo…Ammetto che forse conoscere Chimchar non è stato poi così spiacevole, però…mi ha trascinato nella sua squadra d’esplorazione, ma mentre lui mette sempre  grande entusiasmo in tutto quello che fa, io non lo condivido.
E' il suo sogno questo, non il mio, ma alla fine mi ritrovo sempre a dover correre per stargli dietro. Così facendo però,
non sono ancora riuscito riuscito a trovare niente su di me: né un punto, un indizio, un accenno che mi aiuti a capire cosa mi è successo. Sto iniziando a temere che non ci riuscirò mai, se resterò con lui.
Per questo vorrei trovare il modo giusto per dirglielo, ma non so come… >>.  Leah lo ascoltò in silenzio, poi scosse la testa.
<< Perché lo hai detto proprio a me? >> chiese seria. Piplup arrossì e volse lo sguardo altrove.
<< Perché… è una cosa su cui stavo rimuginando da un po’ di tempo... e avevo bisogno di dirlo a qualcuno, ma di certo non potevo parlarne con gli altri membri della Gilda. Scusami: non volevo usarti come capro espiatorio, ma davvero non ce la facevo più… scusami tanto… >> aggiunse, mortificato. Leah gli mise una zampa sulla spalla.
<< Non ha importanza Piplup, avevi bisogno di sfogarti e l’hai fatto. Puoi stare tranquillo,  io non ne farò parola
con nessuno. Però…. >>. La ragazza guardò verso Chimchar : era ormai molto lontano da loro e troppo impegnato
a saltellare, quindi probabilmente non si sarebbe accorto di niente neanche se avesse voluto. In ogni caso lei preferì non correre rischi, e così si rivolse a Piplup telepaticamente.
 Non voglio sembrarti presuntuosa, ma… mi permetti di dirti come la penso?”. Il Pokémon si guardò un attimo intorno
disorientato, poi guardò la ragazza e annuì, ancora sorpreso. 
Io penso che solo perché non hai ancora trovato niente non significa che tu debba rinunciare per forza. Le cose non vanno sempre come previsto, e talvolta gli eventi possono prendere una via altamente imprevedibile e inaspettata. Credimi, sono un‘esperta del settore. Però… pensaci bene: magari restando con Chimchar non avrai modo di dedicarti completamente alla ricerca del tuo passato, però… è anche vero che in Chimchar hai trovato un compagno e un amico di cui fidarti, e anche se forse non te ne rendi conto, forse un giorno averlo al tuo fianco sarà importante per te”.
“ Che ne sai? Ci conosci appena” ribattè lui.
Su questo non posso darti torto. Ma mi è bastato guardavi mentre affrontavate quegli Shiftry: tu lo hai sostenuto e lui ha cercato di rialzarsi per difendere entrambi. E’ evidente che Chimchar ci tiene a te. 
Se però pensi che sia meglio lasciare tutto e andare per la tua strada, fai pure, ma secondo me sarebbe una scelta inopportuna: là fuori non avresti amici su cui contare e a cui poterti affidare.Restando qui, hai la possibilità di conoscere meglio tè stesso e quello che ti circonda, e in questo modo chissà che quello che cerchi non salti fuori da solo, magari proprio in questo posto che tu vuoi abbandonare “ disse la ragazza, facendogli l’occhiolino. Piplup la guardò senza parole.
Comunque” si ricompose lei, notando la sua espressione perplessa. “Io non sono nessuno per dirti cosa dovresti fare,
e la scelta è solo tua. Se però tu volessi rifletterci con calma….”. Piplup restò in silenzio per qualche istante, poi disse:
“ Non lo so. Su una cosa però ti devo dare ragione: Chimchar è si impulsivo ed entusiasta, però…è di buon cuore,
ed è molto generoso. Ora come ora, però, io sono solo molto confuso. Mi serve tempo per decidere…”
“ Tutto quello che vuoi. Però, già che ci sei  perché non provi a vivere quest’esperienza? Magari poi scopri che ti piace,
e potresti anche imparare cose che prima magari non conoscevi. Un tentativo puoi sempre farlo no?”.Piplup la guardò con sospetto, poi si mise le ali sui fianchi.
Sembra quasi che tu parli per esperienza. E anche quei discorsi, prima, con Chimchar….le hai vissute sulla tua pelle?”
Leah sorrise imbarazzata, ma prima che potesse rispondere, i due furono interrotti dalle urla di Chimchar.Corsero velocemente da lui,  e lo videro mentre cercava di sfuggire da uno stormo di Golbat infuriati.
<< Chimchar! >> urlò Piplup cercando di andare in suo soccorso, ma Leah lo bloccò con la coda. il Pokémon fece per
protestare, ma lei non gliene diede il tempo :chiuse gli occhi, si concentrò e quando li riaprì travolse i Golbat con
un’ondata di energia psichica che li disperse rapidamente.
Chimchar rimase a terra con le mani sulla testa, ma non sentendo più quei pipistrelli osò aprire un occhio, e quando constatò che la via era libera, si rilassò completamente.
<< Tutto bene ? >> chiese Leah, mentre Piplup aiutava l’amico a turarsi su.
<< Sì…mi hanno colto di sorpresa, sono spuntati fuori dal nulla. Credo però di essere stato io a spaventare loro e non
il contrario >> disse Chimchar, sorridendo per la tensione. Piplup sospirò, Leah invece ridacchiò.
<< Forse è meglio se cammini al nostro passo, che dici? >> disse poi.
<< Decisamente…. >> disse Chimchar. << Ah, comunque…grazie ancora >> aggiunse.
<< Non è stato nulla, non ti preoccupare >>.
<< Ma se è la seconda volta che mi salvi la vita! Cavoli, vorrei che arrivasse il mio turno di ricambiarti il favore, prima o poi >> brontolò Chimchar, camminando a braccia conserte. Leah scosse la testa e gli si affiancò, mentre Piplup
si sistemò al suo fianco. Per un po’ proseguirono in silenzio, interrotto soltanto dallo sbattere di ali di qualche Golbat
appeso al soffitto. Ad un certo punto però, a Piplup venne come un’illuminazione.
<< Leah... >> disse, fermandosi.
<< Che c'è, Piplup? >> chiese la ragazza sorpresa.
<< Mi è venuta in mente una cosa >>.
<< Cioè? >>
<< Qualcosa a cui prima non ho prestato attenzione: non mi è chiaro come sia possibile che tu abbia battuto quegli
Shiftry>>. Leah sgranò gli occhi perplessa: qual’era il senso di quella domanda?
<< Bè….lo hai visto anche tu com'è andata, no? Ho deviato i loro attacchi con la mia barriera, e poi li ho attaccati a mia volta. Che c’è di strano in questo? >>
<< Non hai capito! >> insistette Piplup. << Tu non avresti potuto sconfiggerli ! >>. Sia Leah che Chimchar guardarono il compagno come se fosse pazzo: aveva forse battuto la testa e non se ne erano accorti?
<< Piplup, ma che stai dicendo? >> disse Chimchar allibito. << Capisco che forse tu non ti fidi ancora di Leah, ma da
qui a dire che non avrebbe potuto farcela è… >>
<< Erano Pokémon di tipo Buio, Chimchar ! >> sbottò Piplup. << Lei ha usato una mossa di tipo Psico, che avrebbe
dovuto essere completamente inefficace contro di loro, ed invece ha funzionato alla grande! Questo sto dicendo!>> sbraitò quasi. Le sue parole rimbombarono per tutta la caverna, e qualche Golbat si staccò dalla volta di pietra e volò via. Piplup respirò affannosamente: non avrebbe voluto alzare la voce, ma gli dava tremendamente fastidio che Chimchar non si fosse accorto di un particolare importante come quello.
