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Autore: FairyCleo    09/02/2014    4 recensioni
"Lo aveva visto giocare con suo figlio, lo aveva sentito ridere con i suoi amici di sempre, ma nei suoi occhi aveva letto un dolore profondo e un senso di mancanza che solo lui sembrava in grado di comprendere. Per tutti gli altri non c’era niente di diverso o di strano in quella serata trascorsa alla Capsule Corporation. Gli amici di una vita avevano continuato a fare ciò che avevano sempre fatto senza capire, o peggio ancora fingendo di non capire che Trunks avrebbe voluto trovarsi altrove. E questo, non era un pensiero che stava toccando solo lui".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV Parte
 
Non aveva proferito parola per tutto il resto della traversata. Da dove avrebbe tratto il coraggio dopo la magra figura che aveva fatto? Autodefinirsi un idiota totale sarebbe stato decisamente riduttivo, e ricoprirsi di improperi vari ed eventuali non lo avrebbe di certo aiutato a sentirsi meglio. La terza e ultima opzione, ovvero chiedere nuovamente scusa a Vegeta per essere l’individuo più lento presente sulla faccia della Terra e non solo, gli avrebbe sicuramente provocato un trauma cranico o un osso fratturato o l’espianto senza anestesia di un organo interno a scelta – a scelta di Vegeta, ovviamente.
No, non c’era soluzione. O meglio, c’era. Stare in silenzio. Volare accanto a lui senza proferire parola, per l’esattezza.
Ancora non aveva ben realizzato, a dire il vero. Non era avvezzo a vedere Vegeta sotto quella luce, sotto la luce di chi si prodigava nell’aiutare qualcuno, soprattutto non se quel qualcuno era lui. Lo odiava, Vegeta gliel’aveva ripetuto fino allo sfinimento. Lo odiava perché aveva osato sconfiggerlo, superarlo, umiliarlo, aver avuto pietà di lui, eccetera, eccetera, eccetera. Eppure lo stava aiutando. Anzi, lui stava aiutando il principe dei saiyan ad aiutare se stesso, ad essere precisi.
Forse, avrebbe dovuto staccargli gli occhi di dosso. Gli avevano insegnato che fissare le persone non era buona educazione in quanto si poteva metterle a disagio, ma come poteva essere vero se in quella situazione quello a disagio era proprio lui? Era a disagio per quell’aiuto inaspettato e a disagio per l’impazienza che gli aveva creato l’idea di ritornare in vita. Certo che era davvero stupido se c’era voluto l’incontro con una persona che lo detestava per fargli comprendere che in verità lui non desiderava altro. Ma, ancora una volta, stupido non era stato un termine abbastanza esaustivo. Avrebbe dovuto fare qualcosa per Vegeta alla fine di quella ricerca. Che so, comprargli una scatola di cioccolatini, invitarlo a pranzo o regalargli del vino, magari. A dire il vero, gli sarebbe tanto piaciuto fare ben altro, ma era certo che il principino non potesse anche solo lontanamente essere d’accordo. O almeno credeva. Pensava. Diamine, perché avrebbe dovuto acconsentire a fare una cosa del genere, a tornare indietro sui suoi passi? Eppure, forse, se glielo avesse chiesto… Anzi no, se lo avesse provocato, forse avrebbe fatto in modo di dargli quello che aveva sempre desiderato, aiutandolo a tornare ad essere almeno in parte l’uomo che era stato prima della sua dipartita. Perché, dopotutto, Vegeta non avrebbe dovuto accettare di avere la sua rivincita e dunque di tornare a combattere?
Sì, avrebbe fatto quello che andava fatto, e poco gli importava se le avesse prese di santa ragione. Anzi, sarebbero state una benedizione! Vegeta era diverso, era più umano, più sensibile, ma Goku continuava a credere che gli mancasse qualcosa, che continuasse a sembrare incompleto. Dannazione, era il principe dei saiyan, l’erede al trono di una razza che aveva consacrato la propria esistenza alla lotta! Non poteva aver preso davvero la decisione di non combattere mai più fino alla fine dei suoi giorni! Non poteva e basta. E poi, visto e considerato che era colpa della sua dipartita se Vegeta aveva smesso di combattere – sì, era colpa sua punto e basta – bè, una volta tornato a vivere avrebbe avuto il dovere di sistemare tutto! No? NO?
