ZAYN
Zayn
tamburellava con la penna sula
superficie di vetro del tavolino del salotto. Era seduto a gambe
incrociate sul
pavimento, fingeva di leggere alcune pagine di un libro preso a caso
dallo
zaino poco prima. Da oltre dieci minuti era fermo sempre alla stessa
facciata,
allo stesso rigo, alla stessa parola, la prima in alto a sinistra.
Teneva il
volto chino in direzione del testo, impedendosi qualsiasi movimento, ma
il suo
sguardo sbieco era tutto rivolto al cellulare che continuava a vibrare.
Zayn
sapeva perfettamente chi fosse, non aveva avuto neppure bisogno di
leggere quel
nome lampeggiare sul display del suo cellulare per intuire
l’identità della
persona che lo cercava. Proprio per quel motivo aveva deciso di
ignorare
deliberatamente quei patetici tentativi di contattarlo, non aveva
alcuna voglia
di sentire quella finta voce cordiale riempirlo di bugie per
l’ennesima volta.
Cercò di concentrarsi sullo studio, esultando quando
riuscì a terminare la
prima frase del primo paragrafo, ma ancora una volta fu distratto da
quella
fastidiosa vibrazione. Non avrebbe risposto, Zayn continuava a
ripeterselo
nella mente come se avesse bisogno di convincersi di quelle parole. Era
combattuto, devastato, tormentato dal desiderio di volerlo risentire ed
il
rancore che ancora nutriva nei suoi confronti. Erano sempre stati
legati da un
rapporto speciale, confidenziale ed amichevole. Zayn aveva cercato di
aiutarlo
sempre, in ogni modo possibile, e di supportarlo in tutte le sue
iniziative,
anche quelle che si preannunciavano fallimentari. In cambio, lui aveva
ricevuto
solo tante delusioni. Zayn non era quel tipo di ragazzo che donava per
ricevere, non si era comportato bene con lui solo nella speranza che un
giorno
quel favore potesse essere ricambiato. Zayn lo aveva fatto per amore,
affetto,
fiducia, quegli stessi sentimenti che erano stati traditi. Non avrebbe
perdonato tanto facilmente i torti che lui gli aveva fatto. Poco
importava se
Zayn fosse costretto a saldare il suo debito, ciò che lo
aveva ferito era stata
la lontananza e la sensazione di abbandono. Zayn non avrebbe
dimenticato tanto
facilmente il modo in cui Jamal aveva deciso di partire, con tanta
leggerezza e
superficialità, non gli avrebbe perdonato la negligenza e
l’indifferenza che
proprio Jamal aveva dimostrato nei suoi confronti. Non avrebbe risposto
alla
chiamata, Zayn cercava di imprimere quelle poche parole a caratteri
cubitali
nella mente, come un promemoria che non avrebbe mai dovuto dimenticare.
Quella
ferita era ancora troppo aperta sul suo cuore, per poter essere
ignorata. Zayn
la sentiva bruciare ogni volta che leggesse quel nome sullo schermo del
telefono, ogni volta che quel nome venisse pronunciato dalle sue
sorelle o dai
suoi genitori.
“Zayn, tesoro, ti cerca Louis. Dice che
ti aspetta all’ingresso.”, esordì
frettolosamente sua madre, mentre si aggirava
per casa con in mano una decina di fogli che avrebbe dovuto esaminare.
Non le piaceva trascorrere molto tempo
fuori casa, dunque ogni qualvolta le fosse possibile, raccoglieva
dall’ufficio
tutte le pratiche di cui necessitava e le portava lì,
cosicché tra una pausa e
l’altra potesse vedere i figli e non gli odiosi, assillanti
ed arrivisti
assistenti.
Zayn annuì, lanciando una veloce
occhiata alla figura della madre, concentrata ora a decifrare la
scrittura di quello
che aveva tutta l’aria di essere un verbale, mentre alla
cieca cercava di
raggiungere la cucina. Sorrise nel vedere sua madre, quella donna che
tutti
consideravano perennemente perfetta in tutto, che si districava tra il
lavoro e
la famiglia.
