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Autore: Nana Kudo    10/02/2014    3 recensioni
Un sogno. È cominciato tutto così: come un sogno.
Ma poi qualcosa è cambiata, gli ingranaggi di quel orologio chiamato destino hanno deciso di andare avanti a muoversi lo stesso senza prendere minimamente in considerazione l'idea di ritornare indietro all'ora esatta. No. Hanno deciso di non farlo.
Ed ora l'unica cosa che posso fare io invece, per far sì che quel filo rosso che mi lega ancora a tutto ciò che non voglio assolutamente perdere, Ran, e ciò che ancora voglio ottenere, non si spezzi, è cercare in tutti i modi un raggio di luce in questo buio che vuole sembrare perenne, cercare in tutti i modi i Corvi e riuscire finalmente a liberare il cielo dalle loro piume scure e tetre.
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OAV 9. The stranger of ten years afters.
Abbiamo creduto tutti che fosse solo un sogno. Ma in realtà ci sbagliavamo.
Perché? Per saperlo non vi rimane altro che leggere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo ventisei
Il Mago
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… Si voltò poi verso la sua preferita, verso quella donna che senza alcun bisogno di parole, captò il significato di quello sguardo, rispondendogli con un semplice sorriso spavaldo.
-Now, he’s the only one left-* …
 
Trentuno ore prima
 
“La busta!” esclamò Shinichi, attirando l’attenzione di entrambi gli scienziati.
“Intendi la busta che Vermouth ha dato a Ran?” domandò Ai, inarcando un sopracciglio sorpresa. “Non hai detto che aveva delle foto di Conan e Shinichi dentro?”
“C’era altro.. era questo il piano” sorrise spavaldo il detective. “La busta contiene altre informazioni che ci serviranno per sterminare l’organizzazione”
“Come ‘ci serviranno per sterminare l’organizzazione’?” chiese Agasa, ancora incredulo delle parole del vicino di casa.
Si lasciò sfuggire una risatina, il ventisettenne.
“Elementare” disse, sollevandosi dal divano. “Perché è l’unica tra noi che non ha alcun collegamento con l’organizzazione”
I due inquilini gli lanciarono sguardi interrogativi, non riuscendo ancora a capire a cosa si riferiva il ragazzo.
Shinichi si avviò in silenzio verso la finestra che dava sul giardino di casa sua, aumentando ancora di più la curiosità degli altri due.
-Se l’avesse data ad Amuro- pensò, -ci sarebbero stati troppi testimoni, come Kogoro, che già una volta è stato coinvolto in uno dei loro affari, qualcuno al Poirot o addirittura qualcuno nell’organizzazione. A Hidemi, che è sempre controllata dai corvi dall’episodio dell’ospedale, non avrebbe potuto sicuramente darla. Dandola direttamente a me avrebbe insospettito Gin che la mia faccia ce l’ha ben stampata in mente dopo il black out al Beika Central Building… l’unica era Ran-
“E se l’organizzazione avesse mandato qualcuno a seguirla?” distolse l’Holmes nel nuovo millennio dai suoi ragionamenti, la liceale, guardandolo con un certo scetticismo dipinto in viso.
Dare a Ran la busta, ai suoi occhi, appariva una mossa azzardata tanto quanto darla direttamente al ragazzo, che sospirò rassegnato alla domanda di Ai.
“Vermouth non è tanto stupida” rispose seccato il detective, per poi spostare lo sguardo da casa sua agli occhi chiari della scienziata, che non rimase per nulla sorpresa dalla risposta ricevuta, anzi, si aspettava iniziasse così. “Prima di andare avrà finto fosse per una missione che sicuramente richiedeva portasse una busta, e mettendone una dentro l’altra è passata  inosservata. O comunque, anche se non l’avrebbe richiesto, se mai qualcuno le avesse chiesto chi era la donna con cui si era incontrata, avrebbe potuto tranquillamente fingere fosse qualcuno collegato alla faccenda senza che loro sospettassero nulla”
“E se Gin si ricordasse di lei?” azzardò il più anziano, alludendo al loro primo incontro al Tropical Land dove la stessa Ran era presente e anche alla volta al Beika Central Building**, dove era accanto a Conan.
Shinichi fece per rispondere, quando Haibara lo precedette.
“Sono passati dieci anni da quella sera, e l’unico ad averla rivista è stato solo Gin, poiché Vodka non era altri che la stessa Vermouth” spiegò con fare disinteressato, mentre voltava l’ennesima pagina di quella rivista di moda. “Se Gin se la ricordasse davvero, l’avrebbe uccisa anni fa, quando ne aveva l’occasione. Se non l’ha fatto, evidentemente è perché non ha mai davvero avuto incomprensioni o affari con lei personalmente”
Agasa lanciò prima uno sguardo ad Haibara, e poi uno all’investigatore, che si limitò a fare un cenno di capo come a confermare la teoria dell’ex criminale.
“D’accordo” disse lo scienziato, strofinandosi il mento con le dita. “Ma non riesco ancora a capire perché abbia raccontato tutto a Ran” 
Il ventisettenne distolse lo sguardo dalle due figure sedute sul sofà riportandolo alla vista di quella villa in stile western, per poi incrociare le braccia al petto con espressione piuttosto seria.
-È quello che mi chiedo anch’io-
Osservò l'abitazione a lungo, finendo con assottigliare gli occhi alla vista di quell'ombra che da minuti ne percepiva la presenza ma che non riusciva a individuare.
Qualcuno li stava spiando.. Ma chi?
 
