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Autore: EiryCrows    09/02/2014    3 recensioni
Cap01: -E ora senza mentire, mi dici che ci fai qui in pieno giorno? – Riprese, squadrandolo. Il vampiro sembrava molto più pallido del solito.
Il moro emise un breve respiro. - Ero serio quando ho detto che volevo incontrarti- lo guardò per un minuto.
-Quello che non capisco – disse poi - è il perché non sei venuto direttamente nella mia stanza- Lo guardò dritto negli occhi pregando che non fraintendesse la sua affermazione, così facendo si accorse che le sue occhiaie erano più marcate e scure del normale.
“Qualcosa non va.” Rabbrividì “sembra malato.” Era sempre preoccupato quando qualcuno non stava bene e anche se non voleva ammetterlo, lo era ancora di più quando si trattava del suo Marshall.
-Perché camera tua è al terzo piano - disse lui, ricambiando lo sguardo con occhi grigi e stanchi – e io non riesco a volare-
Cap02: Se avevano litigato la colpa era solo sua. Non avrebbe mai desiderato vedere quello che invece aveva visto nei suoi occhi.
Cap03: Gumball raggiunse di corsa il cortile. Non aveva tempo per mangiare. Adesso che il suo lavoro era finito, adesso che non dipendeva più da lui, aveva solo un pensiero per la testa: Marshall.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gommorosa/Gumball, Marshall Lee
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Cap 2 – Quarrel

-Come sarebbe a dire che non puoi volare? E scendi dalla mia scrivania! – Gumball incedeva nervosamente avanti e indietro. Adesso che erano nella sua stanza potevano parlare liberamente senza che ogni cinque minuti un cittadino di Dolcelandia li fermasse per chiedere, a lui o al vampiro, se sapesse qualcosa sul colore scomparso di cui nessuno però, ricordava il nome. Seduto sulla scrivania, Marshall seguiva i movimenti del principe come un gatto segue quelli di un topolino in attesa di balzargli sopra.

-Come ti ho già spiegato, posso solo sollevarmi di qualche centimetro- ripeté per l’ennesima volta, esasperato – e non riesco a volare, perché non mangio da un paio di giorni, visto che il cibo è sparito – Aggiunse sospirando. Aveva cercato ovunque, in ogni angolo, in ogni anfratto ma di quel colore non ne era rimasta traccia.

Il Principe si bloccò voltandosi leggermente verso il moro, avverdendo*. –Quanti giorni esattamente?- chiese.

Gli occhi del vampiro si ridussero a due fessure – Gumball. – disse secco.

Il verdino deglutì nervoso sotto quello sguardo. – Anche se non so come, credo sia stata colpa mia-

-Colpa tua? Perché, che hai combinato stavolta? –

- Stavo facendo dei nuovi esperimenti di cucina, mescolando colori e sapori – come sempre quando si parlava di cucina, al principe luccicarono gli occhi – e poi.. devo aver calcolato male le dosi e c’è stata una piccola esplosione.- riprese a camminare per la stanza, agitato. –All’inizio il colore era sparito solo nella mia cucina/laboratorio, poi con il passare del tempo è scomparso in tutto il regno… cioè, è un po’ inesatto – evitò di proposito di incrociare lo sguardo del moro, anche se sentiva che lo stava pesantemente fissando - ho controllato è scomparso perfino in tutta la terra di AAA- disse infine.

-Ѐ per questo che sono conciato così? Per uno stupido esperimento di cucina? – Ringhiò il Vampiro.

-Non è stupido. Tu non puoi capire. – rispose offeso il Principe. Si morse la lingua, forse non doveva dirlo.

-Io non.. capisco? SEI TU QUELLO CHE NON CAPISCE!- Si avventò su di lui ed entrambi rotolarono sotto la scrivania, Marshall inchiodò Gumball a terra con il suo peso, trattenendolo per i polsi. - QUEL COLORE PER ME NON È SOLO CIBO! – sbraitò visibilmente arrabbiato.

Il Principe non ebbe neanche un istante per reagire che si era ritrovato sotto la scrivania sovrastato da Marshall. Deglutì. L’unica cosa a cui pensava, stretto tra lui e il pavimento, era che il Vampiro che gli stava sopra, sebbene furioso, fosse tremendamente sexy.

