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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    12/02/2014    1 recensioni
[SiberianFamily][KidoFamily][Marinas]
Tre realtà, apparentemente lontane ma legate dalle persone che le compongono.
Due famiglie e un gruppo di guerrieri votati alla stessa Pace.
^Passano altri lunghissimi minuti, l'unico suono che si sente nella stanza è il respiro lievemente accelerato di Isaac e il crepitio del fuoco.
Poi, alza la testa, con gli occhi velati di lacrime e un sorriso tremulo sulle labbra che sussurrano due parole soltanto.
“Voglio incontrarla.”^
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siberian Tales'
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FACENDO PACE COL PASSATO

CAPITOLO 3

L'ALBA DI UN NUOVO GIORNO


POV SAORI

Li sento, sono arrivati e un sorriso mi sale alle labbra prima che il mio sguardo inizi a vagare distratto sui volti degli ospiti che si trovano qui già da qualche giorno: fin da poco dopo cena, ci siamo riuniti in questa stanza e le parole scambiate non sono state poi molte, ma sapevamo tutti che sarebbe stata questa la sera fatidica.

Julian Solo mi guarda con espressione indecifrabile ma la Sua coscienza divina appena appena percepibile parla per lui: questa pace è fortemente voluta.

Al suo fianco – non è possibile ignorare quella presenza che cerca di essere discreta ma che splende più del Sole per l'amore che la lega al suo Signore – siede compostamente Siren, il flauto stretto in pugno e la mano libera stretta da quella di Julian stesso.

Accanto a me, invece, siede Saga mentre Kanon è testardamente poggiato contro il muro da ore, fissando l'oscurità al di là della finestra senza proferire verbo.

Comprendo che questo incontro sia fonte di tensione per tutti – ma soprattutto di imbarazzo e foriero di pensieri disagevoli che neppure la morte è riuscita a lavare via – ma la fiducia che ripongo in loro non tanto in quanto guerrieri ma in quanto esseri umani desiderosi di vivere mi spinge a credere che dal sangue possa venir fuori qualcosa di buono per tutti noi.

Infine, la porta si apre con un cigolio che non ci coglie impreparati e, sulla soglia, compaiono Seiya e Jabu: “Eccoci!” grida il mio Pegaso, tirando in avanti una figuretta tremante, coadiuvato da un Jabu sghignazzante.

Sono tutti qui.

I miei ragazzi, i miei guerrieri.

Le mie stelle.

Mi alzo con un movimento fluido dalla poltrona in cui sono sprofondata, il mio abito ricade con un fruscio e mi copre fino alle caviglie; la soglia si affolla di figure e un basso vociare risuona nel corridoio.

Entrate,” dico con un sorriso accondiscente: “C'è spazio per tutti.”.

Mi avvicino mentre la porta infine si richiude dietro le spalle di Ikki e tendo la mano verso questo sparuto cucciolo che non riesce ad alzare lo sguardo verso di me.

Sono lieta che tu abbia accettato il mio invito, Isaac.”, lascio che le mie parole vengano permeate del Cosmo divino e che il loro tocco rilassi i suoi nervi fin troppo tesi mentre il mio cuore si crepa una volta di più; io e Julian ci guardiamo per un attimo soltanto ma nei suoi occhi leggo la medesima sofferenza.

Questa guerra è servita solo a ferire senza ottenere null'altro che dolore.

Nessuno di noi ha vinto perchè abbiamo perso in egual misura.

Nel nostro essere volubili, noi Divinità abbiamo calpestato le vite di chi ci stava accanto, di chi ci amava e di coloro i quali a nostra volta amavamo.

Lo vedo nelle mani di Siren strette spasmodicamente alle sue, nello sguardo preoccupato di Saga rivolto alla schiena muta di Kanon e dello stesso che, lo so - so che quella prigione perseguita i suoi sogni - ricorda la sensazione dell'acqua gelida di mare riempirgli i polmoni.

Sono felice che anche voi siate riusciti a raggiungerci.” mi rivolgo poi a Camus, comparso alle spalle del suo allievo, e a Milo, Shun, Hyoga.

Sono venuti tutti.

Visto, Saori?! Sono tornati anche i due piccioncini!” Seiya ride infantilmente mentre cinge di slancio le spalle di Shun e lo abbraccia con tutta la forza che può: “E Isaac è estremamente educato per essere cresciuto col pennuto.” aggiunge.

Scoppio a ridere, non riesco a trattenermi, e nascondo la bocca dietro la mano.

Lo sguardo di Isaac è ancora tenuto ostinatamente basso e trema.