La frenesia lo aveva assalito. Non aveva compreso il perché Vegeta volesse riportarlo in vita prima dello scadere del suo giorno di permesso, ma a quel punto non poteva fare altro se non appoggiarlo. Era una questione di principio. Doveva tornare in vita subito, doveva ristabilire l’equilibrio immediatamente. E poi, anche se dubitava che il principe potesse essere migliorato considerando gli anni trascorsi forzatamente a non allenarsi, l’idea dell’imminente scontro gli aveva solleticato tutti i cinque sensi più uno. Ed ecco che cominciava a sentire l’odore pungente del sudore misto al terriccio umido su cui sicuramente sarebbero ripetutamente cozzati e il sapore acre del sangue in bocca, il dolore delle ossa frantumate e il bruciore incessante della pelle scorticata. E tutto questo insieme ad una straordinaria, meravigliosa sensazione di eccitazione crescente che stava scorrendo lungo tutta la sua spina dorsale.
Passare dall’idea all’azione era stata questione di un secondo.
“VOGLIAMO SBRIGARCI?” – aveva urlato, assumendo un’espressione estremamente concentrata che no, non gli si addiceva affatto – “Mi restano circa sei ore da trascorrere in questo mondo! Vuoi forse che vadano sprecate, Vegeta? Datti una mossa!” – ed era volato via ad una velocità così elevata da aver lasciato dietro di sé non solo una scia blu e bianca  e una ventata di aria gelida, ma anche un interdetto principe dei saiyan rimasto a fissarlo a bocca aperta, incerto sul da farsi.
“Quello ha qualche rotella fuori posto. Ammesso che di rotelle ne abbia mai avute” – aveva concluso, incapace di mascherare un sorriso divertito. Sì, non c’erano dubbi, Kaharot era una continua sorpresa. Chissà per quale assurdo motivo, improvvisamente aveva tutta quella fretta di esprimere il suo desiderio. Avrebbe fatto bene a raggiungerlo, e subito, anche. Dopotutto, come sperava di trovare la sfera del drago se era lui ad avere il rilevatore? Forse,come secondo desiderio avrebbe dovuto chiedere a Polunga di regalare un po’ di neuroni a quella specie di ebete di terza classe. Di certo, il suo cervello avrebbe apprezzato.
*
“Urca che freddo! Dimmi un po’, Vegeta, non è che per caso avresti un paio di guanti?” – aveva chiesto, questo dopo aver alitato ripetutamente sulle mani messe a coppetta e averle energicamente fregate. Era vero che aveva una certa fretta di recuperare le sfere, ma non voleva di certo morire assiderato! Ma la cosa che più lo mandava in bestia era l’apparente noncuranza di Vegeta rispetto a quel gelo pungente. Ora, o era diventato immune al freddo – però poteva esserlo sempre stato, in effetti – o era molto, molto bravo a fingere. Che disdetta! Lui era morto! Perché doveva sentire tutto quel freddo?
“Tsk! D’accordo che sono stato previdente, ma non ti sembra di chiedere un po’ troppo?” – aveva risposto lui, continuando ad armeggiare con l’orologio-radar. Erano vicini a quella dannatissima sfera, c’erano vicinissimi! Perché diamine non riuscivano a trovarla, allora? - “Ma dove diamine si sarà cacciata?” – non aveva la benché minima intenzione di mettersi a scavare nella neve. D’accordo che voleva aiutarlo, ma farsi venire una polmonite non era decisamente in programma. Men che meno perdere un paio di dita per congelamento.
“Uffa… Il che implica che non hai neanche una pala, vero? Io odio scavare a mani nude nella neve…”.
Implica? Aveva sentito male o Goku aveva appena usato il verbo implicare e per giunta in maniera corretta? Forse qualche rotella era non solo sopravvissuta, ma aveva anche ripreso a funzionare. Un autentico miracolo.
“Fidati, non sei il solo. Ma non hai alternative. Io ho detto che avrei cercato le sfere, ma non che le avrei tirate fuori da cumuli di neve”.
