Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: darkronin    11/02/2014    2 recensioni
Seguito di Preludio.
Quali tracce ha lasciato Loki dietro di sé? Chi sono i suoi alleati? E fin dove sono arrivate le sue arti magiche e i suoi infiltrati?
Il nuovo ed eterogeneo gruppo di Vendicatori avrà qualche alleato o solo politici pronti a dar la caccia a tutti i superumani? Forse avrete la risposta...
- - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi principali rispetto a quelli della fic precedente (in cui erano secondari o appena presentati): Antman, Wasp, i Fantastici4 – nella seconda parte anche Tempesta, Angelo, Namor, T'Challa, gli agenti dell'Atlas (tutti), Visione.
- Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: i Guardiani della Galassia, Bucky, Quick Silver, Quentin Quire, Agente Sittwell, Yo-yo, Hellfire, Phobos, Sebastian Druid, Sole Ardente, Agente O'Grady, Gatta Nera, Abigail Brand, Norman Osborne (era ora), Sentry, Dottor Strange, Victor Von Doom, Fratello Voodoo, Hellstorm, Scarlett, Magik, il nuovo Club Infernale (Kilgore, Kensington, Enduque eVon Katzenelnbogen)
+ Riferimenti a: Ultimate Universe, Civil War, Dark Reign, Secret Warriors
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nick Fury, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
37. Magia







“Reynolds!!! Dove cavolo s'è cacciato quel disgraziato?” urlò l'uomo affacciandosi sulla soglia prima di chiuderla sbattendo la porta infastidito. “Ed è tutta colpa tua!” disse l'uomo additando l'uomo seduto pigramente alla poltrona dell'ufficio.
“Quanto la fai lunga!” disse l'altro giochicchiando col bordo del suo lungo cappotto di loden verde.
“Zitto, Victor! Tu ti rifiuti di darmi una mano e devo ricorrere a questi mezzucci...”
“Ma se hai rastrellato i migliori sul mercato...”
“I migliori di cui si vociferi. E sai come la penso riguardo alla magia...”
“Motivo per cui non ti aiutiamo! Non si scherza con la magia...” disse esponendo il volto sfigurato “E non vogliamo in alcun modo partecipare al tuo piccolo quanto folle progetto... Un conto è avere il potere, un altro è sfidare la sorte: noi lasceremmo perdere! Ovviamente, se dovesse andar bene, non puoi estromettere il sovrano della Latveria dai tuoi piani. E poi ci avevi già riempiti di lavoro con il tuo stupido programma di Sentinelle. Lavoriamo con degli incompetenti. Perché non potevi dare direttamente a noi tutto il lavoro? Ci saremmo arrangiati e avremmo fatto prima!”
“Così scoppiava davvero un caso internazionale! E' politica, Victor. E ho una cosa chiamata Club Infernale che mi sta col fiato sul collo. Loro mi han dato il potere e in cambio devo seguire poche e semplici direttive. O vuoi trascinare la tua amata Latveria in una guerra in cui io dovrei essere il capo delle milizie che la invadono?”
“Bah... farsi ricattare da quattro mocciosi, Normie... Noi ci vergogneremmo, fossimo in te. Come ci vergogniamo a riciclare la tecnologia di Stark: ci fa senso. Siamo altrettanto bravi, cosa credete, tu e loro? E poi, abbiamo tanta brava gente nel reparto AIM... Per altro, metà vengono da un periodo passato presso le industrie di Stark...”
“Ecco vedi! Stark. Sempre lì si cade! E' inutile combattere il nemico con armi nuove, progettate in fretta...”
“Potrei darti ragione: son più di quarant'anni che si lavorava ad armi nuove e si è visto il bel fiasco del programma Ultron 0.5 e del suo prodotto migliore: Visione. Visione di cosa? Di fallimento? Ciò non toglie che sia imbarazzante.”