<< Hai ragione! >> esclamò Chimchar, battendosi la mano sulla fronte. << Non ci avevo fatto proprio caso. Leah, >>
aggiunse, volgendosi immediatamente verso la ragazza << come hai fatto a usare i tuoi poteri su di loro? >>.
Lo chiese con gli occhi che scintillavano. Leah sospirò: non era abituata ad essere fonte di ammirazione per qualcuno,
e la cosa stava iniziando ad imbarazzarla sul serio.
Fosse stato anche solo perché gli aveva salvato la vita il motivo per cui ora Chimchar sembrava venerarla in quel modo, la ragazza era comunque d’accordo con Piplup sul fatto che forse Chimchar non avrebbe dovuto essere così tanto ingenuo: lei non avrebbe mai fatto niente del genere, ma se davvero li avesse salvati solo per poi tradirli, cosa avrebbero fatto? Le venne in mente anche che Chimchar si era comportato così anche con Piplup: lo aveva conosciuto per caso e gli aveva chiesto praticamente subito di unirsi a lui nella sua avventura, il tutto dopo aver visto per due secondi le sue capacità.
Sperò che non avesse incontrato altri Pokémon forti, perché se era bastato fargli vedere un paio di mosse efficaci per conquistarsi la sua devozione non osava immaginare cosa avrebbe potuto succedergli se al suo posto ci fosse stato qualche malintenzionato.
Comunque aveva sperato che non si rendessero conto del particolare relativo alle compatibilità tra tipo Psico e Buio che avrebbe dovuto manifestarsi durante lo scontro contro quei Pokémon d' Erba, ma che invece lei aveva arginato  facilmente, come se non esistesse.  
A differenza del compagno, però, a quanto pare Piplup la testa la usava , e anche se ci aveva fatto caso solo in quel momento, era comunque stato l'unico ad essersi accorto di quella particolarità. Guardò i due Pokémon in attesa, poi prese un bel respiro e disse, imbarazzata:
<< Bè…in verità…non mi prenderete in giro vero? >>. I due si scambiarono un’occhiata perplessa, poi annuirono al’unisono. Leah prese nuovamente fiato e cominciò:
<< E’…nato tutto…per via di una questione d’orgoglio >>. Subito arrossì e si voltò dall’altra parte, pronta a sentire
le risate. Dopo qualche secondo,  però, il silenzio era ancora assoluto, e allora osò guardarli di nuovo: erano ancora lì,
a fissarla con più perplessità di prima. Guardò prima l’uno poi l’altro e si diede della sciocca : ma certo, non aveva risolto proprio niente con una risposta del genere.
<< Ok, è meglio se vi spiego tutto dal’inizio : è successo tutto qualche anno fa, quando ero ancora una pivella
e non avevo incontrato… >> ma qui si morse la lingua invece di proseguire. Inevitabilmente aveva richiamato alla
mente qualcuno che avrebbe preferito non rievocare, ma ormai il danno era fatto.
Sospirò: pensare al suo maestro le faceva ancora male, e per questo cercava sempre di pensarci il meno possibile, ma ogni volta che sfiorava appena un ricordo a lui legato, la sua immagine sovrastava imponente tutti i suoi pensieri, e lei veniva sempre assalita da un senso di angoscia così tremendo da farla soffocare.
Scosse la testa: non era quello il momento di farsi prendere dai brutti ricordi. Si sforzò di focalizzare la sua mente su ciò che davvero era il suo obiettivo.
<< Dicevo: ero ancora inesperta e non avevo un vero e proprio controllo dei miei poteri, per lo più agivo d’istinto…>>
<< Davvero? >> la interruppe sorpreso Chimchar.
<< Chimchar, stai zitto! >> lo rimproverò Piplup. Chimchar sospirò deluso. Leah lo guardò con dolcezza, poi riprese:
<< Ero nel bosco, in compagnia di alcuni Pokémon del posto. Stavamo giocando tutti insieme, quando tra gli alberi
è risuonato un ruggito tremendo. Ci siamo voltati tutti verso quel rumore, e in lontananza abbiamo anche sentito
degli alberi spezzarsi e cadere  a terra, seguito da passi pesanti, passi che si stavano avvicinando sempre di più.
Mano a mano che quel frastuono si avvicinava sono saltati da tutte le parti altri Pokémon del bosco: erano terrorizzati,
sembrava che stessero scappando da qualcosa ma che non sapessero dove andare per evitarlo.
Guardando quei Pokémon abbiamo iniziato ad avere paura anche noi, e più il pericolo diventava imminente più io
ho sentito i miei nervi tendersi al massimo e i miei muscoli tremare.
Alla fine, distruggendo due alberi proprio al limitare della radura in cui ci trovavamo come se fossero fatti di niente, la misteriosa presenza ha fatto il suo ingresso >>.
<< Un Ursarig arrabbiato e scontroso? >> azzardò Chimchar. Piplup lo fulminò con un’occhiata, ma Leah scosse la testa.
<< Sarebbe stato meglio: il Pokémon in questione era un Tyranitar >>. A quel nome sia Chimchar che Piplup si coprirono la bocca  e la guardarono sconvolti.
<< T-Tyranitar? Uno dei più potenti e feroci Pokémon di tipo Buio che ci sia?! >> esclamò Chimchar .
<< Sì >> annuì Leah. << Io però non sapevo ancora niente, o meglio, sapevo poco riguardo alla compatibilità tra i tipi.
Così, quando Tyranitar ha provato ad attaccarci, io ho usato i miei poteri senza pensarci troppo, ma mi sono terribilmente spaventata quando ho visto che non avevano sortito alcun effetto.
Tyranitar a quel punto mi ha colpita, ed io sono finita a terra, ma non mi sono arresa: forse non potevo attaccarlo, ma avrei potuto sempre proteggere me e tutti quelli che erano insieme a me.
A quel tempo non ero ancora pratica nel generare barriere, ma mi è bastato guardare gli occhi spaventati dei Pokémon con cui stavo giocando fino a quel momento per sentire una strana forza , una voglia di tirar fuori il meglio di me, di farcela a qualunque costo, e così, senza quasi pensarlo, sono riuscita a circondarci tutti in una barriera che ci ha protetto dagli attacchi di quel Pokémon >>. Piplup e Chimchar ascoltavano affascinati, soprattutto quest’ultimo, che pendeva dalle sue labbra a bocca spalancata.
<< E poi? Cos'è successo? >> chiese Piplup.
<< Tyranitar ha continuato ad attaccarci, sebbene il più delle volte i suoi attacchi gli fossero stati rimandati indietro
dal mio scudo e l’avessero ferito. Lui ha tenuto duro, io ho tenuto duro, e nessuno dei due ha voluto cedere
terreno al’avversario. Proprio quando sono arrivata al limite, però, lui è crollato a terra, e io sono crollata a mia volta.
I Pokémon del bosco, appena la barriera si  è dissolta, sono scappati; io sono rimasta lì, ad osservare quel Pokémon
gigantesco che non ero riuscita a sconfiggere. Quello scontro….mi aveva ferito profondamente nell’orgoglio >>. Evitò di raccontare che era rimasta lì finché Tyranitar non si era svegliato, e che poi lo aveva curato e si era presa cura di lui fino a quando non si era ripreso, il tutto tra il borbottio di Vaporeon che l’aveva rimproverata di essere troppo buona.