***
 
 
“Non ne sapevo niente, a dir la verità” ammise Tooru, voltandosi poi verso Hidemi che annuì, confermando che nemmeno lei sapeva di quella faccenda. “Anzi, m’insospettiva un po’ il comportamento di Ran, sai, non è solita ad uscire in orari diversi dal solito, vestita in quel modo, essere così vaga quando avvisava me o Mouri di una sua uscita..”
Shinichi si limitò a fare un cenno di capo, rimanendo in silenzio.
Appena Heiji era tornato a Beika, avevano deciso di radunarsi tutti a villa Kudo in modo da poter informarsi l’un l’altro degli ultimi svolgimenti, soprattutto di ciò che succedeva tra i membri dell’organizzazione criminale che progettavano di sgominare.
“Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere, quella donna?” domandò Kaito, seguito dal detective dell’ovest che aggiunse “credi ci sia ancora da fidarsi di lei?”
“L’ha fatto in modo che io potessi ottenere la busta che ha Ran ora” rivelò ai due l’investigatore. “Non ho ancora capito perché le abbia svelato la mia identità, ma non credo ci sia da dubitare di lei, in fondo sapeva che Conan e Shinichi sono la stessa persona da più di dieci anni, se avesse voluto dirlo a qualcuno dell’organizzazione, avrebbe potuto farlo sin dal principio” disse, strofinandosi il mento con le dita.
Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate.
Quella frase, quelle semplici parole dette dal suo amato detective londinese, rimbombavano nella sua mente come un disco rotto.
Aveva come l’impressione che la risposta a quella domanda fosse talmente semplice e banale che l’avesse scartata senza neanche accorgersene.
Ci rimuginò su a lungo, quando una voce lo distolse da quei pensieri.
“Forse l’ha fatto perché sapeva che, se avessi visto Ran in atteggiamenti insoliti, ti saresti di conseguenza insospettito e l’avresti seguita, scoprendo così che esisteva una busta” ipotizzò Yukiko, appena entrata nella biblioteca con un vassoio tra le mani che poggiò con delicatezza sulla scrivania circondata dal gruppo.
Gruppo che, nel sentire quella frase detta con tanta naturalezza, si voltò guardandola incredulo, mentre lei prendeva la stessa posizione del figlio quando rifletteva su qualcosa.
“Poi c’è anche da dire che se Ran non aveva un motivo valido per incontrarla, come l’avrebbe convinta a contattarla?”
Il giovane Kudo si limitò ad annuire, ancora stupito dalle parole dell’attrice.
Stava ragionando da ore, cercando di dare un senso all’atto della criminale, e la madre, invece, senza sprecarsi più di tanto, aveva già la soluzione.
Che ironica, come situazione, pensò Shinichi con un sopracciglio che cominciava a pizzicargli, così come tutti i presenti.
Poco dopo ricominciarono a discutere, mentre la quasi cinquantenne disponeva le tazzine sulla scrivania, quando, nel notare come l’amico del figlio fosse accasciato sulla lastra di legno, non si lasciò sfuggire una mezza risata.
“Hattori-kun” lo richiamò, attirando fin da subito l’attenzione del ventisettenne, che si voltò a guardarla a dir poco incuriosito.
Con un sorriso divertito e una mano a coprirle la bocca si avvicinò ancora di più a lui.
“Fossi in te, non mi appoggerei così a questa scrivania..” senza rendersene conto, aveva anche gli occhi degli altri tutti su di lei, che la osservavano ridere senza capirne la ragione. “Sapessi cosa qualcuno ci ha fatto sopra ieri sera” inutile dire che la stessa Yukiko scoppiò a ridere, dinanzi agli occhi spiazzati di Heiji che a quanto pare non riusciva proprio a capire a cosa la donna si riferisse.
