Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
-Elsa,Jack Frost
Prompt: salto nel
vuoto|l'arte di plasmare i sogni si può
imparare solo sognando
Cap.2
Vola con me
Jack
teneva il bastone su una
spalla, era ritto su un piede nudo sopra il bordo di ghiaccio della
grata della
balconata.
Elsa
alzò il capo facendo oscillare
la propria lunga treccia biondo chiaro, strinse le labbra fino a farle
sbiancare, osservando la mano che il ragazzo le offriva.
“È
assolutamente necessario?”
domandò. Le sue candide dita affusolate afferrarono
l’arto che le veniva porto
e saltò con entrambi i piedi sulla ringhiera.
Jack
sorrise, le ciocche argentee
dei suoi capelli strofinavano contro il cappuccio di stoffa blu.
“I
poteri rispecchiano le tue
emozioni. La prima cosa che devi imparare a fare è fidarti
di te stessa”
spiegò.
Elsa
batté un paio di volte le
palpebre e aggrottò le sopracciglia, osservando la mano del
giovane lasciare la
sua per stringerle i fianchi.
“Sicuro
che non ci siano scelte meno
pericolose di questa? Temo che persino mia sorella minore la troverebbe
bizzarra” sussurrò.
Jack
scoppiò a ridere, dei fiocchi di
neve volteggiarono intorno a lui e con l’altra mano
sollevò il bastone.
“Quando
ho cercato di toglierti i
guanti hai quasi cercato di congelarmi. Per non parlare del gigante di
ghiaccio
che mi è toccato distruggere” disse.
“È
stat …”. Elsa si zittì e lo
abbracciò guardandolo saltare oltre la balconata. Strinse
gli occhi, il battito
cardiaco le accelerò e sentì la bocca asciutta.
Strinse le braccia intorno al
collo del giovane, il vento le sferzò il viso.
“Se
tieni gli occhi chiusi non
servirà a molto. Devi capire che è temere i tuoi
poteri che li rende
pericolosi. Più si provano emozioni negative, come la
frustrazione, la paura,
l’abbandono o la rabbia, più si cerca di
controllarli per terrore; più sfuggono
al tuo controllo” spiegò Jack.
Elsa
sentì il proprio corpo aderire
a quello magro, ma muscoloso di Frost e deglutì.
Abbassò lo sguardò, vide
passare sotto di lei lo sfondo innevato, gli abeti da quella distanza
sembravano grandi un mignolo.
“Se
cado da quassù, mi troverò a
dover affrontare un salto nel vuoto a cui subentrerà la
morte nel momento in
cui atterrerò” disse gelida.
Jack
le fece sollevare il mento con
la punta del bastone e nelle iridi azzurre della ragazza si
rifletté il cielo
stellato.
Le
stelle argentee brillavano sullo
sfondo nero-bluastro.
Elsa
sgranò gli occhi vedendo dei
filamenti dorati dipanarsi da una nuvola d’oro grande quanto
il suo petto, girò
il capo e vide che si dirigevano verso il paese. Da essi si staccavano
velieri
grandi quanto la sua mano, cavalli grandi quanto il suo capo o delfini
lunghi
come il suo braccio, tutti fatti di polvere dorata.
“Chi
è che li fa?” domandò Elsa e la
voce le tremò.
“Sandman”
rispose Jack. Sorrise
guardando delle farfalle di polvere dorata volare, ad ogni battito
d’ali risuonava
il suono di campanelle.
<
Come possono dei poteri creare
cose così belle? Io credevo portassero solo distruzione
> pensò la regina.
“Come
ci riesce?” chiese ancora.
“Ha
fiducia in sé. Io mi diverto e
gioco, così controllo i miei, invece lui sognando. L'arte di
plasmare i sogni
si può imparare solo sognando” spiegò
Frost.