Non devi avere paura, Isaac...” gli sussurro, prendendogli le mani gelate e forzandolo ad alzare gli occhi: “Siamo qui per la pace.”

Finalmente, vedo il suo collo muoversi impercettibilmente e, lentamente, la testa si alza e i nostri occhi s'incrociano: quanta tristezza leggo in loro ma anche quanta disperata volontà di vivere!

Avevo ragione.

B-Buonasera...” riesce infine ad articolare e non posso fare a meno di sorridere: devo essere spaventosa per lui.

Buonasera.” rispondo io, inchinandomi come la mia cultura di adozione impone.

Non sono Athena, stasera, sono solamente Saori Kido e lui è un ospite importante al pari degli altri.

Lui sembra sbalordito dinanzi al mio comportamento ma ricambia goffamente il mio saluto alla medesima maniera.

Camus mi guarda con riconoscenza e io annuisco.

Ogni vita in questa stanza mi è importante e preziosa e voglio onorarla come merita.

Vieni, andiamoci a sedere.”

POV ISAAC

E'... è incredibile.

Athena è qui davanti a me, questa Divinità bambina per cui la mia famiglia ha sacrificato tanto è dinanzi ai miei occhi increduli e mi sta tenendo con forza la mano; sento una strana energia fluire nel mio corpo tramite le sue dita, un Cosmo caldo e calmo, luminoso.

Lo ricordo.

Lo ricordo chiaramente.

Negli Abissi Sottomarini, mentre le mie mani si macchiavano di sangue...

Lei era lì, è sempre stata lì e il suo Cosmo era ovunque: impalpabile, certo, ma in un certo senso riuscivo a sentirlo, percepivo che anche lei stava combattendo al fianco dei suoi.

Tremo.

Le ginocchia mi cedono per un attimo e scivolo a terra, portandola giù con me: il cuore è pieno di lacrime, la gola non riesce ad articolare alcun suono e non riesco a frenare le lacrime che si affollano ai miei occhi.

Le sue braccia sottili cingono la mia vita e lei accompagna la mia caduta con delicatezza, stringendomi e abbracciandomi con un calore che mai, in vita mia, ricordo di aver provato.

Non importa che altri vedano le mie lacrime perché non è più necessario nasconderle.

Attorno a noi si fa silenzio – le occhiate preoccupate di Milo-papa e del Maestro mi pungono la schiena come tanti aghi appuntiti – mentre il suo Cosmo mi calma e mi tranquillizza.

Quando infine riesco a frenare il pianto, la prima cosa che vedo è un fazzoletto ricamato che danza davanti ai miei occhi e i suoi, grandi e azzurri come il mare che ho abbandonato tempo fa e di cui è il Signore indiscusso, alla stessa altezza dei miei: ne riconosco il sorriso e l'aura divina che si amalgama con quella di Athena.

Prendi,” mi dice, avvicinandolo ancora: “Asciugati gli occhi.”.

Con un cenno del capo e le mani che tremano, accetto e comincio a tamponare delicatamente le palpebre umide: è morbido, caldo.

Ha l'odore del mare eppure anche quello della terra, della pace.

Una mano sottile, cinta da una vaporosa manica a sbuffo bianca come la neve, infine, compare accanto a noi e, alzando lo sguardo, sento il cuore balzarmi in gola.

Il pavimento non è comodo per parlare.” Siren sorride come un tempo e capisco che la fonte non può essere che la presenza del Nobile Poseidon al suo fianco: anche allora era sempre così, Siren sorrideva unicamente per il nostro Signore comune.

Mi tremano le gambe, temo che le ginocchia non mi reggano, ma cerco di afferrare quest'ancora di salvezza lanciatami e mi tiro su grazie al suo aiuto: cingendomi con forza la vita, però, è un altro a sorreggermi e a guidarmi fino al più comodo divano, qualcuno che mai avrei pensato di rivedere.

Qualcuno che sembra essersi sdoppiato davanti a me.

Sea Dragon...”

Ne osservo i movimenti mentre una sorta di timore irrazionale sembra afferrarmi: anche lui è qui, perché? Non è per colpa sua se abbiamo in gran parte perso la vita? Davvero dei Marinas di Poseidon siamo rimasti davvero solo noi tre?

Nel mio cuore comincia a farsi strada una sorta di rabbia: come mai Athena l'ha chiamato al suo cospetto? E chi è la persona identica a lui, che siano legati dal sangue come fratelli e quindi dall'animo cattivo al suo pari?