Al contrario del ragazzo dalla pelle olivastra, Shinichi captò subito il senso delle parole della madre, e con il volto paonazzo, la richiamò.
“Si Shin-chan?” chiese ingenuamente la baronessa della notte, con un sorriso sulle labbra che innervosì ancora di più il detective.
“Fuori” l’indice e il braccio puntati verso la porta di quella biblioteca, il viso che cercava di mascherare l’imbarazzo della situazione.
Erano alle solite.
Lui che veniva risucchiato da una di quelle scomode situazioni per via della madre e lei che se la rideva come se niente fosse.
Forse riaverla lì, in casa con lui, in quel momento, era decisamente la cosa più sgradevole e peggiore che gli potesse capitare.
Sbuffò, Yukiko, riprendendo il vassoio e avviandosi verso l’uscita.
“Antipatico”
Si abbandonò ad un sospiro rassegnato, non appena la porta si richiuse.
“Neh, Shin-chan” lo richiamò Kaito, con le labbra curvate in un sorriso malizioso e la voce piuttosto ironica nel pronunciare il nomignolo del diretto interessato. “Non ci hai ancora detto come ti sei fatto perdonare da Ran.. allora? Eh?”
Il suo viso, dapprima paonazzo, in quel momento andò letteralmente in fiamme.
Ecco, la combinazione perfetta: sua madre e Kaito.
Che si poteva chiedere di più nella vita di due che sembravano trovarci gusto nel metterlo in imbarazzo?
Finse un attacco di tosse, prima d’inventarsi una scusa, plausibile o meno, per sviare il discorso. In quel momento gli bastava avere un attimo di tregua, se appariva credibile agli occhi degli altri o meno il suo cervello, ormai in tilt, non dava molto peso.
“N-Non siamo qui per spettegolare della mia vita privata come delle ragazzine delle medie, ma per parlare dell’organizzazione ed escogitare un piano” disse Shinichi, con il viso color scarlatto e le braccia incrociate al petto cercando di sembrare il più serio possibile.
Nonostante quella maschera che aveva provato ad indossare, non riuscì comunque ad evitare la risata a cui tutti si lasciarono andare, mettendolo ancor più a disagio.
Era ufficiale: una volta finita quella storia, avrebbe fatto arrestare l’illusionista e la madre con qualche scusa, almeno non avrebbe più sentito le loro prese in giro.
“A proposito” interruppe quell’atmosfera serena l’agente della CIA, voltandosi con il capo in giro per la stanza come in cerca di qualcosa o qualcuno. “Che fine ha fatto Akai?”
Il detective dell’est, che cambiò subito espressione, sembrò rimuginarci su un po’, prima di ricordare ciò che gli aveva detto l’uomo.
“Ah già, mi ero dimenticato! È partito per qualche giorno, mi ha detto che doveva sbrigare alcune faccende” rispose, provocando un mugugno alla donna.
“Di che faccende si tratta?” chiese curioso il ragazzo dagli occhi smeraldini, voltandosi verso il miglior amico.
“Ha detto che riguardava sua sorella, ma ho come l’impressione la verità sia un’altra”
“Ha una sorella?” s’intromise Kaito, tornato ormai serio anche lui.
“Sì, l’hai anche conosciuta, è Sera Masumi” un sorriso a dir poco divertito si dipinse sul viso del ventisettenne, alla vista di quell’espressione spaesata e a dir poco confusa del mago. “Ma come, non te la ricordi? E’ la ragazza da cui ti sei travestito una volta, quella che hai scambiato per un ragazzo***” lo schernì, come a riprendersi una piccola vendetta per ciò che era successo prima. “Strano, dopo quel calcio credevo non l’avresti dimenticata facilmente..”
