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Autore: svuotarsi    13/02/2014    1 recensioni
Alexandra Paige una ragazza di sedici anni è afflitta da mille dolori. Soffre. Si odia, vuole andarsene.
Dopo la perdita del suo migliore amico, di cui era innamorata, si sente persa.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19 febbraio 1997

Alex ha la sveglia alle 06:00 del mattino. E' un mercoledì e la giovane ragazza sono giorni che non va a scuola. E' costretta ad andare.
Il suo corpo bianco e freddo si alza lentamente dal letto, con le mani si strofina gli occhi e dolcemente si accarezza i capelli; corre in bagno a lavarsi per poi precipitarsi in camera a vestirsi.
Nel disordine spiccano una gonna nera di pelle e una maglia anch'essa nera..ama il nero.
Il nero è un colore triste, è il colore dei suoi occhi..il colore della sua anima.
Un paio di anfibi scuri e delle calze completano il suo outfit, uno stile parecchio trasandato il suo : calze bucate, riga d'eye-liner sbavata..per non parlare dei suoi capelli sempre in disordine o delle sue scarpe distrutte.

07:00
Scende velocemente in cucina e sedendosi su una sedia fissa il vuoto. La cucina è desolata, stanno tutti dormendo. Si sveglia sempre presto per poter andare anche solo per due minuti al parco; la fermata del bus poi è lì di fronte.
L'inferno stava per ricominciare.
Sono le 07:05 quando Alex esce di casa e con passo veloce si avvia verso il parco.

«Josh sono tornata, avevo detto che sarei tornata..
Purtroppo devo andare a scuola, non posso rimanere a lungo.»


Lacrime rigano il suo viso, eye-liner sciolto e un sorriso finto l'accompagneranno tutto il giorno..tutta la vita.

«Ciao Josh..»

07:15
Ecco l'autobus, con le cuffiette nelle orecchie sale a bordo.
''You found me'' al massimo volume, testa appoggiata al finestrino e sguardo perso nel vuoto.
Quaranta minuti di viaggio.
Quaranta minuti con la stessa canzone in ripetizione.
Quaranta minuti di voltastomaco.
Nessuno la guarda, nessuno le parla.
Quaranta minuti orrendi.. come il resto della sua vita. Una vita piena di delusioni..disagi e brutte giornate. Una vita di errori. Lei, l'errore più grande.

07:55
Il bus si ferma definitivamente. L'edificio denominato ''scuola'' la sta aspettando.
Gente falsa, doppie facce, la massa..i bulli. Non sopporta i bulli..
Era una loro vittima. Ma cosa dico, è una loro vittima. Non veniva picchiata, veniva insultata..umiliata, discriminata. Nessuno le rivolgeva la parola..solo Josh. Lui era il suo mondo.
Quei bulli, se così posso chiamarli, l'avevano distrutta dentro. Lentamente. Ogni giorno sempre più.

Quell'enorme porta d'ingresso rossa, quel lungo corridoio bianco, quelle porte di legno rovinate..la prima classe a sinitra, era la sua. Mani gelide afferrarono quella maniglia di un lieve color bronzo. Serrato il pugno aprì la porta.
Era tutto buio all'interno, non c'era nessuno. Era sola, come sempre. Sperava di rimanere così ma piano piano le persone cominciarono ad arrivare. Prima una, poi tre, poi otto..fino ad essere tutti presenti.
Stessa storia. Stessa orribile storia. Era seduta in un angolo. 
Molti pensavano che si desse della arie. Loro non sapevano che il dolore la stava uccidendo. Non sapevano delle ferite mai ricucite, lasciate aperte per anni.

08:05
Entra la professoressa di storia. Dopo aver fatto l'appello propone ai suoi alunni una lezione diversa dal solito.
Un esperimento per provare a capire come si sentono le persone.

«Dovrete scrivere su un foglio quel che provate ogni giorno. Bisogna parlare  di voi, di cosa avete intenzione di fare..
Tutto questo senza mettere il nome, in anonimo.»
disse.

«Avete due ore di tempo ragazzi e al termine del tempo prenderò i vostri lavori e a caso li consegnerò ai vostri compagni. Leggendo i testi ad alta voce riuscirete a capire come una persona può sentirsi.» aggiunse.

I ragazzi un po' storditi cominciarono a scrivere e sfogarsi.

10:05
«Bene, il tempo è scaduto, potete portarmi i fogli.» disse una voce ferma e decisa.

Tutti si alzarono a consegnare.

-suona la campanella-

«Perfetto, domani continueremo il lavoro cosi leggeremo i testi insieme.»
  
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