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Autore: Come with me    09/02/2014    5 recensioni
Annie è una normalissima ragazza italiana di quindici anni, che incontra i 5SOS durante una vacanza in Spagna l'anno precedente, e sembra aver socializzato soprattutto con il più piccolo della band, Luke Hemmings.
Dopo essersi conosciuti bene ed essersi sentiti per un periodo, Luke le svela che è innamorato di lei, e i due decidono di cominciare una relazione, nonostante la distanza e gli impegni di lavoro dei cantanti.
Annie e Luke hanno un segreto, tutti e due lo tengono ben nascosto alle altre persone, ma Annie lo rivela al ragazzo durante la vacanza, mentre Luke non sembra voler dire proprio niente.
Quando la ragazza verrà a conoscenza del suo segreto, cercherà di non farglielo pesare in qualsiasi modo, cercherà quasi di proteggerlo; Luke questo lo fa da molto tempo, lui l'ha già salvata, dandogli tutto l'amore di cui lei necessita.
---
"Perchè questo mondo farà anche schifo, e le persone faranno anche schifo, con le loro menti da schifo, e i loro modi di fare da schifo, ma noi ci amiamo, e l'amore ci rende forti.
Noi siamo forti.
E ci salveremo l'un l'altro."
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the paradise that you are WSEO












Dedico a te questa storia, 
che sei la mia anima e il mio respiro,
sperando che un giorno troverai una persona come Luke
a salvarti da tutti i mali di questo mondo.
E la dedico un po' anche a me,
sperando di trovare, un giorno, 
una persona che riesca a salvarmi da me stessa.





WE SAVE EACH OTHER




              




°giovedì 20°


"Luke Hemmings" dico, e lo sento sorridere anche nel buio.
Sono seduta sulle sue gambe, siamo nel letto, la sua schiena è appoggiata al muro.

"Mmm" mugola, invitandomi a proseguire.

"Luke Robert Hemmings" stavolta la mia voce è più seria e anche lui se ne accorge.

Ho un po' di paura a chiedergli ciò che voglio chiedergli, ho paura della sua reazione.

"Qual è il tuo segreto?" sussurro, premendo la mia fronte sulla sua.

Lui respira affannosamente, anche se cerca di non farlo notare.

Probabilmente ha chiuso gli occhi, e mi tiene stretta sui fianchi.

"I-Io..." balbetta.

Non l'ho mai sentito balbettare prima.

"Luke, non serve che tu me lo dica ora, se non ti senti di dirlo. Aspetterò tutto il tempo che c'è da aspettare. Voglio soltanto cercare di capire perchè sei così, non che ci sia qualcosa di sbagliato, ma voglio capire perchè delle volte ti è così difficile relazionarti con le persone, perchè sei così timido. A guardarti nessuno lo direbbe. Io voglio aiutarti, ma devi decidere tu quando dirmelo, quando hai voglia tu, quando te lo senti.
Tutti abbiamo un segreto, il mio già lo sai; so come ci si sente, ti capisco Luke, non devi preoccuparti con me. Non è facile, ma da qualcuno bisogna farsi aiutare.
Aspetterò." gli parlo dolcemente, accarezzandogli il viso.

Lui, dopo aver assorbito quelle parole, mi bacia a stampo e mi sussurra un "Ti amo piccola".

Ha delle belle labbra, anche con quell'annellino intorno, forse da un tocco speciale. Mi piace sentirle curvarsi in un sorriso sulle mie.

"Dovremmo dormire" gli dico ridacchiando.

"Io non ho sonno" dichiara lui.

"Nemmeno io. Che facciamo?"

"Guardiamo un film"

"Va bene"

"Tu cosa vorresti fare?"

"A me va bene qualsiasi cosa, se la facciamo assieme"

Sorride ancora e mi bacia, io ricambio, finchè non si alza - con me in braccio - e scende le scale.

La luce, nonostante fosse debole, fa male agli occhi per il contrasto del buio di poco prima; quindi nascondo il viso nell'incavo del suo collo, e lo sento muoversi come se gli avessi fatto il solletico.

Si siede sul divano tenendomi sempre sulle sue gambe, e prende il telecomando per fare una carrellata dei film.

Io lo guardo, anche se più che altro sembra che stia cercando di scavargli un buco nella guancia con gli occhi, ma è così bello.