“Che cosa? Vegeta, non starai dicendo sul serio, vero? Non posso mettermi a scavare qui attorno tutto solo! Impiegherò delle ore per trovarla! Credi davvero che io abbia tutto questo tempo?”.
“Tsk! Certo che non hai tutto quel tempo! Ma io non voglio congelarmi le dita!”.
“Certo che sei impossibile! Ma veramente impossibile! Almeno sai dirmi qualcosa di più preciso rispetto a dove possa essere la sfera?” – se doveva mettersi a cercare da solo, bè, doveva avere informazioni chiare, no?
Ovviamente, Vegeta non aveva risposto, continuando ad armeggiare con l’orologio-radar producendo quello snervante bip che presto avrebbe fatto impazzire Goku. Possibile che prima gli aveva messo tutta quella fretta ed ora stesse perdendo del tempo prezioso mettendosi a giocare con quel gingillo?
Goku chiama Vegetaaaa! Ti sbrighi? Sto gelando! Ho fame! E voglio trovare la sfer-“.
“VUOI TACERE SI’ O NO? Maledetto me e le situazioni in cui mi vado a cacciare! E comunque questo coso continua a lampeggiare e ad indicare un punto qui sotto, ma non so dirti di più. Quindi, per favore, piantala di frignare e muovi le gambette. Non vedo l’ora di volare dall’altra parte del pianeta e trovarmi al caldo”.
Sbuffando, aveva deciso di obbedire, partendo da solo alla ricerca della loro prima sfera. A quanto sembrava, il vecchio Vegeta non era affatto morto e sepolto! Anzi, sapeva venir fuori benissimo quando voleva! Ma lamentarsi non sarebbe servito a molto. La sfera andava recuperata, e poco gli importava se quell’antipatico non aveva intenzione di aiutarlo. L’avrebbe trovata da solo e dopo gli avrebbe tenuto il muso per una buona manciata di minuti, almeno. Gli sembrava il minimo, no? Così, volente o nolente, era finito immerso nella neve fino a metà coscia, credendo di morire assiderato entro meno di dieci secondi.
Da dove iniziare a cercare? Vegeta gli aveva detto che la sfera doveva trovarsi più o meno lì sotto, e teoricamente in quell’ammasso candido e gelido avrebbe dovuto spiccare, ma scavare a mani nude era peggio di quello che aveva preventivato, e di certo non gli sarebbero bastati pochi minuti per recuperarla. Era necessario trovare un’alternativa, e Goku cominciava a credere di aver escogitato un espediente davvero niente male.
“Ora ti farò vedere di cosa sono capace… Maestà!”.
Si era sollevato quanto bastava per rimanere sospeso sul manto bianchissimo di circa di quattro, cinque metri, prima di posizionare i palmi delle mani in basso, spalancarli al massimo e sfoderare un sorrisetto che sul suo viso non si vedeva spesso.
“Che diavolo vuole fare?” – aveva esclamato Vegeta, sollevando un sopracciglio.
Non aveva dovuto attendere molto per scoprirlo, perché qualche istante dopo una porzione di diversi metri quadrati di manto nevoso si era sollevata in un’unica massa compatta, lasciando scoperta la brulla terra e non solo. Fra alcune rocce leggermente appuntite c’era qualcosa di arancione che spiccava prepotentemente rispetto a tutto il resto, qualcosa che non avrebbero più dovuto cercare.
“Allora, Vegeta? Che te ne pare?” – gli aveva chiesto Goku, sfoderando il più compiaciuto dei sorrisetti – “Sono stato bravo, no?”.
Vegeta non aveva risposto. Anzi, non aveva espresso nessuna umana emozione. Il suo viso era una maschera di marmo impassibile, severo come mai prima di allora, una severità celata malissimo da un’improponibile indifferenza.
Forse aveva sbagliato a pavoneggiarsi tanto. Forse. O forse no, perché forse era stato un modo inconsapevole per dargli una scrollata, per ricordare a quel testardo che un tempo anche lui era stato capace di fare il bello e cattivo tempo e che per quanto volesse, non poteva e non doveva  reprimere quella che era la sua vera, autentica natura.
“Vado a recuperare la sfera” – aveva sentenziato, atono, facendo quello che aveva appena dichiarato. Tutto questo sotto lo sguardo vigile di chi, dall’alto, si sentiva tremendamente ferito e speranzoso allo stesso tempo.
