(Immancabile)
Nota delle Autrici: *Nota
aggiunta a piè di pagina*
Salve
a tutti!! ^^
Qui
è la Capitana, appena liberata da quei dannati esami che mi hanno esaurito in
tutti i sensi (domani dicono i risultati, dita incrociate! :S), il Capo non ha
ancora iniziato per cui le facciamo un grandissimo in bocca al lupo!!! ^^
Forsaaaa Capoooo!!!
Nel
frattempo informiamo tutti che il capitolo 7 è completato, abbiamo
aggiunto parecchie parti dopo il primo aggiornamento dell’ 8 Febbraio (se non le
avete lette vi consigliamo di farlo altrimenti poi diventa tutto poco chiaro ;))
e adesso finalmente inauguriamo il capitolo 8 Epiphany
(eh si è
l’influenza di Sweeney Todd a farmi mettere sti titoli…), ma un’epifania lo sarà
davvero ^^’ Dico subito che non sarà così breve, questa è solo la primissima
parte, la fine di questo capitolo darà una svolta decisiva ad Unty2 perciò non
perdetevi almeno quella ^^ Aggiorneremo al più presto le altre parti di questo
chapter segnalandolo nell’introduzione come solito, spero che ormai sia a tutti
chiaro.
Il
titolo della prima parte tradotta significa “prova del
crimine” degna d C.S.I =P LOL
Grissommm *w*
Ringraziamo
soprattutto…
Giu91:
Giulietta,
ciaoooo!! =D Urca, e io che mi pongo sempre il problema “scrivo troppo poco” ^^’
bhe mi fa tanto piacere allora, grazie!! :D Eh sì, hai rubato il primato (lol)
alla mia principessa recensendo per prima! ^^ Sono contentissima che ti sia
piaciuta quella parte romanticosa *w* Ok allora le prossime mail te le mando
tramite Charlotte così sfugge ai languorini improvvisi di Jack :P loool =* =*
Luna
91:
New entry! =D Piacere di conoscerti Luna!! ^^ Uh, grazie =$ Siamo onorate che le
nostre fic abbiano avuto questo effetto su di te e anche per il commento sulla
scrittura, confesso che nel mio caso la odio persino io, spero almeno che verso
gli altri abbia un effetto migliore ^^’ Grazie ancora Baciii
68keira68:
Ciao
Sara!!! =D Fortuna che queste attese estenuanti ripagano un po’ almeno ^^’ Mi
aspetta un’estate d puro poltrire, per cui spero di riuscire a far qualcosa di
sostanzioso!! :S Superman è proprio l’unico supereroe che odio, facciamo Jack
come Batman o qualsiasi altro ma il superuomo no XD Jenny ha fatto scuola da
Jack negli imbrogli, ci hai azzeccato ;) In questo chap scoprirete della donna
incappucciata che non c’è solo scompiglio da portare! ^^ Esatto esatto la donna
della carrozza è la “gitana” (in realtà non lo era, ma dei vestiti del 1660
apparivano così a Jenny ^^’) del primo capitolo d Unty1! Non preoccuparti più
del disguido d quella parte del capitolo XD Non dovevi nemmeno! Ti ho spiegato
meglio come erano andate le cose perché ci tenevo che lo sapessi ;) ^^ Aaaargh e
sono stracontentissima che la parte finale romantica ha avuto l’effetto che
speravo *w* William è SEMPRE azzeccato, non deve mancare maiii 8-D Grazie grazie
grazie per il tuo immenso entusiasmo =* =* Ti vogliam un gran bene.
_Celia_:
Altesa,
mah, che dico a te? Vediamo, che senza di te tutto questo non ci sarebbe
neppure, con te i grazie non bastano mai e se non ci fossi tu bisognerebbe
inventarti davvero =’) In ogni caso grasieeee =* Per tutto quello che fai sempre
^^ Eh si la tizia della carrozza eri tu mia cara, Miss Celia Wallace! 8-D (Il
nome Celia l’ha usato anche S!!!!!) La mia creaturina qui non è anche tua solo
perché sei un personaggio che ne fa parte (il pilastro più decisivo d tutta la
fic^^) ma anche per tutto il resto, tu sai cosa =) Lo devi registrare il
principe quando parla come Andrè!!! Hahaha XD Te lo ricordi ancora quanto mi ha
fatto ridere quel “cussì innocent” vero??? XD HAHAHA Se incontri ancora
Charlotte dille di star lontana dalla perla perché Jack le sta tendendo un
agguato!! 0_0 Spero che l’avrai indirizzata in Francia da Mariè e non in Austria
XD LOL Allora ci si rivede all’Isla de la Tortue! ^^ Mi porto un’ancora da dare
in testa al cretino <_< Pronta a cronometrare i 31 secondi netti?? :P
Pronta…Via! Ti voglio un mondo di
bien =* =* =*
Vanessola:
Salve
Mater Superiora!! ^^ Ma è sempre così, nessun elettrodomestico mi vuol bene, li
sfrutto troppo, vedo che con te è lo stesso XD No che non va bene se dici così!!
=D E’ anche contro il regolamento :P *pernacchia* Vero che era un’imitazione
perfetta di Vostra Onnipotenza? 8-D Sarà fiera che la veneriamo anche qui! Così
me ne scampo da essere indegna perché non venero Enrico, e non uscirtene con le
tue battute adesso =P Jennyfer XD Non chiamarmi Michelina!! Inzio a
richiamarti Vanny sai! Sì lo ammetto non vedo mai l’ora di leggere le tue
recensioni XD Già, le tue pantofoline sono bellissime vero?? Eh ma non avevano
il faccione d Enrico con scritto “quanto sono figo bididibodididibu” se no le
compravo anche per me -.- Devi metterle anche adesso che è estate! =P Per
Capitan Jack Sparrow e Johnny non ci sono altre parole se non “che uomo!!!” 8-D
In ogni caso grazie mille anche a te =* Aggiorna presto Eragon!!
Baciiii
daphne
greengrass: Salve
ragazze!! =D (adesso ho imparato visto? XD LOL) Siamo contentissime che abbiate
apprezzato quella parte di raggiro alla Sparrow da parte di Jenny!! ^^ Speriamo
che vi piaceranno anche le prossime :D Grazie, bacioniii a presto =*
JiuJiu91:
Ciao
Giulia!!! =D Non ti preoccupare, sono una specialista del ritardo in qualsiasi
cosa anche io, ma l’importante è arrivarci prima o poi no? XD Urca latino :S Io
non se so mezza parola, siamo felici però di aver battuto questo avversario!! ^^
hahaha Ma si, tutti gli anni di teatro che hai fatto avrai raggirato benissimo
la tua mamma ;) Già, Jack ne ha combinata una delle sue però ha saputo farsi
perdonare dopo ^^ Ma ecco che in questo chap ci ricasca :P Insomma, volevamo
alleggerire un po’ il tutto prima della svolta che avverrà a partire dalla fine
del capitolo ^^ Non dico niente :P Grazie mille per pensarci sempre =* =*
Salutami Kathy! A presto un bacione!!!
Blue
Tiger: My
Picci, ciaaaoooo!!! =D Tranquilla, sappiamo come sei presa anche tu con gli
esami di questi tempi!! ^^ A proposito, un grandissimissimo in bocca al lupo!!!