Lei lo aveva ignorato, ma poi anche Tyranitar era rimasto sorpreso dalle sue azioni. Lo aveva messo a tacere con un gesto, dicendo che quello che lui aveva fatto era ormai acqua passata, che nessuno di loro si era fatto male e che quindi non c’era motivo di rimuginarci sopra ancora.
Quando il Pokémon si era ripreso, lui e la ragazza si erano salutati da amici, ma dentro di sé Leah si era sentita
male per la sconfitta subita, e aveva promesso segretamente che un giorno lo avrebbe ricercato, per chiedergli la rivincita.
<< Ma tu non sapevi ancora della compatibilità tra tipi, non avevi motivo di angosciarti così >> protestò Chimchar, agitando le braccia. Leah si riscosse dai suoi pensieri e sorrise.
<< Lo so, ma l’ho scoperto solo più tardi. E prima…dopo quell'incontro sono rimasta a pensare per due giorni: ero riuscita a salvarmi per miracolo, non ero sicura che sarei stata altrettanto fortunata la prossima volta.
Ricordo che ho pensato: forse i miei poteri non hanno avuto effetto perché lui era molto più forte di me; forse dovrei
allenare di più le mie capacità. Ho pensato questo e subito mi sono rialzata e mi sono messa all'opera.
Ho lavorato sodo per anni, e ho raggiunto un buon livello di potenza. Quando poi ho scoperto la verità, all'inizio
mi sono arrabbiata, perché mi ero sentita davvero uno schifo dopo aver perso, e perché ero arrivata a farmi
venire quasi un attacco isterico a furia di allenarmi come una matta.
Poi però ci ho riflettuto con calma: malgrado tutto ero comunque diventata più forte, e questo non poteva che essere un bene, visto che avrei sicuramente trovato avversari altrettanto tosti in futuro, e allora ho ritrovato la carica, la voglia di allenarmi e mettermi alla prova. Quell’episodio, poi, mi ha fatto capire anche un’altra cosa: che le poche volte in cui ho
usato sul serio i miei poteri è stato sempre perché stavo proteggendo qualcuno.
Ne ho fatto il mio stile di lotta, per così dire: combattere sempre per qualcuno, mai per me stessa, perché solo proteggendo gli altri sento di poter dare il meglio di me  >> concluse con un sorriso di cui però non era sicura nemmeno lei stessa. Perché non aveva raccontato tutta la storia: più o meno in quell'occasione, infatti, aveva conosciuto Braven, che era spuntato fuori dal nulla pochi giorni dopo l'incontro con Tyranitar, proprio mentre lei si stava allenando.
L'aveva guardata in silenzio da lontano, e solo quando Vaporeon si era accorto della sua presenza aveva osato avvicinarsi, e come se nulla fosse aveva giudicato le abilità della ragazza semplicemente patetiche.
Leah dapprima si era infuriata: chi diavolo si credeva di essere quello sconosciuto sbucato così al’improvviso per rivolgersi a lei in quel modo così presuntuoso? Poi però aveva contato fino a dieci e si era calmata, dopodiché aveva detto pacatamente a quel tipo che si, forse aveva ragione, e che lei si stava allenando appunto per quel motivo, perché voleva migliorare. 
A quelle parole, Braven l’aveva derisa ancora di più, e le aveva detto che con un atteggiamento così debole non sarebbe andata molto lontano.
Leah non aveva fatto in tempo a ribattere perché Vaporeon si era scagliato furioso contro quel’estraneo, che  aveva semplicemente alzato una mano, aveva fermato il suo salto a mezz'aria e lo aveva rispedito tra le braccia della ragazza. Lei, lottando nel frattempo per impedire a Vaporeon di attaccarlo nuovamente, aveva iniziato a guardare quello sconosciuto con occhi diversi: era la prima volta che si ritrovava a che fare con qualcuno che aveva i suoi stessi poteri, e che per di più sembrava completamente padrone di sé e delle proprie capacità.
Le era venuta in testa un’idea: era folle, e forse quando sarebbe stata da sola e a mente fredda se ne sarebbe pentita, ma aveva voluto comunque fare un tentativo, e così aveva chiesto a quel tipo se avrebbe potuto addestrarla.
Lui l’aveva guardata con sufficienza, e le aveva voltato le spalle, dicendo che non aveva tempo da perdere con delle nullità.  Lei però lo aveva preso per il mantello e lo aveva supplicato in ginocchio: non gli avrebbe chiesto troppo, solo il minimo per imparare a gestire i propri poteri, e poi l’avrebbe lasciato stare.
Braven l’aveva guardata senza espressione, e poi le aveva detto:
<< Ad una condizione >>. Leah si era alzata subito in piedi e si era dichiarata pronta a qualsiasi cosa.
<< Io ti addestrerò, ma dopo…tu diventerai mia schiava >>. Leah si era sentita come colpita da una secchiata d’acqua gelida, e aveva sentito la sua determinazione scivolare via come foglie al vento.
Vaporeon aveva ringhiato contro quello sconosciuto e senza preoccuparsi che lui potesse o meno capirlo gli aveva urlato che non sarebbe mai successa una cosa del genere, e che avrebbe dovuto sparire all'istante e non farsi più vedere, ma la ragazza lo aveva fermato. Con grande terrore, poi, al Pokémon era bastato guardare negli occhi la compagna
per capire che avrebbe accettato, e che lui non le avrebbe fatto cambiare idea.
E così era stato: Leah, che più di ogni alta cosa voleva imparare ad usare i suoi poteri, aveva accettato la proposta di Braven. Lui l’aveva guardata con disprezzo, poi aveva guardato il Pokémon tra le sue braccia, e infine si era voltato e l’aveva intimata di seguirlo.
Non avevano passato molto tempo insieme: Braven era stato un maestro duro ed esigente, ma per fortuna Leah era
molto dotata, e aveva imparato in fretta. Vaporeon, ovviamente, l’aveva sempre sostenuta durante gli allenamenti
e non l'aveva lasciata un attimo da sola con quel tipo, con grande disappunto di Braven che sembrava aver preso
il Pokémon in antipatia, sentimento  fortemente ricambiato poi da quest’ultimo, che aveva riservato al giovane uno
sguardo carico di odio puro ogni volta che avevano incrociato gli occhi.
Malgrado non fosse stato proprio un gentiluomo con lei, però, con il passare del tempo Leah aveva sentito nascere
nel suo cuore qualcosa per quell' individuo misterioso, qualcosa che andava oltre la semplice ammirazione.
Alla fine aveva scoperto di essersene innamorata, e aveva iniziato a sperare che il giorno in cui sarebbe
diventata sua schiava arrivasse presto: non era proprio il modo migliore per stare con lui, ma almeno così sarebbero
stati sempre insieme, e lei sarebbe diventata sua.
Il destino, però, riserva sempre delle strane sorprese, specialmente quello di Leah, che aveva la brutta abitudine di modificare apposta il corso degli eventi e lasciare disorientata la sua protetta. Un giorno, infatti, lei si era svegliata di soprassalto con un terribile presentimento, certa che qualcosa di grave fosse in agguato, e forse in parte fu così, almeno per lei: lì vicino trovò un foglio di carta con poche parole lasciate da Braven, dove il suo maestro le chiedeva di dimenticare la stupida condizione a cui avrebbe dovuto attenersi se fosse diventata sua allieva, e la pregava di dimenticarlo e di non cercarlo mai più.
Leah ricordava quel giorno come uno dei peggiori della sua vita: quelle parole l’avevano ferita peggio di qualsiasi
altro male al mondo, e lei si era sentita a pezzi, talmente distrutta che era crollata a terra, stringendo la lettera del suo maestro, della prima persona di cui si era mai innamorata, ed era scoppiata a piangere disperata.