Certo che era veramente assurdo il comportamento di quell’essere che rispondeva al nome di Vegeta. Che gusto ci provava a giocare la parte dell’uomo dalla corazza di titanio proprio non riusciva a capirlo. O meglio, era chiaro che fosse un modo per proteggersi, per non farsi ferire non nel corpo, ma nei sentimenti, nell’orgoglio, eppure, se l’esperienza gli aveva insegnato qualcosa, era che nessuno era veramente impenetrabile. Nessuno. Neanche il principe dei saiyan. Ed ecco che un’idea malsana aveva cominciato a balenargli nella mente e il suo sorriso era passato da compiaciuto a sadico, perché sì, quando voleva, era perfettamente in grado di tirare fuori il suo lato puramente saiyan.
“Vediamo se apprezzerai lo scherzetto”.
Ora, qualsiasi essere che aveva anche solo lontanamente sentito parlare di Vegeta, il principe dei guerrieri saiyan, sapeva che no, quello scherzetto non gli sarebbe affatto piaciuto e che l’autore del suddetto sarebbe deceduto prematuramente in un modo lento e decisamente doloroso, ma a quanto sembrava, Goku ci aveva proprio preso gusto a farsi ammazzare.
Così, messo da parte tutto il suo buon senso o quello che restava, il super saiyan cresciuto sulla Terra aveva chiuso entrambe le mani a pugno, causando così la rovinosa caduta dell’intero manto nevoso poco prima sospeso sulla testa di un ignaro, impreparato principe dei saiyan.
“E adesso voglio proprio vedere se non sarai costretto ad usare i tuoi poteri per liberarti da quel cumulo di neve, caro il mio Vegeta!”.
“Dicevamo?”.
Non aveva avuto neppure il tempo necessario per godersi quell’attimo di gloria che la voce per nulla minacciosa del principe lo aveva colto di sorpresa, facendogli gelare il sangue nelle vene. Che fosse morto e quello che aleggiava dietro di lui non era altro che il suo spirito? Cielo, non aveva di certo pensato di ammazzarlo!
“Ma allora, ti vuoi sbrigare o no? Tsk! Ma vedi questo che razza di babbeo!”.
“Ma sei-sei… Sei vivo? SEI VIVO!” – aveva esclamato, sprizzando gioia da tutti i pori. Sì, era vivo, e reggeva sotto il braccio destro il primo frutto delle loro ricerche.
Vegeta non aveva risposto neppure in quel caso, limitandosi a guardarlo a lungo prima di tornare ad armeggiare con il radar come se non fosse accaduto niente, sì, proprio come se diversi metri quadrati di neve gelida non gli fossero appena caduti in testa.
“Muoviamoci” – aveva sentenziato, brusco – “La seconda sfera si trova a sud” – e aveva ripreso a volare senza verificare o meno che Goku lo stesse seguendo. A quel punto, al poveretto non era rimasto altro da fare se non partire a sua volta in silenzio, con mille domande in testa che per sicurezza sarebbe stato meglio non formulare e che di conseguenza non avrebbero trovato alcun tipo di risposta. Ma poi, proprio quando era certo di essere venuto a capo di quel dilemma – le opzioni a cui aveva pensato avevano previsto che: a) Vegeta avesse appreso l’arte del teletrasporto; b) Vegeta avesse imparato a destreggiare l’ipervelocità; c) Vegeta si trovava già dietro di lui quando aveva lasciato cadere la neve e che di conseguenza d) avesse seri problemi alla vista – il principe dei saiyan si era girato con il corpo verso di lui, cominciando a volare in retromarcia.
“Sai, credevo che fossi molto più bravo nell’organizzare tiri mancini” – aveva sentenziato, sorridendo divertito – “Sì, credevo che fossi molto più bravo”.
*
Avevano recuperato anche la seconda sfera – per fortuna ubicata in un luogo caldo e decisamente asciutto – ed erano partiti alla ricerca della terza, il tutto in un silenzio tale che avrebbe fatto venire i brividi anche al più taciturno e solitario degli esseri viventi. Si erano limitati a scambiarsi le informazioni basilari per recuperare i magici oggetti, oggetti in seguito riposti in una grande sacca che Vegeta aveva portato per l’occasione.