Era come guardare una belva selvatica bellissima ma estremamente mortale. Lo scintillio dei suoi canini appuntiti, riuscì a distoglierlo dai suoi pensieri. Non avrebbe dovuto vederli scintillare nella penombra… o no? Per un attimo desiderò toccarli, si chiese che cosa avrebbe provato se avessero sfiorato la sua pelle…

Forse l’avrebbe scoperto o forse quelle piccole zanne l’avrebbero solo ucciso. Il suo cuore iniziò a battere sempre più velocemente, sentiva la bocca prosciugata, arida. Gumball non sapeva dire se era perché aveva paura o perché la bocca di Marshall si stava lentamente avvicinando, cerco di divincolarsi ma l’altro rinsaldò la presa.

- Quel colore non è solo cibo– sibilò – Quel colore è la vita stessa. È l’unica cosa che mi separa da quell’ essere

Steso sotto di lui, Gumball, lo sentì rabbrividire e si domandò se fosse il caso di chiedere una spiegazione. Vide le pupille del Vampiro ridursi a due sottili spilli come quelle di un gatto inondate dalla luce. Il suo respiro divenne improvvisamente più corto. Meglio rinunciare.

Marshall era sensibile ad ogni piccola variazione nel ritmo respiratorio del Principe e ad ogni singolo battito del cuore di lui. Schiuse le labbra e le avvicinò al collo mosso solo dal puro e primordiale desiderio di mordere.

“Così vicino”

Il suo dolce profumo lo avvolse, si fermò per assaggiarlo. Riusciva quasi a sentirne il sapore sulla lingua.

“Maledettamente vicino”

Per un attimo si specchiò nello sguardo terrorizzato del principe. Si ritrasse fulmineo spalancando gli occhi e si alzò di scatto, ribaltando la scrivania. “Merda”

Inspirò. Un forte mal di testa lo trafisse, costringendolo a prendersi il capo tra le mani nel vano tentativo di fermare il dolore che andava via via crescendo.

“Stavo per ucciderlo?” Non era solo la testa a fare male, tutto il corpo stava reagendo alla mancanza dei pasti.

“Si. L’avrei ucciso. Senza esitare.” I denti iniziarono a pulsare con prepotenza. Pensare con quel dolore lancinante era veramente impossibile, doveva andarsene prima di perdere totalmente il controllo.

“ Che cosa ho fatto?!” Gumball era ancora disteso sul pavimento, in quel momento non si fidava del suo corpo, così era rimasto semplicemente lì, immobile. Marshall si strofinò il palmo della mano sulla fronte e lo fissò negli occhi per qualche fugace secondo. Poi si avvicinò alla porta.

-Trova un rimedio. - disse asciutto con voce roca, prese l’ombrello e lo lasciò solo.

“Che cosa hai visto, Marshall, nei miei occhi che ti ha spaventato tanto? “ Gumball era riuscito a mettersi seduto e aveva appoggiato la testa sulle ginocchia. “Hai visto il riflesso di quello che io ho trovato nei tuoi?” Respirò a fondo per ritrovare un minimo di calma.

“È stato solo per un’istante, ma ho visto chiaramente quella belva strisciare verso di te e avvolgerti nelle sue spire. Era quello, ciò a cui ti riferivi prima? Quella cosa… Per quanto ancora riuscirai a trattenerti dal reclamare la vita di qualcuno, Marshall? ”

Si alzò, nonostante gli tremassero decisamente le gambe. La colpa di quanto era successo era solo la sua, era lui che aveva risvegliato quel mostro.

“E tutto per degli stupidi esperimenti” Sistemò la scrivania e impilò tutte le carte che si erano sparpagliate nella confusione. Nel farlo notò una lettera indirizzata a lui, senza mittente. La grafia sembrava femminile ma non la analizzò più di tanto, non aveva voglia di leggerla perciò la mise in cima alla pila e fu facile per lui dimenticarla. Adesso doveva concentrarsi solo a trovare una soluzione al problema di Marshall e anche piuttosto in fretta.




* Si insomma è arrossito, ma visto che è verde xD



~Angolino dell’autrice
Buon pomeriggio a tutti! xD
Siccome sono buona e magnanima (leggasi siccome ho la febbre e non ho un emerito nulla da fare) ecco il secondo capitolo :) le cose si stanno scaldando eh?
D’oh! Il nostro principe ha seppellito la lettera in mezzo alle scartoffie :O e se fosse importante? E se invece non lo fosse per niente? :O
Un grazie a tutte le anime pie che hanno avuto la pazienza di leggere anche questo capitolo :D
A prestissimoooooooo (spero)
EiryCrows
   
 
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