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Autore: FallenAngel1990    10/02/2014    7 recensioni
Un anno dopo i fatti di New York, Asagard è in guerra e Thor, ormai prossimo re, cerca di difenderla. Loki è ancora prigioniero, ma il fato muterà il suo destino e quello di una bellissima bambina...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Triangolo
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- CAPITOLO 22 -


Thor stava riposando quando Jane rientrò in camera.

“Dove sei stata?”

“A fare una passeggiata...” disse la giovane togliendosi lo scialle che le copriva le spalle.

“Da questa mattina? Non sei neanche rientrata a pranzo...”

“Problemi, Thor? Non avevo fame...” rispose stizzita “Non devi andare da Loki? Perchè sei ancora qui a tormentarmi?”

“Jane...” la chiamò alzandosi dal letto e raggiungendola.

“No, niente Jane. Credi che non lo sappia? Che non mi sia resa conto di quello che sta succedendo?”

Arrabbiata si voltò appoggiando le mani sul davanzale della finestra.

“Vi ho visti questa mattina, sul Bifrost...” disse atona.

Thor, che stava per ribattere, chiuse la bocca.

“Mi dispiace che tu lo abbia saputo così...”

“Come se non me lo immaginassi...”

“Però non voglio litigare con te, ti prego...”

“Mi stai chiedendo di rimanere amici? Scherzi vero?” Disse arrabbiata voltandosi per guardarlo negli occhi.

“Mi hai ferita, mi hai umiliata e adesso vuoi che andiamo di nuovo d'amore e d'accordo?”

“Jane ho sbagliato, mi ero illuso che tu fossi quella adatta per me, mi sbagliavo. Ma questo non può compromettere quello che abbiamo vissuto insieme...” disse Thor.

“Vissuto insieme? Thor tu sei sempre stato di Loki, sempre! Non c'è mai stato un “noi”, c'è stato un “qualche volta”, ma ormai è tutto finito...”

Thor abbassò il capo cercando le parole, ma la mente era vuota.

“Voglio tornare a casa, adesso!” disse Jane.

“Non è possibile e anche se lo fosse non ti lascerei andare, ti troverebbero e ti userebbero come ricatto...”

“Tanto per te non sono niente, non sarei un grande ricatto...”

“Non dire così...”

“Perchè cosa dovrei dire?...vattene...” concluse Jane.

“Jane...”

“Ti ho detto di andartene, non sopporto la tua vista. O esci da questa stanza o me ne vado io...” lo minacciò.

Thor raccolse il mantello che aveva abbandonato sul letto ed uscì dalla camera.

 

**

 

Loki stava ridendo cercando di trattenersi.

“La potresti smettere di deridermi?”

A quel punto scoppio a ridere non nascondendosi più.

“Un semi dio, il futuro re di Asgard, il dio del tuono, semi immortale è stato sbattuto fuori dalle proprie camere da un midgariana, umana, senza poteri e dalla dubbia aspettativa di vita. Scusa, ma è troppo divertente...” disse asciugandosi le lacrime per il troppo ridere.

“Si. Continua pure...” disse Thor leggermente offeso.

“Ammettilo che la vicenda ha un che di ironico...”

Thor lo guardò, socchiudendo leggermente gli occhi, mentre si sedeva ad una delle sedie che facevano parte del corredo della scrivania sulla quale stava consultando dei libri il minore, prima di essere interrotto dall'arrivo di Thor.

“Cosa stavi facendo?”

“Nulla...” disse chiudendo il libro.

“Stai perdendo il tuo tocco, Loki?”

Loki alzò la testa inclinandola di lato.

“Se avessi seriamente in mente qualcosa non ti direi “nulla”, ma ti depisterei semplicemente....”

“Allora non hai in mente nulla, seriamente?”

Loki sospirò.

“Sfortunatamente no...” disse adagiandosi allo schienale dalla sedia “E Hogun non mi convince...”

“Potresti smetterla con questa storia? Sarà con noi a cena, evita di fare scenate...”

“Scenate? Quando ti avrei fatto sfigurare in pubblico? Sei tu quello che sinceramente avrei preferito non conoscere, diciamo che il tuo comportamento non è sempre stato impeccabile...”

“Cambiamo argomento?” chiese Thor, capendo di essersi inoltrato in un argomento spinoso.

Loki sorrise.

“Di cosa vorresti parlare mio caro dio del tuono?”

“Niente, me ne vado a fare una passeggiata...” disse alzandosi.