Con un gesto secco lasciò cadere la
penna sul tavolino e chiuse il libro, rinunciando definitivamente ad
ogni
tentativo di leggerne degli stralci. Si alzò e
recuperò il cellulare che
finalmente aveva cessato di vibrare.
“Io esco, ci vediamo più tardi.”,
salutò
mentre si avviava verso il portone.
Sua madre non riuscì neppure a
rispondere che Zayn aveva già preso il cappotto, le chiavi
ed il portafogli che
teneva all’ingresso ed era andato via.
“Ciao bello!”,
esclamò Louis entusiasta.
“Ehi.”, fu il saluto decisamente acceso
di Zayn.
Louis ormai non faceva più neppure caso
ai toni sempre poco allegri e vitali di Zayn. Aveva un carattere
particolare,
era piuttosto difficile relazionarsi ad un tipo come lui, schivo,
riservato e
davvero poco affabile, ma era un ottimo amico. Sapeva ascoltare, anche
se era
pessimo a dare consigli, ma riusciva a comprendere, sembrava arrivare a
capire
esattamente cosa Louis provasse in determinate circostanze. Zayn era di
poche
parole, ma il suo viso, per chi sapesse leggerlo, era una continua
fonte di
forti emozioni e reazioni, i suoi occhi ambrati e limpidi parlavano al
suo
posto, comunicando solo con quei pochi eletti che avevano avuto il
privilegio
di avvicinarsi tanto a lui da riuscire ad intuire i suoi pensieri anche
solo
con uno sguardo.
“Ci sono Margaret, Bree e Niall allo Starbucks,
quello all’angolo tra Kensington High St e Allens
St.”, gli comunicò Louis,
ricordando ciò che Margaret gli aveva riferito appena poco
prima con una breve
telefonata.
“Quindi?”, replicò Zayn, riservando
all’amico
uno sguardo interrogativo.
Louis fece spallucce, mentre entrambi si
avviavano lungo il vialetto che conduceva al garage dove Zayn teneva
parcheggiata la sua auto.
“Potremmo raggiungerli se ti va.”,
propose allora, cercando di dare poco credito a
quell’alternativa.
In realtà, Louis moriva dalla voglia di
raggiungere Margaret immediatamente. Da quando avevano ballato due sere
prima
in discoteca, Louis non riusciva a pensare ad altro. Nonostante
ricordasse
molto poco di quella notte, gli occhi della ragazza erano rimasti
impressi
nella sua memoria, tanto che avrebbe potuto descriverne le pagliuzze in
ogni
minimo particolare, trovando una precisa tonalità per ognuna
di esse.
“Non mi va.”, rispose secco il moro, non
trovando per nulla allettante quella prospettiva.
Aveva provato a trascorrere del tempo in
compagnia, a cercare di essere gentile, cordiale ed amichevole, ma
aveva
soltanto finto di essere qualcun altro e non semplicemente Zayn.
“Mh.”, fu l’unico suono che
uscì dalle
labbra di Louis.
Zayn entrò nel garage, per poi uscirne
qualche minuto dopo alla guida della sua auto. Louis lo
seguì a ruota,
prendendo posto sul sedile del passeggero, poi Zayn si diresse verso il
cancello. Lo oltrepassò e si immise nelle larghe e
trafficate strade londinesi.
“Ti accompagno da Margaret.”, sentenziò
Zayn tutto d’un tratto, con voce impassibile.
Louis istintivamente piegò il viso in
una smorfia di confusione, basito. Non aveva ancora detto nulla a Zayn,
non gli
aveva riferito quanto trovasse simpatica Margaret, ma lui aveva capito
lo
stesso. Aveva visto quel lieve bagliore di luce negli occhi azzurri di
Louis
quando aveva pronunciato il nome della ragazza. Sorrise
all’amico che guidava,
concentrando lo sguardo sulla strada davanti ai suoi occhi.
“Tu, però, vieni con me.”, lo
ricattò
giocoso.
Zayn sbuffò a quell’affermazione.