Vaporeon non aveva perso tempo a rinfacciarle frasi di circostanza come “Te l’avevo detto” o “Avresti dovuto lasciar perdere fin da subito” :  si era accoccolato sul suo petto, ed era rimasto lì finchè non si era calmata, come la prima volta che si erano incontrati.
Leah ci aveva messo molto tempo a riprendersi sul serio, ma non era mai guarita del tutto. Tuttavia, aveva mantenuto la promessa, e non aveva più cercato Braven. Non lo aveva mai dimenticato, comunque: sperava segretamente di poterlo incontrare di nuovo, un giorno;  nel frattempo, avrebbe proseguito quello che lui aveva iniziato, e sarebbe diventata forte, fortissima, lo avrebbe reso orgoglioso di lei
Era anche a lui che pensava quando combatteva, oltre che a Vaporeon: loro erano i due individui più importanti della sua vita; immaginarseli lì con lei era il modo migliore che aveva per dare il massimo in battaglia e non mollare mai, nemmeno nelle situazioni più disperate.
Questo, però, non lo disse a Piplup e Chimchar: non se la sentiva di farlo. Più il racconto era andato avanti, più Chimchar aveva guardato la ragazza con gli occhi spalancati, fino ad arrivare a fissarla intensamente come se fosse stato ipnotizzato. Piplup invece l'aveva guardata quasi con timore, e alla fine della storia rimasero entrambi lì, a fissarla come imbambolati . 
Non ricevendo altro tipo di reazione da parte loro Leah pensò che non avessero altro da chiederle, quindi riportò lo sguardo davanti a sé e proseguì il cammino. Solo dopo un po' si accorse che non sentiva il rumore dei passi degli altri due dietro di sé, ma la voce di Chimchar la precedette prima che lei potesse aprire bocca.
<< Leah… >>. Lei si voltò e si accorse che i due Pokémon si erano fermati. La fissavano intensamente, come a chi è stata appena levata una benda dagli occhi e si accorge che la verità che lo circonda non è come quella che credeva, e quindi resta fermo, aspettandosi di tutto.
Persino Chimchar sembrava essersi finalmente reso conto che l’estranea che era lì con loro forse era molto di più di quello che credevano, e che se era potente come diceva di essere, forse non ci avrebbe messo molto a liberarsi di loro se avesse voluto. Leah li guardò negli occhi, poi sospirò sconsolata: ci era cascata di nuovo.
Non le era mai piaciuto mettersi in mostra, ma di fronte a dei Pokémon in difficoltà non aveva mai rinunciato a uscire allo scoperto e prestare loro aiuto. Il vero problema, però, era che, sebbene Braven l’avesse sempre smentita sul’effettiva potenza delle sue capacità, era evidente che non era così gli occhi di tutto il mondo.
Umana o Pokémon, per qualche strano motivo appariva sempre troppo potente, troppo capace, troppo tutto.
Lei non voleva questo, non voleva essere considerata un mostro, qualcuno con cui era meglio comportarsi in modo adeguato per non farlo arrabbiare, qualcuno da tenere a distanza e guardare con sospetto perché in grado di fare cose tremende, disumane.
Aveva sperato che imparare a controllare i propri poteri avrebbe ridotto i rischi di un’eventualità del genere, ma a quanto pare la sua era stata l’ennesima vana speranza di una ragazzina che crede di aver raggiunto il traguardo
quando in realtà ha ancora molta strada da percorrere. Cercò di avvicinarsi, ma i due indietreggiarono.
<< Ragazzi… >> li supplicò, tendendo una zampa verso di loro.
<< Leah…diccelo una volta per tutte, per favore : chi sei tu? E qual è il tuo vero potenziale? E’ solo come quello che usato che hai usato contro gli Shiftry? O è qualcosa di più potente? Lo dobbiamo sapere, Leah. Se sei addirittura più forte di quanto vuoi far credere, come possiamo fidarci di te sapendo che ci stai nascondendo qualcosa? >> disse Piplup. Leah fece per aprire bocca, poi la richiuse subito, mentre i sensi di colpa iniziarono a roderla profondamente. Non poteva dirglielo, non poteva fargli sapere quanto fosse in realtà smisurata la sua potenza.
Non poteva nemmeno dirgli la verità su ciò che lei era: a quel punto, non l’avrebbero presa per niente bene. Le venne lo sconforto: fino a quel momento diventare un Espeon non era mai stato un problema per lei, anzi, ogni volta si era sempre sentita immensamente felice di farlo.
Era anche vero, però, che fino a quel momento aveva avuto solo contatti di breve durata con i Pokémon selvatici
con cui si era trovata a che fare, e mai niente di troppo serio; quei due erano diversi, erano più…più…civilizzati, quasi, più di qualsiasi altro Pokémon che aveva incontrato fino a quel momento.
Parlare con loro era proprio come avere a che fare con due persone, e lei si era inconsciamente lasciata trascinare, lasciando trapelare più del dovuto su di sé. Ora era troppo tardi per tornare indietro, per lasciarli lì e fingere che il loro incontro non fosse mai avvenuto. Non poteva dire loro tutta la verità, ma forse avrebbe sempre potuto rivelargliene solo una parte.
<< Io… >> cominciò a dire. << Io…  sono sempre stata molto dotata :non ho chiesto io di esserlo, ma non ho mai usato le mie capacità per fare del male, ve lo giuro!
Però, io… ho dovuto imparare ben presto a usarle per  difendermi, perché ho incontrato troppe persone che mi volevano fare del male, che volevano usarmi.
Ho dovuto tenere alla larga tutti quelli che mi circondavano, e… ho avuto un solo amico di cui potermi fidare veramente, uno solo in tutta la mia vita. Senza di lui io non sarei qui. Ed è anche per questo che io mi alleno tanto: gliel' ho promesso, e voglio mantenere la mia parola…. >> e strinse il ciondolo che aveva al collo. Tornò a guardare i due solo dopo un po’.
<< Ragazzi… non dovete avere paura di me. E… vi vorrei chiedere anche… di non pensare a me come ad un mostro. Sono cresciuta nella paura e nella diffidenza, è vero, ma mai, mai, mi ha sfiorato l’idea di usare i miei poteri per vendicarmi sugli altri. Per favore… >> li supplicò. << Se… se volete, me ne andrò via anche subito, e voi potrete fare finta di non avermi mai conosciuto, io per voi non sarò mai esistita. Quello che vi chiedo, però, è solo di non considerarmi un mostro… solo questo…>>. Si sentiva le lacrime agli occhi, e ancora una volta accusò Vaporeon, perché era in momenti come quello che lui le mancava come l’aria che respirava.
Se fosse stato lì l’avrebbe abbracciata e avrebbe rivolto uno sguardo carico di sfida a quei due, e probabilmente dopo li avrebbe anche affrontati.
Vaporeon però non c’era, e lei avrebbe dovuto imparare una volta per tutte a smettere di fare continuo affidamento sulla sua presenza, ma era più facile dirsi che a farsi, e per lei era veramente difficile accettarlo. 
Le mancava da morire, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo lì Accidenti a lui: due non potevano passare un’intera vita insieme, trascorrendo ogni singolo istante in compagnia l’uno dell’altro e poi decidere di punto in bianco che avrebbe fatto bene ad entrambi passare un po’ di tempo separati, e partire come se niente fosse per l’ignoto, senza quasi più farsi sentire.