Osborne continuò come se l'altro non l'avesse mai interrotto “... e di cui magari scoprirebbero subito le falle. Invece, rifilandogli il loro stesso prodotto e rivoltandoglielo contro, con piccole modifiche.... dovranno combattere contro loro stessi. E se trovano una falla, la troviamo anche noi. Semplice, pulito, economico e poco faticoso!”
“Sei uno stronzo. E non ti fidi dei nostri Doombot. Bell'amico che sei...”
“Ma tornatene in Latveria se devi star qui a rompermi così tanto le palle. Per nulla, poi. Ti ho detto che è una clausola! Che, se non erro, anche i tuoi ferrivecchi montano una qualche Stark-tech...”
“Solo perché volevamo sbarazzarci della concorrenza e attribuire a lui la colpa dei massacri in Transia... E poter così annettere più facilmente le province rom, bistrattate dagli slavi e dai musulmani.”
“Stava per scoppiare un casino internazionale con Russia, Cina, Stati Uniti1... sei completamente scemo, tu e il tuo plurale maiestatis. E poi il pazzo sarei io. Non ti fai scrupoli per certe cose ma arricci il naso per bazzecole” lo rimbeccò Osborne
“Sei davvero scortese. Noi eravamo venuti solo per goderci lo spettacolino della tua pagliacciata di seduta spiritica, non per prenderne parte né per venire insultati...” replicò l'altro imbronciandosi. “Anche perché... meglio spocchiosi che pazzi nevrotici con disturbi bipolari”
“Ehi! La maschera di ferro ce l'ha con me?” sbottò improvvisamente Osborne per poi cambiare subito tono di voce e bisbigliare, quasi raggomitolato su se stesso “Shhh, buono Goblin... non insultarlo così...”
Von Doom, a quella pagliacciata, levò un sopracciglio: quella pantomima non faceva che confermare quello che aveva appena detto.
“Ti ho solo chiesto un favore!” replicò ancora il direttore dello S.H.I.E.L.D. tornando serio ad affrontare il suo amico.
“E noi te l'abbiamo dato: è la nostra supervisione scientifica. In cambio, però, non ci hai ancora dato quello che volevamo ma vuoi che facciamo ancora dell'altro...” Disse portandosi una maschera di metallo davanti al volto, quasi volesse giocare a nascondino.
“Le tue erano ben due richieste! Quindi avanzo un favore!” replicò Osborne.
“Scordatelo! Noi con quel alieno folle non vogliamo aver nulla a che fare” ribatté riabbassando la maschera e freddandolo con un'occhiata gelida.
“Se torna, sappi che lo manderò a cercarti in Latveria!” lo minacciò ancora il direttore dello S.H.I.E.L.D.
“Potremmo ucciderti prima che tu riesca ad evocarlo...” rispose l'altro, un bell'uomo dal volto sfigurato, tornando a fissare le nuvole fuori dalla finestra.
“Mi ha chiamato, signor...?” si annunciò un ragazzo biondo, ben piantato, con addosso una divisa da secondino, bussando appena sullo stipite della porta.
“Dottore! Sono dottore, Reynold, cacciatelo in testa!”
“Sì sì, certo certo...” replicò quello chinando il capo “Posso fare qualcosa per Lei?”
“Vammi a prendere quegli squinternati che teniamo nelle segrete...” impose. E il giovane uscì alla svelta “Perché tu puoi fregiarti del titolo pur non avendo mai conseguito una cazzo di laurea e io, che ce l'ho, non vengo mai considerato tale?” sbottò esasperato. “Quello stupido drogato! Chi cazzo l'ha assunto?”
“Su su, Norman... calmati. Ora sei capo supremo dello S.H.I.E.L.D. e del mondo, quasi... cosa puoi volere di più?” lo ammansì Von Doom, svicolando sull'accusa di usare impropriamente un titolo che non gli apparteneva e che non meritava.
“Il Ragno! Voglio eliminare il Ragno, dannazione! Lui e quel dannato diavolo. Sono rimasto senza re sulla scacchiera.”