=D Hai fatto una tesina stupenda (su S poiiiiii!!!!!!) andrai alla grande ne son
certa!!! Portati il tuo maritino ad assisterti, così il primo prof che lo fa
alterare un po’ fa la fine delle statue d Zio Oscar di Febbraio XD LOL Tu sai
cosa intendo! Si ma tu devi perdere il vizio di ballare sui tavoli, che esempio
diamo ai nostri pargolettini? :P Parlo io lol XD In questa prima parte del
Capitolo 8 avrai un po’ modo di rispondere alla tua domanda riguardo allo stato
d’animo d Jenny quando ripensa al futuro ^^ Al prossimo festino! Lol Terrò le
dita incrociatissime per te in questi giorni, non vedo l’ora della crociera di
40 gg!! Un grandissimo bacione e tantissimi grazie =* Ti vogliamo un sacco di
bene!!!
Frulli:
Ciao Virgy!!! ^^ Grasie anche per i tuoi complimenti =* Me lo dicono sempre che
sono eccessivamente smielata però son fatta così e ce lo metto un po’
dappertutto, è la mia natura ;) Va bien, proverò a contenermi! ^^ Non assicuro
nulla però XD Non mi viene facilmente :S Ho una lista infinita di fan fic da
leggere ora che ne ho modo, appena posso lo faccio, promesso! =D Baci a presto
=* =*
Non ho dimenticato nessuno
vero? XD
Ma un grande grazie anche a
chi solo legge =* (grasieee Calia!^^)
Buona lettura a
tutti!!!
A presto =D
Bacioni.
Kela and Diddy
(Capitana and Capo)
Capitolo 8
Epiphany.
Test of crime.
James Matthew
Barrie dirà : “Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a
Dicembre”.
Bhe, io davvero non lo capisco questo Dio che prima ci fa
nascere come fratello e sorella, crescere, condividere tutto, per infine
privarcene.
Non so se Dylan direbbe lo stesso, ma io ci penso spesso e
me ne rammarico talvolta. Soprattutto in momenti come questi, quando mi trovo
sdraiata sul letto, vestita con una maglia di Jack grande persino a lui, su di
me calzante come un mini abito, abbigliata nello stesso modo in cui mi coricavo
a letto ogni sera tempo fa quando durante la notte giunto il buio, quel piccolo
pirata spaurito accorreva a rifugiarsi nel mio grembo per il timore di ogni
minimo cigolio estraneo.
Facevo sì la spazientita, ma in realtà adoravo sentirlo
respirare sempre più piano, fin quando le sue palpebre stanche divenivano
pesanti, prima di abbandonarsi ad un puerile sogno. Giocherellavo con la sua
chioma nocciola sino a giorno, ascoltando curiosa i movimenti balzani nella
stanza accanto dove riposava quel seducente filibustiere, ora dormiente con il
viso eclissato tra la spalla e il mio collo, stringendomi gelosamente a se da
sotto il seno. Credo di aver sognato che mi cingessi così ogni singola
notte…
Nell’aria aleggia ancora la fragranza soave dei fiori sparsi su tutto il pavimento attorno al letto, ora mescolati alla pioggerella scarlatta dei petali di rosa affogati in precedenza con la movenza incurante delle lenzuola.
Sorrido lievemente richiudendo gli occhi, così da eternare
nella mente quei dolci ricordi, seguendo inoltre il consiglio datomi dal
Comandante e da Andrè di provare a dormire.
Respiro profondamente sciogliendo i muscoli in tensione, il
silenzio mi aiuterà ad abbandonarmi al sopore.
“…Jennyfer… ATTENTA!!” un bercio improvviso del Capitano mi
fa riemergere brutalmente alla realtà.
Nonostante lo spavento reprimo un sussulto e fingo di
continuare a riposare, Jack invece dapprima ansima, ma poi accorgendosi di
avermi al suo fianco espira sollevato.
…Devono essere queste le parole che non riuscivo a
distinguere in quel stato comatoso prima del mancato incidente…
Dopo il malaugurato risveglio da un brutto sogno avverto il
battito del Capitano ristabilirsi pian piano all’altezza della mia schiena
leggermente inarcata.
S’innalza con destrezza, quasi non riesco a rendermene
rendo conto nonostante i nostri corpi combacino. Le sue mani scivolan via da me
con la tenuità di una carezza, se ne riappropria senza neppure smuovermi, deve
essere stato uno spigliato ladruncolo prima di divenire l’attuale “onesto”
Capitano.
Rotola sui gomiti sino al bordo del letto, ma calcola male
la distanza e casca rovinosamente nella distesa fiorita da lui stesso creata
senza però produrre alcun rumore.
Stringo gli occhi e sigillo le labbra per non far trapelare
alcun sibilo di riso.
Soffocando qualche ingiuria si rialza accorto e per alcuni
minuti non avverto quasi più la sua presenza, fin quando uno scalpiccio
irregolare si accosta di nuovo al letto.
Torna al mio fianco con fermezza felina, serro ogni muscolo del corpo per risultare immobile come assorta nel torpore più profondo.
Accosta una mano al mio mento carezzandolo con dolcezza, contengo già i brividi per non uscire allo scoperto, percorre morbidamente i contorni del viso attraverso solo il tocco lieve dei polpastrelli ed infine scivola vellutato lungo la gola, nonostante l’attrito ruvido delle bende attorno al polso, sino alla spalla dove scosta attento il tessuto leggero della blusa avvolta sulla clavicola sopra cui imprimere il contorno delle voluttuose labbra sue in un tenero bacio.
Non resisto all’impulso almeno di dischiudere la bocca per
recuperare fiato, dopo averlo trattenuto a lungo durante gli istanti precedenti
in preda al batticuore.
Mi saluti così ogni mattino quando lasci la cabina senza
svegliarmi?
Scosta il volto dallo spigolo tornito della mia spalla muovendosi alla pari di uno sbuffo di vento, ma quando deve fare lo stesso con la mano un impiglio intricato lo trattiene a me: il reticolo della garza che protegge il suo carpo malandato dalla caduta si è gravemente annodato ad un bottone della mia collottola.
Tira più volte verso di se convinto che la trazione imposta
dal suo braccio liberi i fili della fasciatura dal bottoncino, al contrario
l’appiglio con il suo dimenarsi peggiora.
“…Mannaggia…
MAN-NAG-GIA…mannaggia mannaggia mannaggia!!!” bofonchia spazientito strattonando
nervoso con più insistenza.
Mi ritrovo ad essere percossa come una pignatta, Jack cosa
diamine combini???
Dopo un sospiro (dedicato unicamente a te Vanessa dalla Mater XD
hahaha) semi-rassegnato conta fino a tre
e da un ultimo strattone più energico degli altri riappropriandosi del polso, ma
in questo modo porta via con se un copioso lembo della mia (o dovrei dire sua)
camicetta.
Spalanco gli
occhi inorridita arrossendo notevolmente, per fortuna Jack è alle mie spalle,
incapace di scorgere l’espressione attonita ed imbarazzata del mio viso.
Il rumoroso crac cancella anche la sua esultanza,
non mi è concesso vedere la sua buffa espressione più stralunata dell’ordinario
con le pupille strabuzzanti del tutto perse nel vuoto dallo stupore, però posso
immaginarla…
Seguono dei movimenti suoi rapidi e nervosi, probabilmente
sta cercando di celare in qualche modo la “prova del crimine”, prima che si
smaterializzi convulsamente fuori dalla stanza come se non vi fosse mai
entrato.
Appena richiude la porta alle sue spalle socchiudo
leggermente una palpebra, trattengo il respiro qualche secondo per localizzare
la direzione in cui sono rivolti i suoi passi e quando lo percepisco abbastanza
lontano mi posiziono a pancia in giù soffocando una fragorosa risata liberatoria
nella fodera del cuscino.