A lei non faceva bene per niente, e aveva iniziato a temere che sarebbe finita come con Braven: a portarsi continuamente la mano al cuore perché le sembrava sempre pesante come un macigno ogni volta che sfiorava il  pensiero del suo fratellino.Piplup e Chimchar la guardarono senza dire niente, poi si scambiarono un’occhiata, ma quando tornarono a guardarla, le loro espressioni si erano addolcite.
Lei abbassò lo sguardo, ma Chimchar si fece avanti e  posò entrambi le mani sul musetto viola della ragazza.
<< Non piangere, Leah >>. Lei si portò una zampa sugli occhi e si accorse che erano bagnati. 
Sorrise con amarezza: non si era neanche accorta di aver versato lacrime. Era davvero patetica: straparlare di quanto fosse forte e poi mettersi a piangere come una bambina. Asciugò in fretta le lacrime, e Chimchar le fece sciogliere con delicatezza la presa sul ciondolo, tenendole la zampa con entrambe le mani.
<< Leah >> disse poi. << Ti chiediamo scusa, non potevamo immaginare che avessi sofferto così, ci dispiace.Non volevamo accusarti, se è vero che sei così forte solo perché ti sei allenata molto per qualcuno che ami allora noi abbiamo solo da prendere esempio invece che criticarti.
Ma non ti considereremo certo un mostro, questo mai: sei una ragazza così dolce…. e poi, ci hai salvato la vita, questo non potremo mai dimenticarlo >> e dicendolo guardò verso Piplup, che annuì e prese anche lui la zampa della ragazza con le proprie.
<< Chimchar ha ragione. Perdonami: sono stato indelicato e ti chiedo scusa. Possiamo essere certi che di te ci potremmo fidare, allora? >>. Lei fece cenno di sì, sorpresa.
<< Bene! >> fece Chimchar, poi però tornò subito serio.
<< Ora però…>>
<< Cosa? >> chiese Leah, di nuovo preoccupata.
<< Sorridi, Leah >> disse Chimchar, stendendo con le dita gli angoli della propria bocca in quello che avrebbe dovuto essere un sorriso ma che sembrò più una smorfia stupida degna di un clown.
Piplup lo guardò con un sopracciglio inarcato, ma Leah ridacchiò, e si aprì subito in uno splendido sorriso.Per un attimo i due la osservarono incantati e arrossirono, tanto che Leah dovette agitargli la coda davanti agli occhi per farli riprendere.
<< Così va meglio! >> disse poi Chimchar, ancora con le guance rosse.
<< Quindi ora….proseguiamo! >> e di nuovo si diresse a passo di marcia lungo il sentiero.
Prima che Leah e Piplup avessero il tempo di sospirare e di seguirlo, Chimchar si fermò e fece marcia indietro.
<< Prima le signore >> disse, inchinandosi di fronte a Leah. Lei lo guardò di sottecchi, poi scosse la testa e si mise in cammino. Gli altri due le si affiancarono come bravi soldatini.
 

Proseguirono per un pezzo, e arrivarono in un punto in cui la strada era così stretta che dovettero strisciare contro la parete per passare. Come se non bastasse, a fianco di questa si spalancava un immenso baratro nero. Leah intimò ai due di non guardare giù, poi prese lo zaino tra i denti e iniziò la pericolosa traversata.
Chimchar guardò l’oscurità sotto di loro, poi inghiottì forte e si apprestò a seguire il suo esempio. Piplup fece altrettanto, ma percorsi pochi passi la roccia sotto i suoi piedi si frantumò, e lui perse l’equilibrio.
<< Piplup! >>. Chimchar dimenticò al’istante le sue paure riuscì a raggiungere l'amico e ad afferrarlo prima che cadesse.
<< Tutto bene? >> disse, issandolo nuovamente sulla roccia.
<< Sì, sto bene…grazie…>> disse Piplup con aria assente. Sembrava quasi concentrato su qualcos'altro, come se il rischio che aveva appena corso non avesse nessuna importanza per lui.
Ragazzi, tutto a posto?” chiese Leah con la mente. Per lo spavento, Chimchar quasi rischiò di perdere l’equilibrio
a sua volta .
<< L-Leah? Ma come… >>
“Telepatia, Chimchar. Comunicazione mentale” rispose lei.
<< Ah, ok…sì, ho capito… >> disse Chimchar, imbarazzato. Leah scosse la testa, poi proseguirono attentamente, e
finalmente raggiunsero uno spiazzo abbastanza ampio dove poterono stare senza problemi.
Non fecero però in tempo a sospirare di sollievo che notarono subito davanti a loro un altro strapiombo. 
La cosa positiva però era che la distanza tra loro e l’altra parte era abbastanza breve, e che vi ci si poteva arrivare tramite due ponti: uno di pietra, che praticamente era la continuazione del sentiero; l’altro era un semplice tronco di legno buttato  lì a mò di tramite tra le due parti. Leah li studiò entrambi con attenzione, ma Chimchar, impaziente come sempre, ruppe subito gli indugi.
<< Che stiamo aspettando? >> disse, e senza pensare fece per prendere il sentiero di pietra ma Piplup lo fermò.
<< Aspetta Chimchar! Quel ponte è pericolante, prendiamo quel’altro >>.
<< Non dire stupidaggini, è solido e ….>> ma in quel momento il ponte di  pietra crollò in mille pezzi. Chimchar fece un salto all’indietro per lo spavento.
<< Che ti dicevo? >> borbottò Piplup.
<< Wow, avevi ragione, grazie mille Piplup ! >> lo ringraziò calorosamente Chimchar. Piplup sorrise imbarazzato.
Leah invece lo guardò con sospetto: come aveva fatto a capire che era pericoloso se non ci si era nemmeno avvicinato? Uno sguardo alla faccia perplessa di Piplup  però la fece desistere dal fargli domande: avrebbero aperto la questione più tardi. Finalmente, e con molta calma, uno alla volta camminarono sopra il tronco, che per fortuna resse il loro peso, e si ritrovarono presto dall'altra parte. Ad attenderli, l’entrata di un ‘altra galleria.
<< Ma questa grotta non finisce più? >> si lamentò Chimchar mentre avanzavano.
<< Io spero solo di non imboccare una qualche strada che ci riporti al’entrata >> disse Leah.
<< Temi che possa accadere davvero? >> chiese Piplup.
<< E’ solo una teoria, però….il fatto che questo posto si chiami “ Grotta Labirinto “ lascia molto…. >> ma di colpo s' interruppe, bloccandosi all'improvviso in mezzo al sentiero.
<< Leah, cosa…>> fece Chimchar, ma lei lo zittì con un’occhiata. Si girò lentamente da tutte le parti, poi si acquattò a terra e rimase in ascolto, continuando a guardarsi intorno con circospezione: qualcuno li stava spiando.
Era sicura che non fossero Golbat, perché fino a quel momento i pochi che aveva intravisto non le avevano suscitato alcun fastidio. Questa volta però era diverso: c’era qualcun altro con loro, ne era sicura. Un altro “regalo” di una vita passata a guardarsi le spalle: aveva sviluppato uno speciale senso del pericolo, ed era in grado di percepirlo quando questo era in agguato. Alzò gli occhi al soffitto: era privo di Pokémon. 
Eppure da qualche parte dovevano pure essersi nascosti. Si girò e rigirò ancora, e alla fine decise di ricorrere al suo metodo speciale di rilevazione: chiuse gli occhi e lasciò fluire la propria energia.