“Calmati o ti verrà un ictus... o un infarto... scegli tu... Che poi paragonare Kingpin a un pezzo da gioco mi sembra di cattivo gusto. Era anche troppo grosso per starci, sulla scacchiera...”
“Dio... tu, poi, non aiuti molto a mantenere la calma, sai? Sei dannatamente irritante...”
Victor stirò un sorriso compiaciuto “Vuoi che rivediamo i nostri accordi?”
“C'è qualcosa da aggiustare?” domandò perplesso il Direttore dello S.H.I.E.LD., spiazzato dalla domanda.
“Magari non ti ricordi cosa ci hai promesso?” replicò quello accavallando gli stivali da equitazione su pantaloni di flanella neri “Le tue priorità sono il Ragno e Devil e sbarazzarti una volta per tutte di Fury. I nostri obiettivi sono solo quegli insulsi dei tre moschettieri che ronzano attorno a Sue e il nostro comune amico Namor. Le richieste del tuo amico alieno, che poi tornano utili anche a noi, sono di sbarazzarci dei supereroi in generale. Essex chiede solo di poter tornare a operare alla luce del sole. Pare che la Zona negativa lo inquieti un po' ma restare in superficie era troppo rischioso e ha fatto buon viso a cattivo gioco. Insomma... i nostri obiettivi coincidono... quindi siamo pari, giusto? E, soprattutto, ci stiamo avvicinando. Possiamo farcela senza evocare nessuna strana divinità maligna da altre dimensioni... anche perché vorrebbe dire dover chiedere al nostro committente di arrangiarsi a sbrigare parte del lavoro. A meno che tu non lo voglia qui per assistere al momento del trionfo.”
Norman Osborne arricciò il naso, infastidito dalla precisione del amico e collega e tralasciò, di proposito, l'ultimo commento “Ma Namor sa benissimo dei nostri accordi per spartirci il potere...”
“Tu sei più ingordo di noi!” constatò vedendo come l'altro non avesse risposto alle sue parole: Norman nascondeva qualche altro piano. “Namor ha chiesto solo che Atlantide non venga toccata e, eventualmente, di annettersi il territorio del Wakanda ai danni di Re T'Challa... in ogni caso, nessuno ha parlato di incolumità per il regnante... che... oh!” fece, falsamente sorpreso “E' un mutante! Certo, un ibrido uomo-pesce prima di tutto... ma in lui il gene X funziona alla grande. Quindi, quando bandiremo i mutanti, o li costringeremo a lavorare per noi -a scelta-, in vista dell'epurazione genetica di buona parte dei supereroi di questo mondo, come ci ha chiesto Loki, Namor sarà, purtroppo, comunque nel nostro mirino...”
“Il problema è: chi cavolo ci mettiamo al suo posto?” domandò Norman esasperato. Più cercava una soluzione e meno ne trovava. “Lui sarebbe davvero l'unico in grado di gestire Atlantide e il Wakanda insieme. Altrimenti dobbiamo prendere un atlantideo e un wakandiano... ma nessuno si piegherà mai. Namora, che sarebbe perfetta, o la sua amica Venere sono avversarie che non vorrei incrociare ancora sul mio cammino e che, oltre a dirci di no, restituirebbero il potere a chi di diritto...”
“Oh, abbiamo tanti di quegli alleati da metterci come fantocci... Potremmo anche crearci una regina ad hoc. Un clone... Namorita? Ti piace come nome?”
“Stavo pensando...” lo interruppe l'altro “Infiliamo anche Essex nel programma anti-mutanti o per qualche cavillo lui riesce a starsene fuori?”
“Mmmm” meditò Von Doom “Buona domanda... non ne abbiamo la più pallida idea. Potremmo tenerlo in quanto traditore della sua razza e come unico in grado di controllare i disertori alla registrazione o quello che è. Non c'è da preoccuparsi: quelli che potrebbero smentirci sono dalla nostra parte o saranno i primi a cadere... ah no, Xavier è già paralizzato... peccato!”