Dopo essermi calmata ancora con le lacrime agli occhi, mi
alzo per rilevare la portata del danno causatomi da quel codardo del Capitano:
nulla di ragguardevole, se non la scollatura della camicia ora ampiamente
allargata e l’evidentissimo orlo malamente stracciato sulla collottola. Non sono
riuscita a ritrovare nei dintorni la falda strappata, deve averla tenuta con se
per rimediare all’impiccio causato dalle sue maniere grossolane di prima, a
volte dimentica cosa sia la delicatezza.
Per fortuna riesco a nascondere questo difetto stringendo
l’allargatura con una spilla ritrovata tra le cianfrusaglie di Jack e coprendo
il tessuto in eccesso all’interno del bordo dei pantaloni intorno alla cinta.
Non ho per nulla voglia di rimanere qui fino a sera,
splende un sole magnifico qui fuori, oltretutto devo trovare una sistemazione
per questa “serra” fiorita sul pavimento, sono così belli e profumati queste
corolle, è un vero peccato sprecarle.
Mentre annoiata balocco con quei petali delicati la mia
attenzione viene attirata da degli strepiti fanciulleschi al di fuori della
finestra che da sul molo a cui siamo attraccati. Affacciandomi ho modo di
confermare la mia supposizione: bambini.
Destinatari perfetti per i miei intenti!
=D
-
Cinderella. (titolo
definitivo)
…“A…a…at…aaaatciuuù!!!
Un
altisonante
starnuto riecheggia più volte lungo tutto il ponte della Black Pearl, assolato
da brevi raggi che anticipano il tramonto.
Il suo detentore si strofina il naso noncurante, nella
medesima mano stringe il collo di una bottiglia semivuota di rhum e prosegue ad
impartire ordini con la continuità esasperante del suo titolo di
Capitano.
Il Comandante di una nave viene eletto a pari merito da
tutta la ciurma, è esatto? Siamo proprio sicuri che sia avvenuto lo stesso nel
caso di Jack Sparrow?
JIMMY: “Qualcuno vi pensa, Capitano?” domanda ironico il
gigante buono, reggendo senza alcun briciolo di sforzo un’estenuante peso
nel possente braccio destro.
JACK: “Qualche
donzella da me lasciata col cuore spezzato… E’ probabile!- definisce pieno di
se, agitando vago le braccia a penzoloni della sua posa oziosa su di un’amaca,
improvvisata legando un vecchio lembo di vela al parapetto ed attorno ad una
gomena- No…-rivela poi d’un fiato sorseggiando altro liquore- sono quei dannati
fiori, tutto quel polline irrita le mie narici!” borbotta sprezzante
allontanando le labbra dal vetro ricurvo, di risposta all’unico marinaio
presente su tutto il ponte.
Il maestoso veliero corvino salperà a mezzanotte, ogni
membro della ciurma si è concesso un pomeriggio ed una serata di libertà, allo
scoccare del “coprifuoco” ogni ormeggio verrà rimosso e saluteremo West Caicos
almeno per un po’.
Mi faccio strada silenziosa tra le pareti di tenebra, nel
corridoio che conduce dalle cabine all’aria aperta. Devo prestare molta
attenzione a come mi muovo, ho con me 3 grandi ceste di vimini in cui sono
raggruppati gran parte dei dannati fiori, causa dell’anafilassi di Jack,
lo spazio è molto ristretto perciò bisogna spostarsi con cautela, così da non
urtare nulla e produrre il minimo rumore.
Giunta alla porta, unico ostacolo tra me e il ponte,
dischiudo una lieve fessura per sbirciare al di fuori: tutto tranquillo, posso
procedere!
Per sicurezza cammino prona muovendomi solo sulle gambe,
c’è una breve distanza non sicura perché esposta tra me e delle casse di viveri
ancora da riporre nella stiva, conducono fino alla passerella che porta a terra,
se riesco ad arrivare a quelle è fatta.
Do un’ultima rapida occhiata nei dintorni e in seguito mi
fiondo nella direzione delle vettovaglie.
A
metà tragitto invece una voce animata dal tono famigliare mi lascia impalata di
sasso.
Noooo, beccata!!
…
“Andiamo Jimmy, ora puoi riportarlo a galla…” esorta annoiato, alzando verso
l’alto come in un brindisi la bottiglia a pera di
rhum.
Il colosso ottempera all’ordine sogghignando, il suo
bicipite si gonfia leggermente e dall’acqua pesca il malcapitato Albert che ne
esce sputacchiando salsedine.
Buffo ravvisare il modo in cui, nonostante sia già riemerso
dalla sua prigione acquifera, agita ancora goffamente gambe e braccia, proprio
come se stesse nuotando.
“L-la prego Ca…Capitano… Non-mi-lasc…i…quiiii!!!” implora
quasi piangente, dimenando uno scalpello malridotto nella mano meno abile,
mantenendosi instabilmente a galla attraverso
l’altra.
JACK: “Dimmi, hai ripulito a fondo ogni singola spanna
della chiglia da tutti i viscidi crostacei sovra incrostati?” domanda
cattedratico sollevando il mento, come per afferrare meglio la
risposta.
“N-No… Ma… Vi preeego… Sto-per-affogare-quaggiù!!- urla
frastagliato in tono oppresso- Il piombo che mi avete legato alla caviglia mi
sta uccidendo!!” ultima strozzando in gola altra acqua insinuata nella sua
trachea dal tanto dimenarsi.
Porto velocemente una mano alla bocca per non proferire
fiato, mi affretto ad ultimare l’ultima parte del tragitto ed una volta al
sicuro considero ciò che sta accadendo rattenendo un nuovo
riso.
Scalpello, ripulire la chiglia, piombo?? Jack sta forse
punendo Albert servendosi di Jimmy per quello successo questa
mattina??
Quel beone
screanzato manigoldo se lo merita!! E poi in questo modo è si è garantito
persino un bel bagno gratuito, ne aveva davvero bisogno, il lezzo da lui emanato
avrebbe steso un branco di puzzole!!
JACK: “Se è così… Spiacente amico, riportalo giù per un’altra immersione Jim!” stabilisce apatico, calandosi noncurante il cappello a tricorno sul volto e sistemandosi più comodo sul proprio giaciglio, intento a prolungare il pisolino prima interrotto da un brutto sogno.
-
Il piano procede come
stabilito, sono giunta indisturbata sino a terra e nessuno a bordo, almeno fin
ora, se n'è minimamente accorto.
Appuro un'ultima volta di
passare inosservata, per poi infiltrarmi nella vegetazione accanto al molo,
lasciandomi guidare dai clamori fanciulleschi uditi poco fa dalla cabina.
Raggiungo uno spiazzo poco
distante alle navi, qui trovo altri giovinetti di West Caicos riuniti a cerchio
nell'intento di scambiarsi velocemente una palla costruita attraverso pezze,
stoffe, stracci tenuti insieme da corde piuttosto attempate intrecciate al
meglio. Dev'essere una sorta di patata
bollente !
Ripongo a terra le
ingombranti sporte divenute piuttosto fastidiose, nelle vicinanze recupero una
vecchia cassa di legno, probabilmente abbandonata da qualche manolesta in
seguito ad un furto fallito e seggo ad ammirarli incantata in posa trasognante,
sostenendo la testa con una mano accostata alla guancia.