Trovati!  pensò quasi subito. Erano in tre, e particolarmente forti. Erano al’ingresso della galleria che loro avevano appena imboccato, ed erano fermi; forse stavano aspettando che si muovessero per fare altrettanto e prenderli di spalle. Se era così, allora  il loro piano era destinato a fallire miseramente. Leah si maledisse per non essersene accorta prima .
Piplup, Chimchar, statemi vicino”  trasmise ai due. Loro obbedirono al’istante e senza fare domande, e Leah, voltandosi verso la strada alle proprie spalle, urlò all'oscurità:
<< Venite fuori, voi tre ! Non nascondetevi come codardi! >>. Il suo urlò risuonò per la caverna, ma non ricevette risposta. Dopo qualche istante però si udì un ridacchiare sommesso.
<< Forse non è stupida come pensavamo >> disse una voce roca. I tre ragazzi fecero un passo all'indietro, e Chimchar si mise in posizione d’attacco, seguito a ruota da Piplup . Leah restò acquattata, e agitò la coda.
<< Chi siete? Fatevi avanti! >> urlò ancora. Detto fatto, dall'oscurità davanti a loro emersero tre figure scure, che andarono poco a poco definendosi fino a rivelarsi completamente: uno Zangoose dall'aria minacciosa, un Sandslash e uno Scyther, apparentemente più calmi del loro compagno ma altrettanto  feroci.
<< Ti faccio i miei complimenti, mocciosa >> disse subito Zangoose.<< Come hai fatto ad accorgerti di noi? >>.
Leah ringhiò piano, ma non riuscì a rispondere, perché Chimchar urlò:
<< Voi! >> e puntò il dito contro i nuovi arrivati.
<< Chimchar, li conosci? >> chiese Piplup .
<< Non proprio, ma li ho visti alla Gilda: sono il Team Ventagliente, e sono stati banditi perché hanno osato sfidare il Capitano >> rispose lui, agitando il braccio. Team Ventagliente?  pensò Leah, e involontariamente si accorse di un particolare che accomunava quei tre Pokémon apparentemente privi di somiglianze: Zangoose e Sandslash avevano le zampe munite di artigli dal’aria pericolosa, mentre quelle di Scyther erano costituite da due grandi lame dall’aspetto molto letale. Quest’ultimo percepì lo sguardo della ragazza.
<< Si, è per i nostri arti affilati che ci chiamiamo così >> disse quasi in risposta ai suoi pensieri. Zangoose guardò prima il compagno poi la fanciulla, e di nuovo sogghignò.
<< Non hai ancora risposto alla mia domanda, ragazzina. Non ti hanno insegnato che è buona educazione rispondere quando qualcuno ti fa una domanda? >>. Leah lo guardò storto.
<< No >> rispose secca. << Non me lo ha insegnato nessuno, ho dovuto imparare tutto da      sola >>. Abbiamo imparato tutto da soli  si corresse. Piplup e Chimchar la guardarono soprappensiero, ma distolsero in fretta lo sguardo.
<< Comunque ciò non vuol dire che io sia una maleducata.  Ed ho un sesto senso particolare: è grazie a quello che ho avvertito che qualcuno ci stava spiando, ed ero certa che non fossero Golbat >>. Zangoose, però, non sembrava soddisfatto.
<< Non cercare di imbrogliarmi: come hai fatto a capire in quanti eravamo esattamente? >>
<< Questi non sono affari vostri. E poi, si può sapere perché ci stavate seguendo?? >> sbottò Leah . Zangoose incrociò le braccia e sogghignò.
<< A dire il vero stavamo seguendo te. Lo stiamo facendo da quando ti abbiamo vista a Borgo Tesoro, per l'esattezza >> disse con una nota di perfidia nella voce. Leah sbattè le palpebre.
<< Da…Borgo Tesoro? Io? Ma…perché? >>
<< Ti abbiamo vista ai Magazzini Kecleon, e abbiamo sentito i tuoi discorsi, specialmente il modo sfacciato e presuntuoso con cui hai affermato che saresti stata in grado di tener testa a qualunque nemico avresti trovato sul tuo cammino….>>
<< Non sono stata presuntuosa! >> lo interruppe Leah, rossa per la vergogna e per l’ira. << Ho solo detto che so badare a me stessa, e che me la so cavare benissimo! >>
<< Eh, eh, come ti scaldi…non ti piace che ti si sbatta in faccia la realtà dei fatti, vero? >> disse Zangoose, per nulla impressionato da quella ragazzina infuriata.
<< Perché mi avete seguito?? >> ripeté Leah a denti stretti.
<< Per metterti alla prova: volevamo constatare se eri davvero in gamba come sostenevi; in caso contrario, ci avremmo pensato noi a darti una lezione. Comunque: ti abbiamo seguito nella Foresta d’ Aranci, e ti abbiamo vista combattere contro quegli Shiftry. Ti confesso che ci hai davvero impressionato: un Pokémon Psico che riesce a tener testa a dei Pokémon Buio non è cosa da tutti i giorni >>.
<< Non è detto che le cose debbano per forza essere sempre le stesse, esistono anche i cambiamenti ! >> ribatté Leah. Iniziava a preoccuparsi: tutti quei discorsi forse erano solo un preludio a qualcosa di molto più spiacevole, qualcosa per cui forse avrebbe dovuto di nuovo ricorrere alle maniere forti.
<< Ad ogni modo, >> continuò Zangoose come se lei non avesse detto niente << vi abbiamo seguito e abbiamo sentito che parlavate della Grotta Labirinto, quindi abbiamo pensato di precedervi laggiù. Scyther, >> e indicò il compagno con un cenno << è in grado di sostenere un buon peso quando è in volo, ed è molto veloce.
Siamo arrivati alla Grotta e ci siamo nascosti, e quando siete arrivati vi abbiamo seguito a distanza. 
Siamo rimasti sorpresi anche di vedervi arrivare in volo: per essere solo una ragazzina sembra che tu sappia molto bene come sfruttare al meglio i tuoi poteri. Comunque...il resto penso lo conosciate >> concluse. Leah digrignò i denti.
<< E ora che vi abbiamo scoperto, cosa avete intenzione di fare? >> sibilò.
<< Ti dirò, >> rispose quello << il nostro primo obiettivo era quello di ingaggiare una lotta con te, ma quando vi abbiamo sentito parlare della Gabitesquama abbiamo pensato che forse potevamo prendere due piccioni con una fava: ti avremmo sconfitto e al tempo stesso avremmo messo le zampe su un oggetto prezioso >>.
<< Per farci cosa?? >>
<< Per trarne profitto, ovviamente: dopo la batosta che abbiamo ricevuto alla Gilda, prendere quella squama sarebbe  un’ottima soluzione per tornare là a testa alta e far vedere il valore e la forza della nostra squadra, che loro hanno ben pensato di disprezzare. Ora che ci avete scoperto, però, non possiamo più contare sull'effetto sorpresa, quindi….>> e ad un suo cenno Sandslash e Scyther si prepararono per combattere.
<< Toglietevelo dalla testa ! >> urlò Chimchar, d’improvviso carico e furente.
<< Quella squama serve a noi per guarire la sorella di Shinx, abbiamo promesso che gliel' avremmo portata
a qualunque costo! >> aggiunse Piplup stringendo i pugni. Leah alzò la testa e si mise in posizione d’attacco, subito imitata dai suoi compagni. Zangoose non si fece impressionare.
<< Testardi, eh? Va bene, se la mettete così…vi propongo un patto: se vincete, vi lasceremo andare; in caso contrario, saremmo noi a proseguire, e voi dovrete rinunciare alla scaglia. Ci state? >>.