“Il tuo humor è davvero di pessimo gusto...” commentò Norman mentre alla porta Reynolds bussava piano per non disturbare la discussione.
Dottori...” si annunciò il giovanotto biondo con lo sguardo assente “Ho portato i prigionieri...”
“Ospiti, Reynolds! Sono nostri ospiti!” lo redarguì il nuovo capo dello S.H.I.E.L.D. mentre il gruppetto, i cui elementi erano ammanettati polsi e caviglie e vincolati tra loro da una lunga catena che sferragliava lugubre sul pavimento, si faceva avanti a passo strascicato e le tende scendevano a oscurare i vetri “Non puoi usare quella parola, è chiaro, stupido decerebrato? Pensa se fossimo sotto controllo...”
“Ma... Certo, Dottore...” rispose tacendo un'obiezione sul nascere.
“Ora va, su, lasciaci lavorare...” ordinò mentre il gruppo quanto mai variegato prendeva posto sul tappeto. Erano laceri e malconci, smunti, con occhiaie marcate sotto gli occhi e capelli scarmigliati. “Ecco, bravi... avete capito qual'è il vostro posto...” commentò Norman tornando a sedersi sulla poltrona accanto a Victor.
“Possiamo sapere chi diavolo hai recuperato? Non ci sembra ce ne sia uno di sano nemmeno a pagarlo oro. Non che la cosa ci sorprenda, parlando di te...”
“Uomo di poca fede...” lo apostrofò il padrone di casa “Ho recuperato il meglio dai circoli esoterici più occulti e malfamati. Coloro che ne sanno forse anche più di te, sulla negromanzia...”
“Come no...” commentò l'altro già annoiato
“Fammi la cortesia di prestarmi attenzione, giacché mi hai posto la domanda.” tese il braccio davanti a sé e li indicò uno alla volta “Abbiamo: Daimon Hellstorm, antropologo, demonologo, esorcista e docente alla St. Louis. Guarda qua...” disse sporgendosi per allargare il bordo della camicia bordeaux aperta sul petto su cui si intravedeva la scarificazione di un pentacolo rovesciato “Un vero fanatico! La cosa, però, è di famiglia: sua sorella, Satana..” trasse un respiro come se l'inciso, che pronunciò subito dopo, venisse da qualcun altro “Dimmi quanto possono essere malati i genitori a volte... e poi dite di me!” La sua voce aveva cambiato tono per un attimo ma si ricompose subito, con un colpo di tosse “...Sua sorella Satana, dicevo, ha istruito personalmente il qui presente delinquentello Parker Robbins, noto nel circolo del crimine come Hood.” spiegò passando a indicare un uomo avvolto in una coperta logora e con addosso degli orrendi zatteroni anni ottanta, degni del più trash dello shock metal. “Ha un gran carisma ed è una di quelle persone che è meglio avere come amiche. Tra le varie cose ha preso momentaneamente il posto di Kingpin. Poi c'è lo psicologo Jericho Drumm, alias Fratello Voodoo...” disse indicando l'haitiano che aveva una V cerchiata marchiata a fuoco sulla fronte e una striscia di capelli bianchi che tagliavano in due il cranio “Stregone supremo di Haiti... Sai quelle cose con le bamboline di paglia, gli spilloni, le ossa nel sacco e simili? Ecco, quello! Poi... ah sì... due chicche... due mutanti. O meglio. Una mutante e una ancora non mutante... credo... Essex non ci ha ancora messo mano ma confido che sia stata una scelta oculata...” disse passando davanti a due ragazze. Una era poco più che una bambina, bionda come solo nel Nord Europa sanno essere e con lo sguardo ghiacciato e vacuo perso nel vuoto. L'altra era una ragazza di circa vent'anni. Aveva capelli scuri e selvaggi, liberi come l'ardore che le si leggeva negli occhi, dalle cui ciocche facevano capolino dei grandi orecchini circolari d'argento. Calzava appariscenti stivali rossi su pantaloni in pelle nera; una camicia scollata a barca le lasciava le spalle scoperte in una sciatteria seducente. Uno stringivita completava la figura, rendendola il seducente incrocio di una zingara gotica.