Avrebbe volentieri accompagnato Louis, magari si sarebbe fatto un giro
nei
dintorni in attesa che lui si liberasse ed infine sarebbero andati
insieme a
bere una birra in qualche pub poco affollato in una delle tante
traverse che
costeggiavano Kensington High St.
“Guarda che hai centinaia di buoni
motivi per accettare.”, provò a convincerlo Louis,
non scoraggiatosi affatto
per quel primo rifiuto.
Era certo, infatti, che di lì a poco lo
avrebbe convinto ad unirsi al resto del gruppo.
“Non mi interessa.”, borbottò.
“Ah, no?”, la domanda retorica di Louis
era una chiara sfida. “Niall ti sta simpatico, Bree anche,
inoltre Millie non
vede l’ora di toglierti i vestiti di dosso!”,
esclamò indignato dall’indifferenza
dell’amico.
Zayn soffocò una ristata, cercando di
mantenere una maschera di distacco sul viso.
“Non avevi detto che ci sarebbe stata
anche Millie.”, sottolineò con voce impenetrabile,
tanto che Louis ebbe serie
difficoltà nel comprendere il motivo di quella frase.
“Allora hai deciso che vieni?”, gongolò
compiaciuto della vittoria che credeva di aver appena conquistato.
“A dir il vero è una ragione in più per
restare lontano.”, chiarì l’altro con le
labbra appena incurvate in un ghigno
ironico, affondando il piede sul pedale dell’acceleratore.
“Ehilà!”, trillò Louis quando
circa
mezz’ora più tardi varcò la soglia
dello Starbucks e si avvicinò al tavolo dove
era seduta la restante parte della comitiva.
Subito lo sguardo del ragazzo si posò
sulla sorridente figura di Margaret che gli faceva cenno di accomodarsi
accanto
a lei. Non c’era ancora stata occasione in cui Louis avesse
visto Margaret
triste, stanca, svogliata o silenziosa. Era sempre così
allegra, vivace,
gioiosa e spiritosa da far pensare che forse esistesse davvero qualcosa
di
bello nella vita. Assaporava quel gusto genuino e salubre che la vita
le
offriva, cogliendone solo il meglio e vivendo al massimo ogni istante.
Louis la invidiava,
invidiava quel suo
modo di sorridere persino con gli occhi a tutto ciò che la
circondava. Quella
di Margaret non era una reazione alla paura di sentire nuovamente
l’anima
affogare nella tristezza, nella solitudine, nell’amarezza e
nella delusione. La
sua era un’aspettativa per il futuro, il guardare al domani
con positività, il
cogliere del buono da ogni situazione.
Louis passò velocemente in rassegna gli
altri presenti, volgendo ad ognuno un cenno di saluto. Charlotte era
avvolta in
un caldo maglione bianco che sembrava quasi mischiarsi con la pelle
candida del
suo viso. L’espressione serena del volto, rimasta tale anche
dopo l’arrivo di
Louis, era chiaro segno della sua predisposizione amichevole nei suoi
confronti. Niall la guardava di sottecchi, per verificare ogni sua
minima
reazione all’arrivo di Louis. In realtà Niall
aveva preso ad osservarla
piuttosto di frequente, affascinato da quegli occhi di ghiaccio, dalla
carnagione candida e le labbra rosa e sottili. Probabilmente se non
fosse stata
proprio la ex ragazza di Louis, le avrebbe già chiesto di
uscire. Già diverse
volte negli ultimi giorni era stato sul punto di chiedere a Louis come
avrebbe
preso una simile notizia, ma puntualmente le parole gli erano morte in
bocca.
Louis, infatti, si era rivelato davvero un buon amico per Niall,
disponibile in
ogni momento e pronto ad aiutare in caso di necessità. Non
avrebbe voluto
creargli scompiglio, non dopo così poco tempo. Del resto
quella con Charlotte
era stata una storia importante per lui, tanto intensa e profonda
quanto lunga.
