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Autore: GinaAndViky    11/02/2014    1 recensioni
Anny e Amy sono due ragazze diverse, ma allo stesso tempo uguali. Si conosceranno in un viaggio che nessuna delle due avrebbe mai immaginato di farne parte. Questa é l'avventura di due ragazze all'oscuro di tutto. Ma questa esperienza servirá a chiarire alcune cose o a confonderle di piú?
Storia scritta a quattro mani.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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-Pronto? Si, non c'é problema. Non si preoccupi, non accadrà più. Lo spero, almeno. Certo, certo. Prenderò ogni precauzione possibile-. La cornetta venne scaraventata sul telefono grigio con rabbia -Amie! Ti avevo detto che dovevi controllarti!- la voce aspra di James risuonava nella stanza -Hai distrutto la cartolibreria del centro!- fece una pausa. Chiuse gli occhi e si pizzicò la radice del naso cercando di calmarsi -Almeno non hai mandato a fuoco il centro commerciale-. Amy abbassò gli occhi sul parquet lucido 
-Mi dispiace. Ma una tizia con due zanne mi stava inseguendo - disse con fermezza. Non sembravano molto delle scuse. Ogni volta ne combinava una e stavolta, per prendere una scatola di colori dalla cartolibreria, aveva fatto un macello. Era entrata correndo ed è andata a sbattere sugli scaffali. Suo zio sorrise e il tono di voce si riaddolcí 
-Una...tizia con le zanne? Dai, non é niente. Dopotutto, eri andata lì con buone intenzioni, no?-. Lei annuì 
-Dovevo comprare i nuovi pennarelli per il corso di disegno, i bambini gli avevano praticamente distrutti- rispose. Doveva sempre cercare di rispondere come se fosse una ragazza normale, ma non lo era. Forse era pazza, forse no. Sta di fatto che riusciva a vedere cose al limite dell'impossibile. Cose davvero assurde.
 -Tanto per cambiare discorso...- cominciò suo zio -...oggi é un giorno particolare?-. Amy alzò lo sguardo fino ad incrociare quello del suo tutore. Che giorno poteva essere? Oh, giusto. Otto anni fa sua madre era morta in un incidente. Be, avrebbe anche potuto fare a meno di ricordarglielo. -Non ti ricordi? Oggi é il mio compleanno!-. Lei abbozzò un sorriso burbero. Era vero, quel giorno, otto anni fa, erano andati da James per il suo compleanno e mentre tornavano a casa...era successo tutto. Lo zio sembrò accorgersi di ciò che stava pensando e si rattristò -Lo so. Non é una bella data da ricordare. Ma oggi non voglio musi tristi!-. Amy tirò su col naso e annuì felice. Finalmente poteva godersi una giornata tranquilla come non le succedeva da anni. Qualcuno suonò al campanello.
 -Zio, vado io!- urlò scappando verso la porta di legno dell'ingresso. Sfrecciando fra le varie stanze, fece cadere un mobiletto e diversi quaderni poggiati sopra. Aprì la porta e sfoderò un sorriso tirato, sperando che non fosse il datore di lavoro di suo zio.
 -SARA!- gridò buttandole le braccia al collo -DA QUANTO TEMPO! SONO COSÌ FELICE DI VEDERTI!-. La ragazza con i capelli color fragola la squadrò per bene e si scansò dall'abbraccio 
-Numero uno- disse con voce calma e melodiosa -Ci siamo viste solo stamattina. Numero due: Cosa hai combinato stavolta?-. Amy la guardó fingendosi stupita
 -Oh, come puoi pensare una cosa del genere? Volevo solo essere piu gentile-. "Non ci crederà mai" pensò subito dopo.
 -Non ci credo- ribatté lei con una punta di ironia. "Ecco, appunto". 
-Ascolta, Sara. Oggi volevo davvero sembrare più felice perché oggi é.....mmh...il compleanno di mio ZIO JAMES!- pronunciò velocemente le parole sperando che lei ci credette -E poi oggi é una giornata fantastica, il sole che splende, gli uccellini che .. non ho preso i colori-
-COSA?!- sbraitò Sara facendo ondeggiare la treccia. Amy si morse il labbro 
-Eh....si. Torniamo agli uccellini che cinguettano e il cielo azzuro... -
-Non mi interessa il cielo azzurro!- replicò lei alzando le mani. -Perché? É tanto bello, non trovi?-. La ragazza sospirò cercando di ritrovare la calma, ma non ci stava riuscendo granché. Amy indicò la casa con due mani per invitarla ad entrare e lei accettò. Si sedettero sul divano rosso con una quantità industriale di biscotti. Fatti da James, ovviamente. Amy era davvero un disastro in cucina...e anche nelle altre stanze della casa, dopotutto. 
