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Autore: _haribooinlove    13/02/2014    23 recensioni
-ciao, sono Harry-
Afferrai la sua mano un po’ seccata. –Lily-
-tanto piacere, Lily- sorrise.
-il piacere è tutto tuo..- borbottai.
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-mi sposo!- annunciò May di botto.
-oh mio dio. E’ magnifico..- sussurrai -e me lo fai vedere o no il tuo futuro marito?- chiesi divertita.
-si chiama Harry Styles-
Un momento.. Harry Styles?
Risi.
-che buffo.. quando ero piccola il mio vicino di casa si chiamava Harry Styles. Era una vera rottura.. Eravamo ‘amici’ però poi tutto d’un tratto traslocò, da quel giorno non lo vidi mai più-
May sorrise, però non facendo molto caso alle mie parole. –ti faccio vedere una sua foto-
Mi porse il suo cellulare e ammirai lo sfondo.
(...)
-May non capisci, lui è Harry, il mio vicino di casa rompiscatole!-
Restammo qualche secondo in silenzio, lei perplessa ed io con la bocca aperta che fissavo Harry.
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Cioè, avevo capito bene? Una lunghissima settimana in compagnia (forzata) di testa di cespuglio?!
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-Mi hai stufato Lily!-
Rimasi atrofizzata, rovinata da quelle quattro parole che mi erosero dentro.
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Mi prese la testa nelle mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi, non sapendo che fu in quel momento che cambiai tutte le certezze che avevo su di lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho sempre pianto per cose futili, come la decapitazione, da parte di mio cugino, delle mie amate barbie all’età di sei anni, per le mie tette sproporzionatamente piccole alle medie, perché ero l’unica ragazza di sedici anni a non avere il motorino e l’unica a diciannove a non avere la patente. Ho sempre versato laghi di lacrime sul divano di casa mia, formando un pavimento di fazzoletti usati e umidicci, l’ho sempre fatto. Come ho sempre pianto per amore.
Vi posso sembrare la più cinica delle persone, ed è anche vero, ma per me l’amore è la più futile delle futilità.
Ho sempre affermato questo, ma ci sono anche caduta, nell’amore intendo.
Compio quest’erroraccio da quando avevo nove anni, forse è stato proprio in quel periodo che m’innamorai per la prima volta. E sapete di chi? Proprio del ragazzo per il quale ora sto piangendo.
Proprio di Harold Edward Styles, quel bamboccio tutto boccoli e niente cervello.
Lo so, lo so. E’ dall’inizio di questa strana avventura che vi ripeto che ho sempre affermato che Harry è una testa di cespuglio senza materia grigia, ma non ero del tutto sincera.
Ora potreste anche smetterla di leggere e mandarmi al diavolo, lo comprenderei, ma voglio comunque raccontarvi del mio grossissimo errore, e cadere nell’autocommiserazione, perché si sa, è stata tutta colpa mia!
Correva l’anno duemila, ed io ero nella mia cameretta, che facevo ammazzare le mie barbie l’un l’altra, come sempre d’altronde. Sì, voi quando immaginate una bambina che gioca con le proprie bambole pensate che le veste, le sveste, le fa fare le passerelle, andare a cavallo e cantare le canzoni delle Winx. Beh, dovete sapere che io non ero così, i miei giochi erano un mix di “Beautiful” e “Jersey Shore”.
Ero molto perversa per la mia età, ma nel tempo sono migliorata.
Comunque, ero sul letto con questa distesa di bambole sulle coperte e sentii dal piano di sotto la voce di mia madre…
 
-Lily, c’è Harry! Vieni giù-
-non ho intenzione di vedere quella palla di pelo! Caccialo via!-  urlai, sventolando impazientemente Britany e Chloe, le due conigliette di playboy che stavo facendo scannare per il titolo di “coniglietta del mese”.
Sentii la maniglia girare e poi qualcuno aprì la porta. Come volevasi dimostrare, quella testa calda del mio vicino era entrato in camera mia.
Non mi persi in convenevoli, non lo facevo mai con lui.
-cosa vuoi, Harry?- sbottai, infilando le piccole mani di Chloe nei capelli biondi platino di Britany e imitando un urlo.