“Torna qui...” sussurrò Loki.

Thor si girò verso il dio dell'inganno che, ancora seduto sulla poltrona, lo fissava con gli occhi semi aperti.

Thor si avvicinò a Loki appoggiandosi al retro della sedia e passando le mani sulle spalle del moro che rivoltò la testa indietro per fissarlo in viso.

“Leda?”

“Dorme...” disse lascivo il moro.

Non fece in tempo a finire la frase che un pianto appena accennato arrivò dalla camera attigua.

Loki sogghignò, Thor si dipinse in volto un' espressione afflitta.

“Dormiva...” ribatté il moro alzandosi lasciando un gentile bacio sulle labbra del biondo prima di sparire nella camera da letto.

 

**

 

“Madre dov'è Loki?” notando l'assenza del moro a cena.

“Non ne ho idea...” sussurrò Frigga seduta davanti a lui.

Nello stesso momento Loki comparve nella sala e con passo lento, ma deciso raggiunse il suo posto al fianco della madre.

“Grazie Thor, senza il tuo aiuto non so come avrei fatto...” gli rinfacciò assicurandosi da non essere udito da altri “Scusate il ritardo, Leda aveva fame...” disse rivolto a Odino che socchiuse gli occhi cercando di nascondere la rabbia che gli stava attanagliando le vene per l'arroganza di quel figlio che lui stesso aveva cresciuto.

“Loki...” lo chiamò Thor stampandosi in volto un'espressione di dissenso che Loki liquidò con un alzata di spalle.

Jane sedeva ancora al fianco di Thor di fronte a Frigga. Purtroppo la ragazza sarebbe stata presente ancora per parecchio tempo fino a quando la situazione non sarebbe cambiata.

Hogun sedeva a capotavola di fronte a Odino.

“Quindi sei diventato padre...” intavolò Odino rivolto al soldato.

“Si, mio signore...” disse inchinando il capo “Un maschio...”

“Sono contento per te, seguirà le tue orme immagino...”

“Lo spero, mio signore.” sorrise Hogun.

Al sorriso del soldato Loki cercò lo sguardo di Thor.

“Che mi dici di Vanahem?...”

“Tutto tranquillo, mio signore...”

“Bene...” concluse Odino prima di mettersi a mangiare.

Il silenzio stava diventando opprimente quando Frigga iniziò a rivolgere domande a soldato.

“Come l'avete chiamato?”

Hogun alzò lo sguardo verso la regina e un flebile bagliore rossastro balenò negli occhi del ragazzo, ma subito scomparve. Loki lo fissò per alcuni secondi prima di essere colpito, poco finemente, da un piede di Thor, sotto al tavolo.

Loki lo fulminò con lo sguardo rimettendosi a mangiare.

“Amos, mia signora...” rispose il soldato.

Frigga sorrise continuando a mangiare.

La cena si stava concludendo, nessuno sembrava in vena di parole, stavano servendo l'ultima portata quando Hogun propose un brindisi.

“Se per voi non è un problema, vorrei dedicare questo vino ai miei amici che mi hanno permesso di raggiungere il mio mondo e a voi mia regina che avete reso possibile tutto questo...” disse alzando il calice.

Proprio in quell'attimo una traccia scura comparve sul polso del soldato, tenuta, fino a quel momento, nascosta dal polsino della veste. Hogun lo coprì immediatamente continuando come se nulla fosse.

Loki sgranò gli occhi allontanando la sedia dal tavolo.

“Vogliate scusarmi, non mi sento molto bene...” disse alzandosi prendendo la piccola fra le braccia. “Che cos'hai?” chiese Frigga preoccupata.

“Non è nulla, state tranquilla...ho solo bisogno di un po' d'aria..” le sorrise più pallido del solito.

“Vuoi...”

“No...” la bloccò “No, restate qui, non sentitevi in pena..." disse allontanandosi.

“Scusate...” si alzò Thor ricevendo un cenno d'assenso dalla madre.

 

**

 

“Che cos'hai?” chiese Thor, raggiungendolo, trovandolo appoggiato ad una colonna, che decorava il giardino reale, intento ad accarezzare la testolina della piccola che giocava con i lunghi capelli scuri del padre. “Hai intenzione di spiegarmi?”

“Non provare a dirmi che quello è Hogun o giuro che ti ucciderò con le mie mani...”

“Che cosa avresti visto sentiamo?”

“Lascia perdere...” sospirò allontanandosi.