Quella proposta lasciò i ragazzi confusi e incerti: lentamente smisero le loro posizioni e si guardarono l’un l’altro.
Leah si morse il labbro con fare pensieroso e mise subito in moto il cervello : lei forse avrebbe avuto qualche possibilità di vittoria,ma non era certa che anche Piplup e Chimchar avrebbero saputo cavarsela. 
Quella missione però era molto importante, ed era fondamentale che loro la portassero a termine.Sospirò: se volevano uscire da quella situazione velocemente c’era solo una cosa da fare.Detto fatto si rivolse ai compagni,ma non ad alta voce.
Ragazzi, per favore, lasciate che me ne occupi io. Voi intanto scappate e andate a prendere quella squama”.
“ Non se ne parla nemmeno! Non possiamo lasciarti da sola contro questi brutti ceffi, combatteremo al tuo fianco!”  protestò Chimchar.
” E’ colpa mia se ci troviamo in questa situazione. Voi avete la vostra missione da portare a termine, e io non ho niente da perdere, quindi …”
“Leah, tu non hai nessuna colpa, e se pensi che ti abbandoneremo qui ti sbagli di grosso!! “ ribatté Piplup. Leah li guardò negli occhi :erano determinati e decisi, e sembravano tenerci veramente tanto a non lasciarla da sola a fronteggiare quei tre.
Le venne da sorridere, poi però guardò i loro avversari: sembravano impazienti, e probabilmente, se non avessero ricevuto presto una risposta, avrebbero agito senza neanche aspettare.
Erano forti, lei poteva sentirlo benissimo, e non era sicura che uno scontro diretto sarebbe stato conveniente, almeno non per Piplup e Chimchar.Non potevano fare affidamento sulla forza, avrebbero dovuto giocare d’astuzia.
Mentre pensava al da farsi, le cadde lo sguardo sul soffitto: era attraversato in più punti da stalattiti rocciose, non molto grandi e neppure particolarmente pericolose a vedersi. Tuttavia le fecero venire un’idea.
Quali sono gli attacchi che sapete usare?” chiese ai compagni.
"Eh? Ah, io uso Braciere, Sfuriate...Ruotafuoco, credo…e..basta, per adesso” rispose Chimchar.
Io finora ho usato solo Bolla e Beccata ” aggiunse Piplup. Leah rifletté qualche istante, poi disse:
Forse ho un’idea su come fare per sconfiggerli, ma dovrete fare esattamente come vi dico, e soprattutto dovete metterci tutto l’impegno possibile”.  I due si fecero attenti. Leah spiegò in breve la sua idea, mentre loro annuirono di tanto in tanto. A spiegazione ultimata, i tre si voltarono verso il Team Ventagliente.
<< Accettiamo la vostra proposta >> disse Leah, e si rimisero in posizione d’attacco. Nessuno di loro però si mosse ulteriormente: affinché il piano riuscisse era necessario che fossero i nemici ad attaccare per primi. Questi, ovviamente, non persero tempo.
<< L’avete voluto voi. Pronti ragazzi? >> disse Zangoose agli altri due, che annuirono energicamente.
<< E allora… >> disse ancora Zangoose, poi tutti insieme gridarono <<ATTACCO LACERAZIONE!!! >> e si avventarono sui tre ragazzi. Piplup e Chimchar si fecero prendere dal panico, ma Leah, per quanto fosse nervosa , li rassicurò con il pensiero.
Dopo ciò, aspettò che gli avversari arrivassero abbastanza vicini, poi accumulò la propria energia e gliela indirizzò addosso, sollevandoli di qualche metro da terra.
“ Ora!” . Piplup e Chimchar obbedirono all'istante.
<< Bolla! >>
<< Braciere! >>. I loro urli risuonarono tra le pareti, e i loro attacchi colpirono in pieno i tre Pokémon, mandandoli a sbattere contro le stalattiti. Leah a quel punto sciolse la presa su di loro e li lasciò cadere a terra,dove atterrarono pesantemente l’uno sull'altro.
<< Maledetti mocciosi…>> . Zangosse, nonostante le ferite, si tirò su per sferrare un nuovo attacco, ma lo sguardo compiaciuto di Leah lo fermò .
<< Fossi in te non lo farei >> disse la ragazza . Zangoose la guardò confuso,e lei, per tutta risposta, indicò verso l’alto. Il feroce Pokémon e compari fecero appena in tempo a sollevare lo sguardo che una pioggia di pezzi di roccia cadde sulle loro teste, spedendoli seduta stante nel mondo dei sogni. Leah aspettò che il polverone si diradasse, poi si avvicinò per vedere se erano davvero svenuti, e una volta constato la cosa fece un cenno ai compagni.
Le loro reazioni non si fecero attendere.
<< Sìììì, abbiamo vinto noi!!! >> urlò Chimchar saltellando come un matto.
<< E’ stato incredibile…ha funzionato davvero! >> disse Piplup, che ancora non credeva ai suoi occhi.
<< Un ottimo lavoro di squadra. Siete stati bravissimi! >> disse Leah orgogliosa. I due la guardarono con immensa gratitudine, e le vennero incontro a braccia alzate. Leah capì e alzò le proprie, e tutti insieme batterono le zampe in segno di vittoria.
<< Forza, ora: la vera missione ci attende! >> disse poi. Piplup e Chimchar si disposero immediatamente ai fianchi della ragazza, e come una persona sola si rimisero in marcia.
 

Finalmente la galleria terminò, e i tre sbucarono in un ampio spazio erboso. Una breve occhiata in giro gli fece capire che quella era senza dubbio la fine del Dungeon, visto che non notarono ulteriori strade da prendere .
<< Così…siete arrivati infine >> disse una voce profonda sopra di loro. I tre ragazzi si sentirono gelare il sangue nelle vene e lentamente alzarono lo sguardo: sopra di loro, accovacciato su una sporgenza rocciosa, c’era lui, Gabite. Nessuno di loro lo aveva mai visto, ma non  ebbero dubbi che fosse proprio il Pokémon che stavano osservando.
Piplup e Chimchar iniziarono a sudare freddo, Leah invece non si fece intimorire: per quanto minaccioso potesse sembrare, se anche lei si fosse fatta prendere dal panico per loro sarebbe stata la fine.
<< E’ da un po’ che sento risuonare urla, ma non pensavo che mi sarei ritrovato a che fare con dei ragazzini… >>
continuò l’altro, sprezzante.
<< Ehm…. >> disse Piplup, avanzando di un passo. << Siamo venuti a chiederti una squama: ce la potresti dare, per favore? >>. Cercava di essere coraggioso, ma l’ evidente tremolio delle sue gambe smentiva completamente le apparenze.
<< No, non di nuovo… >> borbottò Gabite scuotendo la testa.
<< Ci serve davvero, dobbiamo portarla alla sorella di Shinx per guarirla ! >> intervenne Chimchar con veemenza. Piplup gli tappò la bocca e cercò di spingerlo via, ma ormai la frittata era fatta: Gabite si alzò in piedi e agitò le braccia furioso.
<< E’ sempre la solita storia! La gente non fa altro dirmi  “ dammi una squama, dammi una squama”…. ve lo potete scordare!! >> urlò. Piplup barcollò e cadde a terra; Chimchar gli venne appresso e cercò di rimediare al suo errore.
<< Per favore Gabite, possiamo averne una? Solo una piccola piccola, davvero >> disse con gli occhioni da cucciolo bastonato e il sorriso più angelico che aveva.