-giocare con te! Perché ammazzi le barbie?- chiese lui, sistemandosi di fronte a me.
Era una bella giornata di primavera, la vetrata della mia camera era aperta e il venticello che entrava dalla finestra mi faceva capitare piccole ciocche di capelli sul viso, che scostavo con un soffio. Perchè doveva esserci Harry a rovinarmela?
-io non voglio giocare con te. Ce l’hai una sorella! Vai da Gemma- protestai.
-ma Gemma sta con le sue amiche!- ribatté lui infastidito –quelle vogliono piastrarmi i capelli e tingermi le unghie, io voglio stare con te-
Levai gli occhi al cielo. Che darei io per piastrarmi i capelli e tingermi le unghie, e lui si lamenta! Maschi, chi li capisce.
Senza aspettare una mia risposta prese Ken e iniziò a dondolarlo per il braccio, cercai di levarglielo dalle mani ma non me lo permise.
-Harry smettila!- piagnucolai –così gli spezzerai le ossa! Ho già pagato fin troppo l’ospedale per Jenna, perché Susy le aveva tirato un pugno in faccia!-
Sono molto perfide le mie barbie.
-le bambole sono di plastica, stupida! Non hanno ossa!- mi fece la linguaccia con fare presuntuoso e iniziò a far fare a Ken le acrobazie in aria, aprendogli le gambe e facendolo girare come una trottola.
Ora vomiterà e Barbie poi chi la sente!
-sì che ce l’hanno le ossa, hanno anche il cuore, quello di Ken fra un po’ si fermerà se continui a torturarlo!- protestai. Da grande potrei entrare in politica, sono molto convinta sui miei principi filosofici.
-no invece- continuò lui fermandosi di scatto e tenendo la bambola per il braccio –guarda!-
Si sentì uno scatto, Harry aveva spezzato il dorso di Ken.
Spalancai la bocca ed esplosi in un pianto liberatorio. Quale mostro uccide Ken?!
-sei un assassino!- spolmonai, levandogli dalle grinfie le due parti del fidanzato di Barbie –l’hai ucciso! Ti odio-
Stampai la faccia sul cuscino e iniziai a singhiozzare, tenendo quel che restava di Ken pressato sul petto.
Qualche minuto dopo sentii una mano leggermente sudata e calda sulla mia clavicola.
-scusami…- sussurrò Harry alle mie spalle.
Mugugnai un “vai via” con la faccia sulla stoffa morbida di quello che sarebbe sempre restato il mio unico amore: il cuscino.
Lo sentii alzarsi, zampettare fino alla porta e chiudersela alle spalle.
Dovevo aspettarmelo. I maschi fanno casino e poi, da veri codardi, scappano via con la coda tra le gambe! Tutti uguali.
Ecco perché Chloe (la barbie bruna) tirò un calcio nelle parti intime di Mason (il suo ex) quando lo vide civettare e mangiare un gelato con Lola.
Ma perché è capitato proprio a me!?
Rimasi qualche minuto inerte sul letto, che guardavo il mio povero Ken, spezzato a metà.
Poi la porta si riaprì.
Mi misi sui gomiti per vederci meglio e notai ancora una volta i suoi capelli, i suoi maledetti capelli!
Ma non gli avevo forse detto di andare via?
-ora chiamo la mamma!- lo minacciai.
-tanto a tua mamma sono simpatico- disse lui, sorridente –per scusarmi…-
Mi porse un pacchetto di Haribo, lui sapeva che erano le mie preferite.
Rimasi colpita da quel semplice gesto. Così piccolo, ma così forte. Per una ghiottona di caramelle come me, ricevere in regalo un pacchetto di Haribo è più di dieci Ken, con tanto di bicipiti.
-grazie…- sussurrai.
-le ho prese dal nascondiglio segreto- mi confessò lui beffardo –la mamma non lo sa che le mangio, dice che hanno un effetto strano su di me, quindi shh- si mise l’indice sulle labbra e ridi leggermente, assaporando un orsetto arancione.