Piccoli volti scarni
incorniciati da rotonde gote infantili, imbrattati di terriccio e sporcizia
dalla fronte al mento, a cui manca da troppo tempo il tocco amorevole di una
madre, ma nonostante tutto capaci di produrre suoni giocosi, come dolci melodie
che portan sollievo all'animo solo ascoltandole.
Guardarli motteggiare apre
il cuore e lo colma di tenerezza, ogni loro piccolo gesto compiuto goffamente
porta a sorridere.
E' bellissimo vedere come,
seppur circondati da un mondo così crudele, abbiamo trovato la forza di rimanere
ancora bambini.
D'improvviso l'armonia
creatasi nell'aria viene brutalmente alterata proprio da un componente del
gruppo, ad occhio e croce poco più grande degli altri, il quale allontana
malamente a causa della statura minuta una gracile
bambina.
La piccola prende male il
rifiuto, abbassa il mento, imbroncia lo sguardo e si copre il viso piangente
allontanandosi oscillante dal luogo di gioco.
Intervengo avvicinandomi con
cautela, raggiungo la bimba portando celato dietro la schiena un piccolo dono ed
in
prossimità del suo sguardo
mi piego sulle gambe per guardarla pressoché negli occhi.
Afferro con molta
delicatezza i suoi polsi, così piccoli e sottili da temere di spezzarli,
liberando due grandi occhioni vispi azzurro mar dei Caraibi, un colore
indescrivibile come sostiene il Capitano.
La sua vista liberatasi
dalle mani incontra il mio sorriso
confortante, temo a
pronunciarmi con lei, ho udito lo stesso
accento singolare di questa
mattina provenire dal gruppo di
fanciulli da cui si è appena
allontanata.
Infine ironicamente
sprezzante esplico scandendo ogni parola: "I Grandi, pretendono di poter comandare su
tutto e tutti!"
Lei non controbatte, ma
suppongo intuisce a cosa mi riferisco, infatti volge lo sguardo ceruleo al
maggiore della banda, che incurante del suo stato d'animo prosegue nel gioco.
Tira su col naso ostentando un labbro tremulo, devo propriamente trattenermi dal
darle una carezza per paura di spaventarla essendo forestiera qui.
Si guarda attorno come
spaesata sfregandosi le palpebre gonfie ed arrossate, ma quando mostro lei cosa
ho portato con me spalanca le grandi orbite, così trasparenti da riuscire quasi
a leggerne i pensieri, rimanendo incredula.
"Tieni, questa è per te!" dico porgendole benevola una
corolla di gardenia.
Impiega qualche secondo
prima di convincersi ad allungare la mano ed afferrarla, ma preso coraggio
solleva l'esile braccino catturandola tra le dita, mormorando in maniera appena
percettibile "Gracias"
Replico con un gran sorriso:
"Non c'è di che, puoi anche metterla tra i capelli se vuoi, ti farà ancora più
carina!!"
Seppur non afferrando
interamente l'esatto significato della mia affermazione, un riso prende il largo
sul suo visino rigato di lacrime.
"Il mio nome è Jennyfer, il
tuo invece?" cerco di familiarizzare.
"Cindy!"
La risposta non proviene
dalla piccola, bensì come il rombo di un tuono dal maggiore del gruppo che
appena un minuto fa l'aveva allontanata e in questo momento si avvicina con aria
allarmata.
"Ti avevo detto di tornar
subito a casa!" la rimprovera scuotendola per le spalle, mentre lei protesta
dimenandosi nel tentativo di eludere alla presa dispotica del
Grande.
Infine Cindy riesce
trionfante a sfuggirgli cercando in me un riparo, ora lo sguardo del giovine si
confonde minaccioso nel mio.
"Voi chi sareste, cosa
volete da mia sorella, signora?" sbotta rabbioso gonfiando il petto ed assumendo
impeto.
"Non è con la arroganza che
otterrai ubbidienza dalla tua sorellina!" l'ammonisco per
saviezza.
La piccola fa capolino
spaurita dal mio fianco convenendo l’affermazione con un cenno del capo, il
fratello maggiore si irrita ancor di più, questa volta urla rabbioso: "Voi non
siete nessuno per dirmi cosa devo fare!!"
L'eco di quell'ira giunge
sino al resto del gruppetto, il quale alla prima nota di smania abbandona ogni
svago per accorrere in difesa dell'amico.
Pochi secondi dopo quei
profili innocenti si accerchiano attorno a me, facendo mostra di sopracciglia
scure gravemente increspate e sguardi non più ingenui ma quasi adulti,
decisamente poco amichevoli.
Mi alzo in piedi così da
poterli affrontare, tuttavia alla mia vista i loro occhi perdono gran parte del
coraggio dimostrato in precedenza, surrogato da versi di stupore e un lungo
passo indietro da parte di ognuno di loro.
S'innalza un lieve brusio
indistinto, in cui contraddistinguo solo una parola: "Pirata".
Trascorsa l'iniziale
confusione il maggiore continua a fare da portavoce: "Siete una piratessa, è
così?!"
IO: "Non proprio direi..."
controbatto prima di essere interrotta nuovamente: "Cosa diavolo ci fate qui,
che intenzioni avete??" detona ostile.
"Questo! -replico additando
soltanto il fiorellino bianco che spicca dai vaporosi capelli ebano di Cindy- Ne
ho 3 ceste piene laggiù, sono tutte per voi!"
Flebili strepiti di gioia da
parte delle bambine presenti compongono un coro entusiasta, subito omesso da
gomitate e occhiatacce dei compagni.
"Intendete comprarci con due
fili d'erba?! Per poi far cosa, derubarci? …Raggirando tutti noi, compresa mia
sorella, lei ha solo 5 anni!" erompe svilente.
IO: “Proprio perché è così
piccola dovresti proteggerla e prenderti cura di lei, invece di tenerla alla
larga persino dal gioco” biasimo tacendolo del tutto.
Gli amici del piccolo
gradasso alzano brevemente lo sguardo su di lui, attendono un responso
abbastanza presuntuoso da ricominciare la contesa, ma quella ribatta non
arriverà mai.
Volgo loro le spalle la
durata di qualche istante, giusto il tempo di recuperare le gerle lasciate in
disparte e condurle nelle mani dei veri destinatari d’un gesto d’amore così
delizioso che non deve andar sprecato.
IO: “…In ogni caso non ne
traggo alcun profitto, sono tutti vostri, basta che li
prendiate!”
Non’appena poggio a terra le
3 ceste vengono letteralmente assalite dalle componenti femminili della gang,
con molta più diffidenza da parte dei maschietti.
Il più riluttante tra loro è
ovviamente il fratello maggiore di Cindy, mi fissa ancora attraverso un ghigno
ostile e gli occhi ridotti ad una fessura, mentre la piccola si è sistemata
giocosa sulle mie gambe nell’intendo di imparare ad intrecciare degli steli per
farne un bracciale.
“…Con le sue verdure
incanterà pure le ragazzine ingenue, signora, ma noi ragazzi come rientriamo nei
vostri intenti??” torna alla carica il giovane millantatore con tono più di
sfida che informativo.
Questo piccoletto darebbe
del filo da torcere a Jack, si somigliano molto!
“Sono fiori, non verdure.
Mica si mangiano!” controbatto divertita.
“Ah no?!” domanda un
componente grassoccio del gruppo il quale si era già accaparrato un mazzetto e
lo stava sgranocchiando come fosse un ciuffo d’insalata.
“No, faresti meglio a
sputarli, non sono destinati ad esser commestibili, temo ti facciano male!
