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Autore: Hypnotic Poison    10/02/2014    8 recensioni
Non c'era niente di speciale in quella serata di un mese banale e tranquillo, senza particolari stelle in cielo (non che lo smog e le luci della città aiutassero molto), ed una placida mezza Luna che non aveva significato. [...] Tutto era semplicemente normale. E proprio per questo motivo, lui stringeva nella mano sinistra il cellulare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I just called






No New Year's Day to celebrate
No chocolate covered candy hearts to give away
No first of spring
No song to sing
In fact here's just another ordinary day






Il vecchio giradischi emise un soffice ronzio rassicurante quando si accese; ne erano rimasti pochi simili, era un cimelio, temprato da anni di utilizzo. Riproduceva il suono come i suoi successori non riuscivano a fare, così digitali e freddi, impersonali. Era antico e familiare, un po' come quel liquido ambrato su cui galleggiavano due cubetti di ghiaccio dentro allo spesso bicchiere. Avrebbe dovuto tenerlo per le grandi occasioni, ma era da un po' che non c'erano grandi occasioni, e nemmeno grandi speranze.

E lui era convinto che bisognasse al tempo stesso crearsele da soli, quindi non c'era niente di meglio che una spintarella fiduciosa per il salto nel buio in quel giorno come gli altri.

La soffice melodia intrise la stanza di un'inaspettata allegria mentre si sedeva sulla poltrona anch'essa vecchia e cigolante, ogni crepa e ruga sulla pelle profonda quanto un ricordo, davanti al camino scoppiettante.

Non c'era niente di speciale in quella serata di un mese banale e tranquillo, senza particolari stelle in cielo (non che lo smog e le luci della città aiutassero molto), ed una placida mezza Luna che non aveva significato. Non era una festività, né una data storica, né preannunciava un avvenimento. Non c'erano nemmeno partite di basket, football, baseball o un bel film in televisione.

Tutto era semplicemente normale. E proprio per questo motivo, lui stringeva nella mano sinistra il cellulare.

Sentiva il bisogno di dare un senso a quella giornata, di ripulirla dalla coltre di consuetudine che la ricopriva per non sprecarla; si era stancato di sprecare i giorni, i mesi, gli anni, di nascondersi dietro la routine e la banalità, perciò avrebbe chiamato.

Forse era solo lo scotch a parlare, ma il mezzo non era così importante, dopotutto.

Prese un altro sorso, fissando le fiamme arancioni, lasciando che lo stesso fuoco bruciasse dentro di sé, e compose il numero a memoria.

La gola gli si strinse nell'ascoltare i cupi rimbombi dello squillo, così contrari alla musica che lo aveva inspirato, ma di nuovo diede la colpa all'alcol. Probabilmente averne bevuto già due bicchieri non era stata una grandissima idea.

Pronto?”

Gli si mozzò il fiato come se fosse stata la prima volta che le avesse parlato: “Ciao.” riuscì a sussurrare dopo qualche secondo, la lingua impastata “Ti disturbo?”

No, sono in pausa pranzo,” la sua voce era allegra e cristallina anche attraverso cavi e satelliti “Piuttosto tu sei dall'altra parte del mondo, quanto ti sta costando questa telefonata?”

Gli scappò una risata roca: “Non preoccuparti, lo sai che non è un problema.”

Oh, certo che lo so,” rise anche lei, spensierata, identica a come la ricordava “Non hai mai avuto remore a dimostrarlo.”

Infatti.” giocherellò con una delle crepe nel bracciolo, la mente leggermente appannata. Lo scotch, non lei, non lei.

Dovette prendere un altro sorso. La canzone stava per terminare.

E' praticamente notte da te, Shirogane-kun. Perché mi hai telefonato? C'è qualcosa che non va?”

Lui scosse la testa inconsciamente, come se avesse potuto vederlo. Se solo avesse potuto vederlo, ah, già si immaginava la sua espressione corrucciata nel trovarlo leggermente alticcio, spaventato come un bambino, le difese completamente abbassate, incapace di ammetterlo.

No, Ichigo, è tutto okay. New York è ancora al suo posto, caotica ed eccezionale come sempre negli ultimi otto anni. Ti ho chiamata soltanto per dirti...”

Diglielo, diglielo”, gridava Johnnie Walker nella sua testa con il suo pesante accento scozzese, da quando la sua mente gli parlava con l'accento scozzese?

C'erano silenzio e staticità dall'altro lato della linea, come se lei si stesse aspettando qualcosa, e c'era il sintetizzatore nell'appartamento e il ronzio della puntina sul vinile, e c'erano tante cose che si sarebbero voluti dire per cui non sarebbero bastati tutti i dischi della sua collezione né tutti quei bicchieri di scotch. C'erano macerie di ricordi pronti ad essere spolverati, rimpianti accatastati come scatole negli sgabuzzini dei loro cuori, in attesa di luce, di qualcosa di speciale.

Ma quello era un giorno normale.

...per chiederti, ecco, se stavi bene. Sì.”

La canzone finì.







No April rain
No flowers bloom
No wedding Saturday within the month of June
But what it is, is something true
Made up of these three words that I must say to you










E' lunedì, bell'inizio di settimana, vero? Mwahahah! Pensavate di esservi liberati dalla me cattiva, antipatica e sadica, invece no. Bentornata alla vecchia me, vi prego di non trattarla troppo male ^_^

Oggi avevo voglia di scrivere, ed in tre quarti d'ora ho scritto codesta storia. La canzone credo la conosciate tutti, I just called to say I love you di Stevie Wonder (un tuffo negli anni '80) e Johnnie Walker è una marca di scotch scozzese, appunto :)

Bacioni a tutti, grazie a chi leggerà/commenterà/inserirà in categorie, a presto :)


Hypnotic Poison


   
 
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