D’altro lato, Niall non attendeva altro che lasciarsi
definitivamente alle
spalle tutta la storia di Millie, ormai esausto e, soprattutto, deluso
dalla
faccenda. Bree se ne stava tranquilla al suo posto, con il suo solito
sorriso
ingenuo disegnato sulle labbra e l’aria distratta. Con la
mano destra
continuava a girare il cucchiaino all’interno della grande
tazza ricolma di
cioccolata calda, ormai non più fumante. Non ne aveva ancora
bevuto neppure un
sorso, impegnata a guardare il panno che si creava a causa del calore e
che poi
lei prontamente distruggeva con quei lenti movimenti circolatori. Non
aveva
prestato molta attenzione alla conversazione intavolata da Margaret al
loro
arrivo, in realtà aveva trovato difficoltà nel
riuscire a seguirla.
L’opprimente sensazione che le mancasse sempre il significato
di una parola, di
una frase, le impediva di partecipare alla discussione, costringendola
al
silenzio. Così, quando le ordinazioni erano giunte, Bree
aveva chinato la testa
coperta dalla chioma rossa ed aveva iniziato a giocherellare con la sua
cioccolata. Harry aveva provato a chiederle di Audrey, ma lei aveva
risposto
semplicemente scrollando le spalle, così anche il riccio si
era rassegnato
all’impossibilità di chiacchierare con Bree e
all’improbabilità di rivedere
Audrey nell’immediato. Infine Liam, sorseggiando un
caffè macchiato, allietava
il tavola raccontando alcune delle esperienze avute durante le ultime
vacanze.
Era bravo nel raccontare storie, tanto da risultare simpatico a tutti,
riusciva
a far sorridere anche Niall che ancora nutriva risentimento nei suoi
confronti.
La sua voce chiara era piacevole da ascoltare, l’enfasi con
la quale narrava
ogni singolo episodio riusciva a coinvolgere tutti, tanto che persino
Bree
aveva alzato la testa un paio di volte, ma poi aveva preferito tornare
a
concentrarsi sulla sua tazza ancora piena. Le pause scandite in tempi
giusti,
l’espressione sveglia ed ironica del suo viso, gli occhi
vispi e luminosi di
Liam sembravano riuscire a conquistare sempre tutti. Era proprio per
questo
motivo che Harry svariate volte aveva temuto di combinare un
appuntamento con
una ragazza con un’uscita con Liam.
“Ciao.”, salutò Audrey accennando appena
ad un sorriso, mentre si avvicinava a loro con passo spedito.
Il volto di Harry si illuminò, quasi si
trattasse di una reazione automatica all’arrivo della ragazza.
Bree alzò il volto, richiamata da quella
voce tanto familiare e rassicurante che milioni di volte le aveva
fornito il
sostegno di cui necessitava ed in un attimo le sue labbra si distesero
in un
nuovo sorriso, questa volta più sincero.
“Ciao Audrey!”, ricambiò prontamente
Harry, scuotendo la mano destra a mezz’aria.
Lei aggrottò la fronte, prima di
sforzarsi di trattenere una leggera risata dovuta
all’espressione buffa che il
viso di Harry aveva assunto.
Il ragazzo la incitò a prendere posto
accanto a lui e lei, seppur riluttante, lo assecondò.
“Pensavo non saresti più venuta.”,
ammise sincero Harry all’orecchio di Audrey.
Liam aveva ripreso il suo sproloquio,
dunque tutta l’attenzione, ad eccezione di Bree, era
concentrata su di lui ed i
suoi intriganti modi di parlare. Nessuno avrebbe mai notato quello
scambio di
battute appena sussurrate tra i due, inoltre Harry premeva per
conoscere il
motivo del cambiamento dell’atteggiamento di Audrey nei suoi
riguardi.
“Complicazioni.”, mormorò soltanto,
senza scomporsi.
Audrey era riservata, fredda, chiusa,
Harry lo aveva notato sin dal prima istante, ma mai una volta aveva
pensato al
riserbo ed al cinismo della ragazza come a degli ostacoli nella loro
amicizia.
“Credi che un girono inizierai a
rispondere a qualche domanda?”, chiese il riccio.