<< Anche fosse microscopica, la mia risposta non cambierà: NO!! >> urlò ancora Gabite, pestando con forza i piedi. Per lo spavento Chimchar corse a rifugiarsi dietro Leah, e prese anche a tremare.
<< Forse, però… >> riprese Gabite, più calmo << possiamo metterci d’accordo >>.
<< Che cosa vuoi ? >> chiese Leah.
<< Che mi sconfiggiate in battaglia ! >> rispose quello frustando il terreno con la coda. Eccone un altro,  pensò Leah, rassegnata, Le battaglie sembrano proprio l’unico tipo di moneta usato per ottenere ciò che si vuole, da queste parti. Tutto sommato però mi sembra equo: se vuoi qualcosa, guadagnatela nel modo giusto, e con le giuste regole .
Gabite non aspettò risposte, e saltò giù dalla sporgenza, atterrando davanti a loro in un nuvolone di sabbia che li fece tossire.
<< Ok, sembra proprio che non ci lasci altra scelta. Ragazzi, mi raccomando: agite con prudenza e ricordatevi che anche stavolta non possiamo permetterci di perdere >> disse Leah, preparandosi.
<< Agli ordini!! >> esclamarono Piplup e Chimchar. Leah si tolse lo zaino e  lo gettò in un angolo, Chimchar fece lo stesso con la borsa, e tutti insieme gonfiarono il petto e si prepararono a difendersi.
<< Umph, il coraggio non vi manca. Molto bene, così sarà più divertente: Terrempesta!! >> e generò un turbine di sabbia che circondò i tre in un vortice impetuoso.
<< Accidenti, non vedo niente! >> urlò Leah.
<< Dannazione…Braciere!! >> urlò Chimchar colpendo la sabbia con il suo attacco di fuoco, ma questo non sortì alcun effetto.
<< Non funziona! >>
<< Non è ancora detto: Bolla!! >> urlò Piplup, e questa volta l’attacco disperse la sabbia.
<< Bravo Piplup ! >> esclamò Chimchar.
<< Siamo duri vedo >> ringhiò Gabite. << Bene, vediamo come ve la cavate con questo: Dragartigli !! >> e si avventò su Piplup, scaraventandolo contro una roccia.
<< Piplup ! >> urlò Chimchar.
<< Non ti distrarre!! >> urlò Gabite e mandò anche Chimchar a gambe all’aria.
<< E ora tocca a te >> disse poi, avanzando minaccioso verso Leah.
<< Libero di provarci! >> disse lei, e generò un’ onda d’urto che mandò Gabite in orbita, poi lui cadde e ruzzolò per terra.
<< Vai, Leah! >> esultò Chimchar.
<< Accidenti, che potenza >> esclamò il drago alzandosi a fatica.
<< Se provi ancora a far del male a quei Pokémon farò molto peggio! >> ribadì Leah, e dal suo corpo iniziò
a fuoriuscire energia.
<< In questo caso…Attrazione!! >> urlò Gabite tra lo stupore di tutti, e lo mandò verso la ragazza. Lei sgranò gli occhi sconvolta, ma si riprese in fretta e riuscì a proteggersi proprio all'ultimo istante con la barriera.
<< Scusa tanto, >> disse, acida << ma non sei il mio tipo >>. Gabite divenne rosso dalla rabbia e poi le si scagliò contro , ma in quel mentre fu colpito da un attacco Bolla. Non si perse d’animo: girò su sè stesso e spiccò un balzo, andando a colpire Piplup in pieno.
<< Piplup! >>
<< E ora chiudiamo i conti >> disse Gabite sovrastando il piccolo pinguino, ma proprio in quel momento Chimchar gli saltò addosso e lo colpì ripetutamente con il suo attacco Sfuriate.
<< Chimchar! >>
<< Io lo tengo impegnato, tu controlla se Piplup sta bene! >> urlò il Pokémon coraggioso, continuando ad attaccare senza pietà. Leah si precipitò da Piplup, ma quello balzò in piedi da solo. Proprio allora, Gabite si stancò di quella piccola pulce arancione e lo scagliò lontano da sé. Leah fu svelta a prenderlo al volo con i suoi poteri e a farlo tornare da loro.
<< E’ troppo forte >> si lamentò Chimchar.
<< Ricordate come abbiamo combattuto con il Team Ventagliente : dobbiamo usare il cervello, non i muscoli >> disse Leah. Gabite, però, non aveva intenzione di lasciargli pianificare niente : corse velocemente, spiccò un balzo e gli piombò addosso, sguainando nuovamente gli artigli.
I tre ragazzi saltarono di lato, ma Piplup strusciò il terreno con i piedi e frenò la sua corsa, dopodichè saltò in aria e urlò ancora:
<< Bolla!! >>, puntando l’avversario, ma invece che da semplici bollicine trasparenti sparse per aria, Gabite fu colpito in pieno da rapide e potenti blu scuro, che lo fecero arretrare enormemente.
<< Piplup, hai imparato Bollaraggio! >> disse Chimchar, entusiasta.
<< Bollaraggio? >>
<< Si, ed è anche più potente di Bolla >> continuò Chimchar, felice come se avessero appena scoperto il tesoro più grande del mondo.
<< Rimandiamo i complimenti a dopo, non dobbiamo dargli il tempo di riprendersi >> intervenne Leah, vedendo che Gabite si stava già rialzando. Stavolta non ci fu bisogno di impartire ordini, e i ragazzi lanciarono i loro attacchi contemporaneamente.
<< Bollaraggio!! >> urlò Piplup.
<< Braciere!! >> urlò Chimchar, e Leah lanciò la sua onda psichica. Gabite subì quegli attacchi uno dopo l’altro senza potersi difendere, e al colpo della ragazza finì contro la parete, distruggendola.
Si rialzò in piedi lentamente, ma dopo un paio di secondi cadde pesantemente a terra e perse i sensi.
<< Ce l’abbiamo fatta! >> urlò Chimchar. Piplup crollò a sedere, stanco ma con un’espressione felice sul volto;  Leah sorrise all’ entusiasmo del piccolo scimpanzè, ma il sorriso le morì sulle labbra quando videro Gabite rialzarsi
all'improvviso e avanzare a passi pesanti verso di loro. Immediatamente scattarono di nuovo sulla difensiva, ma a sorpresa Gabite fece un gesto di fastidio con la zampa.
<< Calmatevi, la battaglia è finita. Tenete: questo è ciò che stavate cercando >> e porse loro una piccola scaglia blu scuro. Chimchar la presa senza esitazioni.
<< La Gabitesquama… >> mormorò Piplup.
<< Grazie mille, Gabite! >> disse Chimchar.
<< Grazie a voi per avermi regalato una battaglia così emozionante. Siete davvero una squadra eccezionale >>. A quelle parole, Leah abbassò il capo e si grattò la testa, e anche Piplup e Chimchar divennero stranamente impacciati.
I tre poi si guardarono l’un l’altro arrossendo, poi sorrisero imbarazzati a Gabite.
<< Ehi, con questa la sorella di Shinx starà meglio >> disse Chimchar.
<< Sì, e avete concluso con successo la missione! >> si congratulò Leah. Chimchar a quel punto prese due oggetti dalla borsa,ne lanciò uno al compagno e insieme saltarono al centro della caverna e li alzarono in alto.
<< Team Poképals, missione compiuta! >> esclamò Chimchar con gioia. Piplup stavolta si unì a lui, e insieme esultarono per il loro trionfo. Leah li guardò con dolcezza, ma dentro di sé avvertì una punta di fastidio all'altezza del petto. Non si chiese cosa fosse, e sorrise alla gioia dei suoi amici.
   
 
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