-qual è il gusto che ti piace di più?- chiese poi, mangiucchiando una di quelle caramelle a forma di uovo ad occhio di bue.
Ci pensai qualche secondo su –mhh- mormorai, fissando la bustina colorata contenente quella delizia –direi l’arancia-
-allora quando ci sposeremo, come regalo, ti comprerò una piscina piena di haribo all’arancia. Gli orsetti, i coccodrilli, tutto! Tutto all’arancia!- promise lui, gesticolando allegramente. Ecco qual'era l'effetto strano...
“quando ci sposeremo” è una realtà molto inverosimile, per come l’immagino io.
-un’altra opzione?- proposi scherzosa.
-il nostro matrimonio non è un’opzione. E’ una certezza, noi lo faremo- riprese lui, sorridente.
Sembrava quasi un uomo realizzato. Wow, a soli otto anni.
-io voglio Britany come damigella e voglio anche che Chloe che ha il fazzoletto bagnato di lacrime quando guarderà il mio bellissimo vestito! Lo voglio con lo strascico!- naturalmente queste erano le mie condizioni, ogni sposina che si rispetti deve avere i propri vincoli!
-però il funerale a Ken lo facciamo prima, non voglio essere abbattuta per la grande data- ripresi, indicando i pezzi della bambola.
-facciamolo ora- propose lui porgendomi la mano –lo seppelliamo in giardino, io faccio il prete e tu la sorella di Ken, ce l’hai un abito nero?- domandò.
Wow, era serio! Feci spallucce –prendo la vestaglia della mamma, quella corta. Se si sporca di terra tanto non è un problema, poi la lava lei-
Detto questo presi la mano di Harry e ci dirigemmo verso l’armadio di mia mamma, m’infilai la vestaglia che mi arrivava fin sotto le ginocchia e andammo in giardino per “seppellire” Ken nella cuccia del cane, non mi facevano usare la pala, i miei genitori dicevano che avrei potuto avere uno dei miei scatti omicidi nei confronti di Harry e tirargliela in testa. Tecnicamente fino a qualche minuto fa l’avrei fatto senza problemi, era il mio unico desiderio, ma ora…ora non ero poi così sicura. Un Ken lo ricompro, Barbie ha cambiato così tanti fidanzati, uno di più non le cambierà l’esistenza, ma Harry credo proprio che sia insostituibile.
 
Che quadretto armonico, non è vero? Io con la vestaglia della mamma che tenevo per mano un bambino così somigliante ad Harry, eppure c’è qualcosa nell’Harry di ora che mi sconcerta, e quel qualcosa si chiama “la fidanzata” la mia più acerrima nemica, che, però, la mia più cara amica.
Vedete che situazione scombinata? Se fosse per la Lily diplomatica che è in me ora dovrei togliermi di mezzo e fare spazio all’entrata della sposa, ma purtroppo la mia mente è dominata dalla Lily squilibrata, quella che piange e si dispera. La Lily diplomatica si fa sempre più piccola, credo che fra poco tempo scomparirà!
-ho una proposta!- esclamò Haven facendo irruzione della stanza e sventolando un dépliant che avrà sicuramente preso dalla hall –tu, io e Louis per tre ore in giro per Honolulu-
Okay, si vede che si sarà sniffata qualcosa prima di entrare in camera.
-per vedervi sbaciucchiare ogni volta che mi giro verso di voi?- domandai, retorica –grazie, ma passo-
-la mia non era una domanda cara mia, ora tu alzi il culo da questo letto e ti vesti, perché il centro commerciale ci attende- trillò lei, tirandomi per un braccio e guardando schifata i vari fazzoletti che avevo seminato per terra.
Quando ero tornata dal tennis le avevo raccontato l’accaduto, perciò sapeva che il mio stato d’animo era più giù delle cacche dei cani.
-se vuoi faccio venire anche Harry e M…- la fermai subito.