Un brivido percorse la schiena del fantomatico Kaitou Kid, che deglutì rumorosamente al ricordo.
Già.. forse non era davvero andato a parlare con la sorella, Akai.. dato il carattere a dir poco impulsivo, non ci avrebbe pensato due volte ad aggiungersi a loro nella lotta contro quei pericolosi criminali, incurante del pericolo che quell’atto le avrebbe portato.
“Comunque” proferì parola l’allievo del detective in trance. “Che avete intenzione di fare adesso?”
“Nulla fino a quando non sapremo cosa contiene la busta che ci ha lasciato Vermouth” disse di rimando Shinichi.
“Hai detto che quella busta contiene informazioni importanti, no?” si aggiunse alla discussione tra i due anche l’infiltrata, incrociando le braccia al petto con fare spavaldo, mentre l’altro si limitò ad annuire. “Allora credo non ci sia nulla di male se cominciamo ad escogitare un piano..”
Shinichi, dapprima incuriosito, intraprese il suo stesso atteggiamento sfrontato.
“Dì la verità.. ne hai già uno o sbaglio?”
“No, non sbagli affatto” rispose Hidemi, che come una star sul suo palcoscenico, aveva tutta l’attenzione dei suoi compagni di squadra puntata su di lei. “Vedi, domani, verso mezzanotte, dovremo incontrarci con un cliente in un edificio malandato di Tottori..” prese un attimo di pausa, come se volesse incrementare la curiosità di tutti tranne Amuro, che ovviamente aveva già intuito dove stava andando a parare. “Ci saremo tutti”
I due detective e l’illusionista sembrarono piuttosto intrigati dalle parole uscite dalle labbra della donna, facendole intuire, senza bisogno di alcuna parola, che erano già d’accordo con lei.
“Potremmo entrare da più punti, così da coglierli alla sprovvista e circondarli” proposero Shinichi e Heiji all’unisono.
“Tu, Hattori e Akai” aggiunse la sua anche Kuroba, voltandosi in direzione dell’amico nemico. “potreste irrompere da un’entrata” ipotizzò, per poi vagare con lo sguardo fino alla figura degli altri due, che dedussero le sue intenzioni con un solo sguardo.
“Noi prepariamo tutto dall’interno, così potrete infiltrarvi senza alcun intralcio” completò il pensiero dell’illusionista, Amuro, facendo nascere un sorriso sul viso di Kir.
“Ed infine” tornò a parlare Kaito. “Io potrei entrare dalla terrazza”
“Dalla terrazza?” chiese la Hondou.
Un sorriso spavaldo ma al contempo malinconico prese spazio sul suo viso.
“Forse è arrivata l’ora dell’ultimo furto per Kaitou Kid”
“Allora siamo d’accordo?” riprese parola l’unica donna in quella stanza, ricevendo risposte positive da tutti.
Quella era l’occasione migliore da sfruttare a loro favore, era più che chiaro a ognuno di loro, e farsela scappare, sarebbe stato da soli stupidi.
“Beh, a questo punto non ci rimane altro che aspettare Kudo prenda la busta” disse il biondo, cominciando ad avviarsi verso la porta seguito da Kaito, che prima si voltò verso Shinichi.
“In qualunque caso avvisami” urlò, con la fredda maniglia tra le mani. “Sai com’è, devo escogitare per bene i miei trucchi.. non voglio deludere nessuno con quest’ultimo show” strizzò un occhio, prima di lasciare la biblioteca.
Anche l’agente fece per andare, quando una frase fermò i suoi passi.
“E se Akai fosse andato ad avvisare l’FBI?”
La risata della donna lasciò interdetto il ragazzo del Kansai.
“Fidati”provò a dire, tra una risata e l’altra. “L’ultima cosa che farebbe Akai è chiamare il Federal Bureau”
I due detective, ormai gli ultimi rimasti in quella stanza, la fissarono spaesati, senza capire la risposta della compagna.