“E che cavolo ce ne facciamo? La bionda è poco più di una marmocchia!” protestò Von Doom
“Magik... ti fai chiamare così, vero, tesoro?” disse rivolto a quella che era davvero appena una bambina di circa dieci anni “Vedi... Magik è la sorella di un X-Men, Colosso. E dei marmocchi ho imparato a non diffidare...” replicò con un sorriso tirato. Probabilmente pensava ai quattro ragazzini del Club Infernale che gli avevano dato quel posto di lavoro “Invece, Cappuccetto Rosso, qui, è nientepopodimeno che Wanda Maximoff... la figlia di Magneto... Mai sentito parlare?”
“Direi proprio di sì!” replicò l'altro con un certo interesse
“Bene... si dice sia una iettatrice, che faccia il malocchio. In ogni caso -ed è questo quello che ci interessa- è seguace delle forze oscure... Invece, uscendo dal completamente da ogni schema logico che potresti esserti fatto... ecco qui il famigerato chirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange.”
Victor Von Doom si strozzò con la bevanda che stava sorseggiando con poco interesse e riportò immediatamente lo sguardo sull'uomo dai lineamenti spigolosi, la barba incolta e gli abiti stazzonati. Quelpezzente era il celebre chirurgo?
“Sì, lo so che non sembra lui...” commentò Osborne quasi leggendogli nella mente
“Scusa... gli altri passeranno pure per sparizioni casuali, non c'è alcun collegamento tra loro, né il lavoro né le amicizie né le origini. Per molti, nessuno darà l'allarme: si può pensare che siano impegnati in un esorcismo, scappati di casa... Ma Stephen Strange non...”
“Non ti preoccupare, Victor. Quando faccio un lavoro lo faccio per bene...”
“Si vede com'è finita col Ragno...” frecciò quello riconquistando la calma
“Lascia quello schifosissimo Ragno fuori da questa storia!” strepitò il direttore, nuovamente isterico “Nessuno si preoccuperà di Strange per un semplice motivo...” disse riprendendo il controllo di sé e andando a prendere il polso dell'uomo. Con brutalità gli strappò i guanti di dosso ed espose la mano allo sguardo del collega “Strange ha avuto un incidente. Per quanto l'odierna chirurgia sia avanzata non può far nulla per delle mani maciullate in un incidente d'auto. Può arrangiarsi a mangiare e a vestirsi, certo... ma di certo non può più operare... Dubito che possa anche solo impugnare una pistola2” lo informò “E visto che la scienza non poteva nulla, il caro Stephen se n'è andato in giro per il mondo in cerca di luoghi mistici sperando nel miracolo. Assurdo come un uomo di scienza, disperato, riconsideri tutte le sue certezze e sia pronto ad abbracciare la fede, non è vero?”
“Insomma... questa è la tua squadra di campioni...” commentò Victor alzandosi in piedi “Beh... buona fortuna. Dubitiamo che il tuo caro dio di serie B comparirà con questa pagliacciata... Ma auguri per il tentativo...” disse buttandosi il pesante mantello di loden sulle spalle.
Norman si esibì in una smorfia risentita “Non volevi assistere?”
“Non dopo aver capito quanto sei folle. Preferiamo tornarcene in Latveria a giocare coi robotoni...”
“Buon viaggio, allora...” disse prima di prenderlo per una spalla, impedendogli di andarsene seduta stante “Solo una curiosità: non hai caldo?”
“In Latveria fa un po' più freddo di qua... Non lo indossiamo adesso, ma ci servirà quando scenderemo... E non credere: New York è troppo umida, quel po' di freddo noi lo sentiamo subito, non siamo abituati...”

AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV

Si svegliò di soprassalto. Era madido di sudore. Probabilmente aveva anche urlato.