-NON TI AZZARDARE!- sgolai –io quelli non lo voglio vedere, tantomeno baciarsi e chiamarsi “ciccino” e “ciccina” tutto il tempo, sia chiaro!-
Alzò le braccia in segno di resa –okay pitbull, a cuccia!- ridacchiò e poi si fece di nuovo seria, spingendomi verso l’armadio e incitandomi a vestirmi in maniera decente. Perché le mutande e un top non sono decenti –ora però vestiti, il pullman sta per partire!-
-Haven, ti ho detto che non ci voglio venire! Non puoi costringermi!- sbottai, allontanandomi e sedendomi al bordo del letto.
Non mi andava proprio di camminare, guardare Haven e Louis baciarsi, camminare e camminare.
Lei sospirò –ma cosa devo fare con te? Okay, resta pure qui. Ma promettimi che andrai a parlare con Harry-
Risi istericamente –NO!-
-okay, che maglietta ti metti?- domandò, beffarda.
-okay, okay!- sbottai –andrò a parlare con lui-
-perfetto- osservò lei, soddisfatta.      
Certo, perfetto per lei. Che potrà godersi una giornata di shopping intensivo in compagnia del suo bel fidanzatino, ma per me cosa c’è di perfetto? Fronteggiare Harry senza avere l’impulso di gridarli in faccia che razza di stronzo sia. Oh mio dio, e se incontro Taylor e mi vede sbraitare contro Harry? Quelli sì che saranno guai seri.
Infilai in fretta un prendisole e le infradito, per poi sbattere la porta dietro di me bruscamente.
Camminai imperterrita per qualche metro, per poi svoltare l’angolo e ritrovarmi davanti alla porta del bungalow di dov’èlamiacamomilla e titirounapallonatainfaccia, anche soprannominati come May ed Harry.
Bussai ripetutamente alla porta, ma non mi apriva nessuno. Provai più forte, per poi prenderla direttamente “a schiaffi”.
May mi venne ad aprire, intenta a tirarsi giù la vestaglia e a sistemarsi i capelli.
-Lily!- trillò imbarazzata, volgendo di tanto in tanto occhiate verso l’interno della camera –c-cosa ci fai qui?-
C’è qualquadra che non cosa.
-devo parlare con Harry- dissi –è qui?-
-ehm, n-no, non c’è- farfugliò –dormivo…-
Non badai a lei e, alzando gli occhi al cielo, varaci la soglia.
Le lenzuola del grande letto matrimoniale erano sfatte e notai la sagoma di una figura inerte sul materasso, coperto da un lenzuolo.
Feci per scoprire Harry, ma May mi trattenne.
-no no no- balbettò, spingendomi verso la porta –sta dormendo, è molto stanco…riprova più tardi, okay?-
Serrai i piedi per terra e incrociai le braccia al petto, con fare testardo.
Dovevo parlare con Harry, costi quel che costi.
-ci vorrà solo un minuto- borbottai, afferrando un lembo delle lenzuola che fece intravedere un piede –poi tornerà a dormire-
-Lily, ti prego di non insistere!- obbiettò lei, guardandomi severa.
-May, è solo per un secondo…- cercai di convincerla. Il mio momento di coraggio non sarebbe durato a lungo, se May non mi assecondava mi sarei trovata di nuovo nel mio bungalow, immersa in un mare di autocommiserazione e fazzoletti bagnati di lacrime salate, mentre intorno a me il tempo sarebbe passato, e mi sarei allontanata sempre di più all’uomo che mi fa sentire viva. Perché Harry è per me ciò che la linfa è per le piante: è l’essenziale. Senza di lui non ci può essere un “io”. Senza di lui non so che farei.
Lo so che questa mia frase sdolcinata vi possa far venire il diabete, ma da quando mi sono innamorata mi frullano nella mente pensieri svenevoli e patetici! Che assurdità l’amore, vero?
Il ragazzo sotto le lensuola iniziò a sbadigliare e May sgranò gli occhi, sussurrando un “oh merda” e conducendomi a forza fuori dalla porta.
-ci vediamo, Lily!- detto questo mi sbatté la porta in faccia.
Rimasi qualche secondo impalata con i piedi sullo zerbino, la fronte sul legno duro e le mani sullo stipite.