 
***
 
 
“COSA?!”
L’urlo delle due riecheggiò nel locale all’infinito, tanto da imbarazzare ancora di più la brunetta che avrebbe tanto preferito la discussione rimanesse tra loro; ignara del fatto che ormai, i clienti abituali e i dipendenti di quella caffetteria erano talmente abituati alle urla della giovane ereditiera che non le davano nemmeno più importanza.
“Shinichi è davvero tornato?” urlò nuovamente Sonoko, incredula delle parole dell’amica. “S-Sei sicura di non averlo sognato o qualcosa di simile?”
“Certo che non l’ho sognato” sbuffò Ran, con un acceso rossore a colorarle le gote.
“E quando sarebbe tornato?” proferì parola Masumi, che per tutto quel tempo era rimasta ad ascoltare le tre ragazze chiacchierare sui rispettivi amati senza dire nulla.
“Ieri sera” rispose la karateka, con un sorriso che avrebbe potuto tranquillamente sostituire il lampadario sopra le loro teste, tanto era luminoso.
Non aveva calcolato però, che con un sorriso del genere stampato in faccia, la bionda non si sarebbe fatta sicuramente scappare l’occasione di dire la sua; che, infatti, non tardò ad arrivare.
“Ieri sera eh?” disse la giovane Suzuki con un sorriso malizioso. “E che avete detto o fatto tu e il tuo Holmes, in una bellissima notte di luna piena come quella di ieri, eh?”
La figlia dell’ormai non più noto Kogoro il dormiente divenne rossa come un pomodoro alle parole di Sonoko.
“Sì, che è successo?” la seguì Kazuha con occhi sognanti e le mani unite a mo’ di preghiera che, ingenua com’era, non aveva capito a cosa alludeva l’altra ragazza con quella frase.
“E come mai è tornato?” senza saperlo, la ragazza dai capelli corvini aveva salvato, per l’ennesima volta, l’amica da una situazione imbarazzante, guadagnandosi però le occhiate truci della bionda che invece avrebbe tanto preferito continuare.
“Ehm.. perché..” l’altra fece per risponderle, quando si rese conto che non poteva certamente dirle la verità. In fondo che le avrebbe dovuto dire, ‘Sai, Shinichi ieri è ritornato adulto!’?
Sicuramente non era un’idea grandiosa.
E poi, lo stesso Shinichi, la sera prima, mentre la accompagnava alla porta, le aveva chiesto di non farne parola con nessuno, quindi..
“Allora?” la destò dai suoi pensieri, Sera, facendola sussultare.
“P-Perché h-ha finalmente finito di occuparsi di quel famoso caso..” inscenò una risata, cercando di apparire il più naturale possibile mentre avvicinava la forchetta alla bocca.
“Davvero?” domandò Kazuha, particolarmente allettata e felice per la notizia.
“E di che si trattava? Il caso, intendo” chiese nuovamente l’investigatrice, facendo cascare la ventisettenne dalle nuvole.
“Beh.. ecco..” non era per niente brava a mentire, e quella ne era la prova. Era riuscita a trovare qualcosa da dirle, prima, ma ora? Sera non la aiutava per niente in quell’impresa.
Lanciò uno sguardo all’amica che la scrutava con occhi attenti e inquisitori, per poi spostarlo sulla torta dinanzi a sé e abbandonarsi ad un sospiro. “Non lo so, non me l’ha ancora detto” mentì spudoratamente, ma lo fece per proteggerla, e per proteggere anche le altre due sue amiche.
In quel momento, per la prima volta, capì finalmente come si sentiva Shinichi a dover nascondere la verità a tutti per proteggerli. Non era il massimo, ma era la sola cosa che poteva fare.
Intanto, la sorella dell’agente del Federal Bureau fece per chiederle l’ennesima domanda, quando la ragazza del Kansai la batté sul tempo.
“Ora che ci penso.. ma Conan dov’è?” domandò Kazuha. “Quando sono tornata dalla stazione non l’ho visto.. di solito mi saluta sempre quando arrivo”
“Ah già, mi ero dimenticata di dirvelo” disse Ran, ricordandosi della faccenda ‘Conan’. “È venuta ieri la madre per riportarlo in America. Hanno deciso di rimanere a vivere di la e così..”
“Ah.. mi mancherà quel marmocchio” mutò espressione Sonoko, assieme a Kazuha che annuì, con quasi le lacrime agli occhi.
“Potevano almeno avvisarci” sussurrò la ragazza dalle iridi smeraldine. “Così avrei potuto salutarlo, e invece..”
Le due continuarono a rattristarsi per la partenza del liceale, mentre Ran, nel notare l’espressione riflessiva e silenziosa dell’ex compagna di classe, si preoccupò.
“Hey, Masumi-chan..” la richiamò, posandole una mano sulla spalla. “Tutto bene?”
“Cosa?” colta di sorpresa, la mora sembrò risvegliarsi da un sogno, suscitando un sorriso alla karateka.
“Qualcosa non va?” riformulò la domanda, lasciando l’altra per qualche secondo spaesata, prima di scoppiare a ridere.
“No, no!” si affrettò a rispondere, fermando quasi subito la sua risata. “Soltanto che mi mancherà risolvere casi con Conan” ammise, ripensando a tutti i casi risolti in sua compagnia, partendo da dieci anni prima. “Sai, era divertente”
Un sorriso amaro prese posto sul volto della karateka.
Già, ora sì che sapeva come si sentiva l’amico d’infanzia.
Si voltò nuovamente verso le altre due sedute di fronte a sé, tornando a parlare con la ragazza del Kansai sui nuovi dettagli riguardanti il suo matrimonio.
-A quanto pare è successo di nuovo..- pensò Masumi, mentre le tre scoppiarono in una fragorosa risata.
Una strana sensazione, qualcosa che non riuscì a spiegare, nacque in lei nel momento esatto in cui la donna accanto a lei tirò il cellulare dalla borsetta per rispondere ad un messaggio che rivelò, con non poco imbarazzo, essere di Shinichi.
Era come se, dopo tutto quel tempo, finalmente, avesse avuto una ricompensa per l’attesa, avesse trovato il tesoro tanto bramato e ricercato.. come se avesse finalmente scoperto che quel desiderio che ogni giorno sognava di avverare, stesse per realizzarsi dinanzi ai suoi occhi così, come per sorpresa.
Sorrise spavaldamente, leggendo le frasi che Ran non si era preoccupata di nascondere da occhi indiscreti.
-Il mago ha dato inizio al suo spettacolo-****
 
