Mione
1 – Draco 0 (ancora
una volta le palle di pelo hanno la meglio…)
-XXXVII
atto-
Harry
era a lavoro ma Draco aveva la giornata libera… dei pix
avevano invaso il piano
dove lavorava lui e pretendete che Lui, andava a lavoro quando il suo
ufficio
era in cotale condizioni?
Appena
svegliato si era trovato un biglietto, in cucina, assieme alla
colazione pronta
in tavola.
Ti
ho preparato la
colazione.
Ricordati
che alle 17
viene l’elettricista.
Ti
amo.
Harry.
Draco
glissò sui mille cuoricini che magicamente uscivano dalla
lettera che Harry
aveva incantato e quindi, la dovette bruciare per farle smettere di
baciarlo.
Così come evitò di puntualizzare e fissare lo
sguardo grigio sui cuoricini che
Harry faceva al posto dei puntini sulle i.
Poi
il pensiero ricadè sulla seconda riga.
L’elettricista! No, non poteva venire un
altro giorno vero? Proprio in quello dove lui era a casa… ma
che fortuita
circostanza è mai questa? Eh, ma qui non stiamo mica a
pettinare le barbie!
-MAOOOO-
Ecco
la sua piaga numero due per eccellenza… era passato del
tempo e la micettina
era cresciuta, mettendo sempre più pelo e.. andando in
calore… Draco doveva
ammettere, almeno a se stesso, anche se era alquanto difficile, che,
per una
volta nel corso dei secoli, lui e
Mione,
infatti, quando si sdraiava, si metteva a culo pizzo verso
l’alto. La natura,
ok, ma la cosa è MOLTO divertente… e serviva a
gonfiare di più l’ego di Draco
che ogni volta se la rideva come un matto. Contando che Mione si
strusciava
contro ogni cosa le capitava a tiro.
DRIIIIIIINNN
Ma
ecco un’altra piaga. Draco, accortosi solo in quel giorno che
il tempo scorre
anche troppo veloce delle volte, si alzò ed andò
ad aprire la porta.
-Salve-
fece tranquillo l’uomo vestito di una salopette blu.
-….-
salutò Draco con la stessa faccia ed enfasi che Harry
riserverebbe a Piton.
L’elettricista,
sudando freddo, si diresse verso il luogo del lavoro; il terrazzo
dell’appartamento (ovviamente NON in quello su cui
spadroneggiava Attila… anche
se TUTTE le stanze erano di quella palla di pelo ninfomane) dove
bisognava
mettere le luci esterne per l’estate. Draco lo
seguì, puntandolo come un
mastino e girandogli attorno come un avvoltoio pronto a mangiarsi la
preda una
volta morta fulminata dai cavi della luce.
Dopo
alcuni minuti di silenzio, l’uomo blu iniziò a
spiegare a Draco come li avrebbe
dovuti mettere e dove avrebbe dovuto far passare i cavi, per sapere se
andava
bene ed avere l’approvazione. A questo punto Draco seguiva
con attenzione le
parole dell’uomo per capirci qualcosa ed evitare una scenata
isterica da parte
di Harry al suo rientro perché le luci erano messe male. E
poi non voleva una
ciofeca di luci alla rinfusa!
Mentre
l’uomo spiegava, indicando i vari punti, Mione scelse proprio
quel momento per
uscire dalla portafinestra e decidere di familiarizzare con
l’elettricista.
Mione
si mise sdraiata a culo pizzo e prese ad indietreggiare e a strusciarsi
il
posteriore sul piede e la caviglia dell’uomo che, anche se in
imbarazzo,
proseguiva cercando di essere il più professionale possibile
e facendo finta di
nulla e il risultato era soddisfacente… ma non si poteva
dire la stessa cosa di
Draco; era indeciso se sotterrarsi prima per la vergogna e poi
ammazzare quella
gattaccia oppure prima ammazzare la gattaccia e poi sotterrarsi per la
vergogna…
Decise
di farsi forza e, dando calcetti accompagnatori a Hermione cercava di
allontanarla il più possibile
dall’elettricista…
-Si…
ok… capito… Granger staccati gattaccia
ninfomane…- bisbigliava.
-Come?-
-Nulla!-
strillò per poi dare un altro calcio ad Hermione
–Granger smettila!- sbottò
sotto voce cercando di mantenere il suo sorriso finto cordiale che mise
paura
all’uomo blu.
Quando
l’uomo blu, con somma gioia di Draco e di se stesso,
finì e se ne andò, Draco
parlò a Mione.
-Merlino
santo che figuraccia! Mai più! Capito Granger?