Ok, questo non era nel programma. Io sarei dovuta andare da Harry, urlagli in faccia, iniziare a fare la parte della vittima e piangere, rifiutare il suo abbraccio, urlargli di nuovo in faccia ed, infine, baciarlo appassionatamente senza lasciarli nemmeno il tempo di dire “palla da tennis”.
Ma purtroppo questo mio geniale piano non si sarebbe potuto compiere, per via di una sposina che non lascia nemmeno il tempo di dire quattro parole al tizio inerte sul letto, perché è troppo impegnata a fare la zozza con lui!
Devo essere forte e determinata. Feci per bussare alla porta ma il mio pugno non voleva proprio battere sul legno.
Ecco, che vi avevo detto? Il momento coraggioso è sparito! Quel codardo del coraggio si presenta quando non posso essere spavalda e se ne va con la coda tra le gambe quando ho più bisogno di lui! Ma che razza di coraggio è se non è coraggioso?!
Quel fifone del coraggio va e viene, come le lacrime isteriche sul viso di May. “oddio, mi sono rotta un unghia” lacrime “il vestito mi tiene scoperte mezze poppe” lacrime “ho un’unghia del piede più lunga di un’altra” lacrime.
Che nervi!
Ormai senza speranze decisi di andare al campo beach volley. Il vialetto che conduceva al campo era zeppo di gente. Persone che andavano da una parte e dall’altra con drink in mano, camerieri che camminavano all’unisono e parlavano, mentre tenevano tra le braccia vassoi sporchi o bicchieri vuoti.
Sentii il marcato accento di due camerieri che parlottavano alle mie spalle.
-dov’è Malaki? Dovrebbe essere di turno ora- chiese la voce di una cameriera al ragazzo accanto a lei.
-non dovrei dirtelo…-sussurrò l’altro –ma Malaki si vede con una turista del resort-
Udii un risolino partire dalla faccia della ragazza –come di consueto! E’ la quinta già che si fa in due settimane. Ti ricordi la cilena dell’altro giorno? E chi è lei?-
-e come posso dimenticarla! Lo sai che questa settimana c’è un matrimonio vero?- mormorò il ragazzo, cercando di non far sentire la loro conversazione ai passanti.
-si…sono due americani, se non mi sbaglio- disse lei.
-Sinka mi ha detto che Malaki si stia facendo la moglie!-
Cosa?
Mi girai di scatto e spalancai le labbra, i due camerieri si guardarono complici ed emisero un “oops” in coro.
-tutto bene signorina?- chiese la ragazza bassina con un sorriso sulle labbra. Cercando di deviare il fatto.
-vuole un drink?- aggiunse lui, avvicinandomi un vassoio pieno di calici con drink colorati.
Mi sembrava che nella loro mente stessero dicendo “ti prego, fa che non abbia sentito nulla”.
Afferrai due calici e li bevvi tutto ad un sorso poi corsi via da loro.
Oh mio dio.
May non è fedele ad Harry? E tutte quei baci? Quei “ti amo”? Quelle notti di bunga-bunga estremo? Ed ora?
Ora siamo nella merda. 




CIAO BELLEE!
NUOVO CAPITOLO FINALMENTE! ANCHE QUESTA VOLTA HO RITARDATO, SCUSASEMI TANTO!
INIZIO COL COMMENTARVI LO STRANO TITOLO: C'E' QUALQUADRA CHE NON COSA :,D 
MI SEMBRAVA PIU' DIVERTENTE CHE DIRE "C'E' QUALCOSA CHE NON QUADRA" AHAHAHA
POI, HO INVENTATO IL TERMINE BUNGA-BUNGA PERCHE'...IN VERITA' NON C'E' UN MOTIVO PRECISO LOL
AHIAHIAHI MAY, MA CHE COSA CI COMBINI?!?!
LE COSE SI METTONO MALE, VERO? SECONDO VOI E' PROPRIO MAY LA SPOSINA CHE SI APPIOPPA IL CAMERIERE MALAKI? FATEMELO SAPERE IN UN COMMENTO^
GRAZIE MILLE PER TUTTE LE RECENSIONI E SPERO DI RICEVERNE ALTRETTANTE PER QUESTO CAPITOLO!
UN BACIO X


 
   
 
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