–ribatto cercando di rimediare al guaio- E per voi ragazzi…- enuncio dubbiosa-
Bhe, potreste sceglierne uno da mettere all’occhiello! –mostro prendendo come
esempio un bambino dalla camicia bucherellata all’altezza del cuore, infilando
con riguardo una rosellina gialla nella sua blusa a groviera- Darebbe voi un
aspetto distinto- scherzo con voce gutturale- Oppure potreste giocare ai
gentiluomini regalandone un mazzetto alla vostra mamma, ad una ragazza che vi
piace… O qualcuno in difficoltà insieme al vostro aiuto!” concludo passando
amorevole una mano sulla fronte di Cindy che mi regala un altro sorriso
zuccherino.
Quando rialzo il mento non
posso fare a meno di notare l’espressione atterrita e allo stesso tempo
incredula del fratello rivolta a noi, cosa gli prende?
S’avvicina titubante,
scrutando sbigottito la piccola tra le mie braccia: “S-sono… Credo…Mesi che non
la vedo gioire così!” ammette sconcertato parlando a bassa
voce.
IO: “Sul serio?!” domando
stupita. “Che le avete fatto??” chiede attonito, incantato dal viso felice della
bimba.
“Ho solamente usato un po’
di dolcezza nei suoi riguardi. Sai, non nocerebbe che
ricevesse altrettanto da suo fratello di tanto in tanto!!” ammonisco senza
ricevere una replica, poiché annullata dalla felicità.
CINDY: “¡terminado!” annuncia trionfante
esibendo il bracciale verdeggiante.
“Es por ti…” (è per te) definisce peritosa porgendo al fratello
il monile erboso.
Lui n’è quasi commosso,
scruta incredulo il piccolo dono come fosse il bracciale d’oro zecchino più
prezioso al mondo, ed infine si scaglia in un abbraccio verso la piccola che
libera dal petto una risata cristallina almeno quanto le sue pupille
zaffiro.
Sentendomi di troppo in quel
tenero quadretto di ricongiunzione fraterna, torno lentamente sui miei passi,
non senza volgere un’ultima occhiata a quel tripudio di contentezza fatto
semplicemente di fiori usati come decori, coriandoli e qualsiasi altro arnese da
gioco.
“Havier…” pronuncia Cindy con tono di riprensione
verso il fratello.
HAVIER: “…Signora?” richiama
incerto la mia attenzione.
IO: “Sono troppo giovane per
esserlo già adesso, chiamami Jennyfer!” replico sarcasticamente
offesa.
HAVIER: “…Signora Jennyfer?”
ritenta speranzoso.
IO: “Chiamami Jenny e basta”
controbatto ridendo.
HAVIER: “Posso far qualcosa
por ringraziarte?”
“Uhm… Bhe, in effetti… Avrei
una sola domanda da porti…!” esplico dopo aver riflettuto qualche
istante.
“Mi risponderai sinceramente
senza chiedermi perché?” definisco guardinga.
HAVIER: “¡Seguro!”
IO: “Questa mattina al
mercato un gruppetto di fanciulli come voi al passaggio della ciurma di cui
faccio parte, come dire… Bhe non c’è un modo per raccontarlo diversamente… Sono
fuggiti a gambe levate! Come mai?”
Capisco il timore della
gente comune riguardo ai pirati, ma quello non era semplice
allarmismo.
HAVIER: “Avevo ragione, anche tu sei una piratessa!!”
sbotta rabbioso cancellando l’espressione pacifica di
prima.
Sangue caliente el chico!
“HAVIER! ¿ha sentido que ha dicho primera la señorita?” (hai sentito cosa ha detto prima la
signorina?) lo rimprovera la piccola con
il temperamento di una grande, provocando in me una fitta
d’orgoglio muliebre ed un leggero riso.
HAVIER controvoglia: “Chiedo
scusa… Ma es porque dalle nostre parti i pirati
non son ben accetti. Prima lo erano, rientravano persino in una fetta principale
di guadagno per l’isola, ma ora permettiamo di sostare aquí solo a quelli più feroci y
ubriachi, impossibili da cacciare corrompendoli”
Jack sarà orgoglioso di
rientrare in una o persino entrambe queste due categorie, “feroce” ed
“ubriaco”.
IO: “Prima? Prima di cosa?”
domando ancora confusa.
“Avevi detto una
pregunta (domanda) solo, una solo!” ribadisce
alterato prima di ricevere una gomitata discordante dalla
sorellina.
IO: “Anche tu hai
trasgredito al patto, avevamo concordato che non mi avresti fatto alcuna
domanda!” evidenzio furbesca.
Un sospiro di rassegnazione
precede le parole del ragazzo visibilmente contrariato: “Bueno… -fa una lunga pausa prima
di iniziare- Intendo prima dell’avvenuta di Vallenueva, il più terribile pirata
spagnolo in circolazione, ricercato per 200 ghinee d’oro! La sua Tiniebla
(in italiano significa “Tenebra”, nome della nave al comando di Vallenueva
[propriamente inventato ^^’] NdAutori)
al passaggio es devastante. Bada a non farti ingannare per conto della
bassa statura di quel farabutto, cela una crudeltà senza pari!” espone con il
tono penetrante di un esperto narratore.
IO: “E’ davvero così
terribile?” domando scettica.
HAVIER: “Molto più di
questo! –continua in tono grave- Es un sanguinoso pendenciero (attaccabrighe
NdA), non ci
penserebbe dos volte a spararti por una copa (bicchiere)
de Sangria. Ha
attaccato la nostra isla y così altre tres dell’arcipelago sotto
comando della Compagnia delle Indie Oriental requisendo todo lo que era
posible (tutto il possibile), uccidendo,
devastando campi, incendiando case e portando alla muerte di persone innocenti
como i nostri genitori, lasciando noi soli al mondo…”
(gracias Sueño para el español =*
NdCapitana) a queste ultime parole gli occhi di Cindy divengono cupi,
vuoti cm i loro pancini che non riceveranno cibo da settimane ed una lacrima
solitaria percorre le sue gote rosee.
“Oddio… -riesco a dire inetta- Ecco perché vi trovavate così abbandonati a voi stessi, che cosa terribile, merita di marcire all’inferno quel cane!” commento irosa.
“Se posso esservi d’aiuto in
qualche modo…” enuncio poggiando una mano sulla spalla di
Havier.
“NO! -si oppone restio-
Sappiamo cavarcela benissimo da soli, noi non abbiamo bisogno di nessuno…”
termina a testa china e corrucciata.
Non fare come me Havier, non diventare parte della corazza che ti porti sulle spalle per proteggerti dal male…
Cerco di attrarre la sua attenzione portandomi alla sua visuale, pronunciandomi con voce comprensiva: “Sei molto coraggioso Havier, capisco il peso più grande di te che porti sulle spalle, ma non chiuderti nel guscio, se non vuoi farlo per te pensa almeno a Cindy! Un giorno quando sarai adulto, se proverai ancora tutta questa rabbia, potrai metterti alla ricerca di quel stramaledetto corsaro ed attuare la tua vendetta, ma per adesso, non far soffrire anche chi ami, rimani semplicemente il ragazzino che sei… Sono certa che i tuoi genitori non avrebbero voluto questo per te!”
HAVIER: “Tù non sabes
(sai) cosa volevano i miei
genitori!” contesta a denti stretti.
Tiene la testa dura también
el chico! (ha anche la testa
dura)
“D’accordo, –dico rassegnata- sono imbarcata su quella nave, la distinguerete benissimo, ha le vele nere ed un Capitano strampalato… Per qualsiasi cosa fino a mezzanotte mi trovate lì!”