La verità era che Goku si stava letteralmente lambiccando il cervello. Sì, esattamente l’organo che tutti gli recriminavano di non possedere. E tutto questo perché proprio non riusciva a capire come avesse fatto Vegeta a muoversi così rapidamente se tutti gli avevano detto che era dalla sua dipartita che aveva smesso di combattere. Per muoversi in quel modo era necessario sottoporsi ad un allenamento costante, un allenamento che doveva essere testato per poterne verificare o meno l’utilità, e solo in confronto con un nemico in duello avrebbe potuto fare una cosa del genere. Il che cosa implicava, che gli altri non erano bene informati o che lui aveva deliberatamente mentito? E se aveva mentito, perché celare una cosa del genere, perché fingere di aver distorto la propria natura? Non lo tollerava quando faceva il misterioso. Ma, a ben vedere, Vegeta faceva sempre il misterioso, di conseguenza avrebbe dovuto non tollerarlo ogni singolo minuto dell’anno. E, a proposito di minuti, lui non ne aveva più tantissimi a sua disposizione. Caspita, doveva trovare le sfere del drago immediatamente e ritornare in vita. Dopo, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per indagare su quel burbero e scoprire se aveva mentito o meno.
“Tsk! Ma dimmi un po’, com’è che hai deciso di tenere la bocca chiusa, Kaharot? Qualcuno ti ha mangiato la lingua?”.
Si permetteva anche di fare lo spiritoso, quello lì. Ed ecco che gli era improvvisamente venuta una gran voglia di picchiarlo. Non che per un saiyan ci volesse chissà cosa per scatenare la voglia di combattere/istinto omicida, ma lui era sempre stato in grado di controllare entrambi! O almeno il secondo, a dire il vero.
Vegeta continuava a guardarlo con aria vagamente divertita, attendendo una risposta che evidentemente Goku non aveva intenzione di fornire, e questo perché aveva aumentato di colpo la velocità di volo trasformandosi in super saiyan, lasciando ancora una volta il principe dei saiyan dietro di sé.
“Ci tiene proprio a tornare in vita” – aveva commentato Vegeta, sorridendo enigmatico. ‘E non solo a quello’ – gli aveva sussurrato all’orecchio una vocina che cercava di reprimere da quando ne aveva memoria. Ed ecco che il suo sguardo era mutato, passando da divertito a cupo. Se Goku lo avesse guardato in quel preciso istante, avrebbe visto una statua di sale, immutabile, perfetta, eppure terribilmente turbata e sofferente.
*
Lo aveva raggiunto dopo diversi minuti, trovandolo intento a cercare la sfera tra il canneto nato sulla riva fangosa di un grande lago dal colore leggermente verdognolo. Non gli era mai piaciuta particolarmente l’acqua stagnante, ma in caso di necessità non si era tirato indietro davanti all’eventualità di dover fare un bagno non desiderato. Sperava veramente, in ogni caso, che quella non fosse la suddetta occasione di necessità, perché di dover rimanere con addosso i vestiti bagnati non ne aveva la benché minima intenzione.
Eppure, suo malgrado, il radar segnalava proprio la presenza della sfera al centro del grande lago. Sperava vivamente che Kaharot sapesse nuotare e che si proponesse volontario. In caso contrario, non avrebbe avuto molti mezzi per costringerlo ad entrare in acqua.
“E’ nell’acqua” – aveva urlato, con aria di sufficienza – “Esattamente al centro. Così, sai, farai prima…”.
“E dove sta scritto che devo andare a recuperarla io, scusa?” – si era lamentato, assumendo il suo stesso cipiglio e incrociando le braccia al petto. Aveva scoperto che imitarlo gli riusciva piuttosto bene, e che aveva qualcosa estremamente divertente che non aveva mai sperimentato prima.
“Prego?”.
“Hai capito bene! Perché devo bagnarmi io, scusa? Vai tu a prenderla. Di quella di prima me ne sono occupato io. Direi che una ciascuno mi pare più che equo, no?”.