“Loki!” respirò rumorosamente cercando di calmarsi.

Loki si sedette su una panca poco distante, la piccola che ogni tanto mandava qualche verso cercando di richiamare l'attenzione del padre.

Thor si avvicinò inginocchiandosi di fronte al minore.

“Va bene.” disse appoggiando una mano suo ginocchio del moro “Cosa hai visto? Se devo preoccuparmi per qualcosa vorrei delle spiegazioni...”

Loki coprì con la sua mano quella del biondo.

“Quando si è voltato a parlare con madre un luce rossa si è manifestata nei suoi occhi...”

“Dici bene, luce, potrebbe essere solo un riflesso...”

“No, non era un semplice riflesso...” disse stringendo la mano “Guardagli il polso...”

Thor lo guardò interrogativo.

“Ha una runa disegnata sul polso destro, non ho capito che runa sia, era coperta per metà, ma ti assicuro che era una runa e Hogun non conosce questa materia...”

“Ne sei certo?”

Loki annuì.

“E se fosse semplicemente Hogun e tu ti stessi immaginando tutto?”

Loki si alzò di colpo stringendo la bambina a se, stava rientrando a palazzo quando si voltò di colpo.

“Non sono paranoico!” urlò in direzione del dio del tuono “So quello che ho visto...”

Leda, disturbata dalle grida iniziò a piangere spaventata.

Loki abbassò subito il tono accarezzando la testolina della piccola appoggiandola alla sua spalla.

“Sei libero di non credermi, ma non venirmi a cercare quando succederà l'inevitabile...” disse voltandosi e scomparendo nel palazzo.

Thor lo seguì fino alle sue camere. Ma Loki entrò chiudendosi la porta alla spalle.

Thor girò la maniglia, ma la porta non si aprì.

“Loki...apri, per favore...”

“Vai dal tuo amico, ti fidi così tanto...” la voce arrivò ovattata dall'interno della camera.

“Loki! Aprì questa porta o giuro che la sfonderò...” disse alzando la voce.

La porta scattò aprendosi di qualche centimetro.

Thor trovò Loki seduto ad una poltrona.

“Come se fosse la prima volta che sfondi una porta...”

“Mi daresti qualche giorno prima di attaccare una persona? Un amico...?”

Loki lo fissò alcuni secondi non battendo ciglio.

In quel momento le sirene di Asgard suonarono.

“Penso che sia lui a non darti qualche giorno...” ribattè con un tonò cupo, troppo inquietante e tranquillo.

Thor si avvicinò alla finestra scostando le pesanti tende.

“Vai nei sotterranei...sbrigati...”

“Thor...” lo chiamò Loki.

“Vai!!!” urlò il dio del tuono correndo fuori.

“Scordatelo...” fu l'unica parola che proferì il dio degli inganni, ma Thor era ormai troppo lontano per poter sentire.

 

**

 

Thor stava correndo per i corridoio diretto alla sala del trono, trovò Frigga corrergli incontro.

“Thor!!!” urlò la madre.

“Che succede? Dov'è padre?”

“Thor, Loki lo sapeva...” disse la madre stringendogli le braccia in una forte presa.

“Andate da Loki, assicuratevi che stia al sicuro, dubito che mi ascolterà...”

Frigga annuì e si allontanò.

La sala del trono era deserta, i suoi passi rimbombavano fra le alte colonne.

“Padre!!!” urlò il dio del tuono. Fuori la sirena aveva ripreso a suonare diffondendo il panico fra gli abitanti di Asgard.

“Buonasera figlio di Odino...” una figura blu, capelli lunghi neri, strane decorazioni tribali che gli attraversavano in sottile linee scure tutto il corpo, sparendo sotto gli abiti.

Odino era stretto nella sua morsa, bloccato dalla magia e una sottile lama puntata alla gola.

“Cos'è, ti hanno tagliato la lingua?” lo sbeffeggiò il gigante.

“Byleistr...” sussurrò Thor.

Il figlio di Laufey sorrise.

“Non avrai mai Asagrd, mostro!” ringhiò Odino.

“Ma io non voglio il vostro insulso regno...” sorride Byleistr strattonando il padre degli dei.

“Lascialo andare Byleistr!!!” un urlò arrivò da dietro le spalle di Thor.

“No...” sussurrò il biondo riconoscendo immediatamente la voce di Loki.

Loki arrivò al suo fianco continuando a fissare, sicuro, di fronte a se.