Non ricevo nessun accenno di
acconsento se non un sorriso della piccola.
Sconsolata torno sui miei
passi diretta alla Pearl.
“Jenny!” la vocina limpida
di Cindy frastagliata dalla corsa per raggiungermi chiama il mio
nome.
Mi volgo in avanti come nel
primo approccio con lei per udire le sue paroline forzate in modo che pure io
possa capirle: “Non te ho detto adiós!”
IO: “Bhe, allora… Bada tu a
tuo fratello e… Adiós Cindy!” replico con malinconia.
Si porge in avanti
lasciandomi un bacino sulla guancia, sussurra a sua volta un’ultimo “adiós” e
fugge nella direzione da cui è venuta.
Sembrava spaurita, faccio
ancora paura nonostante tutto?
Come mi volto capisco la fonte di timore della bimba: “Salve, Capitano…”
-
Maybe.
…"Cosa
facevano quei tediosi lattanti scalmanati nei dintorni della MIA nave?!" reclama
sdegnato arricciando il naso (sempre per la Mater ;))
com'è tipico di lui, senza mai distoglier dai bambini lo
sguardo.
IO:
"Andiamo Jack, non facevano nulla di male!" sostengo per
dissuaderlo.
La
sua espressione denigrante non muta di una virgola.
"Li
ho avvicinati io!" m'incolpo persino, ma nulla, la sua caparbia idea non
cambia.
JACK:
"Sono solo piccoli sciacalli miserabili in cerca di rogne per passare il
tempo..." li definisce borioso, seguendo con il suo irresistibile piglio
tenebroso l'allontanarsi della piccola banda.
Un
cerchio alla testa mi porta ad oscillare, ma m’impongo di rimanere lucida almeno
per assicurare un’attendibile difesa a quei poveri
innocenti.
IO:
"Sono vittime di un fato peggiore di quanto pensi invece!" proferisco greve,
faticando per mantenere il tono convincente di un
rimprovero.
JACK:
"Vittime dici... Non lo siamo tutti?" (questa era de Il
Corvo, scusate ma adoriamo quel film *w*) dice rivolgendomi finalmente
l'attenzione ostentando un sopracciglio inarcato.
Grrr,
deve avere sempre ragione lui!
JACK:
"In quanto a te, piuttosto, non dovresti trovarti in cabina a riposar le tue
membra stanche??" domanda saccente portando la testa in diagonale, inscenando
così una buffa posa teatrale nel mettersi a braccia conserte e picchiettando
insistentemente la punta dello stivale.
Opssss!!
Rimesso
piede a bordo mi viene subito imposto di far ritorno nella mia "prigione",
fortunatamente l'assetto tarda per via dell’intervento tempestivo di André:
“Mademoiselle!!!
-urla sfiancato, rincorrendomi con il suo passo zoppo, mentre già sono diretta
verso la cabina in tutta la mia rassegnazione, stringendo tra le mani in
precario equilibrio un pentolino dal fondo bruciacchiato imbandierato di
cucchiaione- Ti ho SceRcata partout (dappertutto)
solament pour faRti asaJaRe la mia famosa crème di ScetRiolì alla
Vinaigrette (salsa tipica francese NdA)
!!” pronuncia apprensivo porgendomi il tegame, orgoglioso della sua opera
d'arte culinaria come il più fiero dei padri nei confronti del
figlio.
ANDRE’:
“Devi rimeteRti en foRSe!” conclude con una nota
preoccupata.
IO:
“Uh, come sei dolce Andrè… Grazie! -mormoro afferrando il recipiente dai manici-
Sarò felice di assaggiare la tua prelibata specialità,
non ora però...”
concludo mesta, la vicenda di quei piccoli a cui il mondo intero ha rivolto le
spalle senza alcuno scrupolo mi lascia tutt'ora sconvolta.
ANDRE’:
“Et cussì il mon capolavoRo andRà spRecato...” delinea disilluso divenendo
cupo.
A
quelle parole un'altra idea balena nella mia testa e mi riporta
speme.
IO:
“No, non occorre che sia così!! Ne hai preparata dell'altra per caso?” domando
euforica.
ANDRE’:
“SceRto”
IO:
“Grandioso!!” sbotto gioiosa, rischiando di far prendere il volo al piatto
d'alta classe realizzato con maestria dal nostro cuisinier. Potremo offrirne un
poco a quei pargoletti!! Sono ancora solo dei bambini, quante possibilità di
sopravvivenza hanno rispetto ad un adulto? Pari a 0.
“Pianò...pianò!!”
supplica preoccupato a braccia alzate, già
predisposte per soccorrere la sua adulata creazione in caso di
bisogno.
Nell'esultanza
noto il Capitano nei pressi del parapetto scrutare ancora assorto verso
terra.
IO:
“Torno tra un istante, con permesso” annuncio porgendo distrattamente la pentola
al suo creatore, che per la fretta la ghermisce dal fondo, scottandosi così le
dita e finendo per ostentare una buffa danza scandita da brevi lamenti simili a
dei “...Uh!! ...Uh!!
...Ahi!! ...Ahiii!!”
Raggiungo
la figura rigida del Comandante con la viva speranza di trovare un
appoggio
anche
in lui, portandomi al suo fianco deduco che quel cipiglio
stralunato
è ancora rivolto ai bambini dell'isola.
IO:
“Sono scesa sul molo per donare loro una piccola parte degli splendidi fiori che
mi hai regalato” rivelo adempiuta.
In
risposta ricevo con mio grande spasso delle labbra serrate, due profondi occhi
spalancati e un paio di sporgenti
sopracciglia aggrottate, come
a significare uno sgomento
“Cosa??"
“Ne
ho tenuti alcuni però!” cerco di rifarmi
“Così da rallegrare con una punta di colore la nostra cabina, in cucina...”
proseguo
fintamente interessata alle venature lignee
del parapetto a cui siamo poggiati. “E poi... Non volevo che un bellissimo gesto
d'amore come questo andasse sprecato!" concludo dissestando la sua posa
curiosamente immota per accoccolarmi sul suo petto.
Nessun
biasimo, nessuna replica beffarda da parte del Capitano, solo il suo braccio
stretto intorno alla mia vita che mi avvolge a se.
IO:
“E' stato un uomo senza cuore e senza Dio a ridurli in quella miseria... "
incedo pervicace “Prima perlomeno avevano di che sfamarsi, in seguito alla sua
venuta invece si sono ridotti a vivere per le strade. Si tratta di uno dei più
temibili corsari spagnoli in circolazione -definisco spregiante- lo conosci
vero?" chiedo avversa sollevando il mento per scorgere distintamente il suo
viso.
JACK:
“...Ma certo, lo conosco eh...- ostenta tronfio - Lo conosco molto bene- afferma
più suasivo- Non credere che no!- oppugna altezzoso per ridarsi animo- ...Chi
è?" domanda infine per nulla consapevole.
IO
senza riuscire ad omettere una risata, per poi tornare immediatamente seria: “So
solo che il suo nome è Vallenueva ed è al servizio della corona inglese per
conto della Compagnia delle Indie Orientali"
Come
pronuncio quel nome un lampo frastaglia gli occhi bui del Capitano, la sua
espressione si fa riflessiva e scura.
JACK:
“Ma certo, ora mi è più chiaro…” bofonchia poi con lo sguardo sgranato e fisso,
accompagnato da un sorrisino ebete di chi è sotto l’effetto ipnotico di un
negromante.