Ok, stava cercando di fargli perdere la pazienza, ormai non c’erano più dubbi. Ci stava provando e ad essere precisi ci stava anche riuscendo con un certo successo. Se solo avesse potuto, lo avrebbe preso a calci, lo avrebbe riempito di pugni rimettendolo al suo posto seduta stante, ricordandogli chi era il principe e chi la terza classe. Ma non lo avrebbe fatto. Non perché non volesse, ma perché non poteva. E questo stava solo contribuendo a farlo arrabbiare ancora di più.
Era stato proprio per evitare di commettere una qualche sciocchezza che si era sfilato di dosso la sacca contente le sfere, seguita immediatamente dal giubbotto, dal maglione e dagli stivali, lanciandoli in faccia al decerebrato e gettandosi poco dopo in acqua senza proferire parola. Forse l’acqua gelata gli avrebbe permesso di sbollire la rabbia prima che fosse troppo tardi.
Goku era sbucato dal mucchio di abiti che si era improvvisamente ritrovato addosso più contrariato a che mai. Neanche quel tipo di provocazione era servito per far arrabbiare Vegeta così tanto da farlo tornare il guerriero di prima. Era proprio abbattuto. Che cos’altro avrebbe dovuto inventarsi per farlo ragionare, per farlo tornare ad essere quello di un tempo?
Certo, una persona normale avrebbe capito che la soluzione più facile – forse – sarebbe stata mettersi a tavolino e discutere civilmente, ma si poteva discutere civilmente con Vegeta? Anzi, si poteva anche solo discutere con Vegeta se ogni volta che provava ad aprire l’argomento il suddetto si chiudeva a riccio e lo evitava brillantemente? Era proprio abbattuto. Abbattuto e scoraggiato. Ma poteva arrendersi dopo aver appena fallito solo tre tentativi? Certo che no! Non sarebbe stato Son Goku, altrimenti! Solo che Vegeta gli aveva fatto venire un tale nervoso che… che…
“Ecco! Prendi!” – aveva urlato la voce della causa del suo suddetto nervosismo dopo essere riaffiorato dalla superficie leggermente increspata del lago con la sfera prima di lanciargliela in faccia. Fortuna che aveva i riflessi pronti, altrimenti si sarebbe ritrovato con un bernoccolo in più e una sfera in meno.
Come diamine aveva fatto Vegeta ad impiegare meno di un minuto per recuperarla? Il lago doveva essere molto, molto profondo e soprattutto buio! Lui, invece, sembrava non aver avuto il minimo problema lì sotto. E cielo, avrebbe dato via i capelli pur di sapere come aveva fatto. Non aveva più dubbi, arrivati a quel punto: Vegeta gli stava nascondendo qualcosa, aveva un segreto, e lui avrebbe fatto di tutto per sapere di cosa si trattasse.
 
Fine parte IV
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Salve amici!
Credevate che avrei aggiornato dopo un’eternità vero? E invece no! La sottoscritta si è messa d’impegno e ha deciso di aggiornare prima. Sono stata brava, no? ;)
La verità, ragazzi miei, è che mi sono resa conto di avere troppe, troppe cose in sospeso (nella vita come nella scrittura) e ho preso la saggia (?) decisione di mettere tutti i puntini sulle i e di scrivere un punto fermo a tutto quello che ho lasciato a metà! Voi farete il tifo per me, non è vero? ;) Ed io lo farò per voi, sempre! =)
Ma ora, tornando al capitolo/paragrafo/parte o quello che è, mi pare evidente che Goku si stia lambiccando il cervello come non mai per scoprire quale sia il segreto di Vegeta, questo sempre AMMESSO CHE UN SEGRETO CI SIA.
Ma quanto godo nel far rimanere male Goku? Mi mancava scrivere dei loro battibecchi… E ancora non avete visto niente! *Cleo fa una sadica risata*
Orbene, vediamo un po’ cosa capiterà ai due manzi… emmm… volevo dire SAIYAN nella prossima parte. Chi lo sa, magari Goku verrà a capo dell’enigma! E spero di non aver fatto troppi strafalcioni… Rileggendolo, mi pareva che alcune cose funzionassero bene e altre meno bene, ma per quanto le correggessi, non sono proprio riuscita a fare meglio di così. Starò forse perdendo colpi? Ci manca che dopo la saggia decisione presa io abbia un periodo di crisi e stiamo freschi! XD
Bacini
Cleo

 
   
 
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