-Ti avevo dato un solo compito- cominciò Sara con una punta di rabbia -E non hai saputo portare a termine neanche quello! Cosa devo fare con te?-. Guardò Amy con tono accusatorio. Lei era più alta e quando si arrabbiava ti guardava sempre con lo sguardo "Mi-hai-delusa-tanto" che funzionava bene con i bambini. E a volte anche con gli adulti. Sara era adatta per fare la maestra di scuola elementare, e questo era il suo sogno. Le piaceva molto lavorare con i bambini.
 -M...mi dispiace- balbettò Amy guardando il terreno. Adesso sembrava davvero una bambina. Sara scosse la testa e sorrise con i suoi denti perfetti. Prese un biscotto e lo addentò. Mentre masticava, la stanza era piombata nel silenzio. Si riusciva solo a sentire James che fischiettava in cucina preparando la torta. Sara continuò a masticare ed Amy la guardó. Quella ragazza era, per lei, un modello da imitare. Avevano la stessa età, ma Sara era già adulta. Sapeva prendersi le sue responsabilità ed era sempre gentile con tutti. E poi non era una ragazza "perfettina". Per questo tutti la osannavano. Quel giorno, indossava un maglione verde chiaro con una scollatura a V, dei jeans e un paio di stivaletti neri. Al collo, una sciarpa gialla e verde e alcune ciocche di capelli erano colorate. Anche i bambini la adoravano. Amy, invece, non aveva molta dimestichezza con loro e passava più tempo con i ragazzi più grandi. Lei insegnava tiro con l'arco. Materia impegnativa, ma soddisfacente. James era stato il suo primo insegnante.
 -Bella, la maglietta- commentò Sara guardando Amy. Ecco, un altro suo pregio: dispensava complimenti ovunque.
 -Grazie, anche il tuo maglione mi piace- si affrettò a dire lei. Si guardò la maglietta nera con un cuore rosso disegnato a matita. Tentò di cambiare discorso -Senti...oggi che facciamo?-. Lei finì il biscotto e arrossì, senza darlo molto a vedere 
-Oggi...non posso, Amie-. James interruppe la conversazione, con grande sollievo di Sara
 -Ehi, ragazze. Esco un attimo e...non mandate a fuoco la casa. Sara, tienimi quella peste sotto controllo- ed uscì gongolante. Aspettarono che fosse uscito per continuare a parlare. Amy fu la prima 
-In che senso non puoi?- osservò la ragazza in viso, era molto facile capire come si sentisse. E in quel momento era abbastanza imbarazzata.
 -Eh...ecco..- annaspò lei in cerca di parole, ma Amy la zittì con un gesto della mano -Dylan-. Pronunciò il nome cercando di rimanere seria, ma con scarso successo. Ormai stava emettendo suoni poco dignitosi, cercando di trattenersi. Quando poi sembrò che stesse per vomitare l'anima dal naso, scoppió a ridere a crepapelle. Sara la fissò incredula. Amy non era certo il tipo da comportarsi così in pubblico, lei era sempre seria. Raramente sorrideva o rideva. In quei momenti, John la guardava affascinato. Ma ormai, come tutte le cose belle, anche lui era andato via. Partito? Scomparso? Trasferito? Nessuno lo sapeva più.
 -Amalia Watterson. Mi stai seriamente spaventando- dichiarò la sua amica poggiando le mani sui fianchi. Anche da arrabbiata era piuttosto carina.
 -Ok, va bene. La smetto- rispose lei alternando le parole a fremiti e risate. Dopo varie ricadute, fece un respiro e chiuse gli occhi sorridendo. Gli riaprì -Quando? A che ora? Dove?- chiese precipitosa. Gli occhi le scintillavano dalla curiosità. Sara sorrise debolmente 
-Domani alle cinque-. Amy stava per saltare dalla gioia, quando si bloccò -Ma...e la noiosa conferenza su nonmiricordocosa?-. Sara fece spallucce 
-Non si fa più. Abbiamo il pomeriggio LIBERO- si alzò e respirò profondamente. Amy si sdrusciò le gambe imbarazzata, non sapeva cosa avrebbe fatto quel pomeriggio. Di solito usciva con Sara, Dylan e John. Ma da quando John era andato via, Sara e Dylan uscivano sempre da soli. Ed Amy rimaneva sempre da sola.
 -Ehi. Ti dispiace?- la voce mielosa di Sara la risvegliò dai suoi oscuri pensieri. Dopo qualche secondo, Amie si ricordò della domanda e pensò ad una risposta "Si che mi dispiace! Mi fai stare sola!". Sorrise
 -No, certo che no. Divertiti-.

Scritta da : Gina. 
  
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