Aveva fatto un incubo terribile in cui era quasi morto. Beh, non che fosse una gran novità: negli ultimi anni aveva giocato sul filo del rasoio con la sua esistenza. Perché sorprendersi se poi aveva gli incubi?
Però quel sogno era diverso. Diverso da ogni altro affrontato prima d'allora. Perché toccava la sua paura più vera: non morire soffocato in uno spazio alieno, non morire nell'esplosione di una bomba atomica o ammazzato dalle proprie armi, non morire per mano di un qualunque nemico o sfracellato al suolo dal primo dio psicopatico che avesse incrociato la sua strada. Da diversi anni la sua paura più segreta, di cui nemmeno Pepper era a conoscenza, era quella di perdere il proprio cuore elettronico e morire agonizzante tra indicibili sofferenze. Una morte lunga e prolungata, senza gloria e, lo sapeva, inevitabile.
Nel sogno gli veniva strappato il congegno e, al di là del dolore fisico per la rimozione forzata del generatore, era stato il senso di annegamento a turbargli il sonno.
Si passò una mano sugli occhi per snebbiarsi la vista e si rese conto che l'umidità sulla sua mano non era affatto sudore: era immerso in una sorta di vasca amniotica, uno strano artefatto pieno di tubi e cavi e colmo di una sostanza viscosa, azzurrina e bioluminescente. Dove cavolo era?
“Ti sei ripreso...” commentò una voce pacata alle sue spalle, attutita dall'ambiente inspiegabilmente ovattato.
Tony si voltò verso l'origine del suono e individuò la singolare figura di un biondo astronauta – o almeno così sembrava dalla tuta grigia e gonfia che ne rivestiva il corpo.
“Ho riparato il tuo congegno... formidabile come tu – da semplice umano quale sei – sia riuscito a imbrigliare in uno spazio così piccolo la potenza del Tesseract...”
Una parola magica che lo svegliò definitivamente “Tesseract?”
“Il cubo cosmico...” confermò quello.
“Come... come fai a sapere del cubo? Chi sei?” domandò Tony, improvvisamente spaventato. Non l'aveva mai visto. Il suo cervello si mise subito in moto cercando di scandagliare gli effimeri ricordi che galleggiavano nella sua memoria troppo corta.
Quello sorrise mestamente “Sono l'unico superstite dei coloni Eterni su Urano...Thanos, l'attuale alleato di Loki, sterminò la mia gente... come razza eravamo cugini e lui.. anzi...lui era uno di noi e si alleò coi Devianti Skrull. Anzi... più che con loro, con la loro versione geneticamente migliorata dei Chitauri..”
“Eterni?” replicò Tony confuso. Di Devianti Skrull aveva già sentito parlare3 e i Chitauri erano quelli che avevano invaso New York. E gli Eterni... Erano la razza di Thor. E Thor era biondo. Caso strano, anche quello davanti a lui era biondo... allora le voci secondo cui una delle molte razze aliene che facevano frequente visita alla terra i cui rappresentanti erano tutti bellissimi giovani biondi e alti, la cosiddetta razza nordica, non era proprio campata in aria.
“Eterni!” confermò l'uraniano con un sorriso mesto “Vieni di là... I tuoi amici ti aspettano. Se vorrai potrai interrogarmi quanto vuoi... Ce la fai ad alzarti?”
“Io...” cominciò il magnate cercando di far leva sulle braccia che però cedettero come ricotta. Prima che scivolasse di nuovo in acqua, due pinze salde ma delicate lo trattennero e lo aiutarono a scivolare al di là della vasca.
“Grazie M-11” disse il biondo a un vecchio robot dalle braccia estensibili che rimise Tony in piedi, lasciandolo andare solo quando fu sicuro che l'uomo riuscisse a reggersi sulle proprie gambe.
“Ti abbiamo tenuto a bordo del disco per evitare che il trasbordo potesse inficiare la tua guarigione. I tuoi compagni sono già a terra...” spiegò mentre dava a Tony il tempo di indossare una casacca di taglio orientale e comodi pantaloni di lino.