Mi aiuta a sedermi ma io non riesco a provare nei suoi confronti la stessa gratitudine che ho provato nei confronti di Siren e del Nobile Poseidon: le nostre mani si sono sporcate di sangue per colpa sua.

Si allontana infine da me – credo abbia percepito la mia ostilità e Athena non me ne voglia, non riesco ad essere del tutto lucido – e non posso fare a meno di spiarne i movimenti mentre va a posizionarsi vicino alla finestra più lontana da me, da tutto il gruppo, come a volersi isolare.

Con la coda dell'occhio, vedo Hyoga e Shun osservarsi con espressione cupa e scambiarsi sguardi eloquenti con i loro fratelli: cosa staranno pensando?

Ti chiedo scusa al posto di mio fratello.”

Sobbalzo all'udire una voce non dissimile da quella di Sea Dragon ma più pacata e amichevole: non ho sbagliato intuizione, mi dico, mentre i nostri occhi s'incrociano.

Il mio nome è Saga, Gold Saint di Gemini. Kanon è mio fratello, posso assicurarti personalmente che tutto il suo passato lui l'ha accettato e le sue colpe le ha espiate e le espierà continuamente finchè avrà vita.”

Un'improvvisa stanchezza mi assale mentre mi perdo in questo suo sguardo verde penetrante e scuoto la testa con amarezza, non riesco del tutto a comprendere: “Non erano un mistero per nessuno le sue azioni ma il sangue che ha sporcato le nostre mani per suo volere difficilmente se ne andrà, così come la tristezza e il risentimento.”.

Non è il perdono che lui vuole,” Saga si accomoda al mio fianco e mi studia con espressione benevola: “Il perdono non è quello che noi vogliamo. Ambedue ci siamo macchiati di efferati delitti che difficilmente verranno dimenticati e che specialmente noi vorremmo dimenticare, vogliamo che ci servano come monito e avvertimento per il futuro. Ma lui è qui perché, come te e come me, è stato riportato indietro dalla morte e la Dea Athena lo ha voluto nuovamente sotto di sé. I suoi sensi di colpa sono i tuoi, i vostri sensi di colpa sono anche i miei e di tutti coloro che sono in questa stanza.”.

Le sue parole mi scuotono nel profondo e non posso fare a meno di guardarmi attorno, come spaesato.

Siren si è materializzato accanto a me: è vero, è tutto vero.

Ho chiesto io a Kanon di presentarsi qui. Medesimo invito è stato esteso anche a Siren e a Julian-kun, che a me e alla mia famiglia è ormai legato da un forte vincolo di amicizia oltre che di retaggio divino.” Athena è ancora in piedi e la sua presenza sembra troneggiare su di noi malgrado il suo splendido sorriso: “Ho pensato che, come i miei Saint sono riusciti a ritrovarsi, come la mia famiglia è riuscita a rimettersi assieme, allora forse potevo fare qualcosa per mitigare le vostre sofferenze, ricucire i rapporti che scelte e comportamenti sbagliati hanno reciso tempo fa... Isaac...” si rivolge a me con un tono supplice che non posso ignorare, “Credo tu abbia preso coscienza del fatto che nessuno, tra queste mura, ti porti rancore. Non lo porta Hyoga, non lo porta Shun e neppure i miei altri ragazzi. Quando ho mandato quella lettera, sapevo che sarebbe stato difficile ma...”.

Scuoto infine la testa, le mani tremano ma mi impongo di calmarmi: non è così che volevo mostrarmi al cospetto della Dea, per primo io ho sbagliato; sento una profonda tristezza permeare il Cosmo di Sea Dragon o Kanon che dir si voglia e comprendo che hanno tutti ragione.

E quanto è vero che il mio nome è Isaac, questo cerchio si chiuderà stasera.

POV KANON

Non ho intenzione di muovermi da qui.

Non ho il diritto di muovermi da qui e di stare in mezzo a loro.

Osservo il buio al di fuori di questa casa e mi pare voglia nuovamente inghiottirmi, ghermire questa mia anima fragile e volubile e lanciarmi in un baratro da cui, difficilmente, questa volta potrei risalire neanche se tutti gli Dei uniti si alleassero per tirarmi fuori.

Resterò qui, aspetterò che la tempesta sia passata e affogherò nel rimpianto e nel rammarico.

La lucidità delle mie azioni passate mi colpevolizza ancora di più, senza addurre ad esse la buonafede di una mente ottenebrata: a volte, mi chiedo come abbiano fatto a perdonare un cuore nero come il mio, come abbiano fatto ad accettarmi senza troppi problemi come un loro compagno.