Non ho mai visto una persona come lui, che al primo impatto non ha nulla di innocente, anzi sembra un 'bad boy', se così possiamo dire, ma basta restare qualche secondo a guardarlo, a guardare quegli occhi che sembrano l'oceano, per vedere comè realmente.

La dolcezza, la determinazione, il coraggio e l'innocenza.

Sono queste le cose che mi vengono in mente guardandolo, che direi se qualcuno mi chiedesse di descriverlo.

Persa nei miei pensieri non mi sono nemmeno accorta che anche lui mi sta guardando e, quando mi risveglio da quella trance,  vedo i suoi occhi che mi guardano; lo vedo sorridere, non posso far a meno ricambiare e di abbracciarlo forte.

E' proprio vero che Luke Hemmings dà gli abbracci migliori.

Scosto un po' la testa per riuscire a baciarlo, ma lui si scansa.

"Perchè non mi vuoi baciare?" dico un po' sconvolta e contraria.

"Perchè se mi abituerò ai tuoi baci sarà la fine" dice sorridendo maliziosamente.

"Oh, lo so che sarà la fine" ribatto, prendendogli il viso con le mani e riuscendo a baciarlo.


[ . . . ]



Il film stava per finire e noi eravamo accoccolati sul divano, con due tazze di the fumanti in mano e la copertina di pile sopra.

"Ma gli altri stanno sempre fuori?" gli chiesi guardandolo, non vedendo ancora Ashton, Calum e Michael.

"Vai a sapere te cosa fanno"

"Non credo di voler venire a conoscenza di questa cosa, veramente"

"Che facciamo domani, cioè oggi pomeriggio?" domandò lui, accarezzandomi i capelli.

"Usciamo"

"Quando devi tornare a casa?"

"Vediamo, ormai è giovedì, quindi domani" risposi tristemente.

"Di già?" fece il labbruccio.

"Preferirei mille volte rimanere qui a Londra con te Luke, ma devo tornare a scuola, purtroppo".

"Mhmh" mugugnò rassegnato.

"Comunque ci vediamo a inizio marzo, alle vacanze di carnevale, è sempre una settimana"

"Sì. Ora andiamo a dormire", così dicendo spense il televisore e mi prese la mano, guidandomi fino al piano di sopra, dove ci buttammo sul letto e ci addormentammo coccolandoci.


[ . . . ]



"Piccola sei pronta?" urlò Luke dal salotto.

Probabilmente è già mezz'ora che mi aspetta.

"Un secondo!" gli risposi sempre urlando, dalla sua camera, mentre mi infilavo le scarpe cercando di tenere l'equilibrio.

Scendo di corsa le scale qualche minuto più tardi, cercando il giubbotto e la sciarpa.

Mi giro a guardare il ragazzo appoggiato alla parete di fianco alla porta e sorrido nell'ammirarlo.

Indossa jeans neri attillati, con la giacca college; porta un cappello nero, da cui ha lasciato fuori solo il ciuffo. Sorride, con un sorriso che normalmente ti fa venir voglia di prendere a sberle quella persona, ma che in lui completa solo l'aspetto già perfetto.

E poi aveva quell'annellino nero, che era un qualcosa di troppo attraente.

"Che cos'hai ora?" chiese quasi sconsolato.

"Nulla, è che ho un bel moroso" dissi, avvicinandomi per abbracciarlo; appoggio il mento sul suo petto, guardandolo.

Lui si abbassò e mi baciò, per poi prendermi la mano ed uscire.

C'era un leggero venticello, ma non di quelli freddi freddi di febbraio, e le nuvole sembravano aver lasciato spazio a qualche raggio di sole.

Ci incamminammo verso il parco, chiaccherando del più e del meno, spintonandoci ogni tanto se uno faceva una battuttina sull'altro.

Arrivati all'entrata dell'Hyde Park decidiamo di perccorrere il sentiero principale, fino ad arrivare al piccolo lago dall'altro lato.

Luke passò il braccio sulle mie spalle e io gli strinsi la mano che penzolava con la mia.

C'erano anche altre coppiette che camminavano come noi, e anche gruppi di ragazzi che correvano e schiamazzavano, oppure qualche nonno con i nipotini.

Caminammo in silenzio per un po', strinendoci l'una all'altro, guardando le persone che ci camminavano attorno e ammirando la maestosità del parco, finchè Luke non si decise a parlare.

"Cosa facciamo quest'estate?" domandò senza guardarmi, come se fosse imbarazzato.