***
 
Le dita si sfiorarono appena, gli sguardi distanti gli uni dagli altri, i volti paonazzi e le parole che ogni volta che tentavano di uscire, li morivano in gola.
“G-Grazie” fu l’unico suono che riuscì ad emettere Shinichi, seppur volesse dirle di più, volesse dirle altro.
L’altra, col viso ormai in fiamme, si limitò ad annuire con lo sguardo basso, dritto alle punte delle sue scarpe.
Aspettavano un momento del genere da due giorni, e ora? Non riuscivano a dare giustizia a quell’attimo di quiete, decorato da piccoli petali color confetto che attorno a loro, nel cielo, danzavano con il leggero venticello serale.
Ma soprattutto, non riuscirono a dare giustizia a tutta quell’attesa per il momento in cui, finalmente, avrebbero potuto parlare di ciò che era successo tra di loro.
Il motivo?
“Ah ma non date troppo caso a me, fate pure” la voce di Yukiko, nascosta per metà dalla porta di villa Kudo, fece sussultare i due, che arrossirono ancora di più, diventando quasi porpora.
Inutile dire che il ragazzo, nell’udire la voce della madre che sapeva fosse lì a spiarli da parecchio tempo, s’innervosì ancora di più, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche delle mani pur di non urlarle contro.
La situazione si fece piuttosto imbarazzante, con i due ventisettenni a disagio e l’ormai ritirata attrice che con un sorriso malizioso stampato in faccia continuava ad osservare la scena.
Ran rimase lì a lungo aspettando che la madre dell’amico d’infanzia li lasciasse soli a parlare, ma nel costatare che l’idea di abbandonare la postazione non l’aveva nemmeno sfiorata, decise di tornare a casa sua.
“Scusa ma mio padre non ha ancora cenato, sai com’è fatto” mentì, incamminandosi intanto al cancello della maestosa abitazione. “Passo domani mattina, ok?”
Il detective la guardò andarsene spaesato, forse ancora un po’ intontito per via dell’imbarazzo, fino a quando non realizzò le parole dell’amata e la seguì, senza farselo chiedere due volte.
Yukiko, dalla porta di casa, osservò la scena quasi intenerita da quei due che, nonostante l’età, gli anni e tutto il resto, sembravano non essere cambiati di una virgola, di essere ancora quegli Shinichi e Ran della seconda B del liceo Teitan.. di essere ancora più innamorati di prima.
Lasciò che un ultimo petalo di ciliegio, ormai gli ultimi di quella stagione, si posasse sulla sua lunga chioma dorata, prima di sorridere e decidere di tornare in casa.
In fondo, un po’ d’intimità e pace a quei due, per una volta, avrebbe potuto dargliela; c’era tutta la serata per punzecchiare il figlio.
 
