Il mattino dopo mi alzai felice. Ma un “felice” pieno. Un “felice” come pochi. E ne avevo bisogno. Andai a scuola con una voglia matta di parlare con Anna, con i miei compagni di classe, con i professori e perchè no, pure col bidello rompipalle. Avevo voglia di dire a tutti che avevo rincontrato Andy, che Alex me l'aveva fatto rincontrare.
Ma poi c'era quel dubbio. Ero felice per il ricordo di Alex o per la presenza di Andy? Non riuscivo a trovare risposta. Entrambe erano possibili. Entrambe erano corrette. Cosa difficile la felicità! La aspetti di continuo e quando arriva non capisci più niente. Un po' come l'amore. E spesso amore e felicità vanno a braccetto. Un po' come me e Alex quando di sera ci piaceva passeggiare insieme. La felicità e l'amore: strettamente collegati. Se uno si innamora è felice, se uno è felice si innamora. E non mi riferisco sempre alle persone. Se sei felice tutto ti appare più bello e interessante. Anche le nuvole o i fiori.
Al pomeriggio mi incontrai con Alex. Ogni tanto mi dava qualche ripetizione di matematica. Ero ancora insufficente e l'anno stava per finire.
Oh vedi che stai cominciando a capire, stai migliorando! -
-Guarda che passare da 4 a 5 non significa nulla! E' sempre insufficente! - risposi io fingendomi arrabbiata.
- Vabbè ma è già qualcosa! - mi fece l'occhiolino.
Adoravo
quando faceva così. Andammo poi a mangiare un gelato e scherzando
gli sporcai il naso di amarena. E lui fece lo stesso con me. E poi
diventammo improvvisamente seri. I suoi occhi incrociarono i miei.
No cavolo, ditemi che non sta succedendo.
Ditemi che non mi sto innamorando.
Non puo' succedere ancora.
Gli
sorrisi e mi alzai. Mi pagò il gelato e mi riaccompagnò a casa. Ma
mentre stavo scendendo dalla sua auto mi prese la mano. Ci
guardammo intensamente e i suoi occhi azzurri penetrarono i miei.
Avrei voluto tuffarmi in quell'oceano. Forse per cercare Andy o
forse per stare dentro Alex.
-
Aspetta – dissi stringendomi il polso.
Non
sapevo cosa fare. Non sapevo se ascoltarlo e decidermi a tuffarmi o
andarmene cercando una scusa per rientrare a casa. L'oceano era
tremendamente bello per ignorarlo.
- Si?
- che stupida. Solo questo sapevo dire.
- Ti
devo dire una cosa... non è facile, ma devo dirtelo. Ci conosciamo
da poco, prima di quella notte in ospedale non avrei mai pensato di
arrivare a questo punto e non avrei mai pensato che una ragazza
diventasse talmente importante da farmi sorridere anche solo a
pensarla. So che magari stai ancora male per Andy e che io potrei
passare addirittura per un traditore nei suoi confronti e non hai
nemmeno tutti i torti ma vedi.. -
Mi
guardò negli occhi. Si avvicinò e il mio cuore iniziò a battere
troppo forte da aver paura che lui sentisse il rumore che faceva il
mio petto. Mi prese le mani tremanti.
-
Laure, tu mi piaci. - chiuse gli occhi un attimo. Un attimo che fu
tremendamente lungo. Allora mi decisi: lo baciai. Non se lo
aspettava.
-
Anche tu mi piaci. - ci abbracciammo.
Ero
felice come a scuola quella mattina stessa e forse un po' di più.
Ecco l'avevo detto, amore e felicità vanno a braccetto. E lui era
l'amore e io la felicità. Lui era intenso, forte, essenziale,
rosso. Io allegra, viva, desiderata, bianca. E il cielo si tinse di
rosso, bianco e blu. L'amore, la felicità e l'oceano dove quella
sera mi buttai e dove trovai Alex. Dove però abbracciai anche Andy.
Ci baciammo ancora, e ancora.
-
Credo sia ora di andare, ci sentiamo... - lo baciai per un'ultima
volta e sorridendogli chiusi la porta.
“L’amore ti salva. Ti fa perdere la ragione, ti fa impazzire, ti da un motivo per cui svegliarti ogni singola mattina.
L’amore ti fa vivere.