Audrey a quelle parole puntò il suo
sguardo sugli occhi verdi e trasparenti di Harry. Il suo tono di voce
era
giunto all’orecchio della ragazza come affranto, forse quasi
rassegnato,
rammaricato dal constatare quanto continuamente lui si sforzasse di
avvicinarsi
a lei, vendendo tuttavia sempre respinto. Da quando avevano parlato per
la
prima volta Audrey non si era sbottonata su nulla, rimaneva come un
forziere
impossibile da aprire, il cui contenuto non sarebbe stato mai rivelato
a
nessuno.
“Sono venuta con mia sorella, aveva
bisogno di uscire. Non le ho detto dove l’avrei portata,
così quando siamo
arrivate si è opposta. Credo non volesse vedere Liam e alla
fine ha preferito aspettare
in auto.”, spiegò con un filo di voce,
non riuscendo neppure a controllare quel
fiume di parole che fuoriusciva dalle sue labbra.
Audrey voleva essere aperta, voleva che
qualcuno guardasse all’interno di quel forziere, che andasse
oltre gli strati
di matita ed i vestiti scuri che indossava anche quel giorno. Aveva
paura,
aveva paura di rimanere sola, che nessuno l’avrebbe mai
ricordata in futuro o
soltanto menzionata in chissà quale buffo racconto di
episodi passati.
Sulle labbra di Harry prese forma un ampio
sorriso, incorniciato da due piccole fossette scavate appena su ambedue
le
guance. Non si aspettava una simile reazione da parte di Audrey, non
così
all’improvviso. Sarebbe stato pronto ad aspettare mesi per
cavar fuori qualcosa
da lei, ma sorprendentemente lei aveva deciso almeno per quella volta
di
deporre le barriere difensive e lasciare che Harry entrasse nel suo
piccolo ed
incasinato mondo.
Millie aspettava la sorella appoggiata
allo sportello della sua auto, mentre stancamente fumava una sigaretta.
Aveva
apprezzato il tentativo di Audrey di includerla in quel falsamente
adorabile
pomeriggio, ma non era ancora pronta per affrontare tutti. Ricordava
poco della
notte in cui Audrey era andata a recuperarla a Brixton, ma le era
profondamente
grata. Aveva pensato di essere sola, aveva creduto che dopo la rottura
con Liam
tutto fosse finito, ed invece aveva riscoperto una piccola ed
intrascurabile
parte della sua vita. Sua sorella, per quanto poco si tollerassero, era
pur
sempre parte della sua famiglia. Audrey non aveva esitato ad aiutarla
nel
momento del bisogno, era stata l’unica, nonostante tutti i
litigi e gli insulti
che avevano caratterizzato il loro rapporto negli ultimi anni.
Inspirò a pieni
polmoni l’aria gelida di quel tardo pomeriggio londinese. Le
macchine
inondavano le strane, rilasciando gas inquinanti nell’aria.
Portò la sigaretta
alle labbra e fece un altro tiro. Con lo sguardo vagò sulle
vetrine che si
affacciavano su quel tratto, soffermandosi poi sui volti dei passanti
che camminavano
spediti alla ricerca di chissà cosa. Trasalì
quando scorse la figura di Zayn a
pochi metri di distanza, immobile nella sua stessa identica posizione.
Il
ragazzo sorrise quando gli occhi scuri di Millie si scontrarono con i
suoi.
L’aveva intravista appena era arrivata, accompagnata da
Audrey, ma aveva
preferito attendere che fosse lei ad accorgersi di lui. Con un gesto
fluido
Zayn si staccò dalla portiera della sua auto e si
avviò in direzione di Millie.
Se Louis aveva ragione, si disse, almeno avrebbe potuto ricavare
qualcosa di
buono da quel noioso pomeriggio.
“Gira alla larga, Malik.”, esordì Millie
fissandolo con sguardo truce.
Zayn ghignò. Avrebbe dovuto provare
timore ed, invece, era soltanto divertito dal tono intimidatorio della
ragazza.
