LXIV.
Conosci te stesso
(Hydra Ichi)


La prima volta s’è issato in spalla lo scrigno dell’armatura dell’Idra, si è voltato e ti ha scoccato un sorriso smagliante. «Vado e torno!», ha esclamato, baldanzoso, un pollice sollevato come a dirti: «Vedrai. Vincerò l’Armatura d’Oro in un battibaleno!». Ma oggi, quando prende le sue cose e si avvicina all’uscio, noti che qualcosa, nel tuo allievo, è cambiato.
«Io vado», dice. Con i suoi capelli da punk e l’aria trasandata, sì; ma con la serietà del Santo nella voce. Perché stavolta non parte per un pezzo di latta. Stavolta, parte per Athena.
«Conosci te stesso.¹»
«E niente in eccesso.²» 



Note:
^1: La formula greca γνῶθι σεαυτόν ( gnothi s'autòn, conosci te stesso) si ritrova incisa sulle pareti del tempio di Apollo a Delfi, è un'esortazione per l' uomo a riconoscere i propri limiti, evitando in tal modo di peccare di ὕβϱις (ubris, traducibile con tracotanza, anche se il ventaglio semantico di questa parola è molto, molto ampio);

^2: La locuzione μηδὲν ἄγαν (meden aghan, nulla in eccesso), attribuita a Solone di Atene, uno dei Sette Saggi, è un'altra incisione che si trova all'interno del tempio di Apollo a Delfi, e che, come la precedente, esorta a vivere con moderazione. 

Nel mio headcanon queste due formule sono usate in un botta e risposta tra chi saluta qualcuno che sta per partire per una missione («Conosci te stesso»), e colui che parte («Niente in eccesso»). In questo caso, il maestro di Ichi, che non ho la più pallida di come sia fatto - anche se nella mia zucca è una donna - e quello sciammannato di Ichi.