IO:
“Cosa vuoi dire?” enuncio confusa.
JACK:
“Quella scaltra volpe ha tradito se stesso, ma così facendo si è assicurato una
miniera d’oro a vita. Noi, dal nostro canto, potremmo rintracciarlo e punirlo
per la sua frode lasciandolo a calzoni calati, senza più un centesimo!!” enuncia
infervorato agitando in aria le mani in strane movenze durante il
chiarimento.
IO
distaccandomi da lui nauseata: “Dici così perché pensi sempre e solo ad
arricchire te stesso!” avverso denigrata incrociando le
braccia.
JACK:
“No, chérie!
Perché gli devo un sacco di soldi… -confessa a voce più tenue- …E così facendo
aiutiamo persino quei da te tanto adorati marmocchi!” consente in prode
tono.
Ora
ci sto! L’importante è apportare un po’ di sollievo a questo luogo e alla sua
gente.
IO:
“Se la metti così… Accetto il compromesso!” stabilisco esaudita posando un
gomito sulla spalla del Comandante che ricambia increspando le labbra nel suo
caratteristico ed irresistibile sorriso a metà.
Provo
a sottrarmi all’incanto di quelle iridi velluto, così buie da riflettere luce,
ma mi è davvero impossibile, fin dalla prima volta in cui vi ho posato sopra lo
sguardo.
Mi
porto vicina a lui per assicurarmi la sua attenzione, sfiorandogli il braccio
protendo la bocca fermandomi a un centimetro dal suo orecchio, e cercando di
dimostrarmi il più decisa possibile bisbiglio: “Jack… l'avremo anche noi un
tenero pargoletto tutto nostro un giorno?”
I
suoi nervi si tendono come corde di violino, ha un forte sussulto e tutto il suo
corpo sembra divenire pietra, a malapena riesce a voltarsi verso di me per
scorgermi in viso. Distoglie subito lo sguardo, poi cerca di darsi contegno e
torna a guardarmi, si muove così nervosamente a scatti per numerose volte, fino
a quando tra di noi irrompe Andrè in un incontenibile boato gioioso: “Moooon
dieeeeu!!! (mio dio) –grida felice abbandonando
con incuria la pentola nelle mani del Capitano per abbracciarmi- un enfant…??
(un bambino...??) -esplica incredulo- C’est
magnifique!!!! (è magnifico)” salterella
commosso.
IO cercando di liberarmi dalla sua stretta soffocante:
“A-a…A-a-n-drè! –lo richiamo spazientita- Fermo, hai capito
male!!”
ANDRE’
bloccandosi di colpo: “Quoi? (cosa?)” chiede
disorientato.
IO:
“Non aspetto un bambino!” spiego divertita.
Il
mio dandy abbandona ogni esultanza mostrando una smorfia frustrata, per quanto
riguarda il Comandante invece non sono certa di aver udito distintamente un
respiro di sollievo, ma di certo ho potuto ravvisare le dita delle sue mani,
prima avvinghiate alla balaustra come artigli rapaci, distendersi tornando alla
normalità.
ANDRE’:
“CapiSco…” annuisce afflitto.
Jack
nella sua incuranza cerca distrazione nel composto prezioso a lui affidato:
porta alle narici come nulla fosse la raffinata crème, ne fiuta incuriosito
l’odore, ma il suo naso lo ripugna, così restituisce malamente il pentolino al
suo creatore e caccia via entrambi berciando: “Toglimi subito il tuo brodo di
zucchina da dinanzi gli occhi!!!”
Il
sottomesso cuisinier ci lascia di nuovo soli senza proferir parola
alcuna.
IO
attonita verso Jack: “Era cetriolo non zucchina e tu sei un gran
cafone!!”
JACK
con timbro innocente: “Intendevo solo mandarlo altrove, a volte è proprio una
scomoda spina nel fianco!” cerca di giustificarsi.
IO:
“Nemmeno tu sei tanto meglio, oltretutto mi avevi promesso che l’avresti
trattato degnamente!!” ribadisco alterata.
JACK
rimembrando la promessa: “Ah, già… Bhe, ma quello se l’è cercata!!” insiste per
mantenersi dalla parte del giusto.
IO:
“Argh, sei impossibile, è fiato sprecato tenere un discorso serio con te!”
rinuncio esasperata.
JACK
faticando per rimanere serio: “Sarà perché ho SEMPRE ragione io” attesta
vittorioso.
Rivolgo
lui un’ultima quanto inefficace occhiataccia, valevole solo a rinforzare la sua
esorbitante autostima.
Non
lo sopporto affatto quando fa così, sembra non distinguere più la differenza tra
bene e male, lo detesto!
Uhm,
ma forse conosco il modo adatto per mandarlo in tilt!!
…
“Dunque, quale sarebbe la tua risposta in merito al quesito che ti ho posto
prima dell’interruzione?!” domando pedante.
Rieccolo sudare freddo e la sua bocca impastarsi come
quando è seduto a tavola dopo le prime portate, mentre s’ingozza privo di ogni
riguardo con qualsiasi cosa basta sia mangereccia, nuovamente incapace di
proferire sillabe sensate: “Ehm… Ecco… Io…”
Andiamo
Capitano, dov’è finito tutto il tuo temperamento presuntuoso
adesso?
Inveisco
avvicinandomi a lui con fare speranzoso, sbattendo ininterrottamente le ciglia
implorante.
JACK
mettendosi a mani giunte ed accigliandosi: “B-b…E…e…pppf... F-f... –balbetta
cercando di pronunciare la cosa giusta da dire- Forse…!”definisce infine
prima di darsi alla fuga con la sua corsa ciondolante, sia mai che giungano da
parte mia altre presunzioni a riguardo.
Rimasta
sola sorrido sconsolata tra me e me scuotendo il capo, appena si parla
seriamente con Jack non tarda un secondo a darsela a
gambe!
…“Bien…
- s’intromette infine una voce dall’esterno- Non eRa ne oui (sì) ne non (no)!”
contempla ottimista facendo capolino da un barile di polvere da sparo il nostro
pettegolo marinaio francofono. Andrè, Andrè… nemmeno tu ti smentisci mai in
quanto ficcanaso!
“Non
posso crederci, sei scesa a terra un’altra volta!! Per aiutare quel lavapiatti
francese a sfamare delle piccole pesti messicane, con la brodaglia nauseabonda
di zucchine poi… puah!” attesta esasperato come un genitore austero,
trascinandomi in malo modo lungo il corridoio delle
cabine.
“E’
stato Andrè ad aiutare me, non dare subito la colpa a lui senza sapere come
stanno bene i fatti! I bimbi invece hanno gradito eccome la creme di
cetrioli se proprio ti sta a cuore –preciso oltraggiata- …E in ogni
caso avresti dovuto aspettartelo che avrei agito così, mi delude Capitan Jack
Sparrow!” lo canzono divertita.
JACK:
“La persona più corretta a bordo ero persuaso fossi tu” ammette ravveduto
tralasciando la provocazione.
IO:
“Ho avuto un buon maestro, l’amore mi ha corrotta anche in questo!” incalzo
faticando nel mostrarmi forte, quando invece tutto il mio corpo a partire dalle
gambe cede ormai per la stanchezza.
Il
qui presente maestro in questione non mi sta minimamente ad ascoltare, anzi,
accelera persino il passo.