“Ran aspetta” disse Shinichi, raggiungendo Ran e prendendola per il polso, costringendola a voltarsi.
“Che c’è? Ti sei ricordato di avere altri impegni per domani?” chiese ingenuamente la donna dalle iridi violacee, sostenendo a fatica gli occhi del ragazzo riflessi nei suoi.
Sorrise tra sé e sé, il detective. Le era letteralmente corso dietro dopo che lei aveva lasciato casa sua, e con tutto ciò a cui poteva pensare, quella si preoccupava dell’appuntamento del giorno dopo.
Non era cambiata di una virgola, appurò. 
“Se vuoi, possiamo vederci anche in un altro momento non c’è pro-” fece per finire la frase, detta con tanta fretta che a momenti si faceva fatica a capirla, quando qualcosa di caldo e morbido si poggiò sulle sue labbra delicatamente, impedendoglielo.
Rimase un po’ scioccata, all’inizio, ma poi, a quel contatto così dolce e delicato, non poté far altro che serrare le palpebre, provando piacere e in un certo senso pace, mentre i petali intorno a loro continuavano ad accasciarsi a terra aggiungendosi a quella distesa color rosa che aveva ormai decorato le strade di tutta la capitale.
Fu un bacio casto e breve, ma talmente dolce e caldo che, dal momento in cui le loro labbra si staccarono, cominciarono a desiderarne altri, di contatti simili.
“Beh.. io dicevo..” provò a prendere parola Ran, con le guance leggermente più colorate di prima.
“Che ci vediamo domani per cena” disse prontamente l’altro, con tono quasi distaccato, con quel tono che era solito avere.
Ringraziò il buio di quella sera, Shinichi, che con grande maestria andava a nascondere quel rossore sul suo viso, celandolo agli occhi dell’amica d’infanzia l’imbarazzo che in realtà aveva cominciato e manifestarsi anche sulla sua pelle.
“Domani per cena?” domandò Ran, ancora piuttosto scossa per quel bacio così inaspettato. Senza accorgersi però della faccia quasi contrariata che fece alle sue parole.
“Beh, se non vuoi il tuo ragazzo per casa, basta dirlo..” inscenò un’espressione imbronciata, il ventisettenne, voltandosi dal lato opposto e incamminandosi verso casa sua.
-Ragazzo..- se prima era contenta per quel bacio repentino e non programmato, in quel momento le sembrava di avere un’utopia dinanzi agli occhi, di essere vittima di uno scherzo, in balia di un bellissimo sogno.
Shinichi, in pratica, le aveva fatto intendere stessero insieme.
Dire che il suo cuore dimenticò di battere per qualche istante, in quel momento così magico, addobbato dai mille puntini color confetto che coloravano quel cielo ormai completamente nero, era poco.
Ma si risvegliò immediatamente da quello stato, appena lui tornò a parlare.
“ A questo punto vado dal dottor Agasa” soffocò a malapena una risata. Dal dottor Agasa? Sì, era pessima come scusa, ma la reazione di Ran bastò a fargli cambiare in fretta idea.
“Cosa? No! Non intendevo..” provò a sistemare le cose, gesticolando con le mani e divertendo ancora di più il fidanzato che si lasciò ad una risata.
“Domani alle sette” le urlò, allontanandosi. “Non dimenticartelo”
Rimase ferma in mezzo a quel vialetto fino a quando la figura del moro non si mimetizzò nell’ombra, con gli occhi ancora sbarrati e il corpo preso da fremiti e scosse che non riusciva a placare.
“O-Okay..” osservò quella piccola stradina cui Shinichi era sparito senza un apparente motivo,  quando uno strano brivido le percorse la spina dorsale. 
Si voltò all'istante, rimanendo sorpresa del risultato: non c'era nessuno.
-Forse l'ho solo immaginato. .-
 