“Ma guarda un po' chi si è presentato al mio cospetto...” sogghignò il fratello “Sai, penavo di doverti venire a cercare nei tuoi nascondigli, mi hai decisamente facilitato il compito...”

“E' me che vuoi! Facciamola finita...”

“Loki, no!” disse Thor.

Loki alzò un mano posandola sul braccio del maggiore.

“Oh non voglio più solo te, Loki...voglio Asgard rasa al suolo, voglio che da questa terra non nasca più neanche un filo d'erba o che una goccia d'acqua non renda più fertile questo luogo, voglio vederlo cenere. E voglio tua figlia, ha un grande potere...”

“Mai!” urlò Loki lanciando un fascio di magia in direzione del fratello.

Byleistr si scostò, evitando l'attacco, trascinando con se Odino, schioccò la lingua qualche volta prima di parlare. “Non si fa, decisamente non si fa...”

“Loki...vattene...” sussurrò Odino, la lama che gli aveva inciso leggermente la pelle della gola, cercò di liberarsi, ma la magia lo paralizzava impedendo qualsiasi movimento.

“Lascialo, cosa vuoi da un povero vecchio?” chiese Loki “Non ha il nostro potere, non è nulla contro di noi...”

“Che sicurezza. Non eri così fermo quando eri prigioniero su Jotunheim e io mi divertivo a torturarti...”

Loki sgranò gli occhi.

Thor si voltò verso il moro preoccupato.

“Oh...” sorrise il mostro “Il tuo amante non lo sapeva?”

“Bastardo...” sussurrò Thor in direzione del sovrano del ghiaccio. Ma il dio del tuono non si accorse di avere al suo fianco solo un'illusione, il vero Loki stava comparendo alle spalle del fratello con una lama stretta nella mano destra e puntata esattamente all'altezza del collo.

Byleistr, voltandosi fulmineo, strappo il coltello dalle mani del moro infilzandolo nel corpo di Odino, vicino al cuore.

“No!!!” urlarono all'unisono Thor e Loki.

Byleistr lasciò cadere Odino, che si accasciò al suolo, voltandosi verso Loki.

“Non credere che sarà così facile uccidermi, mi voglio divertire...” disse scomparendo prima che il dio degli inganni potese reagire.

Loki si lanciò sul padre.

“Mi dispiace...” sussurrò Odino.

Gli occhi di Loki si velarono di lacrime.

“Non ho saputo prendermi cura di te...”

“Non è vero...” sussurrò Loki “Mi avete salvato da quel mondo...”

“Ho cercato di renderti più forte e lo sei diventato...” sorrise il padre degli dei, Thor si era avvicinato e inginocchiato al suo fianco.

“Lo so che non sono tuo padre, ma... mi hai reso orgoglioso di te...figlio mio” sorrise di nuovo respirando a fatica.

“Vi salverete...” disse Loki.

“No...” sussurrò Odino fermando la mano del minore che si stava avvicinando alla ferita “Non usare la tua magia per me, non me lo merito...”

“Padre...” sussurrò Thor.

“Mi dispiace, figli miei...” disse coprendo con le proprie mani quelle dei figli, il respiro che si era ormai fatto sempre più corto, un rivolo di sangue macchiava la candida barba bianca al lato della bocca “Loki...” disse guardandolo negli occhi verdi.

“Lo so......padre...” disse infine trattenendo le lacrime e sfilando delicatamente la lama dal petto di Odino cercando poi di fermare il sangue premendo con le mani.

“Salvate vostra figlia e state vicini a vostra madre...diventate re di Asgard...” disse prima di chiudere il suo unico occhio sano per sempre.

Loki, inginocchiato al suo fianco, scoppiò a piangere appoggiando la fronte al suo petto come faceva da bambino. Thor con gli occhi umidi gli posò una mano sulle spalle.

Il moro alzò lo sguardo guardandolo in volto.

“Era mio padre...” disse trattenendo un singhiozzo “Non l'ho mai capito. Lo faceva per me, ma non l'ho mai capito...” fissava le sue mani grondanti del sangue del padre.

“Loki...” gli strinse una spalla “Dobbiamo andare...” disse Thor asciugandosi le lacrime.

Loki si alzò strappando un lungo telo rosso che decorava la sala andando poi a coprire il corpo del re.

Delle lacrime ancora gli scorrevano sulle guance, Thor lo abbracciò costringendolo a reagire.

“Andiamo...” disse trascinandolo verso l'uscita.

   
 
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