Milo, cosa ti ha spinto? Sono stato responsabile della pazzia di mio fratello e della strage di persone che reputavi amiche sincere, ho contribuito a portare alla morte la persona a te più cara, volevo eliminare la Dea per cui ora darei la vita, la stessa che, a sua volta, salvò me così tanto tempo fa.

Come hai potuto trovare in te la forza di prendere su di te parte del mio fardello e aiutarmi a espiare i miei peccati?

Perchè nessuno di noi è perfetto e abbracciare gli errori degli altri e farli nostri ci aiuta a fare luce anche in noi stessi.”

Sobbalzo nell'udire una voce fin troppo familiare alle mie spalle ma non riesco a voltarmi: ho paura di rivedere in quegli occhi lo stesso cieco disgusto di poco fa.

Ho sbagliato prima. E' stata una reazione esagerata dovuta all'emotività del momento, non avrei dovuto crogiolarmi in un tale disprezzo quando era chiaro a tutti – solo io non riuscivo a vederlo – che tu per primo ti sentivi a disagio in mia presenza...”

No, Isaac di Kraken, non è colpa tua qui.

Sea Dragon... Anzi, no, Kanon. Io non avevo idea che solo noi fossimo tra i sopravvissuti, io per primo non dovrei neppure trovarmi qui e mi ero ripromesso di dimostrare che meritavo questa seconda vita agli occhi della Dea che i miei fratelli e i miei due padri.” non posso fare a meno di sorridere appena nel vedere, con la coda dell'occhio, Camus irrigidirsi, senza dubbio ha sentito tutto.

Ma non ero preparato a tutto questo. Non avrei mai sperato di rivedere il Nobile Poseidon e neppure Siren, non avrei mai pensato di vederli così uniti. E non mi sarei mai sognato di vedere anche te. Non posso dimenticare quel che è successo perchè ci saranno sempre tante piccole cose a ricordare quel che sono stato e quel che ho fatto, ma ora capisco perchè sono stato chiamato qui e perchè la Dea abbia voluto a tutti i costi che ci incontrassimo.”

Non posso più continuare a dargli le spalle, non riesco a ignorare la sua mano tesa che attraversa il mio animo.

Mi volto di scatto e lo guardo, sentendo un macigno sprofondare nel mio cuore.

Sta piangendo ma la sua mano che trema è ancora tesa verso di me... Vuole che la afferri?

POV JULIAN

Lo svolgersi degli eventi davanti ai miei occhi è quanto di più intenso io abbia mai visto.

C'è così tanta amarezza da ambo le parti che l'aria si sta facendo pesantissima, insopportabile da reggere; Siren, al mio fianco, mi stringe forte la mano, attirando la mia attenzione perduta chissà dove, forse nel cuore di questa tempesta di anime inquiete.

Mi manca il respiro: le loro mani si stanno stringendo, entrambe sono incerte, spaventate come i loro possessori ma è indubbio, si sono accettate e hanno riconosciuto il vicendevole calore e la vicendevole appartenenza a questa vita.

Non più Marinas, non del tutto Saint.

Una vita a metà che solo la reciproca riconoscenza dell'altro è riuscita a rendere nuovamente completa.

Era l'ultimo tassello che mancava a questa pace così fortemente voluta: errori e sbagli non hanno più ragione di pesare su di noi, non più e da qui ricostruiremo ogni cosa.

Palazzi, case, terre... persone e vite.

In qualche modo, ha smesso di piovere su di noi e ora è tornato il Sole.

I nostri fantasmi si sono mitigati e abbiamo finalmente fatto pace con quella pesante spada di Damocle che è il nostro passato.

Mi avvicino – Siren non si allontana di un passo da me e cammina in perfetto sincro – e poggio le mie mani sulle loro spalle: non c'è bisogno di parlare.

Hanno capito.

Dalla finestra passa una debole luce: è già giunto il giorno?

POV ISAAC

Nel mio cuore non c'è più paura né disprezzo.

Le nostre mani sono ancora strette, i Cosmi si studiano e cercano di riconoscersi e la nostra muta promessa arriva fino alle stelle che ormai stanno sparendo dalla volta celeste per il giungere della mattina.

Il percorso che il Sole stesso sta illuminando con questa nuova, radiosa alba è quello che, da adesso in poi, seguiremo: cammineremo alla luce, a testa alta, cammineremo con le persone che amiamo e per loro.

E' un nuovo giorno.

Grazie, Athena...


La Fin

   
 
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