***
 
Respiri affannati, battiti cardiaci che come martelli pneumatici assillavano i loro cuori, e occhi che non riuscivano a staccarsi da quella semplicissima busta di carta tra le mani del ventisettenne.
Casa Kudo, in quel momento, aveva perso tutta l’ironia di qualche istante prima trasformandola in pura ansia; ansia che si rispecchiava negli occhi dei due detective, come in quelli dei due scienziati e l’ex idol.
Con le dita cominciò a schiudere la busta, estraendone parecchi fogli da essa, che divise con gli altri presenti così da riuscire a studiarli meglio.
I primi due, foto raffiguranti i volti di Conan Edogawa e Shinichi Kudo furono scartati fin da subito, così come tutti quei documenti collegati sempre alla doppia identità del detective.
La ricerca non durò a lungo, poiché dopo pochi minuti, tra le mani di Shinichi capitò una minima quantità di fogli uniti da una graffetta.
Non molto le pagine stesse, ma piuttosto la fotografia nascosta tra di quelle, attirò fin da subito la sua attenzione.
“Ora capisco perché Akai…” sussurrò il detective dell’est, prima di sorridere spavaldamente. “È arrivato il momento di richiudervi tutti quanti in gabbia, corvi"



*"Lui è l'unico che manca"
**Capitoli 4 "La cena perfetta.. o quasi", 5 "Quando il pericolo si concretizza", e 6 "Il Buio"
***Manga 828-830, Anime 724-725
****Manga 876-878
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Nana's Corner:
Ohayo!! :DD
Neh neh, visto che brava? Lunedì e aggiorno. Ormai è ufficiale: l'ispirazione mi è finalmente tornata^^
E nonostante ho scritto nelle pause tra biologia e chimica, sono riuscita a finire comunque il capitolo che, devo ammeterlo, è uno dei miei preferiti per ciò che succede u.u
Cioè, sono stata perfida con i nostri piccioncini per TROPPO tempo! Ci voleva un momento per loro senza nessun intralcio, no? ;)
E poi dai, Yukiko sarà anche.. non mi viene il termine, venitemi in contro ^^", ma sappiamo benissimo che alla fine leverebbe le tende lasciando soli Shinichi e Ran :)
Anyway, finalmente, si spiega ciò che succedeva nello scorso chap. 
Sì, prima vi faccio vedere il "risultato" e poi il piano... evidentemente quando mi hanno spiegato come si svolgono le cose, il messaggio dev'essermi arrivato male, visto che faccio sempre l'inverso nelle mie storie lol
Tornando seri, Akai è disperso (?), i nostri amici pianificano il loro attacco, Ran e company chiacchierano mentre Sera si comporta in modo piuttosto sospetto, i punti che vi avevo svelato lo scorso chap in forma di flash back.. e poi l'ombra.
Sembra piuttosto pieno come capitolo, sì? ^^
Ma adesso passiamo al Metantei's Corner:
1- Chi è in realtà l'ombra che segue i nostri protagonisti?
2- Che fine ha fatto Akai?
3- Per l'ennesima volta xD, che c'è nella famosa busta? (lo so che ormai la state odiando lol, ma tenete duro, tra poco lo scoprirete ;))

Ora invece vorrei ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la long.
Grazie a shinichi e ran amore per aver commentato lo scorzo chap, e zanzadj per aver aggiunto la storia alle preferite e seguite. Arigatou Gozaimasu!!!! ^^
Grazie mille anche a tutti i lettori silenziosi che incoraggio a lasciarmi un commento, che sia positivo o meno. Mi farebbe piacere sentire anche il vostro parere, cosa secondo voi potrei migliorare, cosa vi aspettate, se la storia è ancora interessante come una volta.. tutto, in pratica ^^

Va beh, vi lascio va, che vado a studiare -.-"
Grazie mille per aver letto anche questo capitolo che spero vi sia piaciuto, e che i personaggi siano stati descritti al meglio.
Grazie ancora e alla prossima! ^^

xxx, 
Nana.

 
   
 
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