Guarigione? Disco? Di cosa parlava quello strano essere? Tony si sforzò di ripescare l'ultimo ricordo prima del pisolino ma era tutto nebuloso e confuso. Ricordava appena che Rogue li aveva attaccati tutti.
Sovrappensiero, non si rese di essere passato da un ambiente metallico, freddo, buio e asettico a uno più ampio, caldo, terreo e accogliente. Quando se ne accorse, si voltò e si rese conto di essere ancora nell'ombra di un vero e proprio disco volante.
Era a dir poco immenso: posto sopra la Stark Tower a mezzogiorno avrebbe potuto benissimo fargli ombra in tutto il suo perimetro.
Sarebbe rimasto per ore a osservare quello splendore della tecnica ma, conscio della presenza di quelle due strane creature, decise di non dar loro alcuna soddisfazione e si sbrigò a seguirli.







1    Storia narrata in Iron Man Legacy- La guerra degli Iron Men.

2    In Dottor Strange – Il Giuramento il problema che il dottore ha con la stabilità delle proprie mani è tema cardine della storia: non può operare Wong né, appunto, mirare decentemente con un'arma da fuoco.

3    Capitolo 16 di questo secondo troncone della saga



AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV

Eccoci qui... che fine aveva fatto Tony? Figurarsi se lo lascio morire!
Tutto a posto... vedrete presto in che modo... e come ho risolto un altro problema in cui mi ero ficcata.

Per quel che riguarda la prima parte: Reynold -alias Sentry- è qui raffigurato prima della trasformazione da giovane drogato che va a spararsi strani filtri a super dio invincibile.
Ancora, ho cercato di differenziare la spocchia del Dottor Destino da quella di Namor: il primo parla di se stesso come di un'entità multipla o divina, il secondo ne parla in terza persona. O almeno, questo era nelle intenzioni. Non mi ricordo se mi sono incasinata nello scrivere i capitoli precedenti (controllerò). Norman, invece, è solo pazzo come un cavallo. Lui e Goblin, ovviamente.
Namorita, invece, è la figlia/clone (davvero) di Namora
Quanto ai prigionieri... :D
Il filo conduttore tra i vari personaggi, cmq, è semplice. Vabbè, Illyana Rasputin l'ho fatta diventare amicona di Wanda (che in realtà non pratica magia nera...Magik neanche... non propriamente) mentre per i maschietti il discorso è più complesso.
beh... Strange e Drumm si contendono -sul serio- il titolo di Stregone Supremo ma, in questo caso, Strange è appena tornato dal Tibet, quindi sarà lui a essere eletto. Drumm ha abbastanza da fare senza che ci si mettano anche altri casini.
Anche Hood è in lizza (o almeno vorrebbe) per il titolo...
Hellstorm e Hood sono legati dalla sorella del primo, Satana (anche se pure Hellstorm era in gara). Hellstorm e Drumm, invece, fanno entrambi parte (insieme all'albero Groot dei Guardiani della Galassia) dell'Unità di contenimento del paranormale di Fury (ci tornerò già nel prossimo capitolo)
:) dunque, secondo voi... il caro guercio non è già stato avvisato?

Un'altra chicca, così chi non conosce bene non si perde in questi intrecci. Nella puntata precedente ho detto che un'amica della Gatta (quella che ci prova con Spidey) "indaga su Norman per altri motivi".
L'amica -sciroccata- in questione è Patsy Walker, alias Hellcat, alias una ha aiutato i Vendicatori in compagnia del marito (se fate caso, nelle grandi riunioni collettive compare sempre): lei e Daimon erano sposati e io faccio finta che tra loro vada tutto bene. Dunque, il marito è scomparso e lei ha sospetti su Normie che riferirà ad Alicia che li riferirà a Spidey.
E per oggi e tutti... buona settimana a tutti voi.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: darkronin