“ La strada è abbastanza ampia da
permettere il passaggio di entrambi.”, osservò
ammiccando in direzione della
mora.
Zayn poggiò la sigaretta sulle labbra
con fare sensuale, i suoi occhi erano fissi in quelli di lei e non
accennavano
ad interrompere quel contatto visivo, neppure quando fece un profondo
tiro. Millie
lo guardava cercando di non far trapelare alcuna emozione dalla sua
espressione. Aveva perfettamente intuito il gioco appena iniziato da
Zayn, era
lo stesso a cui lei ricorreva ogni qualvolta dovesse comprare qualcosa
da lui.
I loro incontri erano fatti di occhiate languide, movimenti lenti e
seducenti,
voci roche ed accaldate che si soprapponevano in sussurri. Millie tese
la mano
sinistra in direzione di Zayn, afferrandolo per la tasca anteriore dei
jeans
neri che portava indosso e lo fece avanzare. I loro petti quasi
potevano
toccarsi, Millie percepiva sulla pelle il respiro di Zayn,
più alto di lei di
almeno una decina di centimetri, nonostante indossasse dei tacchi anche
in
quell’occasione. Era una sensazione che conoscevano bene
entrambi, quella di
sentirsi tanto vicini, ma nessuno dei due aveva mai provato ad
annullare del
tutto le distanze.
Zayn avrebbe potuto provare a baciarla
in quell’istante, probabilmente lei lo avrebbe lasciato fare
senza troppi
problemi, ma non lo fece. La vibrazione del cellulare di Zayn riscosse
entrambi
da quel momento, costringendo Zayn ad indietreggiare di qualche passo.
Prese il
cellulare e nel farlo sfiorò impercettibilmente la mano di
Millie, ancora
ancorata alla stoffa dei suoi jeans. In un attimo la ragazza
ritirò il braccio,
mentre con gli occhi seguiva i movimenti meccanici di Zayn. Millie
notò i suoi
muscoli irrigidirsi e la sua espressione farsi cupa.
“Chi è?”, domandò curiosa di
scoprire
l’identità di colui che riuscisse a sortire un
tale effetto sull’impassibile
Zayn.
“Mio fratello.”, sussurrò intimorito,
sconcertato ed allo stesso tempo sofferente.
Forse fu proprio la debolezza dettata da
quel momento, l’insicurezza, l’indecisione e
l’insorgere di numerosi dubbi
nella mente di Zayn, a fargli pronunciare quelle due semplici parole,
dimenticandosi del suo usuale riserbo e del tono scontroso che lo
denotava.
“Dovresti rispondere, allora.”, suggerì
Millie, ormai particolarmente sensibile alle questioni di famiglia.
Zayn si lasciò scappare un mezzo
sospiro, come a volerle silenziosamente dire che lei non conosceva
affatto
quella storia e che, dunque, non avrebbe mai potuto comprendere quanto
complicata fosse la situazione. Puntò lo sguardo sul
marciapiede, rifiutando la
chiamata. Millie non avrebbe mai pensato di poterlo vedere tanto
indifeso e
combattuto.
“Meglio di no.”, borbottò soltanto,
ancora con lo sguardo basso e l’aria afflitta.
Angolo Autrice
Salve a tutti!!:D Ecco il nuovo capitolo di Skins!:D
Sì, sto rpocedendo a rilento, ma purtroppo in questo periodo non riesco a fare di meglio...
Piuttosto, voi che mi dite? Come va? Avete visto il video, vero?? Adorabili è dire poco, eh?!*.*
Anyway, torniamo a parlare di Zayn qui... personalmente mi piace il suo rapporto con Louis!!:D
E poi c'è Harry che è davvero dolcissimo!! Voi che ne pensate??
Fatemi sapere se vi va, mi piacerebbe davvero tanto leggere le vostre opinioni!!:D
Ringrazio chi ricorda, segue e preferisce!! Grazie mille!<3 E ringrazio ch legge!!*.*
Bene, spero di riuscire ad aggiornare presto, molto presto!;)
Alla prossima!:D