In
poche falcate raggiungiamo la porta che da accesso alla nostra cabina, mentre
Jack armeggia con la chiave e la serratura tento un ultimo invano espediente di
riscatto:
“Guarda,
saltello come un canguro (termine coniato nel 1770
dal Capitano James
Cook, trovandoci circa 100 anni prima Jack non può conoscerlo! NdA)
–affermo inscenando goffamente le mie stesse parole- sto benissimo, non
capisco perché ti preoccupi in questo modo!” sostengo
boriosa.
JACK
rivolgendomi un’occhiata interrogativa: “Non so cosa tu intenda per
paguro [ne capisse mai una delle parole che gli dico -.-‘] ma per
quanto mi riguarda puoi dire qualsiasi lemma, non sono intenzionato a lasciarti
tornare dove ti ho ripescata per la seconda volta poco fa, comprendi? …Orbene,
per il vostro giaciglio l’entrata è da questa parte angelo!” fa mostra di un
plateale inchino, mentre zelante mi indica la porta
socchiusa.
Malgrado
l’imponente invito non smuovo un solo muscolo.
JACK:
“Ti ho accompagnato io stesso fin qui perché già supponevo ghiribizzi del
genere…” reclama annoiato.
IO:
“Conosci bene anche il mio lato testardo dunque!” predispongo con aria di sfida.
JACK:
“Sono disposto a ricorrere alle maniere forti!” avverte sfoggiando un riso
malizioso.
“…Libero
di provarci…” acconsento per nulla intimidita.
Muove
come preannunciato un lungo passo verso di me, ponendosi minatorio a pochi
millimetri dal mio viso.
IO:
“Non ne saresti mai capace” proferisco spavalda cercando di sminuirlo,
ricercando il suo sguardo per fronteggiarlo a pari merito. In riscontro
assottiglia maggiormente le palpebre, come a significare un audace “Ne sei
sicura?”
Dopo
parecchi secondi di silenzioso scontro irrompe per conto di un timbro
impensierito: “La mia è una semplice precauzione, il tuo colorito fa invidia
alla luna da quanto è pallido…!”
IO:
“Pallida lo sono sempre stata, Mozzarella rammenti?!” sostengo
innervosita.
JACK
tentando di mantenere la calma: “Voglio solo che tu stia a riposo, almeno fino
domani mattina –spiega sfiorandomi lievemente il ventre senza neppure rendersene
conto - in seguito sarai libera d-…”
IO:
“Cosa…?” L’interrompo colpita, sovrastando la sua mano poggiata sovra il mio
addome. Ha creduto davvero che le parole di Andrè riguardo il bambino fossero
vere?
Non’appena
realizza di aver compiuto quel gesto involontario s’affretta subito a ritrarre
l’arto, tentando di rifondersi vigore: “Intendi entrare oppure no?!” domanda
impaziente per l’ultima volta.
Sfrontata
nego nuovamente scuotendo la nuca.
Nel
giro di un secondo il mondo si capovolge: mi ritrovo a testa in giù, penzoloni
sulla spalla del Capitano come un sacco di patate, mentre superiamo vacillando
l’ingresso della cabina.
“Noooo!
Lasciami, mettimi subito a terra!” invoco poco convinta tra risa e finta rabbia
dimenandomi a mezz’aria.
JACK:
“Come più desiderate testaccia dura” concede servizievole esaudendo la mia
richiesta.
Mi
scaraventa giocoso sul letto facendomi rimbalzare più volte sul materasso
morbido, ignorando completamente le mie ulteriori proteste. Sempre senza darmi
retta si dirige altalenando verso il tavolo al centro della stanza, indirizza
uno sguardo tra l’attonito e lo stralunato al gran trambusto che regna su quel
mobile antico, prima di lanciarsi nella ricerca sfrenata di un fiammifero tra
tutto quel ciarpame mal ammassato così da accendere una lanterna o qualche
candela per attenuare l’oscurità della stanza.
Sentendomi
ormai del tutto inconsiderata mi rassegno a cercare di seguire il suo consiglio
rilassandomi, mi distendo sulla soffice trapunta leggera in posizione supina
chiudendo gli occhi.
Respiro più volte profondamente svuotando del tutto la
mente, in questo modo con sollievo inizio a sentire i muscoli dolenti
distendersi e lo spasmo diminuire.
Concentrandomi sul rumore regolare delle onde mentre
si infrangono sulla chiglia della Pearl provo a prendere
sonno.
Sto quasi per abbandonarmi a Morfeo quando tra tutto
lo sconsiderato trambusto creato dal Comandante avverto distintamente uno strano
rumore provenire dalla mia sinistra, somigliante ad un singulto
attutito.
Il mio cuore sobbalza violentemente, ma nonostante
questo trovo la forza d’issarmi nella direzione del fragore per scorgerne con i
miei occhi la mandante.
Nell’angolino più buio della stanza, ad una distanza
minima da me, rivedo la donna dal mantello ferrigno stringersi nella parete con
lo sguardo ancora celato dal cappuccio, ma rivolto verso il Capitano mentre
soffoca i singhiozzi serrando la bocca con una mano.
Un profondo tuffo al cuore, seguito da un groppo che
mi impedisce di respirare, questa la mia reazione. I polmoni si contraggono e
distendono velocemente cercando con disperazione di incanalare più ossigeno
possibile da mandare al mio muscolo cardiaco quasi fermo per lo sgomento.
Succede
di nuovo, rimango pietrificata sul letto, immobilizzata da una forza più potente
di me il quale padroneggia su ogni mio arto, incapace di parlare, muovermi,
reagire…
L’unica cosa che fuoriesce dalle mie labbra è un lungo
espiro di stupore con cui fortunatamente richiamo l’attenzione di
Jack.
Il Capitano si volge incuriosito verso di me,
distinguendo la mia espressione sgomenta si accorge subito della terza presenza
e tempestivo interviene.
JACK: “Non è possibile…! Abbiamo lasciato il porto un
ora fa, come… Cosa diavolo ci fai a bordo della mia nave??” obbietta
affrontandola a spada sguainata con cipiglio stralunato.
Lei
non risponde, ingoia a fatica quei sofferti singulti, abbassa la testa e sembra
cercare di ricomporsi.
Il
respiro mi torna seppur affannato, ignorando il penetrante buco allo stomaco che
mi trafigge tutto il busto e le gambe pesanti come macigni mi convinco a non
lasciarmi impressionare e reagire.
Raccolgo le forze, in uno scatto di rabbia afferro il
pugnale celato sotto al mio cuscino e non tardo un secondo di più a schierarmi
con una grinta a me inaudita al fianco di a Jack.
Nell’impeto
causato dall’ira verso di lei non mi accorgo neppure che Jack abbandona la messa
in guardia, deponendo il suo gladio nella fondina.
JACK:
“No, Jennyfer! Riponi
il pugnale -dissente sollevando un braccio- Non è armata… non può difendersi”
spiega in tono greve.
...“Chi le dice che io non sia armata, Capitano?” pronuncia la donna contrapponendosi tra noi, sfoggiando un compiaciuto sorriso ornato da due labbra carnose dipinte di rosso.
Nota delle Autrici:
Ecco l'ultima parte del capitolo ^^
A partire da qui avrà inizio il motore che metterà in moto tutta Unty2 =) Per il momento vi teniamo ancora in sospeso, scoprirete di più nel capitolo 9 =D
Thanks Goddess Dream =* =*
Stasera alzate il naso verso il cielo, cadono le stelle!!!
Un bacione, buona notte di San Lorenzo a tutti ^^
Kela and Diddy
(Capitana and Capo)