"Facciamo?" domandai io di risposta, giusto per stuzzicarlo, e perchè in effetti non ci avevo ancora pensato; non a cosa avrei fatto con lui, perlomeno.

"Annie... io e te, cos'altro volevi che intendessi!?" rispose guardandomi e gesticolando con la mano.

"Boh, è che non ci avevo pensato a dire il vero. Avevo pensato che tu fossi occupato con i ragazzi, a registrare o magari in tour da qualche parte"

"E ciò significa che tu non possa venire con noi, o che non possiamo passare un po' di tempo assieme? Non essere ridicola. Sai che anche ai ragazzi farebbe piacere che tu fossi con noi" disse in tono brusco. Poi, vedeno la mai espressione, aggiunse: "Non sei un peso piccola, non preoccuparti. A me farebbe molto piacere se tu venissi in Australia, o qui a Londra o d'ovunque saremo.
E mi piacerebbe anche venire a trovarti in Italia; potresti farmela conoscere un po', e magari potremmo visitare qualche città. Non so, è un'idea" e così dicendo mi baciò la guancia.

"Sarebbe molto carino da parte tua venire in Italia per visitare qualche città, davvero" risposi eccitata dall'idea, con la scena già proiettata nella mente di noi due a Roma, mentre gli racconto della Cappella Sistina e lui sta col naso all'insù ad ammirare i dipinti; o magari a Verona, la città dell'amore, mentre io sono affacciata al balcone di Giulietta e lui sotto fa il deficiente cercando di imitare Romeo.

"Perchè ho come la sensazione che tu ti sia già fatta dei filmini mentali e abbia già cominciato ad organizzare il tutto?" Luke, con la sua voce armoniosa, mi riportò con i piedi per terra.

"Perchè è vero - cerca di imitare risata maligna - vedrai, ti porterò in un sacco di posti meravigliosi!
E poi sarei molto contenta di venire in Australia. Potremmo andare a surfare tutti i giorni; però poi dovrai farmi vedere anche tu delle città, e..." parlavo con foga, quando fui bloccata da un bacio, un altro e un altro ancora.

"Non avevo intenzione di fonderti anche gli ultimi neuroni rimasti vivi, piccola, io avevo soltanto chiesto cosa facciamo quest'estate" nel mentre lo diceva, sembrava trattenere le risate.

"Bhe, ci divertiamo e stiamo assieme" risposi, baciandolo nuovamente.

"Bene, vedo che ci siamo messi d'accordo" mi baciò "e ora continuiamo la nostra passeggiata, altrimenti non ci arriveremo mai a quel lago" disse, passandomi un braccio dietro la schiena e prendendomi il fianco.


[ . . . ]



Camminammo parecchio, e quando arrivammo in prossimità del lago, il sole cominciò a tramontare; così prendemmo due frittelle riempite di nutella e ci sedemmo su una panchina vicino alla riva. Restammo lì, appoggiati l'una all'altra, a guardare quella palla rosso fuoco che si nascondeva dietro gli alberi.

"Penso che domani farò finta di averti rapita" disse ad un certo punto Luke.

"Amore, te l'ho già detto, devo tornare a casa. Ho anche cercato di convincere mio papà a farmi rimanere almeno fino a sabato, ma è stato irremovibile.
Mi dispiace tanto. E' difficile vivere distanti, lo so, ma..."

"Non devi preoccuparti, io ti amo Annie e non mi interessa se veniamo da due luoghi che sono uno all'opposto dell'altro"

"Luke, giuro che se non perdi quest'abitudine di interrompermi mentre parlo, te la faccio perdere io, ma in un modo poco gentile!" gli dissi puntandogli un dito contro; "E' fastidioso, davvero!" e così dicendo incrociai le braccia al petto e mi girai dandogli le spalle, facendo l'offesa.

Luke si mise a ridere di gusto, per poi abbracciarmi da dietro e lasciandomi alcuni baci sul collo.

"Ok, non lo faccio più, prometto".

"Però... potrei esser interessato a conoscere questo modo poco gentile di cui parlavi" dicendolo aveva riappoggiato la schiena alla panchina e aveva messo un braccio sul bordo, con la mano appoggiata al mio fianco.

Mi girai per guardarlo malissimo e lui sorrise maliziosamente, muovendo le soppraciglia.

Gli tirai una pacca sul fianco e gli dissi: "Sei un coglione Hemmings. Non intendevo nulla di quello a cui stai pensando tu".

"Oh, immaginavo, in fin dei conti tu sei una piccola bambina innocente, non pensi mai male, no, no" si avvicinò e mi baciò cingendomi la schiena.

"Appunto, non puoi dubitare di me" dissi ridendo sulle sue labbra "e non sono una bambina", puntualizzai.

"Sei la mia bambina, che è diverso", e rise vedendo la mia espressione contrariata.



La serata passò nel migliore dei modi.

Ci eravamo uniti a Michael, Calum e Ashton; andammo a mangiare in un pub e ridemmo un sacco.

Tornammo poi a casa, facendo una specie di immenso pigiama-party, giocando alla play e facendoci scherzi a vicenda fino a notte inoltrata, quando crollammo sui divani, o sul pavimento -, a seconda delle preferenze.

"Buona notte Annie" canticchiarono i coro.

Scoppiai a ridere e "Buonanotte 5 Seconds of Summer" dissi.



°venerdì°


"Hai preso tutto quanto?" mi chiese Ashton affaciandosi alla porta del bagno.

"Si, mi manca mettere alcune cose nella valigia" risposi scansandolo ed entrando in camera di Luke per sistemare le ultime cose.

Poco dopo entrò Michael facendo finta di piangere e mentre io lo guardavo sconvolta, mi abbracciò.

"Non puoi andartene di già, non è giusto - finto singhiozzò - mi mancherai, non andartene, non abbandonarci. Abbiamo bisogno di una donna che si prenda cura di noi in questa casa" a questo punto scoppiai a ridere e, baciandolo sulla guancia, gli dissi che se mi avesse lasciato finire di sistemare i bagagli lo avrei riabbracciato.

"Okay" e così dicendo si sedette sulla punta del letto e mi guardò, aspettando come un bambino piccolo.

Quando dopo poco tornai ad abbracciarlo, si unì anche Calum, e dovetti sopportare due 'uomini' che si lamentarono e singhiozzarono nelle mie orecchie.

"Non è che scappo per sempre, eh!" dissi quando decisero che era abbastanza.

"Anche perchè in quel caso ti verremo a prendere noi, e ti legheremo a qualcosa che ci porteremo sempre dietro" esclamò Ash mentre portava di sotto la valigia e il borsone, per caricarle in macchina, e io lo seguii sulle scale.

In salotto trovai Luke seduto sul bracciolo del divano che guardava le immagini del televisore un po' distrattamente e, quando mi vide, mi sorrise, allungando la mano per prendere la mia e tirarmi verso di lui.

"Noi aspettiamo fuori" annunciarono gli altri tre ragazzi, e si chiusero la porta alle spalle.

Mi sedetti sulla gamba sinistra del biondo e lo abbracciai, cingendogli il collo.

"Mi mancherai piccola" disse nell'incavo del mio collo.

"Anche tu Luke; cerca di scrivermi più che puoi. E magari ogni tanto skyppiamo anche, visto che non c'è molta differenza di orario;
Per il momento".

"Certo" e mi baciò dolcemente, chiedendo accesso alla mia bocca, e lasciando che le nostre lingue si intrecciassero, come se non volessero separarsi più.

"Ora andiamo" sussurò quando ci staccammo per riprendere fiato.

Io annuii leggermente, e poi uscimmo, dimenticandoci la TV accesa.


[ . . . ]



"Mi mancherai piccola" disse Ashton abbracciandomi.

Avevano appena chiamato il mio volo, e stavo salutando i ragazzi prima di salire nell'aereo che mi avrebbe riportato a casa.

"Anche tu Ash" risposi scoccangoli un bacio sulla guancia, e stringendolo più forte che potevo.

Avevo già salutato Michael e Calum, e mi mancava solo Luke, che in quel momento tornava dalla toilette.

Lo raggiunsi a metà strada, in modo che fossimo un po' appartati dagli altri ragazzi, e lo abbracciai di slancio.

"Devo andare amore" gli dissi dopo poco.

"Okay, chiamami quando arrivi" si raccomandò.

"Daccordo. Ti amo" sussurrai alzandomi sulle punte dei piedi per baciarlo.

"Anche io ti amo" disse stringendomi più forte.

"Ora vai".

Gli sorrisi per poi tornare dagli altri a prendere la borsa, mentre lui si avvicinò lentamente.

Prima di entrare nel tubo che era stato collegato all'aereo mi girai per salutarlo con la mano, e loro ricambiarono, sorridendo.






Ringrazio infinitamente Veins per il meraviglioso banner che